Fiera Letteraria - Anno V - n. 38 - 24 settembre 1950

Pag. 6 JL'[TA1LYA lLE1l'TlE:RARllA tettera daTrevi~o LA F I ERA LETTERAR I A ROSETTA ACERBI - e Santa Maria della Sa.Iute, a Vcne&la , Corriere delle l ttere lLETTlERA DA PARlf Gl KAFKA. recitato in cantina Parabola o atto unico. questo solitario lavoro l'l•sta imi µia110 di un tentativo letterario ST ATO g/4 outrvato, e non .soltanto in occa1io– nc della riduzlor1c ,cc – n1ca del cProccuo, ku/– kiano dovuta a Gfdc e o Bar– rcu.clt, ct:c Kafka non rivela una pou lbllc scrittura teatrale , .sia per l'Immobilità del suo allu– cinato razionalismo, che raon pu6 tradurri In un'utonc sem– pre analitica e conseguente. sia per l'lncomplutc::za dd ciel! traoctaU dalle sue vfccn(Ù. La aucnur di uno quabta.sl solu– :iont, a/Jidota alle altrui dedu– zioni, appar e un aipetto pas,l vo, ,eppure ac11to e ludd U:rimo. per una logica co,truzione teatra le, L 'e,Jk!rlcnzo pirandelliana non può servire al con/ronto e 110n r:~,~~:~::=:!''Ji~:~'·jt t~ :uto drammatico e per il coleo• lato m~ccaninno di quelle com• medie e di qud miti, che .sup• pllscono al stltnzi delle conclu• stoni e alle pauu del racconto cora una tecnica consumata Ka/ka, Invece,re.sta11ella .1ua iolUudlne e nori vede le sue creature - non può vestir/e - di una qual.da.1i tela di Imma– gini suppleUw. Slccht Il teatro non muce negli .tpazf del .suo ragionamento .te non per fpote,!, ::11:~~a~~t~n i~~~ribA~~~o ~~j divenire vita di ribalta, rfma,1-t co,tretio In un culturall.smo non ,emp re producente. Lo 1teuo rilultato della verlfone teatrale del e Processo :t, che, anchi quando /u po1itlvo,/u sempre fn/erfore all'ufto della narra• :ione, dfmo,tra l'lmpoufbllit4 . per il raziocinio dtUa.lettera.• tura ka.lkiana, di tradural In un dlalopo .i:errato e /olto, capa:a, di chiudere nel giro df una.tra• ma di palcoscenico tutto Il se• greto dello scrittore praghe,e. Con fnrereue, perclO, ho cucoltato al e Thtlttre des Noc– tambule.s », u11mlnu,colo tea.ro a. pochi J) (U.tl dalla Sorbona, mezzo /ogna. e mezzo cantina, già noto anche alJ'edero per I :uol undici anni di pregeoolc atti& 1 td:, la ra.ppre.tenta.done di quello che rl1ulta l'unico testo teat,.2/e di Franz KaJka, e 11 guardiano aJla tomba. :t (e W gardien du tombeau :t per i pa– rfginlJ, che, gid: pubblfeato In /talla dalla.riWta cll drammu . non vt t! ita.to però mal rappre– aentato.Parabolao atto unico. Il lai.oro re.tta. u,l tenta.Uoo let– terario, dove soltanto Il dialogo ;, d:f ~1:~ 0 J,t'~o :uf~-:':rih~:; una /orma. teatrale all'cpl1odlo Vi li oicolta tl colloquiofondu• mentale tra Il prindpe d'un poe,e ancorauna rolta Indeter– minato • un vecchio ,ervlto r, che ha in cu,todill la tomba di ,~,:;::~a~o d:~tr: ~mc;:co;o,:; 11ella,ua Uwea da ccrhno,du, 11 accovaccia,ul