La Fiera Letteraria - anno XVI - n. 42 - 22 ottobre 1961

Domenica 22 ottobre 1961 RICORDO DI UNPOETADIMENTICATO * Pani Scarron, il dolore che rise * <li l•llt1'llQ Cl.11.11'1'1 P AUL SC.ARRON' nacque a Parigi nel 1610, quarto riglio di una famiglia originaria dcll'allo Piemonte, li padre, un ira:-,cibilc bigotto soprannominato in famiglia e l'apo– stolo•· alla morte della prima moglie ne portò a casa una seconda, pi~ arn~ e pii.J pc1tcgola di lui. Ancora piccolo, Paul fu affidalo ~1 parenti e lo ritrO\'iamo in famiglia solo dop_o i dicci anni. La matrigna, per toglierselo di mezzo, decise, come egli ~ICM,Odisse, di insouanarlo: e a dician– nO\'C nnni P.iul carron era uno dei tanti piccoli abati per for?.:1 di cui !>3rà pieno tutto il 6 e il '700, in Europa. Del tipo, di spirito vh•acc, non si l:lsciò però inlimorit'C dalla ~ua nuova po.)i7ionc, dimostrandosi ben presto molto intr~prcndcntc, facendosi molto vedere per Parigi, ben in– c1prrnto, profumato, leggero e galante, frequentando ~alottì e ~trndc clciJOllli, !ocali mondani e sale da gioco. Inoltre aa sohto frequentare i teatri e certi intimi ri– tro,i per .amici. Di questi ne a,·c"a, sin da allora, tanti, e ben qualif1ca1i: poeti e scritlori quali Voiture, Rotrou, Gcor– ~e~ de cudcn, Trbtan l'Hcrmite, che do\'eva essere il ~u.o pnmo .biografo; moltre dame e damine della m1ailore an– .!,1ocraz1a.Quesrn \'Ila beata sarebbe durata, ~,ando ai co• stumi del tempo, chiM,à quanti anni, se non fos!>eintenenuta ancora una ,·olla l<l matriana. Poiché Paul batteva contmua– mente ca.!,sa in famiglia, la signora Scarron convinse il ma– rilo che era meglio allontanare il piccolo abate da Parigi. Il che a\\"ennc. e Scarron fu allaccato alla persona di Car– lo Il di Beaumanoir, , csco,·o di Mans. Col cuore serrato, Paul Scarron fece fagotto ,erso la cit– tadma di ,\fans do,·e, tranne la parentesi d'un impro\'\'ÌSO , 1a~u:10a Roma al seauito del suo vesco"o, dove, a , 1 1,·cre ben sene anni. Ma se la ci11adina era piccola Scarron trovò di che :111ie1arcle sue iiornate nella piccola corte che Mnry dc llautefori, la platonica amante di Luigi Xlii, avevo s1a– bilito nella Mm splendida villa, dove si davan convegno belle dnmc. poeti e nobili dell'intera i\faycnne. Inoltre, nelle oste– rie e nelle l:l\'crnc di i\1:ms, Scarron conobbe e frequentò i tipi che nvrcbbc poi descritto nel lungo poema satirico. • L..: l'Oman burlesque•• la Mm prima opera di succc<;so. ~•:In Mr1m,gli fece anche un terribile regalo. S'era in carnc\lalc. Scarron, tipo ridanciano, :11Jcgroanche al eh 1, del limiti della sua condizione r,ocialc, pensò per una volta di sfogare la sua bizzarria. d'eterno studente in– ,·cn1ando un tra,·cstimcnto impensato, inedito, degno solo della !-un fantasia. Si spalmò il corpo di micie, aprl un let– tone di pnune e ,·i :,i ravvoltolò fino a che n.:>nne usci b1am:o e piumo!>Ocome un orsacchiotto. 1 aturalmentc, sceso per le ,ie d1 ~lans, tutti gli rurono allorno, alcune donne pre– sero a stnllarc, allre più curiose a spiumarlo. Ne nacque uno scandalo. · E Scarron do,·c1te lugg1rc, inseguito da uno turba di po– polaccio inruriaro, per boschi, ruscelli e rigagnoli, finendo a na<;condersi tra i roseti d'una villa di campagna. La stona fim a letto, per un violento reumatismo che lo immobillu per circa due anni. Finalmente sembrava guarito quando, a trent'anni, nel 1640,do,·ette rimettersi a letto. Un ciarlatano cui si n\'ol:,e, uno dei cento presso cui Scarron sperperò tulio il suo denaro, gli somministrò ~ma droaa cos\ po1cnte da cau.!,ar:;iliimmediatamente la pnrahsi delle braccia e delle gambe. Paul Scnrron, lo studente allegro vestito da abate, rimase ~,roppio, con le gam_be aggomitolate, le braccia in– collate al corpo, In spina dorsale ricun 1 a, il collo incassato nelle spalle, per vent'anni. in una cameretta cli Parigi. T. A F I FRA FTTFf!"f!J,\ LUIGl BARTOLINI: Pncsugglo (Rassegna di arti figurative di Roma e del L.11io) lRassegna di scienze sociali: di ADRIANO BOTTA * Storia del ''tempo lib~ro,, L A Rivoluzione industriale Italiana esplose (se poi c:,;plose con vere caral– tcri1itiche rivoluzionarie) con enorme ritardo rispetto agli altri paesi d'Europa. L"t <1piog wia di ordigni • che si abbauè sull'Inghilterra alla fine del S(.'COlO XVIII. aspettò più di cent'anni per passare le Alpi: sollo la dittatura crispina la indus1ria italiana non era ancora uscita dalla fa.!,c di adolescente, pionieristica: pcrchè acquistasse una pre– ci~u fisionomia ci sarebbe volulo Gio,•anni Giolilli, e con Gioli11i siamo gia all'al– ba del nO\'CCento. ,•ariamcnte