Critica Sociale - anno XXXVIII - n. 13 - 1 luglio 1946

CRITICA SOCIALE 209 Juppa ~I-1:nassinD le facoltà intellettive e morali, crea le co11_cl1z10111 e le premesse più favorevoli alla rivelazione rehgios.a. ~' lo spirito che in vaca lo spirito, àllo stesso. modo che I abisso, secondo la massima comune invoca J 'abisso. E non è forse loi1tano il o-iorno in cui ~ma mi– racolosa, irresistibile ondata di fede pervàderà tutto il mondo. ' Fede, ho eletto, e spero bene che !lOn mi si voo-Jia fraintendere. Alla s1;1perstizione, infatti; assai' più ;on– v1ene 9uello_ stato d1 ;natura tenebrooo e selvaggio, dal quale 11socialismo - m titanica battao-lia con la rea– zione - ha sollevato le gralldi moltitudi;i dei sacrificati. Allora soltauto i troppi dottori del tempio che anche bgo-i_ si '!ffa_nna~~ i:;ell_amiope difesa d_ellalettera e neljle mld10cn d1squ1s1zto!ll polemiche, capiranno a quali mai ispirazioni abbiano tentato di sbarrare la strada .. Mia non vogliamo insistere esageratamente sulle loro responsabilità : µe grandi ispirazioni passano lo stesso. E l'uomo socialista, in tutta la pienezza della sua forza e della sua anima, dominerà vittorioso il mondo di do– mani, emancipato dial bisogno, dal pregiudizio e dalla paura. ANTONIO GREPPI "E·SILI O - " Contributo ad ~na storia del nostro antifascismo Nel pauro.so ecliS6e di una civ-iltà, nell'apocalittico ocollo di un mondo incapace di dominare le forze ullrapolenti di produzione e di distruzfone da esso, stesso scatenate, i valori umani, universali ed eterni, appa-rentemente sommersi dalla barbarie -totalitaria, fu.-ono custoditi e difosi, nelle ca– tacombe e neglil esili, da una falange eroica di non confor– misti, di apostoli, di martiri. · Oggi a tutti è palese che fascismo e nazismo norn. vanno -oonsiderati j!n sè e per sè, come aberrazioni mostruose e improvvise di uomini e di colleHività, ma nel più ampio volg-e.-e d·ella ,crisi tragica e suprema di una so,cietà, di un ordinamento produttivo che ha generato l'imperialismo e un egoistico monopolio d,i classe. MQ all'indoman-i della prima guerra mondfale, s,o-ltanto i veggenti poterono- sco-r– gere nei sintom i premonitori l'addensarsi di turbini im– mani, destina.ti a bravolgere nel terrore e 111el sangue le aspi– razioni d ,i: libertà e di ~iustizia delle moltitudini. Non gli aS6ertori di un liberalismo ancorato, al didtto di pr-0-prietà si .scliierarono allora in difesa degli <e immortali principi >) e dei « diritti dell'uomo», ma gli annun-ziatori· d:i una- so– cietà 111uova,senza classi. Antiltesi soltanto app.arente, poi– chè sempre nelle epoche d-i decadenza e di transizio-ne dial– l'una all'altra forma- d-i civiltà, la' salvezw dei principi non perituri dello ,spirito inco1nbe alle nuove forze espresse dalla matr-ice della ,;toria, come un segno di continuità e di stabilità pur nell'infinito processo di rinnovamento deg!i istituti politici e sociali. Era eonforme all'ordine delle cose che la grande Arca deil profughi dal diluvio, nazi-fascisla acco·gliesse, ,in numero preponderante, coloro che avevano dedicato l'ingegno e le opere ad' educare e prepa.-are la classe lavoratrice al suo reale -compito, e che proprio a quei relitti del naufragio le vicende affidassero la rivendicazione della personalità e della dign-i!tàumana contro ognè forma di schia– vi~mo e di costrizion~. Socialismo e seoundo Risorgim,:,nto. Era altrettanto ,conforme all'ordine delle cose che a questi uomini incombesse l'ono-re è la responsabilità, d-i 1 fronte al disastro militare ed al pericolo della dis~regaz:ione i'1,terna, di riprendere e condurre a lermine il processo storico del Riwrgimento, affrontando e -risolvendo i problemi deviati o alterati, nei loro termini reali, dal eompromesso• monar– chico-borg.hese. Il socialismo- riprendeva il retaggio dei m:ar– ti.-i e degli eroi, ,i fermenti- rompressi degli spiriti generosi che non s'acoonciarono mai al mal-costume politico del tra– s/ormm!mW e che soffersero piombo-, carcere e confino sotto Rattazzi, Cris-pi e Pelloux. Giacomo Matteotti si rieollega a Pisacane. I Rosselli ricordano Ruffini, Lauro De Bosis è d-ella stirpe di Mameli. Anch'egli dona la sua vita alla Pa-· trJ:i., anch'egH lascia un'ocedità d'amore· ai_giovani, ai fratelli d ltalfa, auspicando: ... il ,mo-vo - mondo che sorge senza oepp-i e senza - iblioeca Gino Bianco vincoli di muragli;e e di fnontiere, - uno ed ugua~e per gli uguahi, libero - per i -liberi, ie acoorchia /,e divers,e - genti, sfatte dall'odio, ù, un,z sola - azzurra patria, luminosa e Z,nllllJCnSa, La sua scompa,rsa nei cieli, al -ritorno dal vQlo avventu– roso su Roma, è ~offusa d-i leg~nda, come quella di Ippolito N-ievo. · -U socialismo continua il Risorgimento, eduund'o le plebi, dando una ,cosci•enza agli umili, elevandoli alla lolla politica. E nell'ora della prova la predicazione socialista, la resistenza socialistl!, preparano- le condizioni della rinascita, sono tra i presupposti necessari della guerra di libe.