Critica Sociale - anno XXXV - n.9-10 - 1-31 maggio 1925

CRITICA SOCIALE 125 carestie, ecc.) •o·coil'emigrazione; oppure il capitalismo, oon l'industria, il commercio, i trasporti e con tutti i mali che vi sono connessi e quella intensificazione e «razionalizza~ione)) della economia. insomma, alla quale ~ riuscito finora di riassorbire l'enorme rapido au– mento della popolazione del secolo scorso,.senza - o con relativamente piccole - manifestazioni catastr-o– fiche, piccole relativamente a quelle che si verifiche– rebbero nel caso di una violenta eliminazione di questo sistema. · Le ingiustizie, che sembrano indissolubilmen~e con– nesse con questo sistema economico e delle quali si può almeno dubitare se siano' necessariamente ,conna– turate col sistema o se possano essere, se non eJ.i– min'ate, ridotte, e lo stesso abbassamento del livello ge- · nerale di· civiltà in conseguenza· del morale decadi– mento di vaste parti della popolazione, borghese e pro– letaria, non meno déi sacrificì della dignità umana e della rinuncia a sentimenti migliori; tutto questo dob– biamo subirlo come passività del sistema, finchè non abbi-amo pronta una miglior soluzione del problema demografico. Nella dimostrazione della sua lesi fondanie0tale, il Sa:lz. partendo da un esame critico' delle teorie della popolazione di Malthus e di Marx,· nega che il capita– lismo sia stato il solo responsabile della separazionè del lavoratore dai mezzi di produzione e, conseguen– temente, del pegg~oramento delle sue condizioni. Il ca~ pitalismo non ha creato il proletariato, ma l'ha tro– vato già preformato, e l'ha anzi riassorbito; e la ri– voluzione industriale inglese della fine del secolo XVIII non ha la sua causa nella nuova tecnica, nell'uso di nuove materie ·prime, o in una particolare distribu– zione della proprietà, ma è ·sorta dalla esuberanza: d'i popolazione oome una miimra déttata d::,i.llanecessità. Il temporaneo peggioramento della èondizione sociale dei lavoratori, che accompagnò l'estendèrsi della fab– brica, è stato anch'e~so sopratutto effetto dell'enorme aumento della popolazione, che l'industria nascente, in lotta per la conquista di un àdeguato mercato, stava faticosamente assorbendo. Il movimento concreto at– tuale della popolazione contrasta, del resto, così colle teorie di l\falthus, come con quelle di Marx. La po– polazione aumenta più lentamente di ·quanto avrebbe dovuto e potuto, talchè il capitalismo, minacciato in una delle sue necessità vitali, .cioè nel continuo au– mento di forza di lavoro da sfruttare, dovrebbe, col tempo, diventare impossibile, o dovrebbe, per elimi– nare la miIJ.accia, procurarsi nuove fonti di forza-la– voro con la violenza o artificialmente. come sostiene la scuola neo-marxista, partendo dal fenomeno poli– tico dell'imperialismo. Nè la legge specifica 1 della popo– lazione dell'epoca capitalistica opera nel senso di una crescente proletarizzazione, come si ·rileva dall'esarJ.ne. della statistica professionale nei paesi di maggior svi– luppo capitalistico, che dimostra nelle grandi cate– gorie professionali una _diversa e molto divergente ca– pacità di riassorbimento. Diminuzione della quota degli -addetti all'agricoltura; forte aumento, relativamente il più 1,·apido, del gruppo dei senza pr,ofessione, cioè, in sostanza, delle persone che vivono di reddito « senza lavoro )), per quanto nell'industria si constati la mag– gior capacità di riassorbimento; . aumento, relativa- . mente più rapido di quello dell'industria, delle cate– gorie appartenenti al gruppo del- commercio e delll' comunicazioni; aumento relativamente maggiore della classe degli impiegati che di quella degli operai, per quanto la classe degli operai sia quella- che in lutti i rami dell'attività economica - agriooltura, industrie e miniere, commercio e trasporti - abbia avuto in cifre assolute il maggiore :rnmento: questo il quadro che presenta il movimento concreto della popolazione produttiva. Conseguentemente si rileva, anzitutto la tendenza al trapasso da uno stato industriale ad uno stato di red– dituarii, con una formazione sociale, però, diversa da quella delle econo~ie precapitalistiche, perchè, men- Bibiioteca Gino Bianco tre in quella la classe