La Difesa delle Lavoratrici - anno III - n. 18 - 20 settembr

Conro oorrenie oow Fbda. f Ltf ONl'"I!W 91 ; ~/t{ t ESCE '----~-1.100 -- IK>MENIC.A DEL ■ a . '· Un numero Ceni. S ., , ABBbN A MEN T O . \ T1 1 .. . ."·' REDAZIONE ED AMMINISTRAZIONE, Anno' ·: . L 1,50 ½-'. Sii nestre . . L. o.a!),, :1·' _i,;;__Jt1LAN ~ · -~ - ·via S. D'.1',;,l~no, 16 - MILANO 60 copie .. L. 1.50 100 copie . . L. a.- ES TERO ;lL D O P PIO tE: -.~ ~ __ .. ESTER O IL D O P P IO Donne 1t oletarie , Mentrn il fratello uttrne il tratello Cn'altra qnindicina è passata; in questa \'ita di incertezza e di ansie l'anima nostra pare sospesa. Taciono le nostre lotte sul campo del la– rnro. fiaccate dalla crisi che impedisce di iar ,·alere qualunque diritto. E l'opera . edu– catiYa ci pare un 'ironia dopo la profonda disillusione che la guerra ci ha dato sulla forza nostra. E11p~1re bisogna viYere e attende re; coìn– pit-0 migliore è quello di tener viva nel cuo· re la fiamma, ideale della lede nostra che par,·e spegnersi sotto l'urto della bufera. Seguiamo intanto le vicende della terri– bile guerra giacchè i morti non li possia– mo contare. chè essi con centinaia di mila se non toccano ancora il milione. Le sorti che parvero sorridere all'audacia germanica Yolgono ora contro 1a sLta pre– potenza stessa. ~ ai, come già tutta l'anima popolare. Yediamo in tal fatto una sanzione di 21u~tizia insita nelle cose. I! ootto stretto della Triplice Int esa che ,i eta -a ciascuna di esse di trattare la pac e separa tamente . significa d'altra parte che la guerra sarà prolungata fino alle ultime con- 5~~~';,:,o dunque tutte ragioni di compia– cimento? E fino a qual punto dobbiaxno no! preoccuparci di quelli che saranno i vint i e i ,·inc -ito ri? Sappiamo eh.e fo qualche chiesa e in qualche educatorio di _suore si prega per la ,-ittoria tedesca. Si giunge a crede re ed a far credere che una tale vitto ria rafforzerà la religione. La Fra,ncia repub blicana si dice. che tanto danno ha fatto alla chiesa -de,··essere castigata. Cosi nascostamente, senza controlli, Sl educa. ancora la gioventù da quelle suore che giudicano ancora Gar i– baldi come un malfattore. :v1a il governo i\a– liano ha in questo caso quel che si merita per non av-er mai seriament e pensato alta scuo!" del popolo. L'opinion e gene rale è però favorernle alla Franèia e si capisce: ma céò ,·iene creando uno stato d'animo pe. ricoloso, ciò viene suscitando desiderii bel– Iie-eri ch e si conc retano in man ifestazioni in""neggianti alla guerr a. Si vuole che il g<>– Yerr>o esca dalla neutralità, si vuole che l'I– talia si muova in favore della Fr ;mcia. E" ben vero che ciò che ha getta to ognor più l'opinione pubblica cont ro i tedeschi , sono stati anche gli eccessi a cui essi han · no potuto giungere cont ro le norm e del di– ritto internazionale., preventivamente fissa– te a rend ere meno barbara lse cosi può dir– si la 1?1.Ierra. ::via pe rchè vor remmo noi per punir ; chi ha compiuto tali orr ori, semi– nare altre stragi ? E non abbiamo noi pur e qualche cosa di simile sulla coscien za? Chi non ricorda gli orecchi degl i arabi portate come ricordo da.i nostri soldati• Gli Stati Cniti s'incaricano ora di sta– bilire le resp-0nsabilita di \ali eccessi e be– ne fanno. Il giudizio del mon do civile dar:, la sua sentenza .as;ai piu utile negli affetti morali del castiro che si vorrebbe infli/1"– gere colle armi a lutto rischio e pericolo nostro. Dobbiamo du nque opporci a tali falsi en– tusiasmi da qualunque parte ec:si muo– vano. Xoi donne che mag,dormente sentiamo la responsabilita