La Difesa delle Lavoratrici - anno III - n. 18 - 20 settembr

Ilcanto della Sirena lù !e nostre lettrici è noto che l'op inione pu bblica in Itali a è ora divisa in due gran– di cor ren ti. L'una vorrebbe che il nostr o paese si aggregasse alla Francia, Ing hil– terra, Russia, Belgio e Serbia nella guerr a cont ro la Germania e l'Austria-Ung heria, l'altra, incanalata dal partito sociali sta, vuole la neutralità . Perchè si Yorrebbe la guerra? La risposta può essere data dall'articolo che qui sotto riporti amo, art icolo di un gran de giornale conservatore francese che certamente può sug gestiona re le menti : u L'A~st ria \·acilla, la Germania si \·ede mi– n acciata · al cuore; i du e Impe ri vivono ore di angoscia e si avvic inano alla fine. La Ger– mani a, o\·e Guglielmo II proclamò possedere l'avven ire :,ul mare , non osa ar rischiare la su a m arin a sorve gliata dall a flotta inglese. In fon . do all'Adri atico noi blocchiamo la flotta au– st ro-ungarica e le navi da gu err a tedesche nel mar della Cina non hanno potuto fa r altro che fuggire dinanzi ai giapponesi. Tutti i popoli che attend ono da questo lotta gigantes ca la lor o liber azione sentono la spe ranza diventa.re più ferma e sono contenti, perchè sanno che l'oper a di giustizia Ya compiendosi. 11 Alsaziani e lorenesi, popoli dell o SchJe– s"ig, sla\·i del sud , rumen i della. Transilv ani a, ita liani di Trento e Trieste , tutt i salut ano CO· loro che combatt ono in questo momen to contro i loro oppressori in un medesimo slancio di gr atitudine li incoraggiano con le loro simpa. tie , li acclamano coi loro \·oti, li confondo no in un medesimo affetto coi popoli fratelli ai quali affidano le loro aspirazioni nazionali . 1< La immortale glolia -dei belgi, dei fran– cesi, degli inglesi, dei russi e dei serbi, dei montenegrin i e dei giapponesi sarà quella di essere st ati difensori del diritto dopo avere evit alo per tanto tempo la guerra quanto l'o– nore pote\ ·a permetter lo. Il conflitto mondia le è delitto premeditato dei due Im peri pre datori che lo hanno scatenato : gli sforzi consid ere– Yoli a cui siamo stati cost retti, tutti quelli che saremo ancora chiamati a fare per scaccia re il nostro nemico e sottometterlo 'Senza condiz ioni , le pro,-e, r angoscia del doma ni dir anno anche la nostr a oper a.. -\llorchè avremo conquJstato il suc cesso definith·o nel qua le non abbiamo mai cessato di a\·ere un a fede asso luta, ai van– taggi di essere scampati alla oppressio r:ie ger: m an ica si aggiu ngerà l'onore (e coloro 1 qua li sa rann o rimasti spettatori pass hi della lotta rim piange ranno di non poterlo_ ~vi dere ~on noi) di ave r assicu rato fra le naz1oru un regime di libe rt à e d'egua gli anza , di esser e stat i i cam pioni dell'umanità ,1. È un grande giornale francese conserva– tore che ba pubblicato · questo inno " alla !ibert.a e .all'eguaglianza de i popo li ». Ora , ben sapendo che la libertà e l'eguaglianza in regime borghese, con le classi divis e in du e gra n di categorie antagoniste , pov eri e ricchi. sfr uttato ri e sfru ttati , non sono ch e nomi vani , non è pos sibil e farsi delle il– lusioni. :'\on se ne devono far e princ ipal– mente i social isti. Le ragi oni di discordi a fra le d iverse nazioni non potra