La Difesa delle Lavoratrici - anno III - n. 2 - 18 gennaio 1

Donne operaie, per voi A . nc.he quest'anno il Comitato Fem minil e di Propa gan da alla C. d. L. di Milano ha delibe– rato di tenere un a ser ie di lezioni alle operai e desid erose di acquistare cognizio ni prat iche, utili all a Yita socia le. Noi ritenia mo che tu tte le leggi pro tettric i del lavoro non hanno ,·a1ore se le lavorat rici, dìriettamente interessate, non sanno conve-. nientemente interpreta rl e. E' necess ario perciò che le opera ie (e special– mente le or ganizzate ) conoscano le prin cipa li dispos izioni di legg e sul lavoro de lle donn e e dei fanci ulli , sulla e .issa di :\1ater n ilà, che ser– pi ano come funzionan o i Pro biviri, carne si gu– vern a un Lega di resistenza, su quali basi .,,i fon da una Cassa di mutualità . Koi pensiamo che poche e semplici cognizi o– ni cli storia natu rale gioveran no a snebbiare 1a men te da molti preg iudizi, a discerne re i veri dai falsi concetti sui doveii finora impost i al– le donne. Sulla scelta degli argomen ti da s,·oJg-ersi si ierr à conto specialm ente dei desiderì delle in– scr itte . Le lezioni (gratuite ) Yerra nn o tenute ogui domeni ca dalle H alle 16 alla C. d. I.... o in alt ro loca le da dest inarsi. Ci lusinghiamo che lru nostra iniziath ·a sia bene a.ccolta dalle compagne e confidi amo sul– l'i ntelligente cooper azione dei segret ari delle Sezioni femminili e miste . Le iscrizioni si ricevono presso la segrete i ia del1a Camer a del La,·oro. Pa il Cnmitato ; CLEB ICJ. VARIETA' I nostri bambini. Cari dentini belli dei nostri bamb ini; ca– ri dentini attesi con ansia e sa luta ti con gioia; piccole lattee perle che Yenite a i11- gemmare le rose e gengive del piccolo uomo e della min uscola don na, sino a tra sforma– re le ado rate boccucce in alt rett an ti scrigni , di quant i delitti siete voi stati incolpati, di– te? Chiacc hiere da comari! Eh sì, ora sol– tanto le comari fanno risalire all a dent i– zione la cau sa delle più svar iate malatt ie infan tili. Una volta per ò, quand o la scienza infantile non era nata ancora, erano i me– dici che, non sapendo diagnosticare le ma– lattie dei bam bini , si tra evano d·imb arazzo dicend o : Sono i dent i. Sarann o i den ti. Spun tano i denti. Spunte rann o i denti , ·ecc. Per fortuna. Yenne la nuova scienz a a fu– gar e le tene bre del pr egiudizio e una buona n ovella si sparse nel mondo: 11 La denti– ficazi one è un fatto fisiologi co, quindi non può recare m alatt ie ai bambini )>. Come se mpre av viene, i sace rdoti della I LA DIFESA DELLE LA\' OHATlU C! nuova dott rina portar ono la loro teoria al– l'esage razion e, negan do in mo do perentorj o che la denliz.ione possa tu rb a re, an che lieve– mente, anche trans itor ia.mente la salute dei nost ri ba mb ini. A poco, a poco, si è 1iusciti a stabilire esatta mente i lim it,i che separan o le malatt ie vere dai distur bi caus at i dttlla d ent izione. Ora poss iamo con sicurez2ia. dir e alle ma – dri: u La dentizion e non può, non deve, por ta re a.l ba111bino ma lan ni gravi o di lun– gtt du rata. Se così avviene , vuol dire che il piccino era alla ttat.o senz a regola alcuna e la dent izione ha messo in evidenza tutti gli errori, tutte le deficenze. La dentiz ione non pr ocur a al bamb ino ma latt ie serie, però gli pu ò portare tant i