la Fiera Letteraria - XI - n. 32 - 5 agosto 1956

Pag. 6 LA F l ERA T.ETTER R l A. Domenica 5 agosto 1956 DALLE AfASCHERE DELLA COMMEDIA DELL'ARTE AI PERSOVA.GGf Df UNA STORIA PRESENTE Una città e un D1ondo nel Teatro di Eduardo * l\ 7 apoli è Il segno di un silnbolo e ,li iuu1, sintesi in cui t11i'es11e1•ien:,1,, 'Valida s,~n- zn li111Ui ,li s11a:i,,, ,, 1•<11>111·esentata nei stioi tJJ•oble111i pilì u1·,1enti con la f'antasios,1, 1•icclie:za di iui'a,·te e1·e,litata. dalla ll•adi:ione e ,•innovata con est1•0 in~satu•ibile * di GI0\ 7 AN~I CAIJENDOLI In. occasione di un for- desta esistenza di tutti i gior- stenza. La sua poe ia è nella tunato giro di recite di ni, nella pacata noia del vi- sua povertà. Ma questa po– Eduardo De Filippo patro- vere quotidiano; ma questo verlà è poesia. perché, oltre cinato dall'E.T.I. e svolto- particolare è uno spiraglio che ad essere spietatamente, di– si in città che per la mag- lo introduce immediata1nente speratamente sentita. costitui– gior parte ancora non ave- in una realtà più profonda e sce il segno conclusivo d1 una vano avuto occasione di iJ1sieme più vasta dell"animo tecnica spinta ad una perfe– ..-:dnos-cere direttamente il umano; questo particolare è la zione esasperata. grande attore. l! critico premessa di una storia... Eduardo De Filippo provie– drammatlco della Fiera Senza riUettere, abbiamo ne dalla tradizione della com– Lett.eraria Giovanni Ca!en- detto di una storia e non di media napoletana, che a sua doli ha tenuto una confe- una vicenda. E v'è Wla ragio- volta discende in linea diretta renza della quale ripro- ne. Da Napoll millonaria! a dalla Commedia dell'Arte. Egli duci amo i brani essenziali. La grande magia da Questi conosce il linguaggio. delle e- Ripetu_ta a Pisa. a Lu.e- fan.tasnii! a Le b'ugie con le spressioni mimiche. dei gesti, ca. a F1ren::e. a Ravenna, ganibe lu.1tghe, da Fi luniena delle pause. dei movimenti. a Cesena. a Pescara. a Ba- M arturano a Bene m.io e core delle intonazioni nelle più ri. a Perugia nei ridotto mio, nessuna delle co mmedie lievi sfumature. Egli sa come o nella sala del teatri, do- di Eduardo De Filippo è hè ·1 tim t d Il' l ve Eduardo avrebbe ini- 1 astrattamente ùwentata; esse foieer~ tr~s,;::~te 1 ~~ s;eJa: ziato le sue recite i.i gior- sono tutte legate intimamente tore e segue sempre il mezzo no successivo o nella stes- a una verità storica precisa, più immediato, più schemati– sa serata, !a conferenza si esattamente definita. Hanno co, più evidente. La sua co– proponeva più che io sco- una collocazione inequivocabi- municazione è improntata ad po dl offrire un ritratto le nello spazio e nel tempo. uno spirito di sicurezza asso- critico Qtiello di. avvicina- luta; non richiede mai l'ausi- re cordla!mente !o spetta- Un cordiale lenimento !io della retorica e della for– tore ad un mondo per lui a una mr'ser,·a secolare za. Quando si apre iJ sipario ancora 11uovo sotto alcuni su una commedia composta. aspetti. Il luogo è Napoli, città na- messa in scena e recitata da li secondo atto di una del- tale di Eduardo. Napoli con Eduardo De Filippo, lo spet– le più famose commedie di il suo secolare carico di mi- latore prova la gradevole im– Edua.rdo De Filippo, Que~ti seria materiale e con il suo pressione di essere invitato in fantasmi!. ha inizio con un insopprimibile bisogno di of- una casa amica. E' partecipe lungo monologo che molto Cri.rie un lenimento almeno dell'azione. Il rapporto fra il probabilmente ricorderete. nella confessione, nella com- palcoscenico e la platea è E' il primo pomeriggio, in prensione altrui, nella solida- spontaneo. travolgente nella un antico quartiere di Napoli. rietà sentimentale, in quello sua sempllcità. La vita rumorosa della città che Pasquale Lojacono definì- Ma questa semplicità è nei ha un momento di sosta. Ed sce un « poco di sfogo fuori al suoi personaggi, è nella sua in questa pausa di distensione balcone». • verità delle loro storie nella e di silenzio, il tempo non ha E: _uno _«sfogo»,_ nel quale