Critica Sociale - anno XL - n. 9 - 1 maggio 1948
210 CRI'l'ICA SOCIALE politica di salari bassi e di « stackanovis1110 » sono una pro– va di queste tendenze. « Noi teniamo a sottolineare che la questione non interessa soltanto i nostri paesi. Economicamente l'Europa è una e la ricostruzione dell'Europa occidentale difficilmente potrà far– si, se la si stacca dall'Europa orientale la cui economia è lar– gamente complementare alla sua; se i prQdotti dell'Europa orientale, di cui l'Occidente ha bisogno, sono deviati verso l'est invece di trovare i loro sbocchi tradizionali neu:ovest. « Noi leviamo dunque la protesta più solenne contro la po– litica che, agendo per interessi stranieri in uno spirfto seryile~ ha ripudiato il piano llfarshall e compromesso quindi la pos– sibilità di ricostruzione dell'Europa e di collaborazione inter-. nazionale. E nelJo stesso tempo n1ettiamo in guardia il sociali– smo internazionale di fronte alla tendenza che esso ha a chiudersi nel quadro dell'Europa occidentale e a lasciare alla loro sorte i paesi assoggettati alla Russia...». L'Ufficio internazionale socialista dei paesi dtll'Europa cen– trale e sud-orientale ha poi indirizzato alla Conferenza di Pa– rigi dei Partiti socialisti per gli Stati Uniti d'Europa un me– morandum di cui riproduciamo l'ultinÌa parte: « Noi comprendiamo bene che il socialismo europeo deve la– vorare nelle condizioni che gli sono imposte dal di fuori. Es– so deve fare il lavoro di unificazione dell'Europa nelle fron– tiere che sono oggi possibili. Noi crediaino tuttavia che si pos– sano coi;,1cHiare queste necessità del 1nomento con la fedeltà ad una grande idea per l'avvenire. Noi crediamo che lin1itarsi ai mezzi e alle possibilità diplomatiche sarebbe una capito– lazione, una difesa lim.itata al terreno concesso dall'avversa– rio. Una lotta ideologica che superi la divisione attuale del l'Europa in1posta dalle concessioni all'imperialismo può es– sere condotta vittoriosamente. « I popoli dell'Europa centrale e sud-orientale, separati dal– l'Europa, continuano a lottare per la loro indipendenza. La lotta è condotta in primo luogo dalle masse lavoratrici, che si oppongono ai nuovi metodi di oppressione e di sfrutta– mento. Le prigioni sovrapopolate, i processi politici mostruosi; le condanne e gli assassini dei militanti socialisti e dei partiti d'opposizione ,provano che le masse non hanno accettato la distruzione della democrazia. Se si mettesse coraggiosamente avanti la concezione di una Federazione di tutti i paesi a occidente della Russia, cièi incoraggerebbe la resistenza dei popoli sottomessi con la forza al sistema so:vietico che essi odiano». Il memorandum, in data 15 aprile, è firmato per l'Ufficio internazionale socialista. da Zivco Topalovich, Presidente, e da Zygmunt Zaremba, Segretario generale. Ciò che si stampa VIGORELLIE.: L'offensiva contro la miseria - Milano, ed. Mon~ dadori, 1948, pagg. 109. Ricordato come. la tendenza attualè di ogni ordinata con– vivenza umana sia il superamento della fase volontarfa, oc– casionale ed unilaterale della filantropia, caritatevole o pater.– nalistica, per affermare l'assistenza come un essenziale pub– blico servizio, nascente da un dovere collettivo della solida– rietà, che scaturisce dalla cosèienza del diritto alla vita di tutte le creature umane e dal ·conseguente obbligo dello Stato e della collettività di intervenire tutte le volte che per qual~ siasi èausa, individuale o sociale, contingente o permanente, un membro o più membri della coll~ttività siano in pericolo per la impossibilità di guadagnarsi la vita col lavoro, il no– stro valente amico e compagno imposta la sua trattazione sul– le realizzazioni possibili ed urgenti. Quello che preme al- no– stro Vig.orelli non è già d~ esporre, con abbondanza di dottri4 na e con generosi utopismi, ciò che, con una certa ampolJosa i~precisione, _fu chiamato un « piccolo piano Beveridge ita– hano ». Un piano completo, organico, definitivo per la sicurez– za sociale è dall'autore affidato al futuro. E molto realistica– mente egli osserva come, più ancora che le difficoltà nascenti dalle differenze di costume --:--specie circa l'estensione ·a cate– gorie di lavoratori non dipendenti dell'obbligo e degli oneri previdenziali -, presupposto necessario siano, in ogni settore lavorativo, una politica economica capace di dare lavoro a . tutti i cittadini ed un più elevato livello di benessere che c~n– senta a tutti un redditc;:, minimo sufficiente. L'importanza di questo succtnto ma costruttivo scritto sta invece nella diniostrazione di quanto sarebbe possibile fare. immediatamente sul terreno della assistenza sociale, solo che si avesse il coraggio e la fe!mezza di affrontare organicamen– te la materia, incidendo risolutamente sugli organismi super– flui, parassitari, ritardatari - ·« canali che assorbono quesi Biblioteca Gino 81anco tutta l'acqua » e sulle disposizioni sterilmente comple11e, per creare un siste~a spedito, efficiente e pronto. « Riunire, coordinare, semplificare »: è la parola d'ordine di Vigorelli. E quando egli dimostra da un lato l'imponenza delle cifre attualmente destinate all'assistenza e d'altro lato la moltepli– cità di organi che, nei vari settori, dovrebbero erogarla, ma che sono cosi· spesso interferenti gli uni con gli altri, paraliz– zanti ogni esecuzione in questioni di competenza o in un ma.re d'i scartoffie burocratiche, sperpeq,tori dei mezzi in apparati pletorici o in spese sterili, non si può non dargli ragione. Tanto ~più elle, con empirico buon senso, l'autore non si limi– ta a porre un'esigenza, ma tr8.ccia i lineamenti per un buo– no, equo ed efficiente sistema. Egli, dopo avere notato i danni derivanti dalla frammenta– rietà ed anarchia dei servizi e dall'irrazionale impiego delle risorse finanziarie assistenziali; dopo avere notato come il mol– tlpllcarsi di inizia\ive (spesso con interesse di parte o con– fessionale) assorba mezzi ingenti in una concorrenza assurda ed infruttuosa, dopo avere .affermato che « le dupllcaz\oni o triplicazioni o quadruplicazioni e lo sminuzzamento delle as– sistenze creano diversità e cÒntradittorietà nelle direttive di– sorientando la generalità degli assistiti », indica - previa e– sposizione dei vari campi « dalla culla alla bara » d,_ovel'ope– ra assistenziale è più necessaria - i rimedi. L' A. è anzitutto fautore di un Ministero della Sicurezza Sociale· « il più agile ed il meno impacciato dalla bu11ocrazia », opportunamente ar– ticolato e decentrato alla periferia, il quale non pretenda già. di sostituirsi agli istituti ed enti assistenziali o previdenziali, ma provveda al coordinamento della loro opera, ad impar– tire le fondamentali direttive assistenziali, a controllarne l'effi– cienza e l'attività, assicurando il migliore impiego delle risor&e finanziarie. In secondo luOgo, ·eglt° propugna un fondamentale ed elementare metodo per gli assistiti, consistente in « una informazione, una scheda, un libretto » e cioè: in uil unico e severo servizio d'informazione che gradualmente dovrà e&– sere esplicato da « lavoratori -sociali >~, tecnicamente e profes– sionalmente addestrati; in un'unica anagrafe degli assistiti, presso l'E.C.A. locale, a disposizione di tutti gu enti; in un unico libretto nazionale da rilasci-are ad ogni assistito in un solo esemplare, per notarv~i tutte le as'sistenze, occasionali o continuative, a cui ha diritto, in modo da potere contvollaFe duplicazioni e par8.ssitismi, ormai dilaganti. Non ci è consentito di diffonderci qui sulle molte atti'fità assistenziali, nei più svariati settoii - quello dell'assistenza sanitaria incluso -, di cui l' A. traccia prospettive e necessità, valendosi anche delle concrete e ·positive esperienze dell'E.C.A. milanese. NoQ. sottovaluta l'A. l'importanza che nel campo assistenzia– le ha e dovrà avere la previdenza. E' necessaria anzi una stret– ta cooperazione tr:a i du~ campi, d~ cui va intesa la sostanzift– le unità. Ma 'in linea di principio è per lo meno prematuro pensare in Italia alla ,possibilità di sopperire alle esigenze as– sistenziali per mezzo· deJla previdenza e reaziO-nario sarebbe ~ attribuire al diritto alla assistenza una base meramente -con– trattuale. In linea pratica poi, pur confermando l'essenziale importanza, degli, istituti previdenziali, si nota come evasioni e frodi polverizzano gli introiti e come la pesantezza e costo– sità dell'appar-ato ne compromettano l'efficienza. Anche qui oc– correrà una messa a punto dal lato tecnico-funzionale. Quanto ai mezzi finanziari, inadeguati, l'A. è contrario ad un au– mento die contributi, già di per sè invisi, che ricadrebbero ad un tempo sul salario e.sui prezzi, e, riconoscendo la necessità d'interventi integrativi dello Stato in questo settore, inclina a sopperirvi con generàli gravami fiscali. Il momento in cui questo saggio è apparso non deve trarre in inganno. Vi mancano del tutto promesse demagogiche o pro- . grammatici utopismi. l\Ia appunto per il suo critico realismo e per il suo costruttivo possibilismo è uno scritto che impe– gna. Non solo l'autore o il nostro partito - premesso che « la politica dell'assistenza non deve essere al servizio di al– cun partito » - ma quanti, di qualsiasi parte, intendono la politica come concreta realizzazione. << L'assistenza ai dere– litti, ai bisognosi » - ricorda nella affettuosa prefazione il Compagno Saragat ·- « va intesa e praticata come un d~vece sociale che spetta a tutti e che deve essere esplicato attraverso organi pubblici tecnica,mente prepa~ti e con riiezzi collettivi adeguati ». G. P. Autobiografie di giovani del tempo fascista - Brescia, ed. llforcelliana, 1947, pagg. 107, Lire 250. « I vecchi antifascisti ha~ capito il fascismo, come feno– me~o politico, ma ben pochi hanno capito noi altri, i glo– v~n1 della « generazione di Mussolini ». Han capito la geae– s,1 de~ fatto, non le vite umane che in quel fatto, in quel– ) ambiente sono sbocciate », osserva uno di que.sti preiao-
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