La Difesa delle Lavoratrici - anno II - n. 10 - 1 giugno 191

Mondarisi, leggete! in lJUc;,, u Joo[,,o L .,µ1lg,._tfu cunu dun.lt . nyu– fon•t plr difuw(._rt, la i:u.• ru ~llla,t. ta 1 t'Cp•fri oituci.;,st. llondansi: lo sapete che c·c und, legge fatta apposta per duenderc la, pon~ra geme che , a .n nsaia, - La legge Yoi non la. oono).;Cete. Ed 1 padroni ed i caporali se la mettono :sotto 1 p1ed1. '\' 1 s.iruttano, vi imbrogliano, d n_ial trau.ano. Leggete questo toglio. o 111ondans1. Tenetelo sempro con ,:oi ! - In que.;to fogliet– to sono riportate le principali disposizioni della legge che, protegge i mondarisi. Se n:dete che 1 padroni_ o i capordi non la rispettano denunziateii a1 carabuucri o scri– vete alla Pcdcra:ione _Ya:iona{,., Contadini - Bologna cho manderà i suoi Ispettori a veri– ficare ed a. diìendeni. :-IOX llUOVETEVI D.l CASA SE XO;\ A– YE1'E IX .\IAJ\0 lL UO:-ITRAT'l'O SUUT– TO. - L'articolo 1;- della leggo ùicc cho 1[ contratto scntto è obbl,galor10. E deve essere firmato òal padrone. Non accetta.Le contratti firmati dal caporale. Kon ,algono niente'. - Partendo senza contratto correte il pencolo di restaro Yittime di imbrogli. - I contratu fatti a ,·oce non hanno ne~.sun ,alore. ATTE):Tl ALLE SA):GUISUGHE ! - Sta te rn gamba. che 11 caporale non , i rub~ sulla. paga. L arucolo :!O ctdla !cgge parla cl1iaro: u La mercede payata.. dal condutture di nsaui spetta. per intera al mondariso e gh wccttu– tori non possono fare nessuna trattenutct. Qualu11qu.e patto dii;ers,,o 11011 ha valore ed i la,:oraton possono pretendere l'intero pagci- 1ne11to della giornata dal conduttore di risawi, (art. 21 della legge). Se il pa.<lronc di risaia n1ol dare un com– penso al caporale per i suoi sen-igi, questo compenso - dice la. legge - u deve risultare in un contratto scritto e det·e essere ben diviso daila merc~de clie spetta ai mondanst n (art. 21 della legge). CO.\IE DEYOXO ESSERE I DORllITOl. - Dice la legge: i dormitoi dei mondarisi d, - 1,·ono: - a.) avere le aperture munite di rct~– celle contro le :;an:;are; - b) essere di!!posti in modo da permettere la separazione dei sessi tart. 9 delfr,, Legge). - _ì on pos~ono t.i;sere 11• sati come dormitori le tettoie, capanne, por· ticah cd i11, genere ogni locale aperto, o non difeso contro l'umidità del terreno e contro 1·z clima (art. IO del Reuotame11to alla Legge su la r1~aia). I Ld \ U1BTOK1 DI<. YOSO AYERE dC– QL\ POTABILE E CIBO 8Aè\0. - I pa– droni de,ono fornire acoua buona ed in qua– lità ~ufficiente. Gli aliménti deYono essere <li qualità u tneccepi.btle • {art. 10 della Leggt·). PER DH"EXDERSI DALLA llALARIA. - 11 chinino è una potente difesa. contro la. ma– laria. - :lla non bisogna. aspettare di a,e:·e addosso la febbre. Bisogna prendere il chi– nino prima. - Domandatelo al padrone che ,·e io de,·e dare gratis (art. 7 ed 8 della Legge). - In tutte le cascine ci de,e e~re uu locale apposta, arredato del necessario per ricoYe– rare i colpiti da febbre malarica o altra. ma· la.ttia infettiva. (art. 9 della IJt!g!Je). ~OX LAt>C.:IAl'El"I 1WBAllE SU L'O– Ra. - 11 L::i.voru nou puo cowrnciaro prnua del le•.