Critica Sociale - anno XLI - n. 6 - 16 marzo 1949

130 CRITICA SOCIALE trattare con mente anti<ca problemi nuovi; il che sa– rebbe come al-Ioga-rein una ,scuderia una autovettura e pretendere che, caricandolà di fieno, il motore possa funzionare. Occorre quindi in politica, come in tutte le altre forme di pensiero, abbandonare i modelli scaduti e gli sch€11Ilimentali in uso, per ade– guarsi alle nuove ,con:cezioni deJ.l'univer,so. Allora quei problemi ,che oggi ci assillano troveranno la via di soluz10ne. In questa prospettiva Carlo Marx si svuota e non rimangono di lui che una istanza, umana, cioè il prrncipio di giustizia sociale, ed una posizione filo– sofica, anticipatrice del concetto attuale del mondo fisico, cioè l'affermazione di un materialismo 1 rivolu– zionario perchè in contrapposizione a tutto il pen– siero filosofico idealista da Platone a Kant. E per contro cade tutta la dogmatica marxista, come deve cadere sempre· ogni" dogmatica, quando si voglia li– berare il ,proprio pensiero da pregiudizi, anche se ai tempi di Marx non erano tali, ma erano, in quel momento, in relazione a quella conceziQne del mon– do fisi<co e metafisico, verità attuali e, quindi, un progre~so. Quel-lo che ieri era un progresso non lo è più oggi. Giudicare ed informare la propria azio– ne a quei p•regiudizi, ·credendo che siano ideali at– tuali, significa creare nuovi miti, confondere peri– colosamente ideali e miti, significa creare nuovi dog– mi, •cioè preg'iudizi, con.fondendo dannosamente il 'pass11to ,con il presente. E chi sente veramente at- • tua](' il problema della giustizia e della libertà e dei loro rapporti, vuole non avere dogmi. Nessun dogma trova posti in' noi, nemmeno - e lo diciamo ·a costo di dar esca a chi volesse fraintenderci - quello di Carlo Marx, come dimostra il ·continuo revisioni– smo cui è stato sottoposto 'dal pensiero socialista (Labriola, Mondolfo, Rosselli, per citare gli italia– ni); che è oggi il ,pensiero moderno, il pensiero at– tuale (anche se non ha ancora trovato gli ·sviluppi auspicati), inteso come continuità del pensiei,o li– berafe di. ieri, che domani non sarà più socialista come oggi si intende e sarà •qualche cosa di nuovo, che io non ·conosco perchè è al di là del miò tempo. Ora occorre che una corrente di pensiero nuovo si crei, che si affermi, che trovi i suoi filosofi, i suoi politici, i suoi ,a"rti,sti,per dare all'umanità la nuova concezione di libertà, di socialità che i tempi esi– gono.· Senonchè, sta aiccadendo qualche cosa di diame• tralmente opposto. Si direbbe che gl~ uomini, spa-· ven tali da queste possibilità di maggiori a,perture, di mente e di vita che offre la fisica moderna, per timo– re o per reazione, si -rin'chiiudano in forme e conce– zioni monoteiste•, teologali. Ogni regime . pa:rte dal presupposto di essere il vero ed il solo depositario della formula della felkità del mondo e la impune con intransigenza, con tutta la raffinata sapienza della tecnica moderna (la propaganda che arriva fino alla violenza morale - ancora il mondo fisico che interferisce in quello melafisicçi), ai suoi suddi– ti, ai migliori dei quali non ,PUÒ sfuggire la ina.Uua– ltà, l'anacronismo di questo esteriore teologalismo, che nasce •non più da una mistica interiore, come nel Medio ·Evo, ma da una e,steriorità di confor– mismo. ·In America è perseguitato il comunismo; in Rus– sia non si può organizzare un partito che non sia quello comunista ufficiale bolscevico. E lo Stato, le cui leve sono sempre .più concentra:te in mano di po-. chi, diventa sempre più invadente, ,mastodontico, le– viatanico. Attuare oggi una democrazia concepita ottocen– tescamente o un bolscevismo sull'esperienza russa è una . impos1z10ne anacronistico-teologale. Eppure, tutti i paesi sono fermi su queste posizioni. Occorre superare questi ·concetti, ·ri's-tretti, inter– pretare la aspirazione ancora confusa dell'anima dei popoli; occorre lasciare e'spandere Je i-dee, vedere