La Difesa delle Lavoratrici - anno II - n. 19 - 16 novembre

I! sign:J!' deputa-;," :.faino !\lagni, g~OS~) in– dustri3\e, mi dicnno, dovendo riferire al con– grasso anti-alcoolico di ~ !ila.no sul tema di 1c ciò che i padroni fanno in Italia nella lotta contro !"alcool)) ha presentato una relazione che è un Yero ca.pola,·oro. :\"el 1700 e tanti, uno scrittore francese no– minato Voltaire scri-s.se un libretto delizioso che si chiama,·a Candido. Candido è il tipo dell"ottirn.ist.a: gliene accaJono di tutti i co– lori. di5-g1·azie hl. lena, per mare, e non an– cvra pèr a.ria. perchè non c'ent a11cora. l'a.– ,-iazione. ~la per quante gliene capitino, e pe1· quant::, grosse. eg!i se~ita a dire che la va benone co::-ì. e che n!aglio di così non la n,otrebbe andare. Da quella Yolta acl ora, nt111 c'è più stato, io credo, un Upo di ottimisu più rose-0 del signor :.\la_glli. :\"on ho qui sotto rnano la sua relazione, roa. ne ricordo bene, e qua.si testualmente, certe irasi, anche perchè mi hanno fatto tan– ta impressionè che le ho rilette due \·ohe, fregandorni gli occhi per esser cena di non a\·ere le tra\·eggole. Figurate\"i dunque, ami– che e compagne operai·è e contadine. che u in lta.lia l'alcoolismo fra gh operai non esiste o. ;\essuno beve. E la dome'1ica, poi. gli operai non Yanno mica nelle bettole, ma se la pas– sano fac.:?ndo scampagnate con 1 la famiglia sulle amene colline. E" \·ero che queste ultime parole si riferinl– no specialmente agli operai dei j!rand·i stabi– limenti Rossi di Schio. ma }.:?conclusioni che ne traeYa il relatore si allarga\"ano a tutta auant.a rita.lia. Unà. bellezza \·ero? E dlre che .ri.oitutti abbiamo as3:stito, crede\·arno di aYe– re assistito, cioè, a scene disgustose di ub– Qriach'-'!zza e alcoolismo nelle famiglie e per le bet:ole, e per~lno nella pubblica \·iat Ami– che mie, a.miche mie, abbia.mo anno le tra– ,·eggolè! Oh i 1i\·idi, \"Oi mi dite. oh le arnmaccature che le busse dei mariti, dei fratelh, dei pa– dri, ahimè! alcoolizzani, abbrutiti e inferociti dall'alcool, hanno lasciato sulle carni e le braccia se non nostre, par fortuna, di tanle p,oYere donne, e bimbi, e mogli, e fanciulle che conosciamo? Sogni. amiche, so,gni ! Quel paese di Schio, poi, jn provincia di Vi– cenza. io pen:3,a,·o!Oh. poterci andare! cha bel– lezza. Lì, nessuno che esca Yomitando o \·a– cillando dalro.steria; lì, non delitti, non de– generazioni, non pazzia do,·ute ail'abu-so del bere. E. una nuOY3.Arcadia, insomma, un pae– ~a di idill:o, doYe corrono i fiumi di latt.e e di miele!.. H chiuso un momenw gli occhi per Yeder– lo meglio con 1'imaginazione quel paese. e gu– starne le delizie. E, riaprendoli, ecco cha Jo sguardo mi cade appunto, neanche a farlo a.ppo:--ta, su di una grande carta geografica dell"Ita}fa. che per combinazione sta\·a li ap– punt.n._ appesa alla parete! ::\la -era una carta geografica un poco speciale: dl\"i-:.a in 67 par– ti, chè tante sono le pro\"incie italiane. ogni prnvir. _'ia \"i a,·e,-a un colore speciale, l)iù o meno nero, dal nero inchio~tro scuriss:.rno, al bianc qua<::i ~..,rfeit,, o :-:i.ppena appena om– breggiato. Era la, carta della percentuale({ dei casi di pazzia do,·uti per alcoolismo" nelle var:.e pr,,\incie. Quanto più i segni e H trat– L'','.;:!?iO erano fitti e neri. tanto maggiore era il numero degli indiYidui pazzi pe1· alcooli– smo, su ogni cento abitanti di quei luoghi– );amralmente ho cercato subito la pro\"incia di \-icenza. mi a,petta,·o un beU-i<::olottobian– co candido in mezzo a tutto quel n-aro e .zri- fo0s;~~t 1 ~-i~!