Fine secolo - 30 marzo 1985

rlNE SECOLO* SABATO 30 MARZO 16 Qui sotto: Un maharaja in una foto del 1888. Gli inglesi lasciaronosopravviveret accanto alle regionidirettamèntesottoposte al loro dominio,molti piccolistati nomi– nalmenteindipendenti, in realtà controllati(Pergli affari politici più importanti,da funzionaribritannici. ..,. In basso: La prigionedi Yeravdadove fu piu volte internatoGandhi 1 Nella ragina accanto: L'arrivoa Bombay di re Giorgio V e della regina Mary per la cerimoniadell'incoronazionea imperatoredell'India,nel 1911. I sovranisono sottò I arco centraledel Gateway of India (la "Porta dell~India"): un edificio costruito per l'occasione, nello stile architettonicodell'Indiaoccidentaledel sed:cesimo secolo. Al centro: Il caldo e le malattie tropicalierano tra i nemiciprinçipalidei residentiinglesiin India.La ghiacciaiae la rete di protezioneattornoal letto erano propagan- date dai cataloghi dei negozi dell'Esercitoe della Marina. - - _ '- In basso a sinistra:Residenteinglese a Shillong, in una foto del 1891, nel suo '])rato all'inglese". · A destra:Un ufficiale inglese in India con il suo figlioletto, in una foto dèl 1899. .. / coinvolgerlo). Si preoccupò tuttavia di dar pu,bblicità a: una dichiarazione che egli stesso aveva scritto per Dhin– gra, per rivendicare e giustificare !'attentato. Partecipò, il 5 luglio, a una riunione nella quale un gruppo di ·eminen~ ti indiani, preoccupati, intendeva elaborare un documen– to di condanna dell'assassinio. Savarkar fu l'unico ad op– porsi, in nome del fatto che Dhingra era ancora sub iudice: dopodiché la riunione degenerò in una sorta di.– rissa. Si fece notare anche in altre occasioni pubbliche, una delle quali fece sì che.Gandhi e Savarkar s'incontras- . sero per la prima volta. Gandhi Gandhi era arrivato a Londra, dal Sudafrica, pochi gior– ni dopo l'assassinio di' Sir Curzon Wyllie, e si era trovato subito immerso nell'atmosfera di intensa emozione e di violente polemiche che ne era derivata. Il clima politico deteriorato non favoriva certo la sua missione diplomati– ca e la sua ricerca di solidarietà per la lotta non violenta degli indiani in Sudafrica. Ma, soprattutto, Gandhi era .turbato già da tempo dairesplosione della violenza nel panorama politico indiano. Condannò duramente il ge– sto di Dhingra, dicendosi tutt'al più ,disposto «ad aver pietà dell'uomo», che av~va agito, a suo parere, in uno stato simile all'ebbrezza. Riteneva che· l'omicidio di Sir Curzon Wyllie avesse «arrecato molto danno all'India». Scrivendo per il suo giornale sudafricatJ.O, «Indian Opi– nion». criticò più volte con asprezza «coloro che avevano istigato» Dhingra. Osservò con amara ironia che i man~ danti si trovavano, inaccessibili alla polizia inglese, 'a Pa– rigi (qui si era rifugiato, già da tempo, Krishnavarma), mentre a Londra venivano processati alcuni simpatizzan– ti inglesi, rei di aver assunto, in nome della libertà di stampa, la direzione della rivista londinese degli estremi– sti. «The Indian Sociologist». Gandhi riteneva, e lo scris– s_epiù volte, che se anche la violenza terroristica avesse potuto portare alla liberazione dell'India dagli inglesi (la qual cosa gli appariva impensabile), l'India avrebbe fini– to comunque .per essere governata da assassini. Tuttavia, stando a Londra, Gandhi si sforzò anche d'incontrare al– cuni estremisti e di comprenderne le ragioni: il suo sog– giorno londinese fu poi alla base di upa svolta radicale nelle sue posizioni, verso una più attiva iniziativa antin– glcse. sia pure da condursi sempre con metodi non vio~ lenti. · · Una discussione su Rama Il più importante degli incontri di Gandhi con estremisti fu certo quello con lo stesso Savarkar (ancora, per breve temp~, a piede libe~o), avyenuto