Critica Sociale - anno XXXVIII - n. 3 - 31 gennaio 1946
38 CRITICA SOCIALE Chè se poi la legge eStende•ssc a idt_1e ,o, a tre -i voti di pr-eferenza, mentre per un vers_o s1 otterr:~bbe una più scrupolosa graduatoriia, o_ss1,auna pm f?dele espressione della volontà degh eletto«?, per l altro verso - non sembri un p-araodlosso-·risuJ.teroobero più limitati gli spostamenti.- ·. . . Con tutto ciò r·e~ta s~rnpr~, 111 regime de'.11?cra:t1_co'. il punto nel"o ideH ordzne di precedenza p1eslabl/11.o, ma forse non è utopia sperare che fesito d:'una v,o. !azione effettuala co.J sistema testè menzionato possa dimostrare l'inqfilità ·di p•resbabilire un or,dine di p-rc– ccdenza. ALESSANDRO DE \IECCHI PubblichiOJmo quanl'o scrive il compagno De Vec– chi, ma riteniamo all'atto insufficiente la sua propo– sta. Più ragionevole ed efficiente una forte rìduzio,ne: (dal 25 a rnon oltre il 5-10) della percentuale di prefe– renze necessaria a dar prevalenza al giudizio degli eletlo;·i- sopra all'incontro/lato arbitrio con cui' le di– rezioni dlei Partili 1 stabiliscono l'ordine dei candidali. È strano e deplorevole che all'assurda disposizione della proposta di legge l'opinione pubblica non abbià mostralo d•i reagire in alcun modo. Ah! non per que– sto ..., diremo. col Poeta, non per l'avvento di questa sfacciata maschera di democrazia· combai/lei-0110, sof– frirono, moril'on.o tanti martiri della lo/'la -clcr11dlesli11a e partigiana. LA CRITICA SOCIALE La questione di Trieste: il compito dei ·soc.ialisti Mentrè ero in esiHo in Svizzera, parlecipài con· al– cuni articoli, sul gi()lma1Je. socialista Libera Stampa, a.Jla discussione intorno alla sorte di Ti:iesle e dell'I– stria, dichiarando che occorreva resistere al traco– tante nazi,ona,lismo slavo e occorreva in pari t·empo evitare éhe un'ingiustizia compiuta a danno de,:l'Italia desse nuova esca al nazi,o,nalismio, nostirano, che ci ha yrodotto quegli effetti dei quali ~entiremo pur troppo il dolore per lungo tempo. Conchiu,devo che d,oveva esser oomp,ito del socia,lismo intern.azionale ·oppors,i a tutte le pretese nazionaHstiche e instau– rare, con un equo rispetto d•ei diritti di tul'le de na– zioni, le condizioni di una convivenza pacifica fra i_ pop,oai. Il ricoi,d10 di quel che i,o,scrissi allora ha suggerito al comp,agno Paschi, tornato a Trieste, di inviarmi per la Critica la lettera che segue, aJie cui idee a·de– risco toto co1·de. Caro Mondolfo, U. G. M. ì Era verso la fine del 1944 9 vivevamo esuli nella stessa terra o<pitale. Sui giornali era apparsa. la notizia che il Maresciiallo Tito ri-vendicava la «restituzione» della Vene– zia Giulia ed io; che mai prima· di allora avevo, pensato di col1aborare ad un giornale (sono nato noi 1914, e questa può essere, fra le altre, una spi.egazione), sentii, quale trie– stino, i,! dovere di scri'Vere un bo-eve articolo di precisa– zi,one e di opposiziqne a tali rivendicazioni. Fu allo,ra che tu riprenclèsti' tale argomento in un articolo, dal titolo-: Il compito dei socialisti (sotto la tesiata: « Pericoli di coJÌ– llitii futuri P>), in cui; prima di parlare "anche di un'altra cegione europea in cui si fa questione di minoranze mct• tevi. in riHevo la ne~sità di reagire· tempestivament~ oon' tro tale htteggiamerito jugoslavo. È tale precedente che mi ha confortalo nel mio intento di scriverti una lettera che può forse interessare tutti gli' « Amici di Critica Sooiale_>> .• Da aUora molta acqua è passata sotto ·i ponti. Purt,roppo, per ragioni indipendenti dalla mia volontà, solo qualche . setti.mana fa son potuto tornare alla mia città. Lo s-pettacolo della situazi10111èpolitica che ho trovato a Trieste, e - che avevo tentato di seguire già. da Lontano, è desolante, e ben maggiore che nel resto .d'Italia è la delusione per chi aveva .la sicurezza di· coltivare idee di progiresso .. BibliotecaGino Bianco A Trieste non c'è una lotta fra varie tendenze politiché, no'n c'è che un duello oont-iln'uo fra due nazi,onalismi ern– sp·erati, parallelo ad un oozzare del rosoo ·con l'antirosso. È v~ clic gli Slavi, nei 45 giomi di occupa,iione, hanno commesso delle violemre oontro gli ltnliani; è veJè() che ne comme1t-0no_ ancora nella zona B (OjS~a nella parte della Venezia !Giulia occupata tuttora dalle tr.µppe jugoslave), ma è anohe vero che ~ Triestini, ancora più che il resto: deg.Ji Italiani, sembrano avere, 'Come ha detto Parri, una memo– ria fiacca e pretend;ono di non .