Critica Sociale - XXXIII - n. 13 - 1-15 luglio 1923

éf\ttiéA SOCJAI,g per l'azione e non sanno eh~ fa:rsi di accademie consultive, vogliono autorità e n_◊n libertà, go– verno esteirno e non auto-governo, perchè l'era trnova si deve rifare dal'i'isLltuto dell'era antica, dello ((stupidissimo sec. XIX»? Perèhè, in!Somma,· il fascismo - salvo la proporzione, che :é ,ragio– ne cll quanl.ità - vuol farsi quello che si sono ra.LLehutte le fazioni parlamentari. che l'hanno p1ieceduto al potere, cioè un Parlamento a suo servizio attraverso il maiS8imo della. menzogna legislativa e della violenza elettorale? Che cosa è a.dunque :questo ((:Plalrlamento», a cui tornano Lutt.ii SUOii Apostati, ,gridando, come. Gi uliano: " Vicistti, Galilee »? .Se è un bi.sogno di legit.ti– rnità orepuscolrure che assale il fascismo, perchè nò cerca I 'ap,p,a,gamen'lonel consenso 1e,per .giun– ta .d,i, ir.onia, in un consenso nè libero nè di ma.g– gioranza effeLtiva? A Napo'loorre bastava, a1I1'.atto di cingere la corona imperiale, ohe Diio .glie l'a– ves1sedata e guai a chi glie la toccasse/ La sua legitLimità viene da Cha:rle.s Maurras così de– ~urma: (( Nell'ail.'.noVlfl ,egli aveva trovato la fi'ancia, dilaniata dalle• fazioni; essa: era uscita dall'or– dint! antico ed era impotente ad assidorsi sopra. un ordin:e .nuovo. Il P.rimo Console riconciliò là l~l'anc:iacon sè stessa. ,Consolidando le c,;nquiste della 'Rivoluzione, ne ripudiava gili eccessi,.. Bo– naparte ha fatto appe:llo al uonwrso di tutti, mise ognuno al suo· posto, assoc iò in un'op era comune girondini e montagnardi, monarohi.ci' e t·epubl>lir.a.rili. Il Consolato èreò istituzioni così conionÌ:J:i -ai bisogni deHa Francia del secolo XIX, che peir e,ento anni la Fìrancia visse di ·qu~lle e per queilte. Esso fece il Concordato poliitioo, il Concordato rel~ioso, il ,Concordato :giuridico, il Concor·clat-0 sociale, ecc., ecc. ». fle ;1 uicnarchi– co francese cosr legittima l'illegittim'ismo naipo– ler:nicu, conl(e il fascismo legittima il proprio'? A p:rescindére c:he tutte le condizioni maurras– siane Òhe legiLlirnano l'-illegitbimismo napoleoni– co trovano nel tempo e nell'Italia nosbra un ri– sconl,ro alla rovescia, per-chè il fasciSIIllospera di legittimarsi chiedendo all Parlamento ·di spar– lamentarsi, peirchè esso, fascìsmo, non sa spair– lamentars-i da sè? Ecco, infatti, il punto vero della questioI).e. La riforma elettorale del fa.:s,c;ismo chiede al Prurla– mento di aessare volontariamente di essere, perchè i1 ,fascismo non sa vivere n'è col .J?.a,rJJa– mento nè .senza. Nec tecurn nec s,ine te. Non ba– sta a se ·stesso ed 11a il terrore di tutte le com– pagnLe. Chiede. a tutti e tutti V:Ù<Jte soggiogati e inermi. Liberall. democratici, popolari,_ tutti cir– c,u'isce, minaocia, opp,ril me. Infine e.scogita la· m~rabile combinazione di misura.re a· tutti la ri– spett,iva pa:rtecipazione al !Parili.mento, in guisa da essere ugual.rroontesicuro della Maggioraf!IZ8, . e delle Opposizioni. Nessun parlamento fu pen- -sato con ludibrio più grande dell'idea parlainen-· t.a:re, -con una incongruenza così enorme tra i mezzi ,e t fini parlamentari. Il suffragio privile– giat.issimo ignora gli esclusi; sono cittadini che non esi_stononeno Stato; ma Ticorda-rli IMr mor– tifioarl'i nella fu4miQata inutilità dei loro voti di fronte alla rapacità legale dei Javoriti non si' era mai visto, nè appariva pensabile. I' vinti della BibliotecaGiho