piccoli dist urbi passegge ri: un po' di stit i– chezza o un po' di d iarr ea, o un po' d' inson – nia, o qualche conato d i vomi lo, o un a liev e eruzion e cuta nea o qu ak. he febbri claLtola. Se il distur bo, anzic hè esere di breve du– rata, perdu ra a lu ngo, vuol di re che il ban1- bin o è amm alato e si deve cur a.rlo subito. Con questo non inten do dir e che sui distur– bi lievi si possa ch iudere occhio. No, van – no curat i anch'ess i con sole rzia per impe– dir e che il m alu ccio dege neri in malattia. Ogni distur bo va comb attuto nel modo più adatto ed io sarò felice di consigliare le mamm ine che si rivol ge rann o a me, espo – ne nd omi le loro preocc up azioni. T eng ano pr esente le mam me ch e . dura nte la fuoru scita dei denti , il ba1nbino attrav ersa un pe i-iodo di ne rvosismo e, quindi , di de– bolezza. Convi ene, perciò , osservare rigida – mente le regole igienich e, badando , sop ra– tutto, che il piccino non faccia indig estione. Se vi accorgete che ha la digestione Lroppo labo riosa, fateg,li saltare qualch e pasto . I bagni tepidi generali sono un'ottima cal– m ante, specialm ente se pr aLicati ve rso ser a. L GISA DRAGHI MARTEGANI. " La Difesa delle Lavoratrici ,, Og ni lavora tore ed ogni lavoratrice si abboni al no st ro quindicinal e per l'anno 191'1 ne faccia propaganda attiva, lo porti nelle' legh e, tra le mas se, nei comizi ! " La Difesadelle Lavoratrici ,, deve esser e l' amic a di ogni casa prol e– taria . Abbonamenti: anno semestre. L. 1,50 ,, 0, 8 0 50 copie L. 1,50 - 100 copie L. 3. CORRISPONDENZE Da RAVENNA. D proletar iato sociali sta della Pr ovincia, terr à Domenica 18 corr . la sua gra nde r asse -_ o-na. La manif esta zione sarà di esultanza p~r i1 risultato delle uJtim e elezion i politiche m It alia e in onore dei quatt ro candi dati della Pro vin cia di Ravenn a con speciale sign ific~to di solida rietà. con Ba ldini e Br un elli, gl1..• scon fitti del blocco agr ario-repu bblicano. . A questa man ifestaz ione ~e~bono Pfl:rtecq~a– re in massa. le donn e social iste e su11pat1z– zanti. A.d esse verrà indicato un luogo di con– centr azione a parte e prencler;:rnno pa rte al corteo sepal'atam ente da gli uomin i. Al comizio una ora tr ice illterpr etc rà il loro sent imento . Da CASALE DEL POPOLO (Moufe n ato). Domenica, 4 con ., per invHu di CJuella Se– zion e Socialista, ebbe luogo una splend ida ma– nifestazione proJetai· ia nel salone della Casa del Po polo. Gli orgianizzato1:i vollero da rle par– ticolarm ent e il significato di p,ropaga nda so– ciali sta ecl organiz zatr ice fr a l e donne. Nume,rose erano in fatti l e laYo.i;atrici. Commovente il parti cola re della pr esenza. di molte contad ine anzi ane, fiduciose nel soc-iali– smo redentore, grate ad esso delle migliora te condizi oni della vita lavora trice locale. Ricevut a da un Com"it.ato alla stazione, par lò alla Ca.sa del Popolo, la compagn a Abigai lle Zanett a, tra la vibrante commozione del nu– merosissimo pubblico. Una gra ndi òsa ma nifestazione di simpati a l'ac colse in fine del facile e caldo discorso. Fu lanciato da l Comitato l'appello alla soli– dari età soccorr'itr:ice in pr o' dei serrat i di .Massa e Carr ara , appello che fu accolto con ·mer avig lioso slan cio da1la massa . La pr opaga nd a della compa gna Zanelt .t cur - tinuò nei piccoli grupp i di lavo rat ri ci, d1e la cir condar ono frate 1·namente tutt a la g-1orna ta. Il Circolo Socialista h a preso l' inizi at-iva della. .