Fiera Letteraria - Anno VI - n. 37 - 30 settembre 1951

Domenica 30 Scttcmbr" 1951 WOLFGANG BORCUERT LA "NOSTJIA,, ta1•9a ,l'ottone Quote battute ,ono duunte dalla. ,cena. V, eco,– rbpondono olle pog1ne 112-115 del te,10 orl9h1ale: W. Borolltrt, Qt.Nmtwert, Ro•ohlt und Hambuq;-1• acll.• BUcMrc:1, Amburgo, IH9. li iempetamtnto 9e– nuo,o del Borchert rUulio. onehe da questo pa.uo, in cui I, nidcnte wna conoiu:1onc ancloga • que llo del WiechtrS e cU altri nobflf ,pJrfti i quali, duntn• Uch1 delle ,opra/ltufont e delle prepoten::c paJfte, fn nome cfl una ,w~rfore 9fu1tiua e di una aolf– darietà tt'Tome1 1te uman a, almpat~uno con le Rt• time del 1tuoti , opra1.ri che il rancore e la i.-endeua proi:oeono. Beckmann JllOna il campanello. La porta ,·apre cigolando. LA SIGNORA KRAMER (con apo:tfea, crudele e pla– cido. alfabilità, che è plil terribile di quallia11 rudezza e brutalità): Che vuole? BF.CKMANN: Sa dove è andata a flnlre la nostra targa d'ottone? LA SIGNORA KRAMER: DI quale cnostra tara:a d·ot– tone • Intende parlare? ' BECKMANN: La. targa che c'è sempre stata qui. Da trent'anni ormai. LA SIGNORA KR.AMER: Non ne so niente. BECKMANN: Non ~a. dunque. dove si trovano 1 miei genitori? LA SIGNORA KRAl\fER: E chi sono? E lei chi è? BECKMANN: lo ml ehlnmo Bcekmmm. Ma son pur nl\to qui, lo. Mn questa è pur casn nostra! LA SIGNORA KRAMER (con fare sempre piU loquace e 1/accfato piuttosto che int,mz ionalm entc volgare): No, ciò non è CMtl0. Questa è cn.sn nostro. Che Lei sta nato qui può daril b cnls.c;im o,e a mc non Im– porta: ma questa non è cn.sn sua: questa. è cn.s.'l no~tra. BECKMANN: SI. come vuole Lei: ma do,·c ~no nndntl a finire I miei genitori? Devon pure abitare In qualche po.•to I LA SIGNORA KRAl\ffiR: E lei non lo s.'\? E pretende, a quanto dice, d'es...~me Il fh::Uo? Mn Lei ml sem– bra ... Ma se non sa neppur questo, sn Lei che ... BECKMANN: Mn, per amor di Dio, dove sono. dunque, quel poveri vecchi? Essi hanno nbltnto qui per tren– t'anni, e ora, è mal po.c;;slblleche lmpro\•vtsnmentc non cl ,Inno più. Ml dia, dunque. qualche notizia. Debbono pur C,!.!;Cre In qualche posto. LA SIGNORA KRAMER: E' certo! Per quanto ne so lo, l'i0no n.lla cnppc.lln. numero clriquc. BECKMANN: Cappello. numero cinque? DI che cappel– la numero cinque Intende pn.rlnre? LA SIGNORA KRAMER (raucgnota, in tono più pia– onucoloso che brutale}: Cappella numero cinque n Ohtsdorr. Sa che cosn è Ohtsdorr? Una colonia d! ro~e. Sn dove si trova Oht~dorf? Pre~ Fuhl!i;bllUcl. LAMÙ cl sono le tre stazioni finali di Amburgo. A Fuhb1bllt.tel le cnrcerl, nd Alsterdort Il manicomio e n. Ohl~orr Il cimitero. Ecco, e Il i.ono andati n Jlnlrc I Suol vecchi. Oro stnn Il di cnsn. Trn...'llocall,emi– grati, parti. E Lei vuole non sapere questo? BECKMANN: Mn che fanno lngglù? Sono, dunque, mor– ti? MR se fino n qunlchc tempo rn vlvcvnno ancora? E di dove potC\'0 apprendere queste cose, lo? lo so– no 1:,tatoIn Siberia 1>erben tre anni. Per più di mlii<' ;loml, Ma come è possibile che siano morti prima che IO tornn.ssl n ca~a? E sl che stavano bene. Sal\'0 mio padre che aveva un po· di tos.o;c. Mn l'nvcva sempre avuta. Anche mln madre aveva sempre fred– do al piedi J)er vin della cucina n.piastrelle. Mn ,;ono malt di cui non S1muore. Pcrchè sono, dunque. mor– ti? Non avevano. dl\\'\'Cro, alcun moli\"0, Andnrsene. aempllccmentc nndnrscnc, cosl, nll11 chetlchclln, no. non è po~lbtle! LA SIGNORA KRAl\.fER fin tono oon/lden;:iale e faci– lone. con gol/o ,entimentalinno): Be'. Lei è Iorse una buona l1mn, Lei. comico fl~Uuolo! Non pnrlln.– mone pili! MIile gl1>rnl di $!berla non sono uno scherzo. Capi~ bene come tmo si stordlscn e vndn a terra. I vuchl Bcckmnnn non ne potevano più, ecco. Essi si erano un po' troppo prodlgntl durante 11tertO Relch. Lei lo sa bene. E che? Aveva proprio bisogno di andare In divisa un uomo cosl anziano? E poi ce J'nveva un po· troppo con gH ebrei. Lei lo an bene, Le.Iche è Il suo figliolo! Suo padre, quel vecchietto, non potcvn \"edere gli ebrei. Oli fnccvnno aaltar la mo~cn al n~so. gli ebrei. LI volev:\ cncclnr tutti, di proprln m:lno. In Palestina. urlava sempre. Quando s'ern nel rlrug:lo. ogni volta che cascava un:\ bomba, egli mandava una mnlcdlz lonc agli ebrei. E' gtato un po• troppo zelante, S.uo padre. SI è prOdl– iAto un po' troppo col nnzlstl. Olà. e qunndo l'epo– ca delle camicie brune è trnmontntn ... :BECKMANN: Be', continui! Che è awenuto di mio p:t– dre? Su. continui n rnccontare. Stnvn. appunto, di– cendo co.