La Difesa delle Lavoratrici - anno II - n. 8 - 1 maggio 191

Piccole E grandi vErità ~iµ-nora, facoio le provviste anche per ùomani? - Perchè? - ;Ila ... domani è il 1° )la~gio ed io, non metterò il naso fuori di ca~a '. Dio mi c:;cam– pi e liberi~ l>rima d•i venire a )Lilano a ~etTizio, al paese mi hanno ben raccoman– dato di non arritSchiare la. pelle u:,cendo in un giorno simile'.. . (~uei dannat,i di tiO– cialisti son capaci di schiacciarmi a sas– sate o di farmi mandare in galera facendo– mi scambiare per una don une-eia delle loro! - lfa, buona Rosa, ,ai impazzite! Chi v'ha dette queste fandonie? - Lna mia compagna che molti anni fa ~·è tro,ata quì al 1° urngg;o! )l'ha racC'oni.ato che in uno stabilimento i bra>i operai che hanno voglia di l:.Horarc non ,ole,auo ~mettere il la\·oro, e una tiqua– <lra <li .~ocia/i;,;(l è Yenuta a. fare il <lia– Yolo a quattro, fin che hanno sm~o per forza! E non c'è stato carab~niere capac-e di metterli al <loYere ! E ne ~on Yolate di saf-– .sate'. ... Briganti'. Uh'. che tempi. che tempi'. ... - :lla dite, Rosa, non m'avete narrato YOi che al YOStro paese hanno dato fuoco alla cascina di un contadino pen:hè la.,·o– raYa <li festa nelie ore delle funzioni di (·hiesa? - t:>icuro'. E hanno fatto beniNÒimo'. - Ebbene, anche gli opera.i di cui par- late hanno fotto beni--,imo a far cessare il Ia,-oro il 1° maggio. - ::\Ia signora. un conto è la festa, un <·<mto è il 1° l[aggio '. - (~uel contadino ot!endern la fede. -· Ed anche queg~i operai che lavoraYa- 110 ofi"en<leYano una fede. - Che ha detto• - Sicuro, il 1 lCaggio è la festa ·inspi- rata da una grande fede: la fede nella giu– ~tizia. la tede in un a,·yenire migliore che hannò i po,·er~ diaYoli che s'ammazzano di rnt~ca tutta la Yita per non goder nulìa e per arricchire gli altri, (quelli che di fatica non ne fanno)! Yedete, Ho.a? 1folti anni fa, quando troppi operai non capi vano che era loro do– H·n• a.::.tener.-;; dal laYoro coi loro cmpagni il l ::.\.Iag-gio, la ie::.ta del lavoro, aYYeniva- 110 reahueute dei di5ordini. :lla oggi che gli c,verai hanno capito the thi Yuol loro bene ~ano i cowpagn1 <li iavoro e di rui:-.er:a e uon i padroni, non tentano più di Ia,·orare in quel giorno. Ed i padroni si sono a bi– tuati a r- .... pettare. per amore o per forza, la nAontà degL operai. :lla YOglio che domani vediate coi ve>otri oc,•h: e giudichiate con la YOStra te~t.a se il 1 1fat?gio e o non è quell'inferno che credete. La Ro~a il 1° :llagg10 fu condotta iuori non ,ola per le proY,:ste-, ma, a faccende LA. DWE'l,\ DELLII L \ VOR \'l'IUCl sbrigate, a vedere il corteo rosso <' ad a.:--sì– slere a.i comizi. Ella. pa.