La Difesa delle Lavoratrici - anno VI - n. 13 - 8 luglio 191

LA DIFE SA DELLE LAVORAT P.l CI !azione in campagna e ri.d'evano.. poichè esse erano la vita che sboccia ed ha bisogno di gioia! Nulla si atte ndeva da loro; ed esse hann o dimostrato che il coraggio non ha bisogno di appara ti solenni, che li.on è necessario essere rozze per essere coraggiose. qua si rnsupe1abile quando gli inte.ressi ma– scl11\inon sono direttam ente 1occa11, o qua.n: do " ILuomini non si accorgono che questi inte~·es;i siano minac ciati , anche se il la– voro stesso sia usualment e <lilticile, usual– mente nece.ssru·io, e ugualmente pericoloso. Gli orfcmi e noi P.assano le madri, le mogli, le sore lle curve sotto il loro gra nde dolore, chiuse nei veli neri, negli abiti cupi.... Passa no orma i troppo nume– rose quest e p-allide donne, ves tite a lutto davanti a noi, intorno a noi, ogni giorno, dovunque. . Il sociali ~mo ,l'Hole che cessi la misc hi_aferoce rh'gfi uomini che si di sputano a mo ri e il Palm o di terra e il boccon e cli pane _: e.1·~0 1;uole ~ma_ società non più divisr1 dll orao(Jll e da od1 d~ classe non pi ù irritata da. 1010 ~pet~ac~lo d1 in eau ;iglitm:.o. di ingiusti:. iP e nuse ri e rmme- riwl ~c iali sn10 vuol e una .wcielà i~1, cui n~n sì possci arri cchir e sul lat'oro altrm, .n1 viver e sen:.a la vorare, in cu i lal' o_rando lt~lli,. il lavo r o non sia PN alcuni eccessn'o e quin d1 non ab– bruti sca (' non tort ur i, e dia al la'C~ra_tore ed alla lm: oralrice il tempo e il mo do rh ris torar e E mi auguro che gli uomini. avendo subita la terri bile rass egnaz ione, comprendano alfine il prezzo della libe rtà e sieno in avve nire il sostegno amichevole dell a indipendenza fe~ – mini! e invece di rimanere. siamo indulgenti , quell o' che non avreb bero dovuto ma i essere. MARCELLE C APY . (VIGNE TTA CEN SUR~TA ) lo ho sernprn sostenuto c\lC la organizza– zione industria le delle donne fosse più ne– cessaria aJ migliora.mento tiella loro posi– z10ne economica 'Clell 'organizzazione polilk ca· ma.ora. sono stata. cosi.retta. a constatar e eh~ 1'01 1 g~rnizzazione industr~ale superiore <le– gli uomini non spiega abbastanz a la ?i_ver– sità del 1010 potere e che la. loro pos1z10ne di elettori influisce grande mente in loro [a– ,·ore. Le sent iamo parla re e ci racco ntano se mpre lo stes so ep isodio 1erribile e doloroso, lo stesso picco lissJmo episodio della grand e tragedia e noi res tiamo muti dava nti al crollo irrep ara bile di una vita, di una felicità !.. Alcune, molte hanno dei bamb ini vicino e qualche volta ess i ci sorrid ono inconsciamente, inge nnuam ente , mentre ascoltiamo col cuore se rrati di angoscia e la bocca impro vvisame nte muta di pietà, la storia brev e e dolorosa che li ha vestiti a lutto così piccini , così liet i, così meravigli::>samente fortunati nella loro incoscien – za infantile. . Gu ardiam o il loro sorriso e non ce ne irriti amo ; il racconto materno oi se mbra ora meno irrim ediabil e se non meno triste e la loro gaiezza spe nsierata non ci pare ora più so– lo 1una mani festazione spontan ea di una vita bam bina, ma un des iderio, un incoraggi amento, una promessa ... Pare che essi. i piccoli dei mar – tiri sacrifi cati . ci dicano cvi loro sorriso. colla loro giovinezza lieta, vibra nte nelle vesti nere: <1 Noi comprendiamo la vcs tra pie1à, amici buo– ni, ma essa