interpretandolo a .!,econda delle idcoloi]:ie (il che, intenclinmou, è giu-,10) ma sigillandolo nelle ermeti– che provclte elci linguaggi da élite. Sono frequenti, 01mai, i ca– si in cui cer1i ~aggisti pnrla– no dell'industria, n1lc a dire della cara1tc1istica piu e,·i– dente del no.!,tro modo di , 1 \'ere, dall'aspc110 principale della no~tra vi1a produ11ha, in termini che prc\upponµo– no, da parte del lctlore, l'a– desione incondi1ionata ad un ~~~~~!fd~tsf~~colf~Zi~~/n~ gruppo culturale. Da Ari:itotele a Marx 1ionc delle condizioni di la– rnro nelle antiche eh i\l.t, tutte con[ormi al101 regola ~~~ i~,~:~~~ 3 ~~~n 1 ~i~-r::~"\'~f eliche dell'età contemporanea, pur esse fond:1tc sul ri~pctto della , ila ~ingoia. Ma l'illuminismo, come porto QUe!:ote ri\'oluz1oni. por– tò :1m:hc la nUO\'n ,;trut– turn sociale borghesc-capita- :\f~ic~,u1r.:·Ln,~Ii,~~i~ro"~~ 1~~~:= ~~\~:ciio~ 0 ~1~~t; 1 ~f:~ii 1~l primi testimoni, Ja contrad– di1ione originaria e fonda– mentale tra i princlpi ora- · mai decretati e teoricamente n!:opctlnti dall'illuminbmo, e la reali;.\ industriale capitali• '.'tticadcll'01toccnto chC, come tu11i sanno, DQrlò nuo,.i.men- 1e la negazione del « diritto al tempo libero• per la clas~c operala. (Contlnu:i a 11:1glna6) Pag. 5 RicoYflli parigini * Sinceritàdi Gide * di JIAIU1\0 J•JAZZOl.,J,A E RO .• a Pari,:i, re,J11tto. re della rivis~c. Arts et ldu~ ., diretta dal segretano d1 .\11dréc Gide, l.,11c1,mCombelle, wr gio1·a11ele ~lii qualita di criti~u uano aflini, per acuteun dt stile e 11ersp,cacia, ~ quelle di w1 Rem" de Gourmonl. Nella vrrma1,•era del 1937, ,,,; pare, ,,; p:1bblicai w,. sa~g10 !>Il Pirandello. I ·amico Cambri/e ,m duse che GitJ.e lo a1,•c,,a letto, (come pur,; m1 altro su 1·a1enJ e clte s'un e~presso, c. pro– posito, i11 mmlo che mi riu~n assa: liui11- gltiero. /1.'acque ili ,ne la ip~ran::.a dt evuoscerlo personalme,ite. Cli fui pr.!.'>enta:o quald1c giorno dopo. Plima d1 ;J.iungerc t1l !itW sn,dio, dovetti attraversare tld corridoi in .. ui migliaia di 1•olumi scm1'ra1•a110 fare _ç,vrta al mio si– lcm_ioso fJtt.~w,1,:1-:io. Lo tr&,,t1i _ comodamente .)edttto .,11 111w f)Oltroi..,. \11 accolse cv11 semplicità nffa/Jitc. Fu,ru11•.1ed era vestito di velluto '1/!'Jfronc. Jf cr:mio cnli•o e .\otto i tl11e folti :,opr11cci,:t1grii:i t.:li occhietti sfa· ,•illarono 11ella .\tan:a tl/11111illf1ta. Esvn•S.\i .i•tl1it~, ti111itla111c11te, la '!1ia am-_ mlft1.:,io11c p,_r il libro che a,•e1·0. n.letto ,~1 recente: La forte Etroit.:. Gli ,tiu, che ti puto.~ iufu<;, i,J quelle pat.:mc, il .~egreto_ mi,tico "" a1·c,·c11 comwucato emoziom 11110,·e.Gtde 1,:1 ri11gra:.iò _,.011 1111 . sorriso e. di:.se: Ilo snrttto molto Il tema d1 questo lzhro: l'ariinmento i!, in .\OHanza, la mia stes!>'• e11i\te11::.a tli crhtrnno •· Le s ue parole destaro110 ;11 me un vi1•0 intere.ue. Benché 1tm1do e t1t11bimtc, O.\ai fargli delle domande .~ylla sua opc,a. \t, ri.\1'0.\t.' a!11ich_c1·olmente, co11 ~cmplicitt1, ~-011 simJ1al1ca mdulgen:_a. Gc::t1eralme11l.!, t11Hi, lnmta1•0 il g111di:_io .)flfla l'O.ftfll arlt' 111110\ 1 ,mdo tla Oscar Wilde, e, iu certo modo, tln Do}toc::wskiy. . E.Hc– ti.\1110 e 11\icolot.:i.rnro ~011,.,te1111i11111111re· cisi e im11f/1c:1r11ti ", mi ri\pn11tlc::Gitle. , El'i– tlc11tt!mc11t:, lii critica fra11ce.,e ed euro,,ea Jm tra,,c1irt1t,1 J't•lcme11tu 1:imBc11ùta e, 11er co.\l tli,e, 11vu/11~io11ariu che custit11i..ce fr1 CHcn:.a tlt'lll' mie u11cte. No,j nego una ccr(tl i11f/11,•11ta, a11.:1a/Jì,rit,} COI/ O.,car \\111- tlc · lllfl io hn lm•ort(lo sempre alla ricerca rii' 1111a\Ot,:;.:t•fl1vit1) pi(, comple.srn. li mio C1i\tim1c.\i111,1è q11.:-lln tle/1,1 col1m e de.l/11 rivolta. lo :.011,) coutro o,:11i t.:ri,:io co11for– mis1110,·q11ie',' lo .\for:.o ver coHruire l'uomo e la ~Ila fihatù tcrre11a. lii q11e!ilo. il mio mae_çtro immrrliato ~ Ge~IÌ: prlÌ dello Heno Nietzsche, d..,/ quale ho 111!rcosl dir!' im– ,,arato l'!irtr della ri,·olta •· Infatti, replicai, in ,m'anpnrcnte .\ercnitil c'l' 1m'ag,ta::.io11e sottura11:a eh,• co.stit11iw:e !a ,·ostra mi– s:liorc w11:mi1à. Il dramma di G.?su è, i,~ fondo, il d_n,mma di .os:ni 1101110che .<:t po11e alla 11cerca di D10. In <;11cst11 prOl'a _çi incontra 1I mondo, la terra che si com- 11lica. la ~torio. · Per que.,t'fl rn,:io"e - rispose Gide - io curo la .\t!IViibilità csaspuata c. la mi<, arte lottn trll tm ~"i.flici.<mo raccolto e li ra.Jonalltà d,.lle s1t11a:1oni umane vis.u1 1 dra11m1al/c,:1111e111e. S lle :-.:oumtures Terre stres il proh/"!ma era la ricerca d, una s.