-;sava cli meraYig~ia in meravig-lia Yedendo l'a$pC'tto audace ma calmo e soicn– ne della manifestazione proletaria. Se ne tommo~-;e fino alle lagrlme. Anche le donne c'erano'. ed i bambini'. E non CI"lllO donnaC'ce '. Erano braYe spo~c e madri che actompagnaYano i loro uomini, erano gioYineti.e laYoratnici dall'a~pcti.o onr stissimo'. E i discors' 0 Quelle che parole giuste! i( Potevano stare anche in chieea. » (dicc,·a la l!osa). La buona donna s'era. talmente ricredu– ta che, uscendo dal comizio e n•dendo una siepe di guardie e di carabinieri escìamò: « Che fanno H\ quegli imbrogli? Sarebbe meglio che si nasconde.;;sero '. I socialisti e i comvr1r1ni non fauno <le1male- a nessuno se son lasciati in libertà! n. Proprio così! La Yecc.:hietl,.;1.diceva bene: l'eccidio, la violenza t--eh·aggia non sono nel– l'anima, nel sangue del popolo lavoralore 1 ma nella raffinata ferocia reazionaria, ma nel~'e~egante barbarie della borgllesia ruili– tar:~ta. nazionalista! EY,iva il 1° Magg:o e l'internazionale proletaria: VEIL\. IlPrima Ma~~ia elle ma~ri italiane )lad,:i lavoratrici, ~io_rno di festa doneb– bo oggi essere per voi. I vostri figlioli da le glebe, da le miniere, da le officine, dai ca1w· lari, così nella brumosa InghiLterra, oomo nella tenace Germania, così in Francia, come in Austria, in Puglia, nelle Americhe lonta• !le, ~ome quì e dovunque, i figli vostri, con insolita fiereZZc'L negli occhi sognanti una lu– minosa visione, con insolita allegrezza gra,·e, con tutto il cuore inondato da un forte pen– sie~o d_i grande, ferma, solenne, commovente sohdanet.a umana, .si avviano al convegno, OYO il pa~to d'amore si afferma e rinsalda, tra LULtl I sofferenti, fra tutti gli sfruttati, ove un lampo di luoe irradia le umili, sudate !ronti, che. ~lfine si levano a proclamar alto il loro d1r1too. ~adri proletarie italiane, gi.orao di festa dovrebbe oggi essere per voi! _\la porchè, mute, tristi, cogli occhi vaganti nel vuoLo,_coi denti stretti, colla gola chiusa, come se d1sprratol dolore vi laucinasse il cuo. re ed il ccnello. come se angoscia suprema Yi ~i::t!~r~'adi:~ :m:o~e iluJ~iJ~:r:r~~o;i~ to e tragico di uscir dalla vita e dalla. co– scienza., voi lasciate passare la festante schie– ra e un sorriso amarissimo, come smorfia d'a• mara ironia, vi si dìsegna sul labbro dispe– rato 7 ~on tra quelli son i figlioli vostri I I gio,·ani baldanzosi, vostra cura o vostro or– goglio, che tanto fer\'or di sacrificio v'h.anno costato, fra essi non sono 7 E non uniscono I come negli anni andati, la loro voce sonora all'inno fatidico, ch'è una sfida e una pro– messa 1 Dove mai sono i figliuoli vostri, 1\fon lavorano7 Kon amano i fratelli di lavoro sparsi per tutto il mondo7 Non appartengono essi al grande eserciLo degli sfrutt..'LtÌ e la loro destra non tendono ai compagni in un soleo· ne patto di alleanza, d'amore, di solidarietà 1 l:3on diventa.ti forse essi. (pon:ri incoscienti:) dei traditori, dei krumin son anela.ti foTSO ,ul ingrossare la masnada, a prestar man for– te alla setta feroce degli sfruttatori, alla. mo– ralissima. lega. dei parassiti, dei ricchi e pre– u che, uniti, sperano colla reaLione Yioknt-a. e colle turlupinature; cogli adescamenti e coi moschetti; colle bandieruole o colle meda• gliuzze; col paradiso e coll'inferno; colla paurosa minaccia e coi sorrisi e le parol-c