sola nulla può dare, noi siamo fatti per la felicità , voi dovete preparar cela, voi che siete forti e giovani come i nost ri cari perduti dovete comp iere per noi quell o che ess i avev ano cominiciaro.. Noi sappiamo che questo è un brutt o, un lungo sogno e sorrid iamo al futuro .. Lavorate per noi ! Vi aiutere mo!. . le for:.e e di amar la fami ylia. _ _ Jl socialismo vuole che ad oaru persona sia. assicu ralo il la voro, ad oon i lm 1 or olor e ed. og111 lavoratric e una esisten:.a wna na; r uolc mfì 117 una. socie l.à i,n c11i la r,iusli:. ia sia u~1a reall a, La lib ertà 1,n. bc11e cli ll itli, l'U((lWU1wn:.a una veri tà. EDMO NDO DE AM ICIS . L ·essenziale conrraddi zione <li ogni tiranni a politica o economica consiste nel fatto, eh ·essa è costretta a trattare come strumenti pri vi di volontà uomini. i qual i, di qualunqu e natu ra essi siano , non si pe rsuader anno mai a degra– darsi a macc hine prive di volontà. H EGEL. lan~trnità ù~l voto ll~ avorntri[i Discorso rii .\la,y :\irnrthur, organiooalrice rie/le /ey./11' indu.,ttiali femmini li in /,1y/11l– terra . E. noto a lutt i che durant e gli ul!irni due anni. molte idee p1·econcette si sono earnb1a– Le. e fra tutt i ques ti canùiiamenti quello che ci colpisce più <li ogni altro è l"alte-ggian_1en– to generale del pubblico Yersu la q11es11one del' , uffragi o femmini le. La guerr a ha get– talo una nuo, a e penet.-ante luce sulla sce– na del mondo. e molti dei costumi ed 1sll– tuzioni ùella ~utietù moderna non hanno sa– puto resistere al ,uo b.. igliore riYelalore. Le donne. al contrario, hanno molto guadagna– lo dalla luce getta ta ,u lorn dall a guerra. )la non , i creda perc,ù che le donne s iano cuml.nate: piutt osto c·è da. pensar e che sia ,·amhia lo il concetto che gli uomini hanno ,cnvire arnlo delle doone. Dobbiamo dare 1\ J:,en;·enuto ai molti conYertiti alla nostra cau– _,a: tiep idi simpatizza nti ,ono dire nl_al i en– tnsia,lici sostenitori: i contradd1t on. sono ,·ambiati in aderen ti .. Ila dico frru1camente t·he la nt!{ione data dalla maggioranZc'l. per .':!piegare il ~uo l:ambiarnen~o ~ ~ioè c-he le dvone , i ,ono gua dagnat e il dmlto al YOto in 1·icompt'1Nl del loro aiuto alla patri a. mi lascia perfettam ente fredda .. • . . Le donne facernno un laYoro mera n gho– so anche prima della guerra. Ci si dice che il Iarnro fatto adesso da lle dunne è difficile, pericoloso, sporco: ma. cosl era pure il la- 1·oro che face,·ano p1ima. C'è però una dif– ferenza .a·Je,so. una differenza c-1,e ci dù molto a pensru·e. La differenza è questa - che per molto di questo lamro le donne ri– r:ernn o una ricompen,a molto su perio re a r1uella ricernta nei tempi ant eriori alla guer- 1a. Per,·hè 9 Il fallo ehe mi ha più impres– sionata durante gli ultimi due anni. nr l mio \ay,,ro r-ome organizzatri r·<' delle leghe indu– stri ali femminil i. è que.<,to - la facilità r:ol– la quale le rlonne si procurano uno stipen – dio di L. 3 r, L. ., sterlin e alla settimana ' I , quand o queste donne r:oncorr-ono direttamen– lR crl(:(liur,min i nr,llo stesso genere di lamr o P mPttono in 1wrir ·olr, gli interessi de;2:liuo– r11iui. .\\ c-ont ra 1io s' incoutra una difficoltà (11 Oggi la lira sterli na vale ::s lire italia ne, Lascian do da parte il ùiritto tielle donne al potere po litico, il loro bisogno è ora di– rentato cosi cri dente da non essei· più com– battuto. Di questo bisogno sia prorn la \un– "" e dura lotta col ministro dc.Ile muni– ~ioni, per ottenere un sa lario onesto per le opera ie. E" una lolla non ancora coronata dalla rìtt.oria . .