-; ~,anza pc>l!ticn dc:ci~a_mente pa111eist1ca. V nat11ra io la sentii mu!u:amente, anche pe; chi do1,·evo appagare w1n .i,m_cera1,•a!ma::ume della tura. 1,i quel l,bro m, hhera, del pa– ,:ane!>imo :ioioio 1-·emt10:ui_rla .\1d;.fchl! a· 1ra1,•ersoo~c:1r Wr/de. P0t ,I •mo ~ptrilc. •~ preso da problemi piu tm,~11• e 1111 o,,,. ~•"ç' 1111a ricerca deituomo e: de, :.am :,, _.., 1·1u concreti: la r,1,·olta da 111:111 c.-J,. .,rrm:>•:10 1pocr1ta e lo Jibcrta dafla t..·ol;hl. r;<!JU fu d mio ara1 1de am ico m ,,w.•,t• ,uodeiM e limpido ,· iagr.it, attr~l".!r,o • .. stnria mte– riore dc:ll'r:,ropeo crHtta11t• I.a ,ma _oorrn d1 morali.Ha rtHa il 1e.-...1irn mere, Uire frammentario. di q11es 1•. ~eudc:.no d, cltia-_ rc::.z,ae di fiHperatr ~,mlu,. _s, trntta1-·a di disgre,:are l't!lt'1m•Y .. v 'lfJTJa."1to .dalla polla a11c:ora \UIIO dt<' , \-leH:Hf(:lO i> /1111 \'ero. la anarchia d, G, •Il mi (.?dth,e fino a (amtt ri11nes:arc: 11nt1 morale loJor,1, che, 111 rc:altil, a,·e,·a o/I :çr, la purez:.a d1 quel lrn~11ai210 1,reci.~o. E 111lora pc:ns~i a co111mereuna pic– cola ril'ol11:-•011e. Fut _adrl1lnto come , uno \caudato ,?erchi suuen! le _ 1·1e della mia– rità, co..a mo!to d1/fic1lc: 111 ,ma Europa Ji/i)lea e acca,ciata da w1 ln,ott1t1_ryo ottu– \O. Fui adtl,1010 :.Ome e,emp:o d 11nnrora– lita e di corr11::io11e mmlrt', iir tondo. nei miei lrbri \Ì ,·enfra ordma,tdo 110,r <'>fo lo !>lile ;f~ll.1 hns:ua france,;,• ma çr de_li– nea,·a la ,?e1,;n11acrid1,ma III w, a1ugg1a– me11to di 1au.1 ,·iolt.11::.a •- ,·011 ho mai tollerato - ,us:111tòGide - la mi.Hi/ica:,ione di 11110 cil'i!la clte lta preso come suo <!le•nemo l"opprcuione attra\·tr•o la ipocrisia e la paura. l'cr que!>ta_!>tc:.ç~a ra~io11e, a _t,11adata cpncc.1~dia m.,a nta 1111orie11t1111·t'r~o ti ~,x:u1/1·mo. ,\m, ero :.tato mai un com·ertito a questa idra. I borghe\i - CO!""' sempre - .<i .tono sbaql1nt1 11ei gi11di~arm1 '·"' C0/1\'UIIIO. ') liti tll0/1/a del mar.,hmf). i\tl mio ,;ocin/1.,mo, tutral'in, 11011 c'è ,,oHo ,,e... la ,:itoli::-ia impoMn o~– RCtti1•ame111:•. lo Ilo umvre difeso la .lrh_e.rril della f)U\otM e ho pr.:fer,tn la /il1t1m::.M ~c11tita, !t,?t't'H<I come atto di amor'c. d1 fraternità 1mta11a,alla ,:iu,ri::.M fredda e ano– mma tlc:llo "Sta:o ". I po,t,,;ri ,;oltalllo giu– dicheram10 q11r.\la ,ma pre(eren:.a o, çe ,•olete, di.ftin;:.ic,re: tra crc-a:_io11et:Merior<! clelfelemento .\ocialc e crea::1011c: di ,ma 1m1anilil 1111nw1 attra,•er~o 1111acrt'a·•n,:e interior'! tlel/'ucmo 110n ancora defi11i1a•a– me11te cri,;tia110 •· t questo punto lo scntlfJr'e. si fea silr•r– ::.ioso e inforcò gli O<".·hia:i ;,er 1cnem~, ,zlcuni frammc11ti ù1cd1ti dal suo Joumal. Quando fu .(tanco, mi nccor,1 clte desider"' a rima11er :;o!o. Scambiammo qualche. altra fra.)e: fJIJi, ti•1gra::ia11dolo di 1111c:ll'accos;lie11- za ,•eram.?11le cordiale, ci salutammo. Oue!òtO secolo di ritardo, naturalmenle, ha riflessi ben c,identi '.'>LII piano culturale. fermo restando che per 1utto l'arco dcll'Ollocento uomini politici cd economisti affron– tarono i problemi industriali più grezzi, per a,·ere studi ~~rit·fn8~~~~ ~~1 ;fs~i!ui~: riposo: che anzi la sua sola fum.ionc fosse quella di l::1- \·orare ininterrottamente sino alla morte. Aali esempi brc– \'Cmcnte illustrati d.1 Toti potremmo aggiungere quello delle miniere d'oro dei Fa– raoni, nelle quali lo srru11a– mento dello schia\'o non sol– tanto era totale, ma era orga– ni.1.zato scientificamcn1c in modo che ,cechi, donne, bambini, adulti foS!>Cro srrut– tati inte2ralmentc ma non senza un ceno crudele razio– cinio, per cui ai bambini toc– cornno la,·ori di tra\porto, ~1l1edonne giO\'ani l,1\on d1 macina, alle più , ecchi..: J.1- ,ori di setaccio, e cosi \ia. Bandito assolutamente il ri– po~o. considerarn ozio perii– no la malattia più gra\'e e il sonno, ognuno di quei la– \'Oratori moriva dopo un periodo breve (un anno o su u 1 'EDJZL01E CURAT DA * GIOVANNI CALENDOLI Il padre, morto nel frattempo, non gli lasciò nullo in eredità e Paul dovette ricorrere ad un amico. Finché Anna d'Austria lo preso sollo la sua protezione conferendogli una gratirlca cd una piccola pensione, oltre al titolo di « malato della regina•. Eppure, malgrado i lunghi ,enti anni di quel male ter– ribile. Scarron non perse nulln della sua ,•ivacit!'l; seauitò a satireggiare cli tutlo e di tutti specialmente di se .!,te,-.o e del suo stato, trasformando quel che era doloroso in gro1- <lustriate sulla cultura, sul pensiero, sulla vita intima e sociale bisogna, in Jta\ia, ar– rh•arc ad oggi. La raccolta di saggi di Elc– mire Zolla. radunati due anni fa nel volume e Edissi del– l'intellettuale», continuavano