Critica Sociale - anno XLI - n. 24 - 16 dicembre 1949

480 CRITICA SOCIALE REUNION DU COMISCO des 10 et 11 decembre 1949 RESOLUTION SUR L'/TAL/E (présentée par la France) Le COMISCO constate ave e satisf action que le Con– grès de FLORENCE en créant, · comme le lui deman– dait le COMISCO, un Parti Unifié, a franchi une é– tape décisive et que ce Parti unifié a droit de parii– ciper aux travaux de notre organisation. Il regrelle que le P.S.L.l. n'ait pas cru devoir par– ticiper aux travaux de FLORENCE, mais lui de– mande de la façon la plus fraternelle, de décider iì son Congrès de NAPLES de joindre les camarades qui défendent comme lui le socialisme démocratique. Le COMISCO décide qu'à sa prochaine réunion, n ne pourm conformément à ses statuts admettre dam son sein qu'un seul parti socialiste italien. 13 voti favorevoli nessuno contrario 1 astenuto Osserviamo la Francia Dopo la .palese crisi comunista nei Balcani, che è culminata nei processi e nelle condanne di Rajk e Kostov e di tutti gli altri, che tanto hanno fatto parlare e scriv,ere nel mondo occidentale, notizie anche dalla Francia segnalano avvenimenti all'in– terno del partito comunista, che se pure hanno mi– nor risonanza pe·rchè non sono accompagnati da e– vent,i sanguinosi nè circondati dal velo del miste– ro come quelli balcanici, hanno tuttavia, a·i fini del– lo sviluppo della situazione ,politica interna dei va– -ri pa,esi ed internazionale, una importanza non mi– nore. E già il fatto che questo sia avvenuto in Fran– cia prima che in altri paesi, tra cui il nostro (ma avverrà anche qui?), non è privo di significato. II comitato centrale del Partito comunista fran– cese, conformemente alle istruzioni del Cominform, ha dato l'ordine della epurazione, p meglio, si po– trebbe dir.e della caccia ai « tististi ». In un mo– mento 'in cui appariva evidente per tutti• in Fran– cia, ccime del resto ànche Italia, che i comunisti stanno perdendo terreno e che hann.o subìto dure sconfitte sul terreno sindacale e politico, mentre ca-de nel vuoto dello scetticismo g,enerale quello slo– gan. che dovr.ebbe costituire l'arma più efficace del– la propaganda stalinista: quello della difesa della .pace che sarebbe effettuata dalla Russia, i comuni– ·sti francesi stessi denunciano in un modo quale nes– suno avrebbe .pensato dii poter fare, l'avvenuta gra– v_epenetrazione_ di el~menti titi~ti nelle file del par– tito_ e la necessità di una epura.zion•e di misura su– periore alle p·receden ti. . Il comitato centrale del P. C. francese denuncia che « elementi provocatori e agent.i de'l nemico » ?anno potuto introdursi nel partito e che questo si e reso talvolta colpevole, nei loro confronti di « mancanza di vigilanza e di manifestazioni i~am- . mìss,ibili di concìlìazione ». Alcune federazioni co– me quella della Gironda, sembra s-iano state ;arti– colarmente contaminate, ma pare che nessuna sia i?den~e. E~ è da ~ot~·re che, sebbene si parli di in– f1ltra~10ne, I? realta s1 tratta della devi azione di ele– ment,1 che, fmo a non molto tempo fa, era.no consi– tle:abi _f~deli~simi, e che s?no comunque anche v-ec– ch1 m1htanh, cosi come e avvenuto nei paesi bal– canici, dove addir,ittura si è trattato, come nel caso di Rajk, di Kostov, di Gomulka ecc., dei dirigentì maggfori e più provati del movimento. Pertanto, se il linguaggio è diverso e no.n si .parla qui di tradi- BibliotecaGino Bianco mento, ciò si deve al fatto che manca dn Francia la possibilità dì liquidare i « tradito•ri >. Comunque, il fenomeno deve essere di vasta por– tata, tale da 'implicare conseguenze di notevole ri– lievo, non soltanto nel campo ,interno francese, ma in quello internazionale, sebbene sappiamo per e– sperienza anche r:ecente che i comunisti, dopo aver messo la sordina ai dissensi di casa propria e averli tenuti nascosti fino all'ultimo possibile per non far– li servire alla propaganda avversaria, una volta che il fenomeno diventa d·i gravità tale da non poter più essere tenuto nascosto, ne accentuano di colpo la portata per provocare una violenta reazione. Il significato de'l « titismo :.