realtà di Napoli. Una· realtà più una misura definita. og,u rnd,v,duo, ogni personag- osservata ad occhio nudo. con Il protagonista della comrne- gio si congiunge con il suo la convinzione che ogni indivi– dia Pasquale Lojacono - che passato, con la s ua ascenden- duo è degno di umano inte– è « un'anima in pena» _ è za. E diviene popolo. E' uno resse di affettuosa considera– seduto al balcone. solo. Di- «sfogo» che assume talvolta zione: di attento studio. anche nanzi a lui è una sedia e sul- il tono vibrato di una prote- se è appartato. anche se è ap– la sedia un vassoio. Nel vas- st a, non di una protestà me- paren:emen te insignificante, soia sono disposte, anzi schie- ramente verbale, ma di una anche se non è còstruito come rate in bell'ordine come gli protesta nel fatto. nella situa- una statua strumenti di un rito, una mac- zione. Basta un atteggiamen- Sono pe;sonaggi che si pre– chinetta napoletana da caffè, to, :-1na parola, un nome ad sentano senza segni caratteri– una zuccheriera e una tazzina. esp~erla. In Bene m.1o e co- stici particolari. Hanno un no– Pasquale Lojacono aspetta che re mio appare fugacemente un me qualsiasi: Lojacono Pa– il caffè - goccia a goccia - personaggio, detto « Pumma- squale Generoso Matteo, Sa– sia passato e intanto parla. rola », !'omidoro. E' l'_inser- porito' Alberto. De Pretore Parla con un suo dirimpettaio viente d1, un mercante di ver- Vincenzo. per esempio. Non invisibile. con il prof. Santan- dw·a, che fo insulta e Io mal- balzano mai in primo piano, na. Gli spiega. la gioia sottile tratta continuamente, costnn- Anzi sfuggono, si isolano, ,;i della sua attesa, gli comunica gendolo a correre e a saltare mimetizzano. esercitano un iJ gusto dell'opellaZione cb'egli eome un pagliaccio. Eglj in- mestiere indecifrabile· cercano sta per compiere, gli fa quasi contra un uomo che, !orse per persùio di vestire in 'una ma– sentire l'aroma della bevanda la prima volta dopo anni ed niera che, per la sua eccessiva ch'egli fra poco assaporerà. E anni, lo tnvilla a sedere e gli il discorso di allarga, spazia, offre un bicchiere di vino ri– invade tutto il silenzio di storatore. Si stabilisce una quell'ora serena, diviene dram- condizione di solidarietà pro– matico. pizia alla confessione ed alla , A noialtri nap<l!etani _ consolazione. E « Pummarola », dice Pasquale Lojacono _ to- asci\J.ganaosi la fronte, dice g!ieteci qu.esto poco di sfofl,_o soltanto di chiamarsi cosl. per– fuori al balcone. Io, per esem- chè la madre lo ha partorito pio a tutto rinuncerei, tran- mentre lavorava su un campo ne 'a questa tazzina di caffè, di pomodori. La protesta è presa tranquillamente qua, fuo- nella luce di sinistra povertà ri a! balcone, dopo que!!a oret- gettata sul nomignolo che era ta di sonno che uno si è fat- sembrato fino a queJ momento ta dopo mangiato. E me !a de- rnto~ato a una scanzonata al- vo fare io stesso. con !e mie legna. . . mani... Mia moglie non mi _l!na P<>,;51ad1 , Eduardo D 1 e ono·ra... queste cose non !e ca- Filippo, i,; bella ~ papare!!a .. pisce. E' m<>ltopiù giovane di P":ende U suo avvio con que– me. sapete, e la nuova gene- st1 versi: razione ha perduto queste abi- , Tengo 'nu mandulino tudini, che, secondo me, sot- , . [annascunnuto. to un certo punto dl vista. o caccio quanno stango sono la poesia della vita; per- (disperato; chè, oltre a farvi occupare ii pecché sl aggio bevuto e tempo, vl danno pure una cer- (aggi<>mangiato, ta serenità di spirito. Neh, 'o niandulino num me $erve scusate?... Chi mai potrebbe 1 (cchiù. prepararmi un caffè come me lo suono per esprimere ,!o preparo io, con !o stesso l'eterno malcontento, zelo... con !a stessa cura?... e tutto lo scontento Capirete che, dovendo servire dl Napoli Città. me stesso. seguo !e vere espe- L'uccello che sta in gabbia, Tienze e non tTascuro niente ....... non canta per am.or: canta per E. dopo avere minutamente (rabbia. illustralo i vari accorgimenti Fior di cemsa e fior di che debbono essere seguiti per (cerase!!a, .. ottenere la bevanda, Pasquale nfnL nfru. nfru! Lojacono, avvicinando final- Citi sa qua' vota scengo mente 1a tazzina alle labbra. [abbascio 'a Villa ... esclama: , Caspita. cliesto è nfru nfru. nfru.! ccafè .., Vedete quanto poco ci Da!!a fontana, mentre stanno vuole per rendere felice un [a ga!!a... uomo: una t.azzlna dl caffè nfru. nfru nfru! presa tranquillamente, qui fuo- me fumo 'o paparie!lo e 'a ri... con un simpatico dirim- [papare!!a ... ptttaio... Voi siete simpatico, nfru nfru nfru! professò ... 