-are ùel soie. l mondar1s1 emigranti non possouo lavorare ptu d1 lU ore: i loca.li p1u di 9. Comprnta la giornata. 1 rnoodar1s1 non possono essere occupati od occuparsi 10 altn !avori d1 monda tar~. 1:2 aetla Lt.ggeJ. - _ on t cuUJpr~:::o nell·orano d1 lan.iro 11 riposo dei pasti, nè il tempo ueee:.Sano a. recar.":)l al la– voro. - .lnche Sb durante la settimana t p10- ,·uto e 1~ pa<lrout: vuol farvi ricuperare 1I tempo pera t.o, la giornata non puù e~re prn <l1 10 e;re tari. U della Legge). l l(lPOl:>! GlOR:,ALluH. - IL Hll·Ot>O ETTl~LL.\.lL.E. - La g10rnata ò1 lavoro oe,e ~~re rntcrrutta aagh opportum r1pos1 (arL 1;_; de 1 la legge;. - l mondans1 hanno diritto, og_JH st:ttlm&.:la. di i-1 ore cCJusecutn't di riposo (art. 15 della LeggeJ. PER L.C: lJO):XI:, CHE ALLATTASO. - LE: donne che allattano hanno dirì :.to ad uri ripo-:,c, maggiore (art. 13 della Leggl) non lllt· no di w~zz ora. _(art. 11 del Rl{JO!a1ue1tlf.J ). - Questo riposo viene pagato come la, oro. SI<. (.,":,;llOSVAIUSU .\iGOHE. - In caso u morte del mondar!SO 11 conduttùre d1 rù,a1a :i;.ve pagare agii en,c11 oltre che 1.:. JUt;rcedr: del lavoro cvmprnto, l importo dr 1;; giorni di ~a.voro (arl. :!l dell,,.L Legge). I FAXCIGLLI E LE ]JQ:,;_·:t CHE .-o:,;; Po,·so:,;u A_ I.J_\.l{E IX 1{1.~AIA. Son pOòbùno lés.V'->rarE: 1n risaia: aJ 1 minori d1 .d a.um v.>mprn•i; - &1 .e donue nell'ult1m.o mes,; di gra,.-1<lanza e uf:! prim,., mese dopo d part?. - Son p• .~¼D(j lav?rare alla mon_da ! fancrnll1 rriì111.Jr1 d1 H.i a.nn1 e !e donne rn1nor1 di tl anni c<Jrnpiuti se non so_no muniti di fo de di na5Cita. - Le donne inclnt" nr.m [Jù~no partire Sl_; non sono m~nite di certifi.c~to wc dico chr:: att P,t1 il per md o dr•lla gra.v1<lan.1..a.. Tutti i !nr)ndari-:;1 eh~ eoùgran,1 dn~,n,., <: ...– -~rr:: mumtl di un ceruficato dd rrwd1cù ckl loro pa.f:Sedal qua1'.:;rismlli c:he nùn ,mno affot– LÌ da malattie c:<mtagi05e (fJrt. Il ddfo Lrgfjf'J. - I p11dr&rH cl,e vanno coutr& q11,P,4{e duptJ11- zioni d, lt:!J!J" po,~,mo verure t·r,n.dtJ.1111A1;tt ,u vrw, multa da 5(fJ a 15'J(J l re. .\la b1.••,<Jgria ci:ie w,ial~ri m<mdario;i li dr~nur,z1at.-. H·nza mi– c;/•ricord ia. ! XOX 1ATE I CRG111JtJ ! - I Law,rat<,-. ri del Pit'rnont<· p d<•lla L<.irrwllrna 1o1 lamcufa..– no r.v·rchr- i for"'>tini nr.,u vann<J a. f3:rc -'11· tanfCJ la mr.1nda, ma anchi: ah r.1 tav~,ri agn– c,.ili: QuP'-'to ,. un brutt,, cr~m,rag~!o bn1- graur.i · ri_fiutat,e di fare qt..,..!11 la,(JTJ. _)l,,r_1- daV- jJ ru;o e; basra - 1' ,m pf)rtate , L!l il panP ai vo:,;tri fratr-111 ! .SCIOP'ERO [)J MONDINE NEL MILANESE A l-tù:,aW <•d Abbiau•graF.