La Difesa delle Lavoratrici - anno III - n. 17 - 6 settembre

La logicadei semplici. - Come 1 ti sei fermata anche tu a senLire la con ferenz a in piazza ? Non ti vergogni. - Vergognarmi di che? Sento che là si dico no delle cose giuste intorno alla vita di no i poveretti sempre carichi di fastidi e di crucci. E anc he voi ne avr ete . - Altro che avern e! Pensa che vengo via dal farma cista ove ho dovuto s!)endere tre lire pe.r la medicina di mi a figlia.. Lre lir e con quesw chiari di luna\ - T re lire? E che medicina è qu ella ? To' la stes.sa l'ho pa,gata la metà compran– dola nella farmacia cooperaliva quand'e ro in città! Che bimbone di farmacista! :-Son per nulla ha mandato a marito la figlia, con fior di biglietti da mill e. - Altro che birbone! ~1a non c'è rime– dio per queste lad rerie? - Già lo dice\-ano propr io ora in piaz– za: inYece di permettere tanti la uti gua– dagn i al farmacista. il Comune , come prov– ,·ede a tant'allre cose, potr ebb e provveder e anche i medicinali, e allora quest.i coste– rebbero la metà , la terza part e, e la po– vera gente le potrebbe avere arnche gra– tuitamente . - Ah sì" ~[a il farmacista che cosa fa– rebbe ? - Divente rebbe, se gli aggrada un dipen– dente dal comune . anebbe il suo stipen d io fisso, la sua pensione come il medico, ma non a,·rebbe più alcun interesse a strozza– re la povera gente, che spinta dall'u rgenzr. del bisogno, deve pagare quanto egli chie de. - La cosa sarebbe buona: ma perchè non si è mai fatta? - Perché? perché fino ad ora nel Comu – ne hanno coman dato i signori, amici del farm acista e di tant 'altr i che arri cchiscono alle nostre spalle se non son già arri cchiti. Se comande ranno i socialisti poLranno fa– re anche questo col tempo! Si sa, non si può pre tende re tutto in una volta, ma a poco a poco si può arriva re. Il comune socialista fa ribassare il pane, come a ,li! ano. trova rimedio per limitar e l'esosità dei bottegai in genere, controlla i gener i di consumo, costruisce case popola– ri , aumenta le scuo le, P!'Ov\·ede a dar ac– qua buona ed a difendere la vita e i diritLi di chi lavora. - In verità !e idee non sono grame . anzi~ Come sarei contenta se la pote ssero fare al farmacista! - Yedete dunque che non mi sono fer– mata inutilmente in piazza? Qualche cosa da imparare c'è sempre e poichè certe cose all e scuo la non ce l'hanno lnsegnate, biso– gna sentirle colà tra la folla ed io non mi vergogno di essere in prima fila. - Ci Yerrò anch'io un'altra voltai Quel– le tre lire rubatemi di tasca , mi stan no troppo a cuore .. La fame insegno ai barbari l'assassino, li spinse alle guene, alle invasioni. I popoli 1n– ci1:iliti sono come i cani da caccia. Un istin to corrotto li eccita a distruggere sen:;r, pro(ìlto, nè ragione. Lo sragionament o delle auerrf> mo deme si chiama interesse dina stico, na:.iona– lità , ~quilibrio europeo, onore. A.'