La Difesa delle Lavoratrici - anno IV - n. 5 - 7 marzo 1915

Anno IV · N. 5. 7 Marzo 19 15. Conlv correme ooi.la l-'olltn. • • :ESOEl L..A 1.• E LA a.a DOMENICA DEL .MESE Un num ero Cen t. 5 Ao ,ne . L I.SO Semec.ire. . L. 0.80 50 copie . . L. I.SO L . 3 .- ABBONAIIIIEl'ITO: ~ .REDAZIONE ED AMMINISTRAZIONE: Il E s T ER o IL 0O ,,p 1O MILANO - Via S. Damiano , 16 - MI LA N O E S TER O IL 0 0 .,,. 10 ==== == == == ======== ,;;*~=== = = === ====e~ -=~ ~========·-):('·~==~~=-~-=-~-~-~~---~-~~ ====- - - 100 copie. RAFFRONTI Il 98 ritorn a. I tu multi nelle pia zze, le foll, . che scend ono dalle campagn e alle cit– tà, con gli arn esi del la,·o ro, reclam ando che si provve da alla loro mi seria ; i cort ei percorr enti le Yie al gr ido che è accusa e m i– naccia_ u Pane e lav or o! n le invasi on i dei pal azzi municip al i, e tu tto ciò che sembr a– Ya il ricor do di uno fra i momenti più tri– sti della Yita italiana. d i una inf austa poli – tica sup erata e non rinn ovab ile, ogg i è tor– nato realt à. 1 pri mi morti di Catania , di To– sca na. di .'\apoli dic ono che tra i mezzi e– str emi Yi è oggi , come allora, qu ella d i cal– mare le folle coi fucil i. Ma questo princ ipio di 1915 è più fosco e minacc ioso del 1898. Allo ra, si sconta va la imp resa di ..\I rica, si soffriva per la pe– nu ria dei racco 'ti , per la pol itica militari– sta e doganale del Governo, ma le cause del male erano qua si esclu siv amente locali e potern bastar e a rimuove rle, come bastò. una ,·entata d'ira, di volontà popola re. Da– Yanti, non vi eran o mi na ccie, se non nella ment e reazion ari a degli uomin i cli Go\·er– no t i quali penc;ava no di poter arr esta re l'ina rr estabile. ,, Di qui non si passa! }) aYeYa detto po– chi mesi n rima il marchese di Rudini ai socialist i. La democra zia e il socialismo, in rruel 98 che fu noi rosso di san gue , sen ti– Yano inYece di dove r passare. li ma le di cu i lutt i soffriamo. ogg i è più vasto . La guerra ci string e da ogni par te. Scor– tiamo la impresa di Libia che non si è chiu– c:a e niJn si chi uderà. per anni: Ie conse– j?Uenze della immensa gue rra che divam– pando in quasi tutta Europa , ha mutat e le cond izioni del merca to. del lavo ro e im– pove risce, più che non fossero già , le nazio– ni in preparaliYi mi lita ri. senti amo su di noi il perico lo di diventa re pa rt e atti va in quest o orribile conflitto. Si ha in certi mo– me nti l'im pressione che il cielo della no· stra vita . del nos tr o tem po. si apra e si chiu da nel fra<iore della 1sUerra e che tutto lo sp azio che r uomo può pe rcor rere abb ia al limite selve di ba ionette e di cann oni. Le agita zioni rlel 1915 debbono ave re ca– ra ttere div 0 rso da quella d 0 l 98. Se anch e quest-0 periodo di rela tiva libe rtà politica , di opera di or~ ani zzazi one . di elevam ento 1 moral e e ma terial e del proleta riato italiano non fosse sta to: se l'opera di Prillr~zione rii raccoglimento di questi ulti m i anni no., avPsse dafa a milio ni di uomi ni qu ella pr i– ma luce di cosci enza ch e li trae or a ne·lla vita pubbli ca civil" P ria b ro una voce, un a forza che può di rize rsi ad uno scopo. o li rP.nde al meno ~f>nsibili a