$0 ()filanù) i• scop p1ato lo ~ciopero delle mondinf'.: che lottan<J 1:wr la conquista delle otto <iu, . . La Fp,clerazion<· X azi<malP inVJta. l<· orµ_aruz– zazioni ad ~rcitare un'atti\'a SùT\'C:.t{l1an.1.a. percht ne~una mond~n_a •;i r:c=chiin d1-1t,- }t)– calità a fare OJ)€ra 01 trad1rnent-0. L<t Se9rcfar/f1 della. Ft:deraz1Q11t> .Yflz,r.,nale d.,, Lro-(lrt1'or1 delfo Trrra ARGE~Tl~A _\.LTf.lBl.LLI. LA D11'.i,::::,A '.Jl!:1,LE LA \'OHA'l'H ICl Le risaio e La primaxcn.l trionfa, olcuano di pro[umv i grnrdim, ri<lono <li fiori i prati, c<l anche la. nsaia. verdeggia. la triste, monotona, rnici– <li:.1,\0 risaia. A lormc, a torme, lasciano lo nostre do1u10 il nativo paesello, lasci1.tno la casa,, i m:uit1 1 i figli e \'anno, n1.nno là, ove hL malarica, iru– peru. a strappar la. inaligna erba nauseabon– da, di trn, stelo e siclo, dc:! crc::.cc11t,0 riso. Chine al duro la.,·oro, sul melmoso piano, affonderannD le mani, nt>ll'acqua. turbida o penseranuo ai figli abbandonati, alla 1)0\'('ra. casa negletta, ai mariti, a.i \'Cechi e canteran– no le ,·ccchie e le uuoYe canwni per affogare il pianto o soffocare lo ricordan1..c. .PoYcrc sorelle nostre, cui la dura n is-cria spinge a torme, a torme al malsano l;H·oro, in estraneo pa,cse. mentre nella, deserta ca~,a i bimbi e i Yecchi attendono! Po,·ero sorelle nostre, poneranno a eac:a g:;.:· losamcnt.o a,·"olto nel fazzoletto e nascust.o in seno il gruzzulo e for:.c, col grnzzolo le febbri. Certo le gambe enfiate e le reni rotte. Pornre soreìle nostre! Ben sudato sarà il gruzzolo o guadagnato a ben caro prezzo là, ove - tra spiga e spiga - ciascurn1 avrà. la– sciato un po' di gio\·inc;,.za e un po' cli vita! Cantate. canhtc per affogare il pianto e sof– focare le ricordanz~, le vecchie e lo nuove can– zoni,_ e tra le nuo\'e canzoni s 1 innalzi ,·iQOro~ il ritmo della canzone dei ribelli .auspicante ai figli un an·enire pili lieto. .\1.-\RJA Gu.:OICE, Industrialismo, gravidanza e aborto Il lavoro dell'indu-:tria ;;ottrae aila donna. uoa. somma di ene-rgic- tisiche e psichiche che natU1·a le assegna nllo ~n-iluppo ciel pro– dotto del concepimento, il riposo della ge– sbnte e della madre, a1lontanaudo Lla ess;.1 c:-uLSe perniciose di depauperimenlo. ripri stina le condizioni necos.sarie ad u11O ,s,~ilup– po Tigoglioso della proìe. E' questa una ,erità 1'-cientifica che ormai non ammette confutazioni. e sintetizza una me:,se copiosa di e.:.perienze, d'iudagini e di ossen·azioni st:ltistiche l'.he ci offre <la un ,-entennio In. medicina sociale. Pieraccini, Pe_;:.ta:ozz:i, Hus.:5iDoria, Bossi, 1Ieletli, Pezza. Uiglioli. 1Iocchi in Italia. fuori Paul, Le-..-oni ed altri .sono nomi auto– reYoli che indicano <li per se stessi la gra– vità del problema, e sono un monito ai le– gislatori <l'Europa (·be alla difesa delb ma- dre ha11no ·dato punto o pt1co; - " ..._· In Itaùia la Legge sulla maternità, 17 Lu– glio 1910. informe abbozzo di legislazione sociale, tutela o tende a tutelare il puer– perio come se l'ingranaggio dell'industria– lismo non avesse g-iiL assorbito fra le sue spi– re serpentine la vita germinante nello vi– :s,cere del proletariato femminile. 