Fiera Letteraria - Anno IX - n. 51 - 19 dicembre 1954

lf [' iJag. 4 III- ,LIOTW.CA Mll,.ITAI\.E. N. l' GIOVANNI BOINE DISCORSI MILITARI Lr. copertina dl e Discorsi militari a STORIA SUL SERIO PER IOGR!FIB D'FROI X Ilpensiero politico diGiovanni Boine · .,,.. di MARIOCOSTANZO Rari ,;ono gli spunti pollUco-aoclall nell'opera. dJ Bolne. I Dfacoral militar,, e animoso commento I nl re. golementl di dlsclplina dell'esercito Italiano _ che, 11.l loro apparire, meritano e l'elogio di Cadorna, Zuppelll ed altre o.utorlta mllit.arl del tempo> e furono iludlcatl e il plu bel libro di morale bellica pubblicato In Italia durante la. guerra• (Belloncl; e clr. G. Plnu.n. nella e Tribuna• del 9 dicembre 1911) -; poche altre pagine, qun e là, In cui lo scrltlore 111pone espllc!Utmcnte dei problemi di caraUPr':."pollt:co o sociale e. t.cnta di risol\lerll, come sa e puo, aflldRndosl ora al suggerimenti di pnidenzn, di moderailone, che gli vengono dalla sua formazione cul– turale rellgiose; ora al buon senso istintivo, all'Innata cautela proprl~ del piccolo borghese ligure d'orlgtne con– tadina: tuttora orgoglioso di appartenere alla csola ~l•~oi~~e f!1 1 am=~::Ì!:.: d°ir~~~l~trr~!i°~s~~l:ltu~e~ minato; o a rifugiarsi, come fa appunto Bolne, lro. I libri di un·angusto blbllot-Oca comunale e a mendicare per :ie:lo;n'::::.~. 1 ;a~~~t~~~: ~~ed~~t:,~s':fi!'to~na~~l~~Ì buoni proposltl da cui Bolne era animato In questo senso; ma In cui SI ha anche l'Impressione che egli vado. contro la propria indole, che voglla eludere, per qucsttl via, Il proprio tempera1nento rlgoroso.mente lndlvlduallstlco, spoglio anche delle più elementari velleità civlll e sociali e tutlo risolto, altrove, nel modi ooutl della e confe&Slo– ne > di una vlcendn Interiore che si svolge qunal fuorl del tempo, raggrumata, per cosi dire, Intorno agli ango– sciosi e puerili lnterrogatlvl sul proprio destino, sul gros.,I problemi delltl \lita e della morte. cari all'adolescenza.. Vi sono, è vero, alcuni 5erlttl di Bolne ln cui I varl aspetti del ,uo pensiero J>Olltlcoappaiono fissaU in modo preciso, !lneare: con un che di definitivo, di Immobile; e in cui, anzl, le sue Idee, I suoi giudizi hanno un rigore, una fermcZM che non hanno altrove (seppure, In certi casi. la soluzione concreta che egli suggerisce del pro– blemi particolari - come è quello dell'antinomia tra le opposte concezioni dello stato hegellano e dell'asaoluto llbernll.smo - non si sa bene In che cosa coruilst.R: che cosa ala, ad es:, l'equilibrio e polposo, sodo, vitale>, che e gil staU nuovi europei, In Ispecie latini• non avrebbero e ancora saputo trovare, ... ». Sctltt.l, Jn cui, quasi quasi, si direbbe che Bolne riesca davvero a Intravvedere la poaslbilltà di una tregua e.I suo e smarrito sotrrlre :.;•una ,•la di scampo alla sua condizione di creatura e 11bigot.– tlta >, di e esule, tra la ragione e la fede, l'ordine e Il e caos 1; e rinunci, per un momento, a porsi li gr05110 problemn di un miracoloso equt]lbrlo t.ra quel due ter– mlnl antltetlcl e a risolvere l'annosa e querelle de la trao1tlone et de l'ln\lcntlon De l'ordre et de :·aventure > ... C'e, però, dietro ognl suo discorso politico o &otiale, qualche cosa di ambiguo, di contraddittorio: come un dubbio, un'lncerteua segreta, qualche cosa, lnaommo, che lascia perplessi, che fa pensare che Bolne, tutto sommato, porti ancora, dentro di sè, vivissima l'ansia, Il tormento &plrltuale, In cui da sempre angosciosamente sl dibatte ~~o ~a 1lr~~;ll~a d~a"n~n:r~rt~1rt~~~o e t~n~m::~zat e solo riesca qui, per un momento, ad lng11.nnare se ste&SO, ad acquletar111anche lui, come t:intl t\ltrt, In un espe– diente, In un pretesto, che pure gll pennette solo di lgno• rare o dimenticare 11 proprio stato d'angosci!