\la ÌI nuoru t' insornlù nlaUi le o.rgomc11to pel' l'inclusione delle donne nel nuorn rew– slto elett orale. e specialm ente delle K..ione la,·u1·atri ci, è quello che ora lron .l furo re prc~so i più a bili an· ersa ri d i al tri temp i. .l\r. .\squi lh non parla lliù di concederci il ,·010 come una ricompensa ùel laro ro fatto dura nte la guerra , ma bensì come w 1 sem– plice att o di giustizia . .\ citar e le sue prop rie parole: 1 Quando il la,·oro di l'lt·oslruz ionc indu– striale si don ·ù cominciare dopo guena , non han no le donne un titolo siieciale a far sen– tire la loro roce sulle molte questioni c:he dovranno influire dil·cltamente sui loro in– teress i, e clic p,·obab ilmente significheranno per loro dei gra ndi spostamenti di lavoro? lo non posso credere che la Camera. neghi queslo fall o. c,:l io, per conto mio . non pos– .-..onclgarc quella pretrs(l i,. Le misure politiche che ,i dol'ra nno di– sc utere, dovrann o portar e i loro effetli sui l'ilali interessi della Yita, non solo del mi– lione di a.ltre donne ohe sono ora entrate nella vita industriale, ma pure su quella di quei mili oni che c' erano giù prim a della guerra -- non solo sulla r it~ della la.\ 1 ora– trice. ma. pure sulla \'ila della moglie del larnrntore. Il nuom mondo che a.u cmo da fabbri car e non si falibrica. senza l' aiuto e la cooperazione della donna. Gi è staio dimo– strat o in questi ultimi temp i che pure le don– ne hann o dei doYeri rnrso lo Stato. :'\on ab– biamo mai cercato di scansare quei doveri : ma clovf'ri e ditilli sono cose indi vi:,rom, e il più elementar e dei nostri diritti è quello cli avere un·influenza nel formare la legge a cui noi pure dobbiamo ubbidire . La conferenza si chiuse col seguente or– dine del giorno · " Questo conrng no, rendendo conto ohe ·il problema di ricostruz ione interesserà forte– mente le ,·ite di tutte le donne la, oralr ici in– cluse le mogli dei laro,-atori , e che non puù essere risolto senza il loro aiulo. esprime la com-inzione che nessuna rifor ma eletto– rale che non amme\la il loro comp\e\o in ter\'f'ntn. può PS!=:fre !-.OJdisfacente i,. APP ENDICE LA GUERRA VSEVOLOD Il 7,-nr:r:de an,fo 11. s--dersi vic iu,, a.gli uffi d aJi r:h.:: r;,,no~e\·a, sa.lut/J tutti quelli d1e si i>r;in,, al zr.iU qrH.1nrJ,, r~gli ~r a eatra.to, <lir:en do : , .\ rr:ùrn <.,d;i't.:Yi. :-i.znori », ~r.,.my,u·11 1 Jf.nrlo IJF-1 .... 111 invit'> r1.udw mili fk.ri rli 2T:.1tloi1J!1• don· . Finirr11111; di m; ,ri gii1 1~ i1, silr:11.i•J. h:u1 1-'I , toni tch fr,,-r- Jr)rfn 1,: d<·l \'in,, r,,sso rurnrnr, P, dopo la. Sf!'r.:ond ;,1 l>ott igli a, r11H1.nd r, r:l>tJP il , i• i:iO anima to r- Jr- :io1,. rli rum tinU, H•rmig liH, mi disse : - Ditemi , ~rioviuo 1ti,. Vi r;J111mr•riir1l'· tiella grand i· rnarc-ia ·! .\fe ne r arnrn r•ntl,, h a.11 1-'l:.dr.,rdtdi. - ParJa <,tc aJJ,,ra ,-rm \V r•11trr·l, n1in ;. •·i•nJ 1 \"erisc;i1110. - Lt.J affr-rra st.e pn u11a lf1a.n<.J! don1{.Lt1dò d <.:.à,pitan ,., con una se:rietà nn po' forzat a. E quand o gli e.lil.Ji ri sposto clie inf at ti gli aw~vo fermato la mano, sospi rò profondamen te e ba tti! ron rar,idft à g-li o~chi r()n art a. in quieta. - E m11Je quf>llo cht faceste'. Cr ..rnmr tf01:V· una st·iocchezz a. ;\tJ11 vog11o, vedP,tr, farve nr– rim nrovn o... .