dlva110 e ac• cen11afra I ,osplrl alle gro.vl lotte che, 09111 110Uedea:c ,olle• 11ere contro i morti raechlu.,1 nel ,epc /cro. cServù:10 pUante.t agghmgeco11aJtan110. & narn che te voci del trapaUGtl ,, rc– dunano, dopo meuanoUe, In• tornoulla iua Jlne,tra, e ridono squauatamente, ,trillano, im– precano. Il prfndpe domanda al guardiano ·/1e co,a voglia110. Vogllonou.tclrc d.al pareo; af• /1;n11ano di avere un h1tlito dcl glova11e principe, e perciò vo– gliono andar e da lvi. Percl1t non Il ,a. e G/fdo chiederò, ,. woi •• dice Il vecchio. Qua11do le voci li alJOlkl.no alla /.nutra. Il guardianonon apre; rna poi la guerra d /o dura, e t gi(>COJorza ,altare dal letto, u,dre dalla casa al prln • clplo del parco, e ,contrar,!. v,olentcmcntc Il vecchio ,1 ,con• tra con uno di quelmorti,men• tre gll altri lo deridono. Uutma, 11 afJacda una do,rna - una antenata a11che que,ta - elleo sua uolta ,uppUca Il guardiano di la,ciarla u.,d re. Quando Il racconto del cu• 1tode t Jhllto, rientra Il cklm• bellano e appalono la prlncl• peua e li cerimoniere, Il vec– chio ila n101to male, e deve e,– aere ,occor,o dal principe, Ma gli altri norl ,f muovono: ,t guarda1ioImpietriti e rimango– no :Irti, lnJlne, ,o/tanto la prlnclpeua ,uuurra poche pA• rolc . Prega ,empllcemente U cerfrno11fere di non 1nt11rrom– pere la vlglla11za, che quel gior – no e è ,tata Inutile», e ,Va IO - aggiunge - che tutto di• venta ptil torbido,plit rorblcfo:t, E, con qu.eitcoarole,il chfu• de per ,empre Il teatro di Ka/• ka. Teatro ienza u.n'uteltca ,cenlca, ma /ondo di tfgnl/fca– U. I l laa:oro, lento e a,ch,tto, ebbe tuttavia un ,uo clima al– la ribalta , dove gli aUorl del e Teatro del Nottambuli» HJI• pero comporre un quodro an• golatfuhno. Ne,,una lronta, neuu.na ricerca urerlore. In de.Jlnltlva, un KaJka /edele. Al quale ,egulrono, non occal'lo– nahnente acco,tatl, due otti unici di Pirandello: e Ced » e e Sogno (ma /or,e no) » (che I parigini traduuero In e le rtvab (peut-ttraJ»). Anche in Pirandello I giovani attori eb– bero accenti taluolta eiattl e ilcurl: u11 e Cect > Ualfana• , mente trioa:cee geitlcolante, un e Sogno» oniricamente meta• /falco. SERGIO SURCBI GIORGIO DE VINCENZI - e Venlo ntl parco :t Oc,mcnica 24 settembre 1!150 Ilfaro del l'amor * di ROMEOLUCCHESE ~a'il~~r~til~';i~.-!cd~:-' 11 :c,~:cni re, f ~ {duci dfr1oratrici d'o,:ni istante, di.rpua:io11c e a11toscia ad og,ii ~asso, sfor:o i11audito -;.,crsola spcran: o, ombra illlcrrolla da ba,:liori cf{in1cri, poscrd mai. quest'arso mio cuorcf PcrclrC.111011do, tradisci o,:11i111is11raf· Nc:ili: tue sabbir 11i/011dtwo le basi/ Di 11oiox,111111u lta bisoJ[110ddt'allro, ma tutti siamo J,arve11:cdi sòlido. L'ombro dei morti e il riso loro i111111an, è la leKJ!c! piU certo1 di Nat11ra. Pili, di noi essi so11110 e drt (11turo! E la 11otte, la 11ottè ci .