dei reddituarii viveva come <(pensionata)) deJl'.economia produttiva, invece nella nuova economia essa è. direttamente interessata all'at-· tività produttiva, pur non partecipandovi in forma at– tiva e diretta, ma. dando il suo capitale perchè sia messo capitalisticamente a frutto dalle persone a ciò professionalmente preparate e che se ne assumono la responsabilità; con che si effettua una indispei1sabile selezione. delle personalit_à economiche dirigenti, il red– ditò « senza lavoro )) delle quali è un onere che grava sulla collettività. Nello stesso tempo, l'intensificazione dell'impi~go del capitale nel commercio e nelle comu– nicazioni'. è' -acçompagnato, non da una diminuzione, come 1;ell'industria e nella stessa agricoltura, ma da un aumento di aziende e iniziative autonome; mentr~, così ùel grande commercio come 11eJilagrande indu– stria (e in questa più ancora che in quello), si mani– festa la stessa tendenza alla <( burocratizzazione·))_ cioè. parallelamente a quella dell'apparato tecnico, ad una razionalizzazione anche dell'elemento personale. con la creazi•one di una classe di impiegali privati in CO" stante aumento, che costituisce la ~pina dorsale della cosidetta « nuova classe media». Se il capitalismo 111- dustriale, fi0 dai suoi inizì, ha cambiato qualitativa– mente la posizione dell'operaio, essendo la servitù del lavoro incompatibile oolla sua legge essenziale. ciot'. il conseguimento del massimo profitto, che presuppone una misura relativamente grande di libertà politica. giuridica ed anche 9 economica; ciò che caratterizza il pieno sviluppo del capitalismo industriale, non è tanto la distruzione di esistenze prima inq.ipendeuli e la loro degradazione alla condizione di miseri proletarii, quan– to piuttosto la tendenza a questa burocratizzazione, iu cui si manifesta il progredire della grande impresa, coi suoi sistemi meccanici perfezionati e la perfezio– nata organizzazi0ne del lavoro. . Penciò, conclude 11 Salz, è da ritenersi conclusione errata l'affe1·mare che il capitalismo sia sinonimo di prole~arizzazione e che esso non possa esistere senza •di questa, quando non si voglia rinunciare a tùtto il sistema tecnico di produzione e di vendita; alla obiet– tiva organizzazione del rapporto di lavoro dell'impresa moderna, che importa la dipendenza del lavoratore dai mezzi materiali di• produzione,· indipendentemen– te dal fatto di chi abbia la proprietà dei medesimi, e perciò anche in un regime socialista o comunista o sin– dacalista. Qualunque sia stato il prezzo e sian stati i sacrifici di libertà. di felicità, di sicurezza che è costato l'assorbimento nella società di enormi masse di po– polazione, il sistema economico capitalistico ha com- · piuto il miracolo di riassoPbire queste masse, grazie ad una costante, continua accumulazione di capitale sotto la spinta del profitto e in forma relativamente pacifica; mantenendo, anzi creando, uno stato giuri– dico ed elevando in linea assoluta e relativa il te– nore generale di vita. La disuguaglianza sociale ccl economica, ·più manifesta nella ·disuguale distribuzione della ricchezza, è il prezzo che le nazioni hanno dovuto pagare perchè fosse possibile questo miraoolo. Chò è' appunto questa disuguaglianza nella distribuzione della ricchezza che ha reso possibile l'enorme.accumu– lazione del capitale fisso, con definitivo vantaggio della collettivìtà. In una società a uniforme distribuz:one ·della ricchezza, questa enorme accumulazione del ca– pitale fisso non avrebbe mai potuto avvenire, e non imporla se questa accumulazione, considerata dal pun– to di vista dei singoli soggetti econotrnici ,sia dete'r– minata da nohili impulsi o non piuttosto dall 'avidi.tà , dall'avarizia, dalla sete di profitto. Ciò che, singolar– mente preso, appare puro arbitrio, può, dal punto di vista della collettività, essere necessità fatale. L'ac– cumulazione privata del capitale regola, canalizza e rende meno forte la pressione dell'aumento della po– polazione. Finchè compie questa funzione, essa è ne– cessaria e bisogna, in considerazione di ciò, adattarsi a subire i sacrificì che essa costa .. Il Salz non si sente però di decidere se sia pos-

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