Fiera Letteraria - Anno VI - n. 42 - 4 novembre 1951

Domenica 4 Novembre 1951 ' (Continua.e. dal num. preccd.J Badate: anche al 001..z.anodel "!aggio ln India le cose apparivano spesso • burte ed assurde,: e del Gozzano potrcbb'cssere la. rievocante nostalgia delle buone cose di P:!sslmo gusto, quel colore di stampa Ccfr. p. 15, 207 ssJ. e: Vita che oggi ml fa pen– sare ad un San Francesco d!µ\nt.o sopra una scatola di conrctt.l > (p. 9); e questo. si direbbe, è Gozz.nno tal Qut\lc. Ma una cordialità. una distensione del tono c'è an– che costi, che non è Gozzano, è Palaue– sch1: un calor vitale, ln cambio dell'Im– potenza del Gozzano di fronte al lnnta– sml evocati per non creduta fln1.lonc di una dfversn 1·caltà, In cui non )>Orlarsi die– tro. come si 1>0rtava Invece, qudl";mpo– tenta. Eguale l'Rrp:omcnto, Il tono è cosi dlvtrso. che ti raffronto nnsce nel critico a ta,•ollno. non ml'nlre leg[!e. Perciò serve Il ricordo dell'Opera buffa, a suggerire n tono su cui vanno lette le Stampe; e certe Insistenti e frenetiche sll– labaz1onl :t, dice li Dc Robenls, e sono, a un·u1tlma perfez.lone. Il rosario rimbalzante d! esclamativi notato nella Piramide: certe enumerazioni che fra virgola e \'irgola vo– lano come In giostra di ballo. Ta!volta. prr dirla col Palnzzeschl, bastano a dare l'avvlo certe e parole pittoresche e un po' vag-he. meglio se vuote addlrltturn. :t (pa– gina 73>: cosi la parola e cilena :t, miste– riosissima al bimbo. che e avrebbe potuto precedere comodamente rarrlvo di qual– siasi cosa: un coccodrlllo· lmpaglla to. un carro di maschere. e una donna ma;arl che dall'lncrrtsso dello stabilimento fino all'ultlma rotonda avtsse fatto la strada a salti mortali per gettarsi in mare :t (pa– gina 272). VI Sorelle Materassi Che cos·t ora li romanzo Sorelle Matc– ra.sd , wclto nel 1934? Diciamo Intanto che. se romanzo è. e a leggersi trascinante, non ha nulla a che fare col e romanzo :t quale crebbe a mito negli anni dopo Il 1920: quel e romanzo :t, di cui l'Immagine p:ù dolorosamente Impedita s'intravlde nelle opel'e del Tozzi. e che e romnnzo :t \'Olle essere nella severa costruzione di un caso morale, pregna specl!lcamente nn– cora dell'urgenza moralistica e autoblogra- 1\ca. di quella particolar! zona del movi– mento voclano che prende nome dallo Jahler. Ma ad un e romanzo, cosi lnt-eso, mal 11 Palazzesch\ tcnLOnemmeno di guardare. come nulla. teorizzò contro il e romnnzo :t naturalistico, bersaglio della sun genera– zione e di quella fl.Oterlore: In compenso, al suo modo di romanzo, arriva libero di nessun complesso d'lnferlorttA rispetto al romanz! di ieri e domani. quasi senza pro– J>Orselo;cl arriva per naturale crescita del respiro !U cui eran nate come scherzl le fiUC e poesie :t, e diverse da ogni !mplanto di e racconto :t le Stampe dell'BOO. Cosl nuove, e nfl.turall In ciò che sono. le Stampe e li romanzo delle J.fatera~sl, vorrebbe sembra.re curlo~o cercar loro un precedente nel bozzettismo del Re bello, nelle acroba– zie•metafisiche di Perelà e della Plra111idc, come chi lo andasse cercando nella con– fe!-sione del Due imperi... mancati; pre– cedenti bensl tutti codesti, come nella cronologia. cosi nella storia del Palazze– schl, esperienze d'anima ed esperlenJ,C di e stile :t. Ma Je cammino fu per giungere dal Cavalli bianchi alln Piramide, e salto alle Stampe, ti passag:;!o alle Sorelle Ma– tera.tal s:uà In tono dipingerlo un volo. Non che manchino quelli che dlcev1,mo nelle Stampe zone d'ombra, difetti: meglio fusi tuttnvla. qunsl sfumnt1 nelle qualitA di cui son ombra, occorre per dl~cernerll uno Huardo più acuto. Restn anche qui. talora, per esempio. l'antica e pedt>stre ln– formatlvltà del Palazzcschl nnrratlvo: ma.' è un limite estremo: più di soilto l'infor– mazione s'incorpora megl!o nell'ln:slcmc, per Quanto le antiche sillabazioni cd enu– merazioni frenetiche si mòdulano. rispetto al passato, In un tono più calmo. e ·rutto era Il in Quella stanza descritto. ne-I caos di pezze. di sete, di veli. di nastri. di tele e di telai. di scatole, di forbici e d'agh!: nelle macchine signorili che sostava.no nlla porta. In quelle visite di gente ricca e Im– portante, nellt' loro raccomandazioni e pre– ghiere per farsi servire :t Cp.31 sg.): dove appunto. l'enumerazione frenetica sl vede sciogliersi In altro ritmo. lntanto per In. diversa. cadenut del due ultimi aggruppa– menti <edi tele e di telai :t, e di scatole, di forbici e d'aghl :t), soprattutto per la rl– pres.'l del punt'e virgola. che appoS!Jla l'enu– merazione a un respiro eminentemente narra.,!vo. Del pari. l legamenti sciatti no– tati da¼De Robertls (e come vi ho detto gif\:t, p. 26. e simili). rivelano spesso nul– l'altro che le giunture del libro, la perio– dica stanchezza del re~plro: ma collegate fuori del romam..o al gusto dh•agatlvo e rlr:esslvo Ccfr. p. 59, 143. ecc.