Critica Sociale - anno XL - n. 18 - 16 settembre 1948

414 CRITICA SOCIALE anche dalle esigenze di vita delle stesae aziende pri– vate o pubbliche. Infatti, in che modo si svolgerebbe la vita sinda– cale nell'ambito di una fabbrica, se non dovesse verificarsi, come tutto, per il momento, lascia cre– dere, la condizione .prevista dall'ultimo capoverso dell'art.icolo 39? Cioè ne·l caso in cui i vari 6inda– cati in continua conconenza tra di loro, in parte anche per ragioni politiche (per cui si può dire che la politica cacciafa dalln porta rientra dalla fine– stra), non si dovessero mettere d'accordo per stipu– lare un unico contratto di lavoro per una intera categoria professionale? E se questa intesa non sarà raggiunta, come è avvenuto di recente a Napoli, dove le condizioni accettate dai comunisti sono state respinte come insufficienti dai Democratici cristiani, come verrà esplicata la tutela sindacale degli inte– ressi delle classi lavoratrici? La cosa non è facile a prevedersi, per la impo 0 stazicme che al problema ha dato l'articolo 39, impo– stazione accolta anche dai due recenti Convegni Sin– dacali del P.S.L.I. e del P.S.I. E' probabile, se non certo, ma più certo che probabile, che ogni sinda– cato stipuli direttamente, con determinate aziende, propri contratti di lavoro. E siccome non .è detto che i dipendenti da una di queste azi,ende siano tutti i6critti al medesimo sindacato, il contratto sti– pulato sarà valido solo per gli iscritti al sindacàto contraente o, nel caso che questi co-stituiscano la maggioranza dei dipendenti, anche per gli apparte– nenti alla minoranza, iscritta, è presumibi!e," .. ad altri sindacati? O v.i sarà, invece, un contratto per la maggioranza e uno per la minoranza, ammesso che non vi siano frp,zioni intermedie? · Prima del fascismo era consuetudine èhe i con– tratti di lavoro venissero ,stipulati solo con l'orga- · nizzazione che rappresentava la maggioranza dei_ dipendenti di una azienda o fabbrica, ed erano vale– voli per tutti i dipendenti della stessa azienda 0 fabbrica. I dato1i di lavo,ro tentarono di infrangere questa consuetudine, nel 1920, nel corso delle trat– tative con la F.1.O.M., che portarono poi, per un complesso' di cause, all'occupazione delle fabbriche. I datori di lavo-ro, allora, come ora, esigevano che alle trattative iniziate dalla F.1.O.M., "per quegli , stabilimenti che hanno la maggioranza degli .opera'i ascritti alla Federazione ,, stessa, partecipassero anche i delegati delle altre tre·. organizzazioni esi– stenti, che avevano presentato loro _memoriali con– temp_oraneamente a quello della F.J.O.M.; e cioè l'Uni0ne Sindacale ':sindacalisti rivoluzionari), l'Unione <;lelLavoro (sindacalisti nazìonali) e il Sin– dacato- Bianco (cattolico). La F.1.0-.M. si opponeva alla richiesta dei datori di. lavoro, richiamandosi alla· indlcata consuetudine, e facendo presente cl'ìe « l'esperien?a ha dimostrato che la discussione in .comune, con organizzazioni che seguono direttive diverse, prÒcede sempre sten– tatamente, quando non st risolvé in una gara a chi resiste di più ", :per poi giunger.e là dove erano giunti, in una precedente agitazione, i sindacalisti rivoluzionari, i quali, aopo " avere approvato l'ope– rato dei dirigenti della F.1.O.M. », "erario andati· nei comizi ad accusarli di aver tradito gli· interessi degli operai,, (vedi L'Occu:1R_azionecleUe fabbri,che. Relazione del Comitato centrale della F.i.O.M. sul– l'ag·itazione dei metallurgici italiani, luglio-agosto-. settembre 1920, Torino, 1921, pagg. 8 e 9). Questi ;precedenti, frutto di una ricca esperienza di uorp.ini dall'ingegno acuto, come Bruno Buozzi. non autorizzano affatto a confidare, con tanto otti– mismo, nell'" efficacia dei contratti di lavoro pre- BibliotecaGino Bianco vt.;ti dall'art. 