1fo. ci 6i insegna che le conquiste dell'umanità si raggiungono a brani a brani e dobbiamo per il woment.o accontentarci. Il prof. Pieraco:ni nel :mo magistrale vo· lume lC la patologia del Lavoro» ~egna due categor~e <li ginecopat!e cli.stinte. Uue.lle di natura meccanica.; i cui fattori agMcono \'Ulnerando direttamente gli org:iui <lclfo,ge, 11erazioue 1 o l'impalcatura o:.;sea che li con– tiene cioè il bacino; quelle di natura tossi– ca, quando cioè il ,·eleno industriale assor bito o i:,pirato dalla madre lede _la 111ucosa dell'utoro, ne scolla l'ombo, toglie vitalità alFembrione. Xell'uno o nell'altro ldC"ntici µ-li effetti: aborti, premaluranze, nati 1uor ti, o nati deboli al d'sotlo della media fisio– Io.!-(ica nel peso e nella Ftruttura orga111ca. La medicina socìale t;ulla baoe <li iunumo re,-o1i statistic]rn stabili .;c:e che quei 1a,·orl r·hé <·a1bano un'f•guale ripetizione, di mm--i- 111PJ1L~ clP.![:i arti inferiori, chf' producono forti ,~ bn.1.-;el1c scoj~~ al corpo muliebre, o r·h,-. lo a"".ogg-c-ttano a grandi falicho _gene– rauo nella g:ovane opr-raia deformita del hatino spe<:ialmcnte co:sa frequento nelle r·la,.~i d,;.,:i_!?iatee mal nutritf' - se è ritar– data I'o!-.sificazione <lollo s<·liel<'tro. Pernic:io< .-,ono quei 11w,-,tieri che- obbliga. 110la gio\"aJlf~tta a te1wrr· a lung,o la._ pos! zionc• ,-,eduta. ,-on la part<• <l<·l<·orpo 10ch1 na1a in a\"ant;, poi<·L<· dc•t,·rminano n•-:4rin g-i111<-.1ti cl •da c::n·ita. ,1,·1 _tora1·1~ <.• i,n•dispo– t;izi<m~ all,~ 1ualn.tti,, rP-.piratori.-. <·ontPmpo ranNurH·n1e <·on11r,-;lioni <! tcJJ11J1Tb:,ioni su ;:rii fJJ';:t,111i ~e•:-,ual.. Ju .\ 11:,tr-ia f11 tudiahi J'(·(·P11l<•J11(•1Jt<• dal– )' f ~1idtorat<J d,d lavoro, l'aziow• d<·lla mac c-hinr, da ,-ucirc• e: :o,i condm,c· <·lw il pif>.larr· la mar·diina f· ,~~:zial1• ai vis.u•ri dfJI ha,,:110. li lanJl'o dP!la 7.app:1 (;()11 ,!!li 01ari inu ma11i i1111.M~Ìl fin ·,ii-a. a1lo 110-.tr<· co11ta,li11P, anch~ .:;e cornpiut(J all'aria lilwra e ➔~1t to lm,~io d<·l 1-;ok·è JJf•rni,-i<,-.o perc:liè rovina la tHnz'.mu• ,rte11<:li,·a 1,iantf'J1~udo a lun)'.!O cur– \f• e, accù<.:ùllat<~1,~ fut.urr• ruadri. Il l'f'.ZW n<·l Conµ-rrsso di .\I ifono del JrJ()(j, parl1J ,-,,H Yi;:torF>,-;1-i<·11tifico d<'ll'in– fJu,•nzri m·fasta ,-h,• !a fa(c:n ch·,l:, 11J01Hlo ,-... Pr<.-h• .-,ullr• ri-.aiole JJPÌ p(•riodo d,-lla. ~e --tazione. )Ia iufr~n·eri.JtOnù ,indie dt:.•l,,terie df•lla no· .tra razz~ lP intll.._~:<·az!rmi de-1/'opifitio. LJ, iuùu-,t.l..iC lllel~Hlurgil"he depauperano la fu:1- z.iotJe della maternità con il morcurialismo, Il forforismo, l'a1-s1.:niti"mo, la. solforo::i,; :;ono fattori di abo,lo le, industrie delle re- 6inc o delle e-:..:;enze,le fabbritbe di liquori per l'aziono <lei ,·apori d'alcool isYirati. tio– pratutto la. medicina sociale ha. fermato la propria attenziouo !:iUI,":inturnismo o avvek– naruento da piombo e sul tabagisrno delle sigaraie. (~uesti due an·elen~rnienti di,turbano :1 regolare s,·il uppo del fclo; I' j nto!