re– boanti, trarre in inganno le plebi, disperder– le, abbattt'rle, arrestare il loro cammrno in– cessante1 distrarle dnlla meta radiosa, dalle fra,lcrn..ilà del la,·oro l Oh no! essi non cran , ili. non era.no imbecilli. Dorn son e!.sÌ dun– que per mancare oggi 1 Oggi, che il sole splen– de negli occhi di tutti, che i cieli ridono e tutla la natura inneggia. alla giustizia pia del lavoro 7 Oh povero donne! Infelicissime fra gli in– felici. Di gramaglie voi siete vestite? Strap– pati vi furono 1 E piangete.... <( ahi misero! colui, che in guerra è spento, non per li patrii lidi, la pia consort.c e i figli cari 11.1 spento, non pur Pldea, pcl Bcme, a pro de' suoi s1miJj, a difesa della sua classe, col fui· gido sogno d'un'umanitlL più buona e felice, col bacio dell'amata, la benedizione della ,·e– nera.nda madre, la gratitudine de' compagni di cui s'affretta. la redenzione. no ! ma bar– baramente spento 1 per interessi loschi, per un folle orgoglio di predominio rapace, per una assurda emulatione, o più giustamente, in– vida cupidigia di dominio, per i grossi incas– si di gente grossa, di cui esponenti i presi– aenti di Camere d'affari di lor signori. i ban– chi di Roma i fornitori d'armi micidiali, per grosse vendile di fucili,. di J?luni_zioni, .d_i vi~ veri di contrabbando a1 cos1dett1 nem1c1, di buoi impinguati, di merce avariata al patrio goYerno ! Oh, che i vostri figlioli crepassero pure di tifo. o colera, o mjtraglia, poco im– porta,·a purchè il go,·erno pagasse caro! le borse e le casseforti si riempissero, il popolo fosse decimato e disorientato, distratto dalla sua grande velleità di ngenera.zione; il so– cialismo ricevesse un colpo supremo, il prete e il padrone imperassero ancora indisturbati, dispensando indulgenze e medaglie, buoni per paradiso e diplomi di eroismo. · Oh povero popolo! La turlupina.tura conti– nua. Cannoni e feste! I tiranni non si smen· tiscono mai. Guerra e galera, disoccupazio– ne e fame e... po'Jvere sugli occhi. Ba.ndtere e nastrini tricolori, sorriso e blandizie. meda– gliette da un soldo e banchetti da centinaia di lire, parole altisonanti ed ubbriacature ! E non esulti 7 Intanto 1 sintomi son gravi. Oi si impicca, ci si annega per miseria e fa.. mc. Un professore scrive - (e un giornale guerrafondaio pubblica) - che da 15 mesi non riceve un quaLtriuo e i suoi figli chiedono pane e sua moglie - maestra - e morta nel– lo squallore e priva di Lutto, perchè pure, non riceveu,e durante la malattia, un soldo <li stipendio... ipisodio eloquente, straz1an- 1,e fra i t,an~i che registra la cronaca giorna– liera ... E se non piangi, <li che pianger suo– li! E giovani, fiorenti vite d1spernn della , i– ~a, che troncano nel fulgor degli anni belli, ~~!~~t~fh!er~~~~!c11ep~t1~ 1 ~a~!