Fine secolo - 2 marzo 1985

FINE SEr.OLO O SABATO 2 MARZ0 1985 18 In alto: Le peripeziedi Odisseo secondoAbraham Ortelius (l600) Al centro:Schemadi lettura dei 12 percorsidi Odisseo \ secondo le 12 anse del labirinto ,,.., (v.testo accanto). In ba~: La cravattadi· Polifomo (Mario Catoni) ti donato dal dio a Odisseo, che non deve essere aperto per nessun motivo. Lestrigoni: nuovamente opposta è l'avventura presso questo popolo di giganti· cannibali: il loro porto, sicuro ma dall'entrata assai stretta, rappresenta una trappola che ricorda l'antro di Polifemo (ben undici navi e i loro uomini vi vengono infatti annientati da una pioggia di macigni); infera' è pure la fonte Artachia; e non sorpren– de che presso questo popolo si incontrino «i sentieri della Notte e del Giorno», giacchè è proprio nell'estremo Occi– dente, dov'è il Tartaro brumoso, che la simbologia arcai– ca poneva l'incontro della notte e del giorno. Circe: la maga· è «figlia del Sole», la sua isola è posta «dove sono la casa e i cori della mattutina Aurora e il sorgere del Sole», dunque in un mitico Oriente; non vi sono piante infere e i suoi filtri non uccidono (il pericolo sta nell'esser trasformati in animali), e lupi e leoni diven- . gono miti e affabili come cagnolini scodinzolanti; l'appa– rizione del cervo sulla strada di Odisseo è dovuta ali' azione del sole (la calura che costringe la bestia a disse-, tarsi), e, una volta sconfitta la sua magia dall'antidoto suggerito a Odisseo da Ermete, l'ostile ma non funesta Circe si rivela un'amica fidata. Ade: il carattere infero e occidentale dell'Ade, ribadito dalla presenza dei pioppi e salici delle selve di Persefone, dal sacrificio di un montone e di una pecora "nera" e da tutto il rituale compiuto da Odisseo, non necessita di al- cun commento. , Sirene: queste tremende ammaliatrici oircondate di sche– letri in decomposizione non posseggono in Omero i tratti mostruosi o semiferini del folclore, il loro canto è (finta– mente) ospitale, e l'avventura si svolge sotto i raggi co– centi del sole (la cera per le orecchie dei compagni si scioglie istantaneamente); anche qui il pericolo (di non rivedere piu la patria) dipende da qualcosa di magico a cui non ci si deve esporre: il canto. Scilla e Cariddi: torna il motivo del mostro antropofago ~ che vive in una caverna (Scilla), connesso con quello,. ad esso complementare, del gorgo infernale (la caverna di Cariddi, v9lta «verso la Notte, all'Erebo»); Vacche del Sole: qui, la connotazione 'solare' è esplicita, e ancora una volta la difficolta è rappresentata da un divieto inteso a controbilanciare l'aspetto gradevole dell' isola e la floridezza delle mandrie. Calipso: la celebre descrizione della grotta in cui abita la ninfa é si idilliaca, ma vistosamente connotata in senso infcro: é una grotta, appunto, circondata da ontani, pioppi e cipressi, popolati da uccelli infernali come gufi e sparvieri, e, soprattutto, vi rampollano accanto quattro fonti di acque sotterranee. Come si vede, tutte le tappe dispari (Ciclope, Lestrigoni, Ade. Scilla e Cariddi, Calipso) sono caratterizzate dall' elemento infero o 'occidentale': grotte, fonti, vegetazione funebre, mostruosita, antropofagia, ostilita funesta. I compagni di Odisseo muoiono tutti durante la perma– nenza in una di queste stazioni dispari (ci6 é vero gia per l'avventura iniziale presso i Ciconi) o nel tragitto che porta ad esse, anche nei casi in cuna morte é dovuta all' infrazione di un divieto connesso con una tappa pari (ad esempio, alraver mangiato le Vacche del Sole). L'unica eccezione é costituita dal giovane Elpenore, che muore nella casa di Circe: ma si tratta di una morte accidentale, dovuta ad ubriacatura, e Odisseo ne viene a conoscenza solo nella successiva tappa, infera, dell'Ade, dove ap– prende anche la morte della madre e quella di Agamennone. Le tappe_pari, invece,.sono caratterizzate dall'elemento solare o 'orientale': azione del sole, aspetto apparente:– mente ospitale, ostilita non funesta, nessuna mostruosita, magia, sogno, canto (tratti che si attagliano anche ali' ultima tappa, quella dei Feaci), nonchè da una serie di rigorosi divieti: non mangiare i frutti del loto, noli aprire l'otre dei venti, non bere le pozioni di Circe, non ascolta– re il canto delle Sirene, non mangiare le vacche del Sole. . Combinando questi dati delle tappe intermedie con gli ' 1. - A (Ciconi) 4. + A (Eolo) 2. + B (Lotofagi) 5. - B (Lestrigoni) 3. - A (Ciclope) 6. + A (Circe) POLfFEMO (Odissea IX, 181-215.Trad. di G.Aurelio Privitera) Quando arrivammo in quel luogo, che era vicino, scorgemmo sull'orlo, accosto al mare, un'alta spelonca coperta di alloro: molte greggi, pecore e capre, di notte vi stavano; un alto recinto si ergeva all'intorno con massi confitti in terra, con lunghi tronchi di pino e di quercia d'alte fronde. Vi dormiva un uomo immense;>, che pasceva da solo le greggi, lontano; non stava con gli altri, ma viveva con· gli altri in disparte, da empio. Ed era un mostro immenso, non somigliava ad un uomo che mangia pane, ma alla cima selvosa di altissimi monti, che appare isolata dalle altre. Allora agli altri fedeli compagni ordinai di restare presso la nave per fare la guardia; mentre io, scelti i dodici compagni migliori, mi avviai. Avevo un otre ci capra, pienQ del nero vino, dolce, che mi diede Marone figlio di Euante, sacerdote di Apollo, che era protettore di Ismaro, perché, riverenti, col figlio e la moglie lo risparmiammo: abitava, infatti, nel folto bosco · di Febo Apollo. Splendidi doni costui mi offrì: sette talenti di oro lavorato mi diede, mi diede un cratere tutto d'argento e del vino, che egli versò nelle anfore, dodici in tutto, dolce e puro, bevanda divina. Non era noto a nessuno dei servi e alle ancelle di casa, ma solo a lui, a sua moglie e ad una dispensiera. Quando bevevano questo rosso vino miele, ne versava una tazza piena su venti misure di acqua: dal cratere si pandeva un dolce profumo, qivino. Allora non avresti gradito stame lontano. Un grande otre di questo vino portavo, e cibi dentro un canestro: perché subito il mio animo altero pensò che avremmo trovato un uomo con una gran forza, selvaggio e ignaro di giusti pensieri e di leggi. 7., - A (Ade) 10. + A (Vacche d. Sole) 8. + B (Sirene) 11. -B (Calipso) 9. - A (Scilla e C.) 12. + A (Feaci)

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