Critica Sociale - anno XL - n. 9 - 1 maggio 1948
.\ CRITICA SOCIALE 209 meno odierno. Se questa ,potenza, che non ha da rispondere del proprio operato, terrà la testa tulle spalle, oppure no, questo è il più formidabile problema del nostro tempo. I socialistiamericani condannano Wallace •. Secondo una notizia del bollettino dell'U.s.r:s., Norman .Thomas, che è stato cin4,ue volte candidato sociaoJista alla Presidenza degli Stati Uniti, parlando il 20 aprile alla Com– missione parl_amentare per le- Forze Armate, si è opposto ai provvedimenti relativi al ripristino, su base provvisoria e limitata, della coscrizione, sostenendo che l'incremento del– le forze armate americane in questo momento « rappresente– rebbe un contributo pericoloso alla psicosi bellica >. Thomas ha anche dichiarato che egli ripudia con ramma– rico, m.a energicamente, il giudizio favorevole che Henry Wallace ha dato sul movimento internazionale comunista, P. ha affermato che esso ha assunto « una forma aggressiva e totalitaria come mai nessun altro movimento totalitario in tutto il mondo ». Tuttavia, Thomas ha ribadito la sua convinzione che l'a– dozione della coscrizione in tempO di pace rappresenterebbe un contributo alla guerra e non ad una pace costrutti va. Marx,oggi. Nel suo numero di febbraio, la rivista belga Synthè- 3e dedica il suo editoriale alla commemorazione del Mani– fe3to dei comunisti, con talune acute osservazioni che giova· mettere in evidenza. · 1 « La critica più importante che ad un secolo di distanza è lecito formulare contro le direttive del Manifes-to deriva dal pericolo di affidare ad uno Stato, che non agisca se non per mezzo dell'autorità e delle forme della burocrazia, po– teri limitanti i diritti degli individui. L'errore di Marx e di quelli che l'hanno seguito· senza osar cli formulare nt critiche nè riserve, quasi il suo messaggio fosse una rivelazione da accogliere in blocco, fu e resta quello di concedere al potere collettivo un primato esagerato. Sarà quindi contro gli abu– si dello Stato, anzi contro gli abusi stessi dell?in-vadenz~ di un ~ dominio collettivo » di cui lo Stato marxista pretende essere espressione, che i socialisti insorgeranno sempre più. numerosi. Nel corso del secoJo che cl separa dalla pubbli– cazione del it:anifesto, il socialismo ha subito una profonda evoluzione. Negli obbiettivi? No, ma fnvece nelle forme che esso ritiene le migliori e le più efficaci per assicurare all'uo– mo di essere pur sempre un « individuo », anche se viene sempre più efficacemente sorretto dal dominio collettivo. E– gfi deve legittimamente di,lle prestazioni a questo dominio collettivo, ma con ciò egli rimane pur sempre un individuo con il suo bisogno di libertà, di giustfzia e con quell 'affer– mazione della propria personalità che nulla potrà mai sof– focare, nonostante tutte le, condizioni esteriori, economiche, sociali e p.olitiche, a meno che non sit miri a crear·e un tipo d'uomo psicologicamente standardizzato. In ciò consiste l'u– manismo socialista ». Ma si tratta di cosa ben diversa da quell'ilidividu~lismo borghese di cui l\farx ha svolto la critica. « Proprio perchè sa che l'esistenza di una organizzazione sociale ed econo– mica capace di assicurare la liberazione più completa del– l'uomo implica la scomparsa dell'attuale· regime di proprietà, il socialismo è essenzialmente rivoluzionario ». La rivoluzio– ne da compiere « è quella che permette la costruzione sociale ed economica che, come 1.-farx aveva intuito, possa utilizzare tutti i frutti del genio umano, ed in particolare la potenza di produzione, unita alla scienza ed alla tecnica moderne. E' per qllesta ragione che, per il socialismo, la lotta di clas– se non è terminata. Anzi, questa lotta non è chiamata soltan– to ad esplicarsi contro ,H capitalismo privato ed il regime di proprietà che sta alla sua base, ma contro - una classe che,. detentrice, quasi senza cont,rollo, della potenza dello Stato, sollecita l'azione Liber~trice contro, quest'altra forma di sfruttamento degli uomini da parte di altri uomini, che tn questo momento usurpa il nobilè nome del socialismo ». Ma questo sooialismo moderno è indissolubilmente legato all3; democrazia: 4: ad una democrazia integrale, politic"a e parlamentare, economica e sociale, la migliore forma orga– nizzativa di una umanità che vuol respingere la fatalità del– le guerre, che Intende raggiungere un vitale ordinamento eco– nomico e sociale e garantire in pari tempo agli individui, con la loro libertà, i d-iritti dd partecipare all'attività crea– trice della collettività, mentre questa favorisce l'accesso alle più alte posizioni che la pers.onalità può suscitare in cia– scuno di noL Socialismo autentico, che, conoscendo gli abusi di potere In cui yresto o tardi cadono tutti i regimi di Sta- to forte, mira 4>iuttosto ad una organizzazione pluralista, al– lo scopo dii assicurare una buona amministrazione delle co– se, senza