'O vì, mezza tazzina E' be!!o, 'o paparle!lo? me la conservo, me la bevo E' bella 'a paparie!!a? tra una sigaretta e l'altra... 'A famma pure è bella!... Come? Non ho capito ... Aaah... nè: che se stanno a ffà? ». E perciò anche i personaggi dal comportamento malvagio, nelle .commedie di Eduardo De Filippo, ispirano w1 senso di affettuosa comprensione, di generosa solidarietà. Essi non sono malvagi per una pro– pria consapevole determinazio– ne. non sono perversi per una libera elezione del proprio spirito; ma perchè subiscono l'impulso di una superiore realtà che finisce col giustifi– carli secondo le leggi di una logica ferrea. Ne Le voci dl dentro Alber– to Saporito sogna che· i suoi vicini di casa Cimmaruta ab– biano commesso un orrendo delitto e, svegliatosi, li denun– cia alla polizia e li ra arresta– re. Ma Alberto Saporito non è un caso patologico in senso individuale; non è un cattivo e neppure w1 ammalato di mente. E 1 semplicemente un poveruomo che, dati gli scar– si proventi del suo mestiere di apparatore di feste, non può nutrirsi convenientemen– te e vive in uno stato di allu– cinazione permanente. Fra so– gno e ri,altà egli non distin– gue mai, per debolezza, e la sua debolezza è ormai conge– nita, irreparabiJe, come una malattia cronica. E d'altra parte i Cimrnaruta non sono candidi ed innocen li, come agnellini; ma portano con sè il retaggio di innumerevoli trasgre ioni alla morale e alla legge, sicchè non riescono a reagire con assoluta convin– zione alle accuse bizzarra– mente sognate da Alberto Sa– porito. Le allucinazioni infon– date e infamanti trovano in fai modo un rigoroso contrap– peso in un concr~to comples– so di colpa preesistente. Alberto Saporito è denun– ziato; ma trova un'amabile comprensione nei poliziotti. Il brigadiere gli spiega: ~ Due sono i punti: se il Procuratore de!!a Repub!ica vi considera in buona fede. vi la– scia in pace come ha fatto 'o commissario: se ìnv-ece ent1'a in sospetto, s·picca il 1nandaio di cattura. Ed io vi devo arre- stare.,,.._ Alberto Saporito reagisce Alberto Saporito si attende or- figurano non com., essa è; ma mai punizioni legali e « maz- come fermamente la deside– zate »; ma non è disposto a rano. preoccupar i eccessivamente. E' il caso di Luca, il prota– n fratello Carlo geme: , Ci gonista di NaUI!e in casa Cu– siamo inguaiati, distruttl •. E piel!o. Luca è colto da una pa– Alberto gli risponde: ralisi mentre tenta di dividere .,,, Non esageriamo, l'ho fatto Nicola, il n1arito, da Vittorio, a fin di bene, io non ho uc- l'innamorato di sua figlia Ni– ciso nessuno"'· nuccia. Nelle ore dell'agonia E questa battuta, recisa ed egli invoca il ritorno di Nicola esattamente calcolata, rivela per poter patrocinare la sua un altro aspetto del mondo di riconciliazione con la moglie. Eduardo· De Filippo. In esso Ma icola ha abbandonalo Ni– soltanto alcuni valori fonda- nuccia ed è irreperibile. Si pre– mentali dell'esistenza umana senta invece Vittorio. E Luca appaiono degni di rispetto e nel delirio crede che sia il m~– di seria considerazione - la rito, Nicola, ed unisce le sue vjfa. Ja morte, la paternità. la mani. con qu~lle di Ninuccia, maternità, il rapporto diretto scong1urandoli: del sangue -: tutto il resto .., Facite pace 'nnanzi a me! diventa materia d'ironia, di sa- Giurateme ca nun ve lassate tira, di !arsa. cchitì! ». 4W' Voi siete nati t'uno I V -'orr' fondamenta[,' per L'altra e vi dovete voler cu bene fino alla morte!