La Difesa delle Lavoratrici - anno VI - n. 10 - 3 giugno 191

del solito, divagalo ali 'aria aperta per distrarlo il più possibile dal 1ricordo e dal desiderio del seno materno ; ma la buona madrt! deve saper ç aziemare per tut '.o il tempo necessario , in vi– sta dei benefizi che ne deriveranno alla sua creat ura e a lei stessa. . .. Finito I'al!attamenro, il bambino è ormai completamente staccato da!! 'org anismo mater – no; la madre ha compiuto uno dei suoi più san– ti dover i, ma altri ne ha da assolvere ancora e sempre, poichè la Maternità intesa nel suo alto significato. è appunto missione, doPere, dedi:i one : è l'importante cGntributo della don– na al progresso della società . La madre che ha finito di allattare il proprio bambino. deve più 0i'1e mai circondarlo di cure specialmente per quanto riguarda la nutr izione, poichè è specialmente dopo il divezzamento (e per i disturbi prodotti dagli ultinti periodi di denriz:!one e per il desider io che ha il bambino di mangiare ogni cosa) che la sua salute è mag– giorme nte in pericolo. Infatti è incredibile il numero di bambini che muoiono nel secondo anno di vita per malattie intestinali e per at– tacchi di convulsioni infantili le quali sono qua– si sempre la conseguenza di disturbi digestivi. Un graviss imo pregiud izio molto diffuso fra le madri. anche istruite, è che « per formare ai bambini lo stomaco buono e forre. è neces– sario abituarli da piccoli a mangia re di tutto )>. Ebbene : nulla di più errato. Lo stomaco dei LA DIFES A DELLE LAVORATH!Cl bambini non si può abituare; nei primi anni di yira il nostro appar ato diger ente non secerne t~ttt> le sostanze chimiche atte a digeri re ogn i sorta di cibi. Se si sommini stra no adl un bam– bino dei cibi non adatti, forzando così le sue fun zioni digestive 1 gli si guasta e gli si dilata lo sto maco invece di abituarlo ( ?), gli si infiam mano gli intestini causandogli enteriti e diar – rea, non solo ; ma tutti questi disturb i non so– no che l'inizio di una lunga serie di so ffei-enze che accompagneranno l'uomo duran te la sua vira. La maggior part e delle malattie di stoma– co e di intestini che affliggono l 'uma nitd r.on sono se non la conseguenza di una catt iva at:– mentazione infantile. Nu1rendo invec e il bambino seco ndo le pos– sibi lità della sua cos titu zione, se nza forzare gli organi della digestione, senza alterarne I 'equi– libr io, s i riescirà davvero a <1 formargl i lo sto– maco forte )>" e gli si assicureranno buo ne fun– zioni digestive per quando sarà adulto. E non è qui il caso di ripetere quali conse– guenze abbia la digestione sul caratte re,· sul– ! 'umore. sulle decisioni degli uom ini : su ogni moro del! 'a nima umana, per dimostrare I 'im– portanza di una razionale alimentazio ne del bamb ino. Fino a cinque o sei anni, il latte, le uova, le minestre debbono esse re la base del suo nut ri– mento. limitand o invece l'uso della carne, dei cibi acid i, o comunque eccitanti. (Con tinua). A. MAR I. Il commento di un commento Qua e là la donna, o meglio la orga nizzatrice, compresa de.1'.a possibilità insperata, dovuta a! periodo attuaie, tli arricch ire la pro mett ente famiglia delle donne soc ialiste si domanda su quali basi sia meglio affermare l'.J organiz zaz io– ne fen,11inile. Non su qual i concetti, no: su c;ò non si discute , si impara. Tutto quanto è sacrato ne1: programma soci~1;is:a, è }atto suo dalla donna con intelligenza e con fede. e·~ in Italia