-? t: 11 ~~t~l~cf!tln~:~~i~:· ~~~ purt.rOPPo scura, --cura, una delle più nere di tutta Italia!!! E r ur-tropl)O ,;;j e~iend?,·a ancora la mac~hio.. nera. minacciosa. più di una nu,·ola 2re\·e di temporale, la macchia nera della de:::renerazio– ne. della rn.alattia, della pazzia e della. morte. anzi r,<?gg-:o che non la m, ,11e, perchè la m".lr– te, anche orematura, P un flagello che minac– cia e miete ~o]Q rindi,·idu0, e si e:'.>auMsce con Juj, mentre la de_l?Pnerazione !-i prolunza al– l'in.finiw neH3 coHet.t!vità della famiglia e della rr.1.zza e ne:-.'-uno può calcolare e nem– meno preveder~ l"estem,:one dei d.isa4ri che pMdur:e '. Purtr,1ppo, la macchia rrtra più Q men,., era dappertutto, in quella carta, in tut– ta. l"I:.<lia settenlrion~J", e <:i allarza\·a an,~he s 1 1 zran parte de.ll "Italia media e centrale: Ancona, per e'Pmpio, ~ una delle f>r<;\'i11cie r/u colpite . S·.>lonell"Jtalia m~ridir ,nr1.le rn.r– na\ a a sorridl'.-rl'.-.prom~tte.nte e :a-r~ranzo:c-'> un b"'!I r·tt.arore di l ,ia.nr ,rJ, d1e .< affermava anc•1r· più vittrJri'i'-0 n~lk i--•Jle, -.jnu :.1.I er-w– rJrJC"' quac.:i r. ,myJJt:-tl, della furtun~• 1 pr ,,·inria di P~•~nno. T·1tti que;e,ti a:iti di fatlo e qu~--te c1fre mi ha.., fa"".tr., r~fletter... rrNltr1. E--rr_,dunqu~. ifJ J1e115aWJ, refutato, ahimf", rr,i fatti l'ottimi:~mo di C11loro eh.e _-,t fr:i•inario a vr,ler chiud-':'rr gli <.J<.:t:hi per riùn v•dere il fH.::rir:·• 1 )11,, e cr1n.tinu_anr., &I} ,,rmorsi a.lJ;J.. prr,_ po,?anrJa aritialc<Jol1ca.. sr.1:,t~nenrJ,_, "he in Ha• li.a non n~ abbfa.mr1 bisi,g-no. :\la ~cr:.o refut;.1tr1 :mdi~-- una ùPfJ'>.':-id,JI1e, o per JrJ menr1 una ind!fff-r••nz;.1 alla r,ropagan· da. ,..,_,11t.rr1 l'aJco,.,J, !HiN,ra r11ù ri<dit1:..1.1 ,. pe. ric('<r.a fo~: il ~rnf1licisrno di t.:.wti, :wrhe n<.r.:itri!Ju•Jrd cc.,mr.>:".1f!Jii e c•,rnr,:1g11P. "'he uon vog-Jirmo "Y1f~rne di qu•:~ti HFJVitrn:r1ti r1 rrJ!i:, di fh.nru, come st dite, al B<">< .ù.d i . . rw ,. Il ,;,)c1.a– li<,ni ,. ,h..,i di.-011•J,ba.'ita d·:-tsolo: J'alNY>li-.JI1(, nr_,n &: d1e UfJ 1,urrJ e ... en1rilki-: r,r0<Jr1tt<1 della mi-.eri.i. Cr.1mb:.1ttkU: la rui5':'ria ~ ucl'idf-rete l'al,·•h1 di s•,pram~ru.1.U.1. Eh. rw, 1,trch~ ve dete. _"'...c<:r1 qu;J. le i-eg-ioni prn r,ovPre, r,rn m:– ser:Jb1Ji d 11::t.lia: no11 t,rvrmr,. Il )-1"7.Zu,!?'iornl) è ,.,,t,f"i0 ~1bf1!':>..;.irH<.>, pur e.•..eHdr1 p;.t.e"-~ di vin 1 abtJondant~ -ed a bU'JfJ m~r1:r.iti1; rct<J p;:r con• lrO le fJrovin<'it s/::1:tf:11ttiùn~li, r•:1::itivamr:ute fl,,r:d~. <Jr"·"' fa fflf•:di:1 n ~t :;:.:1.Jarii è più :.dta e le 1µ_1gf1,. rnH10 irdsr,rie '. l'aurn~ntau, c:.1pa– cita d"ar-<1ui ... t.A'"J rfoll'op~raifJ e del r,roleUJ.ri(), irn·ec~ di andare ripartita fra quattrr, g-n1ndi c~piu-Jli di ~pf-:;a ..,."':rarm:nteutii'. e JJro.