Fiera Letteraria - Anno V - n. 35-36 - 10 set. 1950

Pag.4 · RICORD I LI TUANI tutto gas ri guadagn6 la città CWndt Pra vamo ,,artltl il {Jior– no prtma. Durant e Il tragitto PALANGA, PICCOLO S G ~O ~~'.' g;t~•~,g ~•a:;,s!i,: 0~; gomiti , ma gid. incombeiia sui · nostri splrltl il tragico presa– gio di un distacco che potevn essere de/iltftivo. 1 ••• che sommerse le grandi un popolo speranze di di GIOVANNI NECCO I ie; p,t ·,~ • "lit( , . ... .ù, -~·- ~ .,.t~l'" r ~ ~ • ••'\""of. -- ... ....,;..: ...~- ' ;i._,.·: .: t,r .... ,:;;,..,.~ -- -- J I -'. ~,,,.. -r 7;..-: ·-.tYl ·•- •- , r. r \ ! -~- ~ UNA BIOURAFIA snMilosz lioteca Gino Bianco LA F I E R A LE TT E RARIA Domeni ca 1O settem f>re T950 '' Dainos,, can_ti pQpolari ,uN POE!A d . L . t . d amore: M1los I I u a Il I a (Continua,. dalla .... J/ ""D AINOS:. è il nome dei canti popolari della J..ituania. Pe r la loro varietà, vivacità e fre– schezza C!o'ìi suscitarono, fin dalla seconda metà del 700, un grande interesse in uomini della Jc,•atura sp iritu ale di Lcssin.l!', Herder e Goethe. Her– der ne accolse sette nella sua celebr e raccolta « Stim– men dcr VOlkcr in Licdcrn • (Voci dei popo li in cami), Goethe ne inserì alc une nel suo melodramma « Die Fi sche rin • (La pescat rice) . Fu. anzi, il grande poeta a richiamar l'attenzione del mondo occide ntale sopra questa poesia. quaudo nel 182, recensì con com– mosso fervor e la pr ima raccolta di « dainos • tradotte in tede sco, che era uscita in· quello stesso anno per cura di L. Rhesa. E' note\ •ole il fatto che proprio i canti popolari lituani ispirarono a Goethe alcuni pen– sieri sulla essenz a della poesia. che si possono consi• derare la più profonda motivazione del suo concetto di Weltlit crnlur. Nella chiusura della sua recension e sopra la racc olta cli « dainos • del Rhesa, si le.1u:ono, infatti, dichiarazioni che sono di, 1 enute poi celebri: « E5iste una sola poesia: la poesia ,.rcnuina e vera: tutto il resto non è che approssimazione e apparenza. Il talento poztico è concesso tanto al contadino Quanto al cavaliere . Importa solo che ognuno afferri il pr•r prio stato e lo tratti con dignità, ragione per cui le cla ss i più semplici hanno i vanta.Ei:ri più .Erand i, che, per ò, consc,:uono quasi sempre anche quelle superio ri e colte, purchè, rh ·ol~endo si alla potsia, vi cerchin-, la nat ura nella sua espressione più semplice •· Du– rante il ventennio di indipendenza della Litua1113 l'opera di raccolta delle « dainos• si era molto inten– sificata. Un numer o incredibi lmente alto - centinai a di migliaia! - di canti l)Opolari era venuto alla luce. Raccog litori e filolo.Ei a,•e,•ano ordinato , classi fica;;o e pubblicato una parte notevole di questo ini;rente materia le. Di circa 10.000 cdainos • era sta ta anch e reg istrata la melodia. La « <laina • (fo rma sin_Eolare di dainos) si distingue per la sua concisa icu ticità. drammatica {la disposizione di alogica è per lo più