delle vile sr,ez7,,1tee delle scia.e-ure di una g-uerra, e che perciò sia– mo per natura e r,er logica le piu avverse alla inter ra e le meno facili all'esr,a pa– triottarda e hellig-era , noi siamo lo più vi– gili. E se negli ambienti modesti in cui viviamo, la nostra parola mod esta può va,. ler qualche cosa, spendiamola per smor za– re falsi entusiasmi, p,,r richiamar e aJla realtà chi corre dietro a teme ra rie illusion1. :\"oi prime fra tutti difendiamo il partito nostro dal l'accusa di ,·iltà che gli si muo,·e. Ohi ha del coraggio da far valere lo riserbi per altre piu sante e piu feconde baila.,lie! La Difesa delle Lavoratrici. Offlleten ,m~Wlativiniani ~ [~i vuole a~uerr1 I , :: ~ R 'l[O[d"1~mot·1 d'I nnnrn rot·1~'1'>tt'1 H• i ,i, a~t~:~~~;~~ ,;!~· ,sist~~~etz1::·t~1di~ r~~~orrc; u u u lim li J ur ~ t. ~~,';1;i'\~a:l!ll~l~.~~l~h~:"!n~.;';'t~~t~i~!~eS1 _'. ~, l Italia - de, e consen ars i tale r, • • I ÌÌ d' I ~ Con un atto d 11npe1iallsmo supetbo, che uuerra, nazionie o il I easse;., r~ orcla I fast, clell'ant1ca Roma. le naz10ru ,.,..., "--'dEmopa inducono m guer r a 1 sucld1t.i e- fe– deli lon tarn, e d,tll' Jn d1a e dal Giappone già .\I_e.i~tce s01·gono qua e là degh entu s'.~s~i I S! annunciano le milizie sussidiarie,. gialle ? belhc 1 e c'è della gente che vuol m a1c1a1e c1Uccolatta. che combatte ran no per 1 loro si- senza sap ere per altl'O la via. . ,·iene oppo r- gnori e patroni. "tuno uno splendido articolo de1 compagno Zi- ,.a1~ 0 P 1 ~ 0 ~ftt~~~~~e,~~~-tli:;tr~~i;~ 1 èal\~ ~~~a r~!t bordi a smorzare certi fuochi fatu i.. le borg-hesie europee. _:-..re stralciamo la pa rt e essenzia le p_er le no– stre lettrici. Si tratta di non perdere ma i di d sta il punto centrale della concezione socia lista, che è l'esist enza di due classi in ogni nazione e l'i niquità del rapporlo che cor re tra esso. Se tutti se ne ramme ntassero, quante alluciqa- zioni e quante cantonate di meno? , Ora, in tempi nor:rnali, tutti i socialisti si ricord ano che ,·'è questa piccola faccenda ,del– la lotta di class e o {per esse r più esatt~ nel caso nostr o) delle due classi in lolla d)inte– ressi. :>Ia se una farnfara suona e una ban– diera si le,·a; se la stampa borghese scrive 1t la lotta delle classi e dei partiti rimane so– spesa fino a nuo,·o ordine))' .non p~~hi com. pagni abboccano, e non cap1scon p1u nulla. Ricadono nell'antico solco menta.le , ,·engono asso rbiti dall'onda del modo di pensar comu– ne, rae-ionano come volgo mediocre. Vale a di re che par lano anch'ess i per fras i fatte, per categorie astratte e mend aci; dicono Franc ia, Germania, Italia; libertà, reazione. democra– zia. assolutismo; come !"-e in or,ni !)arse non ,·i rosse immanente la realtà delle due na– zioni, la proletaLia e la borgffese: la dinami– ca quindi delle due anime, la progressi\ ·a e la regres siva. Certo, l'una o l'altra prevalgono in modo e misura divers a nei vari paesi, nelle varie si• tuazione: ma non in grado ta le (ecco la no– stra tesi socialista) da vale r la pena per il proletariato ita liano di perde re la testa e di butt ars i nel turbine. Un giorno la sto ria dirà, in quest 'immane rissa: delle nazion i, chi è (t stato il primo Il, ma nella sosta nza, non nelle forme; chi pre– parò e volle, di più lunga mano, la guerra; e acce rterà forse, in un a nazione medesima, una contraddiz ione assu rda tra le apparenze e magari le inten zioni della sua politi ca, e la realtà e gli effetti, automatici, incoscient i, della sua economia . Accert erà, voglio dire, e metterà in luce, che mentre in Germania in– dustrialismo , militarismo, kaiserismo, coin– cidevano in un'unica volontà di gue rr a, in Inghi lterra e più in Franc ia, lo sviluppo eco– nomico borghese preparava la gue rr a, men– tre il Governo e l'a tmo sfera politica non pa– revano \·olerla, e forse non la voleva.no . E il :.