La Difesa delle Lavoratrici - anno III - n. 10 - 17 maggio 1

I Lavoratrici, me ditate su que st e cifr e! Ogni mattina, prima di recarvi al lavoro, voi affidate le vostre piccole creature alle educatrici dell'infanzia, ed esse - giovani o anziane - prodigano ai vostri bimbi tut– ti i tesori di affetto che è nei loro cuori, e preparano , con somma. pazi enza e con in– telligenza speciale, il piccolo esercito che rlo– vrà ent rare nelle scuole elementari. Ma sapete voi come è retribu ita la loro missione d'intelletto e d'amore? Date un'oc– chiata a quest a imp ressionante tabella . Stip endi mensili. Asili Urbani Pr aticanti L. 41; \'i ce assiste nti L 50: Vice assistenti anziane L. 58; Assistenti di II ca– tegoria L. 66; Assistenti di I categoria L. 75; Assist enti anziane di II categoria L. 83; Assistenti anziane di I Categoria L. 91; Di– rigen ti (in carica magari da 40 anni e più ) L. 104. Asili Suburbani Stipendi o iniziale a maest re assistenti lire 50 mensili ; Dirig enti L. 83; Direttr ici L. 109. Ed ora ecco il bilancio di una maestra d'asilo che ha lo stipendio di L. 91,61 al mese cioè di L. 1100 all'anno. Con questo dovrebbe poter vivere, cioè spend ere: per affitto L. 250, per ,~tlo 270; vestiario 150; riscald ament-0 e luce 70; lavandai a 48; spese ern ntuali per la casa 36; spese diverse: (tram, giornali, posta , mancie, cure igieni– che, quota associazione , piccoli viaggi ) L. 60; medico e medicine X; un totale di L. 1333. E questo a vita normale, quando cioè non intervengono, a complicare il bilancio , ma– latLìa, cure ricosti tuenti, disgrazie in genere. La maestra che mi ha consegnato questa ultima nota ha circa 30 anni di servizio, quindi un'età risp ettabile. Pensate allo sforzo ch'ella deve compie re ogni giorno, dopo selle e otto ore di inin– terrotto larnro , esau rita di forze, per guada– gnare nelle ore del riposo quanto le occor– re per stabilire un po' d'accordo tra le en– trate e le uscite. Da questo bilancio è facile arguir e come possono vi,·ere le altr e che hanno stipe ndi inferiori. o di pocu superiori. Mi si potrà obbiettare che, se confron– tiamo le varie classi di lavoratrici alla sire· gua del lavoro che compiono, e del compen– so che ne han no. tutte. senza distinzioni di classe, stanno male .e hanno diritti da af– facciare. E ben venga questa naturale al· zata di scudi. Il tavoro della donna, nel ,suo ,valore economico. e considerato come· un 'appen– dice di ent rata nel bilancio della famiglia . E' un errore: la donna deve valere per que l– lo che dà, ir.dipe nd entem ente dalla famiglia che può riemp ire le lacune dello scarso guadagno. Io so di maestre d'asilo - poi– ché sono in tema - che, nello scarso slr– pendio non sono sorrette, e con quello de– vono 3orreggere: figlie che hanno genitori da mantenere, vedove che devono provve– der e a sé ed a. figli; mogli che hanno dei mariti e delle famiglie che contano - e devono conta re - sul loro contributo. E' cosi anche nel ,campo rf ogni lavoratrice nell'in>iusLria, nel commercio, negli uffici, nella scuol a. E' ormai tem po di gettare l'allarme nella citl,adinanza perché la vergogna cessi. I. Comune deve avocare a sè gli asili - le Opr,. re Pi e, che attualmente amministrano gli asili di .