Critica Sociale - anno XXXVII - n. 6 - 30 novembre 1945

CRl'flCA SOCIALE 93 le spese di ocèupazi~ne ·.~le c!lp?rla~ioni_ fo1:zose falle in Germania fecero aumentare 11 b1lanc10 della ·Ban– ca Nazionale rda 865 a oltre 7000 milioni· di corone. A malgrado di tale -goi1ffamento del bilancio deI!a Banca Nazionale, _la circolazione monetaria, che era riel marz,o 1940 di 609 milioni di corone danesi, salì a s~li 1760 milioni (sctlembre.1944). La Danimarc è ricorsa contemporaneam.cnte. a tulle le ·possibili misure anti-i'nflazionistiche: mra ,parte idei conii venne òloccata, furono emessL dei prestiti 'detti di « sterilizzazione » e si elevarono gra.ndemen_te le im– poste. L'esperimento ·danese, che senibra. pienamente riuscito, merita di essere ,profondan1ente _shidiato. La Svizzera ha un posto a sè. A fine gmgno 1944 le riserve auree della Svizzera erano di franchi 4426.9 mili-oni, la. sua circolazione di 3004.§ milioni; eppure, nonosta·nte ciò, la capacità d'acq1Jisto del franco svizzero è diminuita lentamente, ma ~ontinua– mente, ed è ora menO'Cte-J-1-~là di quel èµe era al prin.ci1>io dt:lla_seconda guer_ra ~ondiale .. Gli_ adegua– menti s alariah copro no solo .uqa parte :.d_1 questa effettiva. svalutazfo.ne deHa monella, i làvootalori spf– frono, si profila nel prossimo avvenire la· _tempesta. E, quel che è peggio; l'alta quotazione del fr'{\•ncosviz– zero in rapporto alle altre pionete· europee;ed extra– europee rende pres!.ochè impossibile gli SC! lmbi.in– ternazionali e la rip-resa dell'industria_ albèrghiera. Si ha,qui la dimostrazione che la capacità ~<l'acquisto dclfa. moneta non è funzione solb del rap;>orto fra la moneta in circolazione e la sua co1~rff1ra aurea, Stabilizzazione, [mddia, cambio della. moneta. Il pl'o– ble-ma monelal'io e il sistema fiscale. E l'ltalÌa? A fine febbraio '1945 il debitli pubblico si calcolava a circa 600 miliardi ·e la circolazione a ·320 miliardi: oggi debito pubblico e cir'còtazione iri- .sieme sùperano i 1300 miliardi. . · Tutti, o quasi,.i_ paesi di cui abbiamo trattato han– no cerè'ato .tdi aumentare la capacità d'acquisto della propria valuta in un modo o nell'altro, ha,ppo quindi tentato una politica di -deflazione. È beqe., però· os– servare che !;elemento caratteristico, d<eUa politica deflaziohisticn non è tanto la misura vfoJ1mta che riduce atd· un tratto, con un me:!zo o co1f l'altro, il quantitativo di mone!a in circolazi9ne, qtianto l'azio– ne successiva ·delle autorità nazionali,r1:!MJdente ad aumentar-e o a diminuire o. a conservari" nel corso del tempo il livello_ldel rpezzo circolante. · Poco conta che la lira venga, all'alto .d-el cambiu, barattata, alla pari, a un decimo o a un. centesimo; . quello che importa è che, una volta fissato tale rap– porto, il quantitati,vo di carta moneta avente corso legale rimanga invariato; So,lo allora, e quando non in_tervengano altri elementi perturbatori, si può spe· 1:are in una -stabilizzazione. • : · Motivi tecnici possono suggerire una· notevole fal- cidia della moneta all'atto ,del cambio. Una tale mi– .sura s.are·bbe in ltalja meno imipop,olare di- quel che po.lrebbe sembrare. La incertezza è uno· dei maggiori ostacoli alla ripresa economica e lutti sarebbero di– .sposti a sacrificare una parte del loro patrimonio nella ·speranza di evHare perico,li pel resto, e idi ve– dere anzi la perdiJa -compensata, almeno parzialmen– te, dalla aumentala capacità di acquisto della mo 0 · neta. Certo la misura sarebbe meno invisa che non un provvedimento il quale disponga i\. blocco tli par 0 te della moneta e l'investimento di tal-e.parie in un prest\to forzoso. · Il cambio' ·della moneta, quando ha lo scopo di pre· levamento, è una misura socialmente iniqua, percliè colpisce uno solo dei cespiti patrimoniali e sarebbe quin1di ins,o;pportabile se non fosse accompagnato da un sistema fiscale che va,lga a perequare "il sacrificio, colpendo tutti" gli altri elemmti che èostituiscono la ricchezza. Ma, per un altro verso, il problema monetario si risolve in definitiva in problema fiscale. L'essenziale, si .