~e che ml tengono In nnsln. Su, cont.lnui! LA SIGN ORA KRAMER: Non c'è ph) niente da raccon– ta.re ormai! L11nnno messo alla. porta.. Suo pndr-c, .!:e nza pensione. al Intrude. E In più. I Suol genitori do,·e,•ano anche lasciare l'appartamento. Potevano te– neni solo le plp:natte. Era una situazione, natural– mente, molto trble. E questo ha dato l'ultimo colpo alla bilancia. E cosi non ne poterono pli1. E non ne ,·onero neppur più s.apere. Olà, e allora si i-ano d~– MZl/icoti deflnltlvnmente. da se stessi. E. stato uo gesto coerente dn parte del Suo ,·eechletto, bi.sogna ricono~erlo. BECKMANN: Che cosa hanno fnlto? Si sono da se stessL. LA SJONORA KRAMER (In tono plil bonario che ool– oare} ... demttiflcntt. Slamo noi. sa. che dlch1mo cosi. E' un nostro modo di dire. In vin privata, Già. I Suol ei;::reglvecchi genitori proprio non cl avevano più i;t:u!'to.E un bel matllno Il hanno trovati lividi e atecchltl. In cucina. Una balordaggine, dice Il mio vecchio cftno.Con quel gas avremmo potuto cucinare un mese lnUcro. BECKMANN (fn tono somml!- f.ro m a terribilmente minac– ctoao): Le con&IR:llo di chiudere Ja porta. ma In fret– ta. froprlo in fretta! E a. chiave! Chtudn la porta di cua Sua, Le dlc-o. Chiuda! (La porta ci!'Jola, la ,d– gnora Kramer prlda 11terfcomcntc. Lo. porta si chiu– de con Jraoauo). WOLFGANG BORCHERT (Tradu.tlon.e dl Giovanni Neet:o} LA FIERA LETTERARIA' LETIERATURA TEDESCA DEL DOPOGUERRA :* ~-3-;:· Wolfgang Borchert I '\ Lo nostt'o nw,•ale è lo a,e,•lt,), e lo ve,•ltà è ;1uoa,o e dur•u conte lo nuwtP; m11 è p1u• tffnto soave e st111refacente e 9lustff F RA I rnp1>rescntantl del– la • nuov11. genemzlo– ne •· !l Borchcrt è uno del più radlcnll seguaci di quell'lndlrlzzo letterario che ru detto del • KnhJschlnng, (disboscamento lotnlc). E' la corrente, que":otn,che, In 50. statu-.a. vuol rompere la u-n– dlzlonc f.! spcclnlmente In tra.– dizione umnnbtlco - formale. Vedremo plu ti.vanti ftn dove giunga queMo spirito di rin– novnmento. que.,tn ~pccle di e trnsvnlutn1.lone di ogni va– lore,. E dlelnmo subito che In protesta di Borchert è mOMa dn. un'cslgen:r.n di verità e da n.more, In quale non può I\S– sohnnmente essere di natura e nlchlllstlcn •· come è ))arso a qualche critico. Certo In lui In. vita ,•lssuta e quelln rnntn.stlcn. si lntrec– clnno talmente che la blOGrn– fin può ei;sere un ,•alido sus– sidio nllo studio dell'opera ar– tistica. Olà l'Immagine Ostcn di questo scrittore lrnmnndn qunlchc rngr;io della sun spl– r!tunllt.-\. Il volto nobile e 11-0t– Ule. nu:itcro e !«>O.\'C, ombreg– r;tato dn unn foltn cap!glll\tu– rn. spiovente che sembra or– mal l'alone di un prcdcst!nn– to, rlchlnmn subito ln figurn del a:lovnnett-0 romantico, del– l'etereo e Jilngllng , assorto e tra.sognato sul tipo di un Wackenrodcr. dl un Novalis, di un H0lderlin. E ln vlt..'l e l'opera di Borehert si sareb– bero forse errusc romantica– mente fra realtà e sogno, se non fossero stnle trn.,·olte nel– le dure vicende di un"epc>cnn clt1s.11HcareIn quale. Iettcra– rlnmente, si è - Ironica n."50- cln%lone di vocaboli! - usat..'l In f ormu la • romanticismo di ncc! t1.lo •· L.' \ vit a del Dorchert è In ~~fl~~~~1:~c 10\~tl~~~ln~~ spirito puro e generoso so– stiene contro oscure forze nv– ver.;e (esteriori ed Interiori). alle qunll dc,·e nlln. fine soc– combere. Nato nd Amburgo nel 1921, appena ventenne egli viene scarn.vcntnto al fronte. ru,i.i.o,mC'ntre iii lstrnl- fQu~~:1\~. <t 1 101i~~u~~ 1 1P~~g~% eJ>lstolnre. ha scoperto nelle lettere dclln recluta alcune frnsl polltlcnmcntc sospette). Ferito e fcbbrlcit:mt<', viene trn.'lferlto dnll'os1>Cdalc nlle carceri. Condonnnto a morte, Vl\"Cnr.lln Mllltudlne <lclln !ma cella In nttt'sn che lo chln – m!no Cln un momento t1.ll' nl– tro a M:ontnrt In terribile con– dnnnn. Qualcosa dell'Incubo che dovette provare Dostolcw– sklJ nrl 1840, quando venne condotto In p!l\7.7.nScmeno.,k n Plctrobumo. do,·e ern gli\ f~~~~ 1 ~1r.~U~g '!n~~e 1 to,;o\j mcs.i.a1urlodt-lln grnzln Impe– rlale. Per ben sel settimane Il Borehrrt vl-to;e nell'o.<sei:slonc dell'immlnenlt- supplizio. fin– ché-.J><'rl1n1nrdoalla 11ua(::lo– ''nne età, I:\ pena capitale ru commutata In M?I me,;I di du– ro cnrccrc: c.,plnto Il quale. lo sclni:uroto viene rl11pcdlto al fronte niMo. D:icitano alcu– ne bnn:ellettc d' lntonn,:lone eterodo.'\.,a. pereh!'- un came– rata lo drnuncl alln. • Gt.'lt..'\– po •· Nuovo proccs.'10, nuovn condnnnn: nove me,J di cnr– cerc dn scontnrc n Berlino sotto Il !errore del bombar– damenti. ag~rnvnto dnl disu– mano divieto di accedere nl rlfur;:I.Trasferito. ven.o In prl– mn.vern del 1045. nclln Oer– mnn!n !Hld-occldentnlc, viene liberato dagli Americani. A piedi tornn ad Amburgo scon– volto e cllstuun. Fli.lcnmentc è ridotto ad un povero detri– to, ma Indomabile l) ln 111111 energia morale. Oltre nd 1ma Intensa nttlvltA lettcrnrln, egli presta ln suo operi\ di I\-S.'li- f1t:~s~ ~r~:~'ìe." 1 e e ~è~~~~ri•t suo umorl.