\1ilano. devono dichiararsi impoten– ti a mantenerli in funzione come il decoro e il progresso vogliono. LI popolo manda i suoi bimbi all'asi!o, gli asili sono una necessità, le maestre sono indispensabili ma, e per la loro coltura, e per la delicatezza della loro missione e per lo sfibrante lavo ro fisico a cui sono obbli– gale, hanno diritto a un compenS0 che non sia come l'attuale, irrisorio e degradante. E tra le maestre d'asilo vi sono dei veri va· lori intellettuali e morali, giovani col!P, Innamorate della loro mlissione,' stud ioso di tutti i problemi che riguardano l'educa– zione infantile. E' ben vero che, nel passato fu assunto anche del personale poco preparato alla car riera di educat rice de!rinfanzia, e, an– cora adesso, colla clausola della provviso– rietà , si accolgono negli asili, come maestre, delle giovinette inesperte, retribuite con li– re 2 al giorno (esclusi i festivi) e che hanno appena lasciata la scuola elementare e.... slanno studiando per procurarsi il diploma di educat rice dell'infan zia. Questa disposizione - anche provvisoria - non è regola re. Non si trova personale idoneo, perché nessuno ormai può aspi rar e a un posto cosi indegnamente rel,ribuito. Si rialzino i salari, si laccia delle maestre di asil o una classe dignitosa, si corrisponda u– no stipendio in armonia coi bisogni dell a vita e colle esigenze della professione e ver· ranno ancora all'educazione dell'infanzia giovani veramente idonee al loro mandato. Noi apriamo questa rubr ica sul nostro LA IJ!r 'J,;~ \ DELLE LAVOHATI\ICl giornale che difende gli int eressi delle lavo– rat rici, mentre una commissione scelta nel Consiglio degli Asili raggruppati sta pon– zando l'or gan ico. Ma noi non abbi amo mol– i.a fede nei miglioram enti che anche col migliore degli intendimenti , e colle miglio– ri disposizioni d animo , potranno risponde– re agli elementar i desiderati espres ss\ nel memo riale pres entalo dall 'Associazione E– ducat rici di Infanzia di MJilano, (e che illu· streremo nel prossimo numero ) perchè le O– pere Pie hanno un bilancio in contrasto col– le esigenze della civiltà e del progresso, e il Comune vi oonoo.rre con una somma as– solutamente insufficient e. Il probl ema sarà risolt o soltant o se gli asili si avocheranno al Comune. Ammini– strato ri del domani, pensatec i, studiate, provv edete. LINDA MALNATI. Conz.e e noto, nel Gabinetto inglese prev(Jlgo– no ora principii di economia nelle spese nava– li, che fin ora sono cresciute incessantem e.nte, in consid era:.ione del baratro fl.nan;;iar io ?;he minaccia la Gran BTettag na. ll Lord civil e dell'ammiragliato in un suo rliscors o tenuto il giorno 11 a TrU,r.Oha spieua– lo come col danaro necessario alla costruzi one di una dre adnought di ultimo tipo si polTeb– bero costruir e diecimila case di contad ini. E(Jli ha detto di lanciare questa osservazione alle medita:.ioni dei popoli civili di tutto il mondo. Ci siam.o ricordati delle parole d l A.lich•·lel: - Quale deve essere la prima pr eoccU,pazione di una democra:.ia? L'educa:.ione . La sccond,,? L' educa :.ione. La ter:::.a? L'educa:.ion e. - La democra :.ìa, infatti, ha bisoono di educazio11e per vincere i suoi avv ersari; ha bisogno di etlucq.:::.ione per im parar e a governarsi da sé"; ha. bi_sogno di educazione, infine, per far pr o– prio .il vensiero di tutti gli U,0111.ini che pensa– no, 1l sapere di tutti ali uomini che san·no. E. V ANOEH\'El m:. Legrandame a congresso A Roma si svolge il Congresso Jnlerna:.io – nale delle fem.m.iniste. Dur erd tutt o il maggio e darà fondo all'univ erso. S'inten de che que– sto è un cono resso e si parlano tutt e le lingue tranne l'italilina ... per rispetto al pae.rn . E' incomincialo coi canti interna:;io1wl .i e con 18 disc orsi pi eni di compl em enti reciproci. Poi rice vimen to della Hegina El ena la qua le, con molta longanimità, ha permesso l'abito da passeggio. La .vice Regin a d'Irland a ha fatt o verò un diÙorson e coragoioso, dicendo che biso– gna elevare le classi disagiate. D'accordissi– m.o. Ma i.n che mod o? Tr ovato! Ad esempio: per le povere emigranti si J)rovr ederli a tute– lar e la loro moralità durante i l viaggi o, fa– cendole accompagnar P dalle pr ediche di qual– che matrona disoccupata a spese magari del– l'era rio pubblico. Oh d-eli:iose! Sl, si queste nobili ssime signore inverniciate di modern i tà, fann o anch e delle constatazioni vere .... ma in quanto ai pro vvedim enti non vo– gl'iono intendere che la causa dei mali ch'esse denunciano sta nei loro stessi privilegi e in quelli dei governi e delle classi a loro care. Cosi invece di esvrirner e vuta caso, il vo to che il gover no della Nazione che le ospita ac– cetti le domand e delle tabac chin e in isciopero, vensano ad una società 7Jer la tutela degli uc – celli: esse che vanno a a ara nel met tersi gli esprits più ricchi e le pimne JJiÌl belle. E fann o bene a svoltare le situa;.ioni scabro– se. Avanti la ri voluz ione franc ese le donne dei salotti parigini si gingillavano col Rousseau e cogli enciclopedisti, così per ve:.:.o, per nwda, per una posa qualunque, sen:.a pensare che quell e idee le avr ebbero spazzate dalla loro vita frivola e fastosa. · Le signore di tutto il mondo raccolt e a Ro– ma sono però meno ardi te e spensier ate: qual– che affermazion e condi ta di pnidenza e di sag– ge:.:.a e poi le lor o vreoccupazioni vanno oi JJoveri ucc elli spennati e scodati. Cosi va be111 _ G1AÈLE. LOTTEE DIFESADEL LAVORO Intorno allo sciopero ~elle tabacchine Il gruppo delle ricevitrici non ha voluto far causa comune colle operaie scioperanti. Eppure anch'esse appartengono alla cate– goria u personale dì lavoro >> come le siga– raie e le costola tric\. Saputo ch'erano dirette da un transfuga del partito socialisla. da un all ontanato da lla Camera del Lavoro, le scioperanti dliressero loro questo vibrante e cordiale appello. Compagni, Compagne. u I miglioramenti che noi chiediamo al Go– verno e per cui siamo scesi in 1otta dichiaran– do lo sciopero ad oltranz a, si riverseranno an– che sulle altre categorie di lavoranti in ta– bacco . Voi, per entrar e in manifattura , vi ag– grappa te, come a ta\"ola di salvezza verso il nostro sdegno e per giustificare la ,·ostra a– zione verso il pubblico, all' nrVcolri 57 del re– golamento, sapel)do che fra le ric hie~te del no– stro memo riale vi P pure inclusa quella per l'abolizi one dell'articolo ~tesso. Se voi foste solida li con noi anc he l'articolo capest ro sa– rebbe abolito. ?\'elle altre man'fattute c'è chi ha saputo ribellarsi ad ogni ordine o imposi– zione , e se luned1 ness uno di voi si presentas se alla port-:r, la Direzione sarebbe costre tta ad informare del fatto chi ci go\"erna e la vostra solidarie tà , aggiunta alla nostra, sarebbe la goccia che farebbe travasare La tazza. 