~ti:i°Jt~ 1 ~ ~e~ chio set~antenne- ùh artificiosa, ipocrita pietà, n~gat~ e rinne~ata davanti a ben più gravi sciagure e che s1 cambij:l. in indifferente cinismo a seconda della classe di chi vien colpito! ùh, povere madri! Di voi non si ha pietà'. Eroine, pensate voi le pecore mansuete, che si conducono al beccaio e lambiscono la mano di chi le ferisce e uccide 1 Eroi, i figli vostri perchè si lasciarono çondurre al macello e strappare al fecondo lavoro 1 .No! eroi sarebbero stati se a quel macello ribellandosi, si fossero uniti, concordi, le ma,- ni strette. nelle _mani, avvinti da un santo patto, e, rnnegg1anùo alla fratellanza inter· nazionale, universale, educati alla scuola del– la solidarietà urnana, avessero smascherato fi_ nalment.e ag.li occhi del mondo intero la tur– pe _commedia, la criminale abcrraz/one che sosllone il privilegio dom111ante nella società la falsa morale d1 quelli che da 19 secoli si ammantan~ d1 pielà, d'a.,;nore, di carità im– potent_e e rnsegnano l'odio e l'a.sr.assinio · eroi– ne voi, se, ~nendovi _tutte, colle madri nero e colle madn tu;che, in un abbracciamento i– deale, av~ste d1_feso, protetto i vostri nati, colle u_ngb10 ~ coi _dcn~1,come pur la tigre fe– roce ~,fende I suoi, più umana essa nella sua feroc_ia, eh~ ,,ai nella vostra maledetta rasse– gnazione disumana, nella vostra passiviti im– belle, _cl~e non s~peLe esser forti e grandi e conco1 d1 per_ eihcacemonte proteggere Ja vo– $t_r<'!-prol_e, il \'Ostro sangue, il vostro alt..tJ diritto d1 sacra maternità. ll.accogl~ete l~ sfida, madri lavoratrici in ques~o primo _d1maggio aulente, porgete,:i le rnam, _lcgat~vi strette. serratevi a fascio 0 do!cn,ti,. o piangenti creature, insegnate ai 'vo– stri hgli, alle figlie vostre che un'èra nuo deve sorgc1:e e le madri la vorranno, J'imp:r~ rann~, st..rttolando la falsa morale della ri· ~une1;1'. r1;1ssegnat.a, la !alsa. civiltà. turpe del– I Msru:s1n10 ~ della raprna, la falsa gloria del la soprafTaz1one e dell'ingiustizia; un'èra nuo~ r:u.1} lavoro e d'amore, scevra di pianti e di . E ~n'altra C<?Sa,.madri, ricordar dovete a.i d ostri compagni, a1 fratelli e figli vostri· dir ove~ loro che più !1Dn può esser degno della fiducia del pro!etarrnto chi, in un momento supremo e tragico per esso, annuiva O sfron– tat_amente approvaya una grande infamia il ~-~~ns~~~~:; s1::dct~of.onseguenze terribili 'do- E benedicendo, o madri al rosso vessillo sa~ro alle rivendicazioni 1 dell'umanità d. voi a_quel lric~lore c~e faceva un gior~o b~~ tere il cuore a1 padn nostri che altra Italia s~g!lavano, perchè &so sia indegno dei pal– p1t1 del popolo non ancora redento dal dì che andò a prendere i sacramenti i~ Vatica..– no, dal dì,_ che alla pé_l.gina d'Aspromonte, altre n~ sc_nsse_ nell~ storia, altre indegne lot– te sanziono,. d1. rap10a e predominio. che, o– stentatore d1 y1olenze e di conquiste, invase la t_erra al_tr'.