Fiera Letteraria - Anno V - n. 38 - 24 settembre 1950

Pag. 2 La. cena e la serota trabCOr– at.ro in un·atmosrera. d1 paco. ~~n~:11 ~tlCdd~u~i:er1: valltA del corpi dl studenti, ., Zoflnghe > contro e Belle let• tcrc :,, schenò aulle plccole ma– nie del tale o del t.al 'altro. Ester, figlia di uno del auol col- ~t:C ~~~~~Il~ =~ dh'utl~. 81 aenu,·a cbe U t<cc– chlo de1lderava 1na11tenere wia atmosfera dJ amlc.lala; lntnttJ non a,·c\·a ben apcc:Ulcatoche ;e:1~~ a t ~'r:c:P~~S:B: Beendendo dal tempio Jl!o chalet, Chull st rallern) con Eu• cher per il sermone che aveva fatto. La neve ,;ctntUlava ttl &Ok, e all'aria frlzu.nte & me• =~e unc~c~~d~~J~~; ::iw~ eda, 1 °!m:llfou~nl! tucndo la cravatta bianca che ~a\'a d'abitudine con una e LavnllUTe > nera a punUnl blancb.J, per dlrc 11 \'Cro anno– data 1n maniera piuttosto mai. deatru? Ma .Eucber, attento al Dl1nltno aegno che potesse darall delle lnd1ca.ztonl, ,-edeva bene che Gaull non aU faceva aJcu.. na domanda ri,uardo alla par– rocchi a, all'apoetolato Che m,J . aeva o al ft<k!ll che a~va. LuJ stes.,o del reato dopo U bre,•o ac&mblo dJ frul. lu.n,o 11cam– mino, si scnUva poco propenso a tornarci; faceva ami un ,iros– ao atono per restare al tono della OOD\"tnlalODe'o conauvu, le quel carattere d1 am.Jche,-ole bonarietà; . RnN. Ester cl eareb– be rtusclto molto male, a tJg ug nt sanatori plh alti, alcuni malati PQ.SSentavano, e qualcuoo anche anda,-a tn Wlt• ta o lo sci. - Euch,r, lei ho. perlo.to WOI• lo bene della oorttà. E' fa vl: – t.tl che &1 de\--C pratlcare di phl: e noi ancora più. desii altri, La. nostra Chieac. à sempre mtn.11c- ~:~1 ~uodl~:~pc~~~~ina,~ n,Ua aua natura stessa non ooo. tormlata. Solo con la carità not J)OQJamo allootano.1-ne que– sto rischio: noi poMlamo ren. dcrel aperti a tutU, a tutti tilt uomini d1 buona roloot.à pe.r aiutarli a seguire 1l nostro Maestro ... L'lnquletudlno che aveva aen. ~ull 80 ~ ~~t:"to ,.~ - Non e'à alcuno arorzo a praUcarla, questa virtù.: essa cl CO!ltraocambla: o'à troppa ~ ad eesere li .mediatore tra Crl– ato e 1 noetrt fre.telll perchà vt 11 posaa. at.Unaue deJ merito. Ptr quel che ml riguardo. al- venuta. cresoev,,. Eppure I& vi• sita dJ un anUoo maestro a uno del suol mlsllori allievi e alla fl&lla di un ,uo amico morto, era del tutto uaturaie: Anche ammettendo che oauu aveu. avuto dallo commiaaione alnda– cale l'Incarico di eaam1nare lo atato della parroochi& e d'1n!or– marai del rlaultaU ottenuti, o'erc In que.to qualcosa dJ cui &or· 1)1'CDden.1? Alla ScuoZ. Prepun– torla e 1n Facoltà, OauU non era 1tato per lul U pJh atten • to e corteeo del maestri? Eppu– re tutte quelle ragtonl non lo mettevano 1n pace con se stes– so. Due me&! prima aveva rice– vuto una lettera. d1 OauU che 111 domandnva le aue lmpreulo. ~~ °tul:nioq'::! :::'tf1~no~ scnaa d1 lui non potrei vivere. ::iu:~-=~ un po' oscure: cli:' pogalbile che ::i. m:=te~ ~ no pertoololo. In analoghe