ciò r he non senti– rn no prima . se an che tu tto ques to. non fos se d i d iverso P di nuovo. la ,-asli tà e la cru– de lti, del feno meno che crea il presente sta– eto di r·o-e. la minacc ia. il terro re, il d isast ro 1 J1ù grande che si addr~nsano davanti a no;. do,·rebbero darP alI,- di most raz ioni quei ·aratteri che nel ·gp non potev an o averr, Cno dei rarattr~ ri r-he ar•renna a non man– "arP è l'uni,:e r::=alilà.. ·on si muove una cit– t:1. una regio nP. 1Jna !ilag-a d'Italia. ma tul- 1a ! Ita lia. dalle .\!pi alla Sicili a, dai centri in dns fr iali ai pa esi ae-rir:oli; quelli che han– no un nome anlir:rJTIP.Ila stor:rt dPJ],,-. ri vPn– d i1·azirmi pn bbl ir·he r•d 0r,tr aie e gli allr i r·h r non ne han no an r·ora uno. P er ora (, ii pro],,-.tariato ,·hP rr·cl'. ma. che C!rida. eh,. prott."Jta: ma domani. no ,;a r ;i fors,, il pro– lr:tar iafo solt anto, pe rchè altri erti srJffri– ranno con Jui r_• ,.on maggio re irritah lità fùrse . in qu antrJ hann<1 una mi nor rr:s1st,...n za a so ffr ire. l; n e}em r:nto nu r;vo è r•nlrato J!J;.1 rH•J]P rnaniff-..;tazioni di oggi: la donna Dispers~ nelJa foJJa. :-n·anJ?uard ia cùrag– giosa dr.,,te sch i(re che ::>aranno ù rnr1taf.ri– <·1 r)rornotrici r,:,s~ st,·ssP dril a prnt,:.sta. noi w·d iamo qu•st, .. prime vittime dt:lla t!'Ji·rra por :arr il ;!'rido di-11a loro mise ria e dr•]la loro esaer azione da l chiuso silenzio ddla ,·asa alla tu:nultuanle pr otesta del1i1 piazza .\ .\"apoh le donne hanno pe rcorso 1,. vie citt ad ine gridan do r portanlo scritto su ~ran di <·art!'.>1Ji · ,,-,,j?Jiamo ,l pan~ a ,~tte sol di I e:,ornali della borghesia non ha n– no t1'on1t_oda ridi rP come m tempi norr,ah· nr·,~un 1•rnnnrni<:;ta ~i è nrovato ad n~Pe-na- re che il prezzo del grano e del pane è de– te1·minal o da cond izioni mondiali che il Mu– nicipio di \ 'apol i non può far cambi are; gli esteti non hanno di mostr al o d i sent irsi offesi dallo speUacolo di qu este don ne che perco r revano le vie con gri da ed att egg ia– menti non certo ugu ali a quelli delle dam e alle corso o al tiro a segno. Tu tti hann o sen– tilo . forse, che non era tempo d i riso. d"in– seg name nt o o di dis gust i; che ! apparizione della donn a. in ques t'ora turb inosa. signi– ficava una sofferenza prof onda e vas ta che. domani può dive ntar e esasperazi one; quel – l'esasp erazi one che ren rle ciecam ente viol en– ti o che, come luce di bale no in un tem po– rale notturno, dà la ra pida percezione di ciò che si deve fare per tras form are il pro– prio destin o. Anche i più ab itua ti a schern ire le donne delle dim ostr azioni e dei rn mizi, le polit i– can ti che no n si adnltano a lasciar e ad un a parte dell'uman ilà il monopo lio della mo– ral e, delle legg i del d iritt o. forse han no sen– tito che il posto delle donne era que llo che lib eramente si sceglievano , che alle vittim e dello stato attua le non si poteva negar e. se~– za offendere se stessi, di protesta re. di e– spa nd ere la niena della p rop ria ira o del pro prio dolore. Trnp po è ev idente, or mai . che chi più sof– fre in quest'ora, è la donn a. Nei paes i bel– ligeranti o neutrali, borghese o p roletar ia. il maggio r dolore