-11~. per_ vanto di vana supre– mazia, .sommo d1 lutti Italia madre e cercò la gloria nel sangue!! (( E tu, per questo dal ligure scoglio Davi, o Nizzardo, le tre vele al mar 1 E un'altra, gridi, un'altra .Ltalia ào Povero vecchio, ritorna a sognar! i~.oglio7 RITA ~fAIF.RO'ITI. X o~·chiamiamo alla lotta feconda per la re• d~nzione del lavoro, le proletn.rif' t ulte, ctJsi !Jl1.mga la nostra par(}lfl alla contadina c 11,rva ,w,lla za71pa ù1_tenlrL a rompere le dure zolle del/r1, terra. r;1unga all'operaia china sul te– laio intenta a Jar passare -~velta la spola tra un filo e l'altro, giwn9a alla maestra che ten– ta aprire l'in tcl/igeuza ai v·iccoli fanciulli rag9i1.01ga l 1 im,pie9ata cliina ore ed ore sul l~·vofo ad empire i fogli b1..anc/u di parole e di cifre, e tutte scuota e tutte inviti alla santa n'!stra battaglia e che è la battaglia di t,utti 1 lavoratori. Evv1,,;a il Pr1..mo Maggio/ " LADIFESA DELLE LAVORATRICI Abbonamento annuo ... L. 1,50 semestre • o,ao VOCI DALLE OFFICINE E DAI CAMPI In q~e:sto secondo 1° llaggio, che il nostro giorna.e fe.:.wggia, noi J)-Qs~iamo ben dirci liete e soddIBfalte del compito nostro. - on inva.no da queste colonne e specia,J. m""ntf:' da que,,ta rubrica ci ~iamo rivolte alle ,a.\'Ora:rici e le abbia.mo incitate a scriw,rci, a. di.,cuter':' con noi e con le altre compagne, ad arntarci nel nostro compito di propaganda. La nostra v,,ce e stata a..,coltata. e noi siamo Bta. e sempre, a.ttraYerso a que:,le pagine, in c:.1municme di affetti e di peni:;ini con le lavo· ratrici che, dep~ta la spula o la zappa ha_n– no t~o~ato ancc,ra il U:mpo, la ,·olontà. e I E:– l.l""rJ?1a. di scri1,:erci, e:evand<...r·1ed elr·vando!l1 C, •n e eh,~ con l'animo aperto alla spe• ranza f*-r 1· an·enire, ed il curJre commosso - ir1 qu~trJ primo ~faggio di sf'rninagione e an– cora di raccr:>lta, la~ciamo cb" le sole e vne rr..r:i d~lll! r.,/fiàn, e di!, rfJmpi pf1rlino, Oflfl': rla• <JU'" fl! f''lffl11', attraverso IP !etterf' e ~li artic()lini di propaganda chP. le nostre buo– n,., brave e C'Jra.r,i-giOS"'. comr,af.(ne e sorpJl,., r-li,· sanno 1 errnnnlle I Mfi5!3iante laYoro df;lla. fabbrica ,. d,·l!a 1,-rra, ci inviano. ln«'hra.g-g1ate ,. rnc<Jrag.rciando, col salut-0 1.u.rc uale a. tu • 1 i noc;'ri J,.f t<Jri, deponiamo .a. J,l·IlD 1, r1p<JTJ4<-ndr.ici orrtr>gli'.,Y' <li la.F..Cia– ,.,. <11[~1 11 JJ08to le prvpa,:,randist.,. 11fJ1:Pll1. :.\fAGOA, Cara. :\lagda ~ cara /Jt/l'i!O, .·e mi perm,·tt.ete, in qu,, ta bdla f,"$ta d,,l nrJfi rr> primo ~agg-10 v1 mando i m,1>1 au r,i-uri ,. tanti rin.[(raziamenti. Sono una aff....,, zi<,nata lettrice della Utfh,11 ,~ sp,:cialru·nt~· ,k.:e Voci e ndla Dijnfl ('. u:11'· Voci ho tro. va•"l ~mpre qualche ·cosa chr· mi ha istruita e confortata.. Compag-n"', lavoratrici tutv sorelle di fa. t1ch~, l(•gge•,. e fare leggere la. nostra cara /J f-,1, i;criH·t-t alla n06tra llagda, C-Of!