nno esse re elimi na te che colla sopp ressione dello sfrulr ta mento dell'uomo sull'uomo . Bisogna co– mincia re dalla cellula per arriva re al nu– cleo e all 'organismo. Ricord ia,mo che an– che la gue rra degli Stati ba lcanic i cont ro la 'Turchia era valutata come un avveni men– to di « libertà e di eguaglian za », e an zi fu definita la " gue rra rivolu zionaria ,1. Poi i popoli antesignani della libe rtà e dell 'indipenden za si accapigliarono tra di loro e fecero un' altra guerr a ben più sel– vaggia ed atroce di quella combatt uta con– tro la Tur chia. Del resto ci pare che noi sociàli sti - a dispetto di tante declamaz ioni dei dol ci af– fini : repub blicani, sin daca lis ti ecc. - sia– mo sulla buona str ada chius a a tanre va– cue illu sioni. Siamo per la neulra làtà. Non vw !ia mo sacrifi ci inutili. Vogliamo gu ar– da;e a fondo nelle cose, e bisogna per se– verare sulla via fin qui batt uta. Che le si– rene della francofil ia non ci amm aliino ! A, veraci interessi di classe e nazionali , che la sovversione deg-li antago nismi soci ali nei pae,,i bellig erant i, ora fa coincidere anch e in Ita lia non dobbiam o pos porr e il faci le sentimentali smo, la dolciastra propensione per le naz ion i d.6mocrati che pr esso le qua– li, inve ro, ne ppure noi abbi am o trovala la (( :Mecca della rivoluZlon e 11. Cod esto faci lonism o sen timenta le per l~ demif razia in pericolo lo lasciano volentie– ri a coloro i quali pri ma d'ora non farevano alt ro che e-primerle il loro disi.'Usto. f: ve– ram<:nte buffo vedere i sindacalisti. granrll oll rar?ITTaLoridella democra zia, sdilinq ·iere per le nazioni democra tiche. Dal pu nto di vista socialista noi dobbia– mo di~tin~ue re ogni pr ogressione politica della borg-hesia. A un r~'Ìme politir.-0 de– mocratico. repubblicano non è mai da pre– ferir si un re~lme rea zionario. quale è que l– lo della Germani:i. ',,fa è poi questione rii valutare e di aderoare i mezzi ai fini. A quel g-iornalone francese che d pare rip ete re con molta dolcezza il rimpianto manzo niano sulla latitan za ne,c!i avven i– men li gue rr eschi, e insiste nell'affermare che dolenti saranno quei popoli che non ananno partecipat-0 alla immane lotta di LA DIFESA DELL E LAVORATRIC I lib era.zione, quand o gli aggresso ri saran– no sohia cciati per sempre, noi possiam o pu– re risponder e : - Dopo che ,·inti e vinci– tori saranno usciti str emati di forze e spo– gliati di mezz i, se il nostro paes e avrà sa– puto mantenersi estraneo al confli tto, po– trà att end ere alla prop ria rigenerazione in– terna,, all'incremento dei propri commerci, delle propr ie ind ust rie, assicurando un pi ù rapi do prog redime nLo all e classi socia li. La sua pi ù vera e maggiore gran de~za potrà av ersi nella pace e non nella guer– ra. E non avr emo più molivo - anc he co– me italiani - di invid iar e i vincito ri. Checosa è la guerra H.omain Rolla nd, il gran de scri ttore fran – cese, rispon dendo .al non meno illustr e dram maturgo tedesco, Gherardo Haupt,– man , intorn o a.Ila fer ocia dei soldati di Ger- mani a, definisce la gue rra così : ., u Tu ttc1. la vita. impi egai a ria,vvicinare gli spiri Li delle due nostr e na zioni ; e 1 e atro– cità dell'ampia guerra , che le lanci-ai l'una cont ro l'altra per la rovina della civiltà eu– ropea non mi spi nge ranno mai él.d avvele– nar d'odio il mi o spir ito ii . 