La Difesa delle Lavoratrici - anno IV - n. 11 - 6 giugno 191

Ann o IV - N. 1 1. 6 Giugno 1915. • • E:SCE LA 1.• E LA 3.ft DOMENICA DEJ._.. .MESE • • ABBONJUIEIITO 1 REDAZIONE ED AMMINISTRAZIONE : Un numero C e n1: . 5 . L 1.50 Semestre .. L. O.BO MILANO - Vta : s. Damiano, 16 - MIL ANO 50 copie . . L. 1.50 100 copie . . L . 3. - ESTE"'° IL DOP PK) ALLE COMPAGNE Ci perdonino se non pubb lichiamo i mol– ti articoli. pervenutici. sulla guerra. Passa– ta qllesta buf era, quando la vita rip renderà il suo ritm o normal e, torne remo a discut e– re. Ora noi pensiarno che , abbiamo tulli un do– t'ere. nell'or a pr esente. un dove re al quale nessuna di noi si deve sottr arre. In ogni città, in ogni paese sorgono co,ai– tati. Alcune coni pagn e ci scrivo no: (( Dob– biar no jarn e part e? Non venia'mo meno ai principi socialis ti, accettando un lavoro in colla bora=.ione con borghesi e cler ic ali? S ai credia1no che in questo 'momento non si possano far e per conto nostro comitati speci1li, che avrebbero una scarsa effi– cacia. Si traua per ora, di lenir e in comune, mi– serie e dolori. In periodi normali noi credia- 1no che il nostro lavoro superi il concetto della beneficenoa borgh ese, tarda ed ineffi– cace. M.a ora la vita normale su bisce una cri– si, una stasi, e noi non veniamo meno ai nos tri principi socialisti, cercando di lenir– ne gli effetti. E in tanto non inte rromp iamo il nostro lavoro : lavoro di propaganda e di fede, che neppur e la guerra affievolisce in noi. Oso diTe che l'aumen ta. Abbiam o misu– to ora le nostre for:.e, sappim no quant e ne occorrono al proletariato, per raggiungere la sua meta. Finita la guerra anche le discordanze nel partito, gli .atteggiamenti diver si, noi. li giu– dicheremo con maggior serenità , alla luce di una critica più obbietiva. E avremo imparato 1nolto, tutti. Non per– dianioci di fed e, compa gne care; chissà che dalla grand e crisi della storia d'oggi , non venga al proletariato un aum ento di forza J C ".i può predire con sicure:.za, le grandi liner dell'avvenire ? Ciò che la patria deve ai suoi figlicombattenti Treprovve~imenti ~apropugnare e ott nere imme~iatamente. Com unque si sia g iudicato e si giudichi della guerra , un-o solo può e deve essere oggi iJ comune , W1anime dovere di ogni ita– liano: che i sa.critici e i dolori che essa c~ sterà al paese siano , per opera di <:un i, le– niti e re si il meno duri e meno acerbi che sia possibile. A tale scoço oggi , noi donne soc ialiste , dobbiamo adopera rci in ogni modo e dare tutte le po ssibilit à di attivjtà , di zelo , di la– voro che sono in noi. Ma , olt re l'azione in– dividuale che è certo ½a p-iù necessaria e la più impo rta nte , a questo scopo possiamo e dob biamo anche svoJg ere un'a zione coll et– tiva . Pure trala sciando. in que sta tragica ora, ogni azione di polemica settaria o di astioso contrasto di iparti ti, dobbiamo aff.ermare sempre 1,;va e vivace la nostra linea di di– fesa di classe, promuovoodo e difendendo quei provvedimen ti, da parte del Governo e degli Enti pubblici, che possano meglio si– gnificare opera d-i sana democrazia sociali– sta, e che avv anta ggino specialmente I.a par– te più numerosa e più V1taJe della nazione e que lla la cui difesa, in que sti momenti più c'he mai, e affidata al Partito Socialista: il proletariato . In una g uerra colossa le e costosa come per forza, necessariamente, deve essere la guerra at u ;i.le , bisc,gna assc,Jutament.e che la macch ina burocratica. dello Stato abban– doni le sue abitudini di grettez za piccina e pedante . E necessario che anche dall'alto si faccia o-pera di pacifica'mone e di unità na– zionale. Sono ridico le, e peggio, sono stupide in questi istanti, le m15erie irritanti economie del milione e delle centomila lire fatte sulla pelle di chi, dando tutto si: stesso alla pa– tria , ha anche diritto di attendere in com– pen so che la patria rispon.da al suo sa– crifi cio con amore e con riconoscenza. e mostri di apprezzarlo non lesinandogU i conforti possibili, anzi a.ccordandog-lieli con gitLsta lar ghezza. Così. per esempio, il giorno ,te so della dichiarazione di guerra. 