in italiano un discorso co- I L librn di Gianni Toti, uscito in que!:oti giomi, lnti10Jn10 Il tempo libero (Editori Riuniti), -.i distacc~ da quanti altri sono stati pubblicati in questi ultimi mesi per una cara11eristica sostanziale: è un libro che affrontn con buona cultura e serissime intemioni un ar– gomento tra i 1J1enofacili ad es<;erc 1cori1.1.ati(e tra i più concreti) nei soli termini in cui può essere affrontalo per essere capito da tutti e p1.:r sollecitare dawero l'intcllt– gen1a dei lettori condi1ionati dalla noslrn ci, 1 illà industria– le. Quali sono questi • ter– mini•? Tot i e~pone con suc– cinta chiorc7..za il sussc2Uirsi delle teorie, da Aristotele a Man:, ,ul • lcmpo libero dal lavoro», ed accompagna ~~~ic nw ~iiSlti;to~ge Ci~i potesse ottenere. ell'ctà contemporanea la ri,·alutazione del • tempo li– bero• è strattnmente conne,– ~a alla ri,·oluzionc idt.-ologica dell'illuminismo. • Rh•olu;.io– ne • in quanto proprio allora, ~ul finire del Seueccnto, In felicità dello Stato, contraria– men1e od ogni epoca prece– dente, fu fatta dipendere dal benessere indi\'idunlc di ogm :,ingoio ciuadino, apparte– nente a qualsiasi classe. Il dirit10 al • tempo libero» era implicito in questa con– cC7ione sociale che accentra\'a sull'individuo il fondamento della socie1à: implicito in quanlo la vita dell'indh•iduo, ciel lavoratore, smctte\'a di a,·crc come unica fmwionc quella di scn•irc nl principe: il lavorn, al contrario, dO\le– ul scr,,ire a quello stesso che lo comph•a ed espandersi in una socie1à di uguali. Il di– rillo :il e tempo libero•. in• teso tanto come riposo che come tempo disponibile per il soddisfacimento delle esi– genze della vita prirnta, per la cultura indi\'iduale ecc., rientrava dunque in quel me– desimo rispe110 dell'indi\·iduo che, nel momento stesso in cui ri\'oluziona,·a la s1n11- tura sociale, proponern le fondamentali riforme giuri- Il teatro di jJ/larinetti ~~sr~0de11re ~:nn~~g~~~1i to~f~,rn_,.c~ii~-b:r,~~':t~~ pt si~h}~~~; che mai, forse per un compenso al suo stato, rorse per 13 suprema ,a(!gc1.1a di chi ha capito che, al mondo, può es– serci compn~sione ma non pietà, e chi sta male sta male solo di fronte a sé s1esso, e non sen•e a niente lamen1ars1. Disse di lui Bal1ac: • Nella storia dell'umanità ho saputo di dolori co.,l:lnti, di dolori S3ijgi e di dolori eloquenti: ma non ne cono,;co un altro cos\ gioioso. Non s'era trovnto mai uno spirito come quello di carron, che sapesse restare al– legro nel più l!rnndc dolore•. Scarron. ai suoi tempi, recc epoca: aff1.1egh pu cs:,crc detto l'in\'cntore del genere burlesco, in Franc1~ Dopo di lui, dal poeta di salotto al rimatore d'accademia, tutti s1 provarono nel genere che Scarr'On aveva scoperto e pnaato di p!!~ona. Nc,;suno in Francia vuol dirlo un grande poetn. i\la cerio Scarron è un poct:1, sincero,. scanzonato fino alla cn1clcltfl, antiretorico, un satiro parali11co che dal suo letto fece tre- r:;~~So~~~l:;r~~1~o~~d~l~1~~\ hl~l~l~/i~:~';, \ ii::~~o~o~:-~ deccssore di Baudelaire e dei maledetti, è forse troppo. Scarron fu un maltdetto, se lo fu, per fort:1. Ma :1mnvn In i~~aj~e,1~n't·~cfl,~n~:~c1,~e ~~ 1 cici ~~~b!i ~t~C:.t~a~n;~e~~~icÌ~ di 1 L~~ 0 ~0 passato era, insi~me, il trecentesimo della sua morie e il trcccntocinquantcs1mo dalla sua nascita. E chi l'ha ricordalo, non dico in Italia ma nella sua Francia? Che 10 sappia, nc.!,,uno. E anche il mio merito e quello ~olo di a,·cr tro, ato, su una bnncherclla romana. una antolo~rn delle sue poesie, p~-.cntala da qualcuno, stampata. ch,ss!\ quando, chissà do,.:; un lib10 che _d<.\c 3\Cl"C naHpto a lunp,o (; ~~irf~~ad':,~~~ s-~bìio. di armare a Roma, per.:hé odor,\ eh d1;inf~~~d~: Ado~~.dimt:•~b~ bcro per noi il sapore della no,·ilà csclush•a. Le apocalit– tiche previ<;ioni di Zolla sulla sconfitta dell'in1clle11ualc di fron1c nll'orda di uomini– massa, pan-ero il primo, in- 1clligent1sshno, campanello di allarme, d'una situazione ai pili sconosciuta e insospe11a– ta; situazione irrimediabile di fronte alla quale gli intcl– lcttuali allro non potevano fare che morire eroicamente o lnsciarsi irretire dnlla cul– tura industrialiu.ata, diven– tare e,,i stessi uomini-ma-.,n e complici delle rorze che creano l'uomo-massa. Naturalmente, nonostante il ritardo con cui il pubblico italiaoo è stato messo a con– tallo con studi non rigorosa– mente tecnici sull'argomento. un gruppo cli intellettuali co– ''.l\'a da tempo le apprensio– ni che Zolla a suo modo nncbbc tcori1.za10. Cos\, pri– ma ancora che l'argomcnlo fos<;e dibattuto di fronte al pubblico più vasto, accadde, come