chi pensa che le giovani do– vrebbero stare nelle Sezion i giovani maschili e, le adulte cog i ad ulti ; chi sostie ne c·he 1'.e don– ne debbano prima stare in incubazione nei grup pi educat ivi, chi arditamente dice: La don– na fa parie del grande albero soc ialista è car– ne della sua carne e deve essere par/ ali 'uo – mo, quindi si isc riva come I 1uomo neqa sezio– nP .de~ii l!Sperti, dei dotti e dei capad, e poi .rn ultima prov a, riuscita nel Biellese magnifi– camente. La donna orga nizzata politicame nte da sè, ~ffiatata sempre coi giovani e cogli adulti , ma libera , benvoluta e difesa nella sua azione dove scompare il timore e la timidezza, a tem– prare i suoi primi sforzi per la conquista di tutto un avvenir e. ~ull' orianizzazione politica femminile Fanno tutt,i bene e le prove danno tutte ot– timi risultati. Secondo noi quindi non è buono n.è _utile. insister e per parte delle une perc he s1 riformi o si disfaccia il buon movime1110del– le altre col pretesto del~a libertà d'ell.:J. critica o colla pretesa che non si possa no fare e crear~ le 11 soc ialiste a macch ina 11. Que sto va detto per le compagne di Torino che ins.istono un po ' troppo perchè il loro me– !odo del gruppo educ ativo sia più che imitato, Jmposto. Come organizzarci ? 11 sorgere ed il fiorire, in quest'ultimo scor– cio di rempo, delle virie sezioni femminili so– cial iste, in ogni parre d 'Italia, reca con sè per il nostro Paniro il prospettarsi d ·una nuova questione, quella dell'o rgani zzaz ione politica delle donne, che accorrono volonrerose a so~ie– rarsi con noi per !a lotta contro la borghesia capit alista. Finora il movimento femminile fu lasciaro quasi in abbandono dai compagni adJl– t!1 e conse guentemente in ogni regione d'Italia sono soni circoii femminili aventi statuti e re– gole diversissime; ciò che , col progredire del nostro movimento, non può che produrre il di– sordine e la mancanza d'affiatam ento fra le varie sez ioni. inceppando il lavor o che esse de– vono svolgere . E d ·uopo dunque coordinare \ 'opera dei va– ri gru;,pi femminili, ed incanalarne le forze in un organismo che le raccolga tutte quante in sè . Ma le compagne non sono tutte concordi sul modo in cui deve avvenire l'or ganizzaz ione po– litica delle socialist e, e 1 almeno qui nel Pie– monre. si manifestarono due tend enze, riguar– d:> a.Jla maniera con cui si devono for:nare le sezioni femminili. A Torino e nei suoi dintorni le compagne più pro•·ate e coscienti sono inscritte nella sezio– ne rpista del Parriro. ~erchè credono dannoso e contr2rio alla concezione socialista della lotta Ci cl2sse. il separare il movimento femminile da quello maschile. e precisano che un ·orga– nizzazione distinta si debba avere solo per quelle compagne giovani J era o di dottrina. le quali. benchè simpa tizzanti con noi, non si sentono ancora il coraggio di un irsi coi com– p2gni nelle discussioni e nelle lot:e , e di vin– colarsi ad un passo così serio com 'è quello de!– ! 