•· nella mutevolezza dell,a vita Ed intanto nella stanza, dove giace il moribondo, irrompe Nicola, il quale vorrebbe sca- Nelle ultime commedie di gliarsi contro gli amanti. I pa– Eduardo De Filippo la ricerca renti lo trascinano fuori e Lu– di questi valori fonda.mentali, ca si addormenta beato, so– la loro enucleazione dall'in- gnando il presepio che in quel– treccio mutevole delle emozio- l'ultimo Natale della sua vita ni minori della esistenza e )a non aveva potuto preparare loro esaltazibne si fa sempre con l'agognata serenità_ più rigorosa ed ostinata. Il L'estremo sogno di Luca, che commediografo aderisce senti- plasma la tragica realtà circo– mentalmente soltanto ai per- stante nella intatta forma del– sonaggi che posseggono un be- la sua candida ed infantile spe– ne fondamentale. sia pure ol- ranza, è insieme un trionfo di tre e contro le forme conven- innocenza e di ottimismo e zionali; ma relega inesorabil- questi due sentimenti sono ment.e tutti gli altri nel pie- sempre ·dominanti nei perso– colo inferno/de.1'1.'inganno so- naggi di Eduardo, nella sua ciale, smantella il castelletto Napoli che è quella vera, la delle menzogne dietro le quali Napoli già consacrata dalla li– essi si nascondono e li feri- rica di Salvatore di Giacomo sce a sangue con la sua iro- e dalla genialità scenica di E– nia, con il suo scherno, con la duardo Scarpetta. sua allegra cattiveria. Ed in Questi due sentimenti - in– questa logica delle proporzio- nocenza ed ottimismo - riscat– ni è ancora Napoli: Napoli che !ano anche su un piano di su– ride di tutto - delle glorie periore moralità tutte le azioni vere o false. dei poteri auten- che sono commesse « pè cam– tici o apparenti. degli avveni- pà ». Esse infatti non mirano menti piccoli o grandi -; Na- mai a danneggiare seriamente poli che ride di tutto. ma non il prossimo; ma esclusivamente dei pochi sentimenti essenziali 'a sostenere, fino all'ultimo li– che definiscono l'uomo spiri- mite il diritto alla vita. tualmènte e lo rendono degno In un'altra opera dì Eduardo di se stesso e della sua conti- De Filippo giustamente accla– nuazione. in questa o nell'al- mata, Fitumena Marturano, le tra vita. posizioni degli individui che Lo stesso De Pretore Vin- affermano il proprio diritto Eduardo De Filippo n el.la vita s~ sl... Niente. professò. Io lo In questi versi è la chiave dissi: sciocchezze. Non ho mai dei personaggi di Eduardo De creduto a questo genere di co- Filippo. Se avessero bevuto e se, se no non ci sarei venuto mangiato. il mandolino ad es– ad abitare ... ,. si non servirebbe. Lo· lasce- Con queste ultime parole, rebbero volentieri tacere. Per– Pasquale Lojacono allude alle chè non sono personaggi fa– voci correnti intorno all'ap- cinorosi; sono personaggi in– partamento del quale ha pre- felici. Il loro significato dj so possesso. E' popolato da protesta non è un effetto del– fan(asmi. come voi sapete. Il la loro volontà polemica: ma suo discorso si è così conclu- una conseguenza logica del 10- so; ha ripreso contatto con. la ro stato. Anzi i personaggi realtà circos(ant.e, con il pie- teatralmente più rilevanti - colo mondo quotidiano del per- i protagonisti ai quali sulla sonaggio. Ma quale lungo gi- scena dà vita lo stesso Eduar– ro ha !)'l'ima percorso! In un do - sono generalment.e umi– rapido scorcio, ci è apparsa la li ed avviliti perché perseglti– vita di Napoli e. nella vita di lati. E non perseguitati dal– Napoli- una storia di genera- le immani sventure di un il– zioni che si susseguono e di lustre destino tragico; ma dal– ideali che mutano. le infinitesimali e comuni di- povertà o per la sua eccessi- quasi violentemente. come se cenzo, colui che s 1 « arrangia- aila vita sembrano addirittura va ricchezza, non colpisca la avesse ricevuto un'offesa: , E... va», un bel giorno - mentre inconciliabili. Domenico Soria– curiosità del mondo; ma poi, brlgadiè, - egli dice - ma sta perpetrando un piccolo no non intende concludere nel in una se.rie di inattesi risvolti quali possono essere i sospettl? furto - è sparato; vola