suggerit a solo dal senso), per la sua tendenza sim– bolico-idealizzat rice e la ,•iva testi monian za di un'ala – cre immagi nosit à poetica. Sulla genu ina sch iette zza di questi canti citiamo ancora Goet he che notò, ap– pun to: « Queste " dai nos" van no considrra te come un pr odotto spont aneo del popolo, il Quale è, più del mondo colto, vici no alla natur a, vale a di re alla poesia •. lo vo sola soletta tra l0i ruta dell'orto lo vo sola soletta tra la ruta deU'orto, , la mio ghirlondt tta ndla biotico man J,orto. Atttndtrò che scenda il buio della stra cltt /io scagliato col v,1110 ov1i sot110 e cltimt ra. Ho scagliato giì, 11ellaf1111esta notte nero, oltre i monti t ollre it more ot11i sotno t cliimera, cl1è a g1terreg,iar, insieme ad un bianco ammantato esercito di eroi, i'a111oroson1io è andato. Caflalcavo tra sterpaglie, e giù. caddi da cavaUo: cosl giacq11i nello mtlmo d'imo J,oua . Cosi giacq1ti 11ellat11elma, e vi std ti ben tre anni: e 11essun si rammentava J>ÌIÌ di me. Ma poi vttmero a trovarmi tre uccelletti variof)inl i., tre cuc1tli variopin ti da me ve,rnero. S11l mio capo fece il pril,10 risuonare il suo verso, ai miei piedi ca11tòl'altro il s110 « cwcc1'• . Prese, invece, il ter:;o grigio variegato uccello i'l valo, e via dalla vecchia madre st 11eandò. Caro mio rosignolo Caro mio rosig11olo, o gra:ioso uccellino, com, mai più non canti q1,ando s/nmla it mauino f Com, posso contar, quo11dospunta il mattinof m'ha stra.ppato il nidiu1ao qualche empio contadino. M'ha strappato il nidiuuo qualche empio contadino, e dopo mi ha anm,az.:rato ogni rosig11olino. Caro sole, figlio divino Caro sole; figlio divino, dove ti sei tanto fermato, dov, hai tanto sostato dopo l'ultimo tuo commiato! Dietro al logo, dietro olla collina ho cu.stodito poveri orfo n,Ui, ho ri.scaldato. 11111ili J,astorelli. Coro sole, figlio divino, chi ti accese, al ,nattit10, il fuoco, e chi ti coJ,trse alla sera il lettinof L'astro di sera, l'astro del mattino. M'accese il fuoco Vent re, mi coperse Espero il lettit10. Son tanti i miti figliuoli, t so,s tonti i miei doni. O~gi beviamo alus Oggi bl!1liamoalus; (I) "uçrtrcmo àomani 11e1 paesi magiari. Li a fiumi scorre il vino, i pomi sono d'oro e ogni selva è un giardi110. E. che /areni colò, ntUe terre magiare! Faremo imo città coi vetri tolti al solt, e le ge111mepiù rare. E quando torneremo dalle terre magiaref Qua11do i paU rinverdiran110, quando le pietre fioriranno t sorgeranno piontt su dal more. (1) Bln'a. Oh fiorisci, fiorisci Oh fiorisci, fior isci, tu, candido melucciol Olt fior isci, fiorisci, tu, ancor brullo di fogli , ! Co,ne posso fiorire, io candido n1tluccio, come posso f iorir, io, ancor brullo di fotLii f E. chi mai spiegherò le mie verdi foglielle, chi mai scl1itlderò i mit i candidi fiori! Il vento spiegherò lt tue verdi fotlittlt, il sole scliiuderò i tuoi candidi fio ri. E' sorto con gran pompa E' sorto co11gran pomf)a verso oriente it sole. Dotti lddi o chiari Kior11i per seminar l, r14te. ( 1) Semi11a, sarchio; e gilmKono tre ,arao11i a cavallo. « Che Dio t'aiuti, o bello, net piantar l~ tue rute •· • Ma perchè vi fermatef Per cltiedtr la mia ma11of >, E l'un le diede itt dono uno scioU, di sela. L'aliro le diedi i,c dono un anelletto d'oro. Ma il ttrzo - liJ il più beUo - disse solo: e Amor mio!