<;mo nl e Cnbaret,, e Jnnmaatcn lm Hn!cn ,. Ma J1 mnlc hn presto Il sopra,•– vento. Costretto n lunnhc dc- ~~~i~p~~f1lo~~111in1~~~ ~~~~ ~~10~1':.~ 1 cWil\~eer~~ ~~1~ che l'ultimo spernn1.n. rlpost..'\ ~~osr;! ~~i:.noA;~~~ro ra;~ giunto Il ,molo el\•ctlco. è co– strel-lo nd entrnrc ne11·001>e– dalc di s. Chlarn A Bm~llen. dove dopo due me.'11di grnvl ~otTeren7.C, un• emorragia In– terna ))rovocn l'ultimo collas– so delle sue for,.c e, Il 20 no– \'Cmbrc del 1947, ln morte. lm/1erntivo ,li Rorcl,erl Borchcrt è nncorn nel ,•er– dlRi.lml anni, nU\ che temprn ndnmnntlnn In sua I Pochi f 1 ~~1!1Jj~ 1 i"'!r8~0H 0 d\rcu~c~~~ •memento• -ngl\ uomini di ogni categoria. Ecco Il suo monito al 1>0eta: e Se domnnl ti ordln:\no di scrivere canU d'odio 11.nzlchCd'amore, non ti resta che uni\ po.'51bllitA: rispondi di "no"!•· In que– sta ldel\lc protesta pcrse,•cra lui stes.'IO 1>er tuttn In vltn. Proprio nella Incrollabile vo– lontà di non tradire In sua missione di 5erlttore (nella quale è, nnturahncntc, Impli– cita quella dell'uomo e del cittadino> è J1 nucleo etico delln. sua person1111tà.Da quc- ~': iÌlt:!i~i':~~~lae.!~r~ts~o.sfu:~: po e violento che non gli per– mette altra evasione se non i~cn;f~~~~:1ccr11~ ~~~~ ~r~;~; dcstn nclln sua fnnt.nsln. Es– sere probi e umani. ma non tr:ccrc. nè dls.,lmulnre mnl la verlt.i.: ecco l'Imperativo ca– tegorico di Borchert. EJ:11vn oltre Lc--.slna:che. pur nffer- 111nndo la ncces.<1ltl\di un'In– dagine vlg!le, continua e per– :;e\'crnntc <• non In verità nel cui 1,osses.. c;o l'uom o è o cre– de di ei;.< icrc.ma Il sincero sror7.o che egli hn Impegnato nel rlccrcnrc In \'erltt\, costi– tuisce li merito dell'uomo,) rtmnnc sul terreno essen1.IRl– mcntc s1>eculatlvo. mentre li Borchcrt pone l'accento pro– prio nell'atto eroico dellR di– resa della ,•erltA. In un suo e manlresto• si lei::ee: • Non c'è altra alterna.Uva che fare di GIOVANNl NECCO tà è nuova e dura come la morte; ma è pur tanto soP.– ve e stupefacente e glustA: 1'unt1.e l'altra sono nude! •· L'accostamento della verità alla mone allude subito a1 ~AVI rischi che afTront.a Chi l'nflerma e la dlrende. Ma l'uomo ha. appunto. questo compito. e la sua moralità Al oommffiura allo zelo con cui l'assolve. L'Intransigenza eti– ca con cui Il Borchert agisce. gll costa. In certo qual modo, la vita. Senu, ritorno e seuui Dio Ché 01tnl sua nob!le aspira– zione. nel mondo In cui vive, viene costantemente delusR. Egli constata amarnmentc : • Noi slamo la generazione scnt.'\ lcgnml e profondità. Ln nostra profondità è nblssnle. Noi slamo la generazione sen– '"" fcllcltA, scnt.'\ ·patria e seu7.a comm!nto. Piccolo è Il nostro sole. l'nmorc nostro è ~l~;~c\~a 1 :10J~~t.a Sr~~!n\~ generazione senza ritorno, chè non abbiamo nulla a cui possiamo ritornare. nessuno 1>resso cui Il nostro cuore possa alleviarsi •· Il mondo che li Borchert lnterl'Oj!'a è deserto. muto. de– solato. Il cuore chiama ed In– voca, ma nessuno risponde. Anche Dio. tace. La colpa ri– sale !orse al padri stessi. e CO-Storonon ci hanno dato la scorta di alcun Dio che po– tesse reggere li n♦stro cuore quando la burera di questo ~~~r1~f ~o c~ì' 0 !f:m:e\a S~~~ nernzlone senza Dio. ché sla– mo In genera:tlone senza le– gami. senza passai.O,senza. chi cl riconosca,. defi~r:!::i~· ) 1 Fu~rl.taX:!~~ ~~~rnlr~ ~-nf~1~t~~~~cl~~ time e rei di omicidio•· nelle ultime battute dell11scena n– nale grida: e Debbo contlnun– rf' Il farmi uccidere e nd uc– cidere? ... Dove è Il vegl!nrdo ~1\~~q~.c~~~!11~ag;ol Ji~~:f: dctemll Perché tacete? Per– ché? Nes.'ltmo mi dà unn rl– sJ>OStn?Nci;.'luno,nec;suno? ,. Nel bo;,.zelto • L'occhio di Dio• rnccontn. !1 Bmchcrt che unn volta da r.i.ga1.;,,0si di– vertivo n rimestare In 1111!\ bianca fonrllno l'occhio ca\'n– to dnlln testa di un merluz- 7.0 che st.'\vn cocendo. e Non si gluocn con un occhio - lo ammoni la madre -; l'hn fatto Dio, proprio come )U\ fatto li tuo!•· SOllcc..ltntada lmi.'ltentl do– mnnde del bimbo. la donna finisce con l'nmmcllerc che quell'occhio. si, npp:ullenc n Dio stesso. Il rngn7.20 si chi– no allora sopra quell:\ flc;.c;.'\ pupilla, e comincia a lnterro- ff:1~1òri~1e/ n~n~ 1 g_ri;~_)f~f;J lo tur'bano. Ma l'occhio resta o..~Unat.'\mentemuto. Preso da un moto di collern, Il ragaa- 7.0scngJI:\ via Il piatto, e l'oc– chio vn n fin ire ~ul p avimen– to. e l\1:1 non fiatn.vn - con– tinua Il rac co nto -. Io lo gunrdnl ancora una volta. Mn no. no n fiatava. Ml nl?.nl. Ml ol7.al lcntnmcnte lcnt:uncntc per d are tempo n Dio. An– dai plnno plano verso l'uscio della. cucina. Afferrai In mn– nlglln. Ln premetti lentamen– te In giù. Con In schiena rl– volLn. oll'occhlo rlmn.~I anco– rn per un buon minuto sul– l'uscio delln cuclnn. Mn non ~~~i"efiR~~~~nE r~ìror~~-/;C~-~ phì voltarmi ve~ l'occhio, sb:i.ttel l'uscio e scnpJ)nl vin•· Un /1res-rmton,ichilismo L':ittcgglamcnto di Borehcrt è sempre un po· questo. Egli Interroga e Interroga, e non si rn.