rapi- matrimonio la lunga wlione patetici. svelano tutto il peso Ma. allora... quà siamo ridotti damente all'altro mondo e con Filumena, che ha incon– della loro umanità materiata che uno non si può fare un San Giuseppe, conosciuti i t.rato ùi gioventù in una casa di comune sostanza terrena. sogno?,. suoi precedenti, cosi l'apo- di malaifare. Filumena sta per Anche. E il Brigadiere calmo pre- sLro[a: essere esclusa; ma ha tre figli « De P re t o re Vincenzo cisa: , Sicclté, ttt sl 'nlL mttorto e di uno è padre proprio Do– s'arrangiava Campav' ·a ., 'Nu stionno, si. Ma no 'nti mariuolo? .... menico. Filumena non rivelerà bona 'e Dio, comnne se dice. - castigo 'e Dio. Voi, poi, prima Ebbene l'anima di Dc Pre- quale dei tre sia e Domenico Figlio d{ padre ignoto, senza di rutto non siete sicuro di tore Vincenzo risponde con per salv~re il_ suo sa,~gu_c, li amice, - facev· o marluolo pe' aver sognato, e d'altra parie umiltà ma con chiarezza: accoghera tutti e tre insieme campa' - Marciava bene: ·o mille ragioni possono avervi · con Filumena e per tutti e tre vestetiello i11glese, - 'a scar- opinto a commettere il reato ~ ~nemò, 11 tò c~ sò mu_orto, proverà lo stesso trepidante pa mocassino su misura; - ·a d1 falsa denunzia ... E sl può s~ng o~esro. "u ma,:iuolo amore, sul limite dell'inccrtez– cammisa le steva na pittura; dare anche il caso che voi. v,~o, st Ja cheS t ? - ni:n ° ffa za, al quale è vietata ogni pre- - 'a cravatta marrò , petis spinto da un impulso di giu- pe t1t1trt, ma pe campa'· ferenza. stizia, C1Vetefatto la denunzia. « Pè campà" è una motiva- E Domenico lavando il bic- pois .... e che poi. dl fronte al fatto zione che spesso si ripropone chiere per un' brindisi al ter– compiuto avete avuto paura nei momenti centrali d~l!e sto- mine della sua tardiva (e/;ta d1 degli assassini, e avete lnven- rie che Eduardo De Filippo nozze dirà: Ed,uardo D~ Filippo sulla scena ritto di volere ad uno dei miei figli... lo divido fra tutti e tre ... ». Cosl anche in Fi!umena Mar– turano. dove la situazione sem– bra costituzionalmente irreso– lubile, le contrastanti posizioni hanno un·imprevista concilia– zione: per tutti v·è un diritto alla vita, per Filumena che ve– drà finalmente trionfare dopo tante umiliazioni ]a sua mater– nità, per Domenico che non sarà defraudato deJ suo ritro– vato amore di padre, per il suo figliolo, a lui ignoto, e per gli altri due che solo la madre sa– prà distinguere in silenzio con il suo sguardo incapace di in– giustizie. E per lutti iJ diritto alla \'ila si illuminerà di dignità e di amore. Quàndo abbiamo detto che innocenza e ottimismo sono due momenti essenziali nella poesia di Eduardo De Filippo, nonostante. l'amara crudezza delle sue rappresentazioni. ab– biamo voluto mettere appunto in rilievo come nelle sue com– medie anche gli stati d'animo più depressivi, anche le dispe– razioni più infamanti si schiu– dano ad un messaggio di con– creta speranza e ad una sicura ripresa umana. E le forze che determinano tali rivolgimenti positivi e con– clusivi sono sempre offerte da quei valori fondamentali della esistenza - la vita, la morte, la paternità, la maternità - di– nanzi ai quali si spegne ogni intenzione satirica o farsesca e si accende il fuoco sacro delle emozioni più autentiche e dei sentimenti più alti. Napoli è il grande dominio dove nascono e vivono i perso– naggi di Eduardo De Filippo. ""'Dove sei nato? • chiede il Padre Etemp a De Pretore Vincenzo. E lui risponde: Da Luigi Pirandello, che ha claborat<l il suo linguaggio sul– la base di una matrice dialet– tale mai rinnegata, Eduardo De Filippo ha anche una con– ferma indiretta della legittimità dell'espressione dialettale. E da allora si dirige verso la lingua, ma dall'interno del suo dialet– u, che, conservando la dutti– lità e il colore originario, si chiarifica e si approfondisce. conquista un valore comunica– tivo assoluto, come quello di Salvatore di Giacomo, e crea un proprio originale modulo più avanzalo. Ma i più validi elementi della