\<r.Jrosla sopra il volto accoilicnlt• ,tello Terra. Il t·1toto, il mtlla ci ab1la110e d az1ta111, fi11q"auilo 11oi 11011 scopflìamo in 1m i:rid,,: Da qua11lisecoli te11dio1110 cJIL'ollo le braccia, ora i11 si/e11.:iocd ora tcrla11do, Ìll 1111 a11èlitni111111e su11llavilaf Una fora11do/od'crrori a11tic-Jii trasf,orla il sa1t(?uellOslr<1alla deriva. C 11oi, vivi , re.stiamo come morti i11 m1°altale11t1 di /mio ed a11goscia. I limiti cl,c I/OSCO/IO do IIOÌ, f~//;~~"'% :i~:~::;iol! s~;'!:,.~/"J!tuti. J\/a se, uua volta, tutti 11oi. br111:iale 11cll'umiltà le abit11di11i va11e, rico11osciu:a realtà uclle idee, it11111trsi ,111~ord 11ell'a111ico f 11te, con 0~11i OJ{geltoscr.;o della 111e11te, tentassimo 11110 v ita 111,ova e libera f:-a 110Ì, lr ' cosr, la 11alura e Diof Il mondo oscuro degli istinti, it rct,110 degli .:stillli vivono c11tro ,1oi, so110 lo corso nostro verso foci c/1,• i,1(iP1c qui. potromto farsi vive, percl1( ovii seme cl1'è ù1 uoi fiorird, q11a11do co11vera coseie11.:at1orremo caflir, i 11oslri limiti mortali. Arrembag gi, t1a11froti fi110 od ora la vita è statu e 11it:11te, 11ie11te d'altro! J.la , co11osci11tc le uoslre cad1tte, pcrcl1i IHai 11011 tcutart: 1111 nuovo via.~ io, tvlli. in u11 comuue accordo, come it •,oli e tli astri fa,,110, iu costo11le sox11arcf At:remo uel/a slas1 u,i'allra vita/ Gli spiriti ci par/at10 e la storia, e i uomi ci ridicouo clu il tetuf'O della xiusti~ia i ormai flresso alle f'ortel La h,ce dell'aurora S?ià lro~ela sull'oscura rcallà delle appare11.:c. E la morie 11011 ì: clic rm passatiio du IW corpo veccltio a IUIO slesso ÙUh)"tJato Ora ot11i cosa sta mutoudo aspcttO. .. Tutte l'o11ticl1tprosf,ttlivt: crolla110. E 11t sòr~o110, rnmimeri, le ouove. ir~~~l 0 •11!1s~,~ti riff::,~i, 1 'c~i;l,,,oHiamol Fa c/1t:diveuti il t1ostro cuore oltr'arte, si elle l'esislcrc sio t1era vilo. E' l't:qflilibrio t'orlc tra lo (1,ria della for:a sfrena ta t: l'alta calmo delle idee e del tempo elle si forma.110. lt sa11g1u puro riflfliscc a11cora, og11igeslo può essere felice in m1 gior110 che mai sard obliato. Rapiti, un sog110 e-i sard la vita. Oli, ,iel 1110mòj!ico ,1ascere e vivu e flt:r morire e riuascere, Na tura, og11itua cosa sarà iflt1aso da u11a cosla11te esse11:a ,iostra di salute. D'Orfeo il ca11to,da fo111ie da ut:ellli, da 11ovie da J,e11dici,da ~fa::i e da statue, di tmovo ecl1t:J[J[t:rd. Maturato fra lo11tadisperau:a , l'amumcio dell'etu11to J!iflsto se,11pre s'i1111ovcrO ad o,:11i isto11te di vita. Nella vertigùte bella dei l[Ìorni il t1ostro sog110 fard altra scie11:o. Tra la luce r la terra t1oi sio1110alberi dalle radici abbarbicate o lirifc:. I ii me::o a ta11to frasl110110 è il sile11~io elle /)orla più allo d'ol[ui. allro