-J_1ltti, c11>0,allùéfçt•J, v-e~t1ad<1 f, i-,tMH!Jfof1t1 d1 Ja\r.1- ro e di prod11zirm1:::, \"i'.l. W!:-.r1rb1tr..1. iu i,ad~ P n .,id-erevr,J~-;~imanella rA,Hsumi!z~,011e di hevar1- de a1crJ•J1idie e ferrne11tat... :\"atura!Jn,:mte, J'alcooJi ... rnù se::,,ru.-aridi~:-, o un~ l~,2'ge eoonomica, c<,me tutti i f~LJr,mer1 de!Ja Yita s<JCial~. CammiHa jIJ~Jrr;1.bilmente sulle orme dello -,dlupfJ<J dP11a .(!ru11d~ "'('0110- mia tapitali-;tJ. e .iJ1dustrial-?,come l •JJitl,i-:1 :--e– gu-e il corpo. E' la ,i·a. d~lla hLhri<-a co1J i nu, ,...1 b1~r,- LA DlFES, DC:LL::; LAVORA TJUCI dlli e .Je nuove consuetudini che genera, e spà– L''.:1.lmentecon la distruzione degli antichi le– g :1.mi e tra'.iizioni e rapporti di famiglia pa– triarcali che seduce !"operaio a.Lia bettola, e lo butta indifeso nelle braccia. del più temibi– le frr.1, i \·eleni: l'alcool. che non distrugge soltanto un uoir10. ma atti·a\·er:.'loqu-2st'uno ne insidia altiri mille. Certo, non bisogna dimenticare che la bl-1· tola, è "il club clell'ope1·aiio,il suo luogo di ri– poso e di s\·ago runica soddisf:lzi-0ne di .appe– tito e di gola ch'egli spesso conosca o pos::-a appagare. In ~rue.sto senso €' \·eramente un J)l'odotto della. m.iseria, e chi combatte la mi-seria, chi dà modo al proletario, sia dLrettamenl.e che indirettamente, di abitare case migliot·i, più arieggiai-è. più spaziose, più lumiuose, più sane e decenti: di nutrirsi meglio, cli procu– rarsi altri piaceri e di\·ertimenti più innocui o più nobili e Yantag,,;,"o~i; quegli o quella combatte efficacement.e l"alcool. :'-In F>~ questo basla"-Sc, a;!lora le classi colte e ricche, la piccola e media horghesia, 1io~"1 d?\T~bbe s_al)€'re_checosa. sia l'alcool, e dei pe– rtcoh dell alcoohsmo dovrebbe essere intera– mente immune ! I1n-ece, sappiamo benissimo che ciò non è. E fuori d'Italia specialmente. il gioYinotto azia~ to o ricco che si ubbdaca; il piccolo cornn~er– ciante, l'•asercente, J'impiegato, e su su. l'al– tissimo funzionario alcoolizzato, sono casi 'iut– t.'a ltro che rari. Ciò prOnl dunque che l'alcoolismo è non sol– tru,to una que_c..tioneeconomica, ma pure una altissima questione morale. Il nostro ope1•aio è indifeso dalle seduzioni dalla bettola, è dop– piamente incLif-eso,primo, perchè la legge nnn pensa a tule,larlo; secondo, perchè non è sta– to ahba-:.tanza ,in pro1>os.i!to istruilo, illumina– t,). ag-guer1"ito a resistere ad un pet·icolo che ignora. Oh. .se noi donne, che siamo quelle che' più soffriamo di tutto cruiasto, se noi donne si sa- pesse e si sapesse volere ! ' :.\Iadri, l'an·enire della razza è in voi. In f!Uante iamig-Ji.e operaiie la donna, la rnadre, menire misura. magra e st·antata al piccino (oh non_ per cani\·eria, no, per necessità!) la necessana porzione di pane o il benefico piat– t.n ri<::toratore di mineslra fumante, si cre-– d·arebbe. poi una cattl'.'