\vft~ fatto bene... Ciof! avete agi to <-.,.(m tro la discipli na ... Sa il diavolo quel r•hP- mi dico... Scusat.r·mi... Ta.rqur,, J!Uarda.ndo a terra sbu ffando. \n ch'io rim asi in silen zio. Ivau Platonitc h bev\'e la metà del !'mo blr:– c-hier P, nien•.J e poi mi di,;c:e. bat l!-ndooni sulJP ginocc hia: GARTSCHIN Pr ornrttt:t 1!1r1idi 11011n cadr. 1<' più in que ..,t,: scappa.tf >. r:ap isco lienl• anc h'io... ,,he... prr 1111 uomo eh,.. rJ:t po(·o tempo presta ser vizio 11•m ;~ fa.di< ~ a:-...,i'-ilt•n ! i11diffrrr. nt~ment 1\ a. certi~ ~N! IIP. \Ifl CIH· 1,-0l1'11 1 fù,rr! r·on lui? E 110 c::llf' ,1rr :J>biato 'fUf>klt, \\ ',,ntz el, ..,-edete .. A.p,parr,ntr:mP11tr: l v1w Pl a.t,mit.c.-h 111m tro ,·il~ v1.t. 1Jc1.ol" wJattr•; qu ind i ric <ir~ • rd bitch iere (Js~t11, vf'd'•.tr:.. Jn s,i)tnrr1a, è un buo n rii• !.!'aa,J; 1: una mani a la suu., " cJu• TllZUt di ma – nia lo :-;rt il dif1-vr,Io. A11ch 'io una volta ho ,la– to UJHJ s('(,~.c;,onf'> a un soldato . Che fare SI' l'i1t1bet·ill+" non ,:upisre la '>docchezza. che com– mPttr~. ,.,,. ,: nn vero pezzo <li lf'gno? Mo io lo fa-<'f'io <JJJf'IP un pa dr e, senza. co.tti w:d i1., hn1.– r,1,1, f1. volte ~in rnl)lt.o in rl) ll ero. Lui inw:rr lo fa rJCr siste ma ... Eh i tu grid/J , chi;t111n.nrlo un rag azzo r umeno auro ra dr l r ino .. .\la ver rà un giorn <, i11 rn i ;uHJnì i11 giudiz io, ,, ,pw lr<,-sa <li w•gg io: i "'4'.Jld uli gli ~i , ivoltr– ran110 t()ntro ,.. al prim o 1·,>1nbr1-ttlrnr lù Pec– catr,, JH·rr·hP,, dopo tutt,,. I• on hno n n~ azzo , i;a.r,et,., nn uomo di cu1J1"r• - A11d i:tmo, via - <lis.~e Stf•IJPlko w - qua l',: quell'uomo ,li r11<,re dH" lJattPrF-hbe a q11Pl mo I],, i fi1JfJi 11orni11i? - ~ù Bapesl"'. Ivau Pl a,t,rnitch, cosa ha fat – t,, Qr n,1n è 1r10Jt0 il vostr,, uomo dl cuore I E rar<·ot1tai al capitano r<.>lf1e Vlent zel aves– s.. quasi ammr1zzatr, 1m c:oldato per una oigo.– retta. ca.,,j5ro, <'hpi ,r() 1 Ì• <.,flflfJI'(-' ~lato cr1sl !... E ricamb iamo ai piccini il sorri so dolce di una promessa Forte . pronti per ess i a nuove lotte e a vere vittorie, in un tempo migliore ch e colla giust izia ci porti la pace - G,uuA F1uPETT1. (TITOLO E 14 RIGHE CEN SURATE) Il contr ollo dei conti di t-rattori a. ~ Ieri sono stat o a mangi<ire al Savini , dove mi hm mo copert o d'ing iu ri e perchè ho ordi – nato un rosl>i{fe senza sangue . il cover fo mc l 'hanno messo in cont n riu e lir e . Avanti, co.mpagne ! Il movimento femminile in Italia va diffon– dend osi con ammirevo le intens ità. Ov,unque sor– gono circo li socia listi di donne , le quali si danno alla propaganda degli i<l 1 eali socia listi. Natura l– ment e il pret e che ci ha se mpr e vedute obbe– dieni-i al confess iona le, ci investe,c i ingiur ia, ci diffama tentand o di penetrar e ancJ:1.enelle no– srre case con la zizzania e la calunn ia. Anui or– mai spuntate ! A vanti sem pre , compag ne : il cammin o intrapre so è irro di difficoltà; ma noi sapremo superarle con la COScienza di compier e opera a van taggio dei lavorat ori ; di coloro cioè che soffro no da se coli, non solo per la prepo– tenza dei padroni e dei •preti. ma anche per la troppa umiltà dei lavorator i stessi. Infondiamo nei nos tri figli il se ntim ento del– l'amo re. della solidarietà uman