-end ita a nume1i della n Difesa ' e dj acqui starle abbonate ed abbonat i. Certa ment e domenica un soffio nuovo d'idea– lit à s'è agg iunto a quello che han già sapnt o meravigli osa ment e info ndere nella popo ìa.J i• ne lavoratr ice i Leneme1·it.i cotnpagn i del luogo. Da VENEZIA. Ci. com.piacciamo di pu bblic ar e integ ra lmen– te, benche un vo' amvi a ver lo svazio tir anno , rruesta corri sponden ::.a della compagna Mia zzi, incar -icata dal gn tpJ)o di mandarci le notizi e del mov 'i'lnen to di q·uell a città. Pla udiamo al– l'entusiasm o ed al lavoro prati co che le com– pagn e ven ezian e offrono alla causa e sal'll– t.iam.o a nunvo Gruvpo femm,inile socialista con anim o fraterno e l'au gurio di oltima propa – ganda e di buon e ba.ttagli e ! E' con uno slancio di fede coscient e che anch e le donn e venezjane compr endono la ne– cessità di aderir e all 'inizi ativa che poche vo– lonterqse non badando ad ostacoli , calpest ando pregi.udfai insensati, hanno intrapresa, eolio -sco-po di ria lzare la. situazione mora le ed eco– nomica della classe pro letaria femmin ile. Ve- nezia era l'u nica. città, (1) fino a pochi gio:·ni. or sono che subisse l'ap~t ìa c~10 tant? dan n? porta alla do1rna operaia, d1s.Jrganizz at,1 .; sperdut a nella lott a. Quantunque molto c_am– min o ci rim anga ancor a da far e, I?er 1:a~gnm– gere la via che deve _raff?1:zare gh an~m1 alla compren sione della g1':lstJz1a_ del n~st~o scopo e, maJgrado le molte chfficolta che C:1 si .presen– ta no, pur e confidi amo nel lrnon_esito, _ m u_n~ completa 1iu scita che corone1·à _1 nos~ri sfo1z_i. In poohi giorni di vit a, la nosti_·a ~~z101:1e fen1- rninil e socialista, cont a già venti sei IS~nt~e c_he aderirono con sincero entu siasmo . qumdi, sia– mo convint e che l'esempi o sarà segu1_to _da rnol– t.e alt.re, rend endo p11re la nost ra c1~ta de_gna di essere paregg iata a ~utte _quell_e m c~1 la donna lavo ra ti'ice, conscia dei suoi doveri, sa innalza re la propri a voce, iper dif ende~·e e far rispettare i prn pri dir itti. Donne veneziane , se non vi unir ete a ,no i sott o il rosso vess iJlo, la– o·rim e e stenti sa rann o il vostr o perenne r·etag– gio, ma, se sa rete solidali con .noi, pe1: l'~gua– o-lianza e la libertà, vincer ete! E nel trwnf o della \"Ostra causa tr overe te la riv endi cazione dei vostr i diri tti, ora calpestat i e derisi , in on aV\·enir e di pace e di giustizi a.! Dui1que, avani i pel bene vostro! Erin11a .lliaz;i. (1) Pu i-troppo Hon era e non è l 'uni.ca ! (N . d. Il. ). Masetti non è delinquente. 11 povero soldato Masetti è finalment e stat o tolto da l ma nicomio crimi nal e< di Mont elupo e ricoYerato nel ma nicomio provin ciale di i– moia. Era dunqu e un malato, non un essere da pu – nire ! Noi ci doma nd iamo ,però, se la giustizia gli sa 1·ebhe stata fatt a, senza le pro teste dei nostr i comizi!. .. Un infelice, un a. vitt ima più o meno che cosa import.a alla gent e che gode? A questa societ à che non si cura della carn e da mac ello pr o– leta ri a, della folla dei pezzenti o. degli umili , che cosa può importare ? Se potessimo spalan care quell a tomba di vi– vi che è il carcere, dove si scontan o dai pochi i deli tti dell a società