è sempre acc.:iduto in Italia, che le oligarchie cul– turali sempre presenti nel nostro paese se lo smem– brassero rra di loro, non solo 3~~:~ri~~u;iii· c~~ela M~~~~ ~~·i c~~0\'1:;,::::rias~'fulf' 0 ~~ condussero, lun&o l'nreo del– la rivoluzione industriale in tutto il mondo, al riconosci– mento del • tempo libero• della classe la"oratricc. In altri termini, l'esterna utilità ciel libro cli Toti sta nell'anticipare alla dcfini1io– ne teorico del • tempo libe– ro• nello. attunle società, cd ni ragionamenti c1ico•politi• ci ad essa conriessi, In storia concrela degli sforzi che la umanit. , cd in particolare il prole1aria10, fece per preci– sare, nei falli, cosa sia que– sto • tcmPo libero• dal la– \'Oro. Dalle et.\ piu arcaiche il •tempo libero• è considerato un pri,•ilegio di classe. Toti ci dà l'ainihiacciantc dcscri- UN'.lElPOCA CHE SO~IGLIA ALJLA NO * TRA Il paradiso dei letterati L ~ EPOCA d'oro che (Jb– hracc1a U111at1e.>1111u e R111,nc1met110,de.,1r11a– ta a coaszulare e l11s1e111c a d1s.>oh·ere gh clc111c1111 di una cultura che. dopo O\'Cf rllro· v oto se st essa, era destinata a perde.rs, per lroppo rieor re rfcc t,om.!,, come .>e la ma11- ca,i::.a d1 og111piega e d1 ogm crepa an•.\,e 1mpedt10 alla liel/ez::.a troppo perfetta d1 Vt\'Crc e d, .>Opra,,v,vere, col- ;:is:~n !eil: 0 1:or::~: :i:: 0 J~~ siamo r,te.ncre .)Jlpe.nore 01 cento mm,. U Sta,i:;.c del Pol1::.ia110so· 110 del tnc111110 1175-1'178, 1l Tasso term111a f'ord110 f!.!.IC· nuoto e molteplice delfa Gcru– sale1m11c L,bcrata 11el 1575. V'è anche nella poesia w1 as.)cflo matematico: ncll'tlrco cluw,o ed esatto dt questi cento ~11- ;;;{l;~r~•t~~~1 d 0 ~:,cri,:a Ji~~; storte letterone. Per Varorio Ro.,H, U111a11e– s11110e wtto ,I coacervo dt stona e d1 esper,,m::.e, qum– dt anche lctterar,e, che pro– nra11ano, come u,1·0::.zurra e ~Pt~n':b:e ddefrfft:ltt':,~a~ 1 ::J~ t,:Cramcutc .>I ere.delle alla fine del mondo (ed III real tu era cus,: la fme d1 1111mon– do, '" oam alleaor,a c'è sem– pre e 11011può essere alt rt– me:111, u,1. fon~ameuto dlu– mmante d1 ,·erttà), /u!O agh mm corruscJu dell'eia mu– dema Un fatto (;{JIIJl/lh/11(' PIII ,•ol- ~:u~,g"~,1(11:~~1;:~:)!>~:~1~:,J~ar~ della ca,·allena e delle ero- * di .lltlSSl,IIQ GIULLA11/DI c1ate, e/te m un certo senso :.i prol1111s;afino ad abbrac– ciare il Rinascunento. M~ anche 1111adefi11i:.io11e cosi lata t ima coutradd11.1011e m termmi, quando .!,I con.tiderr che un'età 110,1 è 1111 qurd be11 cle/imto cui si possano asse• gnare ben certi confini e ser– rare, come pan•e a. w, certo temoo essere l'ambmo11e del Tot(a11i11, Voler raccluudcre it1 termi– ni troppo esatti questo pe– riodo. come ,•olerlo m11pl1are m senso iudefinito, prendendo come spw,to perfino ima 1vo– tes, mediana, come la con– :.ape,•olez,z.a 111twtiva e spe– rimentale 111sie111e del Petrar– ca il quale, vista la deforma– ta visione che aì "'°i temv, s1 a,;e,•a del mondo ant,cu, pareva scril'ere: « 1 redeat Ciceru aut l1vi11s m11/t1q11c ali: vetemm 1llustrwm ..., sua !>Cripta rdegente.} ..., mmc tlhe- 11a credent esse, mmc bar– bara• (ed allora era ,,e,o). 11011 può essere esatto. Pere/ti come 11011s, può f,~r':r~h~i ,!c~~!,;',?;":/:r'aV':.Sf,: ,·io 11011 vennero rrmosse con metodo ( le prospo?.~1011i dei contadini m cerca di acq1w o per s1ab1l1re fo11daz.iom d1 fabbricati rustici 11011hanno r,/el'Cm::a a causa della loro :,poradiCllll), C0.5Ì ~, Cf'IICf!l(O di studia human11:rns può eHe,e applicato jOlo a quel bc11 definito, seppur lato pe– rtodo, i,1 cui tali smdi diwm- uero ,ma necessità delle co– sctem.e. L'mserirsi degli stu– di stessi in atto in questa risorta latinità o, come scris– se il Vinay, m m1 11011 dime11- ::;a1:d s:ft!~~!c~-11 ;;~:1a•:o;!~: corse, come una folgore d'oro, il corso della nostra c1v1l1it. Ma il trapasso dalle Signo– rie a1 Principati, ha in cam– po letterario, la stessa ana– logia e le medesime sottili 111terdipeP1deu;.eche intercor– rono, dice Carlo Muscetta nella .!,I/a prefazione alla • Poesia del Quattrocento e del Ci11q11ece1110 •, edita da Einaudi, fra il secolo Qui11d1- cesimo e quello Sedicesimo. Q11est'11ltrn10 costituì l'epoca f11lge111eIII cui • con la ri– forma del Bembo, il canone clell'imttai.ione che sostituiva a, modelli antichi il Petrarca e ,I Boccaccio, se ebbe 11~1a f1111::io11ena:_ionale w1itaria, classiciu.ò la lit1J11a l'iva, co– d1fica,1do lo stilismo astratto ed arutocra11co Esatto: gra11 parte delle cordiuate pertinenti a una esatta de/imz.1one del Rmasc1- met110 sono racchiuse w que– sto_periodo sto~ico. E allora è lec110 cl11eders1 perché pro- :;,',~10;~:~ id!T 1 ~t ::,,;: 0 #~ i~ lea10 che, con le sue m~llesei– ce11to 11as:ine.circa, da ima vis1011ct1/fasc111a111e delle due ~{''!f~':so( a~},~~de::m~';r!!!