~na foellmentc nt si– lenzio J::lacialc In cui echeg– giano le sue domande. Solo In ultimo si spnzlcnt!scc: ntn Il suo gesto di collera tradi– sce un dlsnppunto che non è certo di nnturn scettica o clnlcn. L':tsmostlclc;mo di Borchcrt è materiato di lnquletmllne e d'nm:oscla: non è neppure un lmmnnentlsmo rcnno e con– vinto. E· un ntlegginmento splrltunle n cui allude un al– tro notevole scrittore tedesco emerso In questo dopogurrrn, Hnns Erlch N0!IS..'\Ck, nell'0J>C– rn e Dorothea •. già lntltnln– t:\ « Intervista con 1n morte, (Wolfgnng Krllger VerlnA", Amburgo 1950-'51): e I vecchi pnrlnno di un Ente che si chiama Dio. Tnle 1mroln, pe– ro. ha sulle loro labbra. cosi poca rlsonnm.n... I J:iov1ml. poi. non COllO.'IC0no pili que– sto Ente. e poiché es.i.I non 1mnno contro chi vendicarsi della loro lnrcllc!tà. dlitrlgrn1- no I denti contro se stessi,. Bisogna tener presente l'am– biente storico. se vogliamo hplcgon:I. nelle sue cause re– mote, un fenomeno culturale e letterario che può sviare Il critico frettoloso che si In– sci abb.'\gllarc dnll' appnren1.a esteriore. A proposito di Bor– chert. per esempio. si è pu– lRlo di nlchlllsmo. MA quest.'\ definizione svisa Il nucleo del– In pel"IOnalltà dello scrittore amburghese. Nlchlli.'lt.'\ egli non ru. Non lo ru per la sua Jnestlngulbile sete di glusti7Ja e di verità. per Il suo grande attaccamento alln vita, per Il suo amore alle creature e aJ::11uomini, anche se è con– sapevole che sono qu:isl sem- !{g1c~at~~~le1~r a1l! 1::i!~ne~ Germania che no n C quella odlnlca. borto.~a e mil l1.n.rli.ta. mn quella reietta, misera e dlroccnt.a. e Noi proclamiamo l'amore. Amiamo le pietre nelle città. le nostre pietre che Il sole riscalda ancorn do– po la battaglia ... SI, In que– sto moftdo vogliamo amare nncorn. vogliamo amare ele.r– namcnte •· glvo di 420 pagine. In cui due. CA5'editrici (hl • Ro11,•ohlt.e la • Hamburgl.sche Bllcherel, di Amburgo) hanno raccolto tutti gll scritti dell'autore: !:~{fa°e~{. ~:;{hc~~~m ~OQ~:: phi.!chen Nachwort von B. Mever-Martoitz: Opera omnia oon un· appendice b1ogranca di B. M.-M.. 1949. estroso e. balzellante, più evo– cativo che dOCorslvo. ed e pun– tegglat-0 di frasi tematiche che si ripetono di continuo. Quasi come fra I sussulti di un dor– mh·eglla. trMCorrono In que– sti racconti le Immagini os– sessive del triste mondo \'IS• auto dt1.lBorchert. Nella bellissima novella e li dente di leone.•• ecco evocati settanta.sette detenuti mentre. Sigle dtdla Jtmlnsia ~~m~:.~:i::~'. c~~~ 0 ad::tt~~~? GIUSEPPE ''l\'IANI - e Rltorr"" del re.duce• (i,unta1ccca1 Negli scrittori di ratzA cl tlle delle careerl attorno ad sono motivi che gl polarizza- una squallida aiuola. Mondo no attorno a parole pregnan- di miseria e tristezza morta.le.I,----------------------------; ti, polisense e allusive a \'A- Ma ecco II condannato della ste reAltà. Quei.te parole sono cella. N. 432 scorge In mezzo qua~! le sli;::ledel loro mondo all'erba lntrl5tlta un umile poetico, della loro fonla$1a, flore di dente di leone. Ma- Nel titolo dell'opera plìi gica attrazione di quella glRl– complcs.i.a del Borchert - In corolla. Tutto un mondo • Draussen vor der tllr , di segreta dolcezza è racchiu– C• Fuori, dnvnntl alla porta,) so Il dentro per lo sciagurato. - si può vedere unn. di que- Mn come cogliere II flore ~••r– stc Inconfondibili sigle. Quel to gli ocehl minacclosl delle e fuori, (cdrnus.'ICn•I, che rl- sentinelle? Giorni e giorni corre nelle pagine borchcrtln- spesi nel rimuglnio per e.,,co– ne In mllle variazioni, allude. gita.re uno strattagemma. E onzltutto, alln tragico situa- l'Mtlm o propizio glun11e. E ~~~r: ~:1ecrt~::~s~f~1~~ ru!~: :~1:t'!:rt~ e'i~ i! r:~~n~~~ ~;d ra. torna e trova la clttt\ di- ~~~\,~f:!~~~~ 1 ~~~ ~ 1 t;~~:.: ~f~1~~·d 1 1!.;~.c~J~~C1:. {~: '!:n1ini~lc~,l~a~u~~~nt:~~: ft•r~1ic!\!,~e;.~ :rtnr~o1:~~ do~· ~~1~[~:C~~n~,:0~1 ar; domestico: dovunque va, egli sospingono ,erso Il fio:e e rimane e fuori. dAvantl nllfl. riempiono t..itto li suo c.:.srrf. porta •· rele.tto, escluso. Ma Egll 11011riusciva piu " re.– anche la Germania sconvolta stare là dentro, e chiusi gli e distrutta di questo dopo- occhi esclamo con stupore: ·– guerra resta - almeno, nel Ma tu odori di terra. DI ~le. primo tempo - fuori. davan- di mare e di miele o dolce ti alla port.'l. Anch'eMa è creatura vivente! E ·sente:ido reietta ed esclusa dal consor- la sua cnsta rrescura, ebbe la zio umano. dalla concordln. impressione di udire la ;,oce dnlln prosperità, dalla pace e del padre. al quale non avev:i penino dalla prospetUva di mal ratto particolare ;.U,en– rlsorgcre. Fra le rovine del zlonc... E si senti cosl boero passato e le minacce del ru- e re.11ceche scrollò di dosso turo, tutto Il mondo è, del re- ogni J)C$0: la prigionia, la so– sto, Jn un certo senso. Ocr- lltudlne. la fame d'amore. lo mania. , F\1orl. davanti alla abbandono del suol ventidue porta iii stn nll'Elbn. alla Sen- nnnl Inermi. il presente. l'n,•– nn, al Volga, al Mlo;.