personalità del commediografo napoletano so– no sollecitati e rivelati dalla drammatica prova dell'ultima guerra mondiale: allora i suoi personaggi si stagliano prepo– tenti ed allora Eduardo De Fi– lippo individua il nucleo es– senziale della sua visione della vita, dove l'innocenza non è mai ignoranza, ma purezza con– servata a prezzo di sacrificio e di sangue: dove l'ottimismo non è mai le~gera ili usione, ma eroica perseveranza e dispera– ta volontà di continuazione. Per misurare la profonda in– fluenza che la guerra - questa nostra ultima guerra dalla qua– le psicologicamente non riu– sciamo ancora a distaccarci - abbia esercitato sullo spirito .di Eduardo. basta ricordare i mo– nologhi di Gennaro in Napoli milionaria! In essi il terrore e lo stupore sono quasi pietrifi– cati. Il linguaggio è divenuto sordo n racconto è fuori dalla memòria. Il protagonista è un automa. Le parole sembrano frammenti di un·antica ro,;na Una speranza umana oltre le rovine della guerra 'So napo! eta.no. - Pure pe' , Me quadraie nu poco e di- cltesto s te vo scuntbinato... cette: Faccio il manovale ... Alzo - Pe' Napu!e ognedu1io ha le pietre~- studiato, - pe' vedè com,- E nn_, aggio aizàte prete. 1n' aveven'a nguaià! ». Am.à ... Sen.:a m.agnà, senza vé- « Però senza volerlo». ""'Per vere, sotto 'e bùmbardamente ... progetto, - caro Maestro; L'avett' 'a riusci simpatico pec- con la malafede; - con ché veneva a parlà senipre cu l'arma. eh.e si vede e non si me ... Io nun 'o ca.pevo e dicevo vede, - con la calunnia e umpre ca sì.. E accusi se ne con la falsità•. - .,., Ma c'è passa.iena tre 1liise ... Pò me ne tL G overno!». .., Nun ne scappaie nzieme a ciert'ati na- sa.pe niente - Se 111bro- pulitane... Ce cunibinaime .. g!i ano cu ;e L!egge pure S'avutaie uno, dicette: - P'ani- !loro. - Nu11 c'è clie ffà; niore ·a Madonna, chi!le ce s'Jwnno mJ)arat' o coro. - SJ?Grano .... ~ E ce sparano, _ ch'a NapuJe se vene pe' d1cette io - iWegtio la ,niorte!•. canrà """· Nun era vita. Amà ... E accussi troi; ava.si tuttora militare a servire l a patria ir.. Africa set– tentrionale. Partette pe' surda– te ca facevam' ammore e da '1tnamurate ce vedettemo l'ul– tima volta, ma. come marito e moglie, è .rtata una iettatura. non abbiamo potuto consu– m'are. .-. Adesso Ernesto Santafede da alcuni suoi compagni è dato per morto; altri affermano di averlo visto V:vo. E A ssunta si chi ed e: * Fra tutte qu.e.ne voci sono sempre ìo =itella? •. Amalia le risponde: , E com– me no? Si zitella.. pecché, comme fosse, nun te si' auni– ta cu mariteto. E' questione ca si nun h-aie na nuti..:ia sicura. sì sempre maritala •. , Ecco, que!l'è ... •· mormora Assunta preoccupata. Ed Amalia precisa: , Nun te puÒ mmaretà n'<ita vota ... 1-Ia Assunta allora reagisce: * Chi? E chi ce penza? Pri1nma 'e tutto io risperto la probabile buonanima,. A questa battuta si ride: ma pur tra le risa essa denun– cia come la comicità di Eduar– do De Filippo, dopo Napoli milionaria!. non sia più fine a se stessa e si 11rolenda verso un ideale più vasto. che supe– ra le frontiere di una città per abbracciare quelle della nostra .?Sistenza. nel no tro mondo. Il divertente svenimento d: Uno fra i pochissimi perso- ·e notte, paise pé paise... Ò naggi di Eduardo De Filippo ncopp' ·a na carretta ... o ncopp' che cantino alla maniera tra- 'a ntt staffane 'e treno... o dizionale. accompagnandosi con a ppede... Aggio carnmenato il mandolino. è nella sua ulti- ccliiiL io... Che sacri!eggio, Amà ... ma commedia Bene ,nio e core Pai.se di.strutte, creature sper– mio: Ma il suo è un canto di ze, fucilazione ... E quanta muor– sollile perfidia; canta, quel per- 1e... • E !loro e ·e nuoste... E sonaggio, per abbindolare una quanto n'aggio viste ... ·E muor- Assunta, la sua para.dossale in– consistenza. si fermano. si con– eludono quando sfiorano il misterioso territori" nel quale i sentimenti fondamentali del– la vita si confondono in ll.n unico valore superiore. quan– do essa sogna la casa e i figli che forse non avrà più