Fiera Letteraria - Anno IX - n. 29 - 18 luglio 1954

Insegnano qualcosa agli anziani di MARINO MORETTI IJ Estate una nuova narrativa italiana. cioè cslJ-te un mdo di scrivere (1mmaginan • doJ p11, semplice. cauto, conciso, con nc.ssi Impreveduti, o &cnza neni. 011a3f tutto irl• dipendente dalla grammaUca come g/d i versi dalla prosodia. E' un bene? E' un ma• le? Nca,uno lo ,a. Ma è ~rlo che I giovani .:,tanno lns!"gnando qualcosa aqll anziani sen– za pero tener conto - ma è umano! - di ouanto gli anziani ,x,.uono aver insegnato loro, dut Panzh1I, non mai molto ligio alla grammatica, a... (si ,potrebbero fare cinque o sd nomi}. ZJ SI, dovrc~o u~rc conùntf della. crf– ttca I nootrl glot·ani sc.-rlttori d'oggi. Nenun tentativo glouanllc che non ifa prua molto .!Id .serto. I migliori rccenaorl che ,·occupano prct:alcntemcnte di giovani anche nei gior– nali pfù dl/fuM e autorcroll dorc di solito r:i:u1~c~~cd: l':Jie:::d=t~.e i!,t~~tzi::,l~ nome: Monto.le. ♦J Natura/menta oli O.Vtlenimenti degli"'· Umf anni hanno tnv-anato molto o. cnt CO· m!nctò. n.,n proprio ttmidamente. dopo il '45. Per non dire che (1/f hanno lnuonato Lutto. Mo. di QUO.lro.!o. Il dovrà primo. o pot !~~:r~iùo. a~C:~~:r:u:~~ ~~~:: c~~~f/ 0 · 6) l gi ovani icrittori itallat1i d'.O!J!'Ji mi iembro.no troppo lnterno..tionall eisl stessf per ~cr,cnt~!~=~~~ne • ri3petto alla no.rTatl• 1J Non credo che ria il oo.,o di far dirtin• :ioni /ra nord e sud. Il ,olo colore parteno• pc.o di cut st la .uimpre molto uso laooiU (anche se dfverdufmo da quello d'un tempo) 110n ha poi molta Importanza o.i /ìnf di un rt,ultato artlrtlco. Ad ogni modo, la dlstln· ;;/one trenta o quaranta anni la era molto pfù netta. Fo1o..tzcro e v·Annumfo. De Mar– cht e lo. Sc-ro.o.Ora ,e Diciamo Buzzatt e Mo.rotta Do,clll e Rea. l nomi dànno altret– tanto stridore? Noncredo alle generazioni di GUIDO PlOVENE Non 3flprei r"'110ndere in modo csauricn– tr,, e t1e11rn1c"o vreciao. Ho paNOto gro,l / .-.irto d1 1111c1tl dtimi anni all'catero: i11 lta– :a, 1101, 101101cmwc> stato preso dal lat·oro. No,1 conOl<"O(lbbu1ta11.:<1 bene la lcttcrat11ra ,orta 11eldol>O!JUerra per 11oterla giudicare COIIOIIC.Shi. Be <'.SIila 1wa e nuova • narrativa Italia. 11a.dourc,to d1mq110 71i11tto.sto111.scynarmdo l'OI. Dirò ,1111b1to che 11011 credo molto allo e IIUOVD • pur.sic, h1. blocco. E (IIICOrll tllCIIO credo alle gc11troz1ot1i coma 110rtatric1 di 111101:i messc,ooi (1rt1,11tici e morali. Certo, c.,1. 810110diucrs,t<\ tra ima 11e11crti:iono o l'al– tra. Qucatc coao llppartc,190110 allo ,torico del co.stumo. non a clii ai opp(lr,10,1a d'arte e d'idee. La diui:tio11.e polemica. tr(I ocnera– :10111Mr lo più ò art1/1Cwle, 1111/ltaria.E poi, che dcro dirvit lo ."tonoun 1.1omo elle ccrra ~:e~~v~~~ic,cì~ad:1i~c~r,r:c:i~o;:.cr;,~1~t:.i K:oc; mi µrcOC<'llJ>O molto d, claM1 /1et1rm1.di cla,. ai/lc,,r<' ylf altri, d1 d1t'1dcre in ct_Jtc9 or1ela rMltà /lu1da che 31 offre cdla 111"1 oucrt:a• :io11e: e olla mia ,1tt1l·1Ui. Per farlo, dovrei /in9~re d'«serc morto, o non ne ho a11cora t'°Kltc1,icdctc a,, gli aeriHori d'oggi, e ape– cinlmtmtc i o/omni. J'J"l,M/Jno dirai conto1ti :~~a,:~~:cr·c!?.t~~:i~~~lr:,~~:'.~~~::~~• ;;~: chi> dovrebbero C1J1crcsco11tcttti! Ncuu_110 sr.nttoro () stato 11w1 formato dai crrt1c1. Qualche i:olta ai h1co, tra 1111 t:cro owcst_ro, clic ci d1} 11t1n lc:.:iot11J, e nllo~a b1ao!l11am1.