Critica Sociale - anno XXXVIII - n. 22 - 15 novembre 1946

370 CRITICA SOCIALE . ..I Opportunità di un sist,ema misto, con eliminazione di mol– te fra le attuali impos~e. • Come potrebbe essere configurato un t~le, sistema? Anzi· tutto occorrerebbe àgire con energia, abolendo tutte le im– poste praticamente improduttive, e che costituiscono dop– pioni inutili e dannosi_ Delle imposte di carattere rea;e \fo– vrebbero essere conservate le tre fondamentali: quella sui terreni, quella sui fabbricati e quella sulla ricchezza mçibile, che colpisce il reddito del capitale puro, quello dercapitale e lavoro e quello del lavoro. Queste imposte, appunto perchè a carattere reale. dovrebbero essere proporzionali e non pro– gressive e le' aliquote essere contenute in limiti sempre -più 1 modesti, appunto perchè loro scopo precipuo dovrebbe es– ~ere quello di giungere alla costituzione di una anagrafe ti:i– butaria e impedire eccessivi squilibri nel periodo di transi– zione fra il· predominio .delle imposte a carattere reale e· quello delle imposte a carattere personale. . L'imposta principale dovrebbe essere quella persoJ]ale sul reddito,, çon un ragionevole margine di esenzione, ·ma for– temente progressiva, in modo da incidere sui maggiori red- . diti con un'aliquota tale che sfiori l'avocazione. Natural– mente tale impostà dovrebbe tener conto de!la effettiva ca– pacità contributiva del singolo e quindi dovrebbero essere dedotte• le imposte e tasse pagate a qualsiasi titolo e tutte le spese·afferenti alla produzione del reddito, anche se non docunìeritabili, ma ragionevolmente presumibili; inoltre oc– correrà 'tener conto dei carichi di famig!_ia, perchè dovrà essère ,eretto a canone fondamentale della scienza tributaria, da un lato l'obbligo del contribuente di denunzia-re il vero, dall'altro il diritto del contribue9te che venga·· fatto salvo un reddito sufficiente perchè egli stesso e la sua famiglia possano vivere e ;irosperare entro i li.miti di un sopportabile ten_ore di vita. . . Quanto alle altre imposte attualmente esistenti, esse do-· vrebbero essere in gran parte- abolite. Poche sono .le ec– cezioni. Le imposte straori:linarie sui terreni e sui fàbbricati, ad es. devono essere tonservate: si tratta nella specie. di imposte straordinarie che sono state istituite per il servizio del prestito redimibile 5% e_cesseranno col rimborso. del prestito;· del resto la loro aliquota è assai modesta: 0;02621%· per i terreni, e 0,366941_% per i fabbricati. ' La imposta IO% sui frutti ·dei titoli al portatore 'è già stata abolita. Invece non è stata e dovrebbe .essere abolita la imposta progressiva sui dividendi deHe società comm_er-– ciali, che ha solo lo scopo· di evitare che le ·società com– merciali distribuiscano elevati dividendi: così ·pure dovrebbe essere aboiita, perchè creata per solt' motivi demagogici c senza alcuna giustificazione dal punto di vista fisèale, la imposta straordinaria sui compensi degli amministratori e -dirigenti ~i società commerciali. L'imposta ordinaria sul· patrimonio· non è affatto una imposta sui patrimonio, ma ·sul r-eddito, e, trattandosi, di una imposta reale. costitui'Sce un ingiùstificato doppione tiell-e imposte reali che colpiscono i singoli cespiti patrimo– niali e non ha alcuna ragione di sussistere. La aliqu0ta ap– parentemente m'odesta (0,7863) non deve ingannare: nor, st dimentichi che questa aliquota è commfsuràta al' patri~ 1110nioe non a-1reddito. Vera e propria imposta straoq:linaria è quella sui maggio– ri .utili derivati dalla guerra: sono noti i motivi, special– mente di carattere etico, che hanno giustificato il sorgere di tale imposta in quasi tu,tti i paesi durante la prima e la. seconda gùe~ra mondiale: è ·pur noto che i risultati, al– meno in Italia, .noh sono stati troppo brillanti; comunque, anche talè imposta è cessata col 31 Dicembre 1945. Resta il. gruppo delle· addizionali': la imposta a favore della Camera di Commercio, l'addizionale 'comunale per _in– dustrie, commerci, arti e professioni e l'a_ddiiionale provin– ciale all'imposta comunale industrie, commérci, arti e pro– fessioni. Siamo nettamente contrari a!Ja conservazione di tal.i imposte, che costituiscono di fatto_un ingiusto aumento dell'imposta di R. M. Se la Camera di Commercio rende ,effettivi servi·zi a coloro -che vi sono iscritti è equo che venga "imposta .