La Difesa delle Lavoratrici - anno III - n. 14 - 19 luglio 1

Aproposito deldivorzio 0µ11nno -..,1 che i più tenaci, i 11iù acerr i– Jlli .t\Yer--a1 ·i dt.>l dh'orzio -.;uno 1 de1ical1, guidat i nat11r alme111e dai preti. da coloro, cioè, rhe .;olio proprio i più incompetenti ;1 pronunciar-;i '-ll que-.;to nrgorne11to! Dit·ono i rleril'ali: il di,·orzio è contrario alla leC?.·g-e di Dio: e il matrimonio è un -.:acrn- 111e1110 elle non ,·iL'lle '-'Ciollo d1e dalla mo l'Ìl' di uno dei cuniug-i. ])'altra pnrtc c~:--i ap;– friung-ono :-;p ,·oi ammettete clw il matri– monio po-.;-.:a,·enir '-'\'iolto per qualche moti\"o, per l''t'lllJ!ÌO, per !"infedeltà, e allora potrt•tt' a.nunetterc che una lunga infermità lo po..;– ;::J, e poi la pazzia, e l'incompatibilità di carattere. e il capriccio ecc. ecc .. \niYerctt' co--ì al ri-..ultato che la iami.\:dia, ba~c tiella ~ocietù umana, :-arà co-.trt:tL.t a rètrncedcrc Jìno al !J,u·lrnri -.mo e alra11in1alismo .. ~e il 1natrimo11io 11011 de\·e e;:',,-er nulla più che u– na Yolontaria unione tra l \1omo e la donun., ::-e nuH dipe1Hle in--onuna ehe dalla mutua affezione e puù ~ciog-lier,-i appena che 1.:ode– , ta affezione ce'-'-i, ma allora la società u– mana diYiene una -.pecie e.li ~ociet:ì di scim– mie .. Hihattiamo noi, fautori del di\·orzio: \"oi dite che il diYorzio è contrario alla leg~e di Dio. Ebbene: le Chie :-e hanno certo il <.li– ritto di fare le proprie leg-gi, e quello di for– mulare. pre:-criYere ai loro membri . lfUCdle condizioni che e-.-.e Yogliono: ma lo Stato nul– la ha a che lare e a che Yedere con le Chiese. Lo ~t ato è un g-ruppo di un ordine più la– to, tiiù Ya,to della Chie ~a. e di tutfaltra ~or– ta. Di uu ordine più \-a~to. 11erchè è formato dall u11io11e di tutti i citt;-idini, i quali es– :-.eudo liberi tli -.ezuire quella relif!ione che a loro me!Jlio talenta. fanno ,i eh<" lo Stato racrllimla nel --uo , eno memhri appartenenti a Chie--e tli\·er , e: di tutt'altra so1·te, perchè <liOerente è Io ::c-01,0 a cui es~, tendono: le Chie-.e -.i propongono la felicità umana nel mondo ùi là, lo .Stato :;i JJreoc<.:upa inYece <lei beue-.-.ere de.~li uomini nel mondo di qua. E 11e,,unu che abbia un po· di ~aie in ZUL'Ca, Yonà meuer in dubbio che il problema del dhorzio tlebba e'-:-er risolto da altri che non sia lo Stato. Coloro che per le loro idee religiose sono 011ttari al dhorzio , non lo co11traggano! Ecco tutto. Lo Stato non li obbliga. :_\fa pre– ten lere che il dh·orzio non entri nella legi– ,..1- zione ùi un pae:,.e, e co,-trin!;'ere quelli ai qu 11i le loro idee re}ic:io~e non impedireb – bero, in cJ.:,.o, di di\·orziare. ùa, è un po' tro1,pul Cio puzza maledettamente di ::anta inqui:-;zi(.Jne, e quello St ato che '-i piegasse 11 , olei i di q 1 Jei clericali, dimo~trerebbe ~li e-.,er ,iù 1,rernuro,;o Yerso gli irleali partico– lari 11 1uella da~a Chiesa che \·erso gli inte– re"i J1 tntti i cit:adinì. ~arebbe uno :--tato c~e n direbbe quindi i !:;UOi più. elementa ri Jo\en. L -.. •o ,·1mcedt'tHlu il liYorzio. noli Ylola L libena di co,:cienza di ne --suno, non coarta le -re<lenze 1elizio,-e di ne-c:juno. Dà la fa– _olta di di\·01-liare a chi lo \·uole. E basta. );ou co11r·edendo