intera, corru tki ce e im– pr ovvida, e pot essimo udire da quegli esiliat i da l mondo le vicende dolo rose ohe H condus– sero a in capp are nel codi ce e nelle manette .. vicende che comìnciano spesso da.Jl'infanzia affamat a e abb andon ata, ... noi sentiremmo che la ven de/la soci ale che si chiam a gù tst"izia. ap– partiene n. quel complesso di infamie che de– plo1·iamo nel pre sente e persi stente regime cli dominazione borghese ! E' ora che il moralis simo mondo dei ben nu– triti e dei gaudenti la finisca d'accanir.Si con– tr o gli effetti miserevoli della inciviltà a cui costrin ge gli affamati e gli sfruttati, i calpe– stati, -i ricacciati !... Elim inare le cau se so::ialì dell a. degenera– zione dell'inc.lividuo e delfa sua dis cende nza, bisogn a ! Bisogna provvedere per non punire_ per non dovers i difendere dag li esseri o.ntiso– cfali che pullul ano su dai letamai di tutte le miserie che non sono ancora soccorse da un largo senso di ciYiltà, da un più vero orgo– gJio di razza ! VOCI DALLE OFFICINE E DAI CAMPI t"ara Jl agda ., Siamo dell e assid ue lettrici dell a ({ Difesa" ed app rot:iamo, con fede di partecipan ti, nel .mo pieno concetto, i l soci alismo . Non sappiamo assolu tamente approvare l'a – more liber o! Forse perchè non mo lt o bene lo cono sria nto. Spi egaci, se credi, ciò che è, 1)er farri rr,nvi11lP. Giovani Socia li ste di T ... "- r:ori:,;.vim,e Compagne di T... , A certe lettere che ci arrivano siamo co– strette a rispondere priva tam ente , perchè le cose che ci narran o e che ci domandano sono di carattere tr oppo intim o ,personale, delicato che... non è serio buttar le al pubb lico, sia pure al nostro pubblico lettore , fatto in gran parte di gente buona, semplice, amica. Ma l'argomen to dell a vostra lett era si pre– sta, inve ce, ad una rispos ta in questa rubrica e puo davvero interessare le lavoratri~i- Bad ate cari ssim e di non confonde re 11 so– cialismo' con la mOrale socialista . Il sociali– smo è una tPt:JYiaeconomic a la quale, ricono– Rcend o che ,r la pr oprie tà pri va ta e un furto » e che u il capitale pri vat o >, che essa accumula con lo sfruttamentù del sa lariato pro leta 1io è la causa di tut ti i ma li sociali, insegna il ri– ic atto del lavoro per- mezzo dei1a lotta di cla s– SP, mira olla dis tr uzione della pr op·rietà pf'i – ra ta ed all 'aboliz ionP, del salar ialo; a far scom– parire Ja differenza fra le c]assi sociali, per inaugurar':? un ri::,girnenuovù di proprietit col– letti va fra i la \'OraVJri Con questo si su ppone, naturalmente, la scomr1arsa di ogni classe pa– ra lf itaria e im produtt iv a~ cioi! che vive dell a fat ica degli altri, s1::nza produrre col proprio la.vero la suà. rJa.rte di ri ":chézza coJ.Jetliva. II futum gùverno dovrà essere a base di as– ioluta sr1r:ra11,ita del popolo e gli si dà il nome di rPpublJlica sociale. Cc,me c'entra, aJlora, mi direte VfJi, il libl'ro amar"? Ve fo dico '."iubito: intanto, ritenete r;he ùgrd <lottrina fJùiia evo se la sua mrJrale i,p~ciule: morale che talora anche si falsa, degenera per ,·ia. Ciii che era ritenuti) lecit o ed <mesto in u.n tempo, diventa iHecito e dis '.iTitbt,1 in 1~n al– tro. Per esempio, noi oggi proveremmo r;1,u– gnanza e disprezzo r,er un mercante li Lo– mini schiavi: ai tempo in cui nacque ~ristr,, invece, ogni onesta famiglia patrizia (ruhile· di Roma antica, ognuna di qutJJe donn e e•--m– pla ri <li cui ci parla la storia trovava riatura– Jiscrimo I iempirsi la ~asa di uomini e donne comprati sui merr-ati o fatti prif!ionini in guerra, assoggettai-li ai 1avori più besti:.di, farli hatiere a sangue con le verghP e magari ucd– derH per JJUnizi<me. Og~ri. &Imeno in apparenza, c'i: Ja JiJJerta di r:ulto (di pratica religiosa). Ma nei tempi di fanatismo religioso t:':-1tto– lico si trovava onesto e meritolio nres,;o JrJ. dio, bruciar •;i \"i ~ulle _piazze i co.;.i detti ere– tici, cioè coloro che non la r,ensavano cwne voleva i1 Papa di Roma e pet;;eguitare c:ùn delfo guerre atroci, durate dPi ~P.COH,intere popo lazioni dal pensie l'o dissidente , rib elle, co- 1 me si dà Ja caccia sanguin osa e Sl)ietata alla ; beh·e, agli animali peri colosi ! . E scorreva il sangue um ano, fra tern o, rn no- I me di Cristo ch e aveva.. }redicato : ,nnat evi gli uni ql i alt ri come fr atell i. In nome <li qu_ella religione catto lica che insegna nel suo cpnut o l comanda mento : non amm az::.are ! rne, devono i.:oscienzi osa mente pro vvedere per– che i fig li non debb ano soffrir e o man care di guid a. . ((Si devo dunqu e unir si in libern a.moro senza mat"rimonio religioso e civil e? n voi mi chiedete . Ecco : per 110 ! il libero amore è moral i~simo 1 a vallo che per lib ero am,or e non si in tenda il libero vizio, la liber a prostituzione, ht li– bera incoscienza, la libera legge rezza, l~ li– bera best ialità soddisfat ta, senza concetto delle responsa bilit à fami liari e sociali ! Ora il socialismo, iuqu anto è a,pportntor e di o-justizia sociale, ha anc h'esso la ::,ua mo– ra !:' la quale è basa ta sul prin cipio fontl-.tmen– tale dell'asso lut a libert à individ ua le di pensie– ro, di coscienza , di azione, nei . limiti <:,,]l 'in– teresse colletti\·o. E per forza dt cose, mn :.tre rinn ova il mondo nel senso economico, lo rin – nova nel senso socia le e mora le. Comba tte il cleri ca lismo come consena tore del parassi tismo di una casta im vrod u ll iv a e succhiona della produzione della fati ca altrui, come diffonditore della men::;ogna do(!mat ica, (cioè le così dette veri tà rivelate da Dio!) ciò che impedisce il progresso della scienza e la educa zirme della ra gione umana. Il ma tr inw nio r eli g-ioso, per noi, (che non ! ! crediamo 11ell'au torit à dell a ch iesa e nel suo · poter e educa tor e:) e cosa di nessun valo r e, quindi inutil e; è cosa poi che disap pr oviamo , inqu antocl1è ma nti ene in vita, come tutt e ·1e p.ratiche del cult o, l'istit,uzione pa rass itari a ctelle caste sace rdot ali, manti ene in vit a la bot– teg a cleri cal e, nemica del sòcia lismo. • (JJ socia lismo conquista gli uomini o sè, nf)n con l'im posizione di crederg li ad ogni co– sto, ma con la per suazi one obbiett iva ed ha bi– sogno che la gente impari ad esercita re libera– mente il suo cerve llo, perciò deve combatt ere il dogmatis mo religi oso che ammazza le facol– tà ragio nat ive dell'intel ligenza um ana) . In una parola , il socia lismo deve distr uggere nei campo sociale tutte queUe usan ze, •1elle cre denze, que lle istituzioni che, conservand o e puntellando il vecchio mondo jngi_usto e ne– mico della libertà , oppressore della clas~e la– voratr ice, sono ili ostacolo ai fini del socin.lismo c-he più sopra ho /Jrevfmente