in confr onto a que lli del paese o del ceto a cui appart iene, è il suo. [l pegg ior dt sti no. spesso, non è .d i ch i muore; è di chi riman e con la vita dolorosa– mente stroncata. Le mutilazioni dPi fìgli 1 la rovina della loro giovinezza, è per l'a n i– ma della ma dre una muti lazio ne di cu i ln. ferita non si cicatriz za mai. In Germania , i soldat i spinti e gui dati dall a spe ranza del– la ,-itto ria, dell'or~oglio di popolo e di na– zione , non soffro no certo negli assalti, nelle tri ncee , qu ello che le donne soffrono nel si– len zio delle case in cui si mi sura il pane. il fuoco e si atte nde, con speranza sempr e più fievole o non si att en de più . Nel Belgio, in Fran cia , in Galizi a, in tutt i i pa esi deva– stat i, la pietà mag gior e non è per quelli che mar ciano, com ba llono , mui-0no , ma per le donne che la gu erra sospinge inn an zi a sè, senza mèt a. coi figl i che soff rono , muoion o nel cam min o in usitato e aspr o; per le don– ne. cadu te dall a tran qu illit à di una vita di lavo ro e di affetto . a un infern o d i dispe– ra zion e, preda della bru talit à dei solda ti d i– venuti selvag .:. i, cond annale ad ave re per tu tta la vita negl i occhi e nell'anima , le CO· se or rende tra cui han no vissuto. Nei paP..;i nent rali gli uomini atte nd ono. Che portera il domani ? Forse la gu erra , for– se la rivolta , ma sara l'az ione che att ut i– sce lo spasimo e qualch e ,·olla , anc he, ne fa per dere la sensazi one, Per le donn e l'at– tesa è più doloran te. Dare se stess i è sacr i– ficio gran fie. ~vfa dar e chi si ama è più grand e assar. È rome dare sè stesso e poi un altre, sè stesso, più caro , più pr ezi-0so, più ten, ram<:nte nece:ssario. Per le, donne pro leta rie dei paes i neutra – !, ques ta vigilia di pace o di gue rra è un torment,;. P er quanto tempo ancora vedr an – no, la sera . i figlioli, 1 mariti coricati nel loro lett o? Dove arri veril ;1 r1rezzo dPI pan e) Come si troverà da vivere se la pr ima vera non porla lavorr.,? E che far anno , se la gu er– ra le las<·Prà sole, coi picroli senza aiuto , :-:(•:iza ,1,fpsa? Oh . lr· rlr,nne non dovr ebbero occuparsi d r politirri rhvrrbbr-ro alt,:n dcrP alla casa, ,1.i figli. al loro ro mpito modrst..o e grand <'. E la nnlitl!'a (]f•gli uomfni guas ta le cose su c11i d<JVrf'JJbc:r<Jvegli are, distr ugge h! fami – f!lir~ r·h,! d(Jvr,·t""Jhero essere il prin cipio e la fin~ dei l<JrO p1;nsieri. SPntono, oggi, nel d i– sastro chr• gia le avvo lge o nr,I peri colo mi – nacr:,ant,, chr· la poli tica dPgli 110mini si ri– pe rcuotr •H1r.he su di loro e che se i1 silen– zi(J. ratt,·!ia :-iOOO colpevoli in tempi norma li ,n questo momento diventa no delitto? Se lo sentono pof-:S<Jno forse volere f•hc, come dal ·93 usc i f'et l'Itali a un p,-ric,do d i libr,rlit pu bblica, da q11cslo torvo 1915 esca un mag– gior risp,,tto per l'ope ra r:he la donn a può svoJ~,-r, ~ h'-'J1r-ficio dP]la civilt à. .VIARIA GoJA. ~er la 1mertà e~er la [iViltà Il governo ha trova to buon pr etest o nei lutt uosi fatti di Regg io Em ilia ove d ue la– vo10:-u, :d hanno lasciato la vita sotto Je sca– riche de i tuto ri dell'ord ine pubb lico - per pro ibir e qualunqu e man