Critica Sociale - XXXII - n. 22 - 16-30 novembre 1922

360 URITICA SO01ALE • gio d~tte disposizioni furono emanate non s_on di_sposti a profittarne. Ma è appunto la mancanza d! ogni co~– ziono e sanzione che rende insufficiente la nostra legi– slazione. L'art. ~ del r~gol~mento 8 maggio 1904, comma ù1 dice: • te norme atte ad impedil'e una maggio1· clif– fnsione delle infezioni malm·iclle e a difendere da q1ieste i tavo1·a!ori cliwante l'esecuzio11e delle ope1·esaranno de· terminate dalla Commission~ tecu~ca centrale; cioè non dà nessuna norma precisa. E in Italia, dove è così grande la facilità di contravvenire impunemente anche alla legge piu severa, queste disposizioni generiche hanno scarsis– simo valore, tanto che sono spesso ignorate. Ci vogliono norme precise e 'organi d'ispezione 1l}uniti di facoltà di sosti tuirsi 1 nell'attuazione degli obblighi, ali' esecutore di bonifiche, ~euza pregiudizio alcuno per un 'azione pe nale e civile da parte del potere giudiziario, al quale i contravventori dovrebbero essere sempre deferiti. Che il lavoratore sia restio a sottostare a misure profilattiche e terapeutiche d'ogni genere è un fatto purtroppo noto, ma contro il quale deve volgersi con piu intensità l'azione dello Stato, come ad adempimento di un suo dovere' imprescindibile. Il yero è, per altro, che il lavoratore ha sempre colto con favore provvedi– menti volti ad assic!urargli' abbonde.nzn di ncqu11.pota-pile, una alimentazione sana e sufficiente, e le altre cautele che gli, igienisti giudicano, indispenaabili; mentre, per converso, sappiamo cbe sono po_chissime \e bonifiche nel\a cui attuazione si sia curata nella debita misura la difes11. della vitll dei lavoratori. Negli scopi del legislatore il Ja11dolo afferma che non v'è stata alcuna mutazione dalla legge B11,ccarini ad oggi, ma che è mutato solo il mezzo che l'esp'erienza aveva dimostrato insufficiente ,al fine. A me invece era parso 10 resto tuttora fer~o nel mio convincimento) che, men– tre nella logg~ Bflcca{·\pi lo scopo precipuo era quello . di curare l'.i'nteresse igienico, come lo, prova la natura della classifica delle -bonifiche; nelle leggi e decreti st1ccessivi l'interesse igienico, 'se pur non è negletto • cbè non lo potrebbe mai essere, St:1ogni bonifica, agra· ria è an~he, necessariamente, opera di miglioramentò · igienico ., ha però dovuto cedere la preminen~a all'in– teresse economico-agrario. Del resto si guardi alle bo– nifiche attualmente in corso e a quelle :ultimate recen– temente, e si vedrà facilmente come la loro importanza sia di precipuo carattere agrario. E questo perchè lo Stato, rinl\nziando alla sua funzione di colonizzatore in– terno, ha c\ovuto spingere il privllto a bonificare, invo- · glinndolo col miraggio di un buon impiego di capitali. Ci son stati,. sì, coma bo affermato nel mio articolo, al– cuni casi di agricoltori che hanno spese, danaro, intel– ligenza e attività, pii'i per uobile passione alla terra, che per prospettiva di guadagno sicuro e pronto; ma ciò non distrugge nè infirma il principio che le opere grandiose L1ibonificamento, le ·quali sono di assoluta necessità e ubilitil sociale, non troveranno soluzione adeguata che per opera dello Stato. Non dico con questo che lo Stato debba essere sempre l'esecutore dei lavori. So anch'io, per mil:le casi, che -lo Stato è il peggiore industriale, e appunto pereiò ho proposto l'appalto dei lavori alle as– sociazioni dei lavoratori come agli organismi più adatti per garantire la Cllra degli stessi lavoratori e l'esatta ap– plicazione delle leggi. Procedutosi ad una sapiente, ra– zionale clnssifiea delle opere di bon ifi.ca , con un piano di attuazione in ordine ctonologico, secondo la loro im– portanza, per. cui nella· prima categoria entrino tutte quolle rii inilo\e .ig;ienica e sociale e l':l altre più ·impor Biblioteca .GinoBianco tanti in cui