im·ece il di\·orzJo, oltre a far c J:--a 11011 ,azgiai coarta. la libertà Idi colfJru che ul di\·orzio ~ano faYore\'oli. D~··to que-cto, mi ~embra che sul lato reri– gi ,o della rrue-.tione non rimanga più. nulla a ir ~i. L~ 1JretP-.e accampate dagli an·ersari 1 d orziv -..Jnu a::,:;olutamente insufficienti 11 r __, rio <iii a più piccola di,cu--~ione. , p, t em11 o, JJtll' tu:ta\·ia, o . ;,-.enare an– \ i J1 .:a ·lie il n1c1tri.rnonio è un ~acra- IJ"e ,ro. /Jr bf'ne, il matrimoriio di com·e- n ~ 1:1·an1ent0·! E' un ~acra111f:'nto r o if:'DP ronh..itrn per vu,e ra::do11i di . o --o i li.. e, famiz1iari'? E un ~aera– r r· 1c..11d0 1 coniu;?i nrJn r·ercallO in esso che 1 ,j r, (.J. o un titolo'! E conti1rna ad e:..~.-r 1n -.:, TarnPnto quando il marito e la mog ,i ùdfr1no e ~i di-.prezza110 l'un l'al– t1 1 (J ,,ori e pi11tto-.·o una ,·"'rl ironia il <'hia– rr. I nùme di .;;,ie;rarnento matrimoni si– Ifl 1'! .:\I -.l"Ji'to :\fax Xorda :.1: L 1df-":arhP il NJJ1- rr"ll!1 rn 1trimoni,dr pre'-PrJh dei r·ar:itteri '-' cr~meritali e indi'-'-'.Jlubili, \",i Jt1ùlto bPnP per rn rr·iH.:"'~r.J-.·o il q11a]P forse r-rede che t 1t•i gli 1oruini ,jano, o rlO\TPb!JPrrJ P'-SerP, :.11 z.. 1. :.Ia fJ'Jr trr.JfJfJO:--afJpiamo che la rn&z– g ..or e di t1ùi rw,.e,i mortali, e r,i ittfJsto ùffip J'--" (J pen·;:1tori che di <;<1nti. E corn- f •o :i J';:t:;t: e apf1Jnto r1urdJrJ di prQ\\ • d r I~ dPbolnze dei pecr:ato1i. Il ma:d- . , .,•ituzirJne fondamr•ntale dPl!a c;:;1J– Lzza•a, ma :':~nza la valvola di sir:,1- rJ 1 divM·zjl') e~,o Ì! 'JJJtf,i '-ir:uro di 0- '-fJ JPr h:1'-r·iando diPtro a e 11ir!11f';Jitro che un r rJ... d, ffiÌ'-P1·fa, di vizirJ, di disorrlinr,, co rf-i rJ::imiez~iare, pi1J rJ mPno r,rofon Iri– IH~,,•,. r1 -.tf•~~o r,ro7rr~ ... -.,o <::of'irdr~. fJ»I J e'-'to ,i r,0trebbe and1r• nr,tare chr• ,·')· lorrJ he diNJno: <:,onrJ r·rJntr:irio al div,,rz,o f!l'.'t•·li.- q11P-.trJ è c0ntr&r:rJ :_dia 1eggP d1 Dir, r,er Ja famo<::a fr:1se q11P;:tli r-br~ IJir, ,.,•.,.r1. n0n 1)rJ-"'.1Tl'"1 ..zii w,rnini rfr=:~inn~f re: dP, ,nr, neeP<-~:in::ir1Jr!ntP. r•-'-f;T nemir:i del pro,.tr r, r, della \ r:rita. E r'f"Jfl r•r1c.trJ10 ,,~rrli di~f'.u •r.,:ll• ,i irnrir, ,jl;ilr• f-'1•rd1 chi 1r1q1Jf• r:irnrw ,. h:! le for·J11Jle o df-;.!11 ar·tJ• oli di f,,dc, {r,1, n fil .srJfJ;'l diP ,n 1f•f"Jl0:::d,1, O rdtr<1H!, J1'1'1 r,1"' (• • r n udi.,. iTf!fJ&rzi J'.~ p r le Of11fiHJI1 ul t1u1. I 10 f1f1 •ju, ,re r, 1rJ nndf' intr,llh·· r1 1 ff 1 t)J ·11z <Jfll an ht: ]r, ri 11 J 1girH1f•\fJ)J r• .ti 1, degh , It11. ~i ,r, S(1r,r, r 1r11.·r11, e,. n,! <J,\r1n<1 ar1z1 a\!ere, r1•J, ,, rn,Ji ,,.n - t,tlP. d1 e t :i, i ai t rrtJ)J, g11 IJJlJ!f'11 e rnrmnrno n fm~ di c<1ri en,.1,. , mrror '.J rJPlla .S0r- t :,-;jr11 c<,n n11ir, Tll I1fJf1 fl ••1 pafJ(_J 1>Uflt(_J r,r )f[l'f• ,,, Jflf'II tre iie un Ofiinirine rJn 'dcr 1t NJrfl' \Prit i ultima ur11. r-r lenz::i difP 1t. ron \'irJJ<·nz:i r1ùn rJlarn<·nt,, o tacrJla h Lti,!rrJ P-H1h"'r riel 111·0;.'T/'.