– p,1rarlo.. Ofpurc q1wl<'11c> 8JJ1r1to~0119eni11lc, clic ci arr1cclii-,cc co,1 lo aca111b10, Il collo. quio. No 11 bi30!711 adr11111mat1::rirc. Si accct- 111 di buou uro.do quello elle vic11e, fJU(III· do t•lc11c. Ofi aoL·e11lm_tmtidc9li ultimi anni 111111110 ilt/lurto 1111 mio lat•oro d1 .scrittore1 Cc_rtp; comc potrebbe nscrc divcr,<111.initer V1vra~ mo tutti ili IO! bar1110 di (ll.)t)(lll111Cllti, Il! Clii cerchimno di OJJerareo di c,l/cr11111reL liberi. Noi c gli altri /Clccwmo .t11tt'u110. L'crroro f) di ovdl/r(' q11cata coac,nr:" 111 /_ormulf' ~ praticlt" trite: "~tr. JJro1~ga11du1t1c<1, rcah• 111111J tiro!}rm,rn1'1llco. ccc. 111 qw111to alla doma11dn, qul'll'I> 11'1mfr, po,:::io11c rr1111etto oli« nnrratarn 1,itern1uio– ,a11le.non JH)l!10 _dm•t•c,:o ~1111onderc. l'o:10-1ro nleu 11 i narratori ..,trat11cn_;mi 111at1cr1 I nitro ccrmi,1c di co,i/ronto .. <'loi! lii 1111(1 opera. Per m111 1rm1il1cl' rao1011e,<'11'<'~,n110n c'?– e cl ..,tQ lm·ornudo. Lo co1u>.,ccrò_quando 111rll conrfottfl a termi11e, Du11quo ri&po11dc.. rò, ,c Polrò, fra vent'anni. I Da qullndo ha ln!z!o la crisi del romam:o italiano? Vorremmo dire da sempre. se quc· sto non cl Jmponcw: Mchc un discorso au j>robleml generali di storia e di 00$twne che esulano dal rapido p11.nortUnache cl 11lamo proposti sulla nostra ulllmA. MrrA.tlv a. quel· In di due generazioni dJ gcrlt,torl ltah11.nl rhe, operano a un dlprc&00 dRI 1930 a 0@:gl . VenUclnque annJ. o poco più, di lavoro, regnando come punto di partenza di una e nuova• nnrmtlvo Italiana, gli Anni nei quali \'ennero alla luce Gli lndll/ercntl di . -'i.!berto Moravta. < 1927) e Vent'on11f di Cor· :!~t1A~~~~t~)i :~ 1 itC:rt e~~ !;.,rd~~~J tre Joro e soprattutto di cosi dh·erse orlglni. incllnaz.lonl. legami di cultura e di amblen. te, quali Iniziatori di una, nuo,•a. 11ltuazl0ne letter aria: b en ~hl oggi si rendono conto dello soo.to di di.sAglo nel quale ap,unlo attor no al 1 930. s1 s,•olgevn In Italia Il IA· \"Orodi un narratore dopo un ventennio di rl~rche Uriche cspcrlt,c dagli scrittori ere· sciuU nel cllma de Lo Voce e dc Lo Ronda, da quando cioè da una parte un·lnterpre• tnzione troppo corrh•a dell'estetica crociana incll na,·a a con•!ldernre tnucurablll o secon– dr.rl I ,•alorl compleMivl al un·opera, mentre ~jJ~:~~dofi' rA~rt:uvt~~o ~~C~l 1 i~~~tf.1ar°v:~~i meramente stilistici della pagina presa In l!le stes~a. nel limiti del suo re.spiro, nel &uo toglio, nella sua o.rchlt.ctturn p&rtlcolare. nella sua purcua espre.sslva. Coru:lderato «Impuro• Il roma.n,.o per le sue StcMe ne– cessità orgnnlche (e col romanzo Il racconto, l" novella) che Impongono nllo scrittore di O@gcttlvare li suo mondo distaccando del tutto da se stcsro quella che è la sua perso· nale esperienza autobloe:raftca, di far pe. netrare In esso tutto maa:ma. u.lon, con– fuso e qulndl neces.'!arla1ncnte «Impuro• della vita In atto. quasi tutta la critica po.,t– voclana e pOL!lt·rondlstoaveva posto In pri– mo plano Il singolo ffttto autob•ognaflco che riporta..~ la dcruttà dell'lnunaglone e della. !Cn!IWone nella defonn11.zlone e nell'e\·oca• z!one lirica della tanta.sia e del ricordo: la sua carica. tanto più breve e t&nto più in• t~nsa. st consuma\'a. tutta scn,,a l~ll,re re· sidul o prolungamenti nell'atto stwio di !ffr~:~~~~-~I s~~~ ~r~:a 'te~i depumta di O(ml elemento compositivo che rompesse la sun architettura. da CM&era e·tmlnato quasi del tutto ti dialogo e coel cgnl altra prctema di fattl 11.tta a turbare le. sua rigorosa composizione, la sua. sia pur e minore •• claUJcltà. D'altronde. se questa letteratur& accetta– ,,a li romanzo. non IO aooettava :n quanto tale, ma In quento poteste scowporal nel suol elementi strutturali dlatlnguendovl da.