E tut– ti i per son aggi di Eduardo. anche i più agitati. i più irri– ducibili. hanno un momento in cui depongono le armi. in cui si arrendono dinanzi ad un combattente più alto. E non per egoismo; ma perché sono toccati dalla grazia di una su– prema aspiraz.ione umana. Essi non la esprimono. mai. La sug– geriscono. la lasciano intende– re, la comunicano. E per la suggestione di questa suprema aspirazione umana i personag– gi teatrali di Eduardo sono cordiali. simpatici. inYitanti. Le loro parole non lasciano mai la bocca amara; ma anzi trasmettono un senso di con– solazione. Essi non ,·h·ono a vuoto; non si scontrano .sen– za una ragione importan e. Es– si si dannano per noi e per noL in ogni momento. cercano anche Un approdo. del quale tutti abbiamo più che mai bi– sogno, specialmente dopo la !:?uerra che. come dice Genna- ro in l\~apolì milionaria!. « nu.n è guerra. è •n 'ata cosa... ca nun putimmo capì nuie ... '"'· zitella. per cambiar posizione te so' tutte eguale ... Amà ... E con il suo denaro. La Napoli io so' turnato ·e nata nianera. di Eduardo De Filippo non è 'ossa'? TtL te ricuorde qu ann'io convpnzionale, generica. ap- turnale ·a U'ata guerra. ca gh.ie– prossimativa. I suoi personaggi vo truvanno chi m'accedeva? la abitano. rice,·endone una Nevrastenico, m."appicecavo cu precisa collocazione nello spa- tutte quante ... Ma sia volta, no! zio: ma conferendole anche un Chesta. Amà. mm è g 11erra è altre11anto precisa collocazione n'ata cosa... E' na cosa ca nun n<:'I trmpo. , purinuno capi nuie ... Io tengo So· o uomini dei nostri gior- cinquantaduie onne, ma sula– ni. ·inz1 di questo dopoguerra. niente mo m.e sent'ommo ove– Hanno patito i nostri dubbi ed ranienre ». han ·11i sofferto le nostre sven- tun•. La loro ,·era storia inco- In Napoli milionaria.,, dove la mi •e.a in orno aJ 1943. cronaca della guerra è presen- Ognuno di questi personag– gi.. sorpre5'0 .nel suo atteggia..'. mento più sincero e più de– finitivo. po rebbe far propria la confessione che si legge in una delle liriche più intense di Eduardo: Io vulesse truvà pace: - ma na pace senza mor– te. - Una. ,nmiez' a tan– ta porre. - s·arapes,e pe campà! s·arapesse na ,nattina - 'na matin'e primmave– ra, - e arriva,se fin' ·a sera - sen:a di: .,,. n:erra– te !là!•. Sen:a sentere cchiù 'a ggente - ca te dice: , io faccio .... io dico•. - senza sentere famico - ca te ve– ne a cun:iglià. , Mla moglie non mi onora ... sgrazie degli uomini che non - ha osservato con amarezza saranno mai eroi neppure nel Pasquale Lojacono - ... qu.este precipizio. cose non le capisce. E' molto E proprio sotto questo aspet– più giovane di me, sapete, e to si rivela più originalmente la nuova generazione ha per- la grande arte di attore e di duto queste abit-udlni che, se- regista di Eduardo. La sua condo me, sotto un certo pun- recitazione non ha mai infles– to di vista sono la poesia de!- sioni declamatorie. E' spezza– la vita; perchè, oltre a farvi ta, logora, spenta. abusata e occupare i! tempo, vl danno tuttavia possiede sempre una pure una certa serenità di spi- straordinaria intensità. Rima– Tito... ,. ne nel quotidiano. esprimen- Eduardo De Filippo. nello done al grado Più allo la por– !VOigimento delle sue battute. tentosa sugge tione. Con il suo nella costruzione delle sue intreccio di semitoni, essa sot– commedie. attua sempre il tolinea il senso miracoloso che medesimo processo: muove da si rinnova in ogni più lrascu– un particolare colto nella mo- rabile manifestazione dell'esi- Nun s' ·a faceva. comme v'aggiu ditta. - 11è cu' n'o71\i– co, nè cu' nu. parente; - cam~ pava sula. nun Uggeva nien– te; - ma 'o Codice 'o puteva declamà». E tutti quc<iti personaggi. (ore Vincenzo o le loro tristi ma, possono delamare qualche cosa: o il Codice come De Pre– tore Vincenzo e le loro tristi vicende familiari o le loro al– lucinazioni o i loro sogni in– franti o le loro bricconerie. Hanno un'esperienza che me– rita di essere della. una sof– ferenza che assume un valore esemplare pcrchè non è mai un'espressione slrellamenle in– div:idua1e, ma la risultante di una condizione umana, di una realtà sociale. fato ·o fatto 'e me ricordo e racconta nelle sue commedie o , Bive, Alfrè ... 