>, primo modo di alleggerire nel Re bello il peso aneddotico. dentro Il roman1.o attestano lo stuso modo di costruzione volutamente svagato: talora con slngolnre felicità del legamento· non più sclatt.o. Quanto allo e sperloda.re > not..'\to dal Poncratl, quel comporre, notava. U De Ro– bertls, e per successioni, terrn terra. fru– l'itO, o un accorciare tante \'olle Il discorso ptr via di gerundi C... ) nella pa(l:inn po– vera per altro di sintassi :t: anche Qul bl– SOina approfondire, e si scopre a seconda. lettura Il ritmo proprio del libro: In cui l'antico procedere a coordinate. quel ritmo l!bero e sventagllnnte, è contaminato dal procedere più propriamente narrativo. ma lo contamina a sua volt.a: non già per zone che si alternino <ruorché In casi estremll, ma fondendosi In un nuovo ritmo che ri– pete l'antica libertà. sul pl9.no complesso che s'Intravedeva appena come lnt.1m!one nelle prlme p3.gine della Piramide. SI ve– dano I pensieri delle due Materassi nl'l lunao periodo e Era possibile :t e( "c.di pa– gine 139, fino alla :\ne del ca.po \·erso: come nasce nell'ostln&.to rlmuglnlo delle pro– l&ionlste. Il periodo si reglle Incomincian– do su un·armntura Joglcn; mAsubito scappa ,•la per pettegolezzi accessori, come in loro quel rlmuiilnlo si tormer.ta e sl consola a quel modo. Si tratta Insomma di una sm– t;;ssl In fumJone espressiva· e In funzione umoristica :t, osstrva"a Il Gnrglulo: co:sl quel molti e liberissimi rel:lllvl. preceduti o no dalla congiunzione ,e e che~. , e alla auale:t. e simili>, che dapprima disorien– tano. riferendosi di -pre!cre:iza ai soi;::ucttl meno vicini nrl periodo. e tutto ne risulta approsslmatl\'o: ma ch!arlrne l1 senso vuol dire co~llere Il ntmo dell'Immagine inter– na. e allora Il periodo sventola Intorno alla ggrammatlcatura come su un P<'rno. Ov– vero gl'lncisl. che fra due leggerissime vlr– iOle quasi parentesi Inseriscono nu~ve coordinate tra le molte del periodo, ma m– tanto dànno uno spolvero di organtnazlone gerarchica :1.lloro succedersi ccrr. B pe– riodo di p. 93 sg.>; e s'Intende. Il ,·olte 11 prezzo delle molte riuscite verrà pagato con una stecca cctr. p. 68. ultimo capoverso). cosi I gerundi acc..!nnatl dal De Robertls, che lnten•engono ad accorciare il periodo, 11 d)rebbe all'ult!mo istante. anch'CS.'-Isono In !unzione di una dlslnvoltuTll. ado90rata. a un effetto: e se gli otto gerundi contati dal De Robertls In un periodo solo. son quelli del periodo e Per debito d1 ospiti> ecc., a paa:. 8~. si pub vedere co_nche vari.o movimento s! atteggiano alutat1 dal punte ,•lrgola. con che irluoco propriamente di prof.pettlva nel quadro. al solito, tutto su un plano. E l'ultimo ,erundlo ripete Il Biblioteca LA FIERA LETTERARIA L'OPERA FO 1 DAMENTALF, DI PALAZZIESCH[ NARRATORIE * DVE SORELLE FVORI DEL TEMPO primo, altri si riprendono entro ti periodo, chiudendolo In circolo. Il difetto di virtù 01·ganlz.z..'ltlvanella. costrul.!onc del libro? e Uni\ logica rli::-orosa. un sentimento saldo non saranno mai l'af– far suo :t, dice n Pancrazi: e certo li suo Inventare non ha nulla del sillogismo, Mada11te Bovary. Delitto r <'astif10. Non manca perb al sentimento del Palnzzeschl. nelrestroso capriccio. una saldezza. una. logica: vero è. che la sua logica è logica combinata col cnprlcclo. proprio c:ome Il suo sforzo d1 stile è accoppiare le coordl~ nate a successione col gerundi a prospet– tiva: anche qui. l'equ!llbrlo è difficile. le cndute non decisive. Per esempio, fu no– tata da tutti In dlfficolt:\ del."nvvlo: In cui senti li solito modo di aiutarsi :t vincere Il peso narrativo con la dlva.gazlone ae11ep rallter. sotto sJ)èc!e di unn descrizione dt luoghi memore in Qualche modo di e Quel umo del lngo di Como :t. E certo. l'Hvvlo è un po' lento; ma la divagazione. di :sapor classico In sapor classico. può nrrlvnre bensl fino al dc-coratlvo nel saluto a Boc– caccio: 11 movimento. che potrebbe essere del saggista Bacchelli. al classici che rie– cheggia non chiede Il pretesto Pl'r una poesia di contrappunto. chiede una c;razlA. di più a qualcosa che rimnne grazia ben sua. poesia - nel limiti ln cui riesce - di primo 1rado. Vedete subito Infatti la