\'ATOLE FRAXCE. LA DIFESA DR:LLE LAVORATl!I CI Un doveredegliinsegnanti I maestri po sso no e devono esse re i più efficaci apostoli della fratellanza umana ... anche insegnando la storia. Giac ché que sta scienza - detta con epiteto ch e va pe rd en– do di efficacia, maest.ra dell a vi t.a - fa par– te dei prog rammi scol ast.ici, la si insegni come tutto il res to ; ma senz a colori re i trio n– fi, le ebb rezze della viLtoria, il valore dei vincenti, le astuzie della sLra.Legia - senza entusiasma rs i eccessiv.amenLc in nan zi agli eroi che si ergono, superbi di lragica bel– lezza , sui ca mpi bagnat i di sa ngue , se mi – nati cli morti. Si nar rino i fat ti sto rici con sobria parola, con se renità, con esattezza , seguendo l'ordine cronol og ico, accen nand o alle cause delle guerr e e ai loro effeUi senza fare commenti impulsiv i, soggeU ivisti. L'allie vo che ascolla deduJTit da sè le disastrose conseguenze della g uerra , e stai o pur certi che, non impr essionalo dalla bal– danza e dalla fort una dell'esercito vincente , eg li si senti rà parlato invece, p er naturale sentimento di umana simpat ia , verso il vin– to, e sarà commosso e dol en Le per la di sfa{,.. ta, più che ent usi asta per la villoria. Solto l'or rore che gli avr à ispirato la str a(')'e si spegne rà in lui ogni velle ità be llico sa, ii 'suo animo aspirerà alla fine de lle guerre, e di– nanzi al suo sgu ardo. passerà fulgid a e con– ciliante, la se rena visione di un'e ra di pa– ce e di eg uaglianz a come la sogna no i mae– slri della nost ra fede sociale. Lll\'D A ì\1ALNATI. Madri, diteloai vostribimbi! - Quan do i vost ri bimbi gu a rdandovi sp auriti neg li occhi vi chi edera.nno: • u Oh! mamma che cos'è q ues ta g uerra del – la quale parla no tutti adesso. Voi ma d ri, se davvero siete deg ne di que– sto nome, ri spond ete loro: (( Fi glio mio, è u n'orribile malattia che « ha colpilo la lesta ed il cuo re delle genti. 11 \'e cli gli uomini so no di ve ntati Lutti paz- 11 zi, e perciò, in ce ndiano , di st.ruggono le <( belle città, i m eraYi g lio si ponti, le lunghe <e ferro\'ie che costruirono con t.anto sac ri– « ficio di danaro e tant e fatiche. li cuore de– e< gli uomini , pove ro bimbo mio, è di ven– « tata più feroce di quello della tigre e tutti (< uccidono, uccidono babbi buoni e lavo ra– {(tori come il tuo, giovan i fort i, come i tuoi <e fratelli maggiori i,. ..:..:;...... Donne, e se i vostri figli vi ch iedera nno · dopo: ({Oh mamma, di mmi perchè è ven u– ta questa orr ibile malattia alla mente ed al cuo re degli uomi ni? ». Voi ri sp ondete ancora: u Povero bimbo (( mio, gli uom ini sono di ventati così feroci 11 e così pazzi, perchè furono ingannat i dai '( loro Gove rn i " . Mentre Mosè , mig liaia di ann i or sono 1 comandava nel suo Deca logo c1 Non ammaz– zare», mentre Cristo ci diceva tutti fratelli i successori loro, inv ece, i g randi Sace rd oti 1 delle Chiese vanno a benedi re in gran pom- ra le corazzate che portano la morte, ed i Re, i Re in nome cli Dio spingono i loro sudd iti alla