Fine secolo - 30 marzo 1985

' . . L' infanzia.di un bramino Vinayak Damodar Savarkar era nato nel 1883 nel Maha– rashtra. ·suo padre era un proprietario di terre, noto per la sua erudizione nel sanscrito e per la sua buona educa– zione occidentale. Era anche un br~mino chitpavan, mem_brocioè di quell'a– ristocrazia di bramini mahratti, «purificati dal fuoco», che rivendicava a sé l'orgoglio di essersi opposta valoro– samente agli inglesi fino al 1818. Da quella élite sarebbe– ro usciti, nell'Ottocento, quasi tutti i principali esponenti della vita culturale e politica del Maharashtra: erano chi– tpavan «moderati» come Ranade e Gokhale, «estremisti» come Tilak. Il loro, orgoglio si spingeva anche più indie– tro nella storia, a quel XVII secolo nel quale i Mahratti si erano levati, sotto la guida di un grande leader, Shivaji,. contro gli invasori musulmani. Shivaji era stato esaltato come «colui che ha rigenerato la religione indù», e i suoi stretti rapporti con un sant'uomo molto venerato, Ram– das, avevano contribuito a conferire alla sua attività polir– tico-militare il carattere di una riscossa e quasi di una crociata indù contro i musulmani. Rapporti di polizia è di magistratura ci presentano un V.D. Savarkar molto precoce nel suo patriottismo e nel suo estremismo, non meno· antimusulmano che antingle– se, sia pure facendo la tara sui rapporti di polizia come sulle agiografie. Sembra, comunque, che a dieci anni gui– dasse la sua prima operazione militare: avendo saputo di sanguinosi scontri fra indù e nù1sulmani nelle Province Unite, andò con una banda di suoi coetanei a tirar sassa– te contro la moschea del suo villaggio. Sei anni dopo, la : · sua rabbia per l'impiccag!one di due terroristi del Maha– rashtra lo avrebbe, portato a votare solennemente la pro– pria vita alla cacciata degli inglesi dall'India. Mazzini in India Nella sua attività nei primi anni del secolo aveva come compagno il fratello Ganesh, di quattro anni più anziano. di lui. Prima del 1906, i due fratelli dirigevano a Nasik un'associazione di giovani bramini chiamata Mitra Mela. Componevano canzoni_ «att~ ·ad eècitare gli animi>>e le.· cantavanò in cortei o in·assemblee al fest-ivaL:de1 d'io Ga- · :. napati e a quello di SÌiivaji (due manifestàziohi che··eratÌo ·~ .. ., . . . . state rimesse in onore da Tilak). I loro idoli erano Mazzi- ni, Shivaji e Ramdas, come. risulterebbe da una foto di gruppo in cui comparivano davanti ai-ritratti di quei per– sonaggi. L'ammirazione per Maizini doveva essere parti– éolarmente intensa: V.D. Savarkar ne tradusse una vita in marathi e suo fratello Qanesh ne curò la pubblicazionç a Poona (pare se ne vendessero duìneiia copie·, in tre mesi). E non e certo un caso che «Giovane India» (Abhi– nav Bharat) si· chiamasse un'altra ;issociazione da loro fondata, con aderenti in varie località'deWindia centrale. Entrato come studente al F~rgusson College di _Poona, Savarkar vi intensificò la sua attività di agitatore e pro– pagandista politico, fra Paltro scrivendo articoli. e.poemi e tenendo infiammati discorsi. (Era chiamato· allora il «Demostene» dell'India e molti anni dopo i suoi seglJ,aci lo avrebbero chiamato «il Churchill del Maharashtra» per la sua oratoria accesa e brillante): Il suo tema. pred~– letto era il glorioso passato dell'India, cui occorr'eva ridar vita. Nel 1905, al tempo del boicottaggio dei prddotti in– glesi, organizzò un grande falò di tessuti stranieri, e con– vinse Tilak a venire a parlare alla folla ractolta attorno al fuoco. La cosa gli valse la sospensione dal college, ma la protezione di Tilak gli fu preziosa. Ottenne una borsa di studio e si recò a Londra, nel 1906, installandosi all'India House: una specie di pensionato per studenti nazionalisti indiani aperto l'anno prima da un curioso tipo di mece– nate filo-rivoluzionario, Shyamji Krishnavarma. Grazie al suo notevole carisma, Savarkar non tardò ad affermar– si come il leader indiscusso degli ospiti dell'India House e degli altri giovani estremisti indiani, residenti a Londra, che vi gravitavano attorno. David Garnett, un suo sim– patizzante inglese allora diciassettenne, lo descrisse in questo modo: «piccolo, esile di costituzione, con zigomi Nel 1909,l'avvocatoindianoquarantenneMohandas KaramchandGandhi,laureatoa Londra, domiciliato nel Sudafricadovesi batteva in manieranon violenta per i diritti civili degli ind~aniivi residenti, scrisse una lettera al celebrescrittore russo, allora ottantu– nenne,Lev Nikòlaevic Tolstoj. Il breve carteggioche · ne derivò (sette lettere in tutto) venne interrotto, l'annodopo, dallamorte di Tolstoj.Esso appareoggi · in italiano presso il Mulino: P.C. Bori - , G. Sofri, · Gandhi e Tolstoj. Un carteggio e dintorni. Un volu– me che comprendeanche due saggi dei curatori che ricostruiscono il contestostorico e le vicendedel!'in– contro'tra i due personaggi.Il capitolo che pubbli– chiamo in anteprima è tratto dal saggio di Gianni Sofri su Gandhi, tra Oriente ed Occidente, senza le· note che lo accomplgnanonel volume. · Nelh1 pag~na ac~anto, in alto: Re. Giorgio V e il ..,eri.momini- stro del N~pal in posa davanti al loro trofeo (1911). , In basso; V.D.Savarkar con un gruppo di suoi seguaci in una foto che risale probabilmente agli anni Quaranta { quando il leader induista era sulla sessantina). Savarkar è il secondo in prima flla, con il fez. Accanto a lui, esattamente al c~ntro del– la foto, è seduto ]Saturam Godse, l'uomo che sparò a~\Gandbie lo uccise. . ·J · . • ··'· .., ,• · · Qau sopra: Gandhi in una foto scattata a Johannesburg, in Su– dafrica; nel ,1907 (e cioè pressap~o all'epoca del suo carteg– gio con Tolstoj). Solo alcuni·anril dopo Gandhi avrebbe abban– do~ato )'ab~igliamento all'occidentale per quello in cui siamo abituati a nconoscerlo. Sotto: Un battello di giunco a forma di pesce sulla riva del fiu– me Gumpti, presso Lucknow "(foto del 1858). FINE SEGQt.O·* -SAB·ATo·.30-MARZO 15 ,... molto.pronunciati. una bocca sensitiva e·raffinata e una pelle estr~mamente pallida, che era bianca quasi come l'avorio sulla fronte e sugli zigomi, ma più scura sulle guance incavate». Il cannone o-...la pistola Le sue idee politiche di allora ci sono note attraverso al– cuni testi, articoli e lettere ad amici indiani: soprattutto, attraverso una storia della Great Mutiny che Savarkar scrisse a Londra e riuscì a pubblicare in Olanda con il si– gnificativo titolo The First Indian War of Independenceoj 1857. Esse si riassumono nella rivendicazioni! del diritto di un popolo oppresso a opporsi con le armi ai suoi do– minatori. Nessuna rivoluzione, egli scriveva, è possibile senza spargimento di sangue e senza- il ricorso alla sedi– zione. La resistenza passiva è ornìai inefficace e futile. E ancora: noi non abbiamo un amore ,particolare per le or– ganizzazioni segrete o le azioni militari di sorpresa. Ma poiché ci è vietato non solo di difendere pubblicamente i nostri diritti, ma anche di combattere a viso aperto, la clandestinità è inevitabile: «Solo perché ci negate un can– none noi mettiamo mano a un pistola». Sotto l'influenzé:\,di Savarkar, l'India House si trasformò ben presto in una sede di continui accesi dibattiti sulla violenza, non senza la partecipazione di infiltrati di Sco– tland Yard. Ma l'arrivo"di Savarkar fu seguito da un ra– pido passaggio a iniziative meno teoriche. Tre, volo11tari vennero inviati a Parigi per imparare da un rivoluziona– rio russo i segreti dell'uso delle bombe, m~ vennero truf– fati da un «falso professore». Alla fine, tuttavia, Savar– kar riuscì a ·mettere le mani su un manualetto per la fabbricazione delle bombe, a ristamparlo a Londra e a farlo pervenire a gruppi rivoluzionari in numerose città dell'India e nelle varie comunità di indiani emigrati per lavoro o in esilio. ·Si procurò anche un certo numero di ·armi, che poté inviare segretamente in India. Un omicidio politico a ·Londra Il passaggio all'azione diretta su suolo britannico avven– ne il 2 lugliò · 1909. ,In:ctue\ giorno; un giovane mahratta, Madanlal I)hingra,. uccise. a_colpi ,di pistola Sir William Jf. Cui:z01r-Wyllie, capo di g"abirietto del Segretario di Stato· per l'India, Lord Morley>L'àttentato avvenne al– i' Imperia!Institute di South Kensington, dove la National Indian Assoèiation aveva organizzato -com'era sua con– suetudine- un tea-meeting destinato a far incontrare stu- denti indiani con ospiti inglesi. Sir Curzon Wyllie, uno di .... ----------------------------------,,., .. , guesti ultiny_àppunto, venne colpito a morte subito dopo K, ."":_ff: s.uo ·arr iv.q-. Cq~ lui, nel vàno tentativo· di proteggerlo, f •.• ' 'f•.,. ;~l~,~ •• ·· . : tmori anche·--un .indiano, il dottor L~Jkaka, un giovane .medico che·esercitava· a Shanghai e che si trovava a Lon– dra per una_ breve. visita. L'omicida, subito arrestato, · venne ·processato e condannato a morte. Madanlal Dhìngra, ,studente d'ingegneria, era ·uno degli ospiti dell'India Ìlouse. Faceva parte della sezione londi– nese dell'Abhinav Bharat, l'associazione che Savarkar ~vèvaJondato a Nasik· nel 1899. Lo stesso Savarkar, molti'anni dopo, confidò a un suo biografo di essere sta– to il mandante dell'assassinio. E' probabile che la decisio- ne di compiere l'attentato fosse nata dalla volontà di ven– dicare il fratello maggiore di Savarkar, Ganesh, che il 9 giugno era stato condannato in India da una corte ingle-, se alla deportazione a vita. Ma il passaggio. all'azione do– veva essere stato già de~iso da tempo, e ahche fa scelta di Dhingra. Alcuni giorni prima, questi aveva chiesto a Sa– varkar se il tempo del martirio fosse arrivato, ottenendo– ne la seguente risposta: «Se il martire è determinato e pronto, questo solo fatto, in generale, implica che il tem– po del martirio sia arrivato». Sembra anche che il giorno dell'attentato, con-segnandogli una pistola, Savarkar di– cesse a Dhingra: «Non farti più vedere da me se fallisci». All'epoca del processo a Dhingra Savarkar viveva clan– destinamente, cambiando di continuo di abitazione, ma in realtà restando quasi sempre sotto il contro11o della polizia (che non aveva, comunque, _Prove sufficienti a

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