suo110, E' il silen:io d1t: dice Parole 1micl1e, che pri:11do110 radfri 11el[li. spiri ti, clu· ;:er111i1a110 ÌII rn11ti irrt:~rimibili, clic t'CSla11u soslcJ!11idella vi ta. Cosi p frol!.Oreinfiue i per finire. Ecco elle 111, solco s·apre t1t:lla,lcrro do cui f111llulacome acqua f111rissimo 11110 musfro 1111ova d'csisteu:o. Dai nwri ogni eco s11avit:11rif,cttda, Ìllcom/)rt:.ta, ma amata e rivissu to. E uoi ritermi11iamo 11ellal[ioio, iii u11'arcl1itett11ra sel/.:a crolli. Dà ciascuno di 11oi il meglio di si al[li altri. Ed è la vita un coro ar,nonico. Perciò il mclla ltrre110 si lra11mlo e s'erge come tm'detla dimora. E uclla fosco ombro 11ostrap11ò il sol,· trovarsi a. fro11te d'w10 speccl,io fulJ[ido, fo11te d'ullO parola sola: Amore. ROMEO LUCCUH LA ~ETTIJJA EDIZIONE DEL ••PRONTUARIO,. DI BERTO~I E UGOLINI Pronuncia fiorentina o pronuncia roinana? A rlstam_pa,ovvero la e &et• dell'UoJvenità d1 Roma) e F. vocl che accolaooo queatl seani, nuoela né d1 questo. né d1 quel- chiuso tn Italiano) e U Bol6g11a errori foneùcl dcal'llallan1. Alla 1nare l'accenlo graJlco au re• 1.it1tutl, quando gl'f.sututt ha per ,ente lo Toscana '" Ul &lf.on , L Urna ecU&lone rinnovata» Ogollnl (suo allievo e poi col.· tranne alcune eccezioni, per le la città . Ed è ovvio difatti che ln di quaal tutto il reato d'I talia? RAl non dovrebbe rincrescere di stlo, 10/atlo, romeo, tom~o( pait.- lo meno pa.rt dirillo lad esser ila ptrchè la par01a, piò. lunaa: trr,~ co1i:.ir,. ::n~u;~ 1:f: ~'ria f?n':. 1 ~:i~~~o n~a s~~~ ~::: d~ 0 ::u: ir~~~iecrono: ru:: rlln p~~~un~de~~o p:d:Jb~~ bi::n~ .na c~ 1 ~~n!a ~=J:n~ ~i 1 ~i:=:ec::~.~~c:~~n~ ~=nt~ 1 ~o (p~l~~~l~::~1:.. 0 n i:it; aeot~~?u cap. IV, sui raddop - =~c~::e .t! ~~erif~~e ,•~~f:i~ !~~~~ :td:la o~·:!w:~I e' r.'~ : 0 1~:;c~!:n!8! 1 T~~1~~r1r~r:~ ::::zÌOnf 05 ~r~ neA~~rl q~:~~ :~o è q~~~~ttode~!~1::o e~~~- 1~ i! 1 &~~:!/r: Ì:K~a:r: 0 ~i!!ce! : ~[~dl~sl '(:d:i;~he e :i 1 ~~~~!h: :;gl~ncd!Je d~Wo ~~:,m~~~~ f~:'e:~~h~:J1 ::'o':ast\;u~t:, d~cc': ::C~op~ n~r/~: b~t~ni!;:~o"CC: UIOllnl rtprHCDta. al 11udizJo no tnv1taU c1all'EIARa scrivere Il duecento p.arole, non su altro, qualch~ ca.so possa essere la mana, mentre lo quest'ultima non studioso: oon urebbe male) tuarto) , e r.u tutte le \'OCIsdruc- oordo ntl mettere alla part con- ta n precedente). :~t::= Ubra::! J u~?u:!~ ;tropr1::r1:t\u~ ~t~;~r=~ ir;~::a'~a~~a epe.~l~~d:~ re::n~~~~~r1: , i~e::: a,~) ~.lz~d~uuatrc:!~1'°n'i~r::,i~ ~o:~?! itr::!~ 0 :~n 1 ~~1: 0 t~t ~~~~d: b:~r~:t!: 1 ~t~r1~l; ~~~~~~~:~\a=~~ re~cde~r .. •;:~:~c}~. 1 ~f~i decennio, ravvivando una que- e che ru poi anche di ortoQ;ra- dlii o le lunahe polemiche sen• a rLsolverlo o ad avviare alla rl- '42) reca a flanco anche la pro- tato all'aria: basterebbe farne le ambl(Ue (à:ncora,anc6ra; cd:- di forma) ed anche la 1p1e1a- plura.U In -eta e -gla ma a1 p.re . stlone ancora ape.rt .