guer ra, li obbl igano a ucci dere e in cen diar e! E se i vost ri figli vi domand eran no an– cora: - Oh, mamma, e dopo tutto questo orro– l'e che cosa avve rr à? AJ!ora voi donne d el pop olo fate nel vo– st ro cuo re una eroi ca e santa promessa, e rispondete alle vosLre creat ure : u Fi glio mio , ades so abbiamo finalmente cr compreso l'inganno, adesso fini r anno tutti 1, gli ecc idi , le in giu stizi e e le mi se rie , per- 1 <( chè lo vorre m o NOI, a costo di mo r ire! )). G. M. L. Alla stolida religione del prete sostituiamo la religione che 110n chiPlle vcnclt-lla. ma chie– de invece la tolleran:.a di tulle le dottrine, di tutti i culti. e, culto m.a!;simo , la (Jiusti:.ia . In luogo della con tem,71la :.ione i.l lavoro, del– la cr edulit à l' esame, dell obbcdien:.a fa discus– sione, della pr eghùra la rivendicazione e l'o– pera. Div entano art icoli di qu estci rl'/iuione le scoperte della scien:.ct, (Ili equi vo l li interna– :;·ionali e le iwivcrsali esposi:.ioni del lavo?·o uni ver sale. Quest.a /elle no n ha pro{f'li, ha v ensa tori: se cerca un tempio tro va l'uni verso, Sf' Cfrca un asilo invio lato trova la coscien:;a dell'uomo . GIOVANN I IlOVIO. CORRISPONDENZE Da TORINO. Il la, ·oro metodico che la nostra Lega si è pr efissa di fa re, ci ha dati dei discre ti ,; _ sun ati, 1:0 11 sa rebbe stato !onl au o il gio r no eia noi ag ognato di polcr conta re un buon nu– mero d'organ izzat i, se non ci fosse capitat o addo sso coff1e una ca ppa di piombo la guer– ra .Gurnpea , che ci porl ò un completo are na– mento dell'indu str ia. TuUi gli stab ilin 1enti di tessitura ed affin i clim.inuirono le ore d i lavoro, au rnenl andb lo sfru tta m ento ed i metod i bruta li verso le ope– rai e le qu ali maggiorrnente si ras seg nano e si soltomeUo no senza pro testare Tale slaio di cose deve cambia re; non si puo pel"meUere che gli indu st riali si abusino delle gravi con– seg uenze che ci ha dato lo stato attuale delle cose per sfr utta re la massa operaia. E' necessa rio che le open1ie tessili abba ndo– nino l'apatia che le circonda ; esse non devo– no pen sare al solo divel'ftimento ed alla toe– letta come attua lmente f,rnno; le loro condi – zioni peggior eranno se non cerche remo di meUere in pratic a i nost ri con sigli. A guena finita e quando il ];i\Ol"O ,:arà h ~re,:o rego– larmente , gli indu striali pretenderanno di l"i– farsi delle perdite subite nel Lempo della crisi, essi cercheranno di diminuire i già magri salari delle oper nie tes sitr ici. Se que ste no•ì saranno or gani zzate dovranno di nuovo sollo– meUer si, dim odochè gli abusi non si conte– rann o più, i brontolam enti sono inutili; gli scioperi imoul c;ivi, come d' abit udin e, che ven– gono nro<'lama ti f:.enza con:mlla rsi con i diri– genti delle oraanizzaz!oni hanno sempre dei risu ltati catastro fici. E' temno che le operaie tessitr ici si w1,., ..._ dano e si organizzino per poler nel momen to opportuno ottenere quei mig lioramenti