1 < Quali che siano adu nque le rag ioni , che mi fanno oggi soffrir e per la vostra Ger– mania e mi fanno giudicar e delittuo sa,.la politica tedesca e il mezzo che essa impi e– ga, io no n attribuisco la responsa,bilità di la I e flage llo al popolo , che tale resposabili– f,tl su bisce e se ne fa cieco sln.tm erito ,i. u Ma io non oonsidero la guerra cÙ]:ne una fatalità , al par di voi. Un francese non cred e a lla fatalità. La fatal ik\ è la scusa delle anime sen za volontà . La guerra è il fr utto della debolezz a dei popoli e della lo– ro inerzia : non si può fare alt ro che com– pian gerli , non si può farn e loro una col– p a)) _ I TESS IT O R I. S on han negli sbarrali occhi una lacrim a, .ll a digrignano i denti e lt' telai stanno. - Tessiam , Germanilt , il tuo lenzuolo fu– [nebr e, - E Ire malediz ioni l'ordi to fan no . Tessimn, tessiam , tessiarno f .1/aledetlo il buon Dio! Noi lo pregammo Ne le mi sere fami, a i freddi inv erni : Lo vr egam1no e speranimo, ed aspe/l(l1n1no: Egli, il buon Dio, ci saziò di schern i. Tessiani , tessiam , tessiamo i E mal edello il rei de i gent ilu omini , De i ricchi il re, che visce re 110n ha Ei ci ha spremu to fin l'ulti mo picciolo, Or come cani 1nitragl iar ci fa . Tessiam , lessim;i, tessiamo! .1/ alede tta la patria, ove alla solo Cresce l'infamia e l'aboniina:.ione ! Ove ogni genti l fiore è pesto al su olo, E i ve rmi ingr assa la corru:.ione 1 Tessiam,, tessiam , tessia?no i TI ola la svola ed il telaio scri cchiola , Koi tessiamo affannosi e notte e dì : Tessiani, vecc hia Gerrnania, il len:.uol fu– (nebre Tuo, che di tre nialedi:.ion s'ordì. Tessiam,, tessimn, lessiamo! H. H EINE. ( Tradu -:ùme di Giosuè Carducci ) H. Heine fu un o dei più F{ran di letterati della Germania; e merit atament e am mi rato da runici e nemici . I\'on v'ha pag ina fra i 'suoi scrit ti che non lo riYeli come un ribelle. Sfer– zò a san gue re e principi che 1;te neva i più gr an di ostacoH alla felicità delle gent i. P er quest e sue idee liberame nte ma ni festa.– state, fu mol esta le al punto da do,·er 1;f u– giarsi in Francia, dov e pubbli cò la magg ior parte de1le sue poes:ie. Ne diamo un saggi o per il qu ale lettrici e lettor i possono apprezzare il fort e pensiero del poeta n,·oluzi onario , ·sa g-gio che suon a og– gi come vatic ini o inesorab ile. LOTTEE DIFESADEL LAVORO Il rnnv~~no Ila [onf~~miion~ DEL LAVORO In que sti giorrù si è riunito i.mi Bolog na il conve gno degli organizzato ri allo scopo di cer– care rim edi all'attuale cri si economica . Gli ordini del giorno che 1;portiamo dicono chi arame nte qu ali i mezzi per fronte ggia re la cri si e richiam ano il Governo al prop rio do– vere. ·Le lavoratr ici debbon o tr arr e profitto da questo convegno per raff orzare sempr e più neJle loro compagne di lavoro la persuazion e della n ecessità della orga nizz azione. Contro la disoccupazio ne e la speculazione. 