Critica Sociale - XXXIII - n. 15 - 1-15 agosto 1923

CJUTICA SOCIALI ,, crazia tendé ad essere, essa, il denominatore co– mune della viba politica generale e si indispone ed osteggia, non fosse altro con l'isolamento e con la minorata considerazione, qualunque Sta– to o gruppo di Stati che mostri di .rivoltarsi a quesla sua tendenza., per crear.e un denomina– tare comune diverso. Ora la mora~e co.r-rentenel mondo (e la morale non è che l'intuito più elevato e sistemato degli interessi maggiori) è per la democrazia e giu– dica tanto più degno di fiducia e di amicizia uno Stato quanto più e.sso . si conforma alla m0rale media., ,alla ma,rale accettata, idest ail!a demo– crazia, ad apprezzare la quale entra in modo no– tevole l'idea che si ha univers almen te di quelli . che debbono essere i rapporti f.ra lo Stato e le classi operaie. Quest ·ordine di ragioni astratte si inserisce poi saldamente nell'altro ordine del-. le rag.ioni positive, per cui ogni Stato,. se vuole avere buone e fac}li relazioni internazionali, non deve singolarim:arsi troppo nena sun. morale politica, specialmente per ciò che si attiene al suo .comportarsi verno il movimento Òperaio, eh.e viene dappertutto considerato' come materia in– ternazionale, tanto per le aspirazioni intr'inseche in quello riconosciute, quanto per le gravi que– stioni di equilibrio ec.ono mico che quello irwol– g.e nel:Ja produzione e negli se.a.mb!.Noi tentiamo dli costringere il nostro tema nella stessa ragione per cui esso allarga i suoi orizzonti'. Sorvolìartro perciò su quelli che furono i sentimenti più ri-' posti che animarono le Potenze dell'Intesa nella gue,rra. cont:ro le Potenze Centrali e che si spie- . garono co:l bisogno c.omune q.j combattere i re– gimi ass<'llutisti. Ricbrdiamo soltanto che, corhè conseguenza della guerra, per effetto del Tra.ttato di Versailles, eo ture utimur che le questi,oni di' 011ganizzazioneopera.ila sono ài compendiò della _legislazione internazionale positiva e che dal Patto della Eocietà d~lle Nazioni è uscito un Uf– ficio· Internazionale· del Lavoro, che sarebbe co-· me il magistrat0 incaricato dell'applicazione di. quel diritto; e come tale, a:utorizzato a fare ,rilie– vi, inchieste presso tutti gli Stati circa l'emana-. zione e 1'osseryanza delle ~eggi sociali. Questo. intervenLo si giustifi.ç.a, cosl per la sua intrinse– ca virtù morale, come per la sua estrinseca virtù economica, dipendendo '.da esso che i limiti posti · dallà legge internazionale alla assoluta libertà d~lla concorrenza capitalisbica mondiale siano osservati, pareggiando lealmente le condizioni di tutti i produttori in ordine· a· quei limiti stessi. Deii moltissimi atti che ·potremmo ricordare a riµrov.a del nostro assunto, ci. piace soltarito, per una certa analogia di casi, citare l'Inchiesta del– l'Ufficio Int.ernaziorrale del Lavoro sulla ftibertà sindacale in Ungheria, che ·ha gettato non poc9- luce sopr:a la natura del reg,ime di Ho.rty. ·.Ora c'è un punto di diritto positivo internazio– nale operaio che l'Italia ha estremo bisogno di fare risolvere secondo La ma:ggiore corn,itris gen– tium e, per oosì dire, secondo il maggiore libe· rallismo operaio, e per cui deve assolutamente mettersi up. po' .in buona grazia· dell'Intemazio · nale operaia: alludià.mo al bill che re.gola l'im- . mi~-razione agli Stati Uniti. Di tutte re questfoni internazionalt questa è la più nostra, di un inte- • resse vitale, ·co,si per ovviare a][a nostra disoc- BibliotecaGino Bianco cup:azione operai.a., come per