clr– costanr.e, altri banno avuto l'oc• culone di capire che perf1no l'apoatolnto J)OteV& Tlaoltertt. b1 un pc.rloolo per Ioro,steai e per 111 altrt. Per questo ~ tmpor. tante che Jet sappi& bene a co aa va lnoont.ro ... >. Bill non al'c,•a rilpoato a questa lettera. e:i~~,ne~:re 1 1u1~ror: : r._ eh~ 11 compito eUl Id era dato lo uaorblva tzoppo; tone per – obli au era pano lmpoytbUe dl tu capire per lettera. f1no a quale punto que.U'apoetolato - Invece di eaaere perlcol010 e $001'!.oert&nte come ln&lnuava Gaull - era al oontnrio e&a.1• tente e vtvlncante: Ma 1n queJ momento ne era ben alcuro: ,e OauU era venuto, era ftDUtu proprio per ottenere la rtspo,sla alla aua lett.era ... eEppure lo 10 btne, &1 dioeVA ~~~u::. ~ :~,~~~ di danni tutto intero al mio ~var: ~i!it=-~ cuJ nautra,ano, e\ per me b testlmontanu della mia vooa– a1on,e: 11 fuooo che bruela tu me, 001:1 mente•· La attata ,-o11evaalla ttne quando U telefono auonl>, Blcoo• me erano rlmut1 nella camera da pramo Jntorno alla to.vota do,-e ancora. resta,' l.no le tur.e che ave.ano aervsto per la t1- ana, Euchar pasac} nel suo atu• :o J:Jl::n~~~ric,~" ~ nobbe Ja \'OCe. - Buona aero. - Buono. aera, atznol'll, An• cora 1n piedi a quest'ora? aki~:,O;~~:nl:~1 ~~s~ plecolo compenao. Tanto pi~ che domani à il atomo del pneumotorace. - Che tempuot.ura questa ..,.., - Ma non penaa tutta.Via cno bJaornerebbe... come dirle? Che et dovffbbe C911ere s mpre ln lei Qualche realatenaa da vincere? l:screltaro la aua carità au dc• au esaert cosi dJ.sgru1aU e lor• IO oo.,t J)OCO slmpatJcl che non le atmbrauc, cU rlca varne alcun compenso. NOI conosciamo bene queata tentulone nelle-çopere : I ba.mbln1, le stovant, trovano fa– cllmente del cuori cn.rltate\'oll che consentono ad ocçuparat di :wic::i 1 ~Foon quh~:Jio 6 :~ li dono di commuovere, di far :t;:~fc~el~he~~ dl più - Non cl tono molti \'cechi a. Valde&la: la tubercolosl è un male del giovani, lo sn bene. Ma cl sono del malatl ])000 attraenU, le a.aslcurol e che non sarebbero molto lontani da sco- ~ :!~°r:rt~!f =: rale quanto dal nssoo. Cl &')DO desll eMeri che la mala.tua spi• rltuallaa, atrappandoll & loro S1ellll per lnnal&arll ad un llvel• t~ e~~ '-e:':~e:'o.,ale'r i!i non la8clano pli:t apparire che le ulcere searero dell'animo lo• ro. Ne cono.11coancbe queat• apecle. ch~g=·a~1° s!~~to~&c,~ lo.re, 1A nC\'e Crfl Stutn. Spa2,• zata vta; l'aria era eatrerwunc=i– te dolce. Gaull ave,-a. aperto li auo putrano, .11ern tolto il CQp• pello, e con una mnno C01'6• uva la apaaola dura del ,;uol capelli. Come se quest.n !rnsc oonUnUUld la con,·e.rsulone co– m.lnclata. (la continuava In un certo senso,ma non era Il l'es– aemlale: Eucher lo espi GUbl- to~ 1:re~!ierwantc 6 l Poter sempre dctm:ninAre li g:i:etzia~ oo~a~ n'11~; tra 11 bene e U male 6 eatre– mame.ntetrarUe, Ecoo, conslde• rl 1:a:e~c.i!n vt1:de r&;:~d:;::, 1•,11&:enu dJ Oln1 momento, e dh·enta ID\'CCCI UD.IL abitudine meccanica, una plsrlala. dell'nnl• ma? n cuore umano li ùnpa• :~tt: 1 n:.