\larx ismo a nà un'allra solenn e confenna . :.\-la la stori a registrerà pure un'altra g1·an– de turlupin~tura della qu ale anche il partito socia lista int ernazionale è stato vittima. He– gistrerà come, anco ra una volta, Je borghes ie di ciascun pae~e abbian o sa puto trascinare alla guerra il pro leta ri ato, non solo, ma cc l'abbian condotto volentieri (è questo l'atroce ) suggest ionandolo che i ladri voleva no entra r– gli in casa; e resuscitandog li in cuore gli adii di razza come se il prolet ariato avesse tempo ili odiarsi. e mentre esse borghes ie vi– vono e se la spassano cosmopoliticame nte in tutte le sta zioni balneari e climatic he dei due mondi, e i nazionali sti italiani, per esempio, sono emeriti c:,<:-ciato ri di doti anglo-sasso ni o gallic he, di qua e di là do.ll 'Oceano, alla !J:1rba dei minc hioni che si scannano per la prrrninenza della stirpe! E regi.:)trerà sop ratutto come, in questa guPrra d 1 ,ll1> hf.Jryhnie, molti abbian voluto \."l":,(lf>re addirittura. la gunra della libertà e delléJ. demorr·:n,i:1. contl'o la tirannide e lo sfruttamento; r~ <lei socialisti - e dei sinda.• calisti! ab/Jia110ab!Joccnto; e vi siano dei sovversiv i i quali s'immagi nano su l serio che J;.L ,·ittoti:J drlla Fran cia e della Inghil tr rra a.r,rirebbP 1':1nticarnera dPl sorialis1110 i11 E11- rnr,a, come d':1ltra r,arte un trionfo della Gf"'.'r7fH.tnia. r~ 1folrAustria nvreb be potere di -,f::fJpellire proleU1rir1to e lrAte di cltisse e ri• vendica zioni 1 Jr,rraie per cent'anni; e come que:-;ti medesiu i cred r1no che l'ltalfo . l1r;r(Jhe• sP µ-ovnnat:.i da Salandra. intn·venendo alla g11err:-.La f:1vore della Tripli co Int esa, conror– rnebl;e :dia prev:1le11za dPlla democrazia. f' drll'an:enire t<Jntro la forra! ~r1i non ,;;iuffw <li quelli clir cr.in sempl iri– srno cieco dicùno: - Son tutti lo strsso: tra. li kaiseri~n10 '! il regimP pa rlamentare in– gle~e non e·~ differenza; Franrefìro Gius1:ppe equh·ale Pr;,itJf•:1.rfi. perchf'• entrambi sono bor– ghe,i! - ~o. f.p differenze ,·i sono, ma non c;on tllli rhr, roft1m10 la 1:i((J di me.:::zo milio– ne ,u vroll!lari, eh è il minimo l'Italia ne e. spo rr ebbe in una sua guerra. Fermi nel con. r·etto ~orialista del u proleforiato considerato iHternazionalmente "· e della lotta di clasc;1:>, GIO VANNl ZIBOR DI. Fraglior ori della guerra Chi ha seguito in questi giorn i le corri – spondenze dei giornalisti non ha bisogno piu di ricorrere alla, letteratura del pacifi– smo, per odiare la gue rra; ed è uno sforzo immane quello che la nostra mente com– pie, per persuadersi essere la ,verità, ciò che ancora ci sembra un orribile sogno. Spigoiiamo un po' dai giornali. Ecco la descrizione che un redattore del– la I Guerra Sociale 1> fa di scene vedute nei ~~1torni di Meaux: !.E<'coci su un altipiano. Quale orrendo spet– t,~, , --'Stlll3 str:v"la, _ne,t:,. -c.:1~1;:::-:7" I.rei fosso.ti , sull'argine, in mezzo all'erba, ovunque si ve– dono cadaveri. sempre cadaver i! Cadave ri che hanno conservato gli atteg giamenti spavente– Yoli dell'agonia, cadave ri stesi in tu tte le posizioni, supini e con la faccia volta al cielo, le braccia incrociate, la bocca contorta dagli spas imi , il corpo squarciato . I cavalli sono stesi a dozzine con le zamp e all' aria gonfi come otri . Dal suolo .esala