to– pografia atteggiarsi In contrasto pettegolo di commedia rrn colle e plano: umanlu.a– ztonc del paesaggio In commcdln. u:;ata già nelle Sta11ipe <cfr. Il mare. p, 253). ma qui arricchita d'lntirecclo, è già l'arht delle Sorelle Mntcrassl. Pili grave semmai, che In soggezione del modi narrati\'\ non cessi con l'apparire df'i personaggi: nel primi capitoli. e In sé– gulto, nella presentazione di Augusta, di Palle. ciò che nell'Introduzione ern la fal– snrlga. della classica descrizione del luoghi diveota l'ottocentesca falsariga del perso– naggio dato in ritratto prima che In moto. Le cndute nel tono Informativo Ce lo spe– r!odare: cfr. Il clt.nto capoveuo di p. 63) si verificano soprattutto In codesti sunti di precedenti. e vengono dnll'assoluto inte– resse che vol~c Il Palazzeschl ul movl– menlo quanto più tale. nulla al ritratto come gusto rmcsslvo o al racconto come loilea di racconto. Ricordate le tre scc-nc madri, la visita della Direttrice, la firma della cambiale. Il matrimonio: sono le sole In cui l'azione è raccontata In primo plano. non per lllumln:\2.lone di sbieco: già si vede che tutte Insieme non e ranno roman1.o :t, In dipendenza una dall'a1t.1·nsi ,•erlfica su un plano che ln certo modo rimane fuorl del libro. clascuna sl esau– risce In realtà nel movimento che crea. Nasce Il problema di riempire gl'intervalll fra runa e J'nltrn; talvolta si provvede con un salto. di nnnl <p. 125 sgf:.l o di giorni (p. 237l: più spesso si torna al con– cc-plrc. non dlclnmo per divagazioni, dl– c~amo per rlcapltol9.zionl. e I nuov: fntll come antecedente a uiù1.z.ioncsempre fu– tura: non evit.'\ndo nemmeno lo scocrllo di ripetizioni puntuali <p. 165 e 34, 109 e l~H~. 170 e 133). Tuu.avla. queste effettive ca– dute rispetto al tono della poczl:1.. non sono meno episodiche delle cadute di stile: aveva ragione Il Dc Robcrt!s <il lodare in– \'CCenel rom:rnzo e la linea cosl ben se– gnata che sale prlmn. culmma. e poi de– grada con una sua musicalissima po!.t'nza:t, Ja sua. e resistenza d'ef!ettl e duratr. >. La continuità. che sembro.va dell'astratta vi– cenda di qun dal suo disegnarsi in archi– tettura. è saldissima unità del sentimento base. anche qui logica combinata col cn– prlccio: cos\. la Hnearltà della vicenda come tale è il modularsi della vicenda come ritmo. e le aggiunte non sono deviazione scn7-"esser più spesso attuazione del ritmo voluto. Ra.re lnfntt! le deviazioni, non ricondotte al ripullula.re del tono: l'infonnnz.lone, pe– ricolo più solito. vi ha cnrattcre hmzionale rl.spetto al resto. e a essa s1 ricollegano I pochi toni che sclvolnno fuori della J)OCsla per ln tangente del dramma {gH antece~ denti di Giselda, ~ col suo orgoglio pia– gato, In gola martorlat.'\ dal dolore>, pa- ~~ft~c:4~~1Pc~s~~~e 1 f;.p~r:J~tlsi~~~~ 1 ~~ ?~ potenziale polemica per g!ov&.resolo alla cordlolltà delle cose osservate. Più abbon– dano le deviazioni del dlvert.lm~ nto fine a se stesso: la caricatura. di cui Il piccante e Il morboso è sottospecie: mn anche qui è raro trovarne che allentino Il ton,> fino a perderlo di vista: perfino talvolta. Il puro aneddoto (p. 112 sg.>, perfino Il gluoco di parole (su e urbAnO:t, p. 38; su e autista :t, p. 164 sg.l, riconducono al sorriso da cui nasce Il tutto. Dovunque Insomma (Informazione. rica– pitolazione. episodio laterale e aneddotico: per tino nella descrizione topoan.flca>, la * Si riaff<>rma nelle "Sorelle Materassi,, qualcosa che e' piu' che amore e perdono, e' quello stupore invin– cibile di fronte alla vita, il richiamo alla vita in loro stesse, a cui invincibilmente rispondono * di EURTALO DE MICHE! JS commèdla scoppia rh;-erminando dal tono ba.se: sl veda nel ritratto delle protaa"onlste, che voleva e~ere un ritratto e a fermo :t: le tre specie della clientela, la visita al Papa, Giselda e le sorellt, storia di Niobe. visite dei casigliani. le Materassi alla fi– nestra. le Matt>rnssi e li contadino, la ftern a Flcsolc:, Il passaggio del reg~imcnto. Ba– sta un nulla. la parola. e meccanico :t nella disapprovazione d('}le Materassi (p. 99), a fare commedia: anche meno, Niobe che spazza: e dette un'ultima spnzzatlna pelle pelle agli scalini e davanti alla porta, lungo li lnstrlcnto fino al cancello e davanti ad esso: e semp1·e più supcr!icialc via v!a che si allontanava, quasi che la granata le si fosse trasfOTmata In un ventaglio :t (pa– gina 100. E' un comporre per episodi a sé stanti: l'opposto. si direbbe. di una du– rat..'\ narrativa: quasi un comporre :i. eP!