1 .f;lornali portava– no due colonne di prosa burocratica, irte di minuzioc:;e pre5Criz1oni e istruzioni per regolare l'uso della franchigia postale nella corr ispondenza dei soldati. E la conclusione è che k famiglie dovranno continuare a spendere due soldi per ogni lettera e i con– giunti non stretti e gli a.miei sottostaran no aJla tari ffa comune, e, il militare stesso il quale vorrà spedire. tra fami,glia, parenti, amici ... e morosa , tutto comp reso, più di tre (dico misere tre ) cartol ine la settrimana, dovrà pagarne il francobollo di tasca pro– pria. Si può imaginare disposizione più as– surda , se si consideri l'immenso bisogno che ha il militare , a tu per tu ogni giorno con la morh ;. e isolato da tutt1 i propri cari, di mantene rsi con essi in contaitto per lo me– no spiritua le ed episto lare ; se si consid eri d'altra pa rte il bisogno uguale se non mag – gio re delle famiglie, la sete arden te di noti– zie del figlio o del marito lontano, unico ri– sto ro all 'a ngosc ia di tante migl iaJia e mi– lioni di donne, di vecc hi, di fanciu lli ? E infine, bisogna anche conside rare eh.e nei paesi e nei ternp,i di guerra il recapito e la distribuzione della corrispondenza, e tulio quanto il servizio posta le è sog getto a vi– cissitudini capricciose ed inevitabili,. a co nti– nui disguidi e smarrime nti. Ragione questa per cui in Francia è anzi vivamente consigliato ai combattent i e alle loro famiglie di scrive re magari più d'una volta, ad ore diverse, ne llo stesso gio rno e allo stesso indirizzo, perchè su tre lettere una almeno ne giunga sicuramen te a de sti– nazione! Qu.esta della franchigia postale è una que– stione di importanza solo relativa . Altre ve ne sono, ben più gravi, quale sop rat utto , la esigua e veramente insufficiente misura. del sussidio g-overnat ivo per le famig lie dei ri– chiamati. Anche ammettendo, come è giusto di am mettere, che la donna non debba contare e– sclusi vamentc sul lavoro dell'uomo per vi– vere, i.; certo eh.e il contril:tuto portato dal– l'uomo alla famigJia, e senza del quale essa non puiJ sussistere, va calco lato in misura plù larga che non sia quella, irrisoria, di centt'simi 70 il giorno per la moglie o il ge– nitore vecchio e di 0,30 per o~'Tli bambino . E inoltre, ed infine, questo sussid io, DEVE venire concesso anche alla donna e ai figli illegittimi del ric'hi.annato, purchè natural– mente risulti provato con testimonianze inoppu gna bili, e specialmente con quella del padrone di casa, Che si tratta verament ,e della sua donna e dei suoi figli. Questo , con bell'esempio di 1-ar,ghezza , venn e subito sta – bilito ,dal Governo francese sino dal primo g-iorno della, mobilitazione. E in Italia una ;~usura analoga è. forse più necessaria ancora che in F:raincia, poichè è noto che molte fa111- cif11leignare od inge nue , in It alia, si lascia– rono prendere nella pa1ùa del solo matri– m'onio reli,gioso , non consa,crato nè rico– nosciuto dalla 1leggie. Queste famigl ie ille– gali e quelle altre che sono basate soltaJ1to sui vincoli dell'amore e della. natura. e non su quelli del Codice. devono esse perciò v,e– nir condannate alla