---fJma iuspin.1 pE'.rfmo del 'orlio c<JJJ– tro 1 JUui-i;Jc.;i c-ontradditon· JJ di-. r,rzio e c0.,i n,!ce- sa rio, P. 111 11n cr-rto ,en-~o i; altrettanto i,ardù, q1J~rnto il rnatr1rnr1nirJ. La IfHH1c:::.inza di rJi-.rJJzrrJ, d1 qurtriti dfJlori, d: q1u1nta rni,;;,!ria ,. r,ur– tr1)f>f1rJ di quanti delitti JH)ll e "-tata mai c:iu.;;a' 'ie fo'-c,e pf"J~-.ibile di pasc:lrP In r:i, ~egua tutti a-li epi,odi doloro':i'i, t11tf J ,e 2un• tut'i i r-riroini che c.tr: J:zi r·r.Jru e c:t a zi r I ' ·,., umall iri. c~ s1 d .. lf man L.\ DIFESA DELLE LA\.ORATRIC! ea11za del cliYorz.io nella lep:i,1:-izionc de_zli ~tat1. :111die il più accanito nn cr:-.ario del di\ orzio don·e!JJJe raùhrid1Iire! Per una ca..;a ùoYe ramore 11011 alberg-a, do, e !"odio e le maledizioni prendono il po::sto della concordia e dell'afrctto, <liYorzio signi– tka lihera,.zioue di un pe.so insoppo rtahilc. ..;i~nilka Yita, -.peranza, felicità, una pol'ta l'iie ùalla :-.dtiaYitù e clall"n.fflizioue cond11ce :-111 :--entiero della pace e tiella libertà. 11 cliYorzio conomperà Ja fa.miglia'? No. La purìficlicnì. li nw.tri,nonio è buono, ,nn il dh·onio, in tcrU cc1si, è rnifrliorc. '\on am111c1lct· il clhorzin, rcncl-er impo-.;si– l>ilC' lo :--cioglimC'nto di certi matdnioni, ò far l'O~a n ornlme111e ingiusta e cruclelc, sorial- 111e11trpericolo,a, anzi duhbiarncntl' da1111o~a. Il h('onc, il niminale. il cretino, <.ono uo– mini '-olo per mPlà. Consen·ai·C', 1na11tencrr un rontratto rhe es:-.i non po!-:..;ono '-Ollrli-.;fare, ,, illogico. Sciogliere matrimoni contratti con loro l' un doYere; 1u·eyenirli ancora megJio. (Conli ,rna . U Qa gara di ma dri. Jllilleduecento bimbi erano raccolti domeni ca scorsa nel Kursaal per una gara d 'alleii ament o. Non dunque la solita gara di belle:za fra i piccini che t1a an:.itempo a guastare la psiche infantile preparando la cive tteria e la vanità; ma una gara di salute, di igiene atta a risvegliare nelle madri il desiderio di allevare bene i pro– pri figli. E le madri proletarie non hanno man– cato ;n J1erità di accorrere. Ma ci sono piaciute sopratutto le parole del sindaco nostro, l'al'v. Caldara: H Quante saranno le cure per i bambini. al– tr ettanto più grande sarà il nostr o do11ereper evi– tare la follia omicidiar ia degli uomini! n. Si. si. be11detto! A Frei 11ofufo chiedere a quelle madri: Che fareste se un giorno il l'ostro bimbo fa tto gio– l'ane e forte fosse portato sopra un campo di battaglia per assassinar e o per essere assassi– nato :i A J1rei sentito un url o solo : - Se ciò fosse l'ero - 1 ·11cciderei ora con le mie stesse man i che l 'han110 adornato per la festa! Eppure la vira può avere qualunque sorpr esa .. fa società borghese può tutto prepararci, e la ra.sst:gn(1:ione erc,iitata per gencra:ioni. può per– mettere tutto! .. La1·oriamo per il JiPcnire socialista. e i fiori dc.~lu 1•ostra rifa, o madri sbocceranno al sole dellu giusti:ia sociale. Consigli igienici aglioperai. lJalla r·u11ica <ll'l fw;uru di .\Ulano. 1. Xon op;ni indi\'lduo Ila la ,,te5'sn resbten- 1 za, la ~te...,,a capacità atl un determinato la– Yoro. Pl'irna di ~ce:iliere un mestiere con\'iene co1hultare un medico, al quale si do,rà ri– corre,·e auche in ;.;eguito per ~apere se l'orga– ni--1110 rc;.;i-..te !-ienza danno al me .... tiere as- 5,;u11to. -2. L·operaio arnmala per il lm·oro quando que--to è aniifbiologico e antigienico, quando, pur es~endo fi<.;iologico, si :,;,·olge in ambienti malsani, quando esige dall'opernio, uomo o donna prestazioni che sono supe ri ori alla ca– pacità, alla resistenza. dell'individuo. 