è visto, non è tanto la determinazione della quan– tità della moneta in circolazione quanto l'eliminazio– ne cli fluttuazioni cli certa importanza in tale quàn– tità. Per evitare ciò, la collettività ·deve far fronti; alle sue necessità senza ricorrere a nuove emissioni, . e cioè ai bisogni dell'Erario si deve sopperire me– diante entrate effettive. e quindi principalmente me· <Jianle imposte. Anche supponendo che si possano intravvedere i tempi ili cui i beni ·di consumo affluiranno in misure sufficienti al mercato e 1 la produzione industriale si avvii à ddiventare normale, la situazione potrebbe rapidamente peggiorare, se un inconsiderato aumento . della circolazione monetaria facesse perdere la fi'd 11_– cia rinascente è producesse un altro slittamento. È urgente quindi concentrare l'attenzione degli stu. diosi sul sistema fiscale, nel quale purtrwpo imper- -versa il disoi,dine e la immoralità, Dal punto di vista sociale le imposte, siano essé 9rdinarie o slraordina· rie, devono essere largamente ·progressive, perchè de– vono avere, oltre allo scopo di' provvedere· ai bisogni , dell'erairio, anche queUo d~ contribuire a rimediare, !llmeno in parte, a quel difetto nella distribuzione de.Ila ricchezza che è male di ogni tempo, ma ·che, particolarmente inaspriio. nei nostri tempi, è doloro- samente sentito dalla classe Javoratric~. · · ·. Da un punto di vista tecnico, le imposte tlevorio essere poche e semplici, deve soomparire quel feno– meno della molteplicità dei tributi, nel quale l'Italia· dell'ultimo ventennio aveva un primato poco invi– diabile: il contribuente ·deve poter sapere, senza procedere a calc9li complicati, quale è la parie del suo reddito che egli cleve sacrificare per i bisogni dell'Erario. . Infine, da uri punto di , ista morale, deve scompa– rire la presunzione che il contribuente tdenunzi il falso con inesatte dichiarazioni: e, d'altro la,to, le di– chiarazioni dei contribuenti devono essere sincere; ciò presuppone però ·delle aliquote sopportabili ed un severo sistema :di accertamento. Quindi giuramen· lo asseveratore delle -dienunzie, pene severe e severa– mente applicate pei trasgressori, contabilità {lelle so– cietà controillate da società fiduciarie e da profes– sionisti riconosciuti dallo Stato. S.eùza la instaura– zion.e tdi un'etica fiscale non è possibile una finanza· sana, nè una mo11eta stabile. E l'ammonimento, è inutile dirlo, ·non .è d½'eUo alle cl.assi !a"voratrici ! ENZO MASSARANI La riforma industriale V Politica industriale e riforma doganale Funzione della tal'i{fa doganale. Da lungo tempo è nella consuetudine degli scrittori di economia idi ass,ociare l'esame della ,politica indu– striale al ,problema ·della tariffa doganale. Oggi tut 0 tavia la tariffa doganale non ha più• nella' politica economica di una nazione il ruolo -predominante, quasi esclusivo, che essa aveva in passato. In' altri momenti la manovra de-Ila· tariffa era praticamente la sola arma ·di cui lo Staio .si· valesse per dirigere i prezzi e, conseguentemente, l'orientamento produf– tivo della nazione. Oggi in;vece lo Stato interviene oon numerosi altri sistemi, controllando i prezzi, i cambi, gli impianti, il commercio coll'estero, le assegna– zoni di materie priire. all'interno, gli aumenti di. ça– pitale. D'aHro lato, nel particolare mqmento presente i forti sfasamenti esistenti Ira il nostro livello dei prezzi, il livello dei prezzi internazionali, e· i cambi• convenzionali in vigore, tolgono alla tariffa attuale ogni pratica efficacia protettiva. ' . Allorchè. gli scambi internazionali riprenderanno con un ritmo n•o-rn;iale,ritornerà la la.riffa doganale; adeguata alla nuova situazione, ad essere 1 Io strumen– to p·redominante nella manovra economica, o invece ,la permanenza di strumenti adottati, in più o meno larga misura, .pressochè in tutti i paesi negli ultimi decenni (controllo dei prezzi, dei cambi, !Cielcom– mercio estero, ecc.) farà sì che la tariffa abbia a com· 'piere un·a .funzione prevalentemente fiscale? È evi– dente che, a seconda della risposta che si potrà dare a questo interrogativo, la riforma doganale avrà un· indirizzo notevolmente diverso. Se la tariffa dovrà avere una funzione economica è evidente che bisognerà costruirla come lo stampp entro il quale modellare- il futuro assetto della nostra industri-a e della nostra agricoltura. Tale·tariffa do– vrebbe presupporre quindi non soltanto un'inchiesta

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