Critica Sociale - anno XXIV - n. 13 - 1-15 luglio 1924

iòs cìU11CA' SOCIALE} Noi parliwmo da quest' 0,1,1,la parlamentq,re., mentre . non vi è più im Parlamento. I soli eletti stanno sull'Aventino delle ·loro coscien– ze., doncle nessun a.descam·ento li rirnove sin· chè il sole della libertà non albeggi) l'i1npprio deUa legge 1ton sia restituito e cessi la rap· · presentanza del popolo di esse.re la beffa a– troce a cu,i Fhanno ridotta. Le f'utili contese tacciono fra essi) e u,na grande unità si co· st-ituisce fra e:s8.itutti e fra essi e l'anima della, Nazione. · Quella,., che fu la, maggioranza., è ridotta a 1.m reparto àli milizia., cui è intimato d,i,obbe· dire in silenzio., perchè ogni s,,w, parola la di· sgregherebbfl. I dwe tronconi n,on si saldano. E i poli tic-i già, si dornandano se vi s·ia più un Goverrio) se vi possa essere più 1,1.nGoverno. Se. vi è per l)Italia; se vi è per il resto del 1nondQ. Non Lui doveva ess~re colpito Ma un paese moderno non vive senza qit,e· ste ,d;uecose ohe vennero meno : u·n Parlamento rispettato e libero; un Governo legale e non SOS'JJietta.to. Signori) dall'eccidio di Giacomo Matteotti la nuova storia d 1 ltalia incomincia. A noi un solo còmpito : esserne degni. Eppure) neppu,re q1.1,0stoci consola. Per– chè) se un eocidio., e il ·più brutale degli ecci– dii., era neoessalf'io., ima cosa nori e1·a neces· swria: che .colpiss'e Lui. É) se parve) come ho detto., eh)egli foss_eil più' clesignato verohè era il più forte e il più degno) dice F effetto che non sempre è pr,ofetessa la malizia dei 'JJW,Snadieri.. Lasoiate) o colleghi) c]1/io cess'i queste pa· role) così vm;pari) e che il singhiozzo minac· eia di rornpere; ch'io dimentichi dove siwrno e donde parliamo; ch'io mi inginocchi ideal– m'ente accantò alla salma del figliuolo pre· diletto) e gli wrezzi la fronte e gli· chieda perdono della rr,;ia.,della nostra indegnità e gli dica tutta la gratitÙdin'e nostra) ù1 grati· tudine di tutto im popolo. E gli giuri) a nome di voi t1dti., ché la Sua . ombra., presto) sarà 'P_lacàta. . Impressioni (Dal giornale Il Mondo del 28 giu_gno). Il discorso dell'on. Turati, tutto pervaso di un fre– mito di fede, è sottol-ineato dal fervido consenso del– l'uditorio. Quando l'oratore, con v0ce fatta vibrante e deci– sa, esclama che « i soli eletti stanno sul~'Aventino delle loro coscienze, donde nessun adescamento li rimuove sinchè il sole della libertà non a..lbeggi», l'assemblea sèatta in un applauso concorde nel qua– le ciascuno riafferma un proposito solenne e assùme 1a propria responsabilità in cospetto alla oòsc-ienza 1 del Paese. . Altri applaÙsi e segni di consenso accompagnano ' le altre espressioni più alte del magnifico discorso, dove vibra - a traver,so un'eloquenza. nobile, com– mossa, elevatissima - più che l'anima delf'udito– rio, l'angoscia materna di tutta una stirpè e l'an– sia di tutto un popolo. E questa commozione rag- . ' gi\.mge i culmini _di un giuramento sacro quando l'on. Turati esclama che per la ltbertà e Ji)er la giu- stizia tutti son pronti a morire. . Quando l'on. Turati chiude il suo discorso, dopo una pausa solcata dal tumulto dei singhiozzi. scop– pia un- applauso