Ì di ,..,...nt,,.remo :-,1:mpre pill istruite b sempre piu !orti. Buon Primo Maggio! Cara Difesfl, Da.mmi un po' di spazio per dire due pa role alle mie compagn"' JJ(;r la festa del pri• mo "l!aggio, che e la festa dei lavora.tori, il giorno 10 cui tutti si sentono uniti in un vincolo di solidarietà internazionale per pro~ clamare alto il diritto alla vita. Fino a. poco tempo pa.ssato i lavoratori come le lavoratrici, hanno piegato il groppo– ne sotto i forti colpi della borghesi.:i, &enza ne6Suna $peranza per un an·enire migliore; perchè imbevuti dal pregiudizio seminato dai preti; schiacciati dall 1 oppressione del capita– lismo, credevano alla. disugua~lian1..a. fra gli uomini e alla fatalità del dest1110. E , così, umiliati, si sono rassegnati alle condizioni po:;te loro dai piu forti, nella spf:– ranza di potere avere a~meno l'interna felici– tà nel rr·gno del cielo. Ma ora, sgombrato il campo da. ogni illusione, vediamo chiaro il nostro compito di battaglia contro ogni for– ma di sfruttamento e di superstizione. Compagn"', questo primo Maggio dovrebbe e"'-ere l'inizio di un lavoro fecondo di orga· nizzazione rigidamtinte BOCialbta, pcrchè que– Rta. fe!Sta. <frl lavoro i~ la pasqua. dti lavi>rat,, 7 rii _e tutte dobbiamo fa.re il nostro ,-same d1 COSClf'nza. E nfJi dfJnne, chr, siamo le più sfruttate, dobLia.rno sentire maf."giormente la necessità di rJrganiaarci, noi u.aclri, dohhiamo e<luca rP. i figli alla. nuova idralità; dr,bbiamo hr SP.ntirn la nostra rampogna al governo, ·br manda Jp noRtre «'rPature al macello di 1.'ri poli f,<·r difond"re int<·ressi ch" non sono 1 nostri C'or~gio, compagne, prepariamoci alle lot• te eh,· ci a p,·ttano e rialziamo la bandiera rl, n llfJV:t. 1bert.à. 1 rr,n vrHfrr1 r·om1)(I9,lft u,riah~I" t r1,nl1milifr,,·1~fn .\l ta huona rn:uJr,,, J'as<pw. di rf15Urrf•zion,- e passata., ma pf•r me, pr:r la famiglia iu c:ui mi trovo. n<· dev,\ éd è r,rOMirna, arrive.n· un'altra. Sì, un'al– tra., ma })("Il_ vera., anche san.ta , C'he &· gna. 1 n n 1 .. i!k>rgrnu·ut(I d un fJw, ma il ri• sorjtirncnto ddl'.ur11ani 1 à int<:ra, ,d"l rinnova• uH u.•.o d,·lla S()('11•ta: Il l' ~Iagg1, 1 A qu,, te rme f'.J3prt:ssiom, tu rwri~·ra ch'io non sia piu la t;ua. Hlauchf'.tte d 1 u1w. volta, ch'i<, non sia. più quel} an1ma candida t, 1,ura eh~ amava, adorava, temeva Dio; quella fi– glia che ogni giorno si recava alla chiesa e pregava con fervore, che andava, pentita di qualche mancanza. o errore. a prosternarsi ai piedi del confessore per 11nplorare perdono. E' vero, mamma cara, non son piu quella di prima, ma ascoltami, i.e ne prego Ciò di cui voglio parlarti, cioè il Sociah– smo1 non è che un grande ideale che sostitui• ree la religione di Cristo. Non ha detto, [or– oo Cristo, che noi siamo tutti fratelli, tutti uguali, che dobbiamo amarci, a.iutarci a ,·i– cenda 1 Che dobbiamo tutti, senza eccezione la\·orare7 Non ha detto d'amare il nostro prossimo, come noi stessi 7 Non ba detto, di non ammazzare 1 Ebbene, tutti questi santi detti, sono profa– nati. dai cristiani, e te ne puoi facilmente convincere. Dimmi, mia buona madrc 1 dimmi tu, do– \".Ì! che regna la Fratellanza. st>, quando un p'>· vno muore di fame e chiede al ricco un touo di pane, viene, invece maltrattato o !-=Chcrnito 1 1- la.sciato per una strada sen1.a. pane a sen1.a. totlf,1 ~ov4:: trovi l'Uguagl_ianza quando un'ope– ra10 f-Jrutta.t.o muore d1 fauw o lo sfruttatore si gode la vita, sazio d'ogni cosa.1 Dove trovi l'amor reciproco tra i po11oli, qu:lndo per l'int,•reg!