_s~~11~e t gwsto - una trattaz.ioue a sé) è stato lasciato fuori - a parte il valore scarso dei suoi ,·ersi - proprio colui che del già cttato penodo puo essere dc/imtp il vero e proprio caso limlle. L'Accolti fu coliii il quale, lo scrive anche ,I De Sanct1s: • Fatto duca, uscll'a con un corteggio di prelati e guar– die sv1zz.ere; doi•e gwngeva, s'ill11mi11al'a110 le cillà, si chiu– devano le botlelJhe •· T11tt1 correvano ad udire estasiati i s11oi versi che oggi più t1e.)– sw10 ricorda, ebbe onari che l'enfant gaté della nostra let– teratura, il Petrarca nemme– no :.ognò. Precorse l'Accolli gran parte dcli~ esperienza negati1•a che, c'e tla giurar~ lo, toccheril in sorte a p111 di_ un poeta e narrarore og1p v111e11r1, osan11a1_1dalla cr,-_ tica e dal pubbhco, ma ,•11011 di og,ii reale sostanza arti- stica. • Ed è qm forse, _ m que.)to fe11ome110,che IIOt r11rov1a– mo, con una perfetta e per– fino patetica nspo,.1de11z.a . ai giorm nostri, la piu gem1111a essenza del Rmascw1ento, f.~~';:i,du!t'br:;fJ~~:~~e d~i,.~'t'~ tività leueraria ed artistica porta in se stessa oltre il ger– me della decadenza se non dell'arte e della poesia, alme– no della civiltti e della cultu– ra, t111che la materwle imvo:.– !>ih1/1tadi disti11g11ere il buo– no tlal cattivo, il d1a111a11lc dal cristallo di rocca. Il se11sodella 1,ressocchi m– fi11ita potenza wna11a, quetlo .)te.:.sosenso che noi ogg, pro– \'Ìomo e di cui comunque, per dirla col Burckhardt, 1101 an– diamo debitori ai mera,•iglio.!,i 110111i11i d quell'epoca, perché « basterebbe questa sola co11- q11ista per imporci un ob– bligo di euma rico11osce,1- ::.a • è anche il virus sotlde che contribuisce alla nascita e alla decaden::a di quella a/Ja– sci11a,1te temperie ~torica. L'uomo posto al disopra della nawra, signore della propria fortuna, mstauratore del « regmm, hominis • perde - oggi come allo"' - i,1 ~e11- so magnifico, la percez.1011e delle proporzio11i. la sete dì gloria e di g11adagno, quel voler essere immortali ad oini costo che spinge i Prn1c1vi, anche i minori, ad assoldtlre letterati ed artisti, la gene– rale presunzione che imitare i grandi del passato debba es– :.ere la massima aspirazione dell'ingegno, co11dam1a110 in :.e1rso fatale, in una fara11~ dola di pe,rsioni, mcariclu, do11a:_ionie festeggiamenti, .– e ne è arra lo straziante d1s– sid10 del Tasso - un'epoca nata all'i11seg11a del perfetto umanista. Quel Politiano, intendiamo dire, che fu davwro {l proto– tipo dei letterali ep1e41re1,e w, poco l'emblema di. ta11t1 letterati moderni i quali, se11- za la preparazione del buon 'Agnato, ne com//vidono itt pie– no, acuendola a1l::.i, la snm- 111a somma di arrivare, pari - in senso i11verso - alla estre– ma precarietà delle opere. Q UELLA che Filipl)O Tom– ma30 Mnrinctti chiamò • ri\'oluzionc ruturisln • e che per lunghi anni si agi– tò all'ombra idcolc dello slo– wan « Marciare noi:- marcire.•• da lui stesso contato, tu m real!;) una 3edizione di nat".1- r.1 e,·er,,;i,a; pcr es:,,erc pm l.1r&hi diremo che sia slata un 110,•cccntcsco • Sturm und Orang » i cui esiti pratici _non con1ic1i1uirono l'allennazione audacemente \!agheggiata dal promotore, dagli alfieri, dai teorici e dai lìancheggiatori del •movimento•· Inoppor– tuno qui tratteggiare la ge– ne~; remota e men remota del Futul"ismo; d\!,cute1e inol– lrc il come e il pcrchè e~so "ada considerato, almeno per ciò che riguarda il se11ore della poesia, l'espressione po– lemico-oratorio-mimica d'u~a c,;tremn '>inistr-:1 letteraria do,·e erano confluiti esplosi– , amcnte tutti i processi del dt.-cndcntbmo ini1iatosi nello 011ocento. Nel suo insieme il Futurismo fu una n\'olta contro il mondo ulficiale del– le lettere e delle arti; ma a conti falli, le cose rimasero un po' come prima se, com'è ,ero, la 1r-.:idizioncnon \'acil– lù né cadde quantunque 1 suoi tutori non potessero ne– gare che Il Futurismo c'era e operarn imperterrito dopo a,er proclamato nei • mani– lesti • l'emancipa.Lione dal com•emionalismo, dall'acca– demismo e dalle inveterate consuetudini; fra cui primeg– giavano l'amore per le bi– blioteche, la soffocante pcda– vogin scolastica. la mctodblo– gia e po, ancora il senti– mentalismo, le tenerezze ro– mantiche, le roride leziosag– gini idilliache, il patriarcali– smo e il que1ismo bo1ghcse. Perciò i futuristi, che van– ta,·ano al loro atti\'O il con– cetto di un'etica energetica ottimistica pugnace, inneg– giavano anche alla macchina cd all'umano ardimento, ma non considerarono che ciò era stato follo da epici della modemi1à quali \Vithman, Verhaeren e altri. La loro sprezzante condanna dcll'ieri e della regola fissa, si con– dcnsa,a nell'esigenza di una arte dcll'a\!