3. .ll la\'oro antiiticnic-o e antifisiologico, an– che quanùo non abbiano J)l'O\'Oca.to specifiche ir1.alnttie pl'ofes!--ionali, imprimono alla malat– tie ordinarie una fisionomia speciale. per cui esse si staccano dall'andamento comune. Ogni operaio cle,·e sape re i rischi che in– contra nel mestiere che assume. Se non li sa, se li faccia dire dai principali. 'i-. Rispettino i genitori e facciano rispettare le norme sancite dalla legg e circa l' età d'am- 1nissione dei fanciulli al laYoro. Dolorosi in – cidenti quac:.i op:ni giorno JH'O\'Ocano rodne fi. siche in fanciulli che un insano desiderio di guadagno ha per sempre sottratto ad un pro– ficuo la\·oro . In questo periodo dell'anno è necessario che le madi-i specialtne.nte meditino su questi con– sigli. Se i figli amma lano, se intristiscono per essere costretti ad un la,·oro superiore alle loro forze o contrario alle loro a bitudini, ai bisogni del loro fo;ic-o, il danno ricade su cli \·oi, o madri. A \·oi il maggior disagio che colpisce la famiglia, a \'Oi i L cruccio più tor– mento,o di \·ecler soffrire per la Yostra tra– scuratezza la creatura che a\·ete sognato di 1·erHlere felice. LOTTEE DIFESADEL LAVORO ~rn r ~~[1f1rnimnr ~nrn ~~rn Il lavoro di 111:mda è finito. Per quaranta gior– nate un esercito di donne e di fanciulli - circa 300 mila - dà la propria fat ica alle risaie del Milanese, della Lomel?i na. del Novarese , del Ve– ronese e del Mantovano. Come la risaia rende fior di biglietti da mille agli agricolrori (nella so la Lomell ina vi sono ce ntina ia di mil ionari) procura ai lavoratori che vi sono addetti una teoria infinita di sofferenze, patimenti e dolori. Dalia semina, alla monda. al taglio è tutta una (( via - crucis n pei lavoratori risicoli. Di questi lavori. quello della monda è il più malcdeno. I mondariso s·alzano all'alba e calano in risaia , affrontando I ·acqua fredda, com 'è fredda la ru – giada deila notte, e si curvano nello stagno per 8-9-10 ore, interrotte appena da!l 'ora di cola– zione. Durante il giorno 1 ·acqua si fa calda, quasi bollente, i raggi brucianti del sole sfer– zano il dorso de!le mondine, che si muovono in un bagno di sudore. Dallo stagno inalzansi i miasmi mefitici che andranno ad intaccare la loro salute. Che il lavoro di monda sia uno dei più sfibrami lo dimostra il fatto delle mondine pesate prima e dopo la monda : in quaranta gior– ni di questo lavcro bestiale avevan perduto pa– recchi chilogrammi di carne! Le mondine immigrate ( forest iere) stanno peg– gio delle altre. Tre volte peggio: per l'orario, eh 'è di due ore superiore a quello deile mon– dine locali; per il vitto, che consiste in una specie di ff burianda " insapore e poco nutrien– te; per l'alloggio. che è formato di una caserma con della paglia per letro. Bisogna vederle quan– do partono, dopo la monda, queste povere figliole in che stato compassil)nevole sono ridotte! Quante di esse celano il germa malarico in cor– po, che farà loro spendere poi, in medicinali quanto e forse più di quello che hanno guada– gnato in un mese di martirio? E quante ci ri– metteranno la vita? Ingiustizia della legye. La legge è stata ingiusta, selvaggia colle mon– dine forestiere, fissando un limite orarir..