ifeslazione pro e contro la guerra. l mped itu rns ì la d iscuss ione, imp edita la esplicaz ione d'ogn i idea sopra un argomen – to che pure coinvolge tutta la vita del pae– se, sa rà poss ibil e al governo prepa ra rci qu a– lun 4ue sorp resa! Ti'on. Turati ha l'eclama lo invan o il di rit– to statutario aJJa Cam era, che in quest 'ora •·e 11 1 :tto ,·,eri coloso. Alla guerr a eu ropea dobbiam o dunque anc he questo rit orno ad epoc he che si speravano sup era te. E che non è la gue rra se non ri torno di secoli? Eppur e nella nost ra profonda ama rezza ci por la un'onda di conforto e di bene la pa rola alt a e serena d i CamiJl o Pramp o lini , di colui che seppe concepi re il socia– lismo con· senso di bont à di cui ei solo è capace . Camillo Pr amp olini , pa rlan do ai lavora · lori di Reggio Emi liu della tragedi a che ave– va rattri stata la sua città , dopo aver recla– rnate o dal governo una ri~orosa. inch iestn. da una ma.qistrat ura serena e ind ipend ent e. (ahimè sarà possibile ciò?) così si espr"iine: Senza volel' far e del demagogis mo, m a sem– plicemen te perchè la <lura espe rienza del pa s– sato ci amm oni sce, noi tem iamo che vera giu – stizia non sa rà fatta, aug ,uri amoci almeno che sia meno ingiusta delle alt re volte. Si potrebbero accertare le respo nsab ilità da parte nost ra ed i pr im i respon sabili li trove– ran no fr a la forza pubblica che abusa del di– rittof,H difesa e che non esita a spara re an– cliol"•i ;olli.ro i fuggitiv i come lo dim ost rano i fer iti ed i mor ti colpiti a tergo; fugg itivi che non rap pre sentava no alcun per icolo appunto nel caso nostro. Comun que sia, chiunqu e sia il colpevole, o di parte nostra o appa rtenente alla forz a pu bblica, il fatto rloloroso che no i deplor iamo, ha un 'uguale sorgente: l' inciviltà dell'a nim o nostro che determina l"ope raio a lancia re la sassata, il colpo di fucile o di r i– voltella del ca rabini ere o della gua rdi a. Jn queste du e anim e c'è ancora l'inciviltà , la bar– barie che noi dobbiamo sra dica re dag li ani– m i nos tri. Voi ave te saputo cont enervi in limiti onesti ed io sono ven uto app unt o a rincuor arv i per– chè vf manten iate in questi limiti. Se è vero e since ro il vostro do1ore. il vo– stro cordoglio, voi dovete impe di re che noi dobbia mo piangere altr e vitt ime. È in civile il sent imento di vendetta. ta le senti mento è pr o– prio de i barbari e dei selvagg i. Kon si faciano mor ire altr i giovani , altri fanciu lli. L a nostr a gr ande missione, la nostra vend et– ta.. è quella di diventa re migliori, di allonta– nare d al nostro an imo le cause vere e pro– fonde degli eccidi . Amiamo la libert à, e Ria libertà per tutti ; amia mo la vita e cruindi non provochi amo ed allontaniamo quanto possa offende re o di– struggere l'esistenza umana. ~lai dobbiamo la. scia rci deviare dalla nost ra grande mèta; com– batte re contro le ingius tizie, essere ver amen te i frate lli, gli runici, i soccor rito ri deg li nrnili e deg li oppre ssi. Siate calmi o lavo ratori : non pensat e e n on temete che la calma possa essere sos pett ata come viltà: ca lma, sign ifica ragio nevolezza, vuol dir e non lasciarsi g-uida re dai