un odore insoppo rtab ile. Al momento in cui ci allontani amo vediamo giungere irn automobile il vescovo di l\ileaux , il quale, con un gra n gesto, il gesto cfel per• dono, gira pel vasto cimitero. Seguiamo len• tamente la strada tutta ingombr a di alberi sradi cati da cui pen dono fili teleg rafici spez– zati ,e incontri amo centinaia di feriti tedeschi trasportati su dei ca rri. Si strin gono gli uni contro gli altri. come per ris ca ldarsi o per I premunirsi da qualche nuovo peri colo. Hanno tutti l'aria intontita. Verament e si ha l'i m• pressione che i tedesc hi, almeno in questa re– gione, sia no stati in piena rott a: hanno ab- bandonato tutti i f.ucili, gli zaini e ca nn oni, casse e cassoni. A centin aia contiamo le gra– nate, l?randi granate gia lle e tur chin e cerchiate di righe rosse lun go tutta la strada. Le tri ncee e le ridotte abbandonate prova no pur e che la ritir ate si s\·ohe a precipiz io. Accanto a un mucchio di fieno che sta lent amente bruciando vediamo un cadavere contorto con le du e br ac– cia ca lcinate tese al cielo. Fr a tutti glì. orr or i che mi sono pass ati innanz i ag li occhi, questo mi pare i I supremo. Non è questa scena macabra sufficient e per far inorrid ire le nost re lettrici? Basta, basta! vorremmo gridare ai gio rna listi, co– me se fossero essi i responsabil i. Ma come non ricordar e qui su l nosLro foglio, l'epi– sodio triste della, moglie di un ufficiale franc ese, che va al campo nemi co per rin– tracciare il corpo del compagno suo fra 'i cadav eri insepolti , e pr esentatasi a chieder– ne il perme sso è scacc iata a punle di baie>– netla ? Sar anno esagerazioni francofile intente a destare l'odio per i tedeschi? Vorremo : ma la guer ra è la gue rra e i tedeschi hanno ve– ram ente calpestate anche certe formu le prestabilit e a rend erla meno odiosa. E noi non vogliamo ag-giun.gere odio all'odio. An– zi' Erco una corri spo ndenza di Luigi Cam – polonKhi del Ser ol:o che torna al nostro scopa: Jnt rndiamoci: io non mi cibo di parole gros– ~e. fo non grido alla barbarie di tutto un popolo. E nean che invoco dissidt di razza e contr asti di civiltà. Credo soltanto di pote r af– ferma.re che barbaro ò il modo con cui i le• deschi concepiscono e attuano la guer ra. Ilo n%istito a epi$Od1 singola ri di gent ilezza e ne 110 rarrolto dalla viva voce di testimoni a ne-ora cornrnossi il racconto. Pr otagonista: il soldato tedesco. So di un ca pitano che trasse una fanciulla diciottenne sotto la sua tenda, in una notte di bivacco, rossa di fuochi e paz– za .<Ji grida. E come rruesta. piangeva, egli le di~sc: - Non pian:i<'re, Ti ho condotta qui perchi ~ tu sia sicur a. lo ho una. figlia di di– ciott'anni come te. Ho vedulo un soldat o và.ngar l'orto del suo ospite. Ho gua rdato a lun go con occhi umidi un soldato tene r sulle ginocchia e cullare il bambino della donna che gli mungeva il latte E dichiaro di non conoscere che un atto di violenza per sonale, impu tab ile a un singo lo soldato tedesco, che fu severam ente punito. Ma gli att i di violenza collettiYa mi hanno talmente riempito di raccapriccio che, n~i ,·enti giorni pgi.ssati nel Belgio, ho quasi stentato a sentir compassione per gli innume reYoli feiiti tedesc hi che mi sono passa ti davant i agli occhi e coi quali ho viaggiato o parlato. Soltanto tornamdo da Jemappes, l'a ltr a se– ra, mi sono ritrnvato a piange re silenziosa• mente,, .davant i una croce fat ta di due scheg– gie di cassa legata con un fascio di ,·izzi fiori di campo e che ap riva le sue umili bracp eia nelle campagna in finita. contro