La Fiera Letteraria - anno XVI - n. 42 - 22 ottobre 1961

P_ag_._4 ________________________ __:T~,~A__:F_l~E~-~R~-A.:_~FTTERARIA Domenica 22 ottobre 1961 N .AU~H . .A\ 'JC'O Hl[ 'J[' lBJJD> lBJS Cl[-J[J[ Jf J> JED L lD> O ll?O <G', U JBJHH.A\. Lettera da L' Aj a * * Walter HOllerer: Compianto per un ufficio postale Scoperta • ID Olanda U NA FROTTOLA sarebbe - io e il lettore viviamo in una tale calca di gcnlc - :.e volessi nascondere che m~ riesce difficile auacc~re. Le mie pareti sono rico– pcrt<;- d1 tabelle c~lom!c, albcn gcnc:'tlogici, schemi, nei quali e_sp1_cg0;ta la stona c_h_ G., nd :.uo sviluppo, nelle sue :.ud– dlv1s1om. nel suo labmmo: un solo passo qui provoca l'eco di un groviglio di corridoi. Questi capitoli sono dedicati ad una. giornata degli inizi della carriera di G., G. ancora sconosomto, non ancora malfamato. E questi capitoti non sono altrn che la Jiproduzionc di una meditazione dcll'an– zian10 q., del G. invccc_hiat~, che si fa pensieri sul perchi:; dell ._inz1a!'o G., che vmg~1a .su una nave dagli USA alla Svezia, siede su una sedia impagliata scricchiolaute nella biblioleca della nave, classe cabina, e la sedia impagliata fo capire con Kraaa Kra Kraaa prolungati che non un blocco di ce'!lent~ è a fondamen!o di,. questa ~tanza, ma una gran \'11oto che è una copertona lesa, sulla quale tu c·a1mnini e talvolta affondi, dcinO di lode, non ap1>cna tu sia una persona d'allari; ,·etc, tese da commerciaoti che pensano solo superficialmente all'altro vaporoso vuoto del vuoto, altrimenli avrebbero esercitato male il loro commercio di schiavi e consumato tutto da sè. La parola nella Jinaua tedesca: "lecr" (,1uoto) non ha nulla a che vedere con tutto quanto sopra detto, - nessun rapporto è rimasto con la lingua indogermanica, come ho sempre detto, una costru– zione sbagliata, come ,•errà dimostrato dalla mia ricerca ~Lllla radice kra, - dunque "lecr" da lcsjan, auflesen (fa1e un raccolto), le braccia rendono il vuoto ancora più vuoto, e i ricchi vori:ebbero riversare il pieno nel vuoto e il vuoto nel pieno. questa è ricchez7a del colle-1.:ionarce del con– sumare, che , 1iene e si insedia, complcte7.za in por1.:ioni. in bara1101i di vetro, scatole e conscn,e, aringhe arrotolate e tonno e grasso d'oca, un vuoto, pratico di razioni. - Ma èremos, aòratos: • E la terra era deserta e vuota• non vuol dire porzioni, ma soliludine e una sorta di esalazione sulla superficie delle acque, quando In nebbia ricopre l'isola, E puosto), la pian1;1ra.che è vuota e smisurata, la steppa, la macclna, puoslot, che cresce sopra l'Asia e nel gelo. qci passanti, che poi si scorgeva proseguire tutto pieno di paura e raccolto in sè. Poi, l'autista, venne di nuovo assor– bito dal tessuto di fibre di lana della sua giacca, sicchè restavano solo pochi cespugli di capelli, dritti davanti al vetro. e nei mo,·imenti digestivi della macc~ina 9. si_scnth,a la testa scivolargli nelle spalle, così che chmso m se pote,•a meditare su sè stesso • Sono una costruzione e sono arrivato la sculturaitaliana ~~~~t~~11~d 1 li;::· v\im~1;c~diKG~si~.~'..ceCod;I in;,~~~~c p~. 1~ 11 Kra. l·rutll trascma 1I Kra. Su e gtù corre il Kra. Sul bambù sale il Kra. S'arrampica il Km. Penzola il Kra. Spalanca gli occhi il Kra. Picg~1 il ramo il Kra. Salta dal ramo CLir,·o il Kra. L:antiano G., l'inyccchiato G., che viaggi:\ su· una nmc dagh ysA alla. Svezia, lontano dal suo negozio di dischi di Soasal1_to al d1 I~ del Golden Gaie Bridge, alla volta di ~~~g;/gv~~ÌÌ•A~~~~':ni:~• s~~d1ts~t~~teq~::ta 13 ra 1 ~!~~a P~Ji~;~• s~guacc delle teorie del ~aspnrd giovane, OV\'ero del già giovane Gaspard, delle icone che condussero quello ad an– darsene, quando ave,,a la stessa et!l di questo o era un po' più vecchio, lontano in California, nella te/ra al di là delle barriere. La nave ha crociera tranquilla, oggi il 15 Marzo. Qua– rantunenne G. cerca il ventisettenne, G. o,,vero Gaspard ovvero come altrimenti viene chiamalo, un annadio di uomo, ciai capelli neri a quell'epoca, in incognito oggi, allora scuro in in bleu scuro con i mustacchi, oggi i capdli rasati a zero, la pelle come un camiciotto di pelle. J1 fallo che mutasse colore a seconda del luogo dove si pasceva e dimorava, questo fatto, cosl si diceva, lo a,•c,·a in comune con i biechi lupi mannari delle indie e col camaleonte. G. o,,vero Gaspard, chiamiamolo cos}. oppure dobbiamo fare uso della su~,:negromanzia, per la qual cosa ci occo1~ rerebbero un passino e