\ e di In- certezztl, . Per questo anche l'apparente rigore logico, la cocrenz:i formale di certi suol giudizi, del suo stesso credo politJco, non persundono Jl lettore, appaiono subito come un segno del suo scarso lntttCS$C per le cose pollt.lche e sociali; per questo, nel suol scritti clvlll, egli rivela cosi PoCO di sé, del suo essere Intimo. Quando Bolne parla di problemi religiosi (di qualche co.sa, cioè, che gli sta \leramente a cuore), è evidente che egli sa benissimo che anche li fclloe approdo che può offrirgli 1n tm.dlzlonc religiosa cattolica non è, non può essere _ In nessuno caso - la passiva accettazione di qualche cosa che è dato dall'esterno, sl una csperlen7H1, splrltukle che egli dovrà volta per volt.a rifRre dentro di sè. Qunndo si pone del problemi estetici o letterari, è altrettanto evldente che. nonostante tutto. egli SI\ bene di dO\ICrcercare la soluzione del suo problema sUllstlco _ problema di equlllbrto trn l'Immagine e Il concetto, In ltrfca e l'obtettivttd: - fuori degli schemi consueti e senza Je conferme di una sollda, concreta tradizione letteraria. Quando, Invece, egli parla di problemi politici e sociali, è facile avvertire tht' egli - se ne ocoupl per sentito dire:, tratteggiandoli in modo nst.rat.t.o,schematico, o si perda In Indagini minuziose, ma d!Spcrslve e, In fondo, altret,– tanto 1nconcludentJ, di fatti e que1t1on1 partJcolarlsslme _ non fa, In ogni caso. che arrldnrsl tout court al costu– me, al gusto e al senso comune propri del suo tempo e degl! uomini della sua generazione, Ov\•erortruglarsl (e ln– nlcehlarsl >, avrebbe detto Il suo coetaneo Slntnper} nel– l'ordine puramente esteriore e meccanico di una legge tradlzlonale, (SI rllcggano, ad es., le • mnsslme •• disse– minate nelle pt1glne del Discorsi mflttart: cCiò che la Patria comahda non puo casere in contrasto mal con ct0 che comanda Iddlo, - e bisogna difendere• gU ln– t.eressl della Patria, e perchè In ultimo gon poi rlnllncclntl agll ,'.J,Jl'arl nostri particolari sebbene ciò lmmcdlntament.c non sempre si vcdn •··· e Una nazione non \ll\le perchè I suol bilanci quadrino rcgolnrmente a fin d'anno ... Una nt1zione non è una fottorla >. e Una rivoluzione ed un macello non mutano In natura degli uomini e le neces- if~~o 10 q~~bl ~ dWes~~ad~f1 1 ~e r~~,~~f Je~rt~ri:~l~ ~~~ prla di Boine. Il p8 !colare no del linguaggio bolnlan~. CO– ~I. nd esempio. nel Deltru. che ~PPfg-~::::Jio a\c f~'{!,n~~~~ on f rlt.mo .<ilntat.tlc-odelln let– teratura tardo-romantica e de– cadente, rnccento stJILo;tlcodi Bolno s1 e'!.prlme in un rarefar– si e lnterlorlu.nrsl del ritmo or– gtastlco dcr sen.o;I (e delle lm• maglni del sensi) cnrnt.terlstlco della slntn.c;sJfa.nt.nstlctt di nitri ~:\:~~t~~!&'Jt':icrer e ~fù \'lctno. (ma s1 potrebbero ugual, menie cl~arc. che so. Lnut.réa– mont. o Rimbaud). SI vedano. ~.;;g~1·~uÀ)~J?P:~~!t1t~j~~~ n o ce.'>J>IIR:11? Son tentac-olari ~~rtltef!,;;~rn~~ 1 A~iS1N;:~~:~ !~~t,:.O~~fc 0 ct)~c ~j,u';~~~n 8 o~(:: notlche nnntomle di naccldl muscoli que.•dl mucchi e quc– sle ca.panne: sono ossnme. 