Bianco . o . miserabile classe ex-dirigente e spos•sessiata del, potere si in'chinano, dicendo: «· Si tratta di una v01lta sola. E' un momento della pollitica. Tutti, hann'o da esser~ convinti ·che con tal .legge non s,i fa,r-à che una elezione. Là nuova Camera rifarà la leg•ge ». E' possibile. Ma è ancor p,iù poss-ibile che ciase,una fazione par.lamentare - una volta rotto il compromesso dell'uguagli,anza e1lettorale - trovi, anii, .comodissima una legge di rap_ina dei mandati che si volgerebbe a suo favOil'e,o·v.e si lusingasse d-1poter o da sola 'o con alleanze arriivare la prima al tragua,rdo. elettorale, .fosse pure per la misura di una testa di cava!llo. L'an– tipai·1amenLa:rismofascistico promuove la oonru– zione e la deaadsnza del Prurlamento, non la sua abolizione. Ecc;o lo stirazio i•flrimediabil,e che stronca la ragione degli amaibili sce,tl;i.c:ismi con cui i grandi parlamentari -delll-aborghesia cerca– no di addormen~re l'intimo ,rimo-rso del propirio Lradimento a quella ohe lfu la gran -rocca dell~ 1oro e-lasse e la 'gran s~rgente della p,ropria au• torilà. E ssii si a bbandonano a un) qualoosa che è, in certo sep.so, tutto il oontrario del .fatale bona– pa.rLismo_; }):8 rch.è essi ben sanno uhe, a differenza di ciò che della F:ranoia ha scritto il Maurn'ia-s, l'Itallia, se esc'8 ora dia:ll'ordinieparlamentali-e, non entra in nessun altro, po,ichè l'ordine p,roprio del fascismo r. un fain!Ja'Smache sfugge o,gn.i v01ta ohe àlcuno .g1li si avvi,cina pe,r vedere che cosa è e come è fatto. L'ingenuo mass•ima:lismopuò giu– bH,are di questa constatazione, inferendo, dal fatto dell'Italia sollevata da ogni ordinJe, che sia pres la ad a:ssidersi sull'ordine massimali'sta-co– munis-ta. Ma chi sa come Ie is.tituzioni non si imp·rovvisano e vede quanto disf,a -il no~tro Paese da ·o.gni ragionevole tentat.ivo di reallizza– zione socialis ta-massim alista, p·ropend,e a cre– dere ohe quei sigoo.ri che,.fanno còrorua al fa– scismo, senza onederci, e i fa,scisti stessi, che oscillano tra l'antiparJamentarismo degli ideali e il• parlamentarismo della ['ealtà, fatta, oiltre il resto, anche dli tante ambizioni e vanità - non lavorino, tutti insieme, .pe. per l'ultima ,confo– sione, per il caos cieco e vuo,to, in cui lTta;lia correrà il rischio di perdere ogni ·ooscienm ed ogni rispetto di Slè. Gl~ Italian~ checchè si d'ica qualohe volta in contrario, amano le idee semplici e magari sem– plicist e. Molt i di essi 11ei furori esacerbati del do,po guer.ra hanno pensato, p~r disperazione, alla dittatura. Era stato detto loro ,che di tutti i dolori che essi soffrivano la cqlpa ·era. del regi– me democratico-parlamentaire, r;he questo biso– gnava cancellare; ed essi l'avevano, più o Ìn-eno, e,redut.o, ed avevano av.uto uni gusto mali•g·noma sottile quandò appresero ch,e il Parlamento era stato umiliato fino con la generosità di norr f,ar– ne UJn.((bivacco pew i mani:poh i> •. Dopo di che la gente si aspettava il nuovo regime, quale si fosse, extra ed -antiparlamentar.e, ma deciso .e, so.p:ratutto,_ immediato. C'ern .nell'aria a;nche una .grande attesa psr la cosa nuova. Ed eooo che ara noh si p,ropone che la cosa vecchia, ma sofisticata, in modo da r.eca,re an massimo ·di espressioqe i vizii per cui si era mosbrata odio– sa : il servilismo delle maggioranze, l'asca:riemo dei d·eputati, lo scetticismo veirsipelle delle e~-

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