qualche forbice? La sua tronte si nasconde dietro un:i maschera di legno da difes~. G. o,l\•ero Gaspard, un consiglio, che gli si chiese, e una pre– dica, che gli si tenne, uno scuotere di capo, che egli quie– tanziò, e luoghi, che gli si cede,,ano senza discussione: completezza ha cercato di assaporare, e burbero ha senten– ziato: completezza manca. Questa frase proveniente da un libro tedesco di letture si trova sbiaQita accanto ad altre brutte frasi indimenticale nel favoloso fondaco dei suoi pensieri (Gedankenmemor:-tbilium) come incisa. Egli la consen 1 ava, come tutlo ciò che dcsta,,a sospetti. Quando annegò nella sua completezza, che chissadove aveva senza E kra e kranna, la radice km, il nimore dello scricchiolio ncll.a la1inge (la radice kra) che significa saltare nel vuoto, cosi che la vuotezza è presente ed emette un suono e tulio, salto e suono, nello stesso tempo, non sono né propositb in un cantuccio di mc». Vede la bambola rigida del marinaio distesa a terra, come egli stesso tulvolta si sdraia sul letto, per vagabondare col pcnsiero,•indjsturbato dalle donne: lungo disteso, con le braccia aderenti ai fianchi, le gambe legger- mente divaricate e gli occhi fissi verso l'alto, addrcsscd to t!mptincss, in questa posizione po1rebbe adorare i topi nelle L' travi del tetto. Si sfor1.:ano e si comprimono in rcssure e strettoie. Auraverso il loro squittire giunge alle orecchie un INCONTRO deali Olan– desi con la nostra scUI– IUra avvenne nell'esta– coro da poco lontano:• Chi oggi ancora vuole vhcre vicende d:1 fiaba, non deve agire timorosamenle con la propria intelligenza». G. sede,·a dunque nel taxi, allora, si recava a casa dopo il lavoro, pomeriggio italiano, emptiness, automobili in corsa e Vespe ronfanti, contro questa realtà cosa potevano farci il vuoto o la completezza, che lo rincorrevano dal tempo della sua infanzia come gatti zoppi. Il taxi prese una curva brusca, deviazione, la via principale è interrotta. G. fissa con lo sguardo una piazza., che prima d'allora non aveva mai visto. Il taxi si ferma nei pressi di una caldaia incande– scente, fumanto. Una piazza, completamente aperta e vuota su di un lato, e sull'altro una costruzione rossa a forma di cassone, completamente spoglia. i)l pieno sole: non c'è dub– bio, è l'edificio delle poste, che restava sempre in Ombra, rim.errato da altre case, ora dernolile. G. preme la fronte conlro il finestrino: la facciata è da– vanti a lui, cat1iva, inelta, con il sentore della gentilez7,.a di alti funzionari. ma anche vcraogna, che conosce le titubanze di donne vecchie, e mi fa pena, questa sede, perchè la sua uCficialità, sulla quale può fare affidamento, è turbala dal vizio dell'indolenza, tanto che, facciata tultavia di una sede delle poste, si lascerebbe prendere in giro da un pugno di gente coraggiosa e sarebbe persino capace di farsi trascinare a ridacchiarne, adesso proprio, chi! è li cosl scoperta. E non è forse ciò contrario ad ogni regolamento della Direzione: un piccolo mutamento, che vorrebbe sfociare in un ~rande cambio, ma che come mutamento 9iccolo ha il b.1tticuore e la coscienza sporca? te deJ 1954. JI circolo ar– tistico • Oc Rotterdamsche Kunstkring » si impegnò con non poco sacrificio finan– ziario nell'organizzazione di una mostra arandiosa, e11 plei11air, nello splendido pa,-.. co cfel musco Boymans·van Beuningen di Rotterdam. La mostra fu completata, nella * tò per molti, potremme dire anche per l'uomo della ,ira– da, la scoperta di un aspetto della nostra attività artistica r.:he era in aran parte igno– rato. Gli olandesi hanno per la scultura un interesse: au– tentico, .-.incero, arricchito anche da una buona dose di curiosita, forse perché nel lo– ro Paese mai è prosperata una tradizione viaorosa in questo campo co·mc, al con• f it~~io s~;zaca~~~esod •a~lu~~o~n~,.,se alin~;tai~in~,~~s~a°n b;~i~~'. i TraCce di cingoli di trattori circondano la piana, nei luoghi in cui è demolita. Dietro l'alveare di finestre della sede delle poste, con le parti molli non riparale, in questo momento in pieno sole e isolato, siedono centinaia di esseri inlenti al Ja,oro, occhi scinlillanti in testa, moto tremolante fino alla punta delle di1a delle mani fatte a tappo, fino alle dita dei piedi. Ascoltare, trasmettere ad alta voce. G. prova compas~ione per l'alv>!arc come per un'eclissi oppure per un ristorante, che viene inaugurato proprio ìl giorno del giudizio universale, poichè gli basta girare