– gramml di ottave: però l'antico gusto epl– grnmmatlco non nmanc tanto u sé. che non porga Insieme altro fuoco e.I ripren– dere dell'lnvenzione: e certe ripetizioni (p. 161, 163) hanno valore specificamente musicale di ripresa del tema. Cosi esplici– tamente il capoverso e E' un giovane d'onore :t ecc.. ripetuto a pag. 201 con ap– pena l'intervnllo di poche righe; cosl altre rlpctlz.ionl, che non hanno a che fnre con ln rlcapltolnz!one del precedenti: !I riso caricaturale sulle mutande IP, 87, 118, 162): la miopia delle dame di fronte alle mantenute. delle Mat.crass! di fronte a Pnlle {p. 27, 237): la sempre egw'lle si– tuazione dell'uomo egoista. il padre delle Materassi, Il marito di Giselda. Il fidnn– zato della Direttrice. I due amanti di Niobe (Remo stesso, a suo tempo). Non sono ripetizioni che accusino po, cm l'in– ventiva. nemmeno soltanto riprese stro– fiche: qui è il felice sovrabbondare dell'ln– \'enzlon~ ba.se ,che sl re-Inventa a ocnt oc– casione. la coe1·enzadel sentimento !nLerno che colora di un solo colore tuttn In \'ila. Qunle codesto sentimento? Vedete Remo, Invadente protagonista del libro: bel ra– iazzo, ammlrat!vamente ijuardato In quel suo e piacere sano e animale di vivere :t <son parole. dcJ+Pancra1,;>: che ~u &là la situazione di una lirica del 1913, Ph:zichc– rfa, e preannunziò la commedia di Niobe in una novella del Re. bello (cfr. a pa– glnn 236). Ma per Intendere la qunllt.à d'emozione con cui R1:mo è guardato, ser– vcn me:illo le pagine di Due h•1peri dove Il poeta piantone riceve sgarbi dal poveri dlnvoll al cui amor vitae, come può, si sa– crifica (p. 106 sgg.): un dolente stupore verso l'lnt1.rrlvnblle vlta. verso colo1·0 In cui la vita sragiona prepotentemente con uno. logica più forte della logica, li toro e Istinto di conservazione :t, aveva scritto nel Codice dt Perelà (p. 231>: Il loro e bcstlJle e na– t.urnle Istinto di conscrvl\zlone :t, C':orreg– geva. nell'edlz. 1920 (p. 222). con protesta enfatica e dolorosa. Attr:wcrso quello stu– pore, pur cadut.n la protesta e la condanna, cioè fus.'l nel tono che dà. nvvlo alla com– media, bisogno considerare le buone qua– lltA attribuite? sempre al ragazzo: quasi astemio, obbediente. non sensuale, e gio– vane d'onore :t con L.'\ur!na.. scn1,.'\ sordido ln~ordlgle nel ftdan1.amcnto con Pcai;Y. ri– guardoso verso le zie (p. 272, 2H): Il suo stesso beffarlt> con gli amici <eI miei pap– pn~alll. le mie sclmmlc:t: p, 159. 193,ccc.), 11 suo accettarle come ~no. è odioso verso le zie. ma verso sé e verso gli amlcl non è cinismo scnz'esscre insieme. a suo modo. fcrmezzn d'animo. E Il buon affetto per Niobe, 1>crPalle. con devozione ricambia– to, colora di generosità Il prototipo del cinico egoista. Cosl con Peggy: e Il suo non era un matrimonio per mtcrcsse, all'Inte– resse non cl pensnva neppure: gli e1tè<.tlle.t "enlvnno da. sé :t tp. 244); ciò che nel Codice di Pcrclà era bcstble e naturale istinto. fra Remo e Palle diventa Il\ pas– sione di vivere che e affrnternn col più modesti e poveri e. come la divinità, fa sentire uniti> {p. 171). SI capisce che a Remo non gli occorra fingere per ;;uada– gnarsl la simpatia, nonché del lettore. del prete <p. 202, 263 sg.): fuori dal temi ac– cennati non si ha Remo. si ha l'lrrigldi– mt>nto di Remo nella e or!R:lnarla \'Olga– r!L\ :t e stupidaggine della sportiva Peggy (p. 254. 255. 262). gli eecessl di movimento esterno nella sccnn del matrlmomo. ma lui (e la sana Niobe) vi rimane irl'epren– slblle. a posto. 1p. 263. 265), Se una volt.a sorpassa davvero I limiti del cinismo, nel\:,. scena delln cambiale. li si fa Impenetrabile anche al lettore: pretesto Incolore per sé, all'az.lonc che rimane tutta fuori di lu!. Lo stu1>0redoloroso. Infatti, non sarebbe tn sua molln motrice nella fnntasla dello scrittore. se si contentasse di obtctlivfl.rsi In Remo come personaggio per conto suo: p1ù batte do"e più duole. e più duole dove vien fuori In persona prima. nel sentimen– to delle quat,tro donne di fronte a Remo. Re– mo è la v\t.'\. che le due protagoniste non colpiscono.e variazione prospettica del loro non capire la vita è Niobe che le porta no– str..lgla. Giselda che le porta rancort>: e fuori della "Ila. non solo, ma. del tempo dlrctt."lmcnte :t Cp. 44), t.'