\·a mad,·e, se non si sLrar)pn-,,semagari il pane di becca pur di am– m~nirqli il bicchiere di dno ogni giorno, o due ,·olte al giorno! Non si pot,rà mai di,re abba_s;tanza.quale 1mmenso errore sia questo: quale errore disastroso, enonrie, gravido di consegu·tnze pe,· l'an·enire ciel bimbo. Quello stom_aco semi-di~ìuno quel poYero organismo cromcamente non abbastanza nutrito, si abi– tueranno alla rude carezza. del v.hno, al per– fido eccilamento del! 'alcool, a cercal'e e tro– Yare solo in quallo Tistoro e conforto. _ E anc_he gli uon1ini fati-i, i mariti, i ,padri, 1 fratelli, se n~n ~1-0,·assero Je donne supina– mente consennenh al loro uso ed abuso di b~\·an<la; _setrovassero al focolare una opposi- 21_one ~ana. costante, fatta di buon-a ragioni e d1 ragionamenti ammonitori. sarebbero' meno fat?:li a lasciarsi tirare all'abitudine delle ub– h1_·1a~atur~. alle sbo.mi ,e e loro conseguenze. L~m1t~t~. 11 consumo di dno dèi VQSt_rj.J.IOmi– m! l111b1telo ai vostri fanciullìl non "tTac;r m~i ~eppu!·e ~na goccia di Yino. o di birra; o cti h_q':1on, ~: \·o~tri figJj: inseµ-natene Joro le 1n– s1d1e e 1 pencoli, combattete con oo-ni arma questo flageUo ! 0 E se Yerrà giorno, eoma finalmente verrà in l'Ui le donne Haliane co1nprendano anch'~sse la necesS-:tà del ,·oto. a chi chiederà, tra scet– tico e iro11ico: e che co<:'1ne farèLe., dunque dE:l .\'01:?? che coç:a_ne \'Clete fare, che gli uo– m1_m già non facciano, o non sappiano o \"O+ µ--hanofare? tra l_emoit.e altre cose che rispon– der.:?rno_e che nspondiamo fin d'ora, diremo anche questa: che cosa arnte fatto, che cosa fate, \"01, uomini, contro l'a 1 cool? Chl, fra rn:, tranne pochi apostoli isolaii e soesso deri<::i chi -:.~ è ~eriamente preor-cupato di mozzar ~I~ u_ngh1e ali~ prapotente im·asione dei bettolie– ri, pad r~11_1 del mercato elettorale, parlamen– tare. pr1ln1co del paese? . ;\la qualcosa, e una gran cosa è stato fatto 1m·ece: in certi paesi deWE>sterùdo\·e la don– na ha_ il ,·oto: in talun_i Stati d'America. per esemy10, e _sopratutto 1n Scandina\·ia. Sono P!le,~1freddi, senza sole, dove non cresce la nte. L'uva de,·e aITi\·arv: tutta. o per lo me– no, nella massima parte. di iuor:i, superando ~i!·t~:;~~!o P~e~a~t/~~e n~ftanze. Eppure, E ,·ir·~\·er::-a 'l co~sumo dell'alcool è diminui– i() rnp1dar!1ente, rn proporzioni addirittura ... t_up,:faf'enLJ. E proprio quelle terre, che più d, tutte 1~ a!t~e er;:).no minarciate dal flagello <lell_ ak_()oltzz:z1onP, pro!!res•d\'a, po~sono or– n1:1J d,r,;en_P..affrancate e redente, sulla \"la d~ 1 la d<•firntJv.q. h'l.l.arigio11e Que,;L? hanw> fatto e-Onl'instancabile prona~ J'.!.tnd:i mlellettuale e rnonle, ma sopratutto <'t,I loro \"01:n, le donne cli Scandinavia. Hanno ,.,·tlva~r> ca~, famiglie: fo,-olari innumerevoli, r,P1· I ·:\Ternre e prr •I presente. Ma ciò non to)'.!lie ~-hp ci. sent:rPn1 1 > ~enpre rintronnre g'li 1,i·.-r•c·h1 Nil r1t,,mello che 11 il dare il voto alle d< ruifl si~nifldierebhe di<:trnp;~ere ner il prc- ;:••:~ ,;;t'/iei- 11 1 ~-fr~tt~;j;;e ,f:1 ~!~;la~:~ ,!~imigl"a, <· ~1\R(;Hf:RnA G . '.