che da tutti sono agognati. Un sentito ringraziamento dobb iamo por – gere alle compagne Anita Font ana e Paola Perone , per l'orie:ra disinteressata prestata pro della Lega Tessile. Speriamo che per !'a,·ye nir e tutte le compa– gne \'Olenterose non ci negheranno il loro _ai_u– to, co.sì r,otr emo 11el minor tempo poss1b1le raggruppare la massa ope raia femmini le di– sorganizzata e fol'mare quella Lega Tessile che ne l passato g li indu st riali erano cosi.r etti di tenere .in cons ide1·azione. Da FORLIMPOPOLI, P er la costiln:;ione di una Federa:.ione Roma – gn ola (lei Circol-i femmini li. In occae;ione dei grandi festegg iament i per ]'.inaugu razione d'un :ricol"do 111iaJ1imor ea ad Andrea Costa il giorno sei ciel prossimo Settem~ hre avrà luogo a Fo rlim nopoli un Convegno Homagnolo fra i Circo li Femmi'11ili. Che scopi ha questo Convegno? Con ferenze di prnpag;inda e acco rdi per un più pro ficuo Ja,·oro . Io im·ece vorrei che quel convegn o ave,,se un'altra sco:,o cioè di costituire una F e– dcra:.ion e Romaon ola fra i ci rcoli {em.mirdli . Il camp o femminile ha bi.sogno di esse re molto coltivnto. Le don rne vi\·ono anco ra sotto l'infiuenza dei pre-ti, son o anc or a le schiave d'una ,·o!ta. La donna 110n deve vivere solo fr a le pareti domestic he o tra le macchi ne del- 1 'officina, o a mal'cirs i le ga mbe nell e ri saie , ma deve c<::sere mef:.sa al contatt o della vita politica di lutto quel conso rzio che si chi ama {( cii;i le n. Una Segrete ria Nnzionnle non può, non lo acco nsentono !e forze dell'o rganiz zazlone, gi– rn.re con tinuamente in lungo e in largo la pe– ni sola. Così formando le Federazion i provinciali o regionali, le Segreterie e i com itati che han – no meno terra da u lavo rare )1 possono ~ar tutta quella propaganda necessaria. 1\"el mov imento degli u uomini n ci sono tant e didsio ni cli Feder azion i, nel movimento fem– minile non occorre fare così, bastano le Fc– dera_zioni J?l'Ovin ciali o l'egionali dopo, quan– do il movm iento femminile sa rà anch 'es.so un movi mento cl'axa ngua rdia o allora sarà n_eces~ario f< decentra re 1) per meglio cura re i cir coli. Faccia mo intanto la Fede razion e rom ao-n,Jla gli allr i ci seguon o. 0 Che ne dite, compagne? A voi la parola. E:\ULIO ìVIONTANARI. Invitiamo i compaani a r eaolarsi secondo delib era ti del convegno di An cona. (N . d. R.) COMUNICATO Molte a bbon a t e non h anno ancora rinno vato l'abbon a m en to pe r il 19, 4. Si affrettino a farlo se hanno cara la vita e l a diffusione di questa nostra e loro " Dif esa ,,. Contro la guerra COLLEZIONE di 12 cartoline riproducenti le migliori e ·più suggestive caricaÌure d; SCALARINI. Ogni cartolin a è arricchita da un scelto pensiero sulla guerra dei grand i scrittori: Victor Hugo, Edmo_ndo De Amicis, ~ndrea Cos'a, A. Schopennauer, Volt_a1re, Leon~ Tolsto1, Arcangelo Ghisleri, Giovanni ~fnv~~di~arneg1e, Pascal, Antonio f ogazzaro, Luigi Una collezione Cent. 40 Mandare ord