Critica Sociale - anno XXXVII - n. 6 - 30 novembre 1945

CRITICA SOCIALE 85 pc1· lo meno era inceri a la vittoria della Germahia; e al16ra? Se avesse vinto l'antifascis mo., che- né sa1·ebbe stato di lui? Il semplicione eh.be una ri– sposta che ci. stupì. pe1·Ja sua acutezza: « oh! nulla, siete. democratici e ncii1-potete'•verso di me usa1:t i· metodi fascisti! J>. Noi allòilii ridemmo. Ma' -oi'a oomprendiamo; che aveva ragione: anticipava il rn– gionameni:6 ',di tanti avvocati che oggi si sono sve– gliaJ:i ·poljtici e si affannano a insegnarci la <lemo– ,c11az1a: ·qu~lla democrazia pre-fascista che i1on si <lifendeva, che armava j suoi stessi nemici., che li aiutava a prepararle H capestro e che si lasdò sof– focare ... ·democraticamente. Come se un gentiluomo i10n dovesse difendersi .. 1 . . . a vugni da un borsafolo p'èr non ccsm.àgare » la sua ,i:ori·ettezza di persona educata. Ecco il fatto: oggi la democrazia, per paura <li essere dittatoriale, non ottiene· neinmeno il rispetto delle proprie « grida » e ricominci-a il giuoco del 1919, permettendo che "la foJla,. aizzata dai i·edditi.eri';-'Jilrvada le copp!')ra– tive al grido· di « viva il re! 1>', tal quale èome la ha'ndà del-re r.ahelesi.ano. Pièi:ctccplo, il quale muo• veva · gu~~l;l1 aj vicìÌti per difendere il diritto suo .e dei suòi sudditi di vendere focacce! Se le c·ose doyesse1:o andare di .questo passo, non. i liberali, ma i pari:it.i democratici, cioè « difensoii della democrazia »i <lovrehn-ero riveder~ la loro posizione nel ç.L:N., ponendo la questione appuntò deÌla dilesa efficace della democrazia e del_rispetto alle _le,ggi. · Il Presidente P:ani -ha detto che noÌt può aumentare nemmeno la gu.a-rdia di finanza, :_ineriti 7 0ggi la forza pubblica dovrebbe essere epu- 1·a_J;a:; accresciuta e ben pagata, p.èTchè sia in grado di difendere la pi·epa'ra~iòne, non :dico della nuòva Jtalia, ma almeno della Costituente, organ.o _che dovrà- decidere sulla• 1iuova ·ltaHa. _ -E. il govèrno sia fermò nelle_ sue ·decisioni, .prima · <li tuttò. La legge peì· l'epmazione, o.nòn doveva essere emana~a senza previo esame della Consulta o, una yolta emanata col ,consensel!~della maggio– l'anza · collegialè, non dovev"- essere permesso al- 1 'i>n. -Bròsio di ci·iti~da .e p:tftt doveva poi essere 1:imandata alla Consulta. Con auesto tira e molla, con questa .disparità nel seno -stesso del Gove1·no non si •ottiene quella ·autorità• che è appunto dò che o_ggimanca e· oggi maggiormente si esige. ~en– tre la storia insegna che nei periodi di crisi occorre appunto imporre il senso de} idiritto e -della di– sciplina! · · . . l r,' . . . . . . - Leggi ·chi.are, semplici, 1na· attuate con qualun– que. me71zo. Sì dia· la sensazione_ che la voce della– leggè' è sacra e austera e decisi;i. per tutti. Noli si faccia come in' certi comuni ovie si ouhhlicano han– .di contro la borsa nera e poi 'si- ve.dono J hcfrsane– risti vendere pu'h'b)Jcàmente, ·sulle·JJiazze, la· loro merce, infischiàndosi di handi ·e minacce'. Così si va all'anarchia, così si crea quello stato d'a_niipo · ccqualunquista >> che ~refel'Ìsce un 'autorità,. qua- limqu.e essa sia, Jjurchè• sia autorità'. La~giustizia ~-co11 npi e con noi il dovei·e di difondel'la ! · . ALFREDO POGGI ·Abbiamo in ·deposito i s,eg11e11ti 'opuscoli: CARLO RossELLI, Filippo. Turali, L. 30; OLINDOGoRNI, Socialismo-e Federazione, L. 15; GIUSEPPE FARAVELLI, Verso la'Cbsl_ituènte,'L. 10. . Su .quesl'ult(m<i vien dato l~.;sconto del 20% alle Se!lioni che ne richiedano almeno 5 copie. Perchè .non siamo fusionisti · Risposta ,_aPalmir~ Togliatti Abbiamo d'alo nello sco1"so /uscicolo una bl'eve pi·ovviso1•iu i·ispdsla alle parole deti.e da Palmiro To– gliatU a Tol'illo 1,zel secondo Congress-o comunistà pie– montese e pubblicale nell'Unità del 4 novembre, di– chiarando che avremmo