\RnTTJ. I compagni e le compagne che riceuono il giornale e non hanno ancora mandato l'importo dell'abbonamento, sono pregale di farlo con cortese solleciludlne. Il sacrificio che domandlilmO loro è cosi tenue se si pensa a quello che costa un giornale, an~ che di proporzioni modeste e quindicinale come Il nostro. E llrERTO L'IIBBONIIMENTO alla Difesa delle Lavoratrici Ila Ila Estero Fino al 31 Marzo 19H . . . L. 0,80 L. 1,50 30 Settembre 191.i•. ,., 1,50] _. 2,75 31 Dlctmbrc 191.t . ,., 2,- _. 3,50 I compagni e le compagne che sentono tutto Il bene che può fare Il nostro giornale in questo momento di promettente rlsoeglio femminile, procurino abbonate, lo diffondano, lo alulìno mandando corrispondenze, arllcoll, notizie. Battuta di cronaca A Crema era candidalo il sociali>ta pro/. Alessandro Groppa/i. i cattolici hanno di,tribuilo ed affisso a migl_iaia di copie un rnanifesto per lt' don– -ne cristiane. f 71re/i hanno bioagno di rivo/geni alle donne, sentono che il vregiudi:io e l'igno– ran-:.a loro sono ancora lo forza, l'arma, l'o– stacolo che ritarda l'ora della congui,,ta. Quello che i weti di Crema dicono alle donne non ci meraviglia. .lleqlio in fondo che 7,arlino loro a viso a]}erto. che non nel segreto del confessiona– le, nell'ornbra e nel m,i::,Lero suggestivo della chie!)a. u / sociali.sti e con loro il candi,tato Grop– pali vogliono il divor:io e l amor libero, vogliono godere la donna negli anni buoni della giovine::a e lasciarla morire nell'ab– bandono, col veso della maLernilò. Vogliono che il ])overo non abbio la 1.i– gnilà che gli viene dall'essere figlio di o;o, e quindi pari ai ricchi, ma vogliono che sia una be-.,Na da s01na e da lavoro. Vogliono bandire la religione d.1ita .crul)– la, /are dei fì.gliuoli dei trovatelli e dei de– linquenti, ridurre le case a luoghi disono– ranti >1. il manifesto si chiitde con un ap71ello alle donne one•~te verchè contribuiscano a far sì che la iolla ele/lorale s71ro/ondi il candidato del partito socialista con le nere voteni:;e denwniache che chiam.a in suo aiuto. Che canaglie i prelil Il loro manifesto non ci farebbe che l'im– pressione che si prova davanti ad ogni cosa viscida se non pen,sassimo con profonda me– laaconia all'influeni:;a che essi hanno anco 7 a su tanLe povere donne. Bisogna conqi,is/are la donna: fì.nchè il prete potrà varlare, ascoltato, alla sua ani- 1na, ogni, lotta di rivendica:.ione avrà nella donna la nemica! La forza del prete sono la miseria e la ignoran:.a: quando l'uomo si ribella alla sua influenza egli si rivolge alla donna che subisce ancora la sua suggestione, il terro– re delle sue niinaccie, il lento, sottile lavoro di dissolvi?nento che c01npie nella sua ani– rna. Bisogna togliere la donna al prete to– gli,,ndola alle cure di una vita nieschina, abituandola a ragionare, facendone una creatura di 71ensiero e di lolla, a fianco dl'l– l'uomo. AL DI LA DEL CONFINE Non è superfluo dar notizia di un giu– dicato della Corte di Cassazio11e francese, dichiarante che, in caso di parto, l'asten– sione dal lavoro, non può, in nessun modo, essere motivo di licenziamento. In caso di parlo le donne debono astener– si, per un ar!icolo del ccdice del lavoro, per ollo settimane consecutive dal lavoro, 11elte settimane che precedono e seguono il parto. Que2-la sospensione cli lavoro non può es– sere