– gli altri quelli auto0Jograftcl e Urici e re- io1~~l~~ ~~ll~lt~r:~~rc:. 1 ~:lr:l~~::,_~f~~ o del merl contenuto. Sl veda, per esempio, oome l'accettazione di BBCchelll fogse condi. zlonata (e non senza rl&erve> B. fatti di stile e di cultura. comunque MSRI rsramente 111 riconosceva In lui Il romanziere pluttOAto che li prosatore d'arte, dando mE41:arlmag- ~e~U!v'to n;{"rf~nn~el~o asc;:i\~te d'~: ea~Jone. che a libri di decisa lrnpostaz.lone narrativa. Questo 11tato di C08C non era scio dovuto al ritorno verfiO una tra.dlzlo· ne umanl5Llca (del resto mal spmu. nella nostra letteratura: lo steMO Carducci ave– \'a pressoché Ignorato la pur folta prod.u– :r.lone narrativa del suo secolo e In genere h\ scuola e le accadtmle eono 11tate sempre lr.ellnl a con.slderare la narrativa com e un tatto e.straneo alla cultura) che l.ml) Oneva canoni piuttosto fissi di compcw ddon e, di ~~~I dk~iid~~ 11~~~sa~fn~ ~:~: catl; ma anche a quel petrarchlmlO che è nello steMO tempo vizio Italiano ed evulone per k> scrittore da ogni re,pontabllltA che non sia quel!~ dlrettam"nte letteraria e aU- ~1!~~i~ n!~~~~c~:g~TI~~d:e~~ec:v~~ &empio, che considera ti rom&nzo un gc• nere spurio al carattere del!A n06tra. ltL· teratura (\'l ammeLte a ffltlca la novella. purch6 si attC'I\Jla a. certi canoni classlcl). Appunto dl quelrep()Ca dalla quale prendla· mc, l.n.Wo.nella. quale si avvertl prtsro I oo– strf i,crittorl un rinnovato Interesse ver,o n romanzo e lR narratlv& è 11'1 severa re– primenda dl Olovannl Papln.1 SUIprlmo nu· LA FICRA LCTTERARIA Tuua la narrativa fra le due guerre si era consull\ata nello sforzo di uscire dall'immagine e dal clima della memoria per tentare una ricostmzione dell'uomo siwandolo in modo in– confondibile nello spazio e nel tempo, come dire nella società * di FERDINANDOVIRDIA mero 0929) della rivista di Ugo Ojetll «Pegaso•· reprlmcnda. Impostata in gran parte sulla pmunta necemltA di dtrendere la. nostra lettcral urA.dR intru.s.lonl pericolo· , ~ per la sua Integrità 1radl1,1onale non tt:nt.a. tuttav,a. una qua!cne punta mora– Usuca che lnterpretai•a anche certe pu,·en• uonl sulla pericolosità del roman7.o In quan– to gpecchlo della i•lta anche nella l!Ua più densa cd Intricata sfera erotica. specie allo. ra che rlntcnzione della parte più a.gglor· nata della nuo,·a cult.urR let1crarl11 ltallan& si ,·olgeva (!orse con un certo ritardo> veno 1tl: studi e le analisi del mlsterfoe:I rapporti tm conscio e lnoog:lo. con t. utte le t10ttcr• ronee interferenze tra ses.so l mmagin11.z.lon~ e \'0lont-A prtse In esa me dal le teorie psl– canallsllche di Freud, che hanno aperto un ~:! :1•i!tona~:nrva ~~nr~~t~!!o~~rlcolo Alrmdomanl della grande stagione del na– tum.llsmo e del ,•erl~mo meridionali' o dell& llnca postmanzonlana del De Marchi e del Fogazzaro, anche indipendentemente dalle rRg!onl soprAdettc, il romanw ltAl!Mo se– Rnava un perfodo di stanch~ia dovuto In RTflnparte Al dl~r!c.ntnmcnto e alla tlcsalo– nc nel gusto recata dall'estetismo dRnnun• r.la.no e dal suol cpfRQnl: tra Il 1910 e li uno Il ffflmmentl.smo voclsno si RlustUI• cava anche come una uazlone 111dannun• zlane.slmo. una