inazioni e imporlo anticipato alla Soc. Editr. AVANTI! via S. Damiano , 16, Milano. VOCI DALLE OFFICI NE E DAI CAMPI r;uner.,, 17 lualio 1l)H. Cara Di{ esa, Jfi permetti un po' di spa:.io? rJii ti scrive e un tur., auiduo lettore nonchè abfJouotr.,. So– n-O r.:ertiuimr.,, quindi, che i;orrai dQrrni due riyh e di risposta a quanto io ti chiedo. r·he ne pen.1i di un socialista, rP(Jolrum 1 ,nte tereuato, che dopo di a1;er sernprP ru11to pa– r ole di ra mpoyna per r1uei cornpr1r1ni i quali arrondiscesero al matrimonio uli!Jio.,o, e(Jli andat·r1 proprio in questi giorni art iw1inr1c– chiani ai;anti il pr~te per rirPrPrP la sonto .. benedi;ione, e celebrare cosi il rrwtrimonir., rP– liy fo1r.,? Che ne pensi di questo socio.listo, r.:he dopo aver pornpr.,samente proclamato di aver con-– qui1lo.to la 1ua futura mogli~ alla c1Jusr.1, so– cialfata, distraendr,,la dalla prer.,cr.:11po:.ior,Pre– lig io;;;a, e(Jli fu;~ un simile passo? Che nP. pensi di questo socialista, che acco1i.– ài s,;,:1t: al m~trimonir., reli{JiO$Q per puro as– seriimentl"J ? Tralascir:, r.,(Jni altro mio apprezzamrnto; atlrmdo ansioso da te una risposta. Ti saluto {ratr :rnamente. Tuo Z1sor..A VJ!-.CENZO. Caro rr.,mpagno, P~n•.rJ ,:r;me te che si tratta di un incrJe– rente, di un debole, di un so.,.·:dista a metà ... o for~e neppure. Più volte eu que<;ta rubrica ~i è fatta la d1 sc1J--sir,ne sul matrimonio relii!iosù. E si è an che detto che in tali casi si p1io indulgere nel giudi,..are i comr,a;rnj, tr;nr!ndo conto delle spe-:iali circo~ta.nzt: in cui si possono trovare, di fronte magari a dei vecchi a cui volentini si ri<iparmia un dolore. Qu1;<:t~ tran":azioni do– vrebbero F--c;:-iere però rare ,,,..r:ezioni, mentre puI~~~rm~o cÌ~~~oc~~~!si,)i~"::g~~!~canza di ca- rattere, questa incapacità. educativa che dimo– strano i cornpaµ-ni di fronte alla (fonM1 che pre~celgono od ai parenti ed ;cimici, è ,..os:1che diminuisce il valore della nostra prop:-ig-l't.nda. Vale di più difatti un esempio pratico, che tu tte le chiacchiere nostre! Bisognerebbe, secondo me, portare queste questioni nelle asse~blee,, mett_ere in istato ~i accusa chi ha comprnto l atto mcoerente. Ahi– mè, pCJtrà dire taluno, in che gin~praio 1 Ep- pure qualche esempio farebb e benP, molto !Jene. E' ora di finirla di CO'll<;iderare In. vila dl'l pnrlito comp letamente indipendente da quel– la privata! Cf'e diamine, la coscienza è una sola! Jn ver ita le donne del partilo donn o Pscmrio migliore dei cQmpng-ni clf'll'all ro ses– so. "\"essuna di noi ~i adattere bbe a una tran– sazione di tal genere. li JJ'Az'"·g;io diceva che - falla l' It alia bi– sogna fare gli italiani. - Noi diciarno che fat– to il partito socia lista biso_g-na fare le coscien– ze soririli~te. Lucia . Montecot voli, 22 agosto 1914. Cara Lurio, A nornP di tutte U· N1w11ot,nP di ffUPSla pic– cola t;r,zirmP, li vo(Jfio hJ1ri111N1• il tlolnrP ,, lo stra;,f() çh,P PQi prm·iomo, rlol r,ionio in cui .