~lsslpl... venire!,. Tutti rcstlnm fuori. Anch~ Dio In altri rnccontl torna.n o lm– stn. fuori, e nes.11unoplu gli prcs.'lionl della terribile gucrro n))re una porta. Solo ln morte e dello squallido dopoguerrt\. lm, ln ultimo, unn port.'\ da In • DJc ,•iclc, vlcle Schnee • aprirci. E Il sto avviandomi,, (Tonta, ui.nt.n neve} un mitra– dice Bcckmnnn. 11 prot:igonl- gllcrc si trova in unn bo.'1Cn- ~~~it1n~fl~n~~t~1,_ e Fuori. dn- fil~ lln.ru~ ~n\~uni~'IC~~l~~onc: 1~; avamposto. Il silenzio nl\'nJc della sconrJn!\1-nplnnurn n po– co n J>OCO lo sgoment:\. Per dar.ti corngglo Il soldato ~I mette n cnnt:\re Inni nnlallzl bcnchè sin ormai febbraio. Poi hn paura di nver a vuto paura. F.eco. Infatti. arri\' n.re a gr:mdl passi 11 sottufficiale della ronda che. certo, lo frcd– den\ con la pistola., perchè egli, contro I seve ri ordini. si t" messo n cs.nt. '\re In li rlrrmnnnlurgo Jprrbolt? Retorica? No, Il sentimento· dtl Dorchcrt l– slncero. In Beekmnnn f'Rli ha e,;emplnto un mc combattente tMlesco, uno del mlllonl di sclRgurnll che e tornano a cn– sa e111mrnon tornano a ~– perchtl per es.i.Inon e~l,;te più uni\ casa, Ln loro cnga ~ fuo• ri. d0\'!lntl alla porta. Ln lo– ro Orrmnnla è fuori nella not~. sotto In pl08ftlll, 11111 Jn.– strlco •- TI Borehert (un 11m– mlr:itore di MntlSSl', Picasso. F.mll Nolde e !\Ol>rllltUU0dcl– l'l.i.J)lmto M:ultprc e gc:rlttore Ern'lt Barl:\c.h. morto nel 1038 neu·oscurll.A e nettll ~lenti 1>er Il bnndo l:i.nclatogll contro dall'autorità politica del tem– po) rlprf'nde nel suo drnmmn. In lecnlcn co;prcMlonl~t..'\,m" In rinnova con unn forz.'\ lm– maglnnllvn che nttt.'Stn unn grande orlglnnllL-\, Mentre RIIe~prc ,i.<ilonlstlde l primo do1,oguerrn nffa nn:i.vn– no dietro 0011tr111.lonl Mlrattc. nbbozwndo 111tua1:lonlbaroc– che e grottesche, ideando n.i.– surdl uomini 111ctt1fi.'l\cl e stor– dendo lettori e 'll")f'llatorl con un llngun1o"do rnrnt,co. con– trnuo e sibillino, Il Dorchcrt. 1mr rlbcllnndo.i.l alln trndlzlo– nnlc dlsclJ>llnn che regoln In tecnica del lCatro, delinea le vicende e trnttrgg!a I J>Cl'SO• nnggi ln 1111ft cocren1.n ranl!\• sUcn dn cui, 1>er quanto dl– stnn7Jnte. trnlucono pur sem– J>rc vltn e renlt.-\. Il ncccss:1.– rlo <ll'lt:icco estetico per cui tutto si obietti\'! e trnsumnnl l'ott.lcne creando un'aura di iwan7.M0. Senonché sotturflclale è tutto spaventa– to e smnrrlto. Egli crede di e.ot. .cr·,,1tt1mndi strane nllucl– nn7 Jonl e Inganni. Nel gmn s!lcn?J0 delln fo~tn scpolt:1 nelln nc,•c gli è parso di udire canti nnt:tli?J. Cosa da lmpaz- 7Jrc l E preso da un orro~ Indicibile. si getta nelle brac– cia del mllrngllerc. e abbrac– cia Il soldato che lo riabbrac– cio. Tutti e due ~:t~~nc ,~:~P7~ li nllaccla, suggella In trcpidn soffercm.n che accomuna ll loro triste destino. Nel bozzetto • Gesù non cl vuole pi\l stare• Il protngonl– stn. è un povero soldato chr viene chiamato col nome del Nn1.nrc110per In mitC?.1.adel suo vollo. Il compito di que– sto sclngurato è quello di sten– dersi nelle rosse per provare la ml,;ura giusta prima che vi cnllno I morti. Stanco del ma– cabro ufficio. un giorno si ri– bella e fur;~. mentre Il sot– turrlclnle mlnacc:ln di denun– clarlo 1>e.r nmnmtlnnmcnto. cli sotturtlclnle gridava: ma Ge– su non si volt.n.vnindietro. Solo le sue mani facevano un gesto come per dire: - Plnho. piano: Per nmor di Dio, non svc- Tanta, tanta neve Come 1ag9lo d1/l.a gaollarda /anta,f4 di Borclle.rt, del ruo ,we ,ir1uUco HLI• ,ullante e liru:iamtnte e~-ocollvo dia mo q1u,10 orlg01ollulrno boueuo c.ht fa parti della rocc.oHa • An dfe,em D 1in- 1lag •, (Qijt~fo rnarted1J. Nt1 Oeumt– wuk, pubblicato dal Rowohtl e dalla Rt1mburgtrhe BUc::hUel, Amburgo, d breu racco11to occupa lt: pagine Zll– zu. Lo lrodu.alone ttgue la lnlerpun• .tfone dd u.110 origino/e, t: ·cerca di . 