La Difesa delle Lavoratrici - Anno VII - n. 8 - maggio 1918

propria famigli;,, pTirna, o frn il pro– lot,.1,ria.bopoi, cont,ro le pene corporaJi. :Ma non basta abolire lo percosse per attuare la porfctt-a. educazione. E' tut– ta una rivoluziono del ooncetto cli mo– rale cho si deve compiere. A che ripe– toro ciò che tutti saJJno 1 I genitori danno spesso ai loro figli esempi cli di– scordia, d1i menzogna, cli egoismo o ,poi wi lamentano se fra quest,i regnano que– gli stessi difetti. Perfeciooiamo il no– .st,ro carattere, cerchia n10 di r aggiunge– re q11el tipo ide-a.le che n.oi vog!i8Jllo creare nei nostri fu, ;li: ques to è il più sicuro modo per rTuscire a foi'lllilJ.•euna ·generazione pii, giusta e più uIDama. il proletariato, i·itornand.o a ca.. «1u '""orri\ porre a brusc della sua vita famiglia.i-e: I,,; giustizia., l'aID01·e, la. sincerità. E fino a quamdo i genitori (ed' i oocialist,i a, loro· dovono indirizzarsi con un lento lavoro dii persuasione o ·d'incitam,m,to) nomi comp'.Ìranno quest'opera di sam-a, cdu<laZione, le scuole. i ricreatori, lo istituzionj educative che i sociaJisti pos– sono e debhono istituire a pro ciel pro– letar iato fanc iullo, troveranno oompre nell' aimhien.te famigliare un ostacolo po– tente contro la loro opera. cli .p,lasmato- 1·i di coociClllZQ socialiste ed uma,nc. Mantagnana Clelia. Femminismo E ocialismo La guerra t, ha mes– so la donna al primo piano. 0uesta mangiatrice d'uomini ha pian– e. donna in tutti-i rami dell'indu– del commercio, in tutte le Aromi– msu azioni pubbliche e private. CENSURA Senza apprendissaggio, senza pre– paraziono speciale, e.<,sa è anelata a tut– ti i generi di lavoro. Non ha scelto, non ha consultato i suoi gusti nè le sue attitudini, non ha avuto in vista che il guadagno necessario alla sua esisten– za. e a quella dei suoi. CENSURA In questa situazione nuova, l'idea di ...,l?ri:W tutto il posto al quale ogni ~ ,.._,__ha diritto le, vien o natu- ral~e. D'altra parte è insidiata dai femministi, più o meno borghesi, che soffrono o hanno sofferto, forse, dei pre– giudizi e degli errori del passato che fanno della donna la serva dell'uomo. Essi cercano di farsi - ottenendo ri– formo possibili nel quadro della. socie– tà borghese - un'ausiliaria ne!Ja, don– na operaia. L-ghe sono fondate neìle qua.li si par– la di " Libertà ", di " Diritto », ovc si geme sulla donna schia,a per p~tua dell'uomo. si fa ciel fe=inismo spes.so oltranzi.sm che sembra piuttosto cont ro l'uom o ch e pPr la donna. Vi •si parla spesso dell'oppression.- mascolina, giam– mai, e si capisce, dell'oppressione capi– talista di cui la donna e l'uomo sono vittime. Al vecchio pregiudizio <:!ella superio– rità maschile si oppone spesso l'idea della superiorità femminile. Ora l'irlea di superiorità fa nascere l'idea di su– premazia.. Inutile, soppriinern la. su– premazia dell'uomo per rimpiazza,rla c-0n quella della donna. La donna e l'uomo sono due esseri e– guali o devono essere considerati come tali. Se vi sono delle questioni in cui l'uomo ha, maggiori attitudini in scgul– to alla su.a più lunga pratica degli affa– ri pubblici, ve no sono anche, -di quelle in cui la sottiglinza della donna è ne– cessaria. Senza dubbio poche operaie vanno nelle Leghe femministe. Che vi farebbe– ro 1 Intimidite dalle J)arole e dalle at– titudini eleganti del luogò vi restereb– bero senza parlare. E~se hanno invece un compito più importante e più a.tti– vn nel Partito socialista e nelle Orga– nizzazioni ael proletariat..o, che sono gli strum•nfi sicuri della liberazioM ,li tutti gli npp:e 00 i. Oh' nr,' 0 n,ppiamo che la ,Jr,nna ha incontcat.o molte d•ffi coltà n~Jl,, 0 ùe asr,i,·azirni mn la colpa non è drH'uon~o .Ji-11~ c1a53.i 1avoratrici ma dell'organizzazione