( giorna– liero 'J O ore) superiore di un 'ora a quello fis– saw per le mondine locali O ore). Che cosa ab– hian fatto di male queste povere dis~raziatc per meritar'!ti la condanna di lO ore di lavoro as– sas5,ino nessuno ce lo sa dire. Sta di fatto che que~,a diversità di tra11amcn10, tra mondine lo– cali e mondine immigrate, è stata e sarà fomite d1 agitazioni, scirJperi, lotte e discordie. Gli agri– u,lrc,ri che si SfJn visti strappare. dalla forza or– g~nizzata delle mondariso locali, le otto' ore di lavoro e un salario discreto, si servono delle fo– restiere, per le quali la legge consente uno sfrut – t~mento di J{J ore. come ,;;trumentO" di krumi– raggio a danno delle mondine locali. Quest 'ul– time si vedono soppiantate spesse volte - dalle foresriere, e condannate alla disoccupa– zione nei momento stec;;so che nel lom territorio ferve e si svolge più intenso il lavoro. Di qui nasce il con trasto, l 'urto tra proletarie e prole– rarie, di qui gì-i scioper i a ripetizione - da par– te Jelle mondine locali - per salvare le posi– zion i conqu istate e per arginare la concorre nza delle forestiere . Ed ecco che questa legge sulla risaia, la quale (oh, iron ia! ) è stata chiamata legge di pacifica– zione, trattando in du e modi diversi le donne che eseguiscono lo stesso lavoro e sono dan – nate alia stessa fatica, altro non ha fatto che soffiare su! fuoco che da anni divampa nelle campagne risicole . La pacificazione non potrà avven ire se non il giorno in cui la legge verrà mcdifica ta nel senso di srabi1ire un orario unico per tutte le risaio le indistintamente - locali e forestiere - orar io che non oltrepassi le 8 ore di ;avoro. E quest"orar io noi proponiamo che venga fatto in due riprese; 4 ore la manina e 4 ore nel pomeriggio, per evitare che ceni grup– pi di mondine incoscienti possano eseguire, nella giornata, altri lavori agricoli. L'o rario cosi di– sposto, dalle 7 alle I I e dalle 14 alle 18, rea– lizzerebbe una infinità di benefici . Permette – rebbe alle madri di allattare convenienteme nte i propri bambini. di preparare il desinare a mez~ zcgiorno, di tornare al lavoro un pochino ripo– sare e di produrre anche di più. Inohre si to~ glierebbe, automat icamente, la poss ibili 1à di vio– lare la legge in parecchie disposizioni, che di– venterebbero super flue con un orario di lavoro ripartito nel modo che abbiamo proposto . Il c olloc a mento. Ogg i è nelle man i di quei masnadieri che si chiamano " caporali n. Le mondine sono la loro preda. li caporale forma le squadre nei mesi invernali e poi va in giro a venderle. Le mon– dine non sono tenute a conoscere il luogo dove saranno destinate, nè il prezzo, nè le altre con– dizioni di co111ratto. Basta che queste cose le sappiano in due : l'agricoltore e il caporale. Al– / 'epoca della monda il mercante raccoglie le sue schiave e le porta in risaia. Dormiranno dove vorrà il caporale, faranno le krumire perchè lo imporrà il caporale, e alla fine prenderanno quella misera moneta che il caporale deciderà di dar