>. (1) La ruta almbolesata U candor viratnale, T rad uzione di Gio\'an ni Necco noace nuovamente In tutto U auo 1plendore: O Madre / Madre ( e quuta bella 1palla pfevata tU pc,rtatrfce d'a~ qua /ruca, - ,: quut 'arla rUro. ,a di domuHca ,uv llat a Jmma drll'ora, - Quale M9VtU4 e qua– le conoscenira, o dOffna, nella Jkll,na delle tvc man i! - O, eh.e lo non le ,:,oua eont,m,:,lar• un– ta che n• /uvva una colomba/ C•Nlbumlm •) g non la lucla più: le aue ultime poesie .. ,anno aalml o cantici. Egli Il duttnerà a tra - 1met1trc1. un mtsaan lo profe– tico: l'Interpretazione , appunto , delle profezie bibliche e dell'A• poc,,lls&e. Sulla atu:ndibUltà o meno delle Interpretazioni di Milou poco c'è da dire, non eMendo ,tate lmmtue In circolazione: ampie riserve, tuttavia, merita U 1uo metodo engetico, che atùnge alla cabala ed alla ertp– tocrafta. Ma per lui, p!Q che di lntupreta4lone. 11 den par– lare dt « rlcreaslone •: ea:11ave– va 11 dono, forae unico, di poter atllnaere alla atea& ner a l.lpl– ru lone che aveva mouo ali llala od I Daniele. Ma li mistero. au questo pun• to, è a.uoluto: ae-1011 cwtod.1 ne !mpedlacono la diffusione. Uno e Psaume à I 'Etoile du matln > e U canto del cigno d1 M!lou: una 1tupenda poeala., che 1upera Ione quanto nella. staaa Uturgla Jeagtamo ln ono– re della Madonna . Una deacrt– :Jo.ne btuarra. barbara , lna- 1pettata: qualcoaa dl orrido o d.1 acontlnato, come questo cle• lo che Il prepara all'appartdo – ne della Stt:lla che slmbolearta Maria: Kimah. Klf l e i:of, Muarou, - • vot, altri cfeU - ,en.u nome, ,flUa ,nun a o ,o,,:,e,t neWfn/fnl– to - nelle vrandf nebbie df mo - Santi ce«:ht chfn otc Geuo la tura - f 1'0ltrl ,vuardl di ptctra J'ff dldf Ct'lati - Aleleth. Ha.«:ha– h4r l• Po,torello - dUcende ca• ,o GMfnoth. A9oz - u ca,o da l•Ht di JMce ,ulla ,palla - chia – ma U J)fecolo O/cl - guardiano deJ ?UCOto del leoni - carenato nel ,u.o ,onno dalle tf,:,ere - StluJA - Ecco le co,e ,ono C'f6 i!!c~fd~ ; lo9°:ro",euf,~fo ~!~'~ee: ti - nel ,ateo del ,eminator• manciate df ,tell e - e le tu• ruote eh.e entr ano """' neWoltr ca - lrl\ulu" le tlmbflf IJ)fralf - ecco le eme 107'0 C'f6 che ,ano - pro/ond4 JITO/ondo è Quello - dat.'tlntl a cht ,t lnvlnoxhra - o ,1 lns,fnoccltferd:. Dove al notano, ln mirabile 1lntesl, in vera,, aconvollfflU per l'audace aa&enza auolut& della pununlatura, l'lntlUIIO di Giobbe, dl Ezeehlele e dell'A.. poca llsse. A ftanco del poeta, Il roman – dere ed ll drn.mmaturgo. Ab– biamo già accennato all'c A– moureuse IDJUatlon > sorta dl confe58lone in cui rtvtve la lu– gubre storia