11 go– verno capirebbe che è giunt o il momento di cedere o di trattare. ~on temete licenziam.enti o rapp resag lie; noi difendendo il nostro diritto, saprem J difende re anche il vostro. Toglietev i dalla degr a.dante rond:zirme in cui ,i siete poste, po;chi• neanch e i superio1i po~sono avere stinta di voi. Vi do– minano perchè a,·ete paura e vi sanno male ronsigliate e peggio dirPtt 0 , mn. in cuor loro vi deridono e vi disprezzano. Pensate in qua!e posizionr, antip atica vi tro. vereie - a scioperQ finito - qualunque ne eia l'esiU,; se vinceremo, come ne ~ibbinmo fede, per la forza di resistenza. chP- sapremo oppor re fino aJl'ultimo, voi sarete i parassiti che go· drete dri beneftri ron(J11i~hti dal!" lavnrntr ici di~nitose e cnsr:enti - •C non otlC'rrrrro tutto (JUP,IIO chP-nbhirimr, do•naochto. in nni l'"Str ,·à pur c.-,emprela rondnzione til{J \'O i ci rtvete tndite, compiendo opera di crumirngg iù, r si ronsoliderà vnso di v.oi l:1 rorrrnte ostilr che rendnà più peno?a la vo'ilra vitn in nlf'7ZO a noi. SvPgliatevi: ascollate la vo"l!a coscirnza; diser1n.te la fabbrir:i; \"f-nite a noi, faremo c:111- s;1 CQrt11me. Dimentithercmo il passnto e unite cr,ntinueremQ nella magnifica. lotta ingr1ggiR.ta per la conq1iista dei nostri diritti. Evviva la soJidariet.à.: abbasso i crumiri lo. Come hanno risposto? Accampando pr ete– sti, mentendo, calunniando. E non ebbero mai il coraggio di cunfessa re che all'insa– pu ta del person ale tutto, fin dal Z7 aprile, esse avevano inoltrato un memo riale all' Ec– cf'/so Min istero invocando per loro « umili, rispettose, devote lavoratrici, che compiono un'ope ra di controllo tanto utile alo Stato » il passaggio alla catego ria « persona le di vigilanza» e il miglioramento della loro paga giornaliera. Il memoriale è reda tto nella for ma più strisciante che si possa imm~inar e : non un soffio di umana dignità, non una paro la che riveli la la vorat rice cosciente del suo va· !ore. La lettura di qu el documento di ser- viaggio il più supi no, ha indignato l'assem– blea delle scioperanti. Tra le dirig enti l'op era di crumiraggio delle ricevitri ci ci sono - ed è strano ed è doloroso il constatarlo - le antic he' or– ganàzzatrici dell'A ssociazion e fra le tabacchi– ne, le promotrici di tutti gli scioperi incon– sult i, parziali degli scorsi anni: quegli scio– peri 1mpu,lsivi, e ,inopportuni , pra~eduti da sch iam azzi, da disordini, finiLi igpomi– n-wsarnenLe coUa resa a discrezione. · A Sestri Ponente, a Catania, a Chiaraval– le non si è avuta neppure una defezione: le scioper anti di Milano sono disposte a!La più fiera resistenza. Le Broggi, le Monza. le GerLi hanno pau– ra, ,e tradiscono! Denunciamo i loro nomi perchè su di loro pesa la responsabilità del– l'attuale cr11:m.iraggio. fil lo denunciamo oggi soltanto , poichè finora noi le abbiamo trat– tate lealmente , fratern amente. Se vogliono possono anco ra riabilit arsi. L. M. _ Mentre il giornal e va i n mac china ha luog o il referendum fra le tab acchin e per deliberar e il da jarsi dopo le prom esse dell 'on . Salan dr a alla Camera. , Ed è questa_ aià ttna buona vi ttoria morale. L on. Ra~a nsp~11dendo lunedi alle interpel– lanze dei _nostn com.pugni, aveva dichiarat o che n.ulla il _Governo vole va dar e all e overai e e agli operai delle 1nani/alture tabacchi _Ma i nostri compagni devutati non iiann o ~hsarmato e hanno trasformalo in mozione la interpellanza stessa. i\'è la massa scioperante ebbe ti tuban:e di fr onte a_lguanto di sfida ad essa gettato. Così 1l Governo ha capilo che meg lio era rall e7:tare la corda. E per bocca proprio del Pr esidente dei Ministri ha vrom esso alla Ca– mer~ _di _acc~dere ad alcuni desiderati fra i quah. il ncev11nenlo dPlln Commist1io11eoperaia per discut ere _il m_emoriale, l'otta va ora pagata c~me_starordinano, la concessione di sei gior– ni di perm esso payato al personale tutt o. Alt re concessioni sono con tenute nella circo– lare leleara[lra r he il Governo ha diramato• o_,t11!