Critica Sociale - XXXIII - n. 19 - 1-15 ottobre 1923

r'1 •• vr1t1 ca RIVISTA QUINDICINALE DEL SOCIALISMO Nel Regno: Anno L. 24: ~ Seme1tre L. 12 - All'Estero : Anno It. L. 28 - Semestre· L. 14: DIREZIO.NI! : Milano - Portici.Galleria, 23 - AMMINISTRAZIONE; Via Omenoni, 4 - Milano Anno XXXIII - N. 19 Numero separato Lire UNA MIiano, 1-15 Ottobre 1923 SOMMARIO Politica ed Attualltà– L/J. fine dello Stato-POl1'tito (Cuuoro TBEVBS). Per rinnovarsi (GINO BALDESI). Sindacato e Partii~ aocialiata ,(Ad illmtrazione e a parziale con– ferma dell'articolo che precede) (FILIPPO TURATI). Que_8tion_i _didottr~"'°'. e 'tli metodo d'azione: contributo all'opera a;;, revt.8i.one e di rinnovwmen,o (OBBERVER). La emigrazione agricola in Fra;nina (OLINDOGoRNl). L1tte:"lltura, Filo·sofia, Fatti aoolali L' eàucazione della claau ùworatrice e la riforma Gentile (L&LIO BABBO). Sguàrdi in giro: il corporativismo operaio agli Stati Uniti (f. p.) Dal.le Riviste ,{ANGELO TBEVES). Ciò che ai atwmpa: La. Builica.ta. ~enza scuole di G. Stolfi (Muo). La fine_dello Stato-partito Di rècent,é (i), analizzavarnò lo. Siato del fa– scismo e mostravamo ,che esso non riusciva a inquadrarsi ·iln alçuno degli stampi, a cui a volta a volta sJ rkhiama; nè nello Stato autoritativo di Hegel, di •ou1pure aJffetta il pathos rehgioso·, per– chè ne ripudia Je ,funzioni estese e pressoohè universalli, l1Jè nello Stato di SmitQ e dei radi·cali ·individualisti inglesi, di cui pure, vanta la sbri– gliata iniziati,va privata, la ,riduzione ai termini mlin!mi d"'lle, f.unzioni coerc-itive, perchè, se il par1nto Io ir<ichiede, J,o Stato interviene, in ogni sorta. dii ne,gozii contrattual-i e specialmente in quelli d·e,Jlavoro e de:I caipitale. ,Stato al servizio del partHo, ,ci,oè un univer'Sale messo alla suddi- 1.J.nzudi un pa.rtico!are, prevedevamo la sua im– potente onni.potenza e eonc;ludevamo che, u per– chè• un,o Stalo è pur ne.cessario - se anche è un male -, lo Stato~partito del -fascismo dalla forza irreparabille clelle .cose sarà· ben presto ridot,to o ·a di'V'Emta·r·~ uno Staio, ossia. a cessare di essere un pairtito, ... o a m orire n. Ora,. a che alt.ro riferire la lotta furiç>sa. che· si sta spiegando in J questi giorni tra il / ascismo e iI mussalinismo, se non a questo istinto dello S'tato-pa,rt.ito di diventare semplicemente Io Sta– to, rovesciando il pa:rtito, se il partito resiste a cotesta necessillà. dello\ Stato? Non neghiamo che, n~l Capo d~l Governo, agiscano impulsi stretta– rnent3 personali : insofferenza di oontrolli biso– g,n~ di ~e.z:e l'Unico e non i,! primus inter'pares, des1der10 d~ obUo delle solidarietà per la com- (ll Lo SttJto-Partito, in Critica Sociak, a.. 1~, n. 16. · lloteca Gino Bianco . \ piuta inidipendenza del prop1fo io, visione più larga e più- alta per la stessa ascensione com'– piuia. Va pure, onestamente, ricordato che, an– che prima di essere sollevato al Governo, espres– se sempre il concetto che il partito doveva essere in I-unzione della Nazione, e ohe egli agiva per la Nazione e non per la fazione. Tale concelt.o ·illusirò particolarmente quando, nel giornale Il Popolo d'Italia, commentò l'illusorio patto di tre– gua tr a fai scisti e sociallisti, celebrato sot.t,,ogli auspici d.el Presidente della Camera. Ma; pe,r noi, gli uomini sono mossi ùane ·idee in quanto le conc\izi.o-nief'feltive delle cose muovono· le idee. E oosl s·iamo indotti a vedere nell'attuale -mischia intestina dei fascisti un qualc;he cosa di più pro– fondo, di più necessario gelle velleità o delle vol<;>nLà delle p.ersone, le quali, f~isticamente, preferirebbero seppellire il dissidio d·i f.ronte agli avversarii, che essi immaginano siano per gioiir– ne e rin,galluzzirsi a premat11,re speranze di ri– vinoita. Il contrasto è invece insopprimibHe, perchè insito alllo svolgimento .necessario dei rapporti dello Stato e del parUto dominante. Lo Siato e il partito sono alle prese; !o·Stato che aspira alla sov:ranilà e il partito che dice: lo Stato, sono 'io. Jmpo,ri:1nte è stabilire ohe il contrasto ,è scoppia– to quando [o Stato-partito fascisUco non ebbe più davanti a sè dei partiti. Disfatti con il ferro e il fuooo e. schiacciati sotto la ·ditiatUTa i partiti di op,posiuone rivoluziona·ria, ossia i partiti di tra– sformazione delle fondamenta politiohe ed econo– ,miche dello Stato, fuggili come lepri i partiti di opposizione governativa, sprofondati ,liberal~ de– mocratici, popolari negli abissi melmosi della u c-ollabora?iione », J.o Siat.o-partito fascista, per l'ecieesso stesso de,! suo Lrionfo, lfu indotto a ri– piegare sopra sè medesimo, ed allora scorse m Slè i suoi nemici Ii p-rimo avvertiment.o che -senti lo Stato fu nei suoi ra.p,porti con l'Estero, quando toccò con ma– no le cliffi-uoltà,[e difficle,~ze che suscitava negli altri ,Stati 'il trattare con uno Stato-partito di consenso I-imitato a1la forza di ooercizion~ il quale lasoiava sempre· esitanti e dubbiosi i c'on– traenti sulla rispondenza. cle.gliimpegni dello Sia– Lo con le reali intenzioni delle mas5e dei <TO- . o vernati. In questo fatto è da ricercarsi la prima spinta dello Stato-partito a reprimere il suo fon– damentale antipa:rlamenlal'ismo ed a riconciliarsi con le masse parlamentari. Ognuno ,ricorda l'abi– lità •onde !'on. Mussolini, all'aome di un dissidio che non sembrava superabile se non con un atto di violenza. sul Parlamento per mezzo <lelie forze militari sipeoific-hedel parl.ito, con un rapido col-

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