-i·ootd~re le oolpe di cui si sono macchiati nei confronti degli Slavi. Inoltre, si può non essere ·comunisti,, ma non si può non ammettere che per 1lll1 convinto comunista sia ·ahhasumzà coerente il ve– dere oon un certo favore - come fanno ·alcuni lavoratori triestini di nazionalità italiana - l'espansione dii un paese che s~ ritiene sotto la sfora d'influenza, russa e ch,e ha un regime comunista. (Altea questione è se oon ciò essi lav-a.– ratori facciano il giuoco di un nazionalismo, sulla cui t-ol• leranza essi si fanno eccessive illusioni) .. Quello che non si può capire è oome in tali circostanze ci siano dei Triestini, che pretendono di d-ifendere l'i~alia– nità cldla regione con una specie di Sacra AUeanza, Na~i<,– nalista di lutti gli ltali'ani,, non· dico soltanto fasd,sti prima 'dell'_8 settembre e antifascisti, ma neofascisti e haclogliani, coJlahorator,i• e parti1giani, democratici e basto'"-'ltori, ga– lantuomini o profittatori; menlre invecé sembrerebbe in– tuitivo ohe l'italinnità di queste regiloni si d,ifendesse in un modo- solo: dimostran«to che gli Italiani non sono più quelli del fa~ilsmo, ma u:omini di progresoo e di libertà, uomini che' sanno rispettare la nazionalità altirui e che vo– gli,01110 anzi,tutto avviarsi su una via cli demo,crazia politi.ca e di ri •mwvamen.to soc_ia.Je. La propaganda degli Slavi e elci, comunisti, lo,cali, che tac– cia di fascista tutto ciò che è italia,no, è puerile·- e la fre– quenza dei telegrammi spediti 'abusivamente a nome di Trie– ste o di tutta la regione non sembra aumentare la sua effi. cacia -, ma è altreltanto puerile il modo come la stampa italiana locale pirete,nde di demolire il comunismo e· la Russia comunista, per cui ·Siipuò avere p•i'ù o meno entu– sias,no, ma in cui ·anche gli avversari devono riconoscere oggi uno dei, fa1tori essenziali della politica mondiale. C'è invece a Trieste un foglio dem<>ccristiano, che pretende di combattere ,comunismo e slavi,smo, specufando- anoora sul f.a-110,re reli-gioso o citando - con una impud'icizia ed un rea• lismo Yeramente poco cristiani - epioocl-i di orrori' che sono evidente frutto di una fantasia malata. Si può leggere un settimana-le, grande fautore dell 'Uuione Sacra dj tutvi gli Italiani e pa1adino della nostra civiltà, che approva addirit– tura le bombe oontro le sedi del Partito Comunista. Succ-,àe po'.i anche ad un giornale ,che preten_de di rappresentare il Partito d'Azione di farsi co·gliere a parlare del bolscevismo oome si faceva al tempo, del Tripartito. C'è i!noltre -- la·st but 111ot leas,t - queHo eh.e dlovrehhe esse·re i,l quo.fidian,o degli Italiani, i,he si chiama La vooe libe•rO! e passa per portavoce del locale C..L.N ., che sembra preferire, la •Spagna d,i Fra·nco àlla Jugoslavia di Tito e fa una necro.J.o,gia di Ugo Ojetti e ne riparla il gio.-no dopo, esaltand 1 0-lg come p-olitico, dimen– ,ticandosi di" ricordare - a parte aliri pkcoli nei - che egli, ha tenuto la vicepresidenza dell'Accademia repubblichina. Tanto per citare gli esempi che ho wttomano. _ Gli Jugosfavi falsano talvolta a soo,po dv propaganda la situazione etrùca d-ella regione; ma Ji>erquesto· è il caso di riaprire polemiçhe ~a Dalmazia? Pro.prio rec·entemente un .amico reduce da Londra ci' ha fatto presente quanlo <lanno · facciano nell'opinione alleata· le esaigerazioni della pro1,a- ganda: lasciamo•, dunque, sbagliare gli aliti e. badiamo a non commettere gli stessi errori. Non s:i,sa'rà mai ripetuto ab'hastanza, che non s•i combattono gli stolti nazionali$mi po– nendosi su un terreno· nazionalista. Ora quello che è più dolor_oso in questa sit~1azione è la pora influenu, non dico del -Partito Socialista, ma si po– trebbe di're in glmerale del oocfalism,o, dell'i.dea eocialista. Qu:mto al Partito d' Azfoine, no.-Voglio riaprire la polemica sul sociaJismo in questo parti,to,: certo che a Trieste la sua fisionomia r'isente della presenza di un compatto .gruppo di vecchi repubblicani, per cui la guestione è pitì problematica che alt~ove. •• l , Ho preso l'ardire di_ scri,verti, perchè penso che tuttociò possa interessarti, se già durante la guerra tu ritenevi un compito dei socialEsti il battersi per una. pace giusta e sicura, quale non sarebbe, quella, che assegnasse la Venezia Giulia alla Ju,g,oslavia. Quanto al mo4o- di condurre questa battaglia, mi sembra che, nella situazione attuale, sia proprio compito
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