La Difesa delle Lavoratrici - anno VI - n. 10 - 3 giugno 191

'u r.o Yl - N. , o. ONV'lll~ fL,f 9 ~"~--~ -u_u_v~ J~~o~'~' ll_"'_!l"_)~f_ _ _ 1~0_1_·s~o ·1sod 'JJOO ·o/a · !l!JJt?JO .U?1 3ft3P US:.1}!0 -.. .. Ee u .• E LA s .• D O ME N ICA.. DEL .MESE u " ÀDOO ABB OllAIII PIT0 I . L 1,50 s..., .. ,,•. . L. 0.311 REDAZIONE ED AMMINISTRAZIONE: ESl'f'ILP-.0 IL Do~..-10 MILANO - Via S. Dam iano, 16 - MILANO germidella società futura Il genera le Dallolio, sonosegretario di Stato per le munizio ni, nel! 'inaugurazione dell 'lsti– ruto profess ionale Fe!trinelli, per la scuo la tor– nitrici, affermava le benemerenze delle donne italiane, e dirigeva un eloquente sa luto così a quelle dedite ad opere, di pietà, come a quelle che lavorano nei camp i e nelle officine. Egli ricordò (da che pulpito viene la pred i– ca!) che la donna ha saputo assurgere ali 'al– rezza civile del! 'uo mo, e anche supera rla, per cui - disse - non sarà più lecito contende rle quei diritti che essa si è !n ral modo conqui – stati. Davanti a tante affermazion i, così spesso de– cantate dagli uomini che dirigono le sortì della Naziene. insorg iamo tutte dunque. Donne dei campi, e delle fabbriche, maestre, telefoniste, telegrafiste, commesse, forse non sentite al pari dell 'uomo, e più degli uomini quale è il vostro magg iore interesse di salaria– te? Tutti i nostr i iuteress i di sa lariate, tutt i i nostri doveri di madri. di spose. di sorelle, ci spi ngono nel! 'arena politica. La macc hina, la gran de indus tria, lo svilup– po colossale dei più svar iati servizi pubblici. la trasformazione inSomma della vita social e sempre più in senso collettivo, ci hanno tolte al focola re domes tico, e lanciate nei vortici del– la lotta per l'es istenza. Ormai tutte le donne sono costrette ad offrire la loro forza ai capi– talisti: mar tirizzate in mille modi. martir io ohe si ripercuote poi su tutta \ 'intera stirpe dei la– voratori. Questo sfruttame nto senza limiti. nasce solo dal fatto che noi siamo fuor i della legge e della' Nazione. le paria, le minorenn i perpetue. Il legislatore ci ha sempre ignorate; ma ac– ciò la riforma non si possa dimenticare, stre t– te in fascio nelle nostre organizzazioni, affer – meremo noi stesse la volonià di ottenere la cit– tadinanza che ci fu ricusata fin qui. GIUDITTA 8RAMB1lLA. O -o 'oc ,.:. j ·.1 "!lz. rc e ol,J:r.d.z.5e 50 copie. UD. uui:::ooro Cen1. 5 L. 1,50 }00 copie. L. 1,- ESTEP!O tL DOPPIO '" Anche ta p iù umile pi·olelariu. sfo pure pi in> di co//111-a e di ri1Jor:c:e i11telldtuali, vuò e– splieai·e 1m'opera vaUda ecl efficuctJ per il divenire del SociC1lfamo, solo clltJCissolva de– g11ame,1te il .mo co111pto di 11mdre: {/te soppia al/er,w·e - ver le ldte del do,mwi - dei fiyli san i, forti, eq11i'ib1·ali ,. Il divezzame nto del bam bino deve farsi quando questo ha presso a poco un anno di e tà. Qu esto ter inine non può esse re però fis– sato_ in modo ass oluto, perchè nefl ·accinge rsi a divez zar e un bambino bisogna tener conto di parecchie circosta nze. Prima di tutto è ne– cessario che il bambino sia in ·buon1 salute; devesi quind'i evitare che il divezzamento coin – cida con uno dei dolorosi periodi della denti– zione ai qual i ho acce nnato nel preceden te ar– ticolo. Così pure non si deve intraprendere il .divezzamento in tempo di malattie epidemiche dei bambini, nè nei mes i più caldi d'estate quar:do sono freq uenti i distur bi intestinali pro– dotti da un mutamento di reg ime. Il divezzamento deve farsi gradualmente. Moire donne non sanno app rezzare i benefici di questo sistema e tolgono bruscamente il se– no al bambino non ancora abimato ad altri ali– menti; ma ques ta maniera irrazionale gener :i grav i inconvenienti 6ia al bambino ohe alla nutrice ... Il bambino che non può improvvisa– mente abituarsi al nuovo regime. nè può di– ment icare ii seno materno che era la sorgente di tutte le sue gioie, rifiuta i cibi. va soggetto a vere cris i di disperazione che ne al!eran:.> ii sistema nervoso e le funzion i digestive, e in pochi giorni diminusce di peso. si ammala di diarrea. perde il color ito, diventa irrequie ,o, intrattabile, malan dato. Mdlte volte, da un irrazio n.1le divezzame r.te >, ebbe origine per cert i bamb ini un gra\'e inde– .bo!imento organico che li rese facile preda del– le peggiori malattie. Quando si è deciso di divezzar e il bambino, si deve incominciare a disabituarlo dalle pop– pate di notte sostituendo le con tazze di latte tiepido oppor tunamente preparato come a pre– cedenti indicazion i. Quando i! bambino è abi– tuato a non fare più le poppate di nott e. si in– comincia a diminuire gradatamente anche quel– le di giorno sost ituendo le con pasti di altri ci– bi dei quali abbiamo già parlato. Quando pci si sarà abituato ad una sola popp ata per giorn:>, si potrà smettere del tutto. Durante il divezzamento, la mad re deve mangiare meno de l solito, evitare i cibi liqui– di e molto sostanz iosi, e bere anche il meno possibile. Ciò µe r diminuire gradatamente la secrezione del latte evitando che vi sia bisogno in seguito di arrestarla violentem ente con pre– parati chimici, poichè il fatto di dover arrestare improvvisamente la secrezione lattert e la fun• zione dell'allattamento è sempre dannoso al– I 'organismo femmin ile. Per divezzare gradatamente e razi bnaltre nte un bambino, occorrono delle settim:ine (qu'.ll– che volta un mese o <lue) e durante questo te"'l:– po il bambino ha bisogno di essere curato pii:1

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