\'Cnirc e come pu– ro slancio vitale, anzi come furore creativo; ma di furore in furore :,i arrivò alle • pa– i·ole in libertà» e oli'• into– narumori • di Rùssolo. In quanto alla poesia si può dire che essa rappresen– tava forse il numero uno della • rivoluzione• perchè facilmente comunicabile e quindi capace di suscitare la controversia quale strumen– to di a&itazione. Abohre il classicismo e il romanticismo, f~ il suo grido tenace e per– ' 1cace; andare assai oltre d'Annunzio e Pascoli, fare piu cU quanto non a\'essero !atto gli innovatori del seco– lo scorso: da Poe a Rimbaud e Laforaue, da Huysmans a Rollinat e Mallarmé, dalla Dichinson ai Guèrin, ai Vièlé Griffin, allo SICSSO Lautré– amont. Ma sopratutto abbat– tere il •filologismo», le mi– sure aristoteliche, l'in!>ulso e 1idicolo realismo: queste le direttrici della sua «·estetica•· in cui era palese l'avversione * di ì\ l(.:{)(ILO' SIGILLINO contro di onusti ma fallaci elaborati dottrinali. Le persone istniite ne ri– corderanno certamente qual– cosa, specie il Mio c.u-attere is1inli\'O e centrifugo, la con– gerie di abboai e di _cose da larsi che dentro ~i av1tn\'t1ed alla quale s'intrecci:1,.u\o trat– ti brutalmente secenteschi, l'onomatopea, il m.-oloiismo altrettanto impossibile che iperbolico. Bisogna pc1ò diru eh..: nei futurisli meno dediti all'odio per In ,;int:1s'.'ti e quin di all'improvvi,;m-ionc, si no– lavano iQUarci cui non man– CU\'ano lclici noviti1 di toni e pungente lrcsche.11.udc'.'tcri1- ti,1a la Quale talora di,en– totva ~tupefattn e accc!ta o !">i punteggiava di .1cqui~i1ioni , iSi\'c. Inoltre nei loro modi e11.1t1i\ie incoerenti, , 'erano traili d'un imprei,~ionismo lluido , ~uperficialc, lulKUl.111- le, che pure indica,a le di re1.:ioni ,·e•~o cui 1i1liautori tenta,·ano ,;ospingen.1 per tc– stimoni:uc In , itnlit,1 del « progr,:unma ... La pittura futurista Naturalmente uuche la pii turn lutui-ista ,olc,a e~'>ele una co:,tn11tiva polemica con– tro il haurntivbmo piallo, manieristico, monduno, nl quale contrapponevn modi ~a– lubrcmcntc e n i m m a t i e i, squillanti, imrn,1aino:,1: dalle lorme composte e ~i clilebbc pietrificate, ,l quelle evocati– \'e della realliì prolonda, ,c– greta c inlanto omaliu,ll,l nel ~uo • dinami3mo simultaneo». Il quale, in t~1lunc tc:,t1mo– nian1.:c scopriva un ~o~tr,tto ideografico mentre in altn ~i formula,a con un !.pirito ut– gamente pre-a!:otmllista ma d·un a:usto trn l'ambiguo e 1I paradossale; e tutto ciò a ,c– ,·a sensibilmente inno, J.tp, a3• ~umernno i futuristi, an che nella decorazione librana e murolc, nel cartello pubbli– citario, nel disegno tc~sile', cancellando l'iconog,rahsmo retorico, le cineserie floreali e aneddotiche, gia in auge per decenni e decenni. D'altra parte il Futurismo il cui soffio era arrivato fi~ nanchc in Giappone, nei Pac~i Nordici e in Russia - dove Majakowschij ~i impone\!a come forte personalità - a,•cva inforio colpi duris~im, all'architeuura e all'urbani– stica. Bisognarn finirla coi Sansovino, i Bernini, i Ma– derno, i Bramante, i J\lichc– langelo, i Fontana, i Vam·i– telh. giù fino :i Valadicr e compagni; con le facciate mi– litaresche, le abitazioni-trap– pola e i palaaoni-mausolco dalle camere le1iosamcn1e o freddamente teatrali; con &li stili a:rcciu.anti, aulici, tem– plari. Ci volevano invece ca– se funzionali, slancintc, spa– ziali. Dobbiamo a questo punto considerare, e ciò con lo sco– po di trarne le debite con– clusioni, che dal momento in cui il Futurismo esordivn, fì– no a quando ebbe termine la sua fase di spinta, e oltre, nella civiltà Je11erario-artisti– ca s'erano dati altri e non tutti meteorici mo,·imcnti in- 110,•ath•i:Cubismo, Espressio– nismo, Dadaismo, Surreotli– ,mu, Umanimismo, lma~mi– smo, Vorticismo, lmmagini- 31110,Vocianesimo, Rondismo, Ermetismo. Il superamcnlo del p.:i.ssato non poteva non coinvolgere anche il teatro il quale an– dava rilatto sia nella tecnica scenica che nei conlcnuti or– urni inoperanti e stereotipici. E per darne un'idea riportia– mo qui alcune pani di mani– lc~to: • Abolire toialmentc la tecnica ciel teatro pas3atista. Porre sulla scena tulle le sco– perte (per quanto inverosi– mili biaarre e antitea1rali) che la nostra genialita "' Ja– cendo nel subcosciente, nelle fo17c mal definite, nell'astra- 1.:ione pura, nel cerebralismo puro. nella fantasia