1"0nltnerne l'andarnenlo rllmico. }\ 1 EVE pcn.zolava dalle ramaglie. Il mf- 1 y traglfere ,•ertt muso a cantare. Egli .stava Id nel cuore d'una bo,coglla ru-1.w. in un po.sto avanzato. Cantava ,nni natoll:t, eppure 11 era ormai in principio di /e.bbTalo. Ma dipendeva da quella coltre di neve atta alcuni metri. Neve fra f tronchi nen. Neve 1uf rami verdacurl. Neve so1pe,a. alte ramaglie. neve 10//iata aopra I eupu– gii, neve so/fice come ovatta. neve appic– cicata al tronchi neri. Tanta neve, ta nta ne – ve! E tl mitragliere. cantaoa innf natali.ti. bencht /o,1e ormai febbraio. e Devi lasciar partire qualche colpo di tanto ln tanto. Se no. questo agoeogio si gela. Mira semplfet:mente avanti, drft!o. nel buio. Tanto -percht non si raggeli. ·spara, omo mio, Id su quel ce.ipuoll. SI. quelli là, e oosl ti accor(JI s11bflo che dentro non s'è accucciato ,1c1J.mno. E que~to dii 1111 po' di calma SI. si, va brnc una scarica ogni quar– to d'ora. Quc!lto di• 1111 po' di colma. Se no, questo aogcggfo si {lela. E poi a11che percllè tu no,1 senti pili l11tto q1utto 1f/e11:=lo, se di tonto hl ta11to parte q1mlc11e colpo>. Cosi gli at•cva detto la .,e11tlnclla a c1tf nvtoo dato fl cambio.• E aveva aggiunto: e Toylltl Il pa,,,a111011laq11rdallr orecchie. Ordf,ie del comando di re(J(Jlme,1to, Q11a,1do si , 1 di 1r11th11'.'IIO, cl si de11etogliere il pas– samontaqnr dalle orrcchle. Se no, non si !lerile plu ,wlltJ. Q11nto t 1 l'ordine. Ara già. non 11 srnte nlr11te lo !lfes.~o. Qui c'è 11n gran slten-=io dappcrti,tto. Non ,rno ::itto. Per iettlmane r settimane intere. Nmi 11110 zillo, R allom, che vuol Jarci'! Spara (lud1- chc colpo di ta11to in ta11to. Questo dii 1m po' di colma>. Ecco ciò che (lii aveva dello qudl'altro. Poi era rimaito n liii 10lo. Si reoo Il ptu!la– montaone dalle orccchie, e Il freddo ql/f'lc aggran/iò con le dita ,mohhllc. Stooo lJ ~o– la. E la neve pcn::olava dalle ramaolfe. Era Incollata ai tro11chi blu ,curi. Ammontic– chiata sopra I cespu(Jll. Sollevata all'alte.:::a di torri, ln,nceata nelle ronche e di,per.1a dal vento. Tanta nevt!. tanta! E la nrve. ir1 cui era lnqolfalo rendeva il pericolo eo•l sommeuo/ Me11tre, Invece. poteva gid. e.uere alle spatle di uno. La neve ,otlacet:a il pe– ricolo. Lo 11evc in cui era ingolfato. solo 11"1- la notte. solo J){'r la pri ma volta, rendeva la vicina nza degli altri co.ri iommes,a/ La rendeva CO.ti remota! La c elava nel s110 ai– lcnzio, pcrchè essa rendeva tutto cosi som– meuo. cosi sommesso che u110 !lcntiva fl proprio ,angue battere nelle orcec111c. bat– tere tanto /orte che 11011 riusciva piri a s/uq– olrgll. Tanto 7,oteoo la neve col !1110 allcnzio! Ed ecco. si 11dl un sospiro. A sf11t,tra. Di fronte. Poi a dc.11ra. Poi df nuovo a !li- 11i1tra. E'.. d'11n tratto. alle !ltJalle. li mi tra– gliere trattenne Il rcsvira. Ed eccoci, d.ac– cnno. Nuovi ao.,pirft T~o scro,clo nt'llr -~ "" orecchie divenne altluimo. Con uno ,trapoo si apre Il eollrtu, d"l pastrano. Le dita ti– rano con Jor.:a, /rrmor10. Anrono Il colletto drl pa.,trana in modo da ,coorlrr le nrr('– chie. Ecco è ltl, Si srnt" 11n sn~nlra. Il m– dore sooran freddo di ,otto all'elmo. r ~u si octa !IUlla fronte. ntl 11 (]ria prnnrfo 11. Sono quarantadur gradi M>tto urrn. DI ,otln all'elmo 1ooroa il 1udore e si raggela. SI sentono del 101pirl. Alle spalle. E a de$tra Di fronte, mollo lontano. Poi qui. Poi la. E poi altrove. Il mitragliere dova In meuo alla foresta russa. Neve penzolava dalle ramagtle. Bd Il sangue oli 1cro1ciava con veemenza nelle orecchie. Ed tl sudore ,goroava d1 ,otto al– l'elmo. Perchc sf udivano dei ,ospfr1. C'era qucilccm1 che .sospiravo:. Qualcuno. E la neve lo occultava col suo slltnz:10. Per que1to Il sudore oli 11raggclarra sulla fronte. Cht den– tro le orecchie fa paura (111 si era /atta ora"1- de. Perchi lf udivano dei ,ospirl. E allora riprese a contare. Cantava Jort~ per non sentir piU la paura. Per 11011 .stntlr piu quei ,o.rp1n. Percht il sudore. n.on gli ri raggelruse plu sulla fronte. Cantara. E no:\ se.ntillCl più la paura. Cantava 111111 r.ntalJ.:.t e no11 sentiva più I 1tHp1rl. Cantava tnnt natalizi a 1quarc1aoota là. nella Jore!ta ru ... sa. Cht neve J)flntofaoo daUe rama'}ffe. blu scure, là nella foresta ru,sa. Tanta neve. Ma ecco lmprov11l1amer1te un ra,no li s-peuò. E il mitraollere 1f ammutol1. E al girO, e ,i rl(JirO. E atrappò dal fodero la r 1- atola. In quel punto, ceco il &oHu/lldale at.-an.::are a grandi 3bal:I t:t'TIO di lui. e Adeuo mi freddano con un colpo•• pen. !IP il mitragliere. e .UI son mt',~O a rantnre mentre ero di se,itinrlla. E adesso mt /rd– dano con un colpo. Ecco. aià 11/ene il 1ott11.l– /iciale. E come virne di corsa! Ml so110 me.•so a Nwlare nel - pn.dl avonz:all. td ora cui vengono e ml freddano cori un. COipo ,. E te1111e la 111Mola. be11 stretta nel puqno. E il .~ott11/Jicfale era ormai li. E si a/J~r– rò a l111 E {liri, oli ocelli attorno. E .ti di· meriò tutto. E 1>01.d 1111.,c ad an,au: e Dln mio! Tit'nl ml ltrctto. tu/ Dio mio. Dio mio!,. E si ml.tt a rl~rrr. E aartò le 111anl. Eppure co n lfn116 a ridere: e Slamo ormai al punto da !l~nllr<' cantar e glf inni natali::i! lnnt nafali::f In 011r.da maledetta Jorr,ta rtH$tl/ Inni natall::tl Non •·amo In t~:~:.Zi1v,:~ ~;i ::te!::'":,, 0 t~~~ 1 ,1~ta:{'f!; Dipendi' da q11e!lto trrrlbiJe allen::lo. lmal natali::!! Ma p11arda 1111 po', Dio mio! Tu tienimi solo itrettol ?.lito un momento. E' lii. No. Ade.uo t pa-11s.ato, Non ridere•· dlctM il sothtf/iciale. e ancora ansimava. e .