Critica Sociale - anno XXXV - n.9-10 - 1-31 maggio 1925

rìtiCa • oc1a e. RIVISTA QUINDICINALE DEL SOCIALISMO·. Nel· Regno: Anno L. 24 •- Semelitre L. 12 -. Ali' Estero: Anno L. Jt. 30 - Semestre L. 15. DlREZIONE: Milano - Portici Galleria, 23 - AMMINISTRAZIONE: Via Omenoni, 4 - Milano Anno XXXV - N. 9 - 10 Il Numero separato L. UNA Il Milano, 1 - 31 Maggio _1925 SOMMARIO POLITLCA E ATTUA.LITA': li potere e le riforilie (Claudio Trevcs). .:L noora un sequestro! (Noi). · L,'1rnione dell'cintiviolenza (Prof. ()iovanni Zibordi). O,i,ù ohe è morto e ciò che i; i;ii;u <lei l'ro/uc;ol/u cli Uinei:ra (An- gelo Crespi). . STUDI ECONOMICI E SOCIOLOGICI: li p1·uble111adelle classi medie. I: )iece88ifà di defiJiirc e di1,tin– yuerc; i medi c;eti ayra,ri (Prof. Rodolfo Mondolfo). FILOSOFIA, LETTERATURA, FATTI SOCIALI: .':/y•irn.rdi in giro: L'eloq•io del cap-italismo e àe/l'imprend-ttore (f. p.). La Sociologia e la Storia (Angelo Treves), Ciò che .~i stampa: I fctsH della vuliticrt estcrn nazionalistct (i\I-ug). Puùòl.icazioni perve1iute i.ti dono. Il potere e le riforme · Della rivoluzione fascista noi ci ind1.1giamo sémpre sul primo atto: l'assunzione del po– tere per mezzo della marcia su Roma, ed os– serviamo. che le riforme seguite fin qui han– no avu~o tutte l'unico scopo' di rinsaldare il potere nelle mani dei vincitori. Nessuna si è realizzata con la creazione di rapporti nuovi· fra i cittadini dello Stato, che non si r.iferis- , sero immediatamente ai rapporti dei cittadi– ni con lo Stato. Nessuna: nemmeno la rifor– ma scolastica, tutta pervasa dall'a priori della soggezione della scuola e degli scolari e de– gli insegnanti al nuovo partito dominante. Il programma di •fondazione del fascismo ( 1919) era una raschiatura delle riforme con– tenute nei programmi dei partiH radicali, borghesi e socialisti,. inimerse in un bagno prolungato di nazionalismo. Non conteneva alèµna proposta nuova, differenziala e diffe– renziante. - Allora il fascismo, uscito dalla guerra, era ancora tutto fiammeggiante delle · idee « democratiche )) in nome delle quali la guerra era stata combattuta. C'era la costi– tuente voluta dai repubblicani, la soppressio– ne delle mense vescovili richiesta dai masso– ni, 1-a nazione armata auspicata dalla vene– randa Società della 15ace,la tassazione espro-: prialrice dei profitti di guerra propugnata dai socialisti. C'era, anche, un soffio abba– stanza forte di sindacalismo sorelliano, cor– retto da molto riformismo legislativo sulle ol– i.o orè, ecc. ecc. Ma un'idea scriminatrice non . c'era, e il nuovo partito, non avendo da deno– minarsi da un'idea, si denominò empirica– mente dal fatto della sua organizzazione: fa- scismo da fascio. · · . LJndirizzo del fascismo, non essendo de- terminato d-a una idea centrale, si determinò I. Biblioteca Gino Bianco dagli impulsi dei seguaci e sostenitori. Que– sto carattere gli è rimasto costante. Adottalo dai conservatori come strumento di guerra contro i socialisti, fu antisocialista. Ma non senza pentimenti e civetterie dei suoi maggio– ri rappresentanti, i quali non tralasciavano oçcasione per fare intendere che in fondo es– si erano sempre i rivoluzionari di una volta e, ap·pena spazzato il campo dei cattivi pasto– ri soci~listi, essi sarebbero tornati al. :prole– tariato ed al socialismo. E vi sono molti an– cora che aspettano candidamente ..... .-Poi di• .ventò antidemocratico 1 antiliberale ed anti– popolare, man mano che .si trattò di tenere gelosamente ed-esclusivamente il possesso del potere, strappandolo alla: vicenda consueta dei partiti. Antiparlamenlare, d'islinto, per– chè il Parlamento è lo strumento naturale dell'avvicendarsi dei partiti, non trovò nulla che sostituisse il Parlamento. Però lo l)lan– tenne acconciandolo contro la propria natu– ra, in guisa da trarne una macchina per uh'potere personale permanente. Tendenzial– mente repubblicano, diventò fervorosamente monarchico e tale resterà finchè apparirà possioile la coesislenza di due depositari clel potere esecutivo, sottratti alla elezione. E' questa certamente la più grande riforma costituz10nale che sia stata fatta, e meno per ' virtù di leggi sovrane, che di costume armato. .'Joi viviam.o sotto questo •diritto: che gli elet– to.ri sono istruiti non .poter il loro voto cam– .biare il Governo; nè poterlo il voto delle Ca– mere. I deputati hanno per primo dovere la" . disciplina, non l'indipendenza.- E' 1-oroonore rinunciare all'opinione pr9pria · 111 favore dì. quella del cap-o. L'Aventino non è che una pallida protesta del parlamentarismo pro– prio contro questo parlamentarismo impro– prio. Nelle polemiche pro e contro la discesa., pro e ·contro, cioè, lo scioglimento dell' Aven– tino, si dimentica spesso quella caratteristica clelrAventino. E coloro che, contro l'Aventi– no, si appellano alle regole parlamentari per indurlo a sçendere all'ordinaria opera, non si avveggono che non è fondendosi col parla– mentarismo improprio che l'Aventino difen– derà il parlamentarismo proprio. La discus– sione non può essere feconda, se non messa nei suoi veri termini: o pro o contro il regi– me parlamentare. L'Aventino è pro, il fasci– smo è contro. Ed è pregio della sincerità del– le due correnti trovarsi d'accordo nel porre il problema in codesti termini, ed uniti an– cora nel respingere la confusione, non sem- . pre ed al tutto disinteressata, che i fiancheg– , giatori, e simile genia di mezzo, o fanno o

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