il cielo ,·er– miglio. Era la tomb a di un ufficia le tedesco. Segno che la vision~ d'o1xore da cui tor– navo non aveva in arid ite le font.i della pietà . ~!a la mia pietà, se indulge um istante ai morti tedeschi. .e-rida sonratutto il vostro martù ·io, o pove re vittime d( Carnion e di Ximy, il tuo strazio, povern prete di Sa int Denis e il tuo eroismo. o borgo mastro Gravis, che fosti ac– cecato, pri ma che dalla palla assass in a. dai colo ri Id.ella tu a bandiera, lacerata dall'in– vasore! Ah, sì, sì 1 venga il domani sereno a sta– bilire le singo le responsabi lità , venga il tribunale dei popoli tutti a chied ere testi – monianze ,alle: persone e ai fatti, cosicché si possa stabilire se è vero che, come afferma il Kaiser, le fanciulle be lghe hanno strap– p:ito gli occhi ai suoi sodati I · Giustizia sarà fàtta a.nche al di fuori del– le frasi dei letterati, che oggi hanno l'occhio offuscato dalla passione di parte. Ma so– prat utto l'orrore che ha destato questa guer– ra v"1lga a strappare l'umani là tutt a alla schiavitù in cui ,giace! Non so perchè mi si pr esenta l'immagine cli que lla vecchietta rima sta sola al suo vil– laggio ad attendere che i fraincesi r espin– gesse ro i tedesc hi. La vittori a arris e a i suoi compatrjoti, il paese fu sgomb rato dai ne– mici ed ella appa rve alla soglia con la sua calzai, fra le sue galline. Essa mi par e u n po' il sim bolo della saggez za, che aspetta sulla follìa , il suo fatal e trionfo! g. b. Le donne e la guerra. Diamoci lo svago di qualch e chiacchiera o– ziosa . All'inizio della guerra vi f'U, un compagno illus tr e che ci. volle fare un cornplim ent o: l' on. Gra : iadei, il quale affermò in un com.i:io che se la donna entra sse nella vita J)Olitica la auerra non sarebbe scoppiata. E citava ad esempio l'ln(JhiltPTra che non era ancor scesa in li::a, JJoichè... ivi la donna è sulla br eccia. A him.è, i fatti hanno dat o tort o al cortese rom.payn o! I giornaU riportano la noti:ia che Miss Cristabet Pan1iurst , la famosa suffragis ta è corsa dalla Franc ia alla patria sua per ban– dir e la nobiltà della guerra contro ia Ger. 11iania. E ciò 1wn sianifìc herebbe nulla se noi non avessimo fall i più gravi a dimostrar ~ l'incon. sisteni:.a del complim ento fattoci. Lo entusia – smo per la guerra è stato lo stesso in tutti i 11aesi da 1mrt e delle donne. tostochè la ouerra è apparsa sotto il manto di aiusti : ia ... cosi in Fran cia e in lnyhillerra, così nrl Belaio ove le tlonne hann o dato prove di cora gyio e di forza da aar eggiar e con l'altro sesso. E ciò è logico: la vi ta si vive insieme, uomini e donne, e la lotta di sesso è un picco lo episodtio insianifì– ca11te, in conf ront o alla grande lotta dei po– poli. Ma ciò chr più va le a dimostrare cornr i meriti e i demerit i dei du e sessi non si scin– dano mai, è l'atteggiamento dell e donne nei paesi che noi riteniamo pro vocatori: Au stria e Grrmania. A ndte là le donne sono stat e le vit– time dell o strsso inganno che ha tra scinato i loro fratelli alla stray r, anc he là essr hanno dnt o di sacri /1.ri e d'entu siasm o, quanto i lor o uomini. A ViP111rn le donne hanno offerto i loro (1ioielli, in Germania hanno inghirlan . dat o di. {Lori i treni part enti. . Noi aspettiamo che la luc e della verità possa ns71lendeu sull e tenebr e sanguir,n e. A lfora lr donne d'ogn'i pa ese co1nprenderanno tutta l'a– marez:;a del loro sacri{Lcio e st uniranno aali uomini in una grande lotta: llUella degli op · pr essi contro ali opvr esso1·i. GIACO ..

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