ma ledetti impul si. Tutt o ciò che ('i spinge alla violenza (altra cosa e ben diversa è la difesa) r alla prepotenz a è ancor quel maledetto istinto chf' assoc iato alla ra pin a ha spinto le nazioni aJ. l'at tua le Rpavent osa guerr a, e noi anche per l'odio che port iamo alla gue rra, alla violenza J'iaffermiamo il nostro pr incipio di avversione alte violenze, ed alla guerr n. stessa. la questione ~elpane allaCamera La Canw ra, fin rlall'ini zio della sua ria – pert u,-a, ha posto in discussione la qu cstio– ,w granaria , ch e pr r !"impr evidenza del go– ve,rno è ogg i una dC'lle più gravi pe1· la rp, iele del pae se. E' :;tata vC'ranw nle 11n fuoco di fila nr l rile varr • an che da part e d i non soc ia– listi, gli erro ri del gove rno , il qu ale avreb– be· dovu to fin dall'agos to scor so togliere 11 daz io su l ;,ran a come fu consiglial o dag li organi :-;m1 prolC'lari , e av rebb e dovu to a lr mpo rlrbilo fare le necessar ie provviste. Pl'r una !i('ve difft•rl'nza di p rezzo si Ro- 11r,resp inte offe rte di !orli partil e rhe si sono più tar d i dovute com perar e a m·ezzi ben più alti. Di più pa rr• r-he gli stessi in– cari<·nli del gow· rn o abb iamo - mo r P so– lito ,,Pnsato piuttos to ai loro int err~s i che a qu elli dello Stato ed ab biano essi accapa rr ato il grano respint o per rivend er~ lo al governo. Cose gi·avi e vergog nose vi sono di cer to: e ad ogni modo c'è semp re la gran de vergogna della impr evidenza e legge rezza governat iva di fro nte a un pro – blema esse nzial e della vita del paese . Quali i rim edi invocat i? I socialisti han no pr·esentato una mozione intesa a pr olung a– re là sospensione del dazio sul grano fino al giugno 1916 anzi chè fino al pro ssimo giugn o. P rovvedi mento che sarà utili ssimo e che ha incont rat o il favore di mo lti de– pu lati alla Cam era . Olt re a ciò si provvederà al funz iona– mento dei consorzi gra nari, che sono soda– lizi i qu ali si fann o lrnsmett ilor i del gran o ai Com un i ed agl i Ent i che lo l'ìchiedono . Quest i provv edi menti arri va no ta rdi ma speriam o portin o un po' di giovament~. La Came ra dov rà anc ora discut ere d i di– soccupazione e di lavoni. M.a il bisogno u rge e non consente indugi .. Al di là del confine Il giorna le socialista inglese Donn a e il La . uoro p-ublica il segue nte appe llo di ram ato d a l. le socialiste ru sse: u In questi giorn i di terr ore , in cui il de– monio della guel'ra s'è impo ssessa to del mon – do, qua ndo il mondo è pieno di grid a delle disgraziat e Yittime de l militari smo , qua ndo i lamenti dei nostri fratel li feriti ci spezzano i! cuore, non r red ete voi, sorelle, che è do– vere no stro, dover e delle donn e an imate di coscienza di clnc:se {li la nciar e al ca pitalismo la nostr a sdeg nosa pro testa, il nost ro rimp ro– ,·ero e la nostra minaccia. unanime? Lott a cont ro la guerra! 