11 1. II convegno, di fronte alla grave situa– zione che incombe sull 'It alia ri volge u.n ca ldo appello a tu tti i lavor atori della penisola Per– chè si ag itino e facc ian o comprend ere al go– verno la necess ità di in terve nir e con pro vvedi– menti eccezion ali ed energici e ra ccomandan– do ad esso: a) che provve da ac:Lassicu rare la pront a esecuzione di opere pubbliche dello Stato; l,) che) garant isca con provvedim enti fi~ nanzi a1i ai comu ni, alle provincie ed ai con– sorzi il sollecito e completo finanziamento dei lavo ri di bonficazio ni ed alla costituzione di dema ni pubblici inalienabil i. 2. Domanda che sii provveda ad attiv ar e maggiorm ente la produ zione indust riale con ogni mezzo possibi le; 3. Per quanto riguarda le spese dei conS!J• mi, chied e come provv ediment o iinm ediato l'a– bolizione dei dazi dogan ali verso i consu ma– tori. nel senso che il Governo per conto dei Comuni e ne lle misura che verr à d:i questi ric hi~ta , introd uca dall'este ro in franc higia grosse pa rtita di grano ricorr endo , ove del caso per fr ena re i ten tativi di sfruttame nti delle specula zioni pr ivute, alla requi sizione di prodo tti di esse nzla le consumo . 4. Ammoni sce il Govern o rhe solo con una politica di imme diati, l::.i.rghi ed ard iti pr ov– vedimenti. pot rà. r-ispar mi nre giorni tris ti e J1Jttuosi al Pa.ese. Contro la guerra. u J I Conve.t,rno; rnr:ntre ri~Jffcrma la in-i<l11ribilr avve rsio– n~ d~I r1 roldad:i.to itali:ino :dl;i gu nr a r, man – rfa un s:dut<J alle vittime del militarism o di tutti i paPsi; invita il proletariato a mantenersi vi,:,cilr per impedire la rottura. della neutrnlità chr rispo11de ngli intr-rrssi ,folla n:,zione e rlella classe op,!raia; nonchi'! ad E-sf.cnersi da. (f 11al– siasi m:inife,;,tazionr che poss1.1. offrire prrtes to e tomentr1re odi di 1·azza, a fonr1ar,. o :1 rin– forza.re nr l r1nP.~P una corren te favorP-voJ,. alla guerra o a giustific·tre un'azione grJvn na tiva in questo senso; ed approva le deliberazioni ,~ gli 11rr:ordi presi dal Consiglio Direttiv<J Conff>dernle colla Direzione del Partito Sori:dist:i rn!II,! riun i,mi tenutesi a ~filano ai 3 e 5 agost<, ultimo sc:<Jrso. G. Zira dini - /1fon tr,lli ni G Ne- ri r;. - Bacci - Du(Jr,,ni E11rico • Sordello Giuseppe. Contro le violazioni delle leggi protettiv e. (< Il Convegno della Confeder azione Gene– rale del Lavoro, ,discutendo sui provYedim enti da prendersi per attenuar e la grave c1isi che colpisce in questo momento il pro letariato ita– liano; ment re deplora che il ministro di Agri col– tura ,Jmdustr.ia e Commercio, abbi a sospesa l'app lica zione delle leggi sul \avo rfo delle don– ne e dei fanciulli e sul ri poso setti m anale, per le indu stri e ass unt rici di lavo1i sta tali, senza nemmeno inte rpellare il Comit ato perm anente del lavo ro; . ril eva come neg li stabilime nti go,·ernati\'i ·sia no stati adibiti dei militari e si lavori con aralia straordinari o, mentre si avre bbe dovu to as swnere deg li operai disoccupat i; protesta contro le dis posizioni emanate dal :\1.ini steri A., I. e C. e chi ede al Governo: 1) che veng ano dagli stabilimenti gover– na ti\·i allonta nati i mili ta ri ed ass unti ope·rai disoccup ati; 2L che per qu anto riguard a il lavoro del– le donne e dei fanciu lli nessun a deroga venga concessa)) _ rn~rn~ ~ rnMUNf m M1rnn~ permitigare l conseguenzedellaguerra. Questo imp or laJ!lte Comun e testé conqui– stato dalle forze social iste, doveva in que– sta doloro sa contin