-az-ione, della ri– scossa part-i-giana, della battaglia repubblicana: l41quella so– stanziale r,ivoluzione morale del cos\ume e del carattere, che si viene operando nel nostro Paese come effetto di una lace– ra~ione pro.fonda dei .-appor-ti social i e ch e è, 'forse, l'equi– valente d·elle vaste e profonde cris1 religio.sc e politiche che condussero altri popoli ed albri paesi, assai prima di noi, a dig,nità nazion·ale. Filippo Turati, che abbandona l'Italia « quando la scia– gura e la più orrenda catastrofe, e gli anni g.-evi e il corpo invalido-, e la guardia di un ,cippo funereo - oontenenle tutti i suoi affetti - p,otevano legittimamente sugger-irgli di chiedere un riposo all'oblio » e « superbamente » si leva « più alto ,çhe mai, sfidan'do tutti i ,pericoli e le minacce fe– roci, della reazione, p,er caggiungere i compagni, e mettersi alla loro testa, sulla via deil'esilio » (sono paro.Je di Claudio Treves), è,pur sempre il .T=ati del '98 e di Finalborgo, l'ani– matore di quel movimento che si colloca fra il Risorgi– mento politico -e il riso-r,gimento S-Ociale, ed enlrambi con– cilia .-e fonde in qu,ell'antifascismo s,ocialista, che è l'espres– sione e la sintesi del più puro patriottismo. È il Turati che identi•fica nel fascismo la guerra, la violenza di classe, l'e– stremo ,tentativo di un sistema, il quale .ha in se stesso la propria co-ndanna e la propria espiazione. Quando egli muo-re, il 29 mano 1932, l'u-ma che reca le sue ceneri è portata in albo dai discepoli e continuatori: Claudio l'reves, che lo seguirà a poco più di un anno nel- 1' estremo riposo del Père iLacha-i:se; Emanuele M,odigliani, che recherà nell'Italia rin?ta, ,pur fra le in-co-mp.-ensioni d,èlla gente nuova che ingrossa le file dei partiti di masse, gli insegnamenti lumino-si e tuttora attuali del Maestro (per– chè non si ripetano, i, vecchi, errori, perchè non si ricada nelle scontate dolorose esperienze); ed infine Carlo Rosselli e Bnmo Buozzi, l'intellettuale -e l'operaio, i quali si rioo-1- legheranno al più amalo fra i discep,oli del comune Maestro. a 1Giaoomo Matteotti, nel .supremo olocausto. Non si pos– sono .--i-eordaresenza commozione le presaghe paro.Je di Clau– dio Treves: <e La storia del martirio vince il tempo. Essa si confonde con la causa e vive in essa! >) Martirio e socialismo fanno tutt'uno co,n l'antifascismo, fan1110 tutt'uno con l'Italia, che il socialismo vuole redenta da ogni .servitù in una so– cietà di libere nazioni, in ,un mondo riconciliato. 1- '« emigrazione >) socuilisDa. Sono pagine imperiture dc storia, cui recano materiali ine– diti o scarsamento noti le memorie e le testimonianze di coloro che 1-e hanno, vissute: esuli all'estero e in patria, partigiani e combattenti. della clandestinità. Alcuni di questi scritti meritano la più ampia divulgazioue, in quanto con– lr-ihuiscono a dissipare luoghi comuni, artificiose impressioni, errori di apprezzamento e di prospettiva, ,che trova,no- favo• r,evole terreno ip un'opinione pubblica non anco-ra consoli, data, in un clima politiCJO cl,',, risente tuttora di sbandamenti e incertezze, conseguenze inevitabili di vent'anni di com– pressione spirituale. Esi,liJo (1) di Vera Mlodigliani, la valo-– rosa e intrepida, compagna del nostro Emanuele, è un docu• mento vivo•, patetico, ricco di epis,odi- e di immagini, scritto (1) VE-RAMODIGLIANI: Esilio - Garzanti, Milano, 1946. (Ripetiamo che di questo libro i nostri lettori potranno fare acquisto al prezzo ridotto di L. 400, inviando• direttamente l'importo •alla nostra ammi– nistrazione). Un altro valido contributo alla storia dell'emigrazione ~ la Vita di Carlo Rosselli di Aldo. Garosci, edizioni U, Roma - :Milano, 1946. in due volumi. E' un'opera ampia, documentata, che esce dal com– pito puramente biografico per esaminare i problemi politici del fa– scismo e dell'antifascismo, alla luce delle esperienze della lotta dl liberazione e delle esigenze sorte dalla crisi interna dei vari movi– menti di opposizione al defunto regime. La posizione liberal-socialista 8 studiata dal Garosci nelle sue origini e nei suoi sviluppi, attra– verso scritti, in parte inediti, del Rosselli e dei suoi compagni di Giustizia e libertà, sin dal primi accenni ad una formulazione te~– retica revisionista nel Quarto Stato (1924-26). Sostanzialmente, 11 diss~nso fra 11 Rosselli ed i teorici del sorialismo verteva sull'in– terpretazione del materia1ismo storico, e si riferiva più alla tattica del Partito che all'icleologia marxista, in quanto su questo terreno esso appariva superato, con l'esclusione di ogni !forma di .au~o– mn.tlsmo dotermtnistico dalla geniale concezione di :Marx, In seguito

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