<,i scalen6 la a11erra 1~·urOJ1f' l. ('redi, compagno r:arr1,; ~trJi rretlr•vorno prr sPrnpre rhiuso il 1u1rrJlthrn tlr-llP a11nrr, e ci umbrrna chr tullo i/, popolo lcworotore avPs– sf!. una m.otura crJ.liciPft':.a w•r im 7JrrlirP ai arr11tdi r.oronoli uno .<,imili- f1arfHlf'iP. ('i sir11w1 dPl lutto l11yo11riolP r;;,;, lo nostrrt dr•l11sirm1• rr1r11i1Lriò rll pri"· ripir 1 dPll'impoisa di Uhir,, nr•t 1JNlr!rr• il po– prJlr; {ani ul1f1riacor1! rlall1• m1m:;oyne na::i o– rwti.dirhl?! QuontrJ fu yrro1rlr• ('(1 otrorl? il do– forP- tli ·retlf'T.\i slroJ)pt1rr• do/ r11MP i no.<;lri ,;ari frolelli, e /l(Jli, ,, sp,,.,r. 1 fua vi1·io tnr1 con la grafld1• paura rlu! rl1i 1111 !flO{(IP11fo ril/ 'a l– tro l?s.-.i tld11Jano impu( 1norr, di nufJro fr ru– mi, o lJPr di/l?sa, r1 _neur1io tJPr altr1i. ron qui– .~to, o SPNJr,da rLPllt• r.:r11111iliro;.irJ11i 1·/t.r; 1JfJ tronn11 an:Pnire. r· redi r.:ornpa(Jna; sir1mo prr,7)rir; ol r:olu 10 ddla euupPrazior,,-,J Ti {)rl' 1 Jhirm,r) rii, 1·0U,rri 11n poco sollP1:are ria (JUl?sfo .\lo/o d'm1iT110, rli dirr.:i quolrftp roso chf! ri posso risrhia rr1r,, /11, m_r,nt,, e {orci consaw•voli d1•l 1·r1wPtlo/JhiolflO or,irp in r1u1?stomorn,mto. /3f'nr/d si111r1rJ l011tanr e 1ion ci ronosri r1,r110, in qu,r•.di tf'rribili rn.ou• .1•nti, ri Sl'lrtfJfo rh1• u– na grandP for:.a r:i strinya JJiù {orte! Oltr~ alle amuensioni ml"Jrati ci sono (lià lP <;fJff PrPnZP motPriali; mtcl1r• in qur,.,tu pirrolo ,:r;TfLU(lf', i sr1no incominciatP o . e1ifirt· le con- seg1l-en:.e di qu esta infame guerra : sono rim- i patriati in ?nassa (Jli emigrant-i della Francia, e yli operai di q11i 7J·ure essi sul punt o che potevano guadaanare (JUel gru:.;oletlo per sbar care i m.esi inverna li sono sta ti li cen– :.iali. Sul vo lt o di tulli si le(J(JCuna arande cspres– sionr di dolore ed una dolorosa incer te:.; a per l'avvenire. Sprriamo che 1 1 orrai risponderci. e ci dirai ta11lP cose, tu chr vi1 1 i in un grand e centro; del triste momento che l'umanità oltraversn. 1'ulli i !fiorni lC(Jf1ia1no /'.-\vanti! e alla q11inlliri11a fr, r11r11 /Ji/f'.W. 5-,·r;futi o '1,·lfuosi o tutte le compa(Jne cli cui imparia111r1 i nomi nel aiorno/ ello nos tro e a te, cara T,ucia, in modo speciale. La Segrrtaria lì.OSA ORSINI. Co1111Jar1ne care, Ln vo•,trn. !rttrr,t m'i\ tnnlo pi1t grnta in quanto lo !--f rzo die compio pC'1· t1·ovnn' per voi la rnrola di rnrn~g-io, mi scuote da qurllo stnto di nlihattim,, 11lo in cui io pure sono c:aclula in CflH'sfe giornate pC'nos::U11C'nle hm– gite, <prnnlo le noUi !',O/loa~itate. l.n ,·ostra dìsill11sione i• pure, la min, ed ('> quella di quanti hn11no ,,hbr:ir('i:tln. la fede sotialisl:1. A!Jbin.rno s1wrato troppo n,·lh· nostre forze sPnza JJensare q11ale iu11nane paLC'nza. a– vesRC'ro i nos!ri llPin:ci !\Ja rare compag ne. se si pPnsrl d1p il rristiane--irno in , enti secoli non e• rill!