-sicazione tara i figli degll into-,sicati. creando co-,ì un·eredilariet~t morbo ..n ~pecifita. La statistica di mor!alit,, del 1911 nelh citHi. di 1[ilano al quadro 48 conferma 1e pre<lette conslala1.ioni. 53j nati morti - fi.jl aborti. Le profes· sioni maferno c1ic hanno il primato della prema.turanza sono le te sitr-ici, lG parti prematuri e nati morti, percentuale su tutte 1o tessitrici sposai-e 2•L9 %. Sarte 30, 5 %, riGrunatrici 10, stiratrici 13. Gli ::tborti assai frrquemi appartennero a coutatlinc 15 (15 %). maestre :J (5 %). tes,i trici 15 (25 %). sig-araìe 3 (9 %) dome-slir-he J O (5 %), sarte 41 (6 %). _ _ Lettrici, è ii mal'chio 1mp,erdonab1le dello sfruttamento che sugg-C'lla anc-.ora. por.fino nell'arcano compiersi di unn legge natur:1le– l'iniqua. separazione dello schia.,o e dd padrone·. FedcTico Xletzcho c-on..;a<·rò l'ete1110 abis– so fra il mondo dei priYilegiati e ql1ello de· gli umili folìcnnfi. 1I:a la cinica filosofia della dec:idenza non 1ia fatto i conti con il socialismo, l'altra :filosofia che Ya rinno– nrndo l'umanità tutta proc-lamando a.Ilo schiavo: aJzati e non aYrai padroni. DoTT. Grrn li'.. \XOLL Cinmnato[raf o.... connrofmni (Dal vero) Yi conduc.:o in un negozio di coiffeur e p1·ofumiere ... per ~iguora. Xe uscirete- ... e– dificate: Yeùete quella g!oYinetta dall·aria seria. un po' triste, irreprcns'.biìe nel suo abito nero, seduta dietro il b::rnco, oYe si riceYono i danal'i e si dispensano alcuni cle1icati pio fumi, che non hanno hm--nto il posto nclie scarnzie che tappezzano l'elegante negozio? E' la commessa : per sessanta lire al mese favora ogni giorno dalle otto alle Ycnti 1 e la domenica fino a mezwg:orno. Sediamoci qui un illO11Jc-ntosu quest,e cle– g:iuti poltroncine ros.se e osscn·iamo quel cbe succede accanto a noi. S'è fermata una c..1J-rozza alla porta. En– tra una signora oicgante e belìa. Si an·ia difilata ad una delle parecchie porticino che si troYano tra una. e l'altra scauzia: solieYa la tenda. che la nasconde e scompare. Xe esce dopo un'ora circa, Ya al banco, conse– gna alla commessa dieci lire e risale in car– rozza.. Sapete che c'è YenuL1 a fare? .Aseva ]C' u.ngh i.et t e un po' in d ~ordine : è Yen uta n fan;,ele liscia.re , ro:s'eare, regolare. 8en-iran· no meglio così .. Si spalanca di nuoYo la porta: è un'altra sio-nora da1l'aria smarrita, confusa. E' ti mf da.: non sa come cominciare a. dire: è la prima volta che si affaGcia a.lht soglia di una profurne1;a. Si dirige alla. commessa e confida: « Ho scoperto .:stamattina il primo capello bianc-o: un <lisaslro '. Io non -..-oglio i11,·eccl1iare inuauzi tempo: ho appena. .. anni II ma la. sua nx·e fo.tta ... i <lobole non ci permette di aft-errare la. ci fra ... simbolica. La comme.