•I ,trln. grva al mitraqlirre. e Non ridere, tu/ Qu1>- 1to. pe-rO. di~ndr dal sflen:lo. Per sdll– manc e st'rtimane sempre aueTto sllt'n:::fo. Mai una roce. Arai niente/ Ecco prrchl si sentono Poi oll Inni natali.:/. E ti che sfamo ornial in frbbraio Inoltrato. Afa dfptnde dal– la nn-e. Ce n'è tanta qrd. Non rfdne, tu E' roba da imJ)(IZ::ir". ti dico. Tu srl qui $010 da due aìnrni. Ma nol sl vfr,- da set– timane e ultimane qui in me:o-::o. E mcl una t.'0Ce. Mal niente. E" roba da lmpatzl• re. Sempre questo dlenzlo dapnrrtuttol Mal una voce. Per sctlhnane r settimane E al– lora sf capisce rhe a poco a l')O('O uno srnte ali inni natalizi: è CO!II. Ma nmt ri– dere. Solo quando ho visto tr, t'CCIJfmprav– t•fromrntr 110n si .!Ono piri 1entitt. Dfo mfo1 E' roba da fmrm::zlre. Qur•to eterno !lllf'n• zio! Q1trslo ,!ilrnzlo ctrrnol ,. Il iottulfiefalr cor1tin116 art nn~fm11r1>. E pnl d ,..1~,. " ridere, E d 11tr 1 11~ral mltnr– olfere. E 11 mflraollrrr. a attn ,,r,lto 111 11trfn– i;r a lui! E poi .!i misero a rl(frr,- trttt'e due.. Là. nella /ou,la ru~sa. In /ehbrafo. Di tratto in tratto un ramn 11 r,fr11ara sntlo 11 nc~o delta nct•I' F: noi. ,cfrn 1 andn fra f rami blu 5curi. 11rrnd,.1,a lirt o a lt'PT"l'I E intantn s'ttdirnnn dt'f ,'IO!nlrf. 1.fr" ' l1cr' un.a ,,olta di frnntr Poi nuf. Poi ltt Pnf dappertutln. Polchè dal/,. mma(Jllr Jl"n:oln• ra neve. Tanta, tanta nere. WOLFG1'Nfi ROR<'HERT (Traduzione di MRrla Necco) ~~~t: 11~J~;l~v\;~~dr~: 1>a.oti.l, che ir;J compiono sopra rrn.,1 !!Rltcllanu e smou.!cntc, sem1>rc costruite pnratntLle.'\– mentc. con proposizioni te– mnllche le quali ricorrono ln– slo;t<'ntemente, lnunul,.'\le o llc– \'emcnte variate. :f~fir~~~t~ 1!~o~nN~~J~IL.----------------------------l Certo l'e'ltro frettolo..,;o che nfl:istcllo sen7*'\ !iCCi,:llcre e forbire i.carica ncnll scritti del Dorchert 1>arccchln ml\lcrln. lnc:ombrnnte. L',,uLOrc conte– sin que,;to difetto cosi: , Non fl.bblnmo bl!'.OfUl 0 di l)()Cllche usino unn buona irr:i.mmntlea. Dcli/\ buona gr.t mum tlca cl mnnca In p:uilc1w.n.Noi usln– mo que)lo che ha Il sentimen– to ncccso e spcu:ato da rnu– chl slnghlo7..zl•- E di veri sin– gulti son ratte. come si e vl– litO. le bnttute conclusive de1 <lrnmma. DI qui Il sincero e pntho..'I, che nnlmn e Fuori. davanti alln 1>0rto,, dlffUoOùa princi– pio come e H6n._ilcl, tradlo– dramma). Vasta è stata su– bito la rlsonAnza che e.o;so ha avuto In Germania, quando Il 13 febbraio 1947 venne trR· smesso dalla st.A'l.ione tede.'Ca di nord-ovest. e lo ste3SO ac– cadde poi sempre con le al– tre stadonl. Qu11lelavoro tea– trale venne. rappresentato lt1. prima rnlta sulle scene degli •HAmburger Kamme.r-splele, Il 21 novembre !~47. un gior– no dopo ln morte del poeta, ed Il successo venne rlconre.r– mato In pieno. Da allora • Fuori, davanti lllla porta• C entrato nel repertorio del princlJ)fl.11teatri ted~hl. cd è stato tradotto ormai In pa- ~~f1~le,!1;,f~:d;u~o1~~01~u~~~ e Il suo stile. neoe.'opre sslonlstn parve. 11nzl, dovwe.ro prean– mmclare un a rinasc ita del tcAtro tedesco. Scm))re lo. Sempre lo... - 1:.. fuggendo In sua figuro sl rim– piccioliva e si rlmplcelolh•a. fino o scompnrire dietro ad una rrnna di neve•· Tlm. nel racconto e Le pole volano di sera verso casa•· hn regalato alla sua amante Lllo. persino la propria sciarpa: ma In donna lo hn cacciato lo stesso dalla tiepido st..'\nza, e T1m, che deve p.'\SSl\rCla ge– lida notte all'npcrto. sullo sca– lo del porto. invidia le l)('le che tornano al loro nido. Un compl\gno di sventura che s1 trovi\ li sul molo. cerca lnvl\- 110di consolare lo sch!.gurRto che, preso da un lm1>eto d.: nostalgia verso l'in!edrli– omnnte. ne Invoca disperata– mente li nome. co ciò che I rnpprC$Cntanll di pre.ecdenU lndlrlz,:I hanno so– lo vagamente pre,cntlto. Nelle liriche proprlnmcnte dette In struttura stronca e chiusa. e ritmi e rime seguono quasi sempre In pro.-;oc:lln e la metrlcn trndl~onnll. Motivi che ricorrono: la notte. I ra– m1II. Amburgo, la lllQft'.Jtla, lo accennato tema del e ctraus– i;cn ,. nature morte, la rapida vicenda dell'amore del sensi. Nel ciclo e Laterr.e Nacht und Sterne• (Fanali. notte ed n– strl) e nelle poesie postume è A\'Verllblle qualche rlsonan~.a di Rilke, di Oehmcl e fin an– che, rorsc. di Brlttlng e di Bll– llnrer: ma essa non so\'erchla la voce Jtonulna di un poeta che. In !lenso 11\to,potremmo chiamare crepuscolare. Sicché l'immap:lne comples– slrn. di Wolfgani,t Borchert è quella di un artista lmmatu- ro che. gtroncato anzitempo dallll morte. non ha potuto ra~Jtlungere. la ~un forma de– finitiva . Ciò prem e~o. ~ do– ,·eroM ngriunge.re che. l'opera. da lui ln~lnt.a, pur lncomplu* ta com·è. contiene motivi di alta orlglnt1lltà cd h, speSM> quel timbro lnconrondlblle che CNl-"Rcralo M:rlttore destinato a i;opravvlvere.. GIOVANNI NECCO Corriere delle L~ttere n tragico e n grottesco del $ V1llecchl annuncia. per la VRr\""ll: Bnrtco Jahter. e La bi- c',~ua e Crltlea, del aettembre mondo borchcrtlano spiccanl pN>Mlma slaJ,:lone !