&{utlma vo. na {per J'aus!Uo cbe da quC$ta ua soluzione: e Per molti mesi dJ solu.t.lone. 1 due swdlo.sl, per oon nuncla tlorenUna, con la , ,ono- uo' ottava cdWone veramente pitano, capltàno; ccc.). Però, rl- donc del doppio e q » 1n soqqua.- lerlrebbe che almcnO un ct.nno ce sun·araomento: un artloo)o di puO trarre la .stcsu pronuncia) . lqU!to quul tutta la stampa afftdarsS ad e.su. come ad un ra e la o chiusa, e anche la ptO• rinnovata , che avrebbe aulle prc- ruardo alle voci ambtaue, 11 r1· iiro (asalmllaztone della e b » del foue dato per dimostrare come ~00~~:cn! Rt!::ne::D~~= tro~::rv: i.do~ ~u:6~ eu1ro:.:; :1~ife°rtv11dt!t 1~~=1ie~~~ : r~~~~';1runh~~~ f;:t' ;f~: ~~,°;! ro~~u~ ~~:~1:i:. :~~e ~~ c:~:=oda~erf~ ~ ~ed:~~ei';:~:~.~~:Dti :r~J e~J· (:. 1~~ ).all ·::.~~~ !~e~o 't'ra~c:::té l~e~°:d:ra:~ uca :t), <colta) .si do,·eue soprattutto al- &e parte al dJbatUtl :t O•!)· B. dioc. Non era me11to, ln,·cce, qcale slcureu.a ha, ln tt, la pro- rtclalc. Ma, per 1aramta e au- Prontu.u1o (paa:lnc XXJCVll• be duiderato che non .solo nella maUche (come le dJ\'tne nor• D e Prontuorfo di pronunzia e l'U,ollnl pc.rchè 11 Bertonl s, Mt,llorlnl ha dedicato ali arco- chiamare 1neau~aplu atudlcl che nuncla romana colta? SI pub dl- tor1tà, nes.sun ente forse potreb- VIIl) dl un lunao elenco di cop- ICl1ltura, ma anche nella pro- me ,t r1conducano pl(l o meno d.f ortog,a.Jla » usçl In prima ed!- &entl l)Up1e.sso per molto tempo, mento, nel '45. un intero \'olu- fO&Se p0$$lblle, cl~ lasciare che re che nes:iuna pronuncia sia be essere adatto a tale comp1- pie dJ tait voci, do,·e aolo le nuncla, 11 foa.seraecomandaCà. la a que.st. 'ultlma, l'ha dlmo.strato :~:~. 0 :t p~' c:;~i:mru~:i~i :1\lav;!'rica:°~~ c!~a~~~~~~ tl!t;o~n:,S:a. i:~e,;u ~;,:r~:: : rs:toftroJ:ui~ a~=!~1ntu;;~ ::~ ~u1:lft~ie~a~~e a:i ~he~~:e~:,t1~~~tàdilar~d!-: ~,~o~e a~1~1: ~(:~~~ai:e~:~ r:=~~ n:ri~~j. ~:J.;;7,a - ~~:n~~~~~~ ~nJ:~~a :o: manuali del 1cncre (U e Corneil tre ftnl col la.sciarsi convincere na.1 », Sansoni ), modo, qua.odo la pronunc ia ro• doma.oda.re quante peraonc, a re Immediatamente efficace 1. •• parola non appare subito, chla- Quanto alla f proJtetfca , nelle nra ~. 1949, tue. I) . dice - come ,1 tcrlt:e » di &. dall'OiOllnl che a,,e,•a aostenu• DI fronte a una tale queaUo- mana o quella fiorentin a si !os- Roma, dicono Criitlaril,imo, pa- re.spon.iaprudt:ntJum nelle acuo• ramcnt.e, equivalente ad arbltrlJ, forme come In 1,pagna, In l•J>OI- Convince la difesa della puo – Blancbl, di cu1 at è avuta una to no c1t.1Prtndplo la prcmlnen - ne, che ha occupato tanto tem- se i.rovata d'accordo con l'ètlmo gonltfmo, ecc.