una causa di rottura del conlra.tlo di lavoro da parte del principale. È una delle conquiste più umane del prolelarialo, e pel rnn 1 agigo fisico e mora– le della donna lavoratrice e madre, e per la salute della creatura che deve nascere. Cna ragazza, occupata in un laboratorio cli biancheria, si presentò al lavoro quat– tro settimane dopo il parlo. Ne ebbe in ri~po.s-Lache non si aveva più bisogno dei suoi servizi. La padrona sapeva, preventivamenle, che la ragazza dove,·a assenlarsi per il parto. rt 1 ribunale dei probiviri ritenne illegale il licenziamento e condannò la propri,,ta– ria al pagamento di 15 giorni per licenzia– mento lffimediato. La proprielllria oppose che l'articolo ciel codice del lavoro che riguarda la cas~a di rnu.turnita dcv<' e~sere applicato solo alle donne man•ate e non alle ragazze, ma. la Corle rltcnne che la di:-:posizione è generale e non ammclto quindi nessuna dbtinz10ne fra ... madre e madre. u; certo un trionfo della logica con.+ro il pregiudizio che melle la ragazza madre. che ha maggior bisogno d'assistenza. e di aiuto, in condizioni di miseria e d'avvili– mento. ln llalia i casi di licenziamento di don– ne in S<:guil.oad assenze dovute al parto, vanno divc·nlando rarissimi, ora cfie è ob– bligatoria l'assicurazione per la mal€rnilll. g abbiamo fiducia che que.:;ti rari:v.;1mi casi non si generalizzino per l'assistenza delle nostre organizzazioni e dell'isp•llorato di'! lavoro e dell'industria, per la p,u per– fetta cùnOset·nza delle leggi ~o,·iali da. par– tr· dc,gli industriali e delle uj>èraie e, mfi– flf\ JJC'r l'azione che si svolge innanzi ai tribunali probivirali. LE PLEBI RISORGONO! Il suffragio allargato ha fatta la sua prima prima prova col mandare al parlamento il gruppo socialista triplicato. . . Na il nostro trionfo non s1 misura da questo: si misura (e lo senti~m~ tutti ~oi propagandisti di questi giorm di battaglia) dalla vibrazione entusiast:t, rndescnv1bile dei comizi in cui folle contadine, fino a ieri curve sotto il doppio giogo della tirannide padronale e di quella clericale, esprimevano in deliranti applausi al socialismo la lor? anima nuova di risorti, la loro d,gntta nuova cli uomini, la loro nuova speranza di ri\"endicatori dei diritti del lavoro con– tro la delinquenza sfruttatrice e oscuran– tista! Si sono vedute popolazioni, digiune di propaganda socialista, iniziare i comizi con fanatici applausi incoscienti al prete che in nome d'i Cl'isto invitava gli elettori a votare per i candidati della forca tripolina e gli agrai·i stro:::;ini affamatori dei conta– dini; poi, dopo qualche chiassata per im– pedire il contradditorio socialista, tendere gli orecchi con attenzione alle ,erita con cui noi smentivamo le menzogne ; com– moversi in un silenzio religioso all'esposi– zione del programma di rivendicazione e di giustizia sociale che noi animavamo di tutta la nostra fede; finalmente plaudire a noi in uno slancio profondo di convinzione e... fischiare i1 nero messaggero del! a ti– rannide e del tradimento fino ad impedirgli di versare delle altre menzogne sulle piazze del popolo! Gli ultimi giorni della