reintegra.re e.on ri– messe di buona valuta americana le perdite còh– tinue• della nostra. m ciò \rattasi e con un'urgen– za di cui nessun altra s·ipotrebbe éoncepire mag– gio,re per sollevare ~e condi~ioni' del nostro .Pae– se. L'on. Mussolini n'e ha piena coscienza e 1o dimostrò nel suo incontro con l'ambasciatore americano, M.r Child. Ora ae maglie del bill fa– moso s•ono tanto più strette o tanto p1ù larghe, secona.o che collà viene ·giudicata la « deside,rabi 1- lità n della gente çhe chiede di en.trare. Ebbene, si chiede, quanto conferis,ce al giudizio su quella: « desiderabilità », che apre o chiude le porte della libera Rep.ubb!ica, il criterio che colà si Janno delle istituz.ioni e della morale politica del– lo Stato a cui apparLiene l'emig·rante, tenendo Gonto che alla formazi'one di quel giudizio con-· corrono ugualmente tutl4, i ceti so,ciali, ossia an– ·che, gli o,pe,raio.rnanizzati? Ecco il problema, che i:l Ministro de.gli E.steri non può perdere d'occhio neppure un momento ed alla soluzione del qua– le .deve dedicarsi: con l'anima prepamata a s.acri- , ficare, per •rigua:rdo degli interessi politici ita– liani ali 'estero, alcuni O· molti déi preconcetti · della· sua politica verso gJi operai all'interno. A ciò noi facciamo risalire la necessità:, de1 Governo, òi spiegare davanti al mondo rappo!'t1 di fiducia; •-cti cortesia e perfino :cticollaborazione, verso la Confederazio 1 ne Gen'erale del' Lavoro, il solo organo 'internazionalmente riconosciuto co-· me· rapprf?sentante del1Lanostra classe operaia. Non si dimentichi ,tra l'altr,o, iJ. tremel').do rin– forzo, recato ai nemici della immigrazione ita– liana in America dalle organizzazioni corpo.rati- . viste-nazionaliste ed anti'socia!iste dei lavoratori ' . ~ americani, che -fanno, del pmtezion'ismo aid ol-', tranza sott-0 la guida di quel caro signor Samué- [e Gompers, di oui Filif')po Turati ha una volta smascherato, d:unan_tela guerra comune, i• 'sen– timenti e.osa. f,ìlaµtropici ed umànitari, per: i quali, parlando da Jloma,, rifiutava come uridesira-. bles perfìno, i mvtilati della gqerra ~.omune. A coteste correnti; assai influenti, . come ognuno sia, nòn par v•ero dli camuffare la· situazione di priyilegio, che sfruttano. indiscretamente, ,?on.'. lo sfo.ggiò delle collere. più gen·erose contro Q Ttaha, il fascismo, l'inciviltà 'delle persecuzioni inflitte .alle JJe.ghe, alle. · Cooperative, 'ecc., facyndo di tutto, un fascio; per arrivare alla 'sola conclusio- ne che li interessa: Porta chiusia. . Ora è ben chiaro che il nostro ben provato an– tifas:ei.:smonon compo,rta d',es~ere, esportat~ ali 'e– stero contro i nostri lavoratoili, ossia a fini di i.n– teresi,e spiccatamente antiitaliano. Ma 11 ,fiasie'i– smo stesso deve, di opinione e di fatto, mf?ttere il proletari.ato ital,iano in tal condizione, Ghe l'e- w, che se n~ abbiia lfuòrri,non sia, riispettii:vamen- te do-cumento, cosi dell •·ecc.essod~l bisogno no, sko di emigrare, çome dell''interesse americano di impedir(} l'immigrazione a .gente cosi « iruies,~– der,a.bilen.,per i suoi e-0stumi poli.tici di violenze · che, si pro.tendono in oontiriue alternative -d.i fa– zioni - dai c~vnisti ai Jasaisti, dàgli oppres- sori ,agli oppressi, dallo Stato ai cittadin_i. .Fi– nora le parole n'OOvee il gesto di invito deJl Go-· v,eir.noverso la Confederaziione del ·Lavoro non hanno effetto ,che per una piccola ,infima mfno– ranza dell'opini.ohe. Bisogna agii-e sul fatto dei· .,

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