~: ~~a.f:~~ ~':: - Soltanto 38,4. Non li nulla. a ~~ua°'\1:to~arebbe meatlo Sentl nell'apparecchio un rllo troppo atrldent~, che non 10 ingannò. Quando Orula ride,·a. cosi, era catUvo acgno-10.110.-– peva t>tne; non era Lnpnnato da quella piena cost mC$00ll • ta d'anaosc ln. ln,·ece, llà complice delle tene– bre. Noi tutti con01Clamodelle donne che al erodono crlatla.nc, che ostenatbtlmente complcmo t.uttl l 1eau attraverso t quali al pul> tC.11Umontarc la fede., mn In cui l'oraorUo al 6 eerreta · mente ,ostltulto nlla tede . Quel sepolcri lmb!ancaU... Erano arrivati all'estremità del terrapieno. Al momento di fa.re e dietro tront •• al trovl> In tacci• ad Eucher: n algnor Gnu• U lo gua.rdò In fondo cali Eall a'lnQuletb. Non era. rnro che Ja aera eeea 10 eh.tam.use &1 telefono, quando, durante U ai<>mo, egli non era potuto 110• dare allO cholet e Wtnthcrrer >. Due o tre volte era nnohc ~– pttoto Che, sentendola divorata dal turbamento, eiiJI tossesce– so 11ublto tino aUo cllalet ocr parlarle un po', conalgllarle una lettw"a cbo le portuae un po d1 conforto. Quando al tratta ,·11 di un'Anima tn pericolo nesau• no atono gli patt:,•a. ecoesstvo. Se Oaull non foae ata.to lb., aenu. dubbio egli av~bbe deCI• 10 di andare l.mmedlatamonte • trovare Orozla; Uallemlo ln cui cau, 1uc1a,·a flDlre U auo scc.p• pio d1 rl5a, confermava l'lDl· J)l'CSSlone. - Avrel avuto btaoano di lei. 11,1DorPaatore. - Aapetta\'O uno del ntle.J anttcht maestri, Il quale ha vo– luto farmi la corte&1adi una sua. ~•A.111 E quo.ndo riparte? - Domani sera senza dubbte,, - Quanto 6 lun,ol Egli pensò clic nella camero da pranzo potevano sentirlo, occhi: - Anche la. carità OODOllCC SI• mW aosUtuzlonl. - Ma perch6 allora non il la vera carità,.. - E' pcrchll non 6 pfù (sot- ~tln:ta l~ru{o~!{ :u~~!r\~t malattia Infettiva al è manlfe• stata , non può dl4ano1t1carlnda sà: ~6 eaaere alnccmmcnt e, Fa:~:r'}!r:n;i~~• 1:11~n~ rlh\ aola e maaa.rJ,, più ouro zelo ap01t0Uco. Im·ece nel se• greto del suo cuore quoll OiCU• re coni..1,mlnnr.lonl Si sono già. J)fOdotte? - Ma non al pul> rlconoaccre l'albero dal auot !rutti? ln ca• rltl 11 tatunonta da se ctOISa: eua consola, rappacifica; casa ... - SI, Interruppe rn.pldo.1nente Oaull. Ellaa tranQullllua chi la dà e chi la rtce,·e: 6 da qUCllto che si pul>rtconoscerln per ,·crn. Camminò un attimo In allcn– lio. Eucher non era plfl In dub• bto: sapeva bene do,·e condu~ ceva qUClto dlalOIO In apparen. aa puramente teorico. Ma non ou.va ancora formulare a. se steseo ln termini preclal la mi– nacci&che senu,·a. pesare. - Ma, signor oaull, ee. come lei dice, la malattia lnret.tlva. sl uno 'di queall ml parlava un cUl fruttJ IJUO.SU so no do.lo? - ro non ho detto che tuttJ I frutti sono ruutl. Ma ba.sta. che se ne veda... (ltteae un atUn10 poi con forza: , - Ho sentito Ieri &erala sun com·cruz lone al telefono. non erano che poche parole. Eucher potrebbe dire più nmplnmcnte Rl BJbJtotecaGino Bia □ co LA FIERA L ETTE RARIA G. COU RDET - e P1oudhon e i fl.;11• Dom c,nica 24 ~ttein bre 1951! ~n, qui. Eppure eredC'\·o, che non cl fouc più nUlla tra loro da qualche mese,_ e aggjtuuc con una d~Jcezza piena di Jltct.