'iscrizione al Partito Socialista. Per quelle donne si fondarono, per parte del– le compagne già iscritte nella Sez·one Mista, dei gruppi educativi, femminili. nei quai esse continuano a restare , come gli uomini restano fino a 25 anni nei Fasci e poi nei Circoli rio– nali. I grup;:ii femminili hanno lo scopo precipuo di educare socialisfca:nente la don na per mez– w di discussioni , conferenze e letture, forman– do cosi come scrisse la compagna Giudice, un ·antic~mera dove le donne o si preparano e si maturano per poi entrare decisamente nel Partito. o dove spaventate dai sac rifici che por– ta con sè la lotta socialis·.a, s'allon tanano, sen- 1?.a che quest'abbandono possa esser di grave dann o, come lo sarebbe se esse fossero delle tesserate. Nel biellese invece son owrte. distinte dalle maschili , delle vere Sezioni femminili sociali– ste, le cui socie hanno ritiratQ la tessera del Partito uguale a quegli degli uomini. scindendo cosi in due schiere distinte I'eserci~Q soc:alista. Le compagne di questa plaga credono che le donne riunite in sezioni miste, anche -se Cl'J– !;cienti, per soggezione. per pigrizia e per man– canza d'incitamento da parte dei compagni a– dulti non svol~ano un lavoro proficuo. Nc,i torinesi per l'esempio di tante con:pa– gne, d2lla Kulischioff alla più oscura gregaria c1e insieme lavorano per la no~tra costante r;pe:-a di propag2nda anche se inscritte in sezi-:>• ni m :sre, non crediamo gius·o il cr:ncetto delle compagne biellesi. E poggiamo la nostra con– \'inzi one su questo fatto: se le dvnne che en– trano nelle sezioni sono veramente socia!Iste, dannnso ci sembra separare la loro opera da quella dei co;;1çagn=, infat•i se le s0Cialiste delle sezioni femmi nili avessero (come avve nne nel biellese) solo il vow consultivo per le questio– ni che il Partito Socialista deve risolve re ciò costituirebbe una paten'.e d 'inferior ità p~r le donne. e se avessero i! voto -delibera tivo ciò sarebbe un ·altra ingiustizia rispetto ai gi~vani dei Fasc i, i quali hanno i! diritto di parte cipare alle assemblee del Partito, ma non vi hanno di– ritto dì vero perchè troppo .giovani di età, men– ire per le Sezioni Fem minili avverebbe (come suc cesse ad Alessandria ) il caso in cui le ra– gazze dai 15 ai I8 ann i potrebbero deliberare su tutte le questioni più importanti che si pre– se ntano nel nostro Part ito, que stioni che per la loro .soluzio ne rio"1iedono una compe tenza ed una maturità di giudizio che una persona giovanissima non può certo possedere. Que sto, pur .'.lm:nerrendo che le donne iscri tte nelle se– zioni siano già convinte della bon1à del nostro ideale e del met odo della lotta di classe ~dot– tato dai soc ialisti, cosa che nessuna comi:-sgna, che conosca lo svolgersi ed il funzio namento dei nostri grupp i, può affermare. perchè il nu– mero delle socie dei vari circoli del Piemonte è piuttosto oscillante; in ognuno di essi vi sono sempre delle simpa:izzan ti, che , entrate in un impeto d'entusiasm0 nei ncs rri circoli, e spa– ventate dagli arditi problem i soci2.listi che sov– vertono econom ia, religione e morale od osta– colate dalla fam iglia di cu i, come donne, sen– tono maggio rmente il peso. ne esc ono poi dj– ser tando a poco a poco le nostre 2.ssemblee le nostre riun'.oni. Per ques1e rag ioni, svi lupp ate da altre com– pag ne e da esse nel Congr esso Femminile So– cial ista !en utosi a Santh ià il giorno 6 maggio, le donne soci aliste piemontesi, le biellesi com– prese. si unirono nel votare un ordine del gior– no che vuo'!e che l'iscrizione alla sez ione o al gruppo femm inile non porti con sè il possesso della tessera del Partito Soc:al ista, tesse ra che -deve esser data solo a chi entri nelle Sez ioni Miste di esso Partit o. Io credo però che per il bene del nostro mo– v mento sia d' uopo che tutte le Sez ioni femmi– n!li italiane e la Direz ione del Partito studin o la que stione del! 