ùna moderata tas,sa a carico degli iscritti;. ma le addiziònali comunale 'e provinci{ie devono scompàri– re: spetterà allo Stato di 'concordare cogli Enti· autarchici la cessione di· una quota di quanto esso incassa nel loro territorio a titolo di imposta di R. M_ e di imposte sui terreni e sui fabbricati. Quanto alle tasse (ispezione farmacie, occupazione spazi ' e aree pubbliche, comunali e provinciali. contributo di uten– za stradale, contributi di miglioria; raccolta, e trasporti ri– fiuti. solidi), se ed in quanto esse çor.rispondano ad: effei– ,tivi servizi resi dalla collettività àl singo!'o, nulla osta alla loro _conservazione. - 1 · BibliotecaGino Bianco ' J Il pr.oblema della finanza locale. Ri~ine per ultimo un gruppo di imposte' di specifico ca– rattere locale: e cioè, oltre· alle addizionali già considerate, le imposte sulle patenti, sul valore )ocativo. sui piànoforti -~ biliardi, sui domestici. vetture e cavalli, sulle bcenze, sugli animali caprini, sui cani, sulle macchine da. caffè espresso 1 sulle insegne, su:Je vetture pubbliche e pnvate, su, passi carrabili etc .. alle quali si• deve aggiungere· la recente de– ploratissima imposta di' famiglia, che c·ostituisce un dop– pione aggravato e peggiorato della _imposta persona~e co~– plementare. sui redditi. Contro tale 1mpo_stala. pubbh~a op1: nione si è giustamente so.'.levata: a Milano 1 contnbuent1 hanno manifestato il loro disappunto in modo curioso, ma eloquente: meno del rn.% dei contribuenti ha l)resentato in termine la prescritta denuncia. e solo il 2_% ha presentato una denuncia positiva. · L'argomento della finanza •locale è assai spinoso e su queé!o punto i pareri son0· qu,anto mai discordi. Da ·un pun– to cii v;sta di armonia tributaria è certo· che la soluzione ideJ.k sarebbe quella che una sola imposta èli carattere per– sonale fosse percepita, dalla collettività -rappresentata dallo StaLc,: a-nche in materia di imposte ·personali ai bisogni degli Enti autarchièi si dovrebbe provvedere mediante cessione da parte" dello Stato ai detti Enti di .una: quota dell'imposta eh~ esso percepisc~ sui loro· rispettivi territori. , D'altra -parte i fautori della autonomia degli Enti locali èonrnicrano che in tal modo gli Enti Autarchici rimar– r, bbno troppo soggetti al potere centrale, e che la autono– mia, quando non sia sorretta da basi finanziarie autonome, diventa una lustra. · . , Pur fautor-i di una larga autonomia degli Enti. Lòcali, dobbiamo dichiarare la nostra reèisa avversione per una imposta locale di çarattere. personale. Se la imposta per– sonale complementare sui redditi dev.e diventare la fonte princi'pale del reddito fiscale de.'Jo stato; se essa, oltre che perseguire fini eselusivamertte finanziari, deve avere scopi anche sociali nel senso d.i diventare un .correttiv-o della troppo evidente sperequazione dei redditi, è necessario che , una sola grande imposta di carattere personale sussista e çhe vengano ·decisamente aboliti tutti i doppioni che le fa- rebbero dannosa concorrenza. ' · 1 Agli Enti Autarchici, oltre ad una quota - ·come si è det– to - sul gettito dellà imposta pè!:§_ona'e. ed eventu:i.lmente anche deile imposte di carattere reale (tenendo però. ben fer– mo che nmi" saranno ;ùnmesse sovraimposte. od addiziònali e eh~ i contribuenti dovranno pagare un'aliquota sola), po– trà esser lasciata la facoltà di imporre, entro certi limiti, imposte reali soprattutto su usi e consumi voluttuari: pia– noforti, biliardi, domestici, cani, vetture private, automobili, ed eventualmente, ma co~,.moderazione., su çerte. forme più appariscenti di propaganda : insegne, insegne lùmin_ose, etc. etc.). ~ ENZO MASSARANI DE AMICIS SOCIALÌSTA (Nel primo centenario della nascita di Ed111ondoDe AmiciS') Quando, intorno al 1890, Edmondo De Amicis diede la sua adesione formale al socialismo, alte si levarono da ogni parte le çritiche al nuovo suo atteggiamento.- •e_ non solo nel campo avversario, ma persino in quello amic0 Cro– .ce ricorda, ad esempio, il giornale N eue Zeit di Stuttgàrt (anno X, n. 46), che attacèa il nuovo cÒmpagno, r;mprove~ randogli di ·essere borghese, militarista e, anche .e soprat– tutto, in inala fede: per il giornale, cioè, lo scrittore italia-. no,. dopo aver celebrato le glòrie militari. e avei- esaurito nei suoi libri di viaggi tutta: la stia capacità letteraria, si trovava ad una svolta decisiv_a, ad un bivio inequivocabi'– le: o cambiar modi,. o letterariamente morire. Ed egli 1 avrebbe. preferito la prima strada, dandosi alla letteratura sociale, che tanto ben prometteva in _qùel momento. Mala fede, dunque, e non spontanea convinzione politica del Nostro. · · Ma chi, oggi, ben ponderi tutto l'att-eggiamento umano e tutta l'opera di De Amicis ndn può che constatare l'ingiu~ stizia di codesta accusa, data la coerenza di De Amicis ucr mo e scrittore. E giova, ai meno· ,icordevoli, precisar~ quali vie lo condussero al social_ismo, soffermandoci soprat– tutto sulla costante posizione internaziohali•stica e sulla non meno precisa e continua predicazione di fratemità tra ,1e classi sociali più disparate.. Nè si ponga, a contrasto del primo punto, Ìl militarismo dei suoi· primi anni, · dalla ten– tata fuga p~r unirsi; in Sicilia, con Garibaldi, sino agli an-

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