-,e di aasoclarcl a le di 01nl 1rado, e nel te.mpo come Invece apparirebbero se la In Ueuola, se è vero che eoa- la blu (che e non 6 Uallano 4·0- ~~m't en: 1 Z.:: 8prg:~n 1 :t~P~ ~I;:: :e1f: 1 ~10~~::c~p1f~: :~ =· ~ ~;:~fc,t~ , e~p:.~~~tilo~1~ :1:Ca~e~l0~ 0 d~tafa°n(~~ u~ r2) P:,n!o,c~~ut%"c~EI:, rt;~ :!_t':°.s:l ~:~;;i;e~~l:O::dl:r!~: f°: ;:.tt~;i 11 :Jdà Jeatwma tom~~ »~e:i:ie;~ q:e'!t! de~ ~!~~~ne"!~ s! 0 a. k~. :! Ila degl'ltalfant :t di u . Mania- vlato nella e capltolat1one :t del dea nelle poche rlihe che c1 aon certo diritto ad en1.n1.r e lo u u- non si dice a!falto Ag11ut, tlén- rato da decenn. ad una 1evua r ellslonc dell'artlcolo plurale ve apparir e e vano e contrario a non la ahut.Ulcuton e di onde no, ed. IL MAGLIO. Milano, 2. Btrtoni la conuiuenza di un'lm- concesse. Ma, se è spropon:lona - sa ce l'hanno anche loro), la CO, ntghl, or{IÒOlio, ecc. (e Il Pi• d.1.sclpUna). rcmmlnllc le davanu a parola 01nl princip io &elcnUftco ostaco- con l'lnnnlto, che oa,I sa d1 ~t!Mc!;~ tn~~•llmrr!::n~~~ f:.'(~j~tf:~~!er:h~ :~~v~n~ !;a~ ~~l l~e~::~~ eu~a b~~;~ ~~:u:;~~tl~i?n ~~~~taq~~i :~o~ ion~~~u~~~I bene, è romano pu- r1~<>°~0 q~e!~~O ~:1~~0 J~~ e~~: f.~~~!~nt~!11rr::r/ e:~~;~::é ~~~pe~ti'~c1 ~.'.!:ed:ÌÌ•=po~~~~ l~~ll:èr finire, una lode alla ebberO a.ssal mlnarc dlffu.stone. che In questo e la capltale del• ta aproporztone anche tra la mo- da sé. SI prenda come esempio u t.tl1llorlnl iludlcav a dlmc!le cesso .sufta e questlone » In ae• oa:a:Isa di arcaico cruori dl To- dr.:ilt 1 11 1 bt:J ... • ·· ~•·L•lDC .mett ere ehlarezu di tutta la parte nor• E questo pe:r due ra1lonl: che 11 l'Impero >. l! ~ spetto non è del le della po:em1ca e quelle due- quel Dològna, che rlpetutamcn- e cosUtulre un tribunale lln;:ul- nerale, e passo perciò ad alcuni scana) 0 di popolare (In Tosca- arr,t~c are 1 J naao, ,cnte~do lo matl v1. O• prlm~, dlstlnla dal volume di U1ollnl-Bertonl, edl- tuuo Infondato). La novità, ln cento \'OCI che ne 1000 state te, quando lo senUamo dal ml• stico », che mette&Sè Une quasJ rlllcvi sul e Prontuarlo » come na). Più aotto perche 11 prderl - ~"jan • ~r a rfi one c e l'e- LESSICO, che occupa tll altri to dall'allora ElAR, uc, 'a un oa:nl modo, era veramente ardi• t·os:a:etto: sicché, In fondo, non crofonl della RAI C!edell al Ber- d'autorità alle tncerte r.ze . Ma noi testo. scegli Istituii a gl'lsUtut11 oni / 1f.fteUten ci~"'it a. 5 ermparlr e tre quarti del ,·olume). la qua– carattere In certo modo um- ta, e non poteva non de.stare cl pare un'enormi tà :SPf!nderc tonl-U;:ollnl), cl dà un senso a.S• - ora che pl\l o meno tutte le Convengo che l'accento elrcon- che ti povero derelitto apostrofo I a 1 a a~o. 1 • 11 n qu\e Italia- le, pe~ il &UO tono plano e di• ctale, e che In tutt 'e due KII JI- IC8lpore. sun·ar;:om cnto due parole alla sai poco 1radevole e cl fa so- opinioni 10no state messe In lu• Oc!