Fine secolo - 9 marzo 1985

30 Nessun giornale italiano ha registrato la morte di Karl Schlechta, avvenuta il 19 febbraio scorso. Nato 'nel 1904, Schlechta aveva avuto una parte di forte rilievo nella tormentata vi– cenda dell'edizione delle opere di Nietzsche. Nel 1956-58, Schlechta aveva ritenuto di con– cludere una già molto lunga attività di curato– re di Nietzsche, pubblicandone le opere in tre volumi. Come vedremo, la pubblicazione su– scitò vivaci discussioni e obiezioni, riaprendo, invece di chiudere, la questione di una vera edizione critica di Nietzsche. Quando Giorgio Colli e Mazzino Montinari si proposero di tra– durre, per la "Enciclopedia di autori classici", lo "Zarathustra", si convinsero della parzialità e dell'inaffidabilità dei testi esistenti. E decise– ro, di conseguenza, di riaffrontare per intero l'impresa. La grande, e certamente definitiva edizione critica delle opere di Nietzsche, pub– blicata contemporaneamente in Germania, Italia e Francia (e ora anche in Giappone) ha quella origine. Colli é morto nel 1979. Monti– nari, che ne fu allievo al Liceo classico di Luc– ca. e poi amico e collaboratore sempre, sta completando i volumi di commento alle opere, e risiede per questo a Berlino. Ma in questi giorni é in Italia, e tiene un seminario sulla bi– blioteca e le letture di Nietzsche coi suoi allievi della facoltà di lettere di Pisa, dove é ordinario di letteratura tedesca. Martedì scorso. Montinari ha dedicato il semi– nario a un ricordo di Schlechta, che é diventa– to una rievocazione succosa dell'intera que– stione dei testi di Nietzsche. La trascrivo per i nostri lettori. avvertendo che gli eventuali er– rori non dipendono che da me. I PROBLEMI DI GRAFIA DEL GERARCA FRANCK Schlechta ha avuto meriti importanti nella "'questione Nietzsche", dice Montinari. Con una formazione di filosofo e di filologo classi– co. nei primi anni '30 partecipò della redazione dell'edizione critica di opere e lettere, intrapre– sa a Weimar nell'Archivio Nietzsche a partire dal 1931. Fu l'ultima impresa controllata dalla sorella di Nietzsche, Elisabeth, che contava 85 anni. La decisione di curare l'edizione critica sembrava contraddire le scelte precedenti del- 1'Archivio: la spiegazione é molto concreta. Se– condo la legge di allora, i diritti d'autore sulle opere di Nietzsche erano scaduti trent'anni dopo la sua morte, nel 1930, e si moltiplicaro– no rapidamente le ristampe. Fiorirono le pole– miche. e comparvero anche libri notevoli, come .e opere di Erich Podach, o la pubblica– zione del "Giornale clinico dell'Istituto psi– chiatrico di Jena", in cui Nietzsche era statori– coverato nel I879 e per un anno e mezzo. Per varare la nuova edizione critica, fu costi– tuito un consesso di studiosi e professori in ve– ste di garanti: ci furono per qualche tempo Heidegger, e Walter Otto, lo studioso della re– ligiosità greca. Il lavoro redazionale effettivo spettò ad alcuni giovani, come Schlechta, Hoppe, un bibliotecario, Hans Joachim Mette, un filologo classico (é ancora vivo, forse l'uni– co del gruppo, a Monaco). L'impresa nacque dunque prima dell'avvento al potere di Hitler, di cui ricevette l'appoggio; e si protras~e fino al 1942.A quel punto saranno stati pubblicati tutti gli scritti filologici di Nie– tzsche, fino al 1869 (l'anno della nomina a Ba– silea) e quattro volumi di lettere, fino al 1877. In quella storia editoriale più che decennale Schlechta ebbe una parte importante. Come mi raccontò personalmente, Schlechta si era trovato a fare i conti con una situazione decisamente imbarazzante. La prima difficoltà riguardava una edizione accurata delle lettere. Esaminando con Hoppe lettere attribuite a . ' . . . .. .... ... . '• . •,: :• '··· . : . ... ·· ... ' '., .. : . ... · .. .. · .... FRIEDRICH I NIETZSCHE E I SUOI POSTUMI ~ E' morto Karl Schlechta, che ebbe una parte di rilievo nella lunga peripezia della pubblicazione delle opere di Nietzsche. M azzino M ontinari, curatore della prima, e certo definitiva, edizione criticq delle opere complete di Nietzsche, lo ricorda, e riassume la storia di una questione editoriale, politica e culturale fra le più significativ~ e tormentate del nostro _secolo. Nietzsche da Elisabeth, Schlechta si era accor– to della loro evidente falsità -su questo torne– remo fra poco. Là seconda difficoltà riguarda– va i margini di tolleranza del regime nazista nei confronti dell'edizione. Elisabeth