del conte di Plna– montc. Pu un fallimento. Un altro romanso, e F'rères enne• mia>, fu annunciato, ma non. comparve mal. In compenso, e MJguel Matl.a– ra >, mistero ln aet atti, è un vero capolavoro. Miguel Ma – fiara è ll nome d1 Don Juan la cu.11torla à J'arrome.nto del: la composWo~. Nel prtrno atto MJguel, che partecipa ad wi banchetto or;:anlua to per 11 Ve– nerdl Santo a 6'vllle, si lamen ta di easere stato abbandonato da Satana, suo maestro. Poi, eccolo Innamorarsi della bell& e santa Girolama, e sposarla. Ma, poco dopo, la ;1ovane don– na muore: ha offerto la su& vita per la redenzione di Ml – guel. PrCMOal letto d1 morte, &li e Spiriti della Terra • tentano : . =~:e10 1 ·~~~:!~efl'Ji: : lo> gli canta 11 lamento della paaa\one del CrUto: E Ml1uel comprende: cotte a con!e$S&rsL Ora 11 ~ lmpadro. nita di IW UD& sete ansl06& di penJtenaa. Ma l'abate, aaga:1&• mente, lo raffrena: ,a~~:::. :.Z1lfu. %~~1~!1"~: ~ 1lara, - E' con la pufen za CM ,1 mf,ura l'omore, - ·····- - r f. 9Jfo mfo, qMantc roltc l'vomo 11.4 9rldoto - non fn ginoccllfo, mo ht ~edl dacanrl a Dio! - gri – dand09H .tul tn,o U no amore - come un Incendio In una /orut a oct fn una vrande cftt4, - ed fl Sfgnor e rldet:111 ,:,ercllè 9/1 An• geU ace11Gno ,:,auro. ,~:~ questa -:olta, M.tcuel Impara a conoacere l'amore: Chi ,ono lo dunq,uct per o,u dire che Tu .telP - N• ,ono ricu – ro, non ho Il dlrtUo - d'euer• certo che d'una coaa .ala : - dd de'f ,n~:,n~!éo '!ae~or"! 1 ~t aT~~•• - Mlguel Indossa 11 salo: di• venta un celebre predicatore : compie m.tracoll . Sul letto d'aronl a, ancora una \'Olta, lo « Spirito della Terra> vtene a tentarlo : • Andiamo, Matiara , alzaU: lo aat che m'appartienl. Non ml hai forse dato la parte m1- gUorc di te steaao, la poesla del-. la tua glovlneua? >. Ma MJguel non cede p!il: muore tn pace, e la sua à la morte di un santo. Per comprendere quest'oper a, occorre richiamarci al teaLro an• Uco o del medloe\·o: 1 personaa • gl non .sono Immersi in un'a – zione freneUca: al contrar lo, non 11 muovono: cantano: 1 ~~:. 'l:a~rofa~~no ix!~1i:~ru suono vfrono ~ loro. La seconda tragedia, e M~pht– boaet.h > ~ altrettanto bella : es- ~~ll~~ci!~eo ~~?:'~~a~ :i':;': to da Davide, e l'adultt:rlo del r~ con Bath-Shebah, moglie d Uri, e la morte del bimbo na– to dalla loro colpa. Da questa trn.gedla Mllosa ha esf.t'Jtto pubbllcandolo a parte, Il e Can~ Uque du Prlntemps > !spirato dal e CanUco del CanUcl ,: Miloaa è morto acnaa a.ssbtere al sorgere di una gloria che U tempo rafforzerà sempre più, Forse, però, egli non ne sa• rebbe stato contento: negli ul· Umi anni, non era più che un contemplativo staccato da l mon• do: Dio gli aveva permesso d1 atting ere alle ,•erltà supreme della poesia e della preghiera . Ma 11 mondo non lo Iasceri. più: MUou è destinato md en– trare nel ruolo del più ir•ndi poeU cattoUcl di tUtt-1I tempL QIO VA.'\'NI Vl ~.E...'i1'Df

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