genza dare l'ese mpio a– gli .altri comu ni , e non ha manca lo al suo comp ito . Con la pr onta appli cazione del cal mi ere ha frenato l'ingordi gia bott.egaia 1 ma non bastan do oiò ha fatto acq uisto di ~~aino, di latte , di carbone per impe dir e l rncetta degli specu latori. E' stato tosto istit uito un l'f!i cio di ,lssi– sten:.a pei disoccupati i.I quale d'accord o cogli uffici cli collocam ento della Cam era del Lavo ro e colla Società Umanitari a, pro vvede a collocare Ja, man o d'op era se– condo i crit eri del mar,:gior bisogno, sia ne i lavori iniziati da l Comun e come dieLro ri– chi esta delle ditt e. , Lo stesso ufficio distr ibui sce buon i per le Cucm e econo,n iche che già fun zionano in di vers i pun ti dcli.a cilla; nonc hè buoni per J';LC.cpiisto di alimenti; Ialle, farina , pas ta e riso. Sussi di in dena ro vengono dati alle as– sociazioni di resistC>nza e alle società di mutuo socco r:-o per in tegrare i suss idi di disoec11pazione. . L'Ufficio del Lavoro, istituito pure presso 11 comune raccoglie dat i dalle d ille com– mercianti e indust riali su lla d isorrupazio– ne e interviene acl €Vitare licen ziamen ti ed eccess ive ri duz ioni di paghe. Gli em i~ra n– ti rimp atriati che non hanno ('asa sono accolt i nelle scuole del Comune ove hanno all o_a-gio e vi tto. Xon sapp iamo se tuLli questi provvedi – mcrnti va rranno a salvare dalla mise ria tan– te fami.zlie. :\fa il Comune di \.lil ano com– pierà oITT}i sforzo. Tut ti i Comuni dern no seriamente met– tersi all 'opera senza indugi in attesa che intervenga lo Stato con più adegu ati mezzi. Lu fame è cat tiva consigliera e tu tte le classi hanno la conveniooza, oltr e il dove– re, cli plac arla. :V[a i Jayor atori devono dire al to e for te che non sono disposti a soppo rtarla. Si rac – colgano n elle loro orga n izzazioni , non si slrnchi no di ch iede re all e autori là il sod– disfac imento dei loro diritti. I comit ati di socco rso 1 le sottosc rizi oni pubbli che! sono ri medi mo mentanei . Oc– corr ono rime di ser ii. Lo Stato che h a pur trornto tanti milioni per la gue rr a libica, tro ,·i qu elli che occor rono in quest'o ra dif– ficile. Ba ttuta di cronaca E' la cronaca del vil laggio, la qu ale n on trova pos/r 0 ui grand i fogli . Una don- 1Ul è i?npa:.:.ila. Piccola cosa in confron to alla grand e tragedia che bagna. di sltnqu e l'Europ a' Epvu re le donne lasciano i loro discorsi consue ti in torno alla gu erra lon ta– na e co1nmen lano il dramm a vici no : Povera Lena/ È vittim a anch'essa della guerra . - Sì perc hè essa è im pazzita per la vau ra che i bimbi suoi dovesse ro pati re la fame. Il 7J{Uironedella filanda ha chiuso, ·il lavoro è staio sospeso per la crisi att uale. È stato un colpo . lnima ginimno la scena : le operaie esco– no colla triste:.za sul volto; qual che raga ::.