-ento s11;ssidiodi ma lattia , aumen to dei cot~ t1;ni che. rzsull.ercrnnn in feriori al costo dl'lla ''(la , a~sicura:.ionl' di una migliore sistema– :.,one di lnvoro e <L'ambiente, riforme di cara/ . lne sociale, ecc. La massa scioJ)erante non è però soddisfat– ta dellP JJMmessr oovernati1ie e salvo l'esito riel refer~nclum conlinuerd la lolla . Il J)arllto socialista e il Gru]Jpo Parlam en– ,r~re raddoppieranno i loro .~forzi per [tcmch e(J– aw:-e. f/7!esla_lolla /1.nn a vitto ria comple ta. I\ oi nvo_laiamo anrora un vivo appello alle don_nesoczaliste 1>erchè in oani centro di lottà asslstano le .c~mpaon_c e raccolaano fondi per rendere possilnle O(Jnt ulteriore resistpnza. ~onne. rnnaui!lale le 0110 ore inrirnia ! In parecchie località risicole, da diver si anni le donne organizzale nelle leghe di ,Tesisten,,a hanno dato battaglia contro , padr oni e contro una legge inspirata ai con– cetti del meno peggio, per la conquista delle otto ore; e con la solida rielii e con sacrifici sep pero vincere una vecchia consuetu din e: quella del lungo e mal efico orario in risaia. Cosi in Lomellina , nel Vercellese ed in qua l– che altra piccola località, nella monda del rito si lavora solamente otto ore. La conquista parò non è generale. Ne_lNo: varese, in buona parte del circondario d1 Pavia, gli agrico ltori se ne ridono; ed alle mondine fanno faro come la legg e permett e nove ore alle locali e dieci ore alle monda– risi forestiere, con quale danno della loro salute è facil e immaginare. E' provato mat ematicamente che le nostr e donn e producono di più con l'ora rio ridot– to, che non con quello lun go e srnarvante; ma gli agrari che sono sempr e disumani ed ignoranti, piutt osto che darla vinta ai so– cialisti, rinn egano ogni senso di logica e vanno provocan do le Leghe che hanno giù conquista te le otto ore per tentare una ri– vincita. I nostri deputati risicoli, certame nte nella prossima stag ione, prend endo lo spunto di qualche agitazione inevitabile, porteranno alla Camera la qu estione delle deficienze che ha nella sua applicazione , la legge sulla ri– sicoltura del 1007; ma le nostre donn e non davano per ciò disarmare; an zi devono in– citare sempre l)ÌÙ le monda risi forestiere spinte qui dal bisogno dall 'Emilia , dal Fer– rarese , alla ,organizzazione ed all'intesa per un'azione unica da compiersi in risaia nel' periodo della monda , onde far capire alle classi dkigenti ed al governo che le donne immigrat e in risa ia hanno pure diritto co– me le loro sor elle cli fatica del luogo, alle otto ore di lavoro e non come la legge per– mette , per gli artifizi da avvocati di consu– lenza agrar ia, a rimanere nel fango dieci ore al giorno per la monda, a cui si aggiun– gono i suppletti,~ lavori , che con veri ricat– ti i padroni fanno compiere da queste po– vere donne ai danni dei lavoratori e delle lavoratri ci locali! PAOLO MORO. A proposito di rap resentanza proporzionale. Il vizio fondamenta le nell'ordiname nto elet– torale itali ano è la grande sproporz ione del numero degli abitanti di ciascun collegi o. Dal 1882 _al 191! l~ popolazione legale italì ana è cresciuta ~1 circa 7 milioni, in ogni collegio elettorale Il numero medi o degli elettori do– vrebb~ e~sere _ ~i 17.000 circa. Inve ce solo 60 collegi s1 avvicma no a tale cifra, altri vi ri– mango:1O al disotto, molti la superano. co11 estremi ~he vanno da 18.113 elettori a 43.501 come nei gremiti collegi di Milano. Cosi nelle ulti!11e elezioni si è verificato que- sto fatto: ~lolh candidati non furono eletti con un n~mero di voti assa..Lsu.pe.,io;:e a JJ.Uel._, _ I~ d1 altr~ che furono eletti. Reina, per esem– PLO, cand idato s0cialista a 'Monza non fu elet..