il 24 ottobre in occasio– ne della festa indiana di Vijaya Dashami, o Dussera. Gandhi stesso raccontò l'episodio sia per i lettori di «In– dian Opinion», sia in una lettera privata a Polak. Un banchetto per circa settanta persone (tra cui alcuni simpatizzanti inglesi) era stato organizzato - scrisse Gan– dhi a Polak - dal «Comitato estremista» di Londra, che gli aveva chiesto di presiedere la riunione. Gandhi aveva accettato senza esitazione, per avere un'occasione _di-par– lare dell'inutilità della violenza. Si era convenuto che non si sarebbe parlato di politica, ma la politica fu uiualmen-: te protagonista. Gandhi· tenne un discorso sulla festa di Dussera, ricordando come essa celebrasse la vittoria di Rama, il dio-eroe, settima incarnazione di Visnù, sul cat- .vo re Ra vana. Rama era molto amato da Gandhi, che sarebbe morto co9 il suo nome sulle labbra. La sua, egli dis.:e .. era stata la vittoria della verità, del coraggio pacifi– r.:o, della vita virtuosa, sulla falsità e sul male. Ma prima del suo successo Rama aveva dovuto sopportare l'esilio per dodici anni; altri personaggi- del Rama.yana, compa– gni di Rama, tra cui Sita, la sua sposa virtuosa e fedele, erano passati aaraverso immani sofferenze, erano vissuti per anni· senza dormire, avevano osservato il celibato. ~<Quando gli indiani imparèranno a vivere in questo modo, allora potranno considerarsi uomini liberi. L'In– dia non ha altre vie per raggiungere la felicità». Savarkar rispose con un discorso «focoso». Parlò anch'e- gli del Rama.yana, ma per sottolineare che Rama aveva potuto imporre il suo regno solo dopo aver ucciso Rava– na, simbolo della tirannia e dell'oppressione. Inoltre ri– cordò anche l'importanza del fatto che la festa di Dusse-. ra era preceduta, nelle tradizioni indiane, da nove giorni di digiuno in onore di Dhurga, la terrib.ile dea dalle dieci mani che porta la morte. Dhurga era anche, per i nazio– nalisti estremisti di inizio secolo, il terzo volto della dea– madre, spietata e pronta a vendicare la Madre India del– l'oltraggio subito dai suoi oppressori inglesi. Un àgente di p'olizia, presente alla riunione, riferì che Gandhi si era dissociato da Savarkar- ed era stato attac– cato da lui ~ da un altro giovane estremista, Chattopa- dhyaya. · Prigione, fuga, prigione Nel,gennaio 1910, su_pressante invito dei suoi amici, Sa– varkar fuggì a Parigi. Ma ci restò poco. Il 13 marzo ri– partì per Londra, dove venne arrestato dalla polizia al suo arrivo alla Victoria Station. Si disse che a spingerlo a questo atto decisamçnte imprudente fosse il desiderio di rivedere la sua compagna inglese, Margaret Lawrence. Non fu arrestato, comunque, per il caso Dhingra, ma perché da Bombay era arrivato un mandato di arresto per cospirazione insieme a suo fratello, per importazione di armi e per complicità in un omicidio, ivi commesso, di un funzionario britannico. A pagare per l'omicidio di Sir Curzon Wyllie furono, oltre a Dhingra, due simpatizzan– ti inglesi, Arthur F. Horsley e Guy A. Aldreè (un «pu– gnace giovane anarchico»), che si erano assunti l'onere di firmare due numeri di «The Indian Sociologist» in nome della libertà di stampa, e che vennero condannati a pene detentive per apologia di reato. Dopo il suo arresto alla Victoria Station, Savarkar, in– stradato in India, viene imbarcato sotto stretta sorve– glianza su una nave che deve condurvelo. Ma, giunti a. Marsiglia, tenta una rocambolesca fuga (che ne aumtn– terà la fama e il prestigio personale), tuffandosi da un oblò in acque francesi. Viene ripreso dai suoi custodi nei vicoli del porto e reimbarcato, benché chieda asilo politi– co alla Francia. Di qu_esto«caso», oltre a gruppi progres– sisti inglesi e franéesi, -si ocçupa anche il Tribunale inter– nazionale