socia.!"" di qu,,I– Ji che ni, sono i beneficiari. Il iemmini– smr, non è un mrzw efficace per com– battere e fare sparire o,uesto cliffìcolfa. L'applirazinne del socialfamo int,,gra– ]e dando ~. ciascuno i suoi diritti, farà comprendere o accettaro da ognuno auoi doveri. CENSURA Luie(I, G,,:,r't,,a1tdier. T,.1 Dlb'BSA DET,T,E TuffOR,lTRICl D~i "Canti ~~mocrnt iei, , di WAL T WHITMAN I. Co,.aggio, o frawHo mio, o mi..1,sorella! Non vt wiarròte: la liloert à dev'e.ssere difesa, che che , a.cc.a.da. Non è già cooa che ,possa perire per uno o pe•r due disin,ga.uni o per qual si voglia numero cli disillusioni, o rper l'indifferenza e J'ingratitudine del popolo o ,Per qualsiasi infedeltà; nè la oohi.ru ociano il ,potere,, se canina– mente d.is, g,rigna ii denti, e, i soldati e i cannoni e le leggi '!}ena.Ji. Il. Quello in eui noi abbiamo riposta la nostra fede, attende in secreto da per tutto, per tutti i continenti, per tutte le ioole -e gli arcipelaghi del mare. QueJlo in cui noi abbirumo -riposta la no– .stra fede, non invita alcuno, nulla pro,mette, sie>de eaJmo, irradiato da.I– la hwe, serio e composto•, nè conosce sco.raggiamenti. aspettando ;pazientemente, aspettando il suo tempo. III. Lia battaglia. infIDia con va.rio ed aJto clamore cd ha i suoi assalti e le sue ritirate: l'in;fedele tJ.• jon.fa- crede di trionfare • ; la prigionia, il -p ,a,ti>bolo, fa gar,·ota, le manette, il Ja,ccio•, i oePII)i, le palle di :piombo fo,UI10 il compito loro ; gli eroi noti e ,gl'ignoti passano ad al– tre sf oro; i gran.di oratori e .gli scrittori sono esi– liati - essi son tristi .in. ]on.tani pae– si e la 1 causa. sonnoochia. - ; le gole de' ;più forai tacciono, ooffocatc dallo .stes~ o sangue ,loro ; i gi01Vani a, bbassa.no le ciglia al &uolo quarulo s' inc ontrano; ma per tutto questo fa Libmtà non· è fJbalz.ata di &eig;gio,nè l'infedele può cantare wttoria. Quando la libertà ean,i•gra da un posto, non è la prima, nè la seconda, nè la ter~a ,a,d ,an:darsene, ; aSjpCtta p,rima che ogni altra cosa va.da via: essa è l'uJtima ad anelars ene. Q•uaudo -non vi sarà ,pii, me.mo- ria di e– roi e di m.artiri, e q1t1.andoogrui traooia di vita e tutte le anime d· uomjui e di donne sa.ranno bandite da ogni angolo del mondo, allora soltanto la libertà sarà messa in foga. da.Un.terra. IV Coraggio diunque, o voi, che non sapete ,pi~a.rvi., ,perchè tutto potrà finirn e non si avrà ,·agioné c1i voi. V. Io non so per che -cosa voi si,ate .a} mondo, (io non so ,per che cosa vi sia io stesso e perchè vi sia ogni a-ltra C?Sa), ma io voglio ce1x,arnc la. ragt0ne per– fino nella mia stessa tortura, nella disfatta, n~ll,1, IJ)Ove-rtà, nella pti gionc . .giaccl1è anche queste cose so J10 gra.ndi. C,re.dote voi che -Ja viUoria sia gnu.de1 &I è I00\.<5Ì. : Ma sembra a me, i-e altro non può farsi, che .grande è la scon– fitta, e ohe gra.ndi sono i.J disiI1,;:.1nno e la morte. Ettore c;~cotti. (Critica Sodale, 16 dicembre 1894). -- Ma io sono pronto. Non sai ohe ora deYo sopportare nevi e piogg,e, me– nando vita stentata nelle selve; quan.l;o mi sarà più facile vivere aJ coperto, e saziai-mi di abbondante cibo, senza. fax; niente i - Vieni dunque con me - concllude il oane. Mentre va,nno ,assieme, il lupo vede il collo ciel cane spelacchiato per J'a,t– trito delJa catena. - Ohe significa ciò, amiool - Oh, nulla. - rjsp,onde il_ cane. - -Suvvia dimm(>lo, di gira.zia. - S,iccome sembro llll po' vivace, ta- lora mi le.gana perchè riposi dì gioi·no e vegli di notte: di sera, sciolto, vado girando dov~ voglio. Mi è portato ii pa– ne senza neppure la bi·iga di domandar– lo; il padrone mi dà gli ossi del-la sua mensa; i servi mi gettano gli ,avanzi e i rifinii.. Gosì mi riempio la pancia sen- za fatica. ·· - Dì un .po' - ripre se il lupo - se U vien voglia di ancia.re in qualche luogo, ti è permesso I - Questo no - nspose il cane. - ·Goditi pure ciò che tu lodi, o en- ne ; io non gradirei nep prn·e u n regno·, con la condi,zione cli non esse.re libero. QuaJ·e insegnamento. per -gli innume– revoli grepp.iaio1i che infestano, ora più che allora, le nostre città e campagne, pronti. a saorificare ai ricchi, ai ,padro– ni, la libertà materiale o anche morale. Ed infine, per oh.iudere q-uesto breve e incompleto ·saggio di filooofia rodrica. ,,i. porte-remo due favo,lette che hanno u.n profondo significato, un g,·ande insegna,– mento per il popolo, <li allora e di ade&– so, sp,eciaJm,entc nei riguardi delle lotte t,ra rozza. e razza e della cooperazione fra classi iliverse : Le bestie di Fedro Un cinghiale si avvoltolò nell-0 stagno d'a.cqua <love un cavaJlo e-ra .solito an– dare a clissei;a,rsi, e ne intorbidò le ac– q-ue. Per questo fatto nacque tra loro una lite. Il cavallo. a,dirato- contro quel– la. fiera, ricor-se àll'uomo per averne aiuto; e ritca-nò contro di essa recandolo &ul <lo,·so. In questo secolo di « civrltà >, gli 110- miui, fatti a immagine e -scmiglia.nza di dì-o, rparlauo ed operano così male, ch'è un vero conforto risalire. a,i secoli pas– sati, meno civ:ili, per udire gli aroma.e: stramenti degli an.imaJi dì due.mila. anm or sono, di quelle bestie che il favolista Fedro tolse ad'. esempio rper insegnare agli uomini la virtù e -l'onestà individua– le e socinile. Fedro! Chi di noi, già allievi del gin– nasio, non. lo conosce 1 Cm dì noi non lo ha faticosamente tradot to d al latino 1 Chi di noi ne ha., allora, a .pp,reso il pro– fondo insegnamento civile e sociale, dirò anzi socia.lista 1... Fedi·o soci.alista 1 !... Ecc; llll aggettivo ehe .al buon favolista capita quasi mai di essere attribuito da quei parrucconi d'insegnanti mcdii, in sottana o senza, che nel ginnasio ne spezzano il pano .aJle future speranze dell'umanità. Eppure l'insegrui,mento, la teoria so– cialista, per. quanto greggia, è profon– damente insita nel'le favolette e nei dia– loghi tira le bestie cli Feru ·o : il quale, nella morale, della favo.la, scrive c-hia– ramentc, delle massime che ogni sociali– sta può sottoscrivere ed applicare nella vita. La, lotta ... di classe esiste pure tra le bestie cl.iFedro. V e;,:li•=o do. una, parte gli animali che, abusando della loro for– za materiale o dell'astuzia, si prendono i bc,:coni. migliori : e sono il leone, la volpe, il lupo, l'aquila, il coccodrillo e simili ... si&11ore bestie; dall'altra ve<lia– mo gli aruma]i più deboli ·che sono le vittime qU-Otidi.a.l)edei più forti, e son-0 l'agnello, il cane, la oolomba, e simili ... pove re bestie che sono sfrut.tate e divo. ra.te senza trr-gua ciana voracità dei pre– pot enti. Fedro fu s, chia.vo. poi liberto, e com– prese certamente c li quanta ingiustizia sociaJe fosse madre la società umana di al)pra non trryppo dissimile dall'atluale. Vogliamo dunque sentire cosa dicono queste bestie fatte -parlare e operare da Fedro1 Prendiamo un volumetto de] Sonzogno, non im·iso al censore, e leg– giamo. Il lupo e l'agnello. - Un lupo ccl un agnello, spinti dalla sete erano accorsi a bere allo stesso ruscello: il lupo più sopra, l'aw,.,,llo più sotto secondo la corrente. Il ladro lupo. avido di divo– rar'l )',agnello-, cercò subibo prPte.sti per attaccar briga. - Perc·hè - disse all'agnello - mi hai intorbidato qne-st'acqua 1 - O lupo, p 0 r carità - risposp pau– roso l'agnello - ma <'0 .IO posso aver io fatto ciò Sfl l'w·qna. scorre,, dalla tua alla min. bocca1 Il lnpo, sop-raffatto cl.alla verità, cam– biò argomento, e soggiunse: - Ma tu sei mesi or sono dicesti ma- le di me! · - In verità io• non ero ancor nato., - rispese