pura, nel record e nella fo,icofollin ... Eliminare il preconcetto del– la 1ibalta, lanciando delle rcl1 di sensa1ioni tra palcoscenico e pubblico; l'a.1ione scenica in\'adcr.l pla1ea e spe1ta1ori .. ere.ire le batlutc in liberta, la ~imultanei1à, la compene- 1ra1ione, il pocme110 animato. la scn:,a1.ionc sccncggmt::1, la 1lari1a dialogata, la di!:ocus- 1,i~nc extralogica, lo spiraglio ..c1entifico... •· Insorto come rcn,ionc a que/lu secola1e, C.!,SO dunque ne sconoscc del tutto i ca– noni, i contenuti e il realismo logico; li elude con modalit!'l inedite e in qualche misura arbi1raric sboccando finan– che in una specie d1 mctali– -.icismo oggctti,•al~ do\'c le posizioni le mo\'enzc cd I rapporti di spa1io tra gli OK· g..:tti medesimi \'Orrcbbcro ~~:': a~:c. r~~o~:o;/1u~~'i!~ ramen1e la sua impostazione lirico-astratti\'a che crea sol– tanto • a1mosfere. alla cui ~~sgarafi~~,·afinanche la sce- Le tcs1imonianze più copio– se e significative di codesto 1eatro ci son \'enutc appunto da Marinclli, al quale s'e \'O– luto in tal senso rendere un omaggio particolare con la pubblicazione di tre volumi che contengono le sue lntiche e _che usciti l?er i tipi di VitO Bianco ormai sono confortati d~ ~n cn~omiabilc proemio d1-~1ornnm Calèndoli, s1orico, cnt1co cd a sua volta autore teatrale. Non ridiremo quanti siano e come intitolati i pezzi rac– colti, per ciascuno dei quali il prcratore ha dettato note esegetiche e didascaliche in una fitta trama di riferimenli culturali; né discu1ercmo, anche pcrche fuor di luogo, se come cd in quanio il • Teatro futurista. abbia rapporti d'influenze od offra aperture nei riguardi di quel– lo pirandelliano, chiarelliano cd altri: cosa che invece il Calèndoli studia con chiarcz- 1.n. In sostanza esso ripostu– la i concetti fondamentali dell'etica futu1ista nel senso di esprimere l'umana perso– nalità senza falsi pudori per conseauire l'espressione to– t.lit: dello "PLnlQ poi , alla superficie dell'io tutte le sue effcn·escenze e spinte an– cestrali. Oltre a ci~ pos1ula l'affer– maz.1one dei , alori t:-a~cen– dcnti e quindi ideali della \'ila che \larinelli non sem– pre e non del tulio , istona– riamente a,c,·a intra,·i!r>tOe precisato. Si 1ra11a,com'e chiaro, d'un antinatu!•ll1~mo che p_ratica– men1c M lrnduce nell'1dcolo- 1ìlia dialogata, in un,1 sorta cli eccentrico paradiama m– tcllettunlistico tra il simbolo e la mitografia dell'inaudllo. nella • !>Orprcsu• su c~one– ,r.:a e t,llor.i in un l,nu 1110 ti-o l'allucinante e lo spet– lrale. Per questo non oflre pratiche pos::.ibili1à d1 rappre• :-.cnta1ionc, di GOmincen1e ef– fe110 spettacolare; e del rc– '.'tlOnon ci riuscirebbe facile \:Oncep1rc la realiu.11ione sce– nica di co,e come • Elet1ri– ci1à scs\ualc •, • Comp<.:nelra- 1ione alogica », • Il 1ea1ro antip•dcologico a'.'ttratto di più. clementi•, quello e aero– rad1otcle\'isivo •. quello • tat– tile • e inline quello • radio– fonico Qualco,a che manca Ciii è che la ~cena luturis1a ri,cnrc e quindi denunzia le ~tesse caren,c intrimeche le Quali non hanno i.::on3cn1i10 al • mo, imenio• di ,;upernre 11~inn? spcril_nentale per in– g~nlla 1.ncap_ac1tà a r-c1ccoglier– 'il, ordmar\1 e approlond,rsi Diremo an1i che il ~uo quasi total_c insucce3so sia dipeso da mtima !abilita morfolo– ~ica; cd a ben lcgacre o,a 1I teatro marincuiano ci convinceremo che ,·i e man– cato qualco!òa pcn:hè din!n– tassc praticamente auuale. Per c?_nse&ucnza esso si pre– ~,a p1u e meglio a una let– tura idealmente scle11i,a che ne fi_ssi brani, tratti, mo– men11 do\'e la poesia im– mediata e antilcttcrnri.1. del loro autore risulta vi,·ida e toccante; do, e, ~pccifichere– mo, si incontra l'afTeuuoso e brillanre paradosso o la dt– sln1~tiva caricatura, la ri– lles,1onc tra il p,Hclico e ti snrcastico, la fantasmagoria os~ur:nm~ntc evocath•a, il ca– P:ncc10 in un clima burat– tmcs~o e spettrale, la sati– ra d1 ,•olta in \'Olla piccan- ~~1afi~i~\~~~a, s~<;~~~\~a. J: un t_~l~nto che sembra pro– dursi 1~ uno stato di luci– do e piu che umano delirio. i\la fon.e le paQ:ine accet– tabili _qui restano, con • L'im– pro,•,•1sa1a•. « n contralto. e _Il !an:iburo d1 fuoco•, • Pri~ g1oi:i1en», quelle di • Re Bal– don_a» scntto originanamen– te m francese con il titolo « Le Roi Bombance • e che t:a~to presenta non vaahe at– hnilà con Ubu Ro1 di Jarn. e saltuariamente un rablcsiano sapore. Con tutto ciò vogliamo dire che F. T. Marinett1 fu un in– ~cg~o. dalla_ inesauribile, sba– lord1t1\'a immaginazione e non dunque un • fumistico di{i~~~~si:i-ii~~no~~~~tl~~ato

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