39 della Costituzione ", come fa l'Avant,i,J del 7 settembre, :perchè, come scrtvevano agli industriali i dirigenti della F.1.O.M., "non è neppure detto che la discussione in comune debba o possa portare alla compilazione ed alla firma di nn unico concordato e regolamento, come è nei vostri desideri, perchè ciò potrà avvenire solo quando voi - e non noi - riuscirete a persuadere singo– lannente le diverse organizzazioni"· I datori di lavoro, che, come sì rileva dalle parole che precedono, riconoscono l'esigenza di una rego– lamentazione uniforme nell'interno delle fabbriche, 11011 asso,lveranno mai il compito di accordare i v·ari Sindacati operai, di cui cercheranno di acuire i dis– sensi che li dividono, rafforzando invece nel con– tempo le loro organizzazioni industriali ed econo– miche. Per cui, francamente, secondo noi, tutto . lascia prevedere che la futura attività sindacale in Italia sarà slegata e contraddittoria, perseguendo scopi non uniformi, determinando sperequazioni di trattamento nell'ambito, se non di una stessa fab– brica, di una stessa categoria, nella stessa città o· zona. Il che avverrà come conseguenza di una atti– vità contrattuale condotta separatamente da ogni sindacato, con criteri diversi l'uno dall'altro. Ma non .è da dubitare che i datori di lavoro; quanto prima, avranno modo di apprezzare anch'essi i " benefici » della libertà- dei Sindacati. E ciò av– verrà il g·iorno in cui la follia liberista indurrà i singoli sindacati a domandare di avere ciascuno nel! 'interno di ogni fabbrica .le rprnprie commissioni interne, non solo per la regolamenta2ione dei rap– porti di lavoro, che possono differenziarsi per la diversità dei contratti, ma anche per dirimere diver– genze comuni a tutti i lavoratori, relative al rìspetto dei regolamenti sull'igiene e sulla sicurezza dell'ope– raio o riguardanti l'applicazione delle leggi soclali. E' _facile prevedere .perciò verso quale i·egresso si procederà, in Italia, in campo sindacale, nell'im– mediato futuro, con l'applicazione dell'art. 39, se non si riuscirà .a prevenirlo in Parlamento in occa– sione della elaborazione q·ena legislazione sindacale. Basti considerare la polverizzazìone che si avrà dei contratti collettivi di lavoro, risultato, di un secolo di lotte .del lavoro, per vedere in tutta la loro dram– maticità le conseg.uenze dell'art. 39. I contratti col– lettivi di lavoro, veri strumenti di progresso _tecnico, economico e sociale, tendevano a promuovere, nel– l'ambito di una provincia, •di una reg:ione. o dell'in– tera'. Nazione, l'elevazione morale, pirofessionale ed economica dei lavoratori di una stessa categoria, assicurando a ciascuno UE. minimo di vita. P-er cui i coniugi Webb, in una delle loro classiche opere, potevano scrivere éhe 'i primi veri « comunisti " sono stati i 'Tealizzatori del contratto collettivo di lavoro. Per ·parare le conseguenze degli errori passati, ill materia sindacale, bisogna avere l'onesto coraggio di dire al paese e ai lavoratori che le soluzioni del problema sindacale prospettate sin qui, comprese quelle adottate dall'Assemblea Costituente, sono con– trarie alla storia e alla evoluzione della tecnica sin– <lacale, perchè riporterebbero gli opeTai e le loro organizzazioni .;u posizioni superate da molto tempo, e che dette soluzioni non rispondono alle esigenze dì un modern'o movimento operaio, operante in uno Stato democratico ben ordinato. Questa doverosa dichiarazione al Paese d ovrebbe eseePe fatta subito, non solo perchè sia.mo alla vigilia del periodo in cui si .discuterà al Parl amento la legge sindacale, ma anche per contribuire ad arrestare il processo di dissolvimento dei sindacati e di disperdimento– <lelle forze operaie, oggi disorientate e incerte.

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