Critica Sociale - anno XL - n. 2 - 16 gennaio 1948
CRITICA :SOCIALE 2-7 c!lttolici. la, s~n~stra dem<:cÌ-istiana,,·le masse orgariizzate nei smdac'.1~, I <:Ptn_tonep_ubbhca che g,ravita al centro reale del– la politica 1tah~na (il centro· di De Gasperi è una destra camuffata). Ques~o p~r la parte politica e per una valutazione gene– rale. E poi naturale. che si stabilisca di proseguire e di ra!forzare_ - anche m relazione alla crisi .che la politica dei. bl?c~h1 del Pop<;>losviluppa ogni giorno di più fra i ~m,1?msti -:- la politica dell'unità socialista, già indicata dal– I ultimo convegno nazionale. . Ma per ~are alla linea politica, ed all'impostazione di lot– ta del Partito, una base solida, si deve pur parlare, con buo– na pace del compagno Alberto Simonini delle basi ideolo- gi.che del Partito. . ', , La mia opinione è che esso, se vuo l essere qualcosa di producente e di socialista, i:iegli aro.ni che seguiranno, debba po_rsi.co!fle le?ato. a tutta la tradizione del movimento oiie– ra10 italiano (e non solo· ad alcune frazioni di esso) e nello s!esso tempo come un partito nuovo, moderno, interprete del rmnovamento europeo conseguente a due guerre mondiali. Appunto bisogna che noi definiamo, in termini storici la nostra posizione ideologica, ri~petto a tre problemi: qilello della den:ocrazia e del potere, quello dello Stato, quello · della prec1saz10ne del contenuto economico della democrazia socialista. • Per sommi capi sono questi i temi centrali che éredo si · debbano discutere al Congresso; personalmente farò di tutto perch_è, _at~raverso_la disamina seria ed organica di queste questioni: 11 Partito esca rafforzato ed unito· dà.Ila attuale fase delicata della SUiJ. vita,- capace di· porsi al centro del processo di unificazione delle forze socialiste. Lucro LIBERTINI La " te·rza ror· za· li " non ' e '' la terza via , , l due biocl'hi. ,fo. Italia e in Francia, più 'visibilmente che a1trove, si sono costituiti due blocchi di forze, l'uno intorno '·ai _più fieri reazionari a tutela degli interessi dell'alta banca, del capitale industriale e degli agrari, l'altro intorno aj Thorez ~ ed ai Togliatti che, facendo leva sul fascino della rivo– luzione di ottobre, ahimè quanto lontana! si autoproclama «·est-rnrna_sinistra » ed indrappella sotto il ves•sillo della fal– ce e martello la più gran parte del proletariato industriale ed agricolo di cui sfrutta la d_isperazione e l'immaturità po– litica per- portarlo a gridare, come la popolana romana·, « Ha da venì baffone! ». L'errore grande che si commette un po' da tutti è quello di continuare a credere ed a ripetere che i due blocchi rap– presentano rispettivamente le forze ed i principi economici, politici e sociali della destra e della sinistra, tanto per u– sare una terminologia abusata, ma· che rende bene l'idea: Non vi è dubbio che la qualifica di «_estremà destra» data al blocco di cui in _Francia è esponente De Gaulle e che in Italia è in via di organizzazione intorno a Nitti, a Giannini ed a Patrissi, sia esatta. L'ideologia ed i pro– grammi dei promotori, le forze che intorno ad essi si or– ganizzano, i sistemi e le fonti dei finanziamenti ci dicono chiaro e senza possibilità di equivoco che si tratta di fa– scismo bello e buonò, sia pure senza camicia nera e, per il momento, senza squadre d'azione. La loro vittoria segne– rebbe la fine di ogni civile libertà, il ritorno alla dittatura, jl bavaglio alla parola, il veto al libero pensiero. Molto meno chiara ed esatta è la qualifica di ·estrema sinistra data al bloccò di forze che si organizzano intorno · al partito comunista, in atte/;a di essere da esso fagocitate o distrutte. Certamente le masse di manovra di Togliatti e Thorez sono autentiche forze· proletarie,. esaltate e condotte all'azione dal miraggio di u~ mondo· migliore, popolato di uomini liberi e uguali. E' la natura e la provenienza di queste forze che consente ai- dirigenti del comunismo sta– liniano di usurpare la qualifica di partito -di sinistra. Ma chi freddamente e -serenamente esamina 1 1 esatta posizione dei partiti comunisti nell'Europa occidentale deve guardare a quella che sarebbe la situazione politica e sociale nell'ipo– tesi di una vittoria comunista. Dalla vi,;ione ·di questo fu– turo che, purtrop,Po, è un presente nell'Europa Orientale, balza evidente che la qualifica di partiti di estrema sinistra, onde sono gratificati i comunisti, è usurpata in modo truf– faldino. La loro vittoria ~segnerebbe l'avvento di un capita– lismo di Stato in campo economico e di una feroce ditta– tura in campo politico; entrambe forme di regime che nulla hanno a che vedere, non