1'on più sa ngue ver– sato nell 'int eresse dei capita listi. non più vit– time sac rificate a l mi litarismo. ~oi don ne so– cia liste del mon ào intero dom andiam o la pace. Molte ,·olte la pace europea fu minacc iata, .c:;pe~so ci trovamm o sti!l'orlo della cat astro fe, ma fino a tanto che la min acci.a della gu erra veniva respinta dal le unite forz.e dell' Int erna– zionale. i capit alisti ed i feudata ri , i re ed i dip lomatici non osarono rea lizzare il terri – hile spettro. ::\ilolti tentan o di nersuaderci che morendo in gue rra i nostri figli sa cr ific ano la loro dt n. per la difesa del loro paes e, o per la libertà di un 'a ltr o popo lo minacciato. Ma chi pu ò cre– dere sul serio che il kaise r voglia sac rifica re i suoi mig liori uomi ni per dimin uir e il potere a.utocratico dello czar, do-po a,·er per tanti an– rli aiutal o lo cza r ad oppr imere il popolo rus– so? Oppure è am missibile pen sare che lo czar clelln. Hussia c:i Ria d'un tratto converti to e sia in vaso d'a more per la Franci a rep ubbli– cana? Se così fosse, perchè i re e i diri genti do– vrebbero essere a.miei della liber tà cli altr e nazion i, non già della propria? Ci si dice pure che il nos tro paese è stafo 1ninacciato, ma il nostro paes e è .mai stato per il prol eta r iato altro che una ma tr igna? Altri r i dico no che il benessere e la civiltà sono in peric olo. l\la quando poi è sta to dato a voi. fìg! i del p1olela ri ato, di g-odere ciel benesse re e della civiltà? Im·ano le classi domin anti tenta no cli ecci– ta re in noi l'odio verso le don ne <lei](' altre na– zion i. !\ oi m.iclri non possiamo essere fuorvia– te. Dietro il soldato che comb att e noi vediamo una madr e accasc iata da l dolore. e quando un nostro figl io uccide un ~olda to d 'un eser– cito nemico, noi sapp iamo che la stessa baio – nett a colla qu a le egli ucci de il soldato, tr a– figge il cuore d'-una mad re . Esigi amo la pa ce, ma non quel genere di pa– ce che potrehhe e!,sere g radita ai re coronati e ai cap ita listi. La pac e da noi desiderata sia una pace chf' obblighj i fa utol' i di qu esta gt1eJ'– n1 a retro ceder e d i fronte alla riapparizione dello ~pettr o ru sso, lo spettro della Rivo lu– zione sociale. Comp ag ni e !-iorelle, lott ando con tro la gue r– ra, lottando ner la pace noi salviamo non so– lo i nostr i ca ri , sa h"iamo C1ualche cosa d i più , sa l\'iamo lo ,;71irit o r ivo luzi onario P la sol'ida– ri et<ì. inte r na: ional r <Lella f'l asse lfll' ora trìc e. Al disop ra delle leste degli esercili comb at– tenti 5trin gir.moci le mani, compag ni e c.ore l– lr , e sia la nostr a voce sentita nel mondo in– tero!u. P1thbli chia m o ,·on viat'Prt' 1JUf'slo app ell o di – ra ma to dal le donn t• r usse dim .ùr<l71ti a Ber11a, ov,• si tr01 1ano !~cw·tia /P dal poter e au tocratico della lor o terra . Com P 7'0lremmo non associ arci all P lor o in– vora:Lf,ni <li 11a1·P? \l a to le in vocazi on e rimanP un pio dni dr ri n, fint ant o che questo pa f'P n on è in1•oca ta anr hp e speci alm ent e dai sudditi <le(lli imp ni ceni rali . Purtr opp o an r.h1•Le com,paune terfr u h,, che con dannano la (/1.lPrra e che la pace in votmw, .-;i rPdo no sequestraU i lo1·0 appelli in patr ia ove pu r sarebb er o u tili e son costr ett<• a dif! ondn – li all 'estero. Ciò non ostan te n oi ci confor tiamo pPnsand o r hp PSSP fann o quant o f' possihil e per diffon dere l~ foro idPP atlr W'P1'.l;fJ fo stato ài rplf•rra

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