a. del dir itto pro– letar io. r3 ll !GHE CENSU RATE) ROSINA 8 0NZANO. h ·cw l '~?Lonit cil ki ferma.ni . ogni tanto, sbuf – fava, poi ricomincirt\"a a pa.rlare. - In ogn i modo non è unu bestia ... Do\ e so– no meglio nutri ti i ~olda ti•? Du \\"entzel. Dove ~ono rneglio (•.:-r1·citat i'! Da \\ "eutzC'l. Oo,·c -3-0110 mi nr,ri pun iz101ii? Citi fa 111eno w ttopOJT(I, a 1·on~i~lio di gu,•1Ta'! Sem 11re lui. Vi dò la pa- 1·ola chr• <::CtlfJH av ess e que lla. pessima nbil u– ùinc , i suoi uo11lini lo porter ebhel'o in trionfo - ).'e avete porlnto con lui, h an Platon ilch'l - ..\1a si, mi sono inquietalo con lui ~1\ù di Confro il caporalafo La monda de l riso è sul finire. Le sq uadr e di donne stan no per tornare ai loro paes i c.oi gr uzzoli che sa rebbe ro se mbrati inve rosimil i qualche an no fa e che sono così picco la cosa in con~ronto dei bisogni e de l costo de lla vita . Vedendo le partire mi pareva, que st 'an no, che esse andasse ro meno sole, meno indi.fese verso il lavoro ingrato. La Società Umanitada aveva gtipulato buoni contratti per alcun e plaghe ed era da supporre che non ne sarebb ero stati con– clusi di molto jnferi ori negli altr i paes i, poich è ognuno sa come sia forte la virtù del! 'esempio e quanto valga un precedente in materia di con– tratti. Ma la ctitesa più gr ande , la miglior ga– ranz ia. cons iste va nell'obbligo di sottoscrive re e depositare il patto di lavoro pre sso il sindaco del Comu ne di part enza . Ciò significava che le mondine non andavano più. come negl i anni passati. se nza conoscere la località, nè il prezzo preci so del lavoro; che , anche incettate dai ca– porali, ess e non potevano temere d' ingan ni, di ladrer ie, poichè, quando i pat ti fossero stati mutati, sa pevano a chi ricorrere co!la sicurezza di aver,e giustizia. Invece le informaz,.ioni che gli ispetto ri della Federazi one Nazionale dei Lavoratori de lla ter ra mandano dalla risaia. avve rtono che non propri o tutto è andato come io avevo sperate; che molte squadr e di mondine sono parti te nelle condizioni d' ignoran za degli anni pass ati, che numerosi contr atti sono sta ti depos itati ali 'ultimo momento– con la firma di persone non delegate dalle ope– raie, le quali neRJ)ure conosc evano la d';sposi– zione presa a loro favore; che i caporali hann o continua to il loro odioso mes tiere di negrieri , come i propr ieta ri di risaia continu ano a dare pane mal cotto, dor.mitori fuori di ogni regola igienica 1 ad eludere la legge qua si sicuri dell 'im– punit à. Anche i provvedimenti migliori sono destinat i a riman ere lettera morta , se quelli che dovr eb – bero approfittarne non hanno la pr~a razion e– sufficiente per farlo . II proletariato è spess o il maggio r nemico di se medesimo : le donne in modo spe ciale. Chi vive nell'organ izzaz ione sa che le batta glie più scoraggia nti non so no quelle che si comba ttono cont'ro ~ padroni e gli avver– sari in ge nere. Gli avversari più difficili a 00111- batte re sono l'inerzia con cui i lavora tor i ac– cettano la loro vita, con wne le consue tudini, le ingiustizie che sopporta , i dolori in cui si piega e la diffidenza con cui accolgo no ogni princi pio di rinnovament o. Tutti g li anni, tornando dalla risaia. le mon– dine raccont ano la dur ezza del loro lavoro da schia ve. Chi non ha mai viisto una stagio ne di monda , la vede e la vive nelle loro parole . 