l'agnello. Ma il lupo ancora riprese: - Tuo padre, per Ercoie, clisse male di me. E i:t.ffer-rato l'agnello. ,se lo, fece a ib, r.an: i, senza. ragione alcuna. La morale 1 Di fronte all'avidità ed alla prepotenza, tutti i pretesti .sono buoni per opprimer0 i deboJ,, glt mno– centi. E quando questi poi; sono tanto ere_; duli e ciec hi da pre stare man for-te .a, potenti, ne ricava.no il danno- e le beffe, oome a.cc.adde a. quest' alt,·c bestie sfrut– tate. Una capra, una pecòi'a ed una vacca si iro.varono col leone nei b~schi. Aven– do tutti assieme J:5reso uh corvo moìbo grosso il leone dopo a,verne fatto quat– tr-0 p~ti, prese a dire : - Io m.i prendo I.a prima perchè mi chia.mo leone-; .mi dovet-0 dare la secon– da p erchè forte: poi mi viene di -dirit– to Ja terza perchè più potente di voi; e guai poi a eh.i si al'l'ischia.s.5e cli toc– carmi la quart.1, parte. Così il leone solo p-ortò via tutta la precla. Ma dopochè il cavaliere e.b be ucciso il cinghiale -a colpi di dardi, così parlò al cavallo: - Mi coi:npiaccio di averti soccor~o oome tu mi ,pregasti, perchè, oltre all'a,. ver fatto. buona preda, ho ap,preso quan– to t11 sei u,tile. E lo cos-trinse, .sebbene reca:kitrante, a sopportare il freno e la sella. • Ancor;1- p,i_ùsignjficativa, per il popolo, e quest 1ùtima favoletta dell'.asino. Fedro, scrivendo a mo' di cappello la mo~aJe _di questa fa.vola, dice che i po– ven ne, frequenti cambiamenti di go– verno non cambiano al,tro che il nome del padrone. Un ve-e chio pascolava un asinello in un pra.to. Qua,nd'ecco, spaventato da im p rov:,-i~ grida jiei -suoi nemici il vecc~io--esortò 1'.asino a fuggire per 'fÌau– tra d essere p,reisi. E quello tranquilla– mente: . - D.i grazia - gli domandò - credi tu forse che il vincitore tuo nemico mi debba. porre addosso due basti 1 Il vecchio rispose di no. - :Ma, dlllHJUe - soggiunse l'asino - che m·importn. a ch i debba servire quando io po,rto u.gu- almente il mio ba-'. sto1 E potremmo continuare per un pezzo .. cip. Mala sorte, anche p3ggiore, tocca a qusi poveri illusi che ripon.gono la loro ..... fiducia nell'equità e gius.tizia dei po- • tenti e contraggono legami cou loro in– vocan.clone l'aiuto e la protezione. ....- E uscito Avendo un sto,rmo di colombe pii, volte sfuggito .il falco e scampata la morte con la velocità delle ali, l'uccello di rapina pensò di ,·icorrere all'ingan- dalla Libreria Editrice « Avanti! » l'o• no per divora.rie. pusc.olo d'attualità - Perchè mai - disse loro - volete tra..ccinare una vita affanno~a. piuttosto che fare a11eanza con me e crearmi vo- IO li aggi o 1918 ~;1:C,1~ 1 he vi p,roteggerei da qualunque Le colombe, troppo crcdulP, si affida- C J'ono al fa.loo, il quaJc, preso possesso OMPAGNI, diffondetelo largamente del regno, cominciò a divorarle ad una Ira le masse, ad una. Per inseg nare l 'amor-o a.Il.a libertà personale e socia.le, , Fedro narra la ma– gnifica favola c ld lupo e del cane. Un lupo, sfinito dalla. magrezza, in– contrò un cane ben pasciuto. Fermatisi e saluta tisi scam bievolmentc, il lupo do– mar.dò al cane: - D i grazia, comr va che sei cosi grasso 1 Con qual cib(} hai potuto met– tere !'>t tanta carne 1 Io, che sono più forte cli te, muoio cli fame. -- Anche per le vi può essere ugual concli1.ione - rispose il cane - se vuoi indurti a prestare ugual servizio al mio pndrone. - E quale servizio!•- chiese il lupo. - Far la guardia nell'atrio, e di notte difendere la casa. dai ladri. UNA copia Centesimi 20 100 co~ieLire 15 NON IUTAIWATE LE ORDINA• ZIONI, ACCOMPAGNANDOLE DAL RELATIVO IMPORTO, alla Libreria Editrice « A vanti! », San Damiano, 16, Milano. ORATI S a_ch!unquene ia~cla ncluesta la Società Editrice "Avanti!,. Invia il •· CATALOGO della LIBRERIA ::

RkJQdWJsaXNoZXIy