~Oe può essere senz'alcun In- corre pericolo di &Comparire dal. 1 j 0 j 0 nf n que O (ed I a~cor,a 1C0r1ho, riesce A render e evl– Lr1 manuali la pronuncia &UK· e Avvertiamo che u cUsstn.so buooa. 1pettatt che l'annunclato:e i,ta ce e divutaate nelle polemiche conveniente eliminato dalla Hn- IR llnaua sia icrlttl\ I.la pulntl 1 '° 0 reaco e arn,on C:S0 e e denti e: dlvul1abill anche eoa– atrlta era quello. flottnt111a 1col- ua Firenze e Roma si r1duee a E cl domand!amo prlm.i.di w t- proprio un boloaaese non anco- (ed ! merito tutt'altro che pie- iUli Italiana » (p. XlX) e che, (uno del renomenl plCIbrutti e ~~=~~e ~ul~a~c!m~e nf~~~ cettl e tcrmlnJ di 11tretto carat– ta), ;u. sc1ulta per norma da- due ,-ocall {la e e la o} e a due to ~ l'Idea del Bertonl, prima ra pur;ato abbastan::o. del dltet- colo del e Prontuar io » l'averlt per quanto rl;ua rda le norme lni! usUflcall della lln;ua , la rà mal ia u!anitÌi: cosi ,eJ lterà tere sclentJflc~.R .. 1 11 attori, mentre 1l Bertonl e consonanU {la ., e la :). Quat- che l'U1ollnl lo portl'-Se dalla U di pronunci a dialetta le: qua- suscitate) - non troveremo del di itlCCentu.loM di cui .sopra di- quale rlc11fede, nel debiti casi. a dire In /IJKlvna'tn t.tcuola. ece A!liCO FOCBI t'Ueoltnl portav ano l'ardita no- t.ro ae:anl al quali corrispondo.no , sua, non tosse più valida, oltre- le p:-onuncia u.rebbe :l.sultata tutto tale l'imprua, con la qua- cc,a mo, eue sono destinate ad 1·e1 s1one, per troppo aen&:lbll! ra. Se neall allr1 ainblenU 1a' li ~ OBERTON . vlt.l . dd la prde:renn alla pro• nell'Itall.aDO parlato, otto 1uo- chè pU:i pruden t.e. ti B, ncva dal confron~ tra II Bologna ro- le verrebbero a scomparir e 1 due- nere tanto maeKtor sègulto ilonl di eutonia!. OR:rl che e\ ta ;ua ,·a contro llr.propria natu1;. · p t ril• ~; A. OOOLJNI. nuncla romana. nt. Le acque dell'Arno e del Te- pensato di rllohere uno ~r uno mt.l!o II Bol6gna fiorenUno,, Il cento duhbl. che dicono poco plO Q.~anto più ~ no semplici (p. stonio di·. la u111a11ftà, la omba- pru(ondamcnle eufonica è tro _ e ron ua O pronim.. '"LA e di Olullo Bcrton1 (che dlrtgen vere hanno risciacquato nello I casi contronrsl. sen,appoi- Bo,;c,ma laUno 1con o 1on.co di un perditempo d! !rontt al XXIU-XXIV ): ma appunto per Jclatrfce. u,in 0111/eae cosi vl1., po atusto chr veni a corr l ~tot"'aJla •• 1 , ed. - I. L. l.. :'lsùtuio di fllolOlla romanu ites.so modo molte ml;:Ua1a di a"larsl cate:a<>rlcamente alla pro• !un.o, che dl, pl!r norma, o ben plu che dueccnlo dubbi co que..to non ,·edo ratlone di i.e - perchc ln$Cinart a preferir<. gli tSc mal non diremo, com! ~ 3 : [. nt loo~H,. ra11 . XCVI.. Biblioteca Gino Bianco -:

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