diciamo con la scomparsa dello Stato e l'autogoverno dei popoli, ma nemmeno con quella dittatura del proletariato che Marx riteneva utile, e tal– volta indispensabile, forma transitoria di reggimento econo– mico e politico in vista del trionfo del collettivismo e del– la più sconfinata libertà. Se ·anche, nell'interesse del proletariato, questa forma di dittatura possa apparire meno peggio dell'altra che abbiamo conosciuta e che oggi dai vari De Gaulle si tenta di im– porre nuovamente ai popoli (per lo meno in essa vi sarà la scomparsa degli odiosi privilegi odierni dei capitalisti e la costituzione di una nuova classe dirigente espressa dal pro– letariato), tuttavia non ad esso spetter~ il potere, ma ai po– chi che si impossesseranno delle leve d1 comando e che pre– tenderanno di far credere di manovrarle in suo nome. Il padrone sarà uno: lo Stato, non la collettività. ibliotecaGino Sianco Da tutto ciò discende che i partiti comu~isti odierni non tendono aU'instaùr'.1zi<;>ne di un regi°:e realmente progressista, secondo le c'.mc_eztomed 1 postulati del Socialismo, ma ad una forma d1_dittatura ecònomica e politica, vassalla dell'U. R.S.S. e pedma del suo gioco panslavo ed antiainericano ed oggi più che mai )ontana dal ~erbo che un secolo fa in'. c1t~va i proletari di tutto il mondo ad u'nirsi per la con– quista di tutte le libertà. La lo_~tafra_ i du~ blocchi si è spostata dal piano rivo– luzionano al piano imperialista internazionale e mentre l'u– no cr.ede di poter difendere gli interessi della classe do– mm~nù~ di cui è l'.es~ressione, trascinando il proprio paese nell orbita del capitalismo americano, . facendo, con la ti– rann:1de, tacere ogni voce contraria e marciando a grandi passi verso un nuovo conflitto; l'altro sfruttando il mito del_Ia r)volu_zione (tr_adita) ed ingannando il prol~ariato col m1ragg10_d1 un reg1m~ ma p~ese di Bt;n~odi, di ,cui Stalin sarebbe il_ grande !l'egg1tore, s1 vanta, a Bialystok, di essere nel propno paese la quinta colonna della Russia sovietica ~~e certo _non da Marx (e nèppure da Lenin) ha appres~ 1mfame sistema delle deportazioni e che dimentica della pace di Brest Litowsk, mercanteggia oggi, sulla carne ·dei popoli, pozzi di petrolio e basi strategiche. In attesa che i loro rispettivi padroni decidano di scà– g)iarsi l'un contro l'altro per annientare a propcio vantag– g10, ed attraverso _ad un nuovo immane bagno di sangue, il potere dell'altro, 1 due blocchi minacciano all'interno dei propri paesi.. di scatenate la guerra civile. Per la salvezza c!ella pace, per la tutela della libertà contro di essi e contro i loro padroni deve ergersi con tutt~ la potenza l'unica for– za che possa arrestare il mondo sulla china fatale lungo fa quale precipita: questa forza è il Socialismo. Il Socialismò di Marx ed Engels, 'il Socialismo del Manifesto il Sociali– smo di Rosa Luxemburg, il Socialismo antimilit~rista anti– totalitario, pacifista ed internazionale. Che questo 'sia il compito, oggi più che mai, assegnato a noi che del Socia– lismo ci siamo fatta una bandiera e sarem~ domani ,pronti a trasformarla in sudario, siamo tutti convinti. N~n sembr,t però che, circa il rt'!odo di condurrè questa azione, vi sia grande chiarezza d'idee e. completa concordia di strategia e di tattica. lo penso -che l'origine di tutti i malintesi e la causa di tutti i tentennamenti sia da ricercarsi nella falsa posizione di centro sinistra che abbiamo voluto assumere e sbandierare partendo dal!'erroneo presupposto che ai comunisti spett~ il diritto di_,rappresent~re un'idea ed un movimento più a– vanzato e pm progressista del nostro. E' perciò che ho cre– du,to opportuno, in un preambolo che potrebbe sembrare trop– po lungo, dimostrare che oggi il P. C. I. (valga per il re– ~to -~_ell'Europ;:ioccide_ntale ciò che si dice per l'Italia) non e pm lo strumento di lotta del comunismo secondo la in– terpretazione leninista del marxismo, ma n~II'altro che una specie di centrale della quinta colonna russa ali' estero il cui scopo è quello di trasformare l'Italia in una speci; di repubblica balcanica al servizio di Stalin e ciel Cremlino attrav~rso Togliatti e la sede di via Bottegne oscure. ' Allo sparuto e poco influente gruppo dei Terzinterna– zionalisti competerebbe ,se mai, la posizione ed il diritto di rappresentanti qualificati della rivoluzione di ottobre e di esponenti dell'estrema sinistra. Ecco perchè a noi spetta innanzi tutto il dovere di pro– clamarci partito di sinistra, anzi l'unico efficiente partito di sinistra. Naturalmente non deve trattarsi nè di un'afferma-
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