appena il capo per scorgere i corpi grigi degli elctanti cercare un v.i,co dietro i terrapieni tutto intorno alla pia7,za, le voci radiodiffuse dall'alveare crepitano invano sulle loro schiene pergamenacee, essi trascinano le proboscidi nel loro sen– tiero, e la facciata dtmolita, danneggiata, senza ombre e senza possibilità di venfr grilziata, rimbomba sotto il loro passo, Eoz5n e Siluro. Ridicole le cantine di questa sede delle poste, grollescamente pialle e piene, complete7.za , casse verdi e accessori, ricolme di ca, 1 i e catene, ricolme di isolatori, cuffie di ricambio e batte1·ie anodiche, ricolme di piombini e accumulatori: quale voclo yerrà tenuto e si accumulerà durante la marcia - nulla potrà salvarsi e conservarsi dietro il cammino dei grevi corpi e .neppure una piccola, abile virata può giovare in questo caso. Sa– pessi pronunciare una sillaba a fa\'ore di questo edificio perduto pe1· la sua vuotezza, in cui non è possibile trovare alcuna formula capace di giustificare il suo orgoglio fut- 1ora esistente, fo cui nessun labbro pronunzia una parola che si imponga alla marcia della m:: \s.sa grigia! Le risposi~ sui moduli. i conii sui punzoni, e i lanci solo per spedizioni postali. Potessi rintracciare in una frase un secondo di che rimase pur sempre un bacino di deserto, cosl che si poteva annegare nel bel mezzo della tormenta di sabbia, prese a gettare nei bidoni dell'immondizia i ritagli di Giornale ingialliti ammucchiati alla rinfusa. fatti interessanti, a sgombrare le montagne di lettere, a sciogliere le relazioni, a sabotare la sua carriera, a portare le encirmi collezioni di idee appena annotate, consen,ate per la maturità della completezza, allo straccl\•eodolo Girarosto, che, giallognolo e a scatti come l'avvocato nelle farse dei burattini, prote– stava. protestava cioè contro il pagamento. • on c'è gran che qua dentro, c'è troppo ufficio con graffetle, non ci può ca, 1 are un grande affare, anche se si tratta di una porzioni! (Por1ion) •· La parola porzione (Portion) Girarosto dissi! "porzione" (Porzhme), sapeva di affarismo in senso sim– patico in quel particolare momento era il termine giusto per completezza, G. lasciò procedere oltre - completezza esigeva l'interiezione "o": "o" completezza, ma porzione (Portion) pote,•a venir pronunciata senza questa "o", la "o" c'era già all'interno della parola porzione (Portion), "por· zione" (porzione), una parola non più parodiabile era que– sta, perchè essa stessa già parodiava. "O" porzione, non sarebbe stato né spiritoso né offensivo, e non avrebbe neppure provocato qualche spallata di compassione, sarebbe stata solo una di quelle solite imitazioni aperte. L'l parola ora infilzata allo spiedino giusto, e cosi la commiseranda, teatrale, dolorosa, evocante vecchie zie "o" restò impncchct- ~~1ice~~o "K~~~-ne~raci:ea iD~~~s~o~f 1 ji~g~d;;ci~i~~ll~i s~~r~ impagliata krakelante della bibliotecn della classe cabina. non sopraggiunse commozione alcuna; poichè "porz.ione" (porzione) cacciò la completezza. come più tardi la maneg;– gevole espressione amencana le cacciò la tronfia parola Liige (bugia). Curioso il fatto che fosse rimasto attaccato alle parole con i.i, che non gli andavano a genio e che nespuno, che con esse non fosse nato, era in grado di pronunciare bene. Li.ige e Fi.ille (completezza) e Upig, Friihlingshiigel, Li.icken– biisser, Gli.icksgefuhl, dalle un po' in bocca a un italiano, a un americano, - d'accordo, nella lingua primaria non figuravano, gli ii, ma avevano a cht! fare con quel canale d'arflusso, che egli -allora chiuse, ostrul. e che perdeva sempre qualche goccia, nulla da farci, macchie d'acqua su bianche spoglie pareti, Lutero vi spru7,zò sopra col calamaio, vide le macchie sulla parete immacolata, vide la bocca se· miappuntita graziosamente atteggiata a i.i. Che valore però hanno gli acquitrini e le po7,zanghere fangose! Simpatia o antipatia; di questo ti dovresti pre– occupare, Sisifo, se non ti dessero lavoro, poichè ti tirano giù, affinchè tu abbia di nuovo da fare. L'equilibrio sulla e.imaè un sogno che, anche m disparte in California, dietro le barriere dell'Europa fatte di rocce e deserto, non dura di più del sogno che precede il soprassalto. U NA CANTlNA intonacata in bianco, a quell'epoca, e nella cantina la completezza, degradata, la porzione (Portion), che non prometteva più alcuna mossa, ma robaccia era. Su una superficie cementata la porzione (Por• tion) un'ombra, ma