conqulsta di Interiorità e di civiltà espre&slva dl fronte alren!MI corren– te o a certo minuto pslcologlsno crepu.aco• lare fine a se stesso coel Il neoclRMlclsmo ,:tUL ,tlcamcnte ~ost.enuto de Lo Ronda po· te.va apparire come una .salutare reazione di fr onte alla sciatteria. e magari al btl.!11- so eroismo della. narrativa corrente subito dopo li primo conflitto mondiale, Comun– que. proprio gli anni tra Il 1920 e Il 1930 n,gnano l'acme. <!ella crisi della narrativa italiana. Non mMcano In auesto periodo I romanzi (\-OJTCmmocitare Palazzeschl. Cl· co«nMI, Fra.cch!a, Com 1 &o, P.:-a. Bont.em– pelll, Ba.cchelll, eorghCtìe. Plr11ndcUo, Anlan• t-t c.d anche - perchC no? - Morett.l). m&n. ca Il rom11ru:o.\'Ogltamo dire una narratlva ll«lla.1111 r.c:onoe:clblleper sut carattertstlchc, per una sua rol!d11le e;,ploraz one dell11 vita unllana. sia. pure sulla !als arlga d i part!co– Jarl scuole e tendenT.e, allo sle.s.so modo nel quale esiste un romanzo r uSliO, un romanzo li AncC!'e. un romanzo ~lese. un romanw ~!r!i!1~A ~:_,~!?i°~ ~;i::t:~~ 0 m'! 1 ra~t; eoci&Hprotondament.e Inseriti nella rea.ltà di una dAta epoca e dl un dato popolo. ma par– te integrante e sempre rironosclblle della sua ICUCMltUn\. Sltu&tfl dunque tra Il 1910 e Il 1930 la cri• s1 della 11arr11tlvallal~a. essa corrisponde nltresl ad un pc.rfoc!odi crisi naiionale li cui rl,•erbero Il! 11,•vrrte nella stessa lette• ratura. La generazione del ,·entennl e del trtntcnnl cui pKrtono per la guerra del 'U ~ un& J:encrazlone senza. romMZO. ma con molte r1ccr,che liriche e critiche: ne esce de- f~~~1~1t~:ffa1~11~~1f~a~~cs:;;":.._gr~~~ln:~~v:~~ turerà dapnrim11 111sua esperienza sul plano Putoblograf!co Oc rimarrà per un decennio ~~mdea1r:t~1tf:[,~~~11.:~) q"Jei~~~ s~7i[~dr;; 3qulsltflmente poetica e la dltt11turl\ le lm· porrà, taoltamentc. due strRde: o A..dattarsl al111stm retorica ò rimanere fuori da Ojtnl rapporto diretto con la soctetà. Era aMal dJfficlle non scegliere la seconda che offrh·11 anche Il modo allo scrittore di mantenere ~~"nlZ~ .!!~1~ ~ ~;~ f~m:: scllt!clta.zlonl suceeslvc alle quali quella' Jet· ter&lur11sep pe - meri to aual più grande - \'Oild&mente rc.stgtc.re tUtlRVlll perdendo la maggior part e dei suo l contatti ron I pro· bltml CMtnzla.11dcl111. EOCletàllal111na trà le due guerre Usciredallaletteratura L'lnWe&Se verso la narrativa che 61 av– vtrtl da molti ntgll cuml auorno al 1930 muove da un dupUcc. ordine d1 ragioni. Una tquisltamente letteraria dettata dall'esigenza dl uscire - senza tuttavia negarsi I r1sul– tatl di stlle e d.l Intensità lirica che la gene– razione dc La Voce e de La Ronda er& r.u- 6Clta a con.seguire - da questa letteratura oosl squlsltamente • lettc.ror,a ». riprendere sul plano narrath·o la lezlonc manzoniana e Vtfihlana, ancor vive nonostante !Il provvi– sori& ecllssc., ritrovare un contatto con la narrative europea e amerlcan& (sono appunto gli anni nel quali In Francia l'opera di Prouat esce dal llmltl delle scuole. de.Ile rlvlst.e, degli ambienti letterari per diventare quasi u n simbolo n azlonale, gli anni di M&urf11c, di MA.nn.di DOblln. di Orels•r, di Do.li Pas· " °'· di Ande rson di Lewls. di Hemlngway): rA1tra di porre di nuovo a fuoco quel con– u1tto tre. Jette.ratura e vita nazion&le che ena stato l"flMIUodiretto o Indiretto di tutta In narr11t1va del1'800, da Manwnt a Nevo. da Tommaseo a Fogazzaro, dal buon o·Ate· allo • Vcrira, di riprendere un dUcoN'o di· retto tn letteratura e 1ocletl, eliminando proprio lo sch ermo dl una lingua colta per tornare, oome c.ra nccaduto pe r Vl'r g&. a modi di espre ssione attravero I qua.li !O§~ possibile raceo ntare cd esprime re per,o ruggt e ,·I cende che corrlapondeste.ro. attraverso I filtri de.ll' tmm agtnulone e del la tanta.sia, a quell o che era un processo dl trasfonnulone in atto nella vita ltalMUla. dl cui le erigi dtl nMtro seoolo erano le protagonlste, Ull.llne• cesstlà che era nc.U-arfa dJ l!COPrlredi nuo1·0 !I n01Stro tempo e di rlocetrulrlo fBontem– pclll ne.I primo nwn•ro di '900, 11ppunto In quegli anni, aveva 11ddltato come compltour– gcntlsslmo que!IO di « bdtfr d nouveau le tGmps et l'l!rpoce •· e non 111 può d'ment!Mre lA collaborazione alla rivista, proprlo In quel primo numero di Ah•11roe di Moravia). 81 aggiunga che er11no proprio gli anni della. &roperta di Sve\'o - con tutti l p roblemi che essa. comportava-, che era, nello stes.so tem· po, una l iCOpc rta Italiana per la Kl!'tan zlale llallanltA. a.rw provincialità di questo scrtt• t~re Ila e triest inità' di Sve\'O è sullO stesso piano della e slcil!anltà • di Verga> e una 8COJ)Crtaeuropea per gli infiniti legami di questo scrittore con la nnrratlva europea. da Proust a Joyce. da Mann Il zwelg (legami, c1 ti Intenda, fondati su affinità elettive e non su dtret~ derh•01tonl) e pc.r gli apportJ, tedeschi e slavi In gran parte, d1 civiltà e di ~rv'!~'i~ chJei\1:n 1 i~l~~~&.tra.mlte IR sua narra- Oli fn~I.Derentl di Moravia sono appunto la test!monlan1A di quella. cr1sl della rocletà llallana di cui si diceva, riportata nella piena e totale ~ttlvM.lone di un ambiente, di un mondo. di un cllma morale tttudlatl. guardati e raccontati ccn una freddeua lmpletooa e talvoltll crudele nel fondo più aggrov'gliato ed amaro del peuonaggl, con una pro,.a che pRrvc C!" forse era> Impersonale e documen– tarla: ma, ormai del tutto sciolta da al– legorie ed tvocaz.lonl. ttl liberava da. ogni 1n.;pc.rtlua lntle.sslonc. lirica. di ogni consu• rnato &rtlnclo letterario per dlstender.s..l isola. mtnte In racconto. Lo sten,o giudizio dello scrittore verso la tua. materia non al'llorRv& m11.lalrtstcmo della pagina, ma rimane,·" legato alla. stu.sR m11terla, sottinteso e sem– prt prc.unte nel racoonto. Vent·onnl di Alvaro t'ra Il ritorno al ro· mertto di qutlla gcner11z.lone Sl'lttfL romlUUX> partita e tornata dalla. gue.rra del ·1~. la r~cope.N di un dr11.mmanfW<'nale non plù 1in1lt11toII prl,•ate esperlen7.c; la sle'!.$aoore.• lltà del romRnzo si !ntona,·a con la 1Jt11.nde f11llea umMll che ern apparsA IA guerra al combattente del Sud. un tatto naturale non dissimile dal terremoti e dAlle alluvioni. dalle 6lccltà e dalle oamtlc ehe per lunghi i;ecoU SOLO GLI rf ALIA~I NON SENE SONO ACCOR'fl Unlavoroproficuo di CORRADO ALVARO di CARLO BERNARl Biblioteca Gino Bianco M·evano travAgllato la sua terra, contro Il qu11Jeei esercltav11.la 11ualunga pazlenu. E nBLural mentc vi 11.mo r11.vano I nodi e I dlfe~ll della r.ooletA lta.llank, quan10 di lnoompluto e.vev&lasciato Il Rl80rglmento. I contrasti di classe e di latlludlne geografica. Il distacco un generazione e i;cner11z:one: ma aoprflt• tutto Il valore del romanzo al ,copriva nel· l'in.Eerimcnto che esso c,perava della tradl· done ultima dell11.nsrratlva merldk>nale, la tradizione di Verva. di De Roberto, In una