espost i. Tra le usanze de l vecchio mondo nemico del socialismo c'è quella del mat rim onio r eli gio so e rivilP. Orn noi sociali sti cre diamo che per la protezione del fanciu llo che nasce dalla co– sriente w,lfJntl.1. di un uùrno e di una. don na che r,i stimano e chr~ si artlano e che sanno che met– tere :.J.l t0ùndo 11n piccolo essere è un atto di gr:Jve responsabilità (l'atto più serio e più siicro <leJlrt vita) nrJi rrediarno che sia no ne– ce~sarie, prima di tutto, la bnona ai-monia delle volontà dPi due ~Qmpagni f'he si 11ni~wùno r. fo. coscier1za rhiara delle loro resfJOn-sabil ità sullr,. vHa dPi fhdi. E errdiam,1 f~nm,ment<> l"he <:lii mette aJ mr,wJr, df•i fig-Ji, sr-r1z:t. questa cosci<•nza. e sen za c:entin! il dr,vere <Jf'1ln lorr1 diff'sa fl dPlla loro pr,,tezione n~l senso flsitY, e monde , ar1che c:,efosse sr,o~ato c.l1l Papa e dal Be, sa rebbe un immora/r~, degnr> di tutta la nostra difl:ap-pro– vazione r, dPlla 11ostra pietà J-'rr ronsegueriza ('.f'e<Ji::imo che h fornHJlità e~t,,rna dPl m:1trirMJnio, trmto reli7irJSO, come civile, no'tl.. IJruti flffollo :1 e-rea.re la vera fa– miglia co,;ciente, pr,,fotf dr~ d<dla g,,nr•razione che nasce. L'importante per uoi l! la MJ:.trn1z11 <1Pi ,·io– coli di duP PSSP1 i ehP-si unisr·r11HJper r,enerarr; la fonrw poco c'i,nporfo! Voglia mn r h<> r-i sia Ja g:1ranzia de11a moralità intima di due com– p:1g11i di vita, elle .._,,!ntanoche, se ;u1che Joro n 1 in dovesc;ero più aver caro rli viveri' ir•sie- Il mat rim onio, civile, invece, è un affare di legge . Esso sei-ve sop ratu tto ad obbli ga re i co– niugi a prove dere alla vita dei figli e serve a. rcgo/a1·e la eredità dei pa.tr imonii. di fam iglia. L'eredità dei beni di pad re in figlio è pe1· il socialismo una immo ralità ·borg hese, perchè rinsa lda la proprietà pr ivata, difende il cap i- ( ta le sfrut tatore· e pen nett e al figlio di vi,•ere riccamente, non del suo lnvo1·0, ma del furto de' suoi antenati. La. protezione obbli (Jaloria dei figli non è un ma le, n1a è necessa ria soltanto in l'egime di coerci;;ione borghes e : non sar à necessario l'obbligo, quan do ogn i person a onesta compi a i suo i doveti di ind ividuo civile, senza as pet– tc1 re clw ln legge lo ccs tringa, quando la so– cietà, più giusta., facc ia buona accog lienza ai fanciulli, se11za disti nzione di legi Uimi e d'il– legittimi e, invece di perseguitrire e di affama re colo1·0che, in qua lunrrue modo, hannn dnt o loro la , ita, siano o non sia no sposa ti secondo Je 'leggi e 1 cu lti, :-liuti i padri e le madri, nd allen1re i figli ed inspiri loro, non la vei-gQ. gna o Ja pam·a o l'odio, ma l'or gog lio della J)[Lternità e della matern ità e l'amo re prù tetti– vn, iJ desi derio di e~sere gn lantuornini per ri– ~/Jetto delle cune sacre - pel' aniore di tJasse, di civiltà uma11a. Sni prr ,feriar110 lo lil1rrr, unione al mulrim o– nio bol'ghese, J>erchè sir1 più faci le ribella1·si al pregiu dizio eh.e diventa feroc-e contl"f) i così deiti illf'( Jittimi, perchè sia più facile la sepa– razione nel caRo in cu i lo sta i-e insieme sia <:osa dn.1inosél alla felicità. di due esser i o alla buona. educazione dei flgli, (qnnnte volte un a r,ùvf'ra <tonna è costretta. a sor,por tnre mali tnltt amrnti• per sè e scene che scanda lizzano i figli. .. pei- essrrAi 1rgata nel un uomo, senza conr,s"erlo