cosi minuscola, che G. non provava pili nulla' per essa. Quando egli aiutò lo straccivendokl, che era motorizzato, lo vede ancora da,,anti a sè, giallo e got– toso come una strega e indistruttibilmente secco e tenace e polveroso e inimpugnabile fino al mignolo inarcato, quando lo aiutò a caricare le balle di carta, in un angolo del fur– gone vide una grande insegna di smalto smontata, un emi– sfero terrestre lilla scuro con cielo rosso vino e in luogo dell'iscrizione uno sfrangiato campione di ruggine con scre– polature, e un saporino gli giunge,•a sulla lingua. dalle ferite della targa: e Ora è bel vuoto da Lei, adesso una scansia non è che vuota come le altre, adesso può final– mente vedere cbc vuoto c'è•· G. attraversò lo scantinato vuoto, allora, mosse le porte di assito alle stecconate, gettò qualche brandello di carta sgualcito sul mucchio di coke nell'angolo del riscaldamento, sci\'olò sulla superficie di cemento, aprl le finestre con un urtone, corse su per le scale con un cesto di vimini, liberò, senza troppo guardare, dalla .posta, dalle pratiche, dagli schizzi, dagli stampati, la scrivania gettando tutto nel cesto, rovistò la casa in cerca di feticci ricordo, foto commemo– rative, pietosamente conservati, di quadri, appesi alle reti trasparenti, intessute con • io vivo: e guarda, io vivo...!», apri la finestra dello sgabuzzino sottotetto e gellò il cesto della mansarda giù nel cortile. Appiattita, su.Jla schiena, una bambola di marinaio guar– dava verso il cielo, le braccia lungo i fianchi e le gambe divaricate. Quettro, cinque volti pallidi giallognoli si muo· vevano alle finestre della facciata di fronte, lamentandosi: Ai ai ai ai ai. li fragore di stoviglie da cucina e un comando. Primavera, tessitrice di bave, polverosa p,;maver.1 era questa. Egli cercò di accendere il fuoco nella traballante stufa ornamentale della sua stanza, che anacronistica nei suoi fregi in ferro battuto si trovava accanto al termosi– fone un luogo per rifiuti più che altro. Dai cerchi di ferro il fWllo denso strisciò nel tinello, stanchezza della prima• vera e polverume del tardo autunno nello stesso tempo, ed era realtà: tutto ciò avrebbe potuto essere benissimo in· ventato di sana pianta, questo caldo eccez.ionale, che si aggiungeva al caldo, caldo di cavità e di arrosti col grasso e coll'olio della completezza (Fi.ille), offuscante, un telo da bagno, col 9-u~le si vie!1e avvolti, e con p~~I~ tranq~illiz– zanti portall v1a nel buio e ancora sono ud1b1h le voci e lo scricchiolio di gambine di uccelli e di noci, • vedi io vivo», - sgradevole. L A SUA lezione di lingua, quel pomeriggio, G. la te!1ne sulla parola \flloto (LeereJ, era un corso speciale per costruttori di ponti in procinto di emigrare, e G. spiegò con figurazioni sempre nuove, l'attimo di nascita di ogni scoperta e attività con la parola vuoto (leer). A quell'epoca si basaya ancora. su quel!o eh~ trovaya a por– tata di mano, partiva dalla hngua. dei suot scolan e galop: ~~~~p~~ia /a~~\~tl/;;i il~r~n,~n~a~~. l~;J~o~~!_ra(~io)ogi~t desiderio di rendere pieno qualcosa che si presentasse, con il groviglio di uomo e donna, legato. ~d. un vupto _da spe– lonca annoiante e incombente, sva~1t1c~10 e smgh1.ozza!"te, con le esalazioni del vuoto provemenu da zone, m dire• zione delle quali l'ago della buss_ola puntav~ se;mpre . e f~mti~a:~~~~~tfavÌ~~:r qi~~~~ ~J~~tg~~~~ ~~n~inuzi~~\ct Vuoto e cieco senza denti, risucchiante con resistenze, hev1 era questo vuoto - e, noia bene, ad ogni modo tutt altro che emptv, acmitz, aemotia, .che s~gnificano senza a_rte né parte, non occupato e non mgagg1ato, senza negozio: un Walter HOllcrcr né conseguenza, ma cosa ovvia, sicchè il vuoto ti ingoia e ti accorj!i di trovarti vuoto nel ,,uoto e di aver raggiunto la cima estrema e che il vuoto rappresenta per te il mas– simo del vedibile, gusta.bile, udibile, palpabile e che nel vuoto resti vuoto, più ancora che nel "vuoto" (vuoto), e di cerlo nel empty, e senza alcun dubbio in leer e eremos, in poustòì e in vide - chi, o Sisifo, vede come te, che il sasso prima di rotolare indietro perde l'equilibrio e che per tale àttimo, senza avere il minimo bisogno di te o del– l'abisso, è sospeso nel vuo10, come in un urlo improVliiso. Egli parlava senza manoscrillo e con la sua testardaggine aizz.wa verso le non troppo famigliari tesi di glottologia i pochi alunni intelligenti di quel corso, fra gli altd quella Susanna, che a dire il vero non