\: - Pove\-a J)ICCOla slgnorà Ora. zlal ... doveva casere OISalSpfc. Ucef Anche quando rtdeta 111 11entJva. che urebbe avuto Y0• glia di urlaref. • • : Quella donna dloevi.In- qval. r:ece:rh~ :::~~ -~~; penao ancotL come me' eaa& la &CUl&Va. ,u;;,~ a ,·edcrla.., •!a:q~_Pa. :Ebbi per un awmo l 'lnt.en• &ione cU rlflutue, ma• teméttt 't11 ICalldalJ.zure qudla one,i,a ra.– guu che non amb"'bl! è2ptto percht rttlutno di pregare al ~~ di quella ~nr.' E Blrnor oauu, ml dbpedlll· did raccontarle cosa fu U quarto d'ora che pusal nella camera mortuaria, la atcm.a dove ero ,·enuto tanta volte. quando quel. la tonna n,k1& era un eskre ro~~ voe =: · ~-:e.;.~~ ~~VB~~etdaf~b~~~~= anim.a, che In quel momento ml tu per Intero rt'f'elato. Nel va e "1en1 frcneUco di pmalerl e di rioordl contn4dlt.~ri. io pensa– "° Cl lei. Ml ricorda.I toD em"e tna ~~:~q~rma~':& ~l~ e;: camminavamo ,1cuio al u.Mlo – rlo popolare: le virtù che SI rl- 110lvononel lOt'o contrarlo per• che una malattia subdola e en• tra~ 1d lord : aepo~ imbtan• caU, a\'e,·a. detto. ML permetta. dJ non dire oltre. Oel resto non =· ,~U:e~ oo~::C~ coaaftno 1n me, aema defor– marU, tema ruchlare dJ dar lOro una tona. di realtà che non han.no ma.I avuto. Ma lo sapevo bene: la tent.a.done a CUI non a.,~,..oancora ceduto, che non aveTo neppure saputo rtcono– ac.ere, era nt1 fondo del mio cuore. Lei aveva avuto ra,lone dJ aV"f'ettlrml: e io non ave..·o ,·oluto ucolt.are la sua voce. Dopo un lunco momento di J)l'Oltn.done muta , In eul non :.ii ari:°~ "tab~ (=~ 1Wera che comlndava era fer– mata, lacerata da un nott.o di penalert vlolent1, alla ate:ua ma.• nlera lo cui U n:oto del nord 1parpqlla le nuvole) m1 rial• u.t. n Ytao della morta era co– perto da un lensuolo: non SI n:den che una c1occa d.t ca– pdU. UICU In uno atat.o d1 C.3'l– to..tlone llm11e alla follla... Non rt])l'es1 la stra.da; oontlouando ad allontanarmi dal vlllacslo ml tnla:I a cammlJlare attraveno In. twre Junao una pilta api,t=n::&. tracdata che poco alla vc1t.:1 acomparve. In eatate à Il Rn• Uero toreatile cbe conduce a. quella monta,nc,rla tonda e bo- =- .::u.dJ ~~ de1e? ~~ Ben presto fµl alle Prele eon una neve coal apeua che cl 11!– fonda,-o fino al polpaocL Ml ferma! 