'organizzaz ione politica della donna, per poi dare una decis ione in mer ito, alla quale si conformeranno tutti i gruppi dan– do una maggio serietà, discipli na e forza alla loro opera di propaganda. Per qua nto riguarda l'organizzazione di tutti i vari circoli, o gruppi, o sezioni femminili, (a seconda de lla denomi– nazione che parrà più adana) le compagne pie– montesi si trovano pure concord i nel parere di formarla in modo affatto sim ile a quanto av– viene nel movimento giovanile, raggruppando i circo li di ciasc una regione in una Federazio– ne Regionale e queste Federazioni in una Fe– derazione Naziona le. Essa dovrà ave re un Co– mitato Direttivo, che sarà compito d'un prossi– mo Congresso Femminile Socialista Italiano di eleggere, ampl iand o l'attuale Comitato Nazio– nale Femminile, che, costituitosi negli anni in cui il movimento femminile socialista era mi– nimo, deve esser modificato ora che iJ suo com– pito si farà sempre più importante cd efficace . Ouesto è il parere delle compa~ne piemon– tesi "'er quant() riguarda I'or~anizzazio ne poli– tica d~lla donna. e spero eh 'esso sarà condi– \ jc;.odalle S()Ci1li~te italiane d'ogni regione; in caso contr2r:o confido c'ie si a!"'ra una discus– c::ione in pror,osit'l sulle colonne di ques-to no– stro cnro gior11a!e, rer far si che il mov imento femminile socialista esca dal suo stato di ne– bu!oc:.ita -e di dic..ordine, per hrsi cosc iente .e fo:-te per le lotte eh 'es~o deve combattere per I 'emancira1ione del prnletariato e della dnnna CLEI.IA Mn:,aAr:--:A\A. Se ad esempio nel BieLese un cons iderev o,'.e numero di sezioni giovani , non giovanili, forti di numero e di fede , si trovano bene nell 'ar – moni c~a forma dela loro organizz.azio ne, per – chè s1 ,dovrebbe loro consigliare un metodo nuovo? Chi sta bene non si muo ve. Già a Reggio Emilia osseq uienti alla disci– plina del Partito noi stesse invita mmo la dire– zione de! Partito d'accordi.o col Comi tato della Unione Nazionale delle donne socialiste di vo– l~r un_iformare definitivamente la nostra orga – n1zzazwne. Da oggi al pros simo Congresso nazionale noi quinè.i dobbiamo attendere ad una opera vasta di propaganèa e'ementare o di c~turà profon – d~. a seconda della possibilità e del luogo, e siamo col dirett ore del Corriere Biellese, 11 nOn procediamo con critiche oziose tutto il vasto favoro .d'i seminagione che ognunn può dare. coi crit eri cile crede più adatti, al 1 .a cumu.: e pro ~ paganda del nostro ideale 1>. Co nclu diamo: Dal Congresso di Santhi à le compagne del Bielte se sono ritornate con la impr essione che si sia sc iupato il miglior tem– po a critica re.. ir bei: lavoro e la bella orga– nizzazione che le avevano fatte partire fiere ed orgogliose incontro alle comoagne di To- r;nc . · Il Congresso di Samhià, ano~e con 1 'ordi~e del giorno Belloni , non ha mutato nu 'la, le co– se restano ta1'i e quali . Ed è per questo che a noi .pare che il Congressino di Santhià abbia dedicato troppo poco tempo per tracciare nel Piemonte, nelle zone in cui l'elem ento femm i– nile è ancora in braccio del pregi udizio relig i~– so una opera di att iva propaganda che in questi momenti prop izi avrebbe dato c: timi fisul tati. Pensiamo però che questo compito se lo as– su merà la Commissione Esecutiva de! C. R. P . e poi plaudir emo a ques to sforzo e porter emo concord; ove sia possibile con entusiasmo e lealtà il nostro contributo. T ILD E M OM !OLIANO. Libertà d'amare Mentre tuona il cannone