loro. In questo mercato di carne umana \·i sono dei caporali che realizzano biglietti da mille. Basta il traffico di un mese per vivere comoda mente tutto l'anno. E' turpe, è scandaloso. La legge deve interven ire a difendere le mondine dal hrigantagg io caporalesco. Si istituiscano degli uffici di collocamcnt'J provinciali, sovvenziona ti dai Comuni, dalla provincia e dallo sta to. Con– cediamo che la direzione di questi uffici sia com– posta da una rappresen tanza paritetica di agri– coltori e di mondarisi. Detti uffici avranno il compito di collocare ,1 prima di tutto >> la mano d'opera locale disponibile, in modo che non si crei della disoccupazione artificiale, indi di com– pletare la mano d'opera occorrente per la risai~ con le squadre forestiere. Va da sè, che le squa– dre forestiere non dovranno essere collocate a condizioni di concorrenza a que,le locali. Il col locamento non è difficile a disciplinarsi nel ~oJ~ in cui noi proponiamo. l n base agli erran d, risaia denunciati ai Cor.rnni si può fare Il cal– colo della mano d'opera occorrente e preparare, fin dal febbraio, le squadre di mondariso. li caporale come e< mercante di braccia n de\e scompar ire. Per la direzione del lavoro e P'=':- ,a cucina se trat1asi di mondine immigrate, prov– veder;nno le stesse squadre, scegtiendo nel prn – prio seno gli clementi adatti, senza biscigno ?i fare a questi 1ra1tamenti spe ciali. Soltanto 111 questo modo si potrà porre fine ai ladrocini che oggi vengono, dai caporali, consumati a danno dei mondariso. As ili balia t ici. Ùna pane ragguardevole delle donn~ di ri– saia 1engono dei bambini. Durante la m 1 nJa i piccini vengono lasciati nelle mar.1 jelle t icine od addirittura in balia della strada. Con q, iar.ta tranquiiiltà la madre può stare lonta!W ; intera giornata dalle proprie crea ture ad ')g1:•nJ :: ta– cile immaginare. La strada è piena ji pi:~1coli materiali e morali e dalla strada i bambini ncn hanno nulla da , guadagnare. Noi proponiamo - su ll 'esem pio. lodevole di parecchi comun i della Lomel lina ammin istrati dai socialisti - 1 ·ist ituzione in tutti i comuni risico;i di asili ba – liatici che raccolgano nel periodo della monda, sono la custod ia di diligente assistenti, i ba m– bini delle mondariso. La istituzione di quest i as ili non deve essere lasciata alla facoltà dei Comuni. ma deve essere resa obbl igaroria per legge . E sarà un 'opera altamente civile ed uma– nitaria. Probiviri .. Cass e di Maternità ... La Commissione di Conc iliazione per la ri– sa ia, nella prat ica, ha fatto compi ero fai imento; occorre sost ituirla con dei C olleg i probiviral i fissi. Alle risa iole - se si vuole evirare che, con dei certifìca1i talsi, si rechino a\!a monda in uno stato di gravidanza inol tra ta - è neces– sario es tendere i benefic i della Cassa di Mater– dere alie risaiole, c0ns 1dera ndo com~ infort t 1 !li le malattie pr odotte dall 'infezi one malarica. E' tempo che a que ste donne, che tant o faticano e ianto soffrono, la legge accordi un tantino di giu st izia. P e r il rispett o della legge. Occo rre che l' Ispe tto ra to per la risaia non fun zioni soltanto nel periodo di monda. Se è vero che la monda è il più importante