\11sono le Ma– terassi. ed e era In loro distrazione asso– luta che le aveva fatte rimanere zitelle. !)postandone l'orgoglio e il prestigio su un'altra bnsc :t <p.45): attentissime a una cosa :sola. Il duro lavoro. E' Tert>sa. si sa. la prolagonlst.a delle due, proprio perché .liiaccentua In lel l'energico tema: eTutlo In lei rlvelav9. lo sforzo di un'eslstcuza co– raggiosa e difficile. e una femmlnllit~ se– polta come una gioia eff!m{::rao un lusso che ella non poteva concedersi :t (p. :?D. St>nza lavoro. e avrebbero sentito Il vuoto Innanzi a esse. si sarebbero sentite ln– fellcl per la prlma voltn :t (p. 31): hn ra– gione Niobe di compiangerlo, perché e non P<,,levnnoricordare niente, altro che pene e fatiche :t Cp.233). Naturalmente, come la bontà nelle Stampe, Il duro tema non avrebbe citta– dinanza nella fantasia del Palaz.zeschl 5en– za. Il buffo. 11grottesco: le deboleu.e, c. che non offuscano la virtù, ma anzi, conce:- dono umanità alle creature che gpo;-llat..e di esse non risultano plu ne simpatiche né vere. ma. aride. a1·tlflzlose. monotone e fa'.se :t (p. 56). Che è appunto la reciproca funzione. nel Palazzesch!. di serio e buffo. Olà Il tema del lavoro si ntt..cggla dunque buffamente. per l'assoluto nssorblrsl In esso delle due sorelle, per In loro assoluta lnc– sl)('rlcnza. della vita vera, e che non ern oramai se non unn commedia per esse, e non aveva nulla dl reale :t (p. 51 l: una volta l'anno nndare alla f!ern di Fiesole, era spingersi e a un pericolo che corre– vano realmente tanto erano inesperte '1ellc strade e del camminare fra In. gente :t (p. 57). O vedete che cos'è per loro an– dn.re e In Ancona ... spaventate da un cam– bio di treno e dall'Insolito e In :t: e pren– devano nel dirlo un tono cosi remoto e tetro che ne centuplicava la lontananza, quasi avessero detto che blsognavn atlrn– versnre l'Oceano per andare In America :t (p. 61). Tutt'!nsleme. è Il pathos e Il grot– tesco della vita dura continuata gretta– mente anche qunndo ne potrebbt>ro far di meno. del senso di sé che le confla. verso le casigliane. del buffi riposi· ma chi le canzono tutte adorne, Il letklre che le crt>desse .soltanto ridevoli burattini. non conosce e fJUnnta virtù e Quanto sudore precedessero le poche ore di spensieratezza tanto modesta. e Il malinconico e bizzarro ritorno alla femmlnlllt.à :t lp. 50). Sono le Materassi lnfronzollte alla fl– ne.i;tra. li pomeriggio di domenica: dove Insieme s'afferma l'altro tema. anch'esso serio e buffo. ma In apparen1.n plit buffo mrntre l.l prlmo appare più serio: perclb, I! secondo del primo. correzione !!.SSldua. E' Il tema della femminilità. in aigua.to sotto l'energia. 1>li't visibilmente accentuato nel dlvlncolll di Carolina, come un'altra da.ma carlcaturnle del Codice di Perelù.: ma se è Carolina a prender l'lnlz.latlva del baci a Remo. il motivo riesce più fondo nel dispetto che ne rlSènle Teresa. e quando anche lei si decide alla prova Cp. l'.?2): ln rnglone della maggiore cner– (l'in. In lcl, del tema scrio. Ma pur nel li– miti del tema femminile, per capire 11 libro occorre soffennarsl intanto. meno .sull'evi– dente commrdla., e più nel dramma che ne è l'anima: meno sulle smancerie dl Ca– rolina. sul piccanti e grotteschi aspetti del loro sentire, e più sull'ingenua verità dl quel sopravvivere anche In loro. deviato soffocalo mascher11.to.lo stesso am~r vitne di Remo. di Niobe, messo In acre risolto d:tlla nea11.z.lonedi Giselda. Qui salta fuori Remo; e come un boli• de :t (p. 98) nel nessi della vicenda, In rcalt.A a un parto solo con le protagoni– ste. perpetua occasione al rldcste.r ..l d<'lla. loro anima compartecipe e diversa. Ap– punto perché non 1ncattiv1te dailll \'lta dura. appunto perché la cord,.iic Nlot,a accanto a loro è :;oltanto l'attuazione esplicita di loro stesse di là dalle luni:the costrizioni cda ciò h1. solldnrleta delle tre. donne contro Glscld!l): come ,•nnno n' terribile viaggio in Ancon:\ per sa– lutare la sorella Augusta. com~ a lor motlo e nel lor:> limiti si sentono nllargnr:? do– lorosnmente 11 cuore e la borsa, cosl basta che quella bontà s'Incontri col minimo di specifico amore Implicito. anche senza. Fre\ld, ln o:rnl amore di donna, per far cadere le resistenze di un ,.!stemn dl vltn diventato abitudine, dar loro un RUSto di vivere n cui Il lavoro. In rlcchezw. sia mez1.o e non scopo. Per lu! :si bccorgono d! es11crricche. si decidono alla prima pro– dlgalltil. dc! cestini da vlai;::glo.gli esco~l– tano un avvenire meraVIRllo.;o e fanno quel che possono per attuarlo; ma. l'in– flut>m..adi lu! le conturba più In là: e dl– atoglleva un poco nella loro disciplina. le due donne che formavano un corpo solo con quelle macchine grottesche: le dl– stra.eva. le faceva. ridere e, per la prima ,·otta. ne allontanava