Critica Sociale - XXXIII - n. 8 - 16-30 aprile 1923

·Criti ca Sociale RIVISTA QUINDICINALE DEL SJ]CIALISMO , · Nel Regno: Anno L. 24 ~ Semestre L. 12 All'Estero: Arino lt.· L.· 28 ..:.., Semestre .L U DIREZIONI!: Mi.lano. - . Portici· G'aÌleria, .~3 _,. AMMINISTRAZIONE: Via Omenpni, 4 - Milano Anno XXXIII - N. 8 Numero J!eparato Lire UNA Milano, 16-30 Aprile 1923 SOMMARIO Polltloa ed Attualltà. Il Oongi·esso dei Popolari .(CLAUDIO TREVEB). s ocial&mo e libertà (ARTURO LÀBRIOLA). Pendenze- vecechi-, e ,w,cessità nuove clel nostro movimento (Rò– BERTO VERATTI). Postilla .(f. t.). ' ltudll -nomlol • eoolologiol.' I • • Mazzini e Ma;ro, -. III: fazione; patria,. umwnità: e) ?l pre– teso pangermanismo di Marx (RODOLFO MONDOLFO).' Letteratura, Flloaofitl, Patti eoolali. . Oiò-che si ata,mpa,: Quos Deus vult perde,•e.... (AL~BSANDRO LEVI), Il Còngressodei Popolari ,., Il Congresso del tPart.ito popolare' ebbe note– vole imAOrtanza, per il fatta che si è tenuto e, tenendosi, ha mostrato l'lel partito una fùriosa v:olon!Jàdi vivè.re. Un uomo lo occupò tutto,: Don Sturzo e,' vioino n. luii tutti sernbr-arono 'p.iccin-i e quasi scomp.a::rv,ero. ·Fu, in. un. uerto s,enso, un - Co'ngresso senza contra;ddiLto-rio.] contraddiUori · restarono fuo,ri; quelli di dentro si affretL81rorioa sciogliere ogni rapporto- co-n quegJ,i altri, e quelli che votarono contrò, in fondo, apparvero più v.e– l"i e caldi s,eiguacì della maggioranza e di Don Sturzo di qu_eHi che volarono a favore. Questo spettacolo s,rer·ebbeun inesplicabile pa:rwosso, se appunto il senso magigiore d-el Congresso non fòsse stato quello .di costituirs-i, e di proc.lamare con Don Sturzo la volontà del pairtito di vivere, ad, ogni costo. Ec;co adunque il contraslo dialel– Lico spiegarsi dall'interno aill'esterno d_el Con– gresso. Lo Stat o ha ceduto ·alla conquista. del tiàrtito fascis.ta. Il part.ito fa scista si proclama l'unico c he abbi.a· ragione di v ive.re e di gerire In.cos.a pubbjica. Esso può p,rendere collaboratori Lecnici da ogni parte; non può consentire al _giuoco « democr.atiuon della successione dei par– titi al potere, perciò non può riconoscere, part-iti che, essendo distinti da lui, possono surrogar!.o con idee diverse da- quelle d el fascismo. D i qui la guerra a tutti i partiti per cancella.m e le au– tonomie e le organizzazioni. I pairt.ili affini il fa– scismo assorbe, gli altri abbatte. Ha assorbito nazionalisti • liberali democratici; ha -abbat.tuto ·i socialisti,' dist.rugg~ndone i materiali esteriori._ Restavano i popolari - l'altro grosso partito di masse. II fascismo preparò un'organismo c9sti- - ~uzionale appositi;>, a sua immagine. e somi~lian- · · o Bianco ,za; poi si assicuwò la soggezione sic;ura della De– stra del partito popola re,• sLringendo questa al– l'orgianismo· similare es,terno. Poi chiese: Che può essere un partito popolare diverso od estra– neo a queste costituzioni fasciste? E rispose: Lin nemico. Il_Congresso· popolare si aprì nell 'angu– -=;tiadella.domanda o nel terrore della risposta. In buona coscienza; i conservatori che genera– rono .il pn.rt.ito·pòpo1are col matrimonio di con- ' veni enza clel cfas sico clericalis-mo e della roman– lica dernocruz.ia c:ristiana, si possono clomancta– Pe: « E eh.e ci resLiamo a fare dopo l'av_venlo del fascism\'.l? li fascis·mo è un:a bene.dizione ed è una liberazione. -E' una benedizione, in quanto · ha distrutto le o,rganizzazioni sovvers 1 iye ed ha creato il sindacalismo naz-ional-e, ha ristabilito l'ordine, la gerarchia -e la religione JX?litica. E' - una ljberazionè poi,· ,in quanto ci libera dal quel -=;indacalismo bianco. -che, eretl-0 contro il sin da· calismo rosso, invece di fare c:onco.rrenza, ha fati.o a gara cli pretese con questo (come dimo– stra anche il Corriere della Sera), e che noi, nel fine che comb.a.ttesse sullo -stesso terreno e con le stesse armi l'avversario, abbiamo ,agg.)..1errit.o · cfr tuttj, gli strumenti dem ocratici (suffragio, prn– p0rzionafe, ecc.) che n~i nost.ri obbiettivi gene– rali avevarno per istitulo cli pmibire. Cio·(',avendo fn.tto della demoorazia e d-elsocialismo come mez– zo rnimet.iGo di lotta contro la democvazia e il socialismo•, abbiamo visti, in sostanza, cresciuti l'una e l'altro. Venuto, per grande fo-rtuna, il fascismo, che la lotta contro la de_mocrazia e- il socialismo conduce di front-e, ali-a maniera. an– t.ica, quella fo.rte, qur.lla eflìcace, secondo- i prin– cipi as~olutisti del b_uon tempo,· come discono– sc;eremmo · che -questo e il nostro vero p:.irtito, qu~llo i cui ideali noi w1gheggiavamo, quando una tattica di opp()lftunità in r1guardo ai tempi ci indusse a ricO'rrer-e,alla vecchia t.era.peuti-cadel similia simibilius? Come potremmo negarci a.Ila fusfone ,< del popolaris mo » co.J .fascismo'/ Co- . me potremmo resiste.re ad un governo come quel, · !o di Mussolini, c he è il primo, dopo tanU anni cli de.generazione ìibenalesca, clemocraloica e so– cialista, cl1e mostri cli avere la foria per la re– staurazione dei valori fondamentali del c;onser– vatorismo? ii Il ragionament.o è )mpeccabile. L'unico difetto è quello di astrarre dalla realtà di ciò che è: lf' mass e popolari ci sono e, essendo, vogliono es– se.re per sè" e- non per mero st.rumento di un fin e ad -esse estraneo. Le sofferenze da esse du– rnt.r, sott(}'il fascismo le hanno irrigidite rontro ,,.

RkJQdWJsaXNoZXIy