11 sole che bru cia , l'acqua che sfibra e macera i re ttili che strapp ano gr,ida di spave nto sfiora n'do. viscidi e freddi, il vit to se mpr e uguale e insuf – ficiente, la promiscuità d~i dormh ori, il capo – rale che aveva promesso un patto e ne fece tro– vare un altro, che ru ba sui viveri. pret ende una volta ; ma che volete farci? u E un e~er– cito t•gli ùice - o una rniliii a ? >1 Egli ha ~<.:J11prl' di queste fras i stup ide . (( Lo. guer ra dice unche - è unn tale crudeltà che se io ~uno cr udele coi !--Oldati non è che una goccia nr l mare ... Sono tanto ottu si i soldat i ,i. Tn u1ta pa rola, non è possibile rog iona re con lui. E tu ttav itt è un raga zzo eccellente; non beve, non giuoca, compi e coscienziosa.mente il pro – prio dovere, aiuta il suo vecchio pa dr e o sua 8-0rella, è un buon ami co cd ò l'uffic iale più ro lto del regg iment o. Ri cordatevi di cruello dw \"i dico: o egli passe rà sott o consiglio di RUCr– ra, o qu elli là (e ind icò con un gesto la fine. atra ) penserann o o.l da far si. F ini rà ma le. E poi.. . erco tu tto, mi o caro E-old uto. cora al reggimeuto.. Un gio rno usè1' a.mo da u~1 pae_se pTima di K1chene, , e a, evaII1o l'o r – di ne d1 os~ rva.re se ogni uomo M·e,·a il se– condo pa io di -sti,·a.Ii.. .\lli neo i mie i u omini e passo dietr o per ass icu rarm i se i gamb ali usci– vano dai sacchi. Balan o,· non li :1.1\'eva. Da – ve sono i tuoi sti, al i? - Li ho mess i nel sac– C?, pe l'chè ~i con~el'vino meg lio, \"Ostra signo... na. - Tu mp.nti! - 11a niente affatto vos tra signol"ia, li ho mes si dent 10, perchè' non si bugn in o 1,. E m i diceva tutto con un 'a ri a mol– lo dbinvolta. . l.eYati il sacco e a.p1ilo n . Ve– do cl1e non upre il sacco, ma t.irn. i gamba.li senz~ ap rirlo"· Ti dico di apl'i1·lo. - Li tire rò fuori 1o stesso, vost.ra eccellenza 11. Tu tt av i:--1 do,·è finir(' ron l'obbed ir mi. Tir ò itw c.ce dal ~acca. nt'fernundolo per le or('{"chi e, un ma iali – no da la.tte vivo, n cui a,·evn. legato il m uso con un o spago, per imped ir gli di gr ugni re. Dopo avor portato la mano destr a al berre tto as sunse un 'n.ria contr ita, senza pe,rò nbbn.ndo– nare il ma ia1ino che reggeva con la m ano si – nistra. Que l brigante n.veva. n 1bn.to la best io ~e~°o ~rtg:t\!;. 1 ; onfe'-So che non pote i fare a naSt~?i:'~~O\v soffoenvn dal rid ere : potè appe . Ivau Pl at.oni tch mi battè am ichevolment e sull a spalla, tir ò fuori un n bor sa da taba cr o " rotolò una gros.~o. siga retta. Dopo ave rla in– nlata m un bocchino d'nmb ru, mi se l' amhr :1 fr;~ 1 dn 1ti e mi passò la borl-H.t. in silenzio . E vero che a volte nor 1 si può fa re a me– no di ,i.;r.notPrecerti soldati: puhno harn bi11i... Conosrr-t" Balanov? ~te-Lelkow dette in una l'i"-aln. Via, ,·in, Ste,1,elkow horhotfì, h-;11 1 P ia to1iiteh. R un vecchio sold ato, un frequcn– tat()rc della sa la di disciplina, è da dodi rl an – ni in SPrvizlo per le sue S<'a.ppnte!-Oicovo <l1rn r1ue che qnesta canag Jiu... Voi n nn era va.te an . - \'la. con c~e coso. .. l'hn. pic chi ato, Kasa– now ?... Col maia le stes so... Gli st rappò di ma– no il m aialino, <" l'ha bat tulo con quello !... .E _chP potf'vo fa r('? Mand arlo soìto ,·ons1gl10? (Cont inua ). A bbo natev i ali 'A van ti I Abonamentoannuoalla IIDif esa 11 l, l.~D

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