Il pensiero vigile :t (p. 87). E Remo non deve tar nulla pei– esercltnre li suo impero rperclò, come pc-r– sonngglo, è Immobile): sereno, comPo:sto, hnpcrturbnbllc. non potrebbe nulla su loro se In quella !mpc-rturbabllltà esse non lei:::– gcsse.ro per conto proprio l'enigma. delle far.cinose cose che h::norano della v!tn. RlcordaLe? E' l'antica !mpa.sslblhtti. delle POesie; ma di qunnto nrrlcchlta, nelle cause da cui nasce l'lmpasslblllt!'I.. e nel suol riflessi. Non bast.n nnco1·a. Qui Infatti soprnv– vlene l 'am.or vitae come sfoi:o delln rien– trata sessualità: i d\v!ncol!I dl Carolhm. I baci. lo spettacolo sempre inedito e r!n– novnto del giovine e agile uomo nell'nm– mlrazione delle donne: lo stup0re diventa n~ltazlonc, l'agitazione eccitamento, l'ecci– tamento scompiglio. Tutt'.\ la loro vita va ln !scompiglio. non solo per le spese straordinarie 2. cui vanno incontro. non f. {un-'.,..~ d, · ...ttH,..lif •='L .,,,. . .,,_, ,, ............... t 1,,,u•;:,;,,. r:..'-«-<;)...e,,c,.,c, ; :,:H:..,"':/~,r.! tt..ctè,,_, 'V• ,I• }r<' ,1 Jtl.(.ti'j'••) I I L. Un aulornfo di Palau.cschl solo per I folll divertimenti a cui Remo le conduce. nemmeno .solo per !I ricordo del padre. che sveg!la un presentimento di terrore nel loro cedere. Lo scomplgl!o e soprattutto del sentimenti: Quelraffanno per costruirgli un avvenire. c. ed era un canto li loro pensiero e Il loro 11.lmanac– care :t (p. l 38): l'ammirazione cieca. n cui Giselda ha ben ragione di rrag!re. ma non l'asco'.tnno: qu('l sentirsi e dlspcratnmen– te :t travolte anche quando resistono (pa– gina. 2171: quel fascinoso voler e vivere Il loro tormento sino alla fine :t, e avrebbero voluto essere più vittime :t <p. 154, 156): lA scena, ama.rlsslml\ 1>erloro, della cam– biale. n cui perfino Niobe reagisce. E poi le gelosia per Pnlle, per la Coni-essa. l)(!r Peggy; dunque la subentrante frcdde1.zn . \'erso Il lavoro, Quell'avvertirne 'e il peso, sJmllc al giogo, come 19.fonte Indispensa– bile del guadae:nl :t (p. 194): la tragedia dE'llacadut.'\ definitiva, per cui eun'ora di l)m:lrrlmcnw e di sl)(!ns!erntezza cnncel– lt.\'a senza pletn scuant'annl di dolore e di dovere :t <p. 195): e quando son rotte dentro, finite, l'amaro chiedere Al lavoro un sostegno non creduto più, nella scena dell'Incontro con Peggy Cp. 249l: ln!lne l'orriblle solltudJne, sole In tutto e per st>mpre. schiave al lavoro per li misero pane: e Solo una volta Carolina. In un Istante dl sconforto e di .st !tnche1.za ,get– t~ndo \'la 11lavoro si dlvlncolb In un vor- tlce: e Vfb., lo non ne po:.so più fra tutte queste ciane>. Ma erano le ultime con– vulsioni di un tempo che non doveva più esistere. Teresa non rispose, e senza al- 1-'lre In testa seguitò n lavorare :t (p. 3021. Sempre tuttavia, doPO ognl !urla, de• luslone. offesa, gelosia, dolore, si riaffer– ma in loro qualcosa che è più che amore e perdono, è quello stul)Ore lnvtnclblle di fronte alla vita. 11 richiamo della vltu In loro sl\."'SSC, a cui lnvlnelbilment.e rLspon– dono: s~mpre lo stesso iituoco d! azioni e reazioni, imprevedibile ogni volta tanto è doloro~o li colpo sotto cui si abbattono, mn appunto perciò, nell'eguale meccnnl– smo. l'Invenzione riesce nuova e .i;orpren– dente. Tipica. clop0 la firma della cam– b:nte. l'indlgnatlone di Niobe allR propo• sta dl Remo. di condurre adesso le zie nlle Follie Estive: lunga preparaz.lone, l commenti d! Niobe. all'apparire finale delle zie che Invece accettano, cedendo lo sde– gno e le lacrime nlla lusinga dell'amato. E vedete In scena del matrimonio: e qunl– cosa che stava frn Il circo equestre e l'ope– l't>Ua viennese :t (p. 263), commenta l'au– tore. e il Pnncrnzl vJ scorge un rlplc;io per finire li romam.o. Forse ripiego, d1\l– l'an1to!o vbmale del romanzo come romanzo di Remo, operett,.'\, per tutto quonto vi si l)\"Olge fuori dalle zie; ma Il tema delle r.le \Il acquista rilievo come non ma!, cantato e spiegato. nella crudele e non creduta Il– lusione con cul si consolano: e Sorride– ' ~no Invece di piangere. un sorriso nmnro che era un marchio sul loro viso e... >: "non cl credete. è uno buffonat:i qualun– que. è un matrimonio senza· arl\Ore. la piglia per Interesse. L'amore se l'è man– giato Il cane" :t (p. 264). e Un pugnale sotto Il candore e Il veleno nel sorriso verde :t, tale quel loro pensiero contro Il trionfo della rivale: ahlmé, e quello che per ci.se era H dramma In cui erano Impegnate fino nll'ult!mn gocr-!a di sangue, snrebbe stato per lei una nuovn ragione di nlle– grla :t (p. 2GG). Dove ncqulsta poetica fun1.!onc anche ia stupida Pcny, Nemme– no nell'ultimo capitolo. pur condotto tl– p!cnmente su un ritmo finale, si esaurisce il romanzo di Remo nella sua poetica rcnltù. che è, Remo nel sentimento delle Materassi; anche se si spegne In un'altra c&lma dopo la tempest.a. zefiro soave do1>0 Il tumultuoso dolore. Restano bcnsl, del tema nntlco. le alternzlonl, gli eccessi. ma– g11rlqualche peso :1.ncddotlco nel volgere la trnmtl nl sentimento che rinasce da!lc sue ceneri: mn. quel ricordi del bene per– duto. l'ultimo urto con Giselda, l'lngotda e assorta contemplni.lone delle fotografie del bel g!O\'lne, sono nncora Il tema nn– t!co. poeticamente commosso: e Le foto– grnfle avevano avuto ll potere di traspc,r– tr.rle fuori della realtà In un sogno !cllce dal quale non avrebbero voluto essere rl• destate :t (p. 292). Commedia dunque. purché sta chl,1,ro che è commedia. In cui si mescola un drnmmn: cosl Niobe, dopo la scena della cambiale. es! domandava: "era In vita, quella.. o si recitava una commedia?" L'una cosa nell'altra, tutte e due le cose lnsle– mc-:t <p. 236}. Questo resta dalle scritture di ieri. In fusione di serio e buffo nellR leggerezza d·uno svolazzo: soltanto. come li serio attinge ora Il cuor del cuori del Pnla1.zcschl di fronte alla vita, cosi Il buffo gli si arricchisce, varissima.mente modulato. sia nel lonl di dentro, sia nel mo"imento di fuori. e Proprio come nel– l'Opera buffa>, dice Il De Robertls. e un Pag. S continuo concertare, a aue . .-. tre. • plil voci :t; perllno a. coro di ballo: ! ca,sJ .. g:lanl fra Remo e lt zie (p. 84 31.). Nlobt fra ili amici di Remo (p. 1S7s'l.), Il quar– tetto delle donne Intorno a. Remo con, d 1 etrn. Il e numero gempre crescente :t delle befane <p. 108). Volete \'edere del resto. per misurare la. cresciuto lnten5ltll. del romanzo sulle opere di Ieri? Vedete rnnllco estro scherU)go sulle atrofctte del melodrammi. tornare .8eherzo marginalmente nel tema sfocato di Pc~gy (p. 264>: ma POIdramm11. t farsa. nel canto acido di Giselda: e per modo che le vicende gravi della. famiglia. si ~vol~eva.– no In mwlca come quelle di un mtlo– drainma, tp. 2l5L PunR:ente lnvem-,!one. A.nch'usa. torna più voltt, da O1.selda &llt sorelle. da Remo .-.Giselda <p. 92l, esal– tando 11. piena. orchestra U b.taetto di tutti I toni del libro: dov,e il ;'1'011-c&co. ropeu. bu!ra.. sono più che mii clb. i 11 conr.rarlo huleme. VII Il patto dei buffi Più breve di.scorgo basterà per Il Ptll.'O dei buffi Cl931>.compòslto libro; del qualt due racconti 1011 di quasi vent'anni prima. 1/l ladro, Il gobbo). g!à In volume nel R.t beJlo. E 5arebbe facile lndlc !l.rc gli &punti. megtlo e. più che gli att.egglRmentl. che tornano dalle opere dell'altr!erl: La glo– ria, Quasi trama per una poesia dell'/ncen– dinrio (cfr. I dialoghi con tanto di nm;t. p, 125: come In Perclà): la coppia fts!ca– mcnte grottesca. lei plcclnn. lui eoru.ilere, come nelle Stampe (Bi.tth,o e Il .tl,mor Mar– c11t.se >: la farsa nella caricatura dell'amo– re tGedeo11ee la .tua Stella. Il ricordo de.Ila moglie). che scade addirittura a faruccla. nella coprolalia del Dono. come non più (almeno In modo cosi scoperto> dopo La piramide.. Diverso caso. le varie combinazioni in cui si modula Il tema dell'amor vitae: siano prepara1Jon~ al romanzo. o sia r!prenden– dolo, come tale che fruttlflchl ancora nella. fantasia: son esse infatti le novelle le parti di novelle>.se non sempre llrlcament.e teI:cl, però .sempre scattanti. Cosi Lo tlo e Il 11i1>0te.. dove lo zio ripete l'acredine dt-lle Materassi. Il nipote l'amor vitae.; e che è, se non amor vitae, In fcliclUt.di Car– buro e Birclalo fra t:int.e miserie? O vedete Il douo, Amore. Lumachhw. dove b. crisi di amor vitae sopravvltne In esseri. comr. lf' Materassi. burtnmente neg·a~I: senu. buffoneria. è Il caso di Vita. Cosi U deca– duto padrt>ne. agli occhi del vecchio ca.– merlere, continua n rnppresentargll la ra.– selnosn vita, e un altro Remo. buffamente comandato a esserlo senz.n voglia, è dun– que Il Marchese IBi.tth10 e. il .tfrmor Mar– che.te ): e uno scoppio rloloso di amor vi– tae è Il segreto ermetico del signor Fa.n– fulla <nel Punto nero>, se rlolosamen~ ;oli s·accendono gli occhi a rlpcns11.r<'i:nel modi frenetici dello cnrlcatura. Il caso fl ripete In Gedeone. e la s1ta Stella. Ancora: Il contrRsto fra un cordlnle Innamorato della vita e chi are!gn<, non ne capisce niente, torna nel due becchini del Riconto della moglie: Invece In LuJ>O comprensione e neeazlone s'urtano dentro un animo solo: profonda sltua:r.tone, .se Il Paluzeschl l'ap– prorondLsse: ma dove non la traduce nel pungente tnconaruo d'un atthno ccome nel Pm,to nero). non gli resta che schema.ti &-. zarla In apolo10. E badat.e: fra lt due no– Vtlle riaccolte dal 1921, se Il (10bbo CTA già. allora la più lnten!A, Introducendo li pa.