dell'Aia, che alla fine sancisce che la sua ricattura è stata irregolare, anche se giustificabile. Nel frattempo, però Savarkar è già arrivato 'in India, è stato · processato e condannato, nel dicembre 1910, alla depor– tazione a vita, per una serie di reati che vanno dal «muo– ver guerra contro il r_e»alla sedizione, al «promuovere l'i– nimicizia tra le classi», alla complicità in omicidio (un esattore delle imposte britannico di Nasik sarebbe stato ucciso con una delle pistole spedite da Savarkar da Lon– dra). Deportato alle Isole Andamane (l' «Isola del Diavo– lo» degli indiani), vi raggiunge il fratello Ganesh, con– dannato un anno e mezzo pnma alla stessa pena per analoghi reati. Liberate Savarkar Passano dieci anni. Nel gennaio 1920, un terzo fratello Savarkar scrive a Gandhi, leader ormai famoso e rispet– tato, dicendogli di aver saputo che i suoi due fratelli non rientreranno nell'amnistia decretata poco prima dal go-. verno britannico. La lpro salute è compromessa, il loro peso è calato ·di più di dieci chili, benché siano .sottoposti a una dieta ospedaliera. Si chiede per loro che v~ngano almeno trasferiti in India, in condizioni di clima migliori. La lettera di N.D. Savarkar contiene un'esplicita-richie– sta di consiglio e di aiuto. Gandhi suggerisce di attrarre l'attenzione dell'opinione pubblica sul fatto che .i due fra– telli sono stati condannati per reati eminentamente politi– ci. Nei mesi successivi, su questa stessa linea, scrive diver– si articoli in .difesa dei fratelli Savarkar. Sostiene. che nessun atto di violenza è stato provato a loro .carico. Inoltre, utilizzando evidentemente una recente dichiara– .zione dei due fratelli, gioca la carta della loro ·«non peri- colosità sociale»: · 1 «Entrainbi (...) hanno dichiarato di non nutrire idee rivo– luzionarie, e chè' se fossero messi in libertà operebbero al– l'interno del Reforms Act (le riforme del sistema ammini– strativo del 1919), perché ritengono che esso pef111ettadi operare in modo da· conseguire la responsabilità politica per l'India. Entrambi· hanno dichiarato inequivocabil– mente di non dèsiderare l'indipendenza dall'associazione con la Gran Bretagna. Al contrario, essi pensano che il destino 'dell'India può essere compiuto meglio in associa– zione con la Gran Bretagna. Nessuno ha messo in dubbio il loro onore e la loro onestà, e a mio parere ]'espressione pubblica delle loro opinioni dev'essere tenuta nel massi– mo conto. Per di più, io penso che si possa tranquilla– mente dichiarare che il culto della violenza non abbia at– tualmente seguaci in India». Gandhi si assume così la piena responsabilità per i due fratelli. ln un ~rticolo successivo, parlando di V.D. Sa- '-– varkar, scrive: «Io conosco bene uno dei due fratelli. Ho avuto il piacere d'incontrarlo a Londra. E' valoroso. E' intelligente. E' un patriota. Era, in maniera schietta, un rivoluzionario. Il male, nel suo odioso aspetto, del pre– sente sistema di governo, egli lo vide prima di me. E' alle Andamane per avere molto amato l'India. Sotto un go– verno giusto, egli occ~perebbe un'alta carica». Gandhi difende ancora, nel '21, i due fratelli da accuse mosse loro da un giornale (e poi rientrate),-di avere com– plottato col. nemico, durante la guerra, dal loro interna– mento. Hindutva Non è possibile dire quanta influenza abbiano avuto que– ·sti interventi così decisi di Gandhi (e anche di altri leader politici). E' un fatto che nello stesso anno V.D. Savarkar viene trasferito,..dalle Andamane alla prigione indiana di ,Yeravda, e nel 1924 inviato al confino a Ratnagiri, la città natale di Tilak, con il divieto di far politica. In realtà, non sembra rispettare molto alla lettera questo

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