coesistanq tutti i fini e caratteri delle bo– -nifiche, da attuarsi,· perciò, ordinariamente a cure. dello Stato, resterà largo margine all'iniziativa- privata nel campo, pm:troppo sconpnato, delle bonifiche di altre ca– tegorie. • Poichè le. bonifica igienica (perchè sia completa e risponda davvero agli scopi sociali che la devono carat– terizzare) deve esser seguitR da una trasformazione a– grari~, l 'iniziiativa privata, e.ss 'oèiata o no, sarà indispen– ·sabile. l\fa lo Stato non dov.:i:àregalare ai privati, o alle Cooperative, ricchezze· acqui~ite c0l pubblico denaro, co– me, per esempio, usa talvolta fare o~·a. I terreni bonifi– cati non devono essere lasciati in proprietà del proprie– tario ~he nulla o poco ha speso per la loro redenzione,; i:ç.a, ;iSAf!.,ttati,preventivame~te al loro valore desunto •dal reddito, siano ceduti, a bonifica ultimata, al miglior offerente. Il plusvalore dei terreni bonificati è ora lasciato, e non soltanto nei casi di bonificam.ento a puro scopo, igie– nico, al fortunato proprietario, con la scusa che lo Stato è largamente compensato con la possibilità di maggior tassazione_ per l'avvenire. Si sono citati casi e ~ifre per provare comt- 1 in un periodo talvolta minore di SOanni, lo Stato sia giunto, tassRndo la nuo.Vll ricchezza, a ri_– farsi internmente delle somme antic~pate per l'opera di . . I , . bon~fica. . • Ma la fallacia di simili _argomentazioni, per quanto suffraga.te de. dati e da cifre esattt:1, sta in ci?: che la possibilità di tassazione èu maggior 1'.icçhezza prodotta non è rimborso di sommt:1 anticipate o indennizzo. di prestazioni. Se così fosse, no~ vedo la ragione per ne– gare so,vvenzioni a tutti coloro che, pro~ovendo inizia• tive, creando ·i'ndustrie nuove o allargando quelle già esistenti, apportando migliorie a t,erreni mal coltivati e via dièendo, offrono, ~on l'a creazione di uuova rici;hez– za, nhovi campi alle esercitazioni ~el fisco. Prevedo l'obiezione che vi sono, per gH autori dt1lle accennate iniziative, i 'dazi p~·otettivi è i premi di ''(arie. specie,_i qua.li tengon luogo del)e agevolazioni di altre. . natura ~oncesse e.i bonificatori. Ma è facile'- rispondere che ·i possessori di terreni bonificati godono, almen.o in molti ce.si , dell'una e dell'altra for;ma di agevolazione . · Eliseo Jandolo, p~r co~vincermi che il bonificare non è sempre redditizio, mi citaJe .bohifìnhe ferraresi, in cui l'ettaro di terrèno bonificl!-to è venuto a costare I?iù àel suo valore di mercato . .Eìbbene io rispondo: o l'opera aveva, per qualsiasi motivo, un'i!1lportanza igienicR o sociale, e a,llota doveva' essere attuata a èura o col con– co,so dello Stato, eppoi il terreno bonificato venduto e dato in conduzione alle stesse condizioni dei terreui di fertilità eguale; o l'opera non a".e:v.a tale importanza, e ·allora non si ùoveva promuoverla, conforme al giusto principio cui s'inspira, li,, nofa legge' del Carey e del' Ricnrdo. :-ion darà ma.le, certo, che l 'I.ta !ia,. paese eminente– -mente i,.gricolo, abbiR un Governo disposto e.d agevolare in tutti i modi le iniziative private rivolt" al progl'esso dell'agricoltura, e sopr!].tutto alle opere di bonificamen– to., Ma vogliamo non solo che i lavoratori siano difesi -igienicamente in tutti i modi, ·ma che essi e· la collet– tività tutta qu~nta parteoipinQ in ben altra misura, ai vantaggi della ricchezza nuovamente creata, e che lo Stato compia in questo campo le funzioni, alle quali è chiamato dalle esigenze stesse delle. economia e _della ciyiltà. Infine, ben lungi dal nutrire-ec,:essive fobìe con– tro il • mostr.uo~ o e famel;c~ Capitalismo •, non solo rieo- · nasciamo ch·e esso ha creato forze di ,proq.uzione. gigan.: . t.asche, quali tutte le gener~zioni passate, prese inliliem!l non erano riuscite a. creare,,, ma c1<ediamo. e.hl! è5!'Q, . , I

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