costruiva ponti, ma fin d'allora era fra gli uditori lissi, in maniera tale egli aizzava, che. si ricorda ancora il chiasso. ne nacque una rissa. Vac10..En_bianco. Gli zaffi delle cisterne per l'acqua piovana. Le regioni della luna. •Addressed to emptiness. Scuotendo la testa uno dei pontieri guardava il suo foglio bianco quasi vuoto, sul quale figuravano alcune delle espressioni scaraboc– chiate, accompagnate da punti interrogativi e ricancellate, e G. lo udì chiedere al vicino: • Come si regge insieme tulio questo? E dove resta la pratica?». • Il suo vuoto• udl dire dalla Susanna • non è altro che un trucco, per sfondare là dove altrimenti si resta bloccati, oppure per fermarsi là dove tulli vanno oltre». • Sarebbe già qualcosa,. ella soggiunse. G. fece cenno a un taxi nel traffico del mezzogiorno d'accostarsi, disse il suo numero di casa e la strada. L'au• tista guidava a scossoni e come un diavolo. Fischiava attra\'erso i denti•, si picga,,a sul ,,olante, G. pensò di non aver mai avuto in vita sua un autista di taxi così insi• gnificante, malsicuro, smanito, straordinario, come proprio quel p:iorno. Rovescia\ 1 a e spianava il traffico davanti a sè, cani, br.mbini, ciclisti, perfino onmibu! dall'uno all'altro Ja10 della strada, saltava indietro, non appena incappava in uno chiai-ezza, che non esprima sentimenti di compassione, ma eh~ tenesse avvinti per un interesse tecnico: cmptiness - ~l~~t~ ~loi~ 1 ga~td~az~~~t~1/ i~~, 1 ~Saf~ade;,~~d~,? dié~~sÌ~~~~ ~ chi si incammina per il sentiero dell'ombra, sbadato'. i imperturbato, senza scop~, sen7a pietà, senza frella, indi– pendente e con la massima n ,1turale1.za si spinge avanti co_l pericoloso movimento della testa che non significa anatto consenso. Nella._zooa dclh piazza con l'asfalto intatto, dinanzi alla ·~.~ po_rt:i girevole della sede delle poste, risalhia verso la super• I fic1e la sca_la '!lobile: ~tanno in piedi impcllili, vengono n" da) bass?. m lmca obliqua e procedono oltre, cappellini MARCELLO MASCHERINI: Uomo a cavallo. (Rassegna della g:~m~v~~:à.~ 1 rs:ol~~ ;iiu~f• s.~1/~~~i• 1 .~~ii:; ';:~~~n~~•o;,j scultura italiana a Rotterdam) oltre con I ombrn sempre dietro. li taxi attende vicino sede del Circolo, da una ras- trario. è stato per la. pillura. alla caldaia per il calrame, alla luce rossa del s~maforo segna di disegni degli stessi La scultura esige spazio e e l'au.ti.sta si sp~rgc fuori e sbadiglia. Nella parte vuol~ scultori espositori. Le opere questo Paese non ne ha mai d~molJta .deliri piazza, di fronte, circondalo dai batuffoli scelte con discernimen10 e a\'uto, nelle case, nelle stra- di elefanti. di marna e sabbia giallo bianca, c'è lo stracci- buon gusto erano di Calvani. dc, nelle poche pia7.Zc.Anra- vendolo G1raro~to, cappello sulla nuca, il suo deposito acca- Greco, Lardera, Manzù, Min· verso i ·secoli, le costru7Joni tastato davanll a lui, per Qggi. Getta corone di carta, di guzzi, Pepe e Mascherini, d'Olanda si sono s,•iluppate falso alloro, su una freccia a I metro di distanza. non fa l'unico già rappresentalo in s.. -condo una dimensione mo- cent!"O,. fa centro, fa centro, non fa centro, operai masti• Olanda nella collezione del destamente umana che ha ri- ~1;1~~ Gl~r:1o~,g ;r~u~ m1!~~~~gi~~roc~rcirn~~~i :le~~~ì a s~c~~:i~ ~~:~~e~;.o I le r- M u 11 er di ~ll~,r::;;po~~lnl:~;c"er;;i~;~~!io ii conc!tato, cosl si lasciano trasportare gli altri sulla scala L'esposizione, che intende- carattere di intimità che è mobile, con lena e senz::\ posa, mentre G. ,•a in macchina va dare un'idea generale del- !ratto fondamentale di que- ~~~ t'f~~~li~~~a~~t~1~,.~1~s:~~i~1d;~~r~i s~~~e~~ddc:fi 11:1:r~~~~: !~;: ~~~~adcill~tf~~~(u~-a ~~n~ ~~~J?~~;~i~"n~u~~~?~~if:t~~ Da «J.,'ora'degli elefanti» ~~e s~~~~as: Jf 0 i;m;a ~b~i ~;5~ ~,~~:~~~e7o~~~erl~ (trad11zio11edi Massimo Sa11i) pubblico enorme e rapprescn- potenza disumana del mare. Il respiro casalingo, dunque, A[bertl()) fraUiini o l'amore * dli lLeopardli delle costruzioni, delle case, della vita stessa, non po1eva certo fa,·orire lo svilupparsi della scultura, che ha biso· gno di sole, di luce, che si sviluppa là solo do\'e è pos– sibile la \'ila all'aria aperta. Senonché la necessità e la foga ricos1ru11rici di questo dopoguerra, che stanno cam– biando. il \'Olto di molti quar-– tieri o addirittura di intere città, come av\'iene per Rot• terdam, impongono che i chiari spazi moderni delimi· tali da grattacieli, da lineari complessi edilizi in cemento armato, vengano pausati, spez• zati da opere plastiche. Nuovo commento ai ''.Canti,, N ELLA VASTA letteratu– ra di esegesi leopardia– na nella quale è avver– tibile un progressivo svi\upM parsi .. dell'impegno storico· filologico» e • l'affinarsi del– la sensibilità interpretativa», non può passare inossen•a· 10 il recente commento di Alberto Fra11ini (G. Leovar– di, I Canti, a cura di A. F.. Brescia, 1960, pp. 574), logico punlo di arrivo di uno scel– to e fertile Javoro di appro· londimento della poeLica leo· pardbna, scanùita attraver– so una serie di tesli che, muovendo dall'ana!isi di al– cuni aspetti p:.trticolari del– l'animus l.'