'E figlie sò mm me ricordo•. nelle sue poesie. • Pè campà », !figlie! E sò pruvvidenza. E Sogno e realtà, allucinazlo- per l(iverc è un ritornello di sempre, sempre... quando, in ne e verità sono termini della molli suoi personaggi. Ma non una famiglia ce ne sono tre o visione della vita di Luigi Pi- è un ritornello che significhi quattro, sempre s11ccede clte il randello; ma, mentre nella abdicazione o rinuncia; non è padre ha un occltio particolare, commedia pirandelliana essi una motivazione pessin1istica; che so io, un riguardo speciale hanno un'articolazione essen- anzi è una manifestazione di per uno dei quattro. O pecclté zialmente dialettica, nella attaccamento all'esistenza, una è cchiiL bmtto, o pecché è ma– commedia di Eduardo De Fi- affermazione della volontà di !ato, o pecché è ccltiù prepo– lippo trovano una applicazio- piegare, sia pure con un abile tente, ccltiù capuzzietlo .. E gli ne reale. li delirio di Alberto raggiro tattico. il più avverso allrt figli 11011 se l'hanno a ma– Saporito non ha una natura dPslino I personaggi di Eduar- le... lo trovano giusto. E' quasi filosofica; ma una ragione pra- do possono essere, come abbia- un diritto de! padre. Pra no,, lica. E' un po turno di fame mo già dello, umiliati, avviliti; questo. non ha potuto accade– secolare. Ed anche le sue con- ma non sono mal sconfitti. Tal- re, percl1é la nostra famiglia seguenze si sviluppano non volta essi arrivano persino a si è riunita troppo rardi. Forse nell'ordine dialettico: ma nel- negare la realtà eh~ li contrad- è meglio. V110! dire clte quel l'ordine reale. Dai Cimmarula dice e la immaginano, se la raf- bene che io avrei avuto lt dl- La prima commedia di E- le, irrefrenabile. scottante come duardo De Filippo Uomo e ga- una la,·a erutti,·a non comple– lantuomo porta la data assai tamente raffreddata, anche le più lontana del 1925 Ad essa intonazioni comiche più delica– seguono nel 1928 Sik.-Sik !'ar- le ed amabili si ,·enano di ma– te/ice magico, nel 1930 Natale linconia e di amarezza: ma con– in casa C1ipie!lo e nel 1931 Di- servano sempre nel loro fondo reg!i se11ipre: , si». Ma tutte una dolce aspirazione al!'otti– queste opere, considerate a di- mismo. alla bontà all'ordine stanza di tempo, appaiono co- Si traffica, si 'imbroglia,' si me altrettante tappe del lungo ruba. La vita ha assunto un cammino che Eduardo ha do- ritmo massacrante. Si respira vuto compiere per trasferire, il lezzo della morte e della pro– sul piano di una autonoma com- stiluzione. Ed in questa giun– posizione letteraria, i mezzi gla, Assunta, una ragazza un espressivi della commedia na- po' svanila e ~picchiatella"· polelana ereditata mediante la ha un problema centrale al <ua e perienza d'attore quale cerca affannosamènte Nel 1936 Eduardo si incontra una soluzione convincente per con Luigi Pirandello, del quale sé e per gli ·altri: sapere se è rtialoga L'abito nuovo. e ne ap- zitella. E con voce monotona p:·ende l'amore. la curiosità il inizia il complicato e lnesauri– ~usto penetrante delle indagini bile racconto delle sue pPripe– psicologiche che restituiscono ziP matrimoniali: ordine. coerenza, chiarezza alle • l~ ,ni sono sposaia con Er– più contraddittorie situazioni nesro Santafede il 24 marzo umane. 1941, pe procura, dato che Sen:a se11ter· ·a famiglia - ca te dice: , Ma eh· ·e fatto?• - Senza scennere cchiù a patto - c' 'a cu– scien:a e ·a dignirà. Avete sentito? 1o vorrei trouare pace. nta una pace sen:a. morte. Con questo appello d ram– matico e insieme fiducioso i personaggi di Eduardo De Fi– lippo ci vengono incontro; con questo appello ci invitano ad essere spettatori di una città e di un mondo del quale ora per ora siamo intimamente nartecipi con la nostra ansia ìi uomini. GIOVAi~NI CALENDOLI

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