dover per questo .ricorrere ad un asservimento de– gli uomini. Non c'è bisogno di aggiungere che questo socia– lismo, per sua stessa essenza, implica l'internazionalismo. Esso lo oppone ad un angusto ~patriottismo, che non fa spes– so che mobilitare passioni primitive, facilmente risvegliate nel cuore dell'uomo ». « Tnle ci appare - conclude la rivista - « a cent'anni dal Manifesto, la posizione del pensiero socialista che sa e non dimenticherà mai ciò che deve al genio di Carlo Marx, alla volontà invinciblle del mondo dei lavoratori, più che mal all'avam.guardia in una lotta che è lungi dall'essere conclusa, di cui forse arriverà l'ora nel mondo, ma che sa altresl che essa deve militare senza tregua al servizio di tutto ciò che costituisce l'essenza dell'uomo. A un simile socialismo, chi potrebbe seriamente opporre un rifiuto, se non per ignoran– za, fanatismo o interesse? ~. I socialisti dell'Europa orientale perl'unitàsocialista. Un opuscolo pubblicato dall'Ufficio internazionale socialista di Parigi reca un resoconto della Conferenza dei Partili socia– listi dei paesi del Centro e dell'Est europeo, tenutasi a Parigi il mese scorso. Già nel dicembre 1947 e nel gennaio 1948 i rappresentanti dei partiti socialisti indipendenti della zona sovietica decisero di creare una anione dei 'loro partiti. Questa unione era dettata dal bisogno di dare efficacia al la'1a'ro per la causa comune: la restaurazione dell'igdipendenza dei paesi assoggettati dalla Russia e la rinascita in essi dei pal'titi socialisti democratici. Questo compito appariva tanto ·più urgente, in quanto la Conferenza di Anversa aveva lasciato i socialisti indipendenti dei paf:si orientali fuori ·dell'organizzazione ufficiale del so– cialismo internazionale. Era dunque necessario informare l'o– pinione democratica, èd in primo luogo' l'opinione socialista, sulla vera situazione del µ10vimento operaio nei paesi occupati e sulle sue vere tendenze. Su questa base i rappresentanti dei partiti socialisti di Ungheria, PoÌonia, Romania e Jugoslavia si sono avvicinati. Una priina· conferenza ebbe luogo il 111> feb– braio, e decise di convocare una nuova Conferenza a Parigi in marzo, •per studiare una politica comune sul Piano di ri– costruzione europea. La seconda Conferenza ha avuto luogo dal 12 al 15 marzo ed ha fissato definitivamente l'organizzazione dell'intesa fra i movimenti socialisti indipendenti dei paesi dell'Europa centrale e sud-orientale ed un atteggiamento comu– ne sulle questioni più importanti. La nuova organizzazione ha adottato il nome di Ufficio internazionale socialista. La rap– presentanza dei 1partiti socialisti dei paesi baltici ·ha inviato suoi voti e l'affermazione della sua completa solidarietà. La Conferenza ha accettato· la dichiarazione seguente: « La guerra ha distrutto ricchezze immense n·ei paesi del– l'Est eq.ropeo e la ricostruzione èconomica è impossibile senza ull aiuto che venga dall'estero. La loro .situazione è tanto più grave in quanto i governi di questi paesi Si sono affrettati a concludere con la· Russia trattati economici e commerciali che li rovinano senza quasi alcuna contropartita. « D'altra ,parte, questi regimi, con i ioro sforzi di industria- 1izzazione forzata e con il mantenimento di forze armate trop– po numerose e con l'enorm_e accrescimento della burocrazia, sfruttano i _mezzi e la forza produttiva deJle masse contadine ed operaie. La partecipazione dei ,governi alla politica della Russia, che non cura il consolidamento delta pace e prepara una nuova guerra, impedisce anch'essa la ricostruzionè della vita economica dei nostri paesi. Per tutte queste cause si assi– ste al fenomeno che i paesi ricchi di. cereali muoiono di fa– me ed i ,paesi ricchi di petrolio e di carbone muoiono di fred– do, perchè le e~portazioni verso lfEst rendono deficitado il mercato interno. « Malgrado qu.cste condizioni i governi dei nostri paesi, per 'ordine della Russia, debbono rifiutare en piano di ricostruzio- ne economica che co1nporta l'aiuto dell'America. I partiti poli– tici e la stampa dei nqstri pasei sono iugulati e non hanno potuto esprimersi. Tocca a noi, che viviamo in paesi liberi,#. · parlare ,per loro ed esprimere la vera opinione delle nostre masse popolari sul· pia'no di ricostruzione economica dell'Eu– ropa. « Noi siamo convinti che la ricostruzione dell'Europa in ge- nerale e dei nostri paesi in particolare non è poSsibile senza la collaborazione politica ed economica di tutti i paesi euro– pei. L'applicazione di questo piano permetterebbe di· stimolare l'ammodernamento delle nostre industrie e della nostra agl"i– coltura. L'aumento della produzione permetterebbe di elevare il tenor di vita delle nostre masse operaie e contadine. La po– litica attuale dei nostri governi conduce invece inel uttabilme11.– te all'abbassamento del livello di vita n quello sovietico. La
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