\bruh,, le bliotcea Marucclliana ~; Umber· 1951. SI tratta di un volume In queste cd altre vicende eh, nuove edttlonl di Lfrld nuot'f di to Albini. e Motir:t poelicl ai di compleMhe 216 pagine In si svolgono spesso in un'auu L1:1e1ano Anceschl: Il giorno dtl Jo:.&e/ Attila. Noterel!e e sche.r· 8.o. contenente 5a!;lt"I. arUcoll e spettrale. Né manca. come nei Gmdfzfo e Donata, di o. B._An· maallc, e. Recenslonl. ~tcenvonl. olLre ad • Appunti di ~~la~~n!~hÌ:h~~~n~ ,!~~ f:t~~e~U~a~!i:tn/c;_ ~u;~ar~Uo~! j, ~~oJ~ ~J:i;t1~;~ g~~ll~e~ ;~~~~~o;e ;d c:n:ua~l11a:":~; ~~i"~~~r~~~ cd~e u::!~~~.' u~: :r~;~t~~1:i~~~~c1~ 1 ~'~-,~:,;,u~i Na:uie ~~i'· 1 ~0 ™ 11 d~u ~et::ie~:,1~~timt ;:!~_io nkf~: rondo di a~~reu.a dolente. :!~~i:n,,s;rbbea~io :;~:~aor1: ';~.'! ~:rtt~!ri· «:l~PP"~1~I am~!ierni~ :~~1i1a~r1~~~na~~en:~ rl;tt!~~ zet:n~ 11 :· :C:t~?~~~/ f~ ::e~ 1 :f::J:'a Jf:/fc~le.,,:,ti~~co~~ ~~\ 1 e:~irro~~~ekl:~fC.:,:~: ~~u~~fo1t~ Id: d~rdie •~tI1'r: :~af;~o ~~t~frip~~~~c~nss: i 1%abb':ica~0d~ 1~~11~o ~~:~ ~~~t 0 J~~~:,~~"n~11)\u~ul~~~ ~~t~~gi;;ver~ei';:;e_ dornu ad prov\ tsorlo ancora In via di Quando l'angt!lo muore, di Ma- re, di fondere la lettcrautra po- esperi.mento. Clb C test.Imo- r1a LlndR_Somm11ruga Natali: polare e la • Jun Bungaku •·. la :;.:L'edltort oollanca di Londra n!Ato da una p_unteggiatura Pace ndla guerra, di Mli:cueltttcratura pura. Mori nell 01- ha aequ1Jt,1to I dlrltU di pubbll– pluttosto arbltrana e dn una De Unamuno: Il libro del gra• tobrj" del 1916. Uno del suol ent.10M delle leti,'re dt e amkl– slntui.l .semplice. quasi lnfan- nito, di Giuseppe Znppl: A.rito- romantl è 3tato pubblicato In zia amor0$òl• acrltte d.a o B. tllc. che si adatta al e cur.;us ~ logia della ~•fa rc/lgfo,a con- francese col tltnlo e Il po\'ero Shaw 11lla&li:cnora Patrlck camP– dl una prosa ritmica a ba.se di temporanea, Il cura di Valerlo cuore dei:clluomini,. bel!. L.i loro corr1$pondenu ~~~hì'ers:~~~~~~~I o i:~ t~ei~: X;,1P!:Jb. 1 ·drnt1~~a~~ì~ 0 ;~J~i 1 i: :a::ifl an:!/0..,,f,',a~g~~tob;:a~::;è ~U:~ed~~11~01 !1~~~r! 93 ! f,1~ 1 ~: vcr.;e '· Mino Maccarl: Il libro nero. dl sorbon colui che. col nomt di rurono c'1~J>OS1tate In una n•– Con accorgimenti sUllstlcl Giovanni rapini: L'uva e la Roocr1' dc Sorbori doveva /on- ~lla della Wutmln&ler Bank. che l'Incalzante estro gli det- croce, di Arden(!o Soffici. Come dare e la commu11aut~ du pau· La &Ignora nel testamento ha ta. il Borehert consegue ef- !il ,•ede, un programma nulrltls· i.:re, maltrc, et ttudiant.s en disposto che la pubblicazione ~~t~~~ 1 ft~"!:ll?:n~~t~r~~~~~ :~io~i ~l;oR~~f~n 1 1eii~ 1 tu~~- ;~:~~g,~;11,~:::fa ~~1,a 0 ?o 1 ri!n~~ ?a~~~1at~t~~:h: 1 ~1 \7::;f: 1 à~ ~-~:i Lfrico e novelliere lr. volta, fra un lmprcsstonl- * Sommarlo del 11 5 130 set- Il re (San LufgtJ, del qualt ~I volume: The Lo,·e Lettera of ~7!~~:i1~~~0 edf"vic::r~~~: ~i:~teJ E~:1,fu BcA~:rr c·i.1~:~:1 ~ ~:~:~e c;f u!!~n:~a ~~~CO~ r:~ ~=~ 1 ;~11.Shaw lo l\.lrli. Patrick :~~dhe~t dler~ald:v!~~~~~~e;~~ !!~e ,,1~~.o.~~~:oJ!!~~:~· : ,~st ~=P h ~!~ ~. d:::n~bc~ ;::f~ fi:~oaJ~~:~:~~~~~· !u ~~!ftop:~ ancora in una rase sperlmcn- toblo;rafl.a di Riccardo Wag,1er; dft~H,u celebre. VI II inse.onaL'G tro111u ,a,a 1mriaro to ,aoora- tale. che non ha potuto con- t~~f ~~,,~~e1 P~~è c~t:c;: 1.~ fr:!;~~tm~~iiu,~n~urf,tY;at;' il! :~~neR~t,:.aco~g:"r,i!r:,oo~1i/ ~:~d :~ ':lie.~°io ~~b~~~ .\lfbL:1~~t:~ •-----------·--------'I morale e la ,•erltl. E la ,eri- Tale amore perseverante e ostinato che ,,1nce ogni remo– ra Interna ed esterna, è Il rulcro de.Ua aua spiritualità: di ll si irradia anche la ,ua arte. La quale è orma.I con– ncrata in un volumi conclu- Né meno vive e orlglnall aono le nove.Ile. Olà edite. ln due volumi Intitolati • Dle Hundeblume , (ti de.nte di leone) e • An dleaem Dlen– atag • (Questo martedl) ven– aono ora rlpubbllcate lruleme ad alcuni racconti e boz.uttl pogtuml. Anche qui lo ,tue e durre a iermlne. Ma anche in RltratU critici di con1empora- loggio. 11na raue.gna di tutta la 1a– q ucsto tentatlv o si avverte lo nel: Sergio Antontelh, e Salvo- * E' wclto U rasclcolo doppio tira romanesca. da Pasquino • & forzoslnce.ro di porre a ruo• tor~ Quaafmodo >. Mlt.cell1nea e <numeri 19°20) del Quaderni Trilussa. Biblioteca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy