Critica Sociale - XXXVI - n.8-9 - 16 apr.-15 mag. 1926

122 CRITICA SOCIALE no l'economia mediante la cooperazione. Se la arande massa dei consumatori poveri cessasse dall'acquistare i prodotti dai p~ivati com~e~-– cianti, questi verrebbero automaticamente ehm1- nali dal processo di distribuzione; e_d,_ un_a volta che l'organizzazione dei consumatori e dive1;1uta pol<ente, essa· può assumersi anche la ,gestione della produzione. Sarà questa una concezione unilaterale_; a un dato momento i cooperatori si troveranno difron– te a difficoltà quasi insormontabili, e dovranno ricorrere ad altre forme d'azione per conseguire irlteramente i loro scopi. Tutto ciò è verissimo, ma nòn si può negare che la trasformazione del. sistema capitalistico si effettui mediante l'inser– zione del principio sindacale nel tessuto econo– mico delle Nazioni. A fianco di .questa azione in– dipendente, si può sviluppare quella che tende a dare agli operai un'ingerenza nell'azienda ca– pitalistica, e il preferire l'una o l'altra non di– penct.e,che dalle circostanze. Oerto è, però, che tulle 'queste forme d'azione e d'organizzazione conducono ad un risultato unico~ la_gestione pub– blica. I modi e i limiti della socializzazione non si possono determinare a priori. Tutti i piani pre– stabiliti sono destinati a subire nella pratica pro– fonde modificazioni. Val quanto dire che il socia– lismo non è un modo di yita, \ln ordine sociale di cui si conosca.... no gli schemi particolareggiati, ma una. tendenza della società. Il proletariàto aspira ad emanciparsi dalla servitù economica. Sua missione storica è. di effettuare un ordine economico dal quale sia bandito lo sfruttame11to dell'uomo sull'uom-0. La dottrina socialista ha per funzione di orientare le masse in tale direzione. Non importa sapere (non importa, perchè non sarebbe possibile) a quali transazioni si debba giungere col principio individualista; l 'essenzia.le è non transigere in sede morale. Il sindacalismo di classe nega il capitalismo; condanna in blocco , il sistema del profitto come contrario alla libertà ed alla morale, ma transige con esso quando Ja transigenza è necessaria. Se il Sindacato da se solo è impotente a risol– vere il problema sociale, la politica, da sola, è più impotente ancora. La critica al sistema capitali– stico è certamente necessaria, ma, se essa serve a modificare il modo di pensare degli uom1ni, 1 non crea nulla per se stessa. I partiti, in quanto sono .formati da un insieme di critici e di dialettici, potranno stilare formule perf.ette, ma esse rimar- .ranno senza effetto pratico se non troveranno l'ambiente adatto a tradurle nella r.ealtà. La crisi delle ~endenze è precisamente la crisi del vuoto. La trasformazione sociale, è innanzi tutto un . problema di organi, di funzioni, di capacità. Il movimento operaio elabora dentro di sè questi ,organi, queste funzioni, queste capacità. Il sin– dacalismo di classe è una prassi'volta a effettua.re la democrazia del lavoro. Torna quindi l'antica conclusio~e: il movimento sindacale e il mpvi– mento pòlitico hanno pari importanza e; sono u_gualmente neoessarì. · RINALDO RIGOLA. Al prossimo numero : Problemi economici: Il Mercato di Milano -delle frutta e verdure - G. Garibotti. Un suggestivo parallelo storico - Franz W eiss. BibliotecaGino Bianco la evolnlione ~elre~ime lomnniita nena Repubblica de·iovieti Su questo tema, che è sempre di grandissima attualità eçl. inte·resse, anche per coloro - anzi, pri\llcipalmente per coloro - che, pur apprez– zando la importanza storico-mondiale della ri– voluzione russa, non hanno alcuna fede nei me– todi di violenza e di « dittatura in permanenza » del G.overno dei Sovieti e della Terza lnterna– ziOJ1J1.le, si svolge una vivace polemica nei gior– ,nali e nelle Riviste del socialismo che si pub– blicano all'estero e ai quali, p'ur troppo, non è più dato di penetrare nel nostro Paese. - Ci riesd tuttavia - a traverso l'Avenir Social di Bruxelles - di avere il testo di un discorso-relazione che, su questo tema - nell'occasione accidentale del pro– posto invio in Russia di una Delegazione operaia austriaca - teinne di recente alla Federazione So– cialista di Vienna il deputato socialista Otto Bauer, uno degli spiriti più precisi, piu colti, piu severame-n.te « obiettivi » del partito socialista dell'Austria. Nello· stesso Numero, un profugo mensce•vico, Pietro Garvi, membro della Delega- . -zione de.ZPartito Operai-o Socialdemocratico russo, oppone alcune obbiezioni a quello che egli giu– dica soverchio ottimism,o del Bauer. Ci sembra che i due documenti - che traggono luce l'uno dall'altro e nella cui risultante (in verità, non fa– cile a disegnarsi) è probabilmente il massimo del– la verità che si possa .ottenere da indagini di que– .sto ge,nere - debbano interessare i nostri· lettori, e perciò facciamo posto ad entrambi, nonostante essi ci occupiino parecchie facciate de-,Zla Critica. Il 1Dciali1mo e la ff unia 1ovieti[a (La Relazione di Otto Bauer) Poco fa si costituì un Comiti:i_t<;> per l'invio di una delegazione austriaca nella Russia s,ovielica. Il Comitato fu formato dai comunisti, ma vi si as– ,soci.arono molti nostri compagni, ,che indissero collette nene officine per finanziare il viaggio, e ;suggerirono di farvi contribuire i Consigli di fab– brica. Non tutti furono concordi. Taluni sotto– scrissero, altri videro neUa iniziativa una delle solite manovre dei comunisti del luogo, che amano ·rinfres~are Ja loro logora ~tichetta con colori ese>– tici. Di gui la ,presente ,discussione ... : Uno dei principali eventi degli ultimi anni è senza dubbio il pr.ogresso della vita economica e de,l livello deHa vita operaia in Russia. Da un anno il mutamento è notevole. L'Agri:collura . Cominciamo dall'agricoltura, poichè la Russia è essenzialmente rurale; le città e le plaghe in– dustriali non sono che rari isolotti in un oceano di economia co:ntadine,sca. La sorte diell'agricol– ~ur.a è decisivà ver l'industria russa. In s~guito alla gu~rra,, allll _gu:e,rracivile, e alle espe:r:ienze bolsceviche, l'agriooltura era caduta in una de– cadenza estrema. Le scorte ,erano quasi del tutto esaurite. La maggioranza dei oontadini non ave– vano buoi, nè mucche, nè cavalli, nè concimi. La metà della terra rimaneva qlilindi incolta. Ne ri– sultava il paradosso che un Paese quasi tutto agri– cql'o, grande ,esportatore di grani, non _poteva più alimentare la città. La gente m0riva di fame, let– teralmente. Questo stato di cose è mano mano cess,ato. ' ' _Il ~-ri~o rimedio fu il tempo .. Dalla guerra ci– vile e g1a .scorso un lustro,· e m un lustro (lo provammo anche noi) il patrimonio zootecnico

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