.!opardiano, giun- ~~~~e f~i~id~~adi:fi\d~1~f iJ: tomo alla Lortuna dei Canti (Brescia, 1957), qui funzio– nalmente sintetizzata nelle pagine iotroduuive (pp. 21- 51). Ad esse seguono quel• le che delineano un sin– tetico • ragguaglio sui com– menti dei Canti» (pp. 61- 69). La le:tura delle pagine introdu11ive e del commen– to ai singoli Canti ci mostra un Fra11ini •- poeta egli stes– so - propenso ad impc:– gnarsi, con fervida sensibi– lità, nell'analisi del grande Poeta, cd offre un'interpre• tazione che ha il pregio di avvicinarsi al Recanates~ con un tono di cenfidenz.a che pur non dimenticando le, au– stere tradizioni della critica., ci av,•ia alla lettura del te– sla proponendosi anzitutto di farcelo gustare. Questo in– tento è mirabilmente rag– giunto con un lavoro di sca– vo sintetizz:ito nelle armo– niose pagine ~he introduco– no lo studente e lo studioso nel tessuto della poesia leo– pardiana. Di essa è oppor– tunamente premessa la ne• cessità di una immissione, per bene incenderla, nella realtà e nella coscienza sto• * di SA.LVA.'l'ORE ORILIA rica dell'epoca in cui visse i! Leopardi, perché" con quel– la coscienza il poeta quasi sempre. urtò reagendo e mo– dulandosi • secondo fo sol– lecitazioni d'una natura con– sacrata ad un doloroso de• ::;tino di solitudine». Perciò il lettore d!lle due canzoni patriottiche del '18 troverJ. pure una sincera commozio– ne nel compianto del poe– ta per gJi italiani caduti in terra straniera p.?r una cau– sa straniera, compianto che non smorza la e fervida ten– sione di alfetti • e l'urgem:a di quel • patbos vibranle, che si effonde per slanci e per· pause co:nmosse e se• vere, in un ricchissimo fer• ,•ore di rappresentazione,. nella prima lirica; né si su1- pirà dinanzi alla • visione pessimistica della real.à umana» che nell:i seconda canwne • ha già il sapore e il fremito di accenti del Leo– pardi maggiore»: segni que– sti dell'esistenza di • moti di un mondo intimo che già ten· ta, e a volte raggiunge, la sua misura necessaria, la sua eccelsa luce"· Accertata quindi (anche nelle canzoni del '18) la pre.– senza di una nota di quella maturità spirituale ed arti– stica che al!rimenli vedrem· mo apparire solamente nei primi idilli, il trapasso di forme e di toni (dall'ispira– zione eroica a quella idilli– ca) non può avere del mi• 1acoloso mentre, avverte il Fra11ini, • 'ii tratta di due vettori d'orientamento e di tensione che si integrano e si condizionano a vicenda», znche se m liriche come Lo Infinito e Alla lw1a, è piut– tosto il secondo che attinge un suo eccelso equilibrio. « I! moto centripeto» elci– l'ispirazione dominante nei • primi idilli i., • condizione di pura intim.it ~ », ritorna a disperdersi, 'iOpraffatto da • sostrati storico-mitologici,. nelle • nuove canzoni», sen– za tuttavia perdere mai quel– la modulazione tutta leopar– diana, per rui anche nel te– ma concretizzato su struttu– re etico-ideologiche troviamo trascritta e la profonda crisi ~piritualc » vissuta e soffer– ta dal Leopardi, crisi 3\la ouale non è estraneo l'incon– tro col Rousseau, già illu· strato d3llo stesso Frattini in un preceden1e volume. Tale crisi ,sfocia nella constatata e • romanticamente tragica,. necessità del suicidio, lirica– mente espressa nel Bruto Minore e nell'Ultimo canto di Saffo, dove soprattutto la proiezione dell'io profondo del poeta trova Ja sua più «Jelice misura stilistica e lin– guistica», e « grazia d'idillio e lamento d'elegia delicata– mente equilibrano l'intensa drnmmaticit~ del fondo ». Né mancn la poesia nel cant'> Alla primavera e nell'Inno ai Patriarchi, fiorendo ess:i e da un senso di estremo ap· passionante vagheggiamento di una freschissima aurora– le stagione del mondo» ma il vertice è raggiunto con l,1 canzone Alla sua dom1a, do– po la quale non può stupi• re