– zo ha ])resa la noti:,ia con spiri to, m a Lena sa di avere due figli da mante nere che le ha lasciato il m arito, mo rto da poco, insie– m e ai debiti della m alall ia. Come farà? E il cervello già debole J)er scarsa nutri – zione e per molt i cru cci, si sconvolge . Essa pen sa, pensa e la mente va, va senza una meta. La sera non 1nangia, la no.tte non dorme , i bim bi le chiedono pane. Essa tra– scina cosi la vita fin chè un ma ttino i vic ini accorrono alle sue stravagan :.e. E pa::.:,a .' Ora è al man icom io. E le donne - povere anch'ess e compiangono... e le ricche che avrebbero potuto venire in aiu to non han – no rimo rsi. Eppure il pi ccolo fallo è significa tivo : doman i for se, oh non sia vero.I tulli pot ran– no essere chiama ti a difen dere l'on ore del– la vatria e tutte le donne pove re e ricch e uniranno le lacrime loro e sarann o sorelle di dolore.. .l1 a perchè non incominci am o oggi ad es– sere sorelle ? Perchè la Patria perm ette in tempo di pace che vi sia chi imp azzisce p er dispe rn.zione o si gella 1i el fium e a cercar la m orte ? A.h sì, la que rra è orri bile! ma neppur e la pace, questa pace cinica e ingius ta non ;. poi l'ideale! - .Noi 1·oglianio un~allra guerra ed un'altra f)/Ice. La guerra di •lutti gli sfrullali cont ro gli s/ ruUatori. la pace che si erge sulle ba– si . della vro prietà colleu iva. cioè a dire sul trionfo completo della giustizia sociale . Compagne la voratrici! . Vede~e ?- buone m adri , qu anto sudo re, quan – t~ spas mn Pe!· gua ?a~ nare un tozzo di pane? \ edete qu anh sac nfiz 1, qua nte soffer enze per ?are _alle vost re crea tu re qu ella pochi ssima 1Struz1one che è ii:t1post~ dalla legge ? Ebbene, o .donn e proletan e, bisogna che continu ate v4:n a educare i figli vost ri. Essi sono come le piant e; sa rà. onore vostro e bene loro se da– ~:~~ ~~f P:oc1età degli uom ini e non delle po. For mate loro_ una coscien za, fate comp ren– der loro che_ siamo tu tti fratell i, che se ora pu rtro ppo es1sto!10 [ron tiere dov rann o sparire e che _è necessario rib ellarsi a color o che sfrut – tano ti nos1ro gudore .Co1:1pagn_e l Astenefe d da l manda re i vostri b11nb1. ad imp arar e que l catec hismo che è la neg~wn~ del buon se nso e della scien za. Non Ja<,ciat~ v1 tra c.C'in nre dalle abit udini a far cose che _H? I ste!--~e reputati inutili. Tante volle la vm b1~1one <t_el \'estitino bianco ner la comun io– n~. \'.I . trasc ina a seguir la ga ra delle ma dri prn ignor anti di \'0i. . Non lasciat evi lusingare dal fatto che anche I ~1gno11van no ne lle chiese. Quante volte sento ?ire:_ ~ ~e va_nno i ricchi che sono molto più 1str m~1.d1 no1 .possiamo andare anche no i po\:eri ignoranti! ~Ia capil e, o compagne, che essi nmno per attir are noi altri, e lì vi predl– cano che l'u_b!Jidienz a è sa nta , per tenervi sem– pr e oppres!s1 1 e s!rult. arvi a loro bell'agio? Compagne. J?i~m~ n oi il lrnon esem pio all e 1J;~n~1~~~--~1 t tr 1c1. Smmo coerenti e fiere delle E \Oi, o romriag ni, ab bandon ate le bett ole sfugg-1te _l'alcoo l, il qu ale Yi r0\ 'in a mora lment: e n~aten a~rnente. Elevatev i con lo studio or– ~ani~zale n _. ~ura te con maggior premura le \ os!1 e rar:n1.tdte o,:e :1ovete semin are la grand e e grnsta. idea ~ocrnh~tn. ! ERME LlNDA MAESTRI. La cari tà : col si.\lema bora l.iese, è vress'a poco ([U'~l t;he sar ebbe, dopo tosata una peco– ra, amn ccicarl e addo sso delle mana te della sua lana, cred endo che questa la possa tener calda. La 1nlal_i?r carità è qu~lla <li non to– sc~rla r,,,se è (Jw tosata , imp edir che la si tor– m a l~$are e far si. che le possa crescere la lan a dt nuuto . PAOU. L0)1BROSO.

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