•tito n r,01 re in pratica i suùi cnpi– ~alrli. '111~1 c1·istinm•sirno che e sfruttato ap– nunto da rp,ei polrnli elle S<HIO i re-.,ponsa– bili delle str·a~i attuali, perrhi• r,n,•mnio do– vuto credr>cre. 1H'l mi racolo che il s•irialisn10 roi sur,i nodi i d, r·r11ni di 11ro~1diti:-,H10 pole~sf' riu~.r-i1·r a \'inr-rrr. tnnte forr.e rnal\'a.(.{ir•? Oh qu:.u1to siamo i11ge11ui! Un giùChf'tto di diplomazie, quale/le tele– gr:tl/1111/l N1uiWH'.O e J'i11c·<·1Hlio <liv:w1r,a e il p<ipolo <·01Tr. ,dJ;1 ouJ,tP 1,; 111c•11tn• i gionwli ci pfJrl:u)<J 11otizie trrrificanti noi siamo qui nell'[J.Uc:.;a angosciosa: Che sarà cli noi? Pare proprio che il noslro governo sia ben deci!'jo a 11ùr1 1uurJv1·rsi r riò per mille r~1gio– ni. Xoi :1tJbir,mo nitre r;1µ-iooi ,nn. f'H~o strn– no, siamo all'unisono. IJu11cp1c possiamo vive– re in una r·erta calrfla. Ma è calma rnort:-de, nevvero la nostra? noi ::ion f!O'-si~11110 òi1J1enticare il dolore delle no- st r_e sorelle di_ qualu nq11e nazione esse sia no, noi non possiamo accarezzare i figli nostri sen za che l'imma;1 J1e cli alt ri ci dia una fitt a ~d cuo re. Oh, ci fosse pos,ibile aiuta re i deboli, sa !– v?-re dallt1; strage Lante vite inno cen ti! Potes – s1.mo . c?lp1re la prepote nza e fare un po' di g1usl1z1a! ~fa rnspira.zione nostra si spezza neUa su~ stess8: ingenuità . >Iulla possiamo fa– re; nè s_ia':10 -;1curi di gio,·are alla giustizi a col sacnfic10 delle giovani vile dei nostri fio-li . ::\"ai i:ulpiti si dice di pregare ... oh la. sa~t~ rngenuità di chi prega in buona fede! i\Ja noi non a.bb1arno fede in un Dio. il quale premet – te che tante barbarie sieno compiute in nome suo .. _Dol~bia_mo 1 dunqu e ~ttendere con coraggio gli ~' enti. Nessuna azione dobbiamo fare con– tro_ i! ~o\"C'rno poichè nel falto è d'acco rcio con :101..~ollanto clobbiarno \"igilal'e pe rchè non trad1c.;ca ì\Ia_ v1i dite :incora: e la disoccupazione e la. ~n1s~nn che batte al le porte? Quesito grave pe1_no i cruanto l!e!' la ~lasse capitalistica che p~10 veder tu!·bat, 1 suo, son ni. Se Ja fame ve- 111ss?i:-ul s:e,·10 _a tormentare gli slamati bis o– gne, ebbe J~ure 111 qun.lche modo prov,·edere ... lnt'1:nt'? 1 lavo ratori far.,.iano delle riunioni n~r 1:1r~1~ma~·pi Com_uni e lo Stato a se riÌ p1ov,ed1m,,nt1. _ln rnolt1 Cornuni <.i è già abba – stanza. fatto. Bisogna f'he sia cosl dappe rt utt E h1so~na anche che i lavoratori mettaio a P:ova_ 11~ qucs!o mo111ento il loro spi rito cli ~ol1d_a1_·1et~: , l'a111t? anche modesto che dà I ope~n.10 _,111 orenuo, la madre a lla m d n_on (~ c_antà. f'!Je nvvilhce, ma è la. sanl~fi~!: 1.1one d1 o11cl legame che do\'rà un . ·edimne i I 1tiù11do da luUe le . . f?n lo da tutte le barbarie ing1us 1z1e e .E la :,oddic.;fa_zione che ci dà og11i opera d1 bontà che ~01 com pia.mo , senza. ostentazio– ne, senza v~rnlà, vale certamente più d' . cosa ~ ~al'C! la forza di trascinare la ·t 0 g~ll quesLI g1on 11 penosi. vi a 1n LUCIA. RIGAMONTI GIUS EPPE, gerente. Tip. Editrice della Società " AVAN'U I " Via S. Damiano 16 . Milano

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