il silenzio della poesia leopardiana, nota il Frattìni, se si pensa che in • questa stupenda e sconcertante li– rica » conflmscono • i più ~lti motivi esistenziali » e vi si esaurisce • la possibili:à di costruzioni e invenzioni lc11era1famcnte sollecitale e mediate» perchè il poeta ha raggiunto il massimo di estraneità V.!rso la terra e la vita. Dopo la lettura dei dialoghi, "macerante espe– rienza spi1;1u:ile ed artistica» espressa in uno stile • poeti– camente lievitato tra fervo– re di pathos e pacata medi– tazione», possiamo meglio intendere i grandi idilli cui prelude con insueta • Facile musicà di canzonetta» il Ri– sorgimento, del quale l'A. nota nel tono e nella strut– tura di accorata confessio• ne il • senso stesso della pa– rabola etica e poetica,. del Leopardi. D:il Risorgimento si snoda la poesia dei «gran– di idilli », dove i • cari fan• tasmi e le vaghe illusioni... splendono in una malinconica luce, come da un'allra riv:.t»: l'infe-licità in·imediabile del pot>ta ha ormai toccato il londo e si riflette nelle sue opere con una « impre,•edibi• le forza emblematica•· che raggiunge l'acme nel Canto 11otturno, « calmo e ardente ccme un lucidissimo delirio». Il pensiero dominante segna poi il trapasso dai • canti della rimcmbrnnza e della meditazione• ai • canti della passione e dell'inganno estre– mo», e su questo tr.ipasso in– cide I'• intensi là e il calore delle esperienze sofferte"• tra le quali quella dolorosa– mente triste dell'amore o:=r I:, Fanny: tuttavia il Pensie– ro dominanu, per la sua in• terpretazione dell'amore co· me vocazione elcttissima, ci sposta lentamente, a11ravcr– so Amore o morte, Co11sa/vo, A se stesso, verso Aspasia che è eoilogo di un ciclo cd anche apertura verso una vena sat.i1;ca che hn una far• ma significativa nella Pali11.::i· dia, ma non è tuttavia un approdo. Il quale è invece raggiunto ne La Gitiestra che ha la • complessa coralità di un messaggio•• in cui si riassumono "tutti i princi– pali temi e problemi e ca– rr,ttcri » dcli" poesia leopal'– diana. In quel canto bene il Frauini ha rilevato la pre– senza di quelle • esigenze e aspirazioni che più e meglio si erano chiarite» nel Poeta. Va infine rilevato che il commento di Frattini valica, nel suo ineccepibile rigore critico, i limiti di una ana– lisi delle. ragbni stilistiche, retoriche, metriche, e pene– tra in quel retroterra di sen- 1imenti e di tennenti ideali e culturali dove affonda le sue radici il genio poetico leopardiano. Del quale lo studioso ci sa dare, nelle pa– gine introduttive e nel com– mento ni singoli Cauti, una storia retrospettiva, organi– camente pcC$picua~ Il Fratti– ni aveva già dato prova di saper penetrare nella stotù del pensiero e della cultura del Leopardi: il suo commen– to ai Canti raccoglie i fm11i cii quei lavori in un testo do,'e l'analisi critica, ricca di molte e acute illuminaz.ioni, non si disgiunge dall'amoro– s~ intelligenza rlel testo poe– tico. Già alla • Mostra '54 » fece– ro acquisti enti municipali e privati, musei e collezionisti. Un anno dopo, un'esposizione di Marino Marini, organizzala dal museo Boymas-van Beu• ningen, rappresentò una tap· pa ulteriore e oltremodo si· gnificath 1 a di quell'incon1ro con la nostra arte piastica che ave\'a lasciato uno stra– scico addirittura di en1usia• smo. Le opere di Marini at– tirarono l'attenzione delle municipalità ed oggi sìa Rot• terdam che l'Aia ::.foggiano in una \'asta piazza, centro di un quarti~re tullo nuovo, un colossale monumento di que– sto scultore. Furono iniziati– ve ch'ebbero risonanza lar-– ga anche perché suscitarono discussioni. polemiche. • Per– ché il comune dell'Aia spen– de lanli soldi per un'opera di uno straniero invece che af• fidare la commissione ad un artista olandese? ... » si chie– sero molti, risentiti mentre gli appassionati di cavalli brontolavano in lettere in· via te a di..,ersi quotidiani: • Ma che razza di cavallo è questo di Marini? ... è piutto– sto un'offesa grossolana a questo nostro fedele amico». Sono le S(!lite polemiche, tutti le conosciamo ... Negli anni .successivi pro– segul trionfalmente l'incontro con la nostra scultura: una mostra di Manzù fu organiz– zata nel 1955 dal Museo Cen– trale di Utrecht e opere di Italiani furono ampiamente accolte dalle belle esposizioni all'aperto che ogni tre ::inni \'Cngono organizzate nel par– co onsbeek, ad Arnhem. Nel 1955 vi si trovavano, fra le ~:~ri~~~~~~ t!:;~~lp~~~~: sco Messina. Nel 1958 furono mollissimi i nostri scultori presenti, da Basaldella _ a Gul!rrini, ad Arturo .