-.sa. le addita una. poiiicinn: ln si– ~rnora sc.ompare anch·l'ssn, e poco dopo _nr t•:-c·e ron un flaconcino e paga al banco cm– quc lire. f'~ una i.erza vipne: ha il Yiso n:.hc(k.;to cb un fitto Yelo color tac·ao e anch'essa ò in noiata da una delle,, tante porticine cli SCI'· ~i zio. L'operazione (' lunga.: si tratta ili riempire dei tjQlc:hi 1x:rd1 t,;.tornpaiano: e-! la,·orer~t ùi smallo sul suo Yiso rug-o:-;o: e d1 là w,cirà rinno,·ollata ... <' la ~ua fncoina. ap-– parir;,1 1ucida, fret--<·a. smagliant.P come quc_,! lo dello bambole d-i .:•forirnlwTga. 11 velo co lor cacao finirù nr•lla hor--<'tta l'•· p<'r quin· di,-.i o vcuti g-iorni faTa la :;ua brlla. figu ra ... :.;o avra la pr<•<·anzionr, di non lavar, il Yiso- Che c-Ot-ia paµ-a la sii:,r11ota al ba11to? ~\h, qu<...;ln OJwraziorn• t• de-llo p-il1 df" lira.te, <l1·ll• più co111pli,!--"-(': e- il suo ,·aloro \"aria dall1· <JUar-anta. allo ~h..,nnta liH". I/ultima: dl'H• t•.,.,f're 1111:1 pazzn rerb 111<'nk.J,;JLtra: :-.i fa ,fari• dalla c·orrrtt<-.-i ma oom1u&sa uno. picc·ola fiala 1•11('. <'011ti, I!<' l'essenza di ,-,c-nto profumi: la :-.tllla, apr+ il ,·or:.;etto, l'ii vrrsa i11 Rf>HO li• proiumat~• foµ-rir,w, d.-.ponr 1a fiala ,uot:i, pajta tn,nta lire e . :.e ne va. Tn UJ('JJO <li tTo <Jr(•,la <•0111rn,...,.._a, <'iH· gu;i- 1fon-na ,.,,-..-;anta lire,. il IIH'"(~, ha inra"'-, a.to ,-i1~-a c·ento lirP ... da -.iµ-11or,, dtf' non las-o– rano, e quindi non ~uadaJ!nann e pprr:,() F-I>'·n<lono eosì male . Ecco, pen:-:o io. e-e fa. collllllessa si lllUU– terr~t--. one~ta, sarà un'eroina. ;;urà una martire'. ... La ::iociefa borgh~c, va1rn 1 balorda. .c l'..ru· cleile, ha in sè questo_ anomallc da. tuanno medioevale: 6frutta Jl lavoro urnano - :-;prec.a n-rgog-nosarnent<.: il gu,idagno ~ho Je procui::t il Ja,·oratore - corro1JJpc col! e.sem– pio, affama chi le (':)CtTe. li'ino a qunndo:' L. hl. DialO[O fraEmma B TBrBSa E 1n,na. - Tu hai proprio un Lei barn– b1110 .-,ano e te11uto beue come quello di un !:iigno1e! l'ere;,a, - .Ed è anche ·iJuono '. Son te lo dieo perchè oi tratta di mio figlio'. :Kon mi ba. ma.i fntto tribolare. E' cresciuto 0ome un fiore: sano e buono. JE,o,,nlfW. - Uiù, quan<lo i bambini -:sono 6aui 1 ::;onu più buoni. E poi tu, per quant_o non ricca, puoi rimanere ::t casa., cm·are 11 tuo bambi.no , occuparti di lui. Io iu,·ece ... I miei bambini sono i.roppo abbandouati– lo me ne Yado a la,·orare tutto il giorno 0 il padre pure, mia. madre è vc0chia, malan– data, SCllllH't, nerYOsa e stanGa di curar bam– bini. Ti a...sicu1·0 <:be, po,--eri piccoli, non ne banno mai una di buone. Xepptue da me che- torno troppo stanca alla sera per aYer la. Yolontà di oocuparmi di loro. Come ban– no ragione i sociàli.sti '. Tere.-.