irrefrenabile; l'on. Turati è abbrac- ' ciato da cento amici piangenti. E' in tutti la sen– sazione di partecipare ad un rito austero e gran– de, la coscienza di vivere un'ora dt storia del nostro Paese. · ~Ipatto dellé Oppo.sizioni , Ed. ec,co ia Did11a11azione iett.a e votat-a. ad 11,nani• ' mità e p·eo·ac,olamaziione,11.iiia stessa Assemblea, stt– bfto dopo il .d,is,cm·sodi Pilippo· Turati. Lui giovane, Liti forte) Lui arrnato di tutte ' le armi civili., Lui t,emerario nel cora.ggio.,·Llui ohe si fece volontario della morte - questo fanC'iullo dagli occhi pieni di bontà., che t1.ttti ci rimbrottava ed a tutti indulge-va., ·perrchè tutto sapeva corn.prendere. e sapeva la ·inanita delle prediche contro la umana fralezza. l.Ati) figlio d'i_una madre antica., che geme; Lui., sposo di una sposa, giovine) che paventa di smarrire il senno). Lui., padre di tre teneri bimbi) v·irgult-~inconsci) che· un giorno mette– ranno le_spine) verso i quaU Egli aveva tene· r~zze di madre., come) neWintimità della casa felie,e; pareva ii11, figlio alla sposa. ccL'AsS1elitì1blea delle ,Opposizion•ii rhmita in Mon– ' teciiforio i,l Z7 giugno 1924; -invia i1Lsuo oomp.1.oosio sal'llto allla memo,rfa, d-i Giaiciomo Matte10tti, _baTbarrumente tru,c:i-dato, che·, o~e le diiffe.renze· '.d11 parte, è ,dilvenulto nel suo tra.gi– co ,saJcr.itfido, 'i:1 sdmbo,lo deHel i\dealità d~- libertà ~ d,'1 orldme ic.iVii1epar i-I culto -deHe ,quaili~ fu vilmente ì30Ir I p-reaso; . ,e -afferma ,anzitutto i[ ,com,111,lW ,pr!OipOsito .-– al disopra dellia ,&iiverse ·conceziiOIIllÌ IP'()litiche- di corn– p,ie're 0tocrn,i tllfo·rzoa.ffi-11:chè ta1t Jdea.Lità siano ·.rapida– m001Jtee ,CO!Ill/ple1tament 0 , rea:Lj.zza te ed iii. sacii,flÒilo -di ql\lesta ultima ,v.iJttima e Ja iro.idignaz;ione •den Paese, ir.iuniifiicato- nel .coI'dogli!o, non· siam.o. statt iJwa.no; e l'tltalia ria.b:bia la sua paice €1 18l .fe,oonda -concordia c,i~hl.e. No! inferoC'ire su qit..estoi;.dtillio-non era neces– sarfo! Altrove poteva la sorte cieca e maligna eleggere il suo strumento di pace e di giusti– zia. E questa vecchia carcassa di _ chi oggi vi parla J eh.e la 'Ditaha tutta ormai spesa e ohe il proprio inverno avrebbe. baratta,to con gioia per salvarvi la. primavera superba del nostro eroe)• è ,.oggi dilaniata dal rammarico., direi dal rimorso., di non averlo vigilato abbastan· za) di non essersi imposto) col peso della an· zianità a cui forse Egli avrebbe obbedito al- ) le sue gagli<J1rde imprudenze .... BibliotecaGino Bianco Lo spaventoso caratteme del milsifa;tto, >éliiver'S'O dahl.a gEl'Il!e.raliità. dai ,de.llitti ,poili:tiai, ,peJ.iahè .tmrna1Q. da una ·cong;iu;na annidata all'ombra degH ,stessi poteri dello Stato,, ha scosso la coocienz.a pu'l>blica oome 1a ritvemione di ,runa mentaJHtà. e :dii UJil; sistema ,politiico ohe t più non av:roobero rilputa.to ,I)()SSilYili :iJJl l :tai1.ia netl .siecolo!Presente e •che e.r.ano r,i.masti fino:ra velatii, dal,la atmDISfara di inttmtdaiiii.O',Illel iche pesava sul . Paooe. ·-Ma og,g.i IlBSSU,no ,più ,Ì!Th 1buona fede può ata.c– ca,re ,que-sta 1Ulti.rria·,più trem-etnda e.sp ,res.siloole d~'òdio

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