fame? L'e sperienza delle nazioni le quali già da lunghi mesi sub iscono la dura prova della guerra ci s,erva dunque di i,ncitamento e di esempio. Ascolti il Governo , asco ltino gli uomini che reggono la cosa pubbJica in mo– menti di così terribi le responsabilità. la voce dell'um an ità che in que sto caso è anche la voce dell'opporturrità. E noi , do.nn :e sociaJ,j_ ste, chiediamo arnche ai ,nos.tri deputa.ti e rap– presentanti di agire ,per ottenere. nell'inte– res se comune della nazione , e in quello par– ticol are ,delle ,d-cmne. dei bimbi, delle fami – glie proletarie , tr e cose soprahvtto: ' a) che il s•uss idio alle fa.rnigJie dei ri– chiamati v1enga portato per lo meno a L. 1 per la mo-glie -0 il g,enitore _.1e a 0,50 ,pecr– ogni fainciullo; b) che ta le sussidio venga accordato an – che alle donne e ai figl i na,turali e illegittim i del richiamato; b) che Ja completa e assoluta franchigia postale Viengia estesa, come si è fatto in .a' raricia. a tutt a la corrispondenza,. )ettere e pacchi postal i. da e per i soldat i, semplice– mente e senza bisogno di alcuna altra for – malità. M ARGHERITA G. SARFATTI. CROCE ROSSA DICIVILTÀ (dal discorso 1 urati tenuto alla Camera il 20 Maggio). e< Con un voto pura mente neoativo noi non abbiamo assolto il compito nostro; e le nostre schi ere non potendo più deprecarne il sacri,. {ìcio, p~r esser e logic he dovranno esser e p rim e ovunque si lavo r erà ad affrettare la soluzion e meno in /elice del conflitto. a diminuir e le ro– vine. Nell'op er a di Croce Rossa d'i civi ltà n el senso più vas to del vocabolo, sul fr onte ed in tutti i paesi, i gruppi , le amm inistra:ioni, gli in di vidui sociaHsti si troveranno , ne ho fede, nelle linee dei primi. Qui veramente la colla – borazione di quanti si sentono i taliani si ma – nifest erà anche dal can to nostro piena e sin ce– ra: su altri punt ·i sarà lotta ancora e dissidio. ma su uno, su uno alm eno mi inardir ei spera.. ' r e che il consen so potesse essere pieno , imme– diat o e fattivo . sull e provviden:e da pr end er e cioè, senza le quali sarebbe bestemmia osten• tare patriot ti smo, onde i r ichiamat i tranquill i alm eno sul pane delle pr opri e fami gli e, possa.– no entrare in campo con la ferrnezza che è vo– luta dall e supreme necessità dell'o ra. e< Noi vi abbiamo già inci tato ad assumere sulle vostr e spalle a riv er sar e sulle spalle ca- 7Jaci di sorre aaerl e dei pr oprietari meg lio pro v– visti, le grand i s71ese della gu erra. Voi costan. temente se si tratta di concr etar e, avete ricu– sato. E noi dovr emo in sist ere e ribadire; noi pigl iam,o imp eano di batt ere e ribattere e non avere requ ie e non darvene 'ff,nchè La fa stosa e rovin osa politica guerr esca tenga il posto di una politi ca tLi pa ce, di la vor o. di credit o al lavoro e di previdenza sociale pr oporziona la, quali a voi veniv an o suuyer enclo più ancora che le yrandi or (Janiz:azioni pr oletari e ita lia– ne, lf' yri.da e le lacrim e che a.uillano d(tll'o b– l1iPttirn pr ofonda tristezza delle cose in tullo quant o il pa ese. Noi piyWtm () impP(Jno di fare il crml! di auardia perchè, almeno col pret esto flPlla auerra glorio sa, non si speculi sulle ma– ure r:01u,11,iste dell e oraanizzazioni prot et(tri e, sull e scarse lP(J(Ji sociali come già si accPnna a [a TP. 11 SQprotulfo i socia listi <Larrrn no opera a che, r,u1turfl( Lo il 11iornPntan eo scompiglio chP rupp e ln an cora malr.on.nPsso rr1u1.pofJinP df'flri trop– po immaturo internazirmale prolPtarir,, i ger– mi. nrm flP sia ri.o dispnsi e. pauata la buf f'Ta, si ri1Ji(Jli a riNJi{lcare. Voi ne avrete bisoano fll pari rll ,wi . I'. perchè - e auardateri pure llun, quri ,r inforno se four, la bancarotta dell' Jn. lrrna :ional1! sarelJl.ie allora - pP(J(JiopPr tutt i - lf.l baw ·arotla dPlla dviltà n. E S TERO Il- DOPPIO AL DI LÀ DEL CONFINE Per le famiglie dei richiamati. Togliamo da un articolo di Ani ta Dobelli Zampetti: L'Inghilterra dà il· maGs1mo fra i con1pen– si: parte <la un minimo di L. 12.6o settima– nali a!Je mogùi dei soldati (i compensi au– mentano col grad o di que sti) più una media di L. 6 settimanali per ogni bambino e di L. 2.50 per o,gni figlio oltre i primi quattro, ffstlesa a-nc'he ai figli fra i 16 e 20 aruni se apprendi sta o studenbe o comunque a carico della famiglia. La legge rnon fa distinzione tra figli legi ttim i e illegittimi. La Francia dà L. 1,25 alla mo gJi'e, più 50 centiesim.i per ogini frglio fino ai 16 ainni. Sono pure sussidiati , tut1i quei parenti che vivessero a carico del soldato . E' p-ure <lato un compenso di L. I ,25 ai disoccupat i. 1.n Ung heria basta che il padre riconosca il figlio /flato o da nascere prima. di partire perchè sia conce sso il sus sidio. Una importantevittoria della Federazione Tessile J...e ,elezioni della réiipres entanza operaia per la Ga1Ssa di ma.t'emità hanno dato ot– timi risu lta.ti. ?\cl ramo fibre tessili in genere 1 nostri outennero 50 voti contro 30 dei cler icalt. Furono eletti i c-ornpagni Giani En rico e Strobino Ettore. Nel ,ramo seta le candidate nostre Rico– belli di Osimo e Pierandrei Santa di Jesi ot– tennero 18 vot1. De i 1caindidati cler icali, un uomo ottenne ipur;e 18 voti ,e una donna r2. Dei tre eletti a parità di vot i il ministro d,eve sceglierllle, 1due. N01ll si sa quicndi se verranno scelte le nostTe due candi date , an– zichè una d-i esse col rappresentante dei cle– ricali . A rigore <h 1o.gica, trattandosi di \l'tl.a istituz ione che riflette la ,;ta, femminile si doV'Tebbero sceglier.e le due donne. A eta.le scopo è stato inviaJto ail Ministro <li A. 1. C. il seguente teilegrarnma : 1< Gruppo ,propaig:anda femminile Camera <LelLav;oro, V'isto es ito elezioni Cassa Ma– ternità, ramo seta , fa v.oti perchè,. tenuto conto carat tere isti.tuz.ione venga data pre– ferenza rappresentanza femmini le>>. CARLOTTA CLER1Cl Per la coltura socialista 1Domanda. - 111 qua1i condizioni ha luogo la vendita de) lavoro dei proleta ri alla bor– ghesie'.!,? Hisposta. - Il lavoro uman o è una mer ce co– me qualunque altra , e il suo prezzo viene quin – di sta bilito secondo delle leggi identiche a quell e che clete1minano il prnzzo di qualunque aft.ra merce. ì\l a il prezzo d'una merc e è, nel regime della gran de ind'ust.ria e dell a libera concorr enza - i I che, come vedriemo in seguito , è lo stesso - in media semp re uguale al costo di produ– zione deJla detta merce. Il prezzo del lavoro è quin di esattame nte ugua le al coslo di pr odu– zione del lavoro. Le spese di produzione del lavoro consistono precisamente nella quantità cli mezzi cli sostentame nto necessa ria peT met– tere i la\'oratori in grado di mantenere la pro– pria capacità al lavoro e a perpet uarne la razza. Il Ja,..·orato re non percepì rà dunqu e per il suo lavoro più cli quello che è neceggario per que– !-io c;;ropo. rJ p, ezzo del lavoro o iJ sa lario sa– rà quind i il min imo necessa rio per la sussi– stcni;a. Siccome però le condizi oni econom iche della socie1.à sono ora migliori, ora pegg'iori, l'ope– raio percepirà ora più, ora meno , prec isam en– tr carne il proprietario della fabbrica percepi– r-;ceora più ora meno per la sua merce. Ma. come il proprietario della fabbrica nella

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