– thos nel burro. merUo annun11l11. I nuovi toni del 1937 l 'nlr.ra novella. Il fodro: per lo .stupore amoroso del poeta dinanzi alla tot&le aderenu del ladro al sentimenti del proprio stato: pailcm.a. ae 1~ mi\n– cnnt.a del reagente buffo lasciò allora. Il pathos .sem.a rilievo. Nemmeno In Sorelle Mater~ .t.tl questo tema. cuor del cuori del Palau.eschl. fu tanto vicino, come In alcuni di qutl!tl rac– conti, a esprimersi In persona propria del– l'autore: ,e non lt'là. o non sempre. sono schcmallche enunciazioni. nn.t1 lvi la pa– gina splende senr.a immnglnl e senu rac• conto. splende di se: e Come ~ Inesauribile la vita, e com'è bello vivere! :t (p. 261). Ma dare .schietto svllupPQ al tema., ciò compor– ta per li Palnzt.eschl Il rischio lbf>nsl su p!nno stllLstlcamente più alto) di Due tm- 1,erl•.. mancati: perciò. nell'esempio citato, lo stupore attonito dell'esclam,ltlvo scei.:lle aublto di deviare la tcndcmJale confé1- glone In modi ml!iterlosl. tcndcn1.lalmente di HabR. Tale Il signor Bollcntlnl, QUAndo nl sentimento che lo nutre. tutto si tra.sfoa·– ma: e Un ultro ritmo nc-1cnmmlnnre. meno impene.trnblle e circoscritto. accennavA a un \'a&o slaranl'SI r a molleggiare ( ... ). Parlava della stagione ln tono distratto: pareva lontnno lontano, a.ssente, ed era tutto U, terrlbllme.nte p1·esente:t e p. 147). Tr.le Il vinto di Vfta nell'ultimo doloroso sorriso al geronl scarlatti: e Ed era A quel punto Il sorriso di un gentiluomo non An– cora vecchio e non plù ~lovane, r.tllbe, ricco certnmentc. ra\'volto In una sontuosa veslflglla di seta, che dopo le cure mattu– tine della propria persona laborlosLsslme, e una prima cola7Jone ghiotta. con le guance palfute e rosee, raSRte allora, al– zando appena la tendln11.delln nnestr.!l che guarda sulla vii\ dà un primo .s1rnar(lo ali& vita :t {p. 205). Dov'è da. ammirare. tra. l'altro. la St\l>lcntemlsun1.zlone del respiro sulla sospensione dellr vlrllole. fnrlne U signor Fanfulla. ogni <1abatosera, Ai ca!ft. col c.,pufficlo: e Il fumo di cui era soffuso. al punto dll potersi credere In una nube :t <p. 211 se.J. Sono I luoghi, per cui legittimamente si arriva di nuovo slla commedlR: non :a. marginale fnrsR e carica.tura., oropr!o la commedia . .sullo stesso tema che altrove è Il Il per esser sofferto dall'nutore qua,1 auloblogrnncam<'ntc. Anzitutto la comme– dia del vari scorbutici. massime lo zio Lul1I della. prima novelln, che sono scorbutlel P<'rché neriano la desiderabile vita: e .A.o– che In pnradlso quell'omino smilzo avrebbe trovato. un giorno. dn ridire su mo1t1,slme f~c!cende. nltrlmentl non gli ,arebbt pla.– cmto, non cl !.arebbf, ,;tato bt>ne, tp, HO. E <il contro a costoro la serva. che come ~~ 0 ~1 ~~~ ~~:;,~;:°dc~fa ~,~:',}ie\ 1 s~:C:~ 1 ~: le ragioni della vita saggia e COl'diale:co– sicché, proprio In codeste flgurlne. mar– ginali come sembrnno, Il tt'ma. si rlscava. nll'ol'lglne, Cuor! della mncchlnosR narra– zione mess~ In opera per Inseguirlo. O vedeie la scena delltlosamente corale. come nel Ve11tnalio del Goldoni. Qu11.ndo l'Intero cnsnme.nto è In attesa. del s'.gnor Panfulla, che. r!ncASnalflne In cnmlcla: neanch'.~ssa. vale come commedia n sé. bensl come prote– i.Ione e amblt'ntc. nel fantomatico ritorno. nl sorriso Interno di lu! che non sorride. E' un episodio. quest'ultimo, tipica solu– zione del libro: l'Imprevisto. il de1u e% machh1a, non accenna neppure di lontano a. giustificarsi In qualche modo realistico. ciò che altrove lo restrlnRc lr. aneddoto e Il pcrsonn~glo In macchietta: an1I è la– sciato sospeso. fra dlvert.lmento e stuPore, vrro e non vero: punto estremo di le~~e– lt'ZZna.cui mira l'nssurdo anche negll :a.Itri mccontl. Volete vedrrc condotto al mcdt>simo rl– sultnto ciò che di boz;,,ettlsmo natura.11- st!co, \'ero e proprio mAcchlettlf.,mo. sot.– tostà egunlmente. come un pericolo, In tutti I racconti? Vede1e Carburo e Birchio, me,t;\ .~l'ltto addirltturR !n vernacolo come un sonetto di Neri T:1.nfuelo: ma la sc,.na. notturna barna In un·1rnra s!nz.a tempo. lncantesil)lo d'Invenzione QU:a.sldl !la.ba: e lenera. e agile, la statuì\ a ca.vallo,

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