clroolazicne di Idee e di esperienze espresslve che l'Alvaro ueva &ssorblto nel suol diretti cootattl con la nuova narra.Uva e la nuova cultura letteraria tedesoa, russa. francete • nella 11tCMaesperienza Politica dello scrit– tore: I persona.gal vi s! oonfeMRV&DO sco· prendo t nodi Scgtttl dCIIA loro fonnazlone morale: le la,·ole del 1ud, la loro ate~a pee,;anltà a.ssumevflnO wi11 nuova dlmen• s!one Poetica nel contrasto con la clvlltà e oc:,n la noo,•a 80ft'ereru:a collettiva. che la guerra lmpooe\'11. I profondi nodl fa.ntutlcl e atrettlvl dcli& Joro ,•lta morale si com– pltcavono a contatto con fatti croUet e dl rostume che l'lt&lla e I Europa 1914 river• beru•ano sull'It.alla e sull'Europa 1930. Il Sud Ma gli annl attorno 111 1930 SCifiMO A.n· che l'lnliio te I due scrittori di cui abbl&mo p11.rl11to dJantJ ne sono 111concreta espres- 6!one. e per qu'!:Stosi pongono come elementi dl\tlntlvl di una nuo\'a situazione che si npreJ di un più 11tth•oIntere&..~crltloo degli ne.sai 8Crlttori per un rlnnoYamento della n06tra narratlv&: la crisi, Insomma, operava I:! senoo Pl)81tlvo. ntl seruo cioè dJ nUO\'I p1obleml che al aprlv11no,di situazioni IIOOn· t~tc. che venivano dellmlt&t.e e ,uperate. Le polemiche che fecero centro attorno al ~~~mgf1~~t~ ·9:n~·1f!.ter~:nJri~ ~<X:r'i~: come più tardi Lcttcroturo. e Argomenti, 1f contra.,to tra contenutisti e fonnalls tl. la t•1•,r·11pl0iia meSSRa punto anche tu un pia.no politico dei glonnl del Saggiatore, ma anche I a.ttent& apertura verso la narrativa di cri• tlel come Pancr11i1, Booc.111,Bc.Uoncl. Tltta Rosa, Solml, dello tilca.> Palqul, sia pure cen le rlkn·e che com~v& la sua par– t!colare p01lzlone di de/en,or /Idei della pro– sa d'arte e del suol. Accanto &d Cl$!, ::he rappl'C8Cnt.ano ca.si crltlcamcnte lnd1vlduabill di esperienze oon klltanto 90lldamente impiantate. ma pervc· nute altres.l " un grado di completa matu· raz.ione (e per questo al ponaono come ele• ruenu dlatlntlvl d1 una nuova at11g.one !et· terarla ) non si J)OMOOO dlmenLlcare I e iito– v.UU narratori• (llnche !e: per awentura ootlAl. nel di qualcuno del aopradctt.1) del pe. riodo tro. le due guerre, che tuttavia rap– prescnt11no tsperlf'tue aperte anche 11uoces- 8h•amcnte ma che In certo sento, anzi In 08'.fil senso, parteclpMo. in un modo o nel• l'altro. alle 11teS6ericerche, di contenuto e rh esprea.slone del qullttro sopra rloord11t.L Sulla &teSBB linea post\'erghlana di Alvaro, complicata m gran parte anche per lui da Interessi ed c.oiperlen,.eeuropee dlrettamen– t<' cercnte fn loco, è certo li mer!dlonallMlmo R. M. ~ Anf[ell&. che già nel 600 primo romanzo lnrerno fo po/ude, pubblicato prl• ma sulle appc.ndlcl di un sc.ttlmRnale Jet.• terarlo e poi, nel 1936, In volume. annun• r.!av11 un·interp ret&z'one ln chiave di fan– taslR, e di una tanta.si & arroventata e a:ene– rosamcnte sen su&lc, d ella realtà e dei miti della .S\JA terr11 calabrese (egli è nAlo & Temuwva di Sibari nel 1908): m& assai presto Il mestiere dclrtnvlato speciale do· veva DOrlarlo sulle atrade d·Eul'OP4'ed'Ame· 1lca do,·e il 11rrtcchlva la prlmlUn laplra– rlone paC!t\na e la 11ua merldlonalltA 1I complicava di nUO\'e tempestose oomponent.1: li mondo colorato e oonvuls> della giungla e delle città bta511lsnt {On>terde, 1940:Som.