dato più ampia l'isposla do– po che la Direzioner•cJlel nostro Parlifo avesse J)l'esu. postzione s11ll'argome·11io. Sappiamo o-ra che la Direzio11e !lOil• -ii1te11dedi re– cedere dalla dichiaà1zione, fatta dal Comitdto-Cw– trale, di "i11allualttà" d'ogni idea di fusione e· /'arà nati1ralmente. interndel'e a Toglial.ti e a tutti i comu– nisti che l'a11nunciata campagna, con la quale essi vorrebbero foi·zw• la mano al nostro partito, per i11- durlo a fare e ad af{'re-ttare la fusione, 1101!potrebbe avere, altro effetto che di i11etfere in p-ericolo la soli– dità e la sles$a esistenza del patto di u,nil'àdi azione. · · Per quello che riguarda _noi in particolare, po-· ll'emmo 1·isp,Òndere a Togliatti semplicemente ,cosi. Nel 1920-21 tu e gli alfri tuoi compagni dell'Ordine Nuovo di Tol'ino vi siete uniti- col gruppo napoletano• capifa11a/o da Bordliga per chiedere insistentemente l'espulsioll'e <AilP.S:l. di noi disprezzali "socialde– mocratici". Il ,fatto di non averla ottenuta vi sem,.brò significare cJze la mdggioranza del P.S.l. noui el'a di– spqsta a~ ac_qogliere··quelle radicali modificai.ioni di dottrina e di metodo1-a cui voi volevate condurla e perciò voi ve ne siete andati, battendo la porla iIÌ faccia a quelli. che restavano, e coslitutsfe il partito comunista, iniziando subito una violenta polemica conll'o fllll'e lè frazio11i del nostro partito. Poichè noi sappiamo berne d'i esser rimasti fedeli ai principi che allqra .professavamo; pur adattandoli alle mutate cir– costanze r con/onne_ ·del resto, anche in ciò, ai' criteri cui abbiamo sempre informato la nostra azione), dobbiamo concludere che, se voi oggi insistete tanto ·per unirvi co1~1ior e··negate che ci <Sianofra voi e noi differenze sostanziali-, segno è che rinlflegate tutti i principi _per i quali riteneste necessario allora d(se– parai·vi da noi. In tal caso l'unica forma logica e leale dli fusione non. pot.J-ebbe essere -altra che ques"ta: che .voi <!ichiariate sciolto il P.C.l. e i11dividualmenfe cia– scwzo di voi chie·da di essere ammesso nelle file ~lP$~ . Ma in realtà COJ1questa risposta, calzantissima e perentoria di fl'o·nte al postro alte·ggiamento, noi 11011 -'avre1mno es_pl'essotutto il nosl1·0 pensiero. Alla fusio– ne che voi- chiedefe noi siamo co'Jitrari, sia pel' l'a– gioni di opportunità, sia Jjerchè ritenùtmo che fra voi .. e noi siano differenze che solo il tempo e l'esperienz~ potranno forse elz'minarc. La fusione sarebbe ora inoppo1;tuna e dairznosa ai nostri due partiti. perchè ci sono_11',a i vostri seguaci alcuni che non si adatte– rebbero a restàre co11vo·i se voi accettaste la conzpa– gnia dei "socialdemocrat-ici riformisti"; e son·o poi anche più numerosi i seguaci e simpatizzanti nostri che, convinti della sinceri/ti de.I nostro credo demo– cratico, 11011 sarebbero disposti a collaborare •C01i voi, che considerano ancora attaccati a quella concezione di dittaturo. in no111e, della quale a•uete condotta per fanti mmi la vostra propaganda e alla· quale avete informato. anche la· sfruttui·à interna <kl vostro par– tilo. Perciò la fusione, arnzichè accrescere, come voi sperate, restringerebbe l'efficacia dell'azione che i 110- . stri due 1xil'titi possono esercitare sull'orie11tamento della pubblica opinione e sulla vita del Paese. Mà, indipe11de11teme.n,teda quello che possano pen– sare e sentire i vostri e nosfri simpatizz<mti, sz'amo noi che riteniamo tuttora esiste11ti tra voi e noi pro– fonde <Nfferenze, forse anche di mefe, certo di me– todo. Noi lottiamo, ora, in seno· al nostro partito contN, la tendenza a costituire rigide -r1erar,chie e ad attribuire poteri deliberativi a comitati e gérarchi the d<i1rrebbero,second<> noi. avere solo funzioni ese– riilive. e resi.~tiamo con ogni forza confrn la fe11<fen-

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