morì, a 89 anni, nel 1935; e scompar– ve con lei il principale ostacolo al ristabilimen– to della verità sulle lettere manipolate. La se– conda difficoltà durò invece, come si sa, più a lungo. A questo proposito c'é un episodio significati– vo che Schlechta mi ha riferito. Era ancora a Weimar, durante la guerra (poi sarebbe stato mohilitato. come tutti gli altri dell'Archivio; e alcuni non tornarono) quando ricevette la visi– ta del dottor Hans Franck, il famigerato go– vernatore nazista della Polonia, che era anche un uomo di velleità culturali, e antico frequen– tatore dell'Archivio. Franck gli chiese una "fii– hrung", una visita guidata nell'Archivio. I due fanno il loro giro nella bella villa, ricostruita da Van de Velde nel primo decennio del '900 (e che é ancora lì, coi suoi interni e le sue suppel– lettili in perfetto jugendstyl, stufe porta ceneri : ·\ . .. . . .. •.. ·~ . : .. . . a cura di Adriano SOFRI maniglie candelieri). Finalmente Franck chiede di vedere gli ultimi manoscritti di Nietzsche. Schlechta prende una cartella a caso, ne estrae un foglio, e lo porge a Franck, che é colpito dalla grafia pressoché indecifrabile. "E lei é ca– pace di leggere?", chiede a Schlechta. "S:". "Allora provi a leggermi questo". Schlechta guarda il foglio, e trasale: ha sotto gli occhi un violentissimo passo contro l'antisemitismo. Si fa animo, e lo legge. Frar.ck chiede: "E pubbli– cherete anche questo?". ".-"'-.nche questo, se io ci sarò", risponde Schlechta. "Giovanotto - conclude Franck- non assuma compiti più grandi di lei". LE CARTE SALVATE Finisce la guerra, e con lei il Terzo Reich -e an– che l'Archivio Nietzsche. Weimar é nella zona sovietica. In ogni unità occupante c'é un re– sponsabile della cultura, anche se prevalgono le direttive politiche. L'intero archivio finisce sotto sequestro. Bisogna ricordare come aveva funzionato. Sia l'archivista Max Oehler (inter– nato come nazista alla fine della guerra a Bu– chenwald) sia, e soprattutto, suo cugino Ri– chard, si erano adoperati per annettere Nietzsche al Terzo Reich, per farne il prototi– po del nazista perfetto. Lè premesse non erano dunque favorevoli a una considerazione spas– sionata da parte sovietica. Tuttavia a una ten– denza che avrebbe voluto distruggere le carte se ne contrappose una ragionevolmente decisa a salvaguardarle. Ho avuto occasione di parla– re con Klaus Gysi, un comunista, tedesco orientale, che é stato ambasciatore in Italia, il quale venne a Weimar proprio per evitare che il lascito di Nietzsche andasse distrutto. Così tutte le carte di Nietzsche e le altre stenni– nate raccolte dell'Archivio, e la biblioteca, ven– nero trasferite all'Archivio Goethe-Schiller. Poiché un po' dappertutto, e infallibilmente sui giornali, si continua a parlare di "Archivio Nietzsche", vale la pena di sottolineare che non é mai più esistito un "Archivio Nie– tzsche". Ancora oggi studiosi recalcitranti mi indirizzano la corrispondenza "presso il Nie– tzsche-Archiv, Weimar". Non esiste -ciò non toglie che mi arrivi lo stesso. L'EDIZIONE 'IN OTTAVO GRANDE' Facciamo ora un passo indietro, alle origini dell'Archivio. All'inizio del gennaio 1889si era compiuta la catastrofe mentale di Nietzsche. Nel 1892 il suo allievo Peter Gast (si chiamava in realtà Heinrich Koselitz), musicista fallito, che aveva peraltro meritevolmente collaborato con Nietzsche alla pubblicazione di alcune opere, dal 1876 in poi, si propone una nuova edizione generale. Con qualche ottimismo sulle proprie capacità. Appellandosi alle larghe au• torizzazzioni ricevute in passato da Nietzsche circa la cura dei testi, Gast é ora pronto a "mi• gliorarli" decisamente, compresi quelli, come "Umano, troppo umano", che Nietzsche stes– so avevà curato per la stampa: ne deriva una evidente e radicale violazione dello stile e dello statuto stesso dell'opera di Nietzsche. Nel 1899 Bernhard Forster, cognato di Nie– tzsche, muore, forse suicida, in Paraguay, dove aveva tentato di fondare una "Nuova Germa– nia". L'anno dopo Elisabeth torna e, sistemate le pendenze, stabilisce di diventare editricedel fratello. Il primo nucleo dell' "Archivio Nie– tzsche" si costituisce a Naumberg. Elisabeth é una donna molto pratica ed energica, e non priva di qualche senso dei propri limiti.Si fa aiutare: del resto i seguaci che erano mancati a Nietzsche fino al crollo, si moltiplicano impe-

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