-– bo 194i). rupna amara Oermania della pe?'6CCUZ. onc raulale contro gli ebrei (Po.n• clzc 9lolle, 1944 ). per clungere negli anni fruLtL'OCI del dopoguerra. ne I.A 1>«te a Uro. ne, ne l briganti. In Amore e lmpo.sturo e l'Oprattutto ne Il gfo catore /o rtunato a una narrallvll cplcAmtnte diate.sa e nello stc.s.."<> tempo pl'rcona da dm.,e e modernl.sllime Inquietudini e eontrAddJzlonl. [M un popullm,o ricco di Inquieto oont.11.tto umano partlv& tnnce Carlo Bemarl, nato (Contli100 a pao, 4J Pag. 3 * Ferdinando Vin:Lia ~ nalo ad, Ascoli Pi• ceno rtd 1910; ha COIIU>lutoatudi di 0'11.j.. riaprudcn.:a. (laureando.,, nel 193!) e di let– tere oll'Un1versitù d1 Roma. Ha pubblicato ttel 1935 u11 volu.m,tto di polcnucho lettera– rie <Rapporti sulle lettere), o auccl"s3iva.• m~rnte 3<J,gg1 e scritti critici in giornali e ri– viste. E' 91ornalr1ta milila11tc. Ha v10g9iato Jun9ame11to m Fra11cia, i11 S,xia11a, In Gor• nia11m. ,1ei Balcani. Comlx1tte11te rui front• alba.ncae e quindi coms ul/1cialo di marina t ,toto corria110ndente di guerra per oori giornali; priaion1ero per due a11ni 111 Ger– ,nanio. /u cllhuo in u11 campo dello SS ,otto l'acc1ua di sa:bola!7!1IO a r1/mto di obbl!ll'– dicn.:a. Critico lethtrario a teotralo dell(I « Voce Ropubblicuna » iJ redattore ddla tcr• =a pagina di quc,to giornale. In quuto saggio egli ha intc.,o di tentare uno orgonica 1latemadone di quelle che a<>6 110 le p1K recenti eaperien::, dei noatri nor• rotori 1tud10ndole 1n modo particolare ne( loro legami con I problemi del no,tro tempo, pone11docome /ulcro di quc,tc 1t«se eape– rlen.zo il ,ccondo conflitto mo11diale e: come punta di partc11.:a il riaveoho narratn;o ve– n/icato.,i verao d 1930, *' L~ CRITICA E'MANCATA di LUCIANO ANCESCHl 1) Credo di poter dire ehe Il tentatlt'O dl .tacco e di rinnovamento rt1petto oll'etpe• rlen?o. letteraria e tra le due guerre» ,ia .stato o.no.I più forte ed e81cace nella no.r– ratfoo che nello. lirica. Nd dopoguerra c·t stato veramente uno 1/oru, per rftrorare ae1Uo009getlh:o, fmmedfatczza e prontetto. e,pre,.slv a. p er una llniua non alllllfui e SegTe'.a, on.ti . dirò cori. dflposto ad Ot't'CTlira rtnteriortt d delle co,e più che lc cose della interiorltd. Vittorl ni ha }atto molto davt'ero per indirizzare In que.uo .selUO la nuot'o nar– rativa. Ma ho l'f mpreuon e che I rf.suUo.ti /I· nora raçgiunti - per quanto, In taluni ccul, brillanti - non .sfono rufltentl: 1lamo Jor•c al punto critico: o uno ICrlUore di grrindc tempra con un tocco leo9ero e rivelatore rf. acatterd tutto que.ata materio in una ,o,tan• za compiuta e attft•c di comuni,:azlone poeti· ca, e io slancio rieadrd ,u se .steuo, e re,te- 1anno I 109111 di una poetlcc.. di uno ragio- ~ di cultW"G, di uno ,perama. 2) Se io /out un e gtooone tcrfUore d'og. gl • .se.rei ,c0nun to dello critica. liti sembre– rebbe che e.s.sc avc.sae ol>dkato, direi che non ml aiuta a cerc ar le mfc ,trode. la 1entfrd lontana e df.somorotc. Euendo un crftlto {e non 9lovo.ni.ulmo, oramoJJ devo dire che al– le nuove oeneratlonl t mancata una critica d'accompaonamento, e clot la co,clento. cri- ~,~~·!,1g~r~h~~~ J:.'i'lfc~Co~r';1re!:nfe" e 10 df: tlva non e rpesso nelle condi.doni di espri– mere con coerenza e contfnuftd Il ,uo me• dltoto parere. le sue acoperU. I 1uol dubbi. Un cr itico e un.'attcntf:>;u: .sempre vlgUe. • qua.si 1JU1lq ue$tO. ott eni-Ione .ri tro~·a nelle condlli onl df opero.re con coerenza. che vuoi dire con con tinultd. con ordine In modo da. proporre e.ratte proponlonl. rapporti, chiare mi111.re