lotta elettorale gli avversari non si presentavano più ai contradilitori, perchè sentivano che le folle erano nostre, ossia di se stesse, della pro– pria coscienza scossa dalla sincerità di un ideale non mai conosciuto. Le arti infami con cui i reazionari, per bocca specialmente dei preti, tentarono di aizzarci contro le folle sono indescrivibili: per fanatizzare le povere donne dipinge– vano i socialisti come caldeggiatori del di– vorzio (che c'entriamo noi direttamente con ta1e questione borghese che interessa i ricchi?) e quindi le spaventavano con lo spettro dell'abbandono in cui sarebbero state lasciate dai mariti coi u teneri parg o– letti n. Poi saltava fuori la u scuola laica n che nasconde lo spirito per,erso di scuola « atea » e li una descrizione fosca di non so quali persecuzioni antireligiose ... ! Ma quando noi strappavamo loro l'oscena maschera e li mostravamo in pubblico col loro visaccio di strozzini, di alleati dei dis– sanguatori del popolo contro l'umanità. e contro la stessa morale cristiana. e chiede– vamo loro come si possa inseinare il 5° comandamento della legge di Dio « non ammazzare» ed appoggiare i guerrafondai d'Italia ; dirsi amici dei poveri, degli sfrut– tati, e dar mau .forte ai capitalisti e agli agrari ... allora s1 dibattevano inquieti tra le strette attanaglianti dei nostri argomenti e ... o sputavano insulti spudorati 1 menti~ vano sfacciatamente la luce del sole, o... se la da vano a gambe ! Ma codesta gramigna non muore nem– meno se sradicata ! 8e non si potff,ano strappar voti ubbria– cando g!i elettori di menzogne, sì pote'\"'a co1-ro~pere col denaro, si poteva imporsi col ricatto dei padroni sni dipendenti. La corr~zioue fu impudente, ripugnante! E, quasi non bastassero i laghi di vino ,ers.ati ~elle gole ~ei po,eri incoscienti, i certificati elettorali pai;ati a tutti i prezzi, le 1ubm1daz10n1, le minacce di sfratti i tentativi di segnare le schede nostre u~lle cabine per far votare i poveri contadini con schede nulle ... quasi non bastasse l'alleanza cli due poteri oscuri; i padroni ed i preti cou la forza del denaro e della prepotenza, ecco 11 governo fare da terzo contro di noi! Eppure questo povero socialismo spian– tato, con la sola forza della sua parola re– dentrice e sobillatrice degli oppressi sde– gr~and.o le offerte dei venali e degli 'inco– s01ent1, senza una corruzione nè una mi– naccia ha ottenute delle fulgidissime vit– torie! Bisogna pur credere che sia una forza vera, che abbia nella civiltà un compito fa– tale di rivendicazione ! Le vandea oscure, i feudi dominanti le vite ~chiave dei servi della terra non sono più impenetrabili, non sono più invincibili nelle loro fortezze irte di usura e di rabbia! Il socialismo ha squarciate le tenebre, ha svegliati 1 catalettici, h ha chiamati alla riscossa! Le rocche del privilegio sono minate! Bisogna continuare l'apostolato il ri– scatto del proletariato ingannato, ~chiavo dissanguato fin che negli artigli del ne~ mico non resterà che l'ultima catena spez za.ta dall'ultimo schiavo redento! - ABlGAILJ.E ZANETTA,

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