> francese. Secondo le definizioni date dal comitato centrale del P. C. francese, 11 fenomeno titista in Francia si sarebbe sviluppato specìalmen le fra i ceti intellet– tuali del partito, che, a dfre il vero, sono abbastan– za numerosi. La rivolta è certamente partita da al– cuni intellettuali, anche di chiaro nome in Fran– cia e fuori, che, pur senza essere militanti attivi, a– vevano tuttavia, fin dal tempo della res,istenza, fian– cheggiato l'opera dei comunisti nel senso rivoluzio– nario (talvolta gene•ricamente e palingeneticamente rivoluzionario), e poi erano rimasti nella stessa po- . sizione ,in difesa della cultura francese e degli in– teressi nazionali francesi, contro la penetrazione e– conomica americana. Ma in Fra.ncia, dové il senso nazfonale, sia che rimanga sul terreno normale sia che sfoci e degene– ri nello chauvinismo, è diffuso in tutti i ceti socia– li, anche buona parte della classe lavo·ratrice era ed è certo comunista p•er le stesse ragion,i, pur se meno criticamente avvertite. Ed è opportuno ricordare che finora i comunisti han.no favorito questo atteg– giamento e che, .p·e·r esempio, nei confronti della questione tedesca, le espressioni del nazi-onalismo più esasperato sono venute dai comunisti, in piena conserva con le destre degolliste. Ed anche che la p·ropaganda comunista, in Francia come da noi, specialmente sul terreno elettorale, ha sempre mi– rato a mostrare buona accoglienza a tutti gli ele– menti «progressisti», inquadrandoli in organizza– zioni paracomuniste i.n veste di indipendenti come « l'Unfone delle donne francesi», « l'Unione demo– cratica per la pace», i « Combattenti .per la pace>, la « Gioventù repubblicana. della Francia» ecc., E gioverà anche •ricordare che, come in tutti i pae si, i dirigenti comunisti, e lo stesso Thorez tre an.ni fa (lo r,icordava un giornale recentemente), hanno di– chiarato che la rivoluzione si era fatta e si sarebbé fatta in ogni paese secondo le sue proprie vie, e ché quelle della Francia non sarebbero state necessa– riamente le stesse d-i quelle della Russia. Ora i.nve– ce si pone come pietra di parag-one per il ricon.o– sc-imento della qualità di buon comunista, anzi di comunista tout court, la .fedeltà cieca alla Rus:.ia so– vietica, la dif.esa esclusiva degli inter,essi di questa, la fede religiosa nella chiesa moscovita e nel suo capo semidivinizzato. Conseguentemente, la denun– oia ,e la lotta senza quartiere contro il titismo, ·e~ spressione prima e s·imbolo di una interpretazione del comunismo che non differisce da quello sovie'– tico che per il più o meno accentuato intendimen– to ·di difesa di interessi nazionali che non collimino i.n tutto con quelli russi. Dico .più o meno accen– tuato, in. quanto, se 1a Jugoslavia si è messa sulla strada della rottura netta e del nazionalismo esclu– sivo (spinta a ciò anche dall'atteggiamento di 'in– transigenza del Cominform; che ha iniziato la sua campagna non ammettendo assolutame·nte alcuna fo'rma di compromesso o di mezze misure) è certo, e lo provano le confessioni stesse di Rajk e le nega– zioni di Kostov, che l'atteggiamento di" questi « de– viazionisti » ·era ben lontano da una ribellione aper– ta all'Unione sovietica.

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