nello. /cdelta t.lvente e mo.saa delle proprie ragioni. Giornali e rlul1te, ,alvo le .sollu eccezioni. a61dano un compito co.si de• lfcato d'orientamento e di raglio olf occa.l W– ne e all'improvvbozlone. ad uno uUmpora~ neo. vorlctd di collaborarlone; vfene coai a manc are quelflntervento rl.soluto e per&a• no.le della critica che t arricc himento di J'OIJ• .slbfli td. chiarimento moro.le , contributo 1,'11- ~~e 0 ~ 1 t d:Yt% ~tcff, 1' l~~r:nft ~O:t:c:J;:f:O:~ =:e f:ic;ic:a~r:3;~~n:azcr:~: èd~;'=~- dalla oontlnuftd; e l'azione del critico mlll• tanU non .si Jo ,entlre .senta la poulbllltd dl chforlre, entro uno 19uordo. orponlco e '::i::/:U.S::,':: 1'e1' ? ~:a. a;c~'i!/fe.mlnime ma- 4) Se per • avi;enf:entt degli ultfn~ an– ni• .ri Intende un Insie me di et•entl e di t'I· cende che po.s.sono ol /rlr.ri come materia po,1lbile olrlnvenzfone lett eraria. nori vt è dubbio che VI rio. ,toto uno 1/orzo per da.re /orma a tali eventi; tuttavia ul sono /or3e « con.segucnze dlretU • Ima QUI fl dl1cor,o dovrebbe Jor,i lungo e attcnt!uimo al par– ticolari) di quute l.,plrazlonl la cul Impor• ta,iro. è /orie ma?glo, e ,,i-1 rl1u1tatl pfu et•f• denti e Immediati. Se, lnuece, ~I intende 10 ri– preso. nel no.stra po.e,e di correnti 1torich:- e di cultura c di J}fln11fero che erano ,tate ln– te:Totte. di orientamenti morali provcntcn• tJ da f.tpira.rtonl ,toriche che hOJlno a lun(l'O dovuto tacere. ~ clic ,ono ritornate con al– tri t-'Olti ed oltre erperienu. ebbene dire) &Ol• tanto che lo cultura na;;ionale lmprovv:.10.– ment~ aperta ad una ooerenzo con le cui• ture del mondo ha ricet'uto uno choc molt.o /orte. e 1peuo non si t ancora adeguata; co· ri fl dlalo,o è fermo. la polemica porera, la lnrcndone ,tanca Grot•e ,oprottutto è la scario J')O$$ib'lftddi dlolo,,o 1) Trovo che molti DioL·(,n, scntt()ri, 11<1r• rotori o l irici. ron r i.scoprrndo 1)l'r rie e,tre mamente compier.se Il fondo poetico delle lo• ro r.eglo nt. del loro paul. con con.ttpuenze ct.'identl dt contenuto e di 1tlle, L'intcrpre• tcutone dei /atto rfc11lederebbe un lunqo di· ICOT.so tu lle raqfoni « percht oogf da/flpote· re d1n~l~teur:::;eld:i~~~ ;:::1-1/:. ngi~,t:g:~ il /atto è po.sltivomcnte t·erificabll~ ,, pro– pone do ,e con tona alla crtUca. e credo che al di Id di os.surdc. 0/JIUrdl,afme pole,nlche tra Nord c S ud, JJO,tJo. avere un ,110 rnnta11· oio segno.re 11n ocqui1to; e, intanto. potrebbe aiut are o. rf l)coprirc quell'accordo tra 1h1iua Illustre e leUerorio. e lingua popo/oreJCa e comunale che t Il mno .se(;reto (e quante LO/te tradito!) della no.stra le:teratura Po• trebbe e,Jere quertu anche un m odo pe r &/u9- oire olla pa.,1fvttO. co,i /reque11te vtr.so t « mo· dclii stranieri•? Direi che /orr e è ~ l ,,_•ocfo ,11lgllore per trarre da c.s..tl l'lll$C(l'namclllo piu ,eareto e più nobile - e ,t te11qa vre.(tin• te come per lo lingua Italiano Il .1c;no della lmmediateu:o espreufoa rio. un rlf8ldle ac– qul1to. non un dono. ma un rl&ulta'o di gran lavoro; che lo plu ricca trodlzionc del no,tro pa~e è tradizione regionale; che an-:he I ln– tereue. 099t oo,i viro. per lo. poc1la JJO polare può e11ere vi.sto in. que,to. luce. In oani ca.so. ne.s,un timore d_elle e ln/luenzc stranie re»; una let~rotura 111 buona talute a.s&ort>e, rl· .solve In ,t, annulla 111 :tè tutte le esperienze, e se ne 011vanta9oia. crrfcche,uf0,1:L (..

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