dei la– vori risicol i, per la sua durata e per il numero di lavoratori che occupa, è altrettanto vero che vi sono altri lavori d'importanza non trasc ura– bile. Accenniamo ai la\'ori di taglio e di raccolta del riso . Nel periodo del taglio e della racco ita I ·ispettorato non funziona o quasi. Gli agricol – tori approfittano della mancata sorveg; ianza per infischiarsene completamente della legge. Ep– pure in questi lavori sono adibiti migliaia di uo– mini e di donne che hanno diritto di ess ere di– fesi nel loro salar io e ne lla loro salute. Sarà bene quind i che l 'lspetrorato in risaia funz ioni e sorvegl i lo svolgers i di tutti indi st intamente i lavor i ris icoèi. Ch e c os a fa rà il govern o '? La Federazione Nazionale dei lavoratori della terra ha, da tempo, presentato al Governo un memoriale contenente i desiderata de i lavorator i di risaia. E il Governo, (C more solito ►> 1 ·ha messo a dormire negli scaffali. Con questo ar – ticolo noi indichiamo i mezz i e le riforme per tranquillizzare la risa ia. Ma non ci illudiamo -- nemmeno lontanamente - che, da parte del Go verno, si faccia qualche cosa di buono. Noi abbiamo però una forte risorsa : la massa pro– letaria. la quale saprà imporre, colla sua ferma volontà, e colla sua organizzazione. agli agricol – tori - così come si è fatto per le 8 ore - I ·accettazione delle migliorie che la legge non avrà voluto acconsentire. E aila tranquillità in risaia si arriverà attraverso.. una infinità di scioperi e di ag itaz ioni. Carlo Azimonti. La classe delle {abaoohine nodorme Già ahl,iam.o detto con quali sentimenti ~ll'Ste la\·orntrici :-sono rientrate al la\'oro do– po la loro aspn:t hattaglia. Sappiamo come solilalllente dopo una. sconfitta la classe sl alJIJatte e le file clelJ'organizzazione si smém– brnno. 111\·ece 110: ~ia1no ben liete di constata re cl_1e ,nden_e. il contrario. Da ogni pa1ie ci gwnge 11ot1z1a che lo stato d'animo di queste la\·oratrici Hou è I)€l' nulla abbattuto. Possia– H~o esser <·l,rle cli<" se il goYerno non mante ,·– ra le ~ne 1iro111essc an·erno presto altri e pur poderosi rno\· i111e1iti. 1 . Er·cc, pertn11to l'ordine del giorno votato da.I– l a<.,e111hlPa flella !-€'Zione milanese: (( 1_. a.._.._enildea <lPI_p~r:-;011ale operaio dellrt :_\fa111fattura t:1ha"clu nunita nei locttli del Ci- 11('11tato7rafo EJ1lora1l0 · 11 _mentre ('r111stata. il salutare ris\'eglio e le at!11l<"Jlt:tte •~rlc:-.i1!11i_ alla vropria organizz.azio- 1ie 1wll,t_ qu,dc <.;1naffC>i-ma l'unica fiducia: <( co11~HJ<•nwdo r-l1c la classe è ancora in at – tesa dei p1·0, n•dirnenti ('ile il G0Yer110 dO\·eva :t~\~~u~~i,~:~', 1/;~. note dichiarnzio1Ji del minisfro ,(( ritiene rii_~ la n1ppresentanza del perc:,0- 11,tle debba npn•rHlcrc in ('saine tutto il pro – l~!~~111a <lr-lJ;t <"lasse p,·ospettanr lolo col memo- 11,de {11'('!-PHlatn; ((fa. in\ 'i.to _rdle ;dtre Sezioni rl'Italia di at– ~n-~r~1 illl ulli11Ja f'ircolare rlel C. C. di cate– ,.,o., 1 .a al qll<tle_ d:rnno rnnJJio manrlato di at– tu.u e e S~JllN·1U1re q11P1l'azione concorde che ~et~? ;orrutn!o si propone i11 difesa degl'inte- 1e-. 1 ,.,enernh <lellri r-Ja,<.e. ·

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