- t-0 con 9203 voti e fu eletto un can didato con 269~ YOti_-Evid.ent,eme_nte il \"alore rappresen– tat 1\"0 ~1 _mo!h deputati viene ad essere di molto dimmu1t o col sistema elettora le odierno l prop orzionalisti propongono una riform a e~ lettorale èhe tolga queste anomalie e che, nel- lo stesso tem po, dia alle lott e il conferiment o d ~n. ca_r-atte~e politico di competizione d'idee, d1mm~1sca 11 confusio nismo, l'e;quivooo, la corruz10ne e la ,·iolenza. Nel. convegno proporzionale nazionalista, te– ~u~os1 pochi gi_orni ?r sono a Milano I on. Tu- 1,ati propose d1 nbbm are la proporzi onale con 1 allargamento del voto alla. donn a E s_'in~ende c~e h propo sta dove~-a sollevare eccez~on1. _Ghe 1 508 deputati elett i ora non r_ap!Hesent_mo la volontà, il con,·incime nto po– ht_1co degli elettor i uomini può esc:ere pr eoc– ?Upa~t~. La d~n~a non conta, la sua volontà, 1 suoi mteress1, 11 suo lavoro, la sua intelli– gen~a non devono pesare nell'avvenirP della nazione. Quan~o non si osa più dire aperta– mente q~est.o si avnnza il timore che, ctoma n-– ~.an~o. 1 allargame~1to del voto alle donne, si 11.ta1 dmo le conquist e d1 un sistema elettora le più equo. :\1a non cu randos.i del diritto di voto che spetta alla donna i proporzionalisti condur– re_b~ero J~ loro lotta su un teneno d'ingiu– shzi~ e d ~1To1·e. Un pro~llrzio nnlist.a Io dirne : u Non bisogna a\'e r t1mnrP <ii domandare troppo, occo:re domand are l'una e l'altra cc– sa, ~olla riserva ?i rinnov are la battaglia per 1 u~a qu~ndo I altra si sarà otte nuta 1>. Ormai ogni volt.a che si farà una discussio– ne sul voto la questione delle donne tornerà sul tappet;o· Un~ volta pareva una pretes a as~ur da _d1 un picolo manip olo di donne in– tell ett uali. E gl_iuomi ni ne rideva no e, le don– ne non la ~en~1~ano. ~ra ogni lotta che à per base ~n pr1~1c1plo di giustizia è dest inata alla conqu!sta, sia pure lenta m n ~icura. .Oggi. la JJretesa di poché dunne à avuto ra· gwne in _qualc_heStato, è una questio ne ar– a.ente e vitale rn altri, e anche da noi h sor– ridere _me!1O uo1l?inì e lascia meno scettiche e meno !.nd1frerenti un buon num ero di donne. Il p1imo c~nvegno proporL.ionalista italiano dopo ave i~ discusso l'abbi namento caldeggiat d~ Tur ati. vota all'unani in.ità un ordine d ~ giorno cosi formulnt.o: e • 11 _Il convegno aff~rma il principio che la giu– shz1a rappresenta~1va dovrà esse re integrata ~on tu~te quelle nror1:n~ nella estensione del– I eletto , alo .e dell elegg ibilità dei citta dini d'am – bo l sessi_, l quali nuturino gradatame te 1- la ~vo_luz1one degh istituti politici econ:m i~: e sociali. ' E:. dichiaral o assassino colui che uccide er rapire un pan e nPcessario alla sua esisten;a. uo~o ~nest~ c!i.i, divorando il vitto suffi,cient~ ti1Jf~~ [am1.r1lie la scia che queste periscano di JF ciò avviene in nom e della giustizia vro va ~vide!'-te. ch_eessa altro non è che una 'parola tl c~i si~ni(ìca to cambia al cambiar dei ra : porti ~ociali: quello che oggi dicesi giusto Pi po~ten_ l~ vedra_nno con l'or r ore medesimo ~on cui noi ~iouardiamo il diritto di vita e di mor– te chP si fltrordm)a al padron e suo li schiavi. C. PISACANY ...

RkJQdWJsaXNoZXIy