IJ_ene !). Il Jihero amore permette a due compagni r1rn'•sti di separarsi senza ndio, senzn. scandali di tribunali, senza farsi del male e non r,on– danna tntta un'esistenza· a rinun ciare all'a– more o ad essere chiamata disonesta se, dopo 1:1 separaziQne si unisce con qua lcun altro. Vui, compaf,'11e, avete timore che il libero am ore voglia dire cambiar comp:igno e com– pagna Jpµ-germente ogni giorno? &:c0 : diciamo francamente la ve1·ità: lo fellcltà non J'ha ottenut a nessun matrim oni o nè civile, u è religioso. La fedeltà si deve inspi,· arse la recip-rocan.,en– te, ma nessu n matr-imonio vale daV\-et·o, ad impedir e 1.:erte offese del cuore . Ci sono 11ella lega lissima famiglia boqrhese tan ti figli ... della mo gli e, battezz ati col nom.e del. ma l'iln e tunt i fi gli del mar-il.o ... e nòn co– nosciu ti dnJle mogl i, da fare .:;p ci...-ento !... Di corna. ce n'è, sott o la sacra tut ela delle legg i e tlelb:i religione, un a selva !... Guai se fosse ro Yisibili !.. Da questo poss iamo credere che altr a cosa sono le legg i e gli obblighi, altr o la coscienza prh ·n.ta e il sentiment o. Di diverso tr a quello che fa il mondo vecchio e quello che vuole la società nuov~.t non c·è che l'imp ostur a di quel– lo e h since r ità di qu esta! 1'\"oi dobbi;rn10 far la gue.1Ta a1l'imp ostura: uoi donne social iste dohbiamo pr eferire, per · la nost ra clignitù, usa re un atto volont ario di indulg-enza e di generos ità ... for s'a nch e di giu – slizia, quand o _non abbiamo sa puto o potut o farc i amare sempre ed abbast an za da un uo– ino, dobb iamo \"ule re la libertà al tru i e la nostrn, senza odiosi rirnp 1·overi e senz a d o– lenze gelose, dnbb iamo prefe ri re la sincer ità all'i mpostura .. l o ·11011.. vi dirò . Compagne: fate il matrirnu– nio, nd un ite,·i libe rame nt e l E" cosa tro p1u, delica ta, tanto più perchè viviamo in un mon– do ancora pieno di pregiud izi e di persec uzi o– ni. Ora che avete udite molte ragio ni, regola– te\ i secondo la \·osti-a. dignità e la vostr a. co– scienui, inter rogate il vostro sentim ento e la vostra ra gione, e cercate cli conoscere bene gli uomi11i e-Ile v'i11f.:pirnno simpa.tia o pass ione, prima di chiamarl i a vivere con ,·oi e di sce– glie-re il modo cli unio ne. Solta nto la nu on1 ecLucazione r;iova nil e. att r a\·e rso nlle leghr, a i cincoli, alla vita cli battaglia per il comune ideale, poti à, se– condo noi, eleva re il concetto e la pratica dei 1:apporti sessuali , potr à nobilit n,·e gli b tmth fino a creare u11 ·a1tisi1na solidarie tà. morale fra due compai::rni di vita, fino a crear e un a felicità super ior e attra verso all'a more istin – ti\'f),. fino a farci comprendere per prova che la nla non era. dolorosa, perc hè Idd io lo vuo– le, rna perc hP gli uomini non si amava no aJ)– bastanza, 11011 erano n.hbastanza liber i, g-iu– st i, elevat i, civili. ~duchiamo ci a lla vera libertà cosciente, per f.;Tldn~· alto il nos tro diritto a1la felicità, per fahbncarcelri da noi stessi ! 11 Hùstro dr,.,;tino si.amo in gran 1wrt e nl)i , colla som ma delle Hostre volontà attive! st!ds~~-~toa !~:~t~ 1 ;r~~ pagn<' ca re . il mio, il no- (Jn soslil11zione di Maa da) : L LCfA. RIGAM ONTI GIUSEPPE, gerente. Tip. Editrice della Società u AVANTI ! n Milano - Via S. Damia no 16

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