distruggendo, non sarà male occupar si della forza che rigenera il mondo. u La Difesa delle Lavoratrici n me ne offre con uno spunto polemico la bene accetta occa sione. Amore senza vincoli e fren i d 'indole mate– riale e morale? Ma se una morale sess uale es iste, (perchè non dovrebbe esistere?) essa porta con sè - al disopra delle costumanze e dei codici - vin– coli e freni che nessun credo e nessuna dot– trina potranno mai sconfessa re od abolire. Tut- 1e le migliori forze umane sono sogge tte, nella loro libera esp licazione, a inibizioni d'ordine superiore, ohe sono affermazioni d 'indipend'en– za e di libertà, ed espressione, quindi. di rag– giunt:1 perfezione. In una società di liberi, edu– c~t! al freno della volontà rnh bella visione d'uni sovnata umanità felice!) queste inihi– zioni sorgono del fondr delle coscienze, e sono perciò più che nni ,·ive ed imperiose, e più che m1i fattrici di ordine e disc 7 :,lina. Ma chi nub oggi garantire della perfezione conseguita <l.alla volontà um.:1na nel campo dell'amore. e proclamare, cosl a prior i, legittimo l 'atto grave che spezza le unioni le{{ali e diss~ lve la fami– glia, ba5e della soc ietà? Troppo il dir itto di vi– vere nella sua pienezza la vita sessuale può confondersi in noi. a nostra insaputa, con im– puri bisogni di rinnovazioni e di cambi, e trop– P'J il gesto violento ,..ub riassumere in sè la rib ellione del dir itto offeso e i 'impuro spasimo oel senso esasp era 10, o stanco! Su che cosa si fonda oggi ques~ ramo con– troversa libertà d'amare? Chi la regola? Chi la disciplina? L 'isrinro, farse 1 la più cieca · e la più fal1ibile delle torze , o l 'ardore che to– glie ogn i libertà di giudiz io? Guardiamoci in– torno: la gu err a che ha diistructo il focolar ·e allontanandone l 'uomo, ha rivelato le nascost~ ,piaghe che deturpano l'organ ismo sociale con– sidernto nella sua genes i e nella sua sinte~ i ses– s uale. 1 brefotrofi rig urgit ano ora di innocenti se nza famiglia. Piaghe che dolgono e che avveleneranno ohi sa per quanto nuo vo volgere d 'anni qu es ta fra– gile e comp licat a umanità . E noi 1 gen erazione che passai siamo responsab ili tutti di questi mali! Cosa è stato fatto finora per armoniz– zare nei giovani le imperiosità della carne coi dettami della rag ione? Chi ha ma1 curato in tal se nso la gioventù? L 'adolesce nza e la giovinez– za - così danno sa mente precoci nel! 'afferma – zione della vita dei se nsi! - sono state sempre abbandonare a sè stesse, ed obb ligat e dal no– stro colpev ole quie1ismo a rubare di tra le ma– glie della oiù falsa e fosca educazione le bri– ciole (ahimè! ) d 'una scienza che più di tutt e Je ~hre ha bisogno di chiari, oculati e disciplinati rnsegnamenr, , alla luce del gra n sole della vna. I I P_roblema dell'educaz ione sess uale, posto da emin en ti italiani , come Lornbroso e Mante– gazza , .e _illustrato poi da una sch iera di degni <::eguac1, e passato fra l' ind ifferentismo delle masse diffidenti e impr epa rate (non poch i ti– morati se ,.e sono sca ndal izzari addirittura ) e la_soc ietà - nè l'aristocratica , nè la borghese n~ la proletaria - non vi ha posto menre, nè v1 pensa. l social isti, sal tando di pie' pari il problema 1 hanno fatto !o~o l'ass ioma che ne consegue, e con h scapig liatezz~ degl i studenti in vacan– z~i hanno procla mato : libertà! fra gli osanna d_una turba gioiosa , ricca di sangue giovane libera 1 '.a da un incubo. E sono sorti - in buo~ na fede - i banditori e i giu stizier i della legge nuova, e nes su no ha nepp ur lontanamente pen– sat o che urgeva prima... la categoria degli iniziati. È stata una ... spens!er2 tezza simçatica ma il socia lismo, che è nel suo conte nuto icÌeale .dotrrina e scienza.. di vit3 e d'educazione no~ può trascurare il grave com;Jito. Dopo lo ;quas – same~to della travolgente bufera che passa Ja umamtà avrà bisogno del riposo che rigen ~ra del so_ffio che rinn ov3, e que sto rinnovamenr; non si prep.ara lanc;ando l'individuo inconsc;o contro il groviglio dell e leggi posre a difes a della presente compagine soc iale. I b.anJito: ; del nuovo verbo non posso no esse re dei ciec hi e degli !rresponsa~ili. e il soc ialismo non potra nulla imporre pnma d 'esse re in grado di difen– dere le sue creatur e dalle conseguenze delle af– fermazion i nuove in ambienre nemico. Il dilaga– re delle presemi miserie del senso si accolg.a co– me un monito e come un appello alla ricerca di più sane forme di vita, e non sia inutile q~esto non confe ssa to e pur tanto tragico stra – zio umar..u. i i a~r0 all_e generazioni novelle un campo va~to pieno d1 luce: bisogna sapervi porre ! 'oc – .;.h10 ed il cuore. La verità. da conquistarsi nel c...mpo dehl 'amore è forse la più lon tana e la più ardua , perchè la sua or bita è attraversata da falsi soli, e per distingue rla ej acco::r!ierla . in noi ci vog:iono nervi saldi, pensiero fo;te ed occhio abituato alle altezze. Si porti l'umanità al livei'lo adatto , poi s' imponga la legge! E fin che l'al tez za non sarà raggiunta ... pazie nta re! lavorando per la puona causa. Bisogn a aver co– raggio e_costanza,. L 'umani tà se nte il peso del– l_apropria carne. e non s'affretta a sa lire: essa a~cend~ per gradi. allontanandosi, non bisog na ?1ment1carlo. Ogni rivolu zione nel campo delle, idee ha avuto secoli di sto ria : ha assorbih energie. spazza to debo lezze, sch iantato forze tra volgendo bene e male insieme, per dar vit; alla nuova creazione. Bisogna aver fcrza e fede. Quel 1 e due sezio ni soc ialiste riunite per con– cludere l'espulsione dei dué ama nti fuori leg– ge, _avrebber? potuto trovar qua"lche cosa di stanco: m~ il ca_so singolo mi suggerisce qual– che cosa d1 meg lio da fare in questo ten:pesioso n~omento st_orico_: ma il caso singolo mi sugge– risce una nAess 1one, che esce ·diretta dal fatto della serena concordia dei due coniugi. Anche irt c?nc_ord1a so~tanto, vivendo insi eme , avviene che ci s'. sca mbi a inevit abi lmente dei be nefizi. i ~ua! 1 creano automat icame nte dei doveri ìn chi 1t nc~ve : e il caso noto, sia pure com e bella ecc~z 1one_, poteva ben offrir alla donna l 'oc– cas10ne. d1 una onorevole vittoria sop ra sè stes – s~-- Po1chè no~ è <letto che la pe des tre um1- n1~a d~bba salire_ soltanto perseguendo la pr o– pria, sia pur le~1ttima gioia, per le vie lar ohe del ~:,.. e n~n possa {{iungerc anche at'rave~so !a s;:•m~sa via de~le rinunce S.:1rJ ffeno comodo, certo, ma non perc iò mena onrrevolc e bello. Il sacrific io utile (è Re_mprP util~ il s~crificio che c' inn alza. ris par– mrnnd0 guai) fara se mpre onore ali 'uman ità. quale che sia il credo da e,s, profess,tJ. Chi potr~ c:rnnHr oggi rettorica 1 a santa poesia del sacnfìc:a. oggi che 1a straziata umanità trova lenim(.!nto solo in qL\esta bell'.l astrazione. che ha preso forma di tutte le più pietose bontà umane? ADALGISA BREVIGLIERI.

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