\1anm,, Mastroianni. La !'lcelt.t era ..1a1a affidata fra ali altri a Fred Carasso, uno scultore italiano di robusta persona– lita che da molti anni vive in Olanda do,·e ha conqui.scato un posto di primo piano nella vita arti3t1ca del Pa~e. Si debbono a lui i monu– menti piu imponenti, di cui uno originale e gigantesco, dedicato alla marina mercan• tile, che si .slancia ardito sul porto di Rotterdam. _\folti sono i musei che r,oc;– siedono sculture italiane e da circa un mese il Kl"Oller-.\olul– ler, famoso in tutto il mondo per fa piu importante colle· ?ione di Van Gojh ed anc_he perché uno dei p1u modem, e ben situali d'Europa (si tro– ,-a in mezzo ad un immcn<.;o parco abJ{ato da ceni sci• ,atici) ha aperto un·esposi- 7ione permanente, all'aperto, d'i sculture tra le quali si tro– vano una • Bagnante • di Greco, •Franca• di .\1asche· rini, ..Giuditta ed O!orerne » di Arturo Martini. La biennale di Amer,a, nel– lo scenario naturale del par– co Middclheim, C mollo ,·isi· tata anche dagli Olande::,i ed ha quindi contribuito a dif– fondere la conoscenza d'altri nostri scultori. Due anni fa speciale attenziQ.ne (con ac– quisto di opere) fu rimlta alla partecipa7ione di Raf– faello Salimbeni. Anche nella non felice edizione di que– st'anno, un • Cardinale» di \1.anzù si distingue prepoten– te nella sua bellezza, tra gli obbrobri che lo circondano. Quanto alla pillura moder– na, falla eccezione per .alcuni nomi, pochissimi, ormai as· -.ur.i a ,·alare di simbo!i. Olanda e Italia seguitano ad ignorarsi cordialmente- e su questo punto non sarebbe certo male si fermasse l'at• tenzione di chi so,·rintende agli scambi culturali ed ar– tistici fra i due Paesi. Dopo una magnifica, , asta esau– riente mostra di Morandi, or– ganizzata dal Gemttnte Mu– 'ieum dell'Aia nel 1954, una bella esposizione di Campigli an·enuta l'anno successiYO ed una interessante personale di Elena Schia,·i organizzata nel 1960dallo s1esso museo. non ,·i sono state altre manifesta. z.1oni importanti nel campo pittorico. Poche personali organizzate dagli artisti stessi in gallerie più o meno frequentate, ras– segne di incisori o di pittori regionali, qualche mostra di • perspnaggi • d'avanguardia. allestita daUo Stedelijk Mu– seum di Amsterdam che e sempre fanaticamente aper– to alle espressioni anche più ariose della modernità. non si possono certo considerare sufficienti a dare un'idea, seppur va~a, di quanto si fac– cia in Italia nel campo della pittura. .Una rivista di musica * DISCOTECA E' uscito in questi giorni il dodicesimo numero di Disco• teca. la ri\'ista mensile di dischi e musica diretta da William Wea,•er. Concludendo la sua prima annata, Disecr teca ha chiamato per questo nuo,·o fascicolo un grande numero di collaboratori illu– stri per un .sen•izio speciale sui grandi (estivals europei. Wieland Wagner ha scrillo un particolare e credo• artistico i~~ti,~;;s~uimaa;rtu~.CÌNng1:~ se John Christie racconta le origini del suo festival pri– \'ato di Glyndebourne. Per l'Italia Gian Carlo Menotti parla di Spoleto, Pariso \lot– to del Maggio musicale fioren- 1ino e i\lario Labroc.a del Fc• sth·al di musica contempora– ~ea a Venezia. Anche il jazz e presente, con una descrizio– ne del ,:;ingoiare Festival di Comblain-la•Tour. Discoteca conclude cosi briJ. lantemente la sua prima an– nata in cui ha pubblicato ar– ticoli da tutto il mondo, scrit– ti di le11erati come Alberto \lora,,ia, Elsa i\lorantc, Gior– .gio Vigolo. Raffaele La Ca– pii a. Giuseppe Patroni Griffi, di musicisti italiani come Tul– lio Scrafin, Luigi Dallapiccola. L'indirizzo di Discoteca i: Piazza Campite!li IO. Roma. Una mostra per tutto il mondo Alla :?alleria Anthca in Via del Babuino 4 I. i1 pLttore Dragutcscu inaugura la sua mostra dedicata all'Europa. agli Stati Uniti d'America e al Messico. gio,·edì 19 otto– bre. A Gerola il «Cittù di Trento» Il primo Concorso nazio. nale d1 poe.;la della monta– gna ''Città di Trento.. s"è concluso èon la premiazione dl Gino Oeroln. di Firenze. il cui nome però rivela su• bito la sua origine trentina. Egli è infatti di Terragnolo. e òella povera vallata che gli ha dato i natali ha sa. puto descrivere autentica– mente In vita più vera. la lotta quotidiana degli uom1. uJ della montagna. la fatica rassegnata del vecchi, la. spernnz,a dei giovani.

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