-;O di pod1i privilegiati si l¾·1t1<-ua.n,, dcli<' guerre terribili 7 Purtroppo m· abbiamo n.vuto rcC(•nti doloro– si ,.~MHpt colh~ Ouc.rra Sn.nta, alla conquiFita d•·ll.a. Libia. Pcrn~a quan·tc \"ittime sono ca.du– t<· _ Sl~I campo <li battaglia.. lontane da.Ila fn 11111,dia, S<·m"'1. poter darf' l'ultimo addio a.Ile rn ... 1.<lri; ai v('('chi superstiti cui erano unico so– st,-gno; ai figli che son rima.c;ti orfani e !«'.n7,c'L JJa.nA; ali<' "fJOSI" rhe son rimaste prin• cli chi hanno tanto amato, dnl padn· dei loro figli: r,<•11s11 a qu,sla guerra fratricida. ,·oluta e fot– ta dai cristiani; a quest'orren,lo macf'llo che immnr,;e noi doloro e n~lln. mi~ria tanto mn• dri Italiarn• < tante Turchi" Arabe'. 'fu che Sl~i mar.Ire puoi comprendere tutt-0 lo strazio delle 111uumeri madri colpite nei loro affrtti più C'.1-ri .da.Ila gunra E tu ,fov~ quindi c',mr,r, nrlern com,, que– : anno BIX!C1alme11t</· i~ uostro bCntiment<, <li umanità e di giuhtizia, l& olidarictà che,, ci l,·ga. a ~u~ti i SO~t'n·nti_, sprng,,no rnaggiorrnen– t..-? tutti 1 Uuom, .t.utt1 gli avversari di ogni violenza o d1 ogm soprafia:t.i0ne ad uniTsi a.1- la vooo_ potente del socialismo che chiede e conquista pane senza uruihazioni libertà sen– za. limitazioni, giustizia senza 'riserve per tuLt.i gli esseri umani, ' Vedi dunque. cara m.amma, che senza an– dare in chiesa 10 faccio il mio dovere seguen- do un grande ideale. ' Il Primo Maggio io mi associo a tutti co loro che lottano contro le ingiustizie sociali e po.r il socialismo. E spero ohe anche tu e tutta. la nostra famigliuola, convinti della santità della causa socialista, sa.rete con 1101 per combattere per la. Redentione umana. Tua a.!Iez;ionatissima figlia BLANCHEITE. Primo 1Iaggio. Il prolt:Lariato 1talia.no anche quest'anno fe– steggia la. grande d<.Lta.dol primo Maggio. I cuori dc.i l-M·ornto1·i pa..lp1ta110 a.ll 'unisono è di.men~ica□o tutti i ra.ncori penmnali, in 'se. gno di paoe e di fra.wllanz.a. ln questo gior– no solc1111cle masse operaie abbandonano le an ·elc11a.te off:icint, i campi e le miniere in segno d1 protesta contro l'attuale società 'cor– rotta. L,c clas..<;i borghesi se ne stanno rin– chiuse m·i loro palazzi per non vedere la mas– !.a di:gli sfrutta.ti che, quando , uole, sa sor– gnf• tompatta come una sola peroo□a contro tutti i tiranni, i prepotenti. Primo Jiagg10 s1g11iJic.afesta. operaia e nul– l'altro. Uoraggio, compagni o compagne, scuote~ n dall'apatia, dimostrate che la fede che vi nima l· la fede nuova di redenzione, che vi c~arà la forza per difendervi dagli sfruttato– ri, pNsua.tlete d1 questo tutti coloro che si tro– ":an? ~ncora nel dubbio di professarsi veri so– c1alist1. ,\vrcte così civilmente santificato il vostro bel 1° Maggio! MARIA OLIVO'ITQ. RIGAYONTI GIUSEPPE, gerente Tip. della Società Editrice 11 Avanti! 11 Via San Da.miano, 19

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