1ull'otlo del bolc:o. M1 volta.i, e lnaenalblle al freddo che mt penetrata rut.a.l lun,a- mente l.mmoblle. . Tutto crollava: nel mio fol– le O?'SOlllO avevo creduto d1 poter euere U Alvatore prov• V1denliale di QU1!,ll'e.Merel ed ec– co che ade:uo m1 atuntva. al ~~ .1:eiq~~~ i! ~~~ ferrarlo. Il: proprio nel medeal· mo istante In cui k> rtnutu'O J suol corialgll, 1n cut meritavo l'epiteto d1 e ribelle> Che lei ml aveva iadiriaa to, q:uella dJ· i,.graZiata ml rl5poodeva con Quel sesto attooc ferendo a. morte un altro essere e rlt"ol• ta.ndo poi l'arma contro dl sè. Non era. poulblle che tutto ciò !Olle stato fortuito! Troppo bene v1 Vede\'O il dilesno ciel– i& Provvtdema, la mano di Dio ;!usta e SC'\'era. U nostro oto, le cui ,1e aono LmpenetrabUI, Mo. era, proprio questo. aopra• tutto quc.sto che ml gettava in ~ ~n:m:~ec=°o 1n qualche modo che Orazla mortsst, che questo delitto, ~~:to i:rifSt: i :~ d:;1~:- venimcntJ della mia vita , deli& ml& coac1emal Ml er& tntolle– rabllel e nello ll.eMO tempo KntJ\'O ancora ù mio orecchio quella voce al telefoni", rtotnte di un r1lo dOIOl'OIO - quel ti • ao che av~ \'Ollla di 1rl.datt. L'o.ppello cuJ io non avevo rt• ;e: ;.:i!r~:. ' ~~o~~ torse una auprema tentailone Che ml veniva o.u.raverao quel rimpianto ? Zppol. al s1g.aauu, tu~1~errià ~li:1~\:,~sr:oi: nuconde.rò : Che, davanU 11 quella forma rta1da. -.otto · la coperta e U len&uolo bianco, dava.ntJ • quella donna che non •vtel plO: veduto, non c'era to me aohanto U· dolore del pa– store e.be a1 ! rtudleato impari ~~dfu~O d~mg, r~"to.~e?' IONI a111 Quanto tempo c.rucont 0011? Non lo ,o, Non sentivo pi~ Je le ga.mbee I pledl che u fred– do Ht\'a oomplet&mente Intor– pidito. DavanU al miei occhi, dal piccolo apronc In out ml b"ova,·o.potevo vedere tutto U paese lnerp1cato di balsa In bal– sa aUlla montta,na. Tutte Je cue ernno Ulumlnllte oon u loro aollto menqn ero a,pctto di feata perpetua. Non sentivo alcun 1umo:e: di tante, 1n tant ù un mucchietto di neve al atae• ca,, dal rami dealt abetl e ca• de,•a con un .11uonoaotfocato. Non upre1 ea])l'tmerc che sU"&– no. lmprculone a.i dls:enuuru, ricevetti da qu~Ua nou~. da QUel pa,eugaio, da ql.lC.l &llenzio. Dietro quelle cent111ala di ft• nestre, lllui c,aerl, molti alt.rl esseri ;,lVC\"llllO bi.quo della ~rola: e quella immensa ut• tc.aa ml nrrlvl\·a. allen&iou co--– mc una promflllla dt perdono. Sentivo d'Un tratto che 1fug- r~vlc1a .t~~~• f !'1~~~ Q~; vtr.la le ,1rtCl, rllolve n bene In male: cominciavo l\d entro.re nella oonvate.cenu.. Ml ~d• Sir Oauu, ml creda: la suppli; c:o: In qu,1 momento ml aono ~:J'e:m:,~~m~'-oti gesto di offerta. Che l'fll m1 ha. rimproverato di non 'fare. Ho chinato la tata : 11 mio com – P1to nrà li dove lei lo decide• ri.. Me ne rimetto " le.I oome me ne rimetto a Crbto. Il ,a . pe,·o (ml è permesso di pemar – lo?) che non abb~dona\-o ::!.!1f: d11!~~~~ c::1 ~~: Uno Wlnt.hern.r. Nell'Istante ln cui rlmette"o tutto nelle manl di Dio, tutt.o ml veniva dato. In quel momento penga l l\d F.ster con inftntta 1rtt1tud1ne e lnflnlta ncrucla. M.1 rimisi In ~~~ce~o to~;u~ :~~ 11 :e quella. eera Ester ed io avrem• mo Prerato bene lnaleme. Rl!SaJ DANIEL • ROPS (t raduzione df Nicoletta d'AVCUI• gati PuoUJ

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