(t. - Co.,;,a c'eulrano i s()(;ialisti 6l:U•a:' E'mma. - C'entrano. J.. lla domenica,. quando ho 1111'or:1 di tempo leggo il loro giornale, ho .senlib qualche conferenza, ne paTlo con mio ma1·ito e mi persuado sempre più che, cSeil IJ)Ondo foSSe come lo Yogliono loro, anche per i miei bambini, la "Tita sa– rebbe molto più bella. Ditono, per c.;empio, che la società deve pc1rna,re all'eùucazione dei figli, e non solo la madre e la famiglia. che il più delle ,o:te non hanno nè la possibilità. nè i mezzi per educarli. Teresa. - Oh, l'ho sentita questa COéìa '. E ti assicuro che ringrazio dio di non es.se– re nata nella vosh-a• socieb\ socialista. Po– Yeri -fio-liuoli ! so, so che cosa ne Yolete fnre -..-oi. T~glierl,i alla mamma~ alla loro fam~~ . g~ia. educarli come Yolete -..-oi, coi vostn priuclpii '. )la, per fortuna ciò non aYverrà, i figli sono nostri 1 li abb1amo messi al mon– do noi, abbiamo sofferto noi per loro, ab– biamo il diritto di tenerli, di educarli co– me YOgliamo noi'. Emm,a. - (-Juanto YOrrei, Teresa, saper spiegarmi bene, per faiii capire che hai torto! Tu parli c:osì percbè .:sei una delle poche donne fortunato'. Ila.i un bambino so– lo. sano e buono, non sei costretta aù ab– bandonarlo'. 1fa pensa'. Yi sono migliaia e mig1iaia di donne che. come mc, deYono nndare a. lavorm·e, abbandonando i propri figliuoli. \i sono m:imme, e quante'. che, pure aYen– do il tempo, non sanno educare i loro fi– gliuoli, per mancanza d'i.::.truzione, perchè anche loro ftu·ono male <'ducate, perchè ere· dono cùi mostrare il loro affolto ni figli o viziandoli ecoe;,ssi,,amcut.c, o mostrando lo– ro un Tigore che li fa soffrire! Vi 6Ono mamme ammalate. mamme di– ~graziate c·he ai ha.rnbini non <lanno che 1'e– s~mpio di una vita disordinata. immorale! Tu hai torto dicendo che- la .::.ocietà socia– :i.. ta Yuol togliPrt" i bambini alle mamme. fuol aiutarle, 1\.11dere il loro C'ompito più fac<ile, da,e ai figli di tutti, quello che la famiglia non può chre: h po...-..-;;ibilità cli e-– clucm'tii, le cun" BC'<'<'":ì:uiC". l'i"truzione, la prepa.razion<" alla loro Yitn di la,·oro- Trrc-~a. C'<'rto in moHe c:o-.p tu hai ra- giono. E pt•1· molte mamme n·ra.mente la sociC'ti.\ farebbe henC' ad ,inU'rvenire. ll:ai mi pan• c11e se Ie ('.O"c andranno come dici tu, ' firdiuoli non ci YOITUJJ!lo più bene, come Ola E111111<1. Hni, 'l'e-r('sa, io pe-ni;;o che noi abbiamo un po' nn1-or:1 nel ~ang11e il pre– giudizio che i figliuoli 'li abbiamo mc,:.:-.i al mondo p1·r noi, P<'r la n0ntra folicitt,. Invp– CR Ii nhhinmo m<'o;;si al mondo per loro, per c·h(• -,iano felici 1oro ! .\ <JUhto "opraiutto noi dobbiamo penaa– rC''. Jlprd1l~ 11011c·i lhwono pii:1 vo1cr bene? _\nzi:, t·r('l-;c·P1Hlo pili huoni, pi\l sani, più e– quilih:ati. pii1 te-lici, nPlla 1-;o<'icli1 non si a,·rnnH<> più <pw,1.diodii <' quei rancori che ora (li,·idono anclw genitori o figli, fratel– li ,. fratelli. 5on li Jlare che abbia ra gione? Tl·rt'.H1. - For"c,, ma biRovna. che ci ri– f<'no;;i. Cr1io tu mi fai rifleUerc. " LADIFESADELLE LAVORATRICI ,, Abbonamento annuo ... L. 1,so semestre , o,ao

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