Critica Sociale - anno XL - n. 2 - 16 gennaio 1948
26 CRITICA SOCIALE la nostra collaborazione, que~to significa c_he il po_– polo italiano vedrà finalmente tradott_e m realta quelle riforme di cui da tanto tempo SI va pa:lan– do, ma che per ora sono rimaste allo stato d1 ge– neriche enunciazioni, ad uso della propagan~a 1:– lettorale. E vorrà anche dire ·che la D.C. avra :1- nunziato all'idea di clericalizzare la scuoi~ e la v1t~ italiana trovando in se stessa la forza d1 st3:cears1 da quel' miope confessionalismo che ancor oggi trop- po spesso la caratterizza. . .. Anche questo infatti il nostro _Partito chiede, pe~ domani ai cattolici. Noi non siamo solo assertori del pro'gresso economico-sociale nell'interesse. delle classi lavoratrici· sentiamo anche 11 dovere d1 por– ci, sul piano dell~ cultura, com~ i ~i_fensori di qt!e~– la tradizione liberale - non anhrehg10sa, ma sqms1- tamente laica - che ha creato l'Italia moderna. LUIGI PRETI 1l compito del Cof!,g resso Abbiamo desiderato di ospitare anche l'espressioue del pensiero • dissidei-ite cli quella frazione che il Libertini rap– presenta nella Direzione del· Partito. Non c'è bisogno che ci fermiamo a sottoliueare i pw•1ti e i motivi del nostro dissenso. Prendiamo atto della dichiarazione finale come di un esplicito impeg110 a non compromet-tere con inopportuni atteggiaine11Ìi /a. vitalità e l'efficie11::a del 11ostro Partito. LA C. s. Accolgo di buon grado l'invito del compagno Mondolfo di esprimere, per « Critica Sociale», il mio punto di vista circa i problemi che saranno dibattuti al prossimo Congres– so del Partito. Solo attraverso un'ampia e ben organizzata discussione precongressuale potremo infatti, a mio avviso, dare al Congresso dell'8 febbraio un senso unitario, prepa– rando la strada a soluzioni organiche anzichè a frett9losi pateracchi destinati a sfasciarsi al primo urto con la real,tà. Quali sono le questioni fondamentali alle quali il Con- · gresso deve dare una soluzione? Due: una di ordine gene– rale,· l'altra relativa ad un problema importante, di linea politica, intorno al quale esiste oggi nella Direzione, nel gruppo parlamentare e nel partito una netta differenza di · opinioni. Nonostante i desideri di alcuni autorevoli com– pagni (vedi quanto ha scritto Vassalli su «l'Umanità»), il Congresso dedicherà gran parte del suo tempo al problema del Governo e della nostra partecipazione all'att\tale · gabi– netto. E' naturale ed è bene che sia così, poichè si tratta di un problema che serve, entro cei:ti limiti, come pietra di paragone politica ad una impostazione idet>logica generale. , E' evidente che le due correnti di opinioni esistenti nel Partito a "questo proposito non hanno una formazione ca– suale, ma corrispondono a due diverse valutazioni delle pro- . spettive della lotta della classe lavoratrice e del nostro Par– tito in Italia. Ma se il dibattito su questo punto ·è inevitabile e neces– sario, è anche vero che esso sarebbe sterile e puramente dannoso, se non si collegasse appunto ad una ampia ed . esauriente discussione sui temi dell'orientamento ideologico. del socialismo moderno, della sua funzione, della sua po– sizione rispetto ai blocchi antagonisti che si contendono il campo. In questo ordine di idee ,cerco di venire incontro al de– siderio della redazione di « Critica Sociale», condensando qui di seguito, in alcuni punti, alcune considerazioni centra– li a questo proposito, che ho già ·sviluppato estesamente nell'ultimo numero di « Iniziativa Socialista», che esporrò al Congresso, e che non potrei qui, per ragioni di spazio, nè spiegare, nè analizzare. I. - I partiti socialisti sono stati in tutta Europa lo– gorati• o distrutti dal colossale fallimento negli ultimi quat– tro anni, per l'opera congiunta del fusionismo e del rifor– mismo, che li hanno lacerati legandoli ai due blocchi in con– trasto. ·Questo fenomeno è stato in Italia più grave che altrove. 2. - Il P.S.L.I. non è ancora il « Partito socialista». Esso può essere, e noi desideriamo ardentemente che lo .sia, il primo nucleo per la -ricostruzione del Partito Socialista. Perciò erano fuori dal mondo (fuori dalla storia), fuori dalla realtà di classe quelli che speravano il 9 gennaio ìm– mediati e grandi successi elettorali, in una situazione che risentiva strutturalmente le conseguenze della sconfitta dei · partiti socialisti, BibliotecaGino Bianco 3. - Il nostro compito non tattico, ma storico è quello di costituire un punto di riflusso per la classe o– peraia da una parte, per i contadini ed i ceti medi dal– l'altra: questo riflusso è condizionato dallo sviluppo della crisi dello stalinismo (inevitabilmente conseguente al falli– mento della politica comunista) e dalla crift del blocco di destra, conseguente alla diffei:enziazione di classe in seno ad esso, che si determinerà inevitabilmente nella misura nella quale la pace potrà essere mantenuta nei prossimi anni. Si tratta di crisi delle quali si intravvedono i sintomi, mà . che non sono ancora vicine. Per tenere la nostra linea sino al momento del riflusso, occorre perciò una intelaiatura ef– ficiente, un partito agile, incisivo, con militanti entusiasti, legato sia alla tradizione socialista sìa alle esigenze moderne di rinnovamento. 4. - Può darsi che la guerra distrugga l'alternativa socialista, rinviandola di qualche decennio. Ma in ogni caso abbiamo da perdere tutto e niente da guadagnare - se vogliamo restare socialisti -· dalla rinunzia a difendere le posizioni cli indipendenza assoluta dai blocchi. 5. - Due pericoli incombono sul partito: da una parte la suggestione esercitata dalla forza del blocco comunista, dalla presenza in seno ad esso dl. gran parte della classe operaia, dalla sua tradizione rivoluzionaria; dall'altra l'at– trattiva del blocco di destra, che in Italia si impernia sulla Democrazia Cristiana e su De Gasperi - che si realizza, sia per la ·solita suggestione della forza, sia per la corru– zione dei compromessi, sia attraverso l'illusione della difesa della libertà, sia per la attrazione del potere. 6. - ·Si reagisce ai due pericoli, solo se ci si ricorda che: a) dietro la classe operaia c'è il blocco del popolo, l'apparato di Stalin, antisocialista, antidemocratico, antieu– ropee-; b) dietro la Democrazia Cristiana (ed alle masse popolari) ci sono, nonostante gli sforzi di autentici demo– cratici, le_ stesse forze che hanno fatto e sostenuto il fa– scismo: i nemici mortali della 'classe lavoratrice. 7- - Alla luce di queste conside~azioni la partecipa– zione al governo è stata un errore. Naturalmente non de-· sidero tenere la posizione ohe ho delineato nella astrattezza o tra le nuvole. So che, come nello sviluppo della nostr-a. ·, lotta possono esseFe necessari dei contatti - nei sindacati acl esempio -, così può rendersi necessaria la partecipa– zione ad un governo che non sia socialista. Ma una tale partecipazione deve essere solo un modo di lotta contro le forze con le quali si divide il governo, e perciò deve rispondere ai seguenti requisiti: deve essere: a) temporanea, b) controllata dal Partito e distinta dalla politica generale del Partito, e) efficiente, mordendo effet– tivamente nell'apparato economico statale, d) deve avere ob– biettivi tattici ben precisi ai quali deve essere subordinata. 8. - La partecipazione decisa dal gruppo parlamentare qualche settimana fa non risponde a nessuno di questi re– quisiti ed espone il Partito ad uri· fallimento. Essa ha molti caratteri dell'assorbill)ento da parte della destra, ci lega ad una politica generale, spesso antisocialista, si è realizzata al di foori della volontà della direzione _edel suo controllo, non ha unà base programmatica, è inefficiente e non intacca minimamente l'apparato economico borghese, non ha ob– biettivi tattici ragionevoli e precisi. Il solo obbiettivo po– litico che alcuni compagni credono di individuare è fonda– mentalmente errato. Perchè, quando si dice che la nostra partecipazione ha lo scopo di difendere w1 minimum di li– bertà e di democrazia, svincolando la D.C. dall'ipoteca del– le forze fasciste, ci si dimentica che: a) il fascismo non è rappresentato eh-eminimamehte, e soprattutto per la sua par– te coreografica, dai movimenti nostalgici nazionalisti di e– strema destra; b) che il grosso delle forze (sociali ed eco– nomiche) fasciste. è nella D.C. La lotta contro l'apparec– chio dirigente del fascismo è la lotta contro la destra .de– mocristiana. Non si puo lottare contro qualcuno collabo– rando con esso a condizioni di palese inferiorità. 9. - Non ci si può certo fermare qui su queste valu– tazioni. Questo sarà fatto al Congresso, come pure al Con– gresso io spero che tutti insieme cercheremo di far assu– mere al Partito una posizione decisa di rivincita rispetto alla umiliazione subita. Si tratterà di trovare ulteriori serie ga– ranzie, all'interno della compagine governativa, per il pe– riodo elettorale (oggi non siamo in condizioni neppure di · esercitare un elementare controllo); di stabilire delle precise norme perchè la collaborazione, dopo le elezioni, non si ripeta in alcun caso con J.'attùale spirito e nelle attuali con– dizioni; di garantire al partito una posizione di lotta contro la destra democristfana quale centrale della conservazione in Italia. 10. - Al Congresso dobbiamo invece stabilire le lince di una collaborazione cattolica-socialista; ma_intendendo per
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