la Biblioteca ·GinoBianco quarta dimensione del p·roblema,. concepire [Q di• sgregazione atomica delle vecchie dottrine; occorre ·che con gli stessi concetti con cui si osserva, si studia e si agisce nel mondo fisico, si operi in quel– lo metafisko. Nella comunità mondia!le vi sarà la vera libertà. Avremo allora il liberalismo nel comunismo, ma' questi nomi non. saranno che < nomi vani », supera– ti dall'attualità di una mentalità nuova, di un mon– d'o nuovo, nel quale forse ,gli uomini sa -ran no meno infelici, poichè avranno sa:puto forma, r.si una co– scienza individuale e collettiva al « di sopra > dei particolarismi, dei miti, degli schemi, poichè avran– no saputo ritrovare un ipiù immediato contatto ejl a– derenza fra la realtà fisica dei! mondo contempora– neo ~ intesa anche come risultato del tecnicismo - e la loro psiche, il loro modo di esse•re e di sen– ti-re. Queste cose, deitte qui molto somma,riamente, me-. riterebbe·ro un siste;matico studio e sviluppo. E do– vrebbero ésser oggetto di discussione approfondita per gli intellettuali ,di tutto il mondo. Ed ogni lavo– ratore ,della mem,te dovrebbe se,ntirsi impegnato e dare un apporto alla edificazione del progressismo, de'! soda/ismo attuale. Perchè, ad esempio, non in– cominciare dal p.roblema della rappresentanza po– litka? Il tentativo di Comùnità, in merito al quale non vogliamo entraire, testimonia di questa preoccu– pazione. TuUi siamo d'accoiido che il sistema rap– presentativo j,n uso nei vari paesi democraitici non risponde appieno e non soddisfa. Tutti siamo con– cordi nei! riteinere diJfferenti oggi i compiti delle am– ministrazioni dello Stato da quelli dei tempi, di Mon– tesquieu. Tutti siamo d'accordo nel eonsidera·re di– versi i limiti· alla li<beiità ed alla disponibilità delle cose e dei beni che per .ragioni di progresso tecnico, escludendo motivi po1itiièi, si son.o venuti attuando, pe\r cui i concetti di· Ubertà e di disponibilità aHua– li sono molto differenti da quelli di Stuart MiH e dei giureconsulti romani. Tutti ,siamo d'accoiido ·ohe l'uomo d'eve trovare nella Società un tantum di giustizia e di solidarie– tà che gli assi-curi un livello di eguaglianza nelle po– sizioni di par,temza e un minimo• di sicurezza in quel– le di arrivo (se mai, ,si dissente sui mezzi p-er rea– lizzarle) e questo ,concetto è ben lontano dal n.atu– ralismo grossolano dell'égalité e fraternité. , ·E vogliamo passare a qualche esempio più parti– colare e non merio impo·rta,nte? Tutti oggi sappiamo « tecnicamente » i procedimenti iper s,tornaire, coar– taFe la volontà individuale· dei si-ngoli componenti le masse meno evolute e ce ne serviamo se vogliamo lanciare pub!Ylicit~riamente un dentifricio o una be– vanda, e tuttavia conserviamo un sistema politico che p,resume che lei ma:nifestazioni di volontà indi– viduali siano liberamente espresse. ' Tutti noi ,conosciamo·la •natura e le cause di deter– minati fenomeni economici e sociali, abbiamo i mez– zi tecnici iper risolverli, mentiie non li avevano i so– ciologi e gli economisti ,del Settecento, e tuttavia non facciamo nuHa, o quasi, -per miigliorare la vita so– cialei. Ora, se guaiidiamo un .po' dall'alto, spassionata– mente, la situazione attuale del pensiero e del mon– do, dov,remo' venire alla conc,1usione "che il progresso materiale fìsi<co, •che nasce dal pensiero,· dall'intel– letto umano, costitui<sce una spinta, fenta e con ef– fetto rital'dato, ad una società nuova, ad una società più sociale (mi si consenta di chiamarla sociali- . sta). E la dolorosa contraddizione consiste nel fatto che dall'uomo parte il progresso fisico, dalla capa– cità intellettiva dell!uomo nascono i fatti determi– nanti indirettamente il rprogress.o mentale, mentre non riescono a nascere le idee, che direttamente do– vrebbero determinarlo. Eppure, se nel ca,so delle idee si può parlare ·di maggiori o minori difficoltà di e-

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