59n scheletri. son curve gnbb!e di tornclc-he cnsse questi serpcg– glamcnt.l ttridl di rcdole e mu– ri. su per le ripe. » E 0 uno del momenti estremi di q_uestogu- socilÌJe: e VI sono ln un paese fort.unatament.e più stntl di popol11.zlone,vi sono rl.scrve di sanità In mezzo alla malattia qualunque essa sia come nel corpi, vi sono ~~;~~~J:~ r:'vW!e n~n,ul~~i 10 d!~rlv~i,jfe a:J:r ~! 1 ::~~- camnle non venijn evocato ln zlonl eccessive o gcometrlc.1.menle •L un sUMCgulrsl di periodi de- DI qui, la sun concezione 1>01ttlca• conforml.st.a e con- scrlttivl. non venga 1n11stcnte- servatrlce > (Mnnacorda); 11sospetto - casi vivo ln noi mente sot.tollneato nelle rcazlo· _ che egll rinunci a un «-rto momento a quella serietà nl del sensi alla suu ripugnan- e a quell'impegno morale. che tutti I crltlcl hanno ere- te realtà. ma venga come fcr- duto Invece di potergli 11conoacerc. DI qui, Il suo nnzio- mato e d!s.'ICcc-nto.direi qullSI nallsmo, trn eroico e m!Etlcheggumtc, alla Cnrlyle (cln Jlbernto da ogni csterlorltà at- e:torla >, si legge sulla e Voce>, quando è e storta sul se- trnverso l'nssenzn quasi llSSOIU- rlo, per b!ografle d'ero!•· e è la creazione. la costruzione tn di ogni oggettivo dcscrJt.tlvo. dello spirito>). DI qul, ancora. 11suo generico, frammcn- at.t.raverso II mRrtellato sus,,e- tarlo ldealliomo politico: che è un po' quello m·oprlo dclln guJrst del periodi nel qual! la maggior pnrte del cosiddettl • glo\•nnl Intelligenti d1ta- prolessi del verbo {«sono»), con lla • In quesll Anni: ~lo\lanl • flliatel •• di cui 11minimo forte \•alore di decisa e neLta che si µossa dire, è che e lnfuc!tl di coltura letteraria • presehtt1.zlone dei 110Slant1v1 ben ~~e~c':,os=o f!;t<\~!~·s:r~cn!f, :~:~m:Ìlnch~J\~\JIAdne~ dellmlt.atl e fen11!che compon- neoldeallsmo crociano. o dcll'ldcnlismo • mllltAnte. di ,~~~o~~ 1 ~ld~~W~11~~mme rt altri vochml: che muo\lono enì.r11.mbLplU o meno espii- condurre qucll8 materln da uns tctamcntc, da un"atlenta, rigorosa revisione critica del esperienza esteriore del scn.ll a ptmliero marxlstlco; sl un lstlnt.h•o ribrezzo per I fau.! ~~zf~~:~1~~~~:~1~~~ 1 ~1~~;, MARIO COSTANZO azione di ~wertlmento. di pre-i LA FIERA LElTl::RAK!A Domenica 19 dicembre I 954 "SIA~IO IJOtlll~li LASCIAtllO LA LE'l"l'ERA.'l'UHA E FACCIA.HO DELLA LIRICA,, Gli scrittori de e La Voce• furono - e si RIIude al mt– gllorl di e&! - I .sfsmog,rsft di un• crisi. Fra quest.l Bolne fu 11 più 158nslblleall'lnt.lmo trRvagllo che mlnava rcpoca In cut visse: In lui Il mutamento lentamente.. In modo brR<tislsmlco. O...'\SUISC alla sfera della coscienza. Si trattò di un sapere lntennlttente. rclath'o Alle seo,v..,e gubtte. una ~lllazlone più che unn vera e propria cons11.pevo-– Jer:ta. In e Di oer~ pagine mistiche, Rccusò li guo stato di esilio: e lo sono t.rn Il concct.lo e rlnunaglne. doloro– samente. a.ngoscl06-1.mente •· e rhiarlftcò la natura di que– sta &Cls.,lone: e Qtaa-.1,1 che cce<lono. credono. Cristo cro– dttsso è per loro tutta IR predicazione evangelica. In una Immagine concretRno tutto un ,;!sterna di morale, Jn un mito tuttn una filosofia. Ed è questo cll'lo non ~ fare. è QUt$t·1mpeto Ingenuo ch'io non ho•· LA parteci– pazlone àl modemlsta e Ri,movam~nto • e Il conseguente dlstA<:cofu un nspet.to di questo dl5sldlo tra l'Immagine che lo spingevR ad un ent.u.slasmo da Rpo&tolo (e Nol eravamo cnttollcl perchè la fede è bella. e noi volevamo che Il cat.tollceslmo IRstlasre da banda In t.eologln ffln– t~lletto) e 5I rlduc~ nlle co.sc 1:>elledella fede, allR bellezza della fede. alla /ed.e •l e I! concetto che svR– lutava una aderenza troppe Immediata alla. bel1«1.a della Religione {enon eravamo morali •L Ugualmente si po- ~:~i!i"~:i~~a~1~1 ~~~a::~i{~o:~ ~:.~~\v~ 1 ~t~~ da e Lo Voce•· La sintesi di questa ant.lt.esl fu la soffe– renza, Il dissidio Interiore. che lo lnduss.e a ,•h•ere una ,•tt.a coa! .rnt.ta. pslchlcnment.e tormentata L'Intelletto. vi– gile e prednce. sembrò prendere li sopraV\lento: fu Il tri– bunale di Osiride che condannò IR sua nnlma tonnen– tata e fuggiasca n vaga.re di Immagine In immagine. come una. reproba. s!no all'est!nz!one totale della 5UR forza · negli nblssl del caos. Dionigi l'Areopng!t.a e Giovanni della Croce gl! ave– vano In.segnato che e Iddio è silenzio>. Il Santo spa– gnuolo. un po' come Donte ma con maggiore !\uldo ml– st.!co. penAava che l'ttnlma. nelle sue e no1t.l•. ::iuando più si aceo1>taa Dio. t.nnto più si t.rova Impigliala nelle tene– bre della propria debolezza. ln questa dcboleu.a lo scrit– tore Jlgl.lre - for7,e inRucnzato dal pensiero del BBhme secondo li quale la pa.<;,.o;lone d ll'nn!ma è vi~ di D!o - intravide un principio di forza. polchè non cercò e lo spo– gl!amento t0tale per l'Unione•. come Glov•nnl della ero– e-e.bensl una rlsnltnnte di forae ps.lchiche atte ad lst.ra– da.rlo sulla via della chlarlncazione. Qutst-a rltnase per hll un 11nt,1teslla cui slntt6t è la conoscenza lnl.l'sa come IICtlVO interiore. non la chiarezza. Forse )a lezione del ml,5t.lco spagnuolo gli giunse corret.ta dal pensiero del :Bionde!, Il qu•le affennava che e ogni 11:tnerazlone si fa Nellacultura delsuotempo * di ORNELLA .SOBRARO nella not.te •· ed agg!UDge\'a: e c·è in no! un sentJmento a&euroe pcnnanente di tuue le Vite est.rar.ee alla n06tra. di quelle vite che. con la conoscenza. si sono da noi con– centrate a nut.rlre e a sostenere la nostra propria attl– vltà • LApres(lllza Indefinita di un tormento lo lst.radava - quasi come un nitro magico - nellR !stabile ,•la della conoscenza. o meglio. al llmlte di e.s.sn . a l e dl.scrlmine del mondi>. che fu lk .speeola splrlt.ualc nella quale si rifugiò per &\ 'e.te pace ed o&Servarc le dl.Sarmontc che maturn– \•ano In luJ. In questa complCS,sRpo&JzlonesplrltuRle la azione - e qu: gll cttpltò di rlnnogare o. se si vuole. ln– tupretare a suo mOdo, Bionde]. non è p!U esigenza. ma Jn;orgo. peccato (si \·eda: e Il peccato a). Chiunque pen..a la realtà e la soffre è 6lmlle a quel pellicano descritto dR.Musset. nella • Nutt de mai•· cioè il punto d Incrocio. e quindi Iemblema. di twa realtà nat.uralc. In contrasto con li pen&lero che. pur rima– nendole estraneo. di QUC6tR si nut.rc . e tende a dlstrug• gerla. Come quel pellicano. Boine patl li tonnento della su• e ferita non chiusa•· e Dio ha messo in ogni uom<.i Il marchio del suo dominio: In 1,ut.t,Jgli uomini. F.d es.st camminano per 11mondo come schiavi segnati col fuoco: schiavi di Dio. Ora nell'uomo fedele. neffuomo rellgl060. questo marchio brucia. questo marchio s al111rgacon dolore a tut.ta quanta ranlmR.; 1ut.ta quanta quest.·11.nima è prcdn di Dio come qualcosa ch'io stringa forte nel pugno•· La DMnltà. e un·tm1J1ensa ombra che Incombe•· ha interro– gato gll uonunJ con la problematica di un·11sscnza: e O Signore! o \'ila. questa rer!ta che t.u non saldi. questo SP!l.$imod abbraccio c-hc è !n tut.to me dalla nRB<:ltae che tu non compi!•· In altre pa.role, lntul r1mg06Cla dl un tormento che lrO\'erA la sua espressione nelle parole di un l)OCWl moderno: e In noi sta - e langue. plaga ml– stcriooa ,. SI rese conto del naufragio: , Questa è la t.raged!a del cat.tollcesìmo attuale. questo Il tormento del cat.tollcl ora, di sentire in qualche modo di essere nel ilusto e nel duraturo. e d·avere la frana e la morte. d'ognintorno enormi•· scriMe su e La Voce• Il 7 marzo 1912. Net e Sal– ml tulla vtta e della morte •. che sono del settembre del 1912. conatatna: • Frana Jntomo a me ogni CO..'""R e non ho Intelletto p!ù che per intender la morte•· Se si con.sl – dera come questo pensiero asslllan quelli che Pancram chiamò 1 e mo111,Ust1 • de e La Voce•· da e Vita morta - la vlta neUa morte> di M.ichel&taedter a e La morte bi– sogna morlrla • di Bo1ne (e Frantumi,). all'a&&ertJ0-'1~ dJ Jah!er: e La realizzazione è morire> (Con me e con oli alpini ,J s1 .scorge una continuità Ideale determinata da quella \'Olontt\.morale che e Il minimo comun denomina– tore dJ qu~tJ .scrittori In un articolo pubblicato su e La Voce• Il 12 agosto 1909. lnt.ttolato • Qudl che rima.ne di Calvino>. Jahler .sc::rh·evadl e chiarori di ere&!e ;:ene• rose• (si f'eda Mche e I protutanti in /talla •· e La Voce>. 23 giugno 1910); Boinc ne e L't.rperienza rdfglon > sosteneva. pochi 1mn! dopo. eh!' e la rellg!one è per dtn– nlzlooe eresia>. Una rellrlo.sltà tormentata e ribelle acco– muna nel profondo quC6tl due autori apparentffll"'nte d!s– slmUl. ma dO\'e runo è Rggres&l;o. raltro e rlcett.h•o; Jahler scorgeva 11dramma dell'uomo nell'attuazlone del– la ·volontà nel dominio del relath•o . .secondo I presuppo.stJ ca!Vlnl.stlcl. In Bolne es.so s orgeva all'lntemo per e em– briont1le Indecisione delre.-,;,sere >. Tyrrel. Pe~y. Bionde!. gli a\·e\'ano insegntlto che bi.sogna tuffarsi nel rttle per scoprlni la \'erltà. Questa e.oi.lgenza.viva affepoca de e Il Rìnnovamanto,. ritornerà ne e La ferita non chf.u.ta > CneJrlnvoculone alle montagne In e Di certe pagine mi- 3ticM. •· In quel sentire la religlosltà delle cose non p!ù come mito Intellettuale. ma come rude realtà: e Perchè lo sento p!U rellglo.sità in que.,to tenace batter di mar– tello nella fucina QUIaccanto ... che In tutte le primltl– verte leggenda.rie del mondo•· o. ne e L 0 esperlerua rel!– glosa >. queffaderire alla Vita: • F.d lo intono dunque a pieni polmoni ti canto della realltà, della tangibile rea– lltà che m1 circonda•: sembrano Ptlilne 5Crltte da Jahler). Smentl questo suo at,tegg!amento ne e Il pecca– to• per rtaffennarlo poi, In modo più complCMO. net e Frantumi•. L 0 asserz!one di e Plausi e BoHe ,: e Slamo uomlnl: Jai;olamo la leteratura e facciamo della !Irica. E._, ;s.er uo-– m!nl vuol dire scartar la blandizie. la colorata molllz!e del sensibile mondo: ridurci rudi al di dentro• fa pen– sare ancora a J•hler. Nel e DJ.,corsi mUitarl • d! Bo!ne e In , Con ~ e con gU alpini• ·di Jahler sono esp06t.!I \•an– ta~! morali della ,1ta m!Htare. con la differenza, P"'rò, ORNEl